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Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’Italia

Mattarella: l’eversione nera voleva portare indietro l’ItaliaBrescia, 28 mag. (askanews) – “L’intento immediato degli attentatori”di piazza della Loggia “era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L’obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche. Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall’arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia.


“Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell’oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà, nel pluralismo, nella solidarietà, principi scolpiti nella Carta Costituzionale”. L’obiettivo, ha proseguito Mattarella, era “provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture”.


“La stessa matrice eversiva, lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980 – la più grande strage del terrorismo neofascista – e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro. Una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze”. Tuttavia “il desiderio di verità e giustizia non si è fermato. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia”.

Mattarella: non chiamare stragi di Stato atti di terrorismo

Mattarella: non chiamare stragi di Stato atti di terrorismoBrescia, 28 mag. (askanews) – Quelle che insanguinarono l’Italia durante gli anni della strategia della tensione non possono essere definite stragi di Stato “perché era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo la dall’interno”. Al contrario “lo Stato è costituito dalle pubbliche istituzioni che hanno resistito, rispettando le regole costituzionali, dai cittadini, dalle forze sociali, dai rappresentanti del popolo, dai partiti della nostra democrazia, da tutte le donne e gli uomini – la stragrande maggioranza – che hanno speso il loro impegno e lo spendono per la difesa della libertà e della democrazia”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia per la commemorazione a 50 anni dalla strage di Piazza della Loggia.


“Nella polemica dell’epoca ci fu chi, a proposito di questa impressionante catena di attentati, parlò di stragi di Stato. E’ una definizione che suscita passioni, sollecita sdegno, ma che suscita e sollecita anzitutto una diversa riflessione”, appunto perché “era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo dall’interno. Allo Stato – quello disegnato dalla nostra Costituzione – appartengono i magistrati, requirenti e giudicanti, le forze dell’ordine che, con fatica e tenacia, hanno condotto indagini e hanno raggiunto certezze su molti e fondamentali aspetti di quegli attentati”. “Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese. Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori. Una vittoria che è stata di tutti i cittadini italiani, che si sono sempre raccolti, nei momenti più bui, attorno alle istituzioni e che non si sono mai lasciati sedurre dalle insidie della violenza, della lotta armata, dell’eversione. E che mai hanno reclamato l’instaurazione di misure autoritarie per sconfiggere la minaccia terroristica”.

Mattarella: anche oggi respingere tentativi di minare democrazia

Mattarella: anche oggi respingere tentativi di minare democraziaBrescia, 28 mag. (askanews) – A 50 ani dalla strage di Piazza della Loggia e dalla strategia della tensione, “anche oggi, per via di un quadro internazionale caratterizzato da guerra e violenza, respiriamo un’atmosfera di tensione. Pur nei suoi contorni incerti e frammentati si intravede, nel mondo, il disegno di minare i valori di libertà e democrazia che rappresentano l’unica base solida della pace e della convivenza internazionale, alimentando tensioni, esasperando i conflitti, cercando di alimentare, attraverso la diffusione di notizie false e allarmanti, la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. E’ un tentativo che, oggi, come allora, va respinto. Con fermezza, con coraggio e con fiducia nella forza della democrazia e del diritto”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento al Teatro Grande di Brescia.


“La nostra Repubblica è stata difesa e rafforzata, negli anni, dal sacrificio di tanti servitori dello Stato, di tanti cittadini onesti e coraggiosi. Tra questi vi sono le donne e gli uomini che oggi ricordiamo qui, con commozione e riconoscenza: uccise e uccisi da persone miserabili, perché sostenevano e difendevano la democrazia, la libertà, i diritti per tutti. Al di là delle doverose rievocazioni, il modo per ricordarli degnamente è quello di respingere e isolare i predicatori d’odio, gli operatori di mistificazione, i seminatori di discordia. E’ quello di rivendicare e vivere i principi e i valori su cui si basa la nostra Costituzione. Quello di operare costantemente per l’unità del popolo italiano, per la diffusione della libertà e dei diritti, per un quadro internazionale che assicuri la pace nella giustizia.

Anniversario strage di Brescia, Mattarella accolto dagli applausi in piazza della Loggia

Anniversario strage di Brescia, Mattarella accolto dagli applausi in piazza della LoggiaRoma, 28 mag. (askanews) – Un lungo e caloroso applauso ha accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al suo arrivo a piazza della Loggia a Brescia per la commemorazione del 50esimo anniversario della strage.


Il capo dello Stato ha deposto una corona di fiori davanti alla stele che ricorda i caduti del 28 maggio 1974. Quindi si è levato un altro applauso e alcune persone gli hanno gridato “presidente difendiamo la Costituzione”, altri invece “viva la Costituzione” e anche “grazie Presidente”. In piazza erano presenti molte bandiere della Cgil e il capo dello Stato prima di entrare nel teatro è stato salutato dal segretario Maurizio Landini.

Ponte Stretto, Schlein lo attraversa: “solo spot elettorale, lo fermeremo”

Ponte Stretto, Schlein lo attraversa: “solo spot elettorale, lo fermeremo”Roma, 28 mag. (askanews) – L’attraversamento dello stretto di Messina con i traghetti è “estremamente breve”, il progetto del ponte è solo uno “spot elettorale” su cui pesano i “rilievi dei tecnici” e ci sono molte opere “più urgenti” per migliorare la mobilità dell’are. Lo ha detto Elly Schlein in una diretta sui social network realizzata durante la traversata dalla Calabria alla Sicilia.


La leader Pd è salita su uno dei “ferry” che garantiscono attualmente il collegamento tra le due sponde e ha spiegato: “Salvini ha più volte ribadito la volontà di andare avanti dritto come un treno nonostante le osservazioni dei tecnici. Il ministro per un suo spot elettorale vuole andare avanti, e il governo gli va dietro”. “Stiamo rapidamente arrivando – ha concluso la Schlein mentre il traghetto si avvicinava al porto, una ventina di minuti dopo la partenza – la traversata è estremamente breve, ci sono moltissime opere più urgenti. Insisteremo a provare a bloccare quest’opera con tutta la nostra forza. Noi andiamo avanti”.

Meloni: per la Commissione Ue l’Italia è al top per l’attuazione del Pnrr

Meloni: per la Commissione Ue l’Italia è al top per l’attuazione del PnrrRoma, 27 mag. (askanews) – “Sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto sul Pnrr. Ricordo le polemiche di chi diceva che con il governo Meloni si sarebbero disperse le risorse, a maggior ragione se fossimo andati avanti con l’idea folle di rinegoziare il Pnrr” ma oggi “siamo la prima nazione d’Europa” nell’attuazione e “la Commissione europea dice che l’Italia è al top, la prima nazione per l’attuazione delle riforme e il raggiungimento degli obiettivi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo a Palermo alla cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Siciliana. “Abbiamo raccontato una storia diversa dal passato”, ha concluso.

AVS denuncia: Comune di Latina su carte identità diventa Littoria

AVS denuncia: Comune di Latina su carte identità diventa LittoriaRoma, 27 mag. (askanews) – “Abbiamo appreso da abitati del Comune di Latina che nelle carte di identità di chi è nato prima del 1945, con la nuova amministrazione di estrema destra, il luogo di nascita si chiama Littoria. Vorrebbero far tornare in auge, dunque, il nome fascista di Latina, abrogato nel ’45. I revisionisti della storia, cioè coloro per i quali la Resistenza e la Costituzione sono episodi da cancellare, hanno in testa di cambiare il nome alla città? Sarebbe uno scandalo e lo impediremo”. Lo rende noto Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella Commissione Affari costituzionali della Camera, il quale spiega “oltre al disgustoso riferimento fascista, la trovata dei nostalgici amministratori locali sta comportando diversi problemi pratici ai cittadini che, ad esempio, non possono accedere al sistema Spid visto che il loro luogo di nascita è inesiste. O per meglio dire esiste solo nella mente perversa di qualcuno. Chiediamo al ministro Piantedosi di attivarsi immediatamente per ripristinare la legalità”, ha aggiunto Zaratti.

Autonomia, il Servizio del bilancio dello Stato: valutare l’impatto finanziario

Autonomia, il Servizio del bilancio dello Stato: valutare l’impatto finanziarioRoma, 27 mag. (askanews) – Nel ddl autonomia differenziata ci sono “disposizioni di carattere generale” che si applicano “a prescindere dalle funzioni trasferite” alle Regioni che ne faranno richiesta. Disposizioni “che impongono comunque quanto meno una valutazione preliminare dell’impatto finanziario del trasferimento” visto che il provvedimento prevede “prima dell’avvio del negoziato ‘la valutazione da parte dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell’economia e delle finanze, anche ai fini dell’individuazione delle risorse finanziarie necessarie” e stabilisce che “ai fini dell’avvio del negoziato il Presidente del consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie tiene conto del quadro finanziario della Regione”. È quanto si legge nel dossier del Servizio di bilancio dello Stato sul ddl Calderoli.


Nella sua risposta il governo spiega che l’impatto finanziario si potrà valutare solo dopo l’approvazione dei trasferimenti di funzioni eventualmente richieste dalle Regioni: “La valutazione finanziaria – scrive il Mef – non può prescindere dalla richiesta di attribuzione delle funzioni, da parte della regione richiedente, atto che, in aderenza al dettato costituzionale, è di esclusiva iniziativa regionale. Pertanto, solo successivamente alla deliberazione di tale atto si possono valutare gli impatti finanziari”. “Gli impatti finanziari dell’autonomia differenziata non sono prevedibili, lo dice chiaramente il Mef rispondendo alle osservazioni del Servizio bilancio dello Stato della Camera dei deputati”. Così il capogruppo democratico nella commissione bilancio di Montecitorio, Ubaldo Pagano, commenta il documento di 24 pagine in cui il Mef risponde ai quesii posti dal Dossier del Servizio bilancio della Camera e dal gruppo parlamentare del Pd. Ill ddl autonomia differenziata è domani all’ordine del giorno dell’aula della Camera. “Da via XX settembre abbiamo la conferma che il governo sta navigando a vista e sta imponendo al paese una riforma di cui non ha alcuna contezza degli effetti e degli impatti finanziari”.


Nel testo delle risposte del Mef – prosegue Pagano – è espressamente riportato che: “solo successivamente alle richieste di attribuzioni delle regioni si potranno valutare gli impatti finanziari dell’autonomia” e che “qualora dalla determinazione dei Lep derivino maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si può procedere al trasferimento delle funzioni solo dopo aver stanziato le risorse”. Nulla viene detto invece sulle materie che non rientrano nel perimetro dei Lep e questo potrebbe significare un ulteriore passaggio al buio senza valutazione degli effetti finanziari. Siamo al ‘paradosso del comma 22’: un corto circuito – conclude Pagano – che conferma che il governo non ha contezza degli effetti profondi che questo provvedimento avrà su importanti strumenti di politica economica”.

Autonomia, servizio bilancio Stato: valutare impatto finanziario

Autonomia, servizio bilancio Stato: valutare impatto finanziarioRoma, 27 mag. (askanews) – Nel ddl autonomia differenziata ci sono “disposizioni di carattere generale” che si applicano “a prescindere dalle funzioni trasferite” alle Regioni che ne faranno richiesta. Disposizioni “che impongono comunque quanto meno una valutazione preliminare dell’impatto finanziario del trasferimento” visto che il provvedimento prevede “prima dell’avvio del negoziato ‘la valutazione da parte dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell’economia e delle finanze, anche ai fini dell’individuazione delle risorse finanziarie necessarie’” e stabilisce che “ai fini dell’avvio del negoziato il Presidente del consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie tiene conto del quadro finanziario della Regione”. È quanto si legge nel dossier del Servizio di bilancio dello Stato sul ddl Calderoli.


Nella sua risposta il governo spiega che l’impatto finanziario si potrà valutare solo dopo l’approvazione dei trasferimenti di funzioni eventualmente richieste dalle Regioni: “La valutazione finanziaria – scrive il Mef – non può prescindere dalla richiesta di attribuzione delle funzioni, da parte della regione richiedente, atto che, in aderenza al dettato costituzionale, è di esclusiva iniziativa regionale. Pertanto, solo successivamente alla deliberazione di tale atto si possono valutare gli impatti finanziari”.

Il Mit: il decreto Autovelox sarà martedì in Gazzetta Ufficiale

Il Mit: il decreto Autovelox sarà martedì in Gazzetta UfficialeRoma, 27 mag. (askanews) – Sarà pubblicato domani in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale Infrastrutture/Interno che disciplina le modalità di collocazione e uso degli autovelox. Lo comunica il Mit in una nota, aggiungendo che “il provvedimento, fortemente voluto dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, mette al primo posto la tutela della sicurezza della circolazione, ponendo regole certe sul posizionamento dei dispositivi e sulle sanzioni”.


I tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati, precisa il ministero, dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 Km prima fuori dei centri abitati. Inoltre viene fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro (progressiva per tipo di strada) in modo da evitarne la proliferazione. Non si potranno utilizzare dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto: inferiore a 50 Km, nelle strade urbane; per le extraurbane solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km rispetto a quello previsto dal codice per quel tipo di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h ma non per limiti inferiori). Infine il decreto precisa che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se c’è la contestazione immediata, altrimenti dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, debitamente visibili.