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Fontana: lo scranno di Matteotti non sarà più assegnato ad alcun deputato

Fontana: lo scranno di Matteotti non sarà più assegnato ad alcun deputatoRoma, 30 mag. (askanews) – “Oggi la Camera dei Deputati onora Giacomo Matteotti, uno dei padri della nostra democrazia, vittima dello squadrismo fascista. Esattamente cento anni fa dallo scranno di quest’Aula dove è stata posta una targa in suo ricordo Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita. A perenne ricordo del suo sacrificio questo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato”. Lo ha detto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aprendo la cerimonia celebrativa alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “La sua morte non è stata vana. Egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani. Nel ricordo indelebile di Giacomo Matteotti, possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più”.
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Meloni: De Luca? Mi ha insultata e mi sono difesa. Pd si vergogni

Meloni: De Luca? Mi ha insultata e mi sono difesa. Pd si vergogniRoma, 29 mag. (askanews) – “Su De Luca si è parlato tanto: sono stata insultata e banalmente mi sono difesa. La sinistra che quando io sono stata insultata non ha detto mezza parola e ora si straccia le vesti si dovrebbe vergognare. Mostra la sua vera natura, hanno due pesi e due misure, non credono a nulla e semplicemente ritengono di essere migliori degli altri. Ieri mi ha scritto un sacco di gente di sinistra e mi hanno detto che ho fatto bene”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video forum su Corriere.it


 

Giustizia, Meloni: no a conservazione, non sto a scaldare sedia

Giustizia, Meloni: no a conservazione, non sto a scaldare sediaRoma, 29 mag. (askanews) – “Temo che chi dice no alla riforma della giustizia non fa i conti con il consenso di cui gode la giustizia anche dagli investitori internazionali. Le cose che non funzionano le vogliamo cambiare non perchè ce l’abbiamo con qualcuno ma per l’Italia e per gli italiani. E’ una riforma di buon senso”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video forum su Corriere.it.


“Non è una riforma punitiva, io penso che sia un beneficio per i magistrati che vogliono fare il loro lavoro e non vogliono piegarsi a logiche di corrente”, ha aggiunto. “Io non sono per la conservazione, non ho paura di chi dovesse ritenere di combattermi e non sto qui a scaldare la sedia”, ha concluso.

Meloni: riforma della giustizia necessaria e storica

Meloni: riforma della giustizia necessaria e storicaRoma, 29 mag. (askanews) – “Rispettato un altro impegno preso con gli italiani. Nel programma del centrodestra avevamo scritto che avremmo riformato la giustizia, e oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale da sottoporre al Parlamento per avere finalmente una giustizia più equa ed efficiente. Una riforma giusta, necessaria e storica”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo l’approvazione del ddl che contiene, tra l’altro, la separazione delle carriere di giudici e pm.

Premierato, i senatori dell’opposizione si tolgono la giacca per protesta

Premierato, i senatori dell’opposizione si tolgono la giacca per protestaRoma, 29 mag. (askanews) – Via la giacca, in segno di protesta contro il mancato rispetto da parte della maggioranza. E’ il gesto simbolico scelto dalle opposizioni durante l’esame del ddl sul premierato in aula al Senato.


“Davanti alla maggioranza sorda e alla difficoltà, davanti alla capacità di trovare un terreno comune, io penso che” va dato “un segnale, un simbolo, un messaggio che non ha a che fare con la violenza verbale né fisica ci togliamo la giacca, per dimostrare che voi avete solo da imparare da chi ha sempre rispettato le regole del gioco”, ha detto Alessandro Alfieri del Pd, chiudendo il suo intervento. A quel punto si è sfilato la giacca seguito dagli altri senatori. Poiché in Senato l’uso della giacca è obbligatorio, la presidente di turno ha immediatamente sospeso la seduta per dieci minuti.

M.O., Tajani: favorevoli a riconoscimento Palestina ma territorio unificato

M.O., Tajani: favorevoli a riconoscimento Palestina ma territorio unificatoRoma, 29 mag. (askanews) – “Noi siamo favorevoli al riconoscimento della Palestina ma deve avvenire quando ci sarà già un territorio unificato e chiaro con un mutuo riconoscimento Israele che riconosce la Palestina e la Palestina che riconosce Israele: due popoli, due Stati”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un evento della Cisl a Roma, commentando la richiesta del presidente turco Erdogan alla premier Meloni di riconoscere la Palestina.


“Siamo favorevoli ad un percorso che, finita la guerra, possa anche prevedere una presenza delle Nazioni Unite che aiuti alla formazione di uno Stato che unifichi Gaza e la Cisgiordania. Se dovesse esserci la necessità di una missione dell’ONU a guida araba siamo disposti ad inviare anche i nostri militari”, ha sottolineato.

Giustizia, Pd: ddl Nordio duro colpo a indipendenza magistratura

Giustizia, Pd: ddl Nordio duro colpo a indipendenza magistraturaRoma, 29 mag. (askanews) – “Il disegno di legge costituzionale sulla riforma delle carriere è un duro colpo all’autonomia e all’indipendenza della magistratura”. Lo affermano la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani e i capigruppo nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato – Federico Gianassi e Alfredo Bazoli – e dell’Antimafia Walter Verini.


“Dopo il premierato e l’autonomia differenziata, il ddl Nordio è il prezzo che la Meloni paga a Forza Italia per la tenuta del governo. Siamo all’ennesimo baratto: la Costituzione viene sfregiata e sacrificata per un patto di potere. Il ddl Nordio non risolve i problemi della giustizia, anzi li aggrava perché indebolisce la magistratura compromettendone autonomia e indipendenza”. “La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e magistrati requirenti – sottolineano i parlamentari Pd – non è necessaria, poiché la separazione delle funzioni esiste già. La separazione delle carriere rischia invece di trasformare i pm in una sorta di super poliziotti o, al contrario, li rende subordinati al potere esecutivo. Quanto all’Alta Corte, così come formulata, rischia di essere un pasticcio”.


“Il testo – continuano – presenta infatti molte contraddizioni e scelte non condivisibili. In particolare siamo contrari al sorteggio per i due Csm e per l’Alta corte, che sminuiscono la professionalità dei magistrati riducendo il loro ruolo a una questione di fortuna piuttosto che di merito. Più che in presenza di una riforma della giustizia assistiamo ad un intervento che insieme agli altri su autonomia differenziata e premierato, conduce allo smantellamento del sistema istituzionale repubblicano che affonda le radici nella nostra Costituzione ed è sempre stato basato su separazione e equilibrio dei poteri. Il tutto con l’ennesima trovata elettorale e propagandistica”.

Come cambierà la Costituzione con la riforma “epocale” della giustizia varata dal governo

Come cambierà la Costituzione con la riforma “epocale” della giustizia varata dal governoRoma, 29 mag. (askanews) – Sette modifiche di articoli della Costituzione, con completa riscrittura del 104 e del 105, riguardanti il Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno delle toghe. Il disegno di legge costituzionale varato oggi dal Consiglio dei ministri e presentato dal sottosegretario Alfredo Mantovano e dal guardasigilli Carlo Nordio in conferenza stampa riguarda le “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”. Sono 5 pagine che si propongono come riforma “epocale” del sistema giudiziario.


La questione più discussa in queste ultime settimane riguarda certamente la separazione delle carriere, tra giudici e pubblici ministeri. Il problema è risolto in poche righe nella “Bozza”. Le modifiche riguardano l’articolo 102 dell Costituzione, al primo comma, quando dopo le parole “ordinamento giudiziario” – si spiega – “sono aggiunte le seguenti: ‘le quali disciplinano altresì le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti’”. Con la completa riscrittura dell’articolo 104 Costituzione si cerca in qualche modo di far digerire il colpo al mondo delle toghe. “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ed è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente – si chiarisce – Il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente sono presieduti dal Presidente della Repubblica. Ne fanno parte di diritto, rispettivamente, il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, nel numero e secondo le procedure previsti dalla legge”. E “ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale”.


L’altro articolo della Costituzione che verrà cambiato sarà il numero 105. Verrà sostituito dal seguente – si aggiunge – “Spettano a ciascun Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati. La giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari, giudicanti e requirenti, è attribuita all’Alta Corte disciplinare”. E poi “l’Alta Corte è composta da quindici giudici, tre dei quali nominati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione nonché da sei magistrati giudicanti e tre requirenti estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie, con almeno venti anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgano o abbiano svolto funzioni di legittimità. L’Alta Corte elegge il presidente tra i giudici nominati dal Presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I giudici dell’Alta Corte durano in carica quattro anni. L’incarico non può essere rinnovato”.


Quindi “l’ufficio di giudice dell’Alta Corte è incompatibile con quello di membro del Parlamento, del Parlamento europeo, di un consiglio regionale o del Governo, con l’esercizio della professione di avvocato e con ogni altra carica e ufficio indicati dalla legge. Contro le sentenze emesse dall’Alta Corte in prima istanza è ammessa impugnazione, anche per motivi di merito, soltanto dinanzi alla stessa Alta Corte, che giudica senza la partecipazione dei componenti che hanno concorso a pronunciare la decisione impugnata. La legge determina gli illeciti disciplinari e le relative sanzioni, indica la composizione dei collegi, stabilisce le forme del procedimento disciplinare e le norme necessarie per il funzionamento dell’Alta Corte, e assicura che i magistrati giudicanti o requirenti siano rappresentati nel collegio”.

Schlein: limiti a Kiev sull’uso delle armi devono restare. Tarquinio su Nato? Non è linea Pd

Schlein: limiti a Kiev sull’uso delle armi devono restare. Tarquinio su Nato? Non è linea PdRoma, 29 mag. (askanews) – Elly Schlein è contraria ad autorizzare l’Ucraina a usare le armi occidentali anche contro il territorio russo. La segretaria Pd lo ha detto a Tagadà su La7. “Ho visto le dichiarazioni di Macron… Non dimentichiamo che qualche settimana fa addirittura è arrivato a dire che bisognerebbe inviare truppe in Ucraina. Noi non siamo d’accordo, siamo per evitare escalation con un ingresso diretto dell’Ue in guerra con la Russia”.


“La vera questione – secondo Schlein – è un’altra: come sosteniamo la conferenza di pace che si svolgerà a giugno in Svizzera, come riusciamo ad evitare un’escalation militare. La nostra posizione è sempre stata lineare: sostenere l’Ucraina, paese ingiustamente invaso dalla Russia di Putin, ma al contempo un ruolo diplomatico e politico dell’Ue per costruire un percorso che faccia cessare quel conflitto, che possa isolare veramente la Russia di Putin”. “Non siamo i primi ad avere una tradizione importante di candidature indipendenti. Tarquinio ha espresso la sua opinione, la linea di politica estera del Pd è quella che ho appena rappresentato”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein, che parlando a ‘Tagadà’ su La 7 ha ribadito la linea del partito: “Sostenere l’Ucraina, Paese ingiustamente invaso dalla Russia di Putin, ma al contempo un ruolo diplomatico e politico dell’Ue per costruire un percorso che faccia cessare quel conflitto, che possa isolare veramente la Russia di Putin”.

Giustizia, Meloni: riforma epocale, non temiamo forze conservazione

Giustizia, Meloni: riforma epocale, non temiamo forze conservazioneRoma, 29 mag. (askanews) – “Oggi il Governo italiano ha rispettato un altro impegno preso con gli italiani. Nel programma di centrodestra avevamo scritto che avremmo riformato la giustizia, e oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale per avere finalmente una giustizia più equa ed efficiente. In molti hanno detto e scritto in questi mesi che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, attesa da decenni: evidentemente ancora non conoscono la nostra determinazione. Quando è giusto fare qualcosa nell’interesse dell’Italia e degli italiani noi semplicemente la facciamo. Ma certo varare questa riforma, dopo 30 anni che se ne parla, è un risultato epocale”. Lo afferma in un videomessaggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“E’ una riforma giusta, necessaria, storica – aggiunge -. E si aggiunge alle altre riforme che questo governo ha già varato, come la riforma del fisco e la riforma istituzionale. Continueremo così, perché in questa Nazione le cose che non funzionano bene vanno cambiate. E più cercheremo di cambiarle più le forze della conservazione si muoveranno contro di noi. Ma non abbiamo paura, siamo qui per fare quello che va fatto e alla fine di questo lavoro saranno i cittadini a giudicarci”.