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Ermini lascia la Direzione Pd: amareggiato per le strumentalizzazioni

Ermini lascia la Direzione Pd: amareggiato per le strumentalizzazioniMilano, 31 lug. (askanews) – Davide Ermini ha deciso di lasciare la Direzione Nazionale del Pd, a seguito delle polemiche per l’assunzione della presidenza di Spininvest. La decisione è stata comunicata questa mattina dallo stesso Ermini al presidente Dem Stefano Bonaccini. “Ho parlato con Stefano, quello in Spininvest è un incarico professionale ma se deve essere strumentalizzato per mettere in difficoltà il Pd, allora lascio la Direzione”, ha spiegato Ermini, contattato telefonicamente.


A Bonaccini Ermini ha espresso “il sincero stupore e la mia amarezza per le strumentalizzazioni che sono state fatte e che continuano sul mio ruolo nella direzione nazionale. Non avrei mai pensato che assumere un incarico professionale potesse suscitare imbarazzi, che risentono evidentemente della situazione e del clima a Genova e in Liguria. Per questo, poiché non voglio creare alcuna difficoltà al Pd ho riferito al Presidente Bonaccini che lascerò la Direzione Nazionale”.

Parigi 2024, la Lega chiede una informativa urgente ad Abodi sull’incontro Carini-Khelif

Parigi 2024, la Lega chiede una informativa urgente ad Abodi sull’incontro Carini-KhelifRoma, 31 lug. (askanews) – La Lega chiede un’informativa urgente del ministro dello Sport Abodi sull’incontro di domani tra la pugile Angela Carini “e il trans algerino Imane Khelif” alle Olimpiadi di Parigi. La sollecita il deputato leghista Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza, Sport e Istruzione.


“Il Pd – osserva – si erge a paladino femminista solo quando è utile alla causa progressista? La domanda sorge spontanea sentendo le parole della collega Braga che parla di lasciare fuori la politica dallo sport. Ma se ad essere calpestato è il diritto di una giovane italiana di gareggiare con una sua pari, e non con un uomo, in nome dell’ideologia woke tutto va bene? Sembra di sì, sentendo anche le parole di Malagò. Domani la pugile Angela Carini salirà sul ring con il trans algerino Imane Khelif, e per tutti sembra ‘normale’. Per la Lega no: vogliamo un’informativa urgente del ministro dello Sport perché per noi non contano gli slogan, ma la vera tutela dei diritti delle donne. La deriva ideologica della sinistra globalista ha superato ogni limite e va fermata”. “L’incontro di boxe che si svolgerà domani ai Giochi Olimpici di Parigi, tra l’atleta trans algerina Imane Khelif e l’italiana Angela Carini, desta più di qualche preoccupazione rispetto alla sicurezza della nostra atleta e all’equità della competizione. Alla stessa atleta algerina era stato impedito di partecipare ai mondiali di boxe dello scorso anno per aver fallito il test ormonale, mentre a Parigi, grazie ad una regolamentazione diversa imposta dal CIO, ha ricevuto il via libera per gareggiare con atlete donne. Non è possibile che nel nome dell’inclusività si calpestino i diritti delle donne alle quali viene negata la possibilità di gareggiare in un contesto di parità di condizioni. Una competizione universalmente riconosciuta come le Olimpiadi deve garantire che lo sport rimanga un esempio di correttezza e integrazione, senza compromettere i principi fondamentali di equità e sicurezza. Pensavamo di aver visto tutto con la dissacrante cerimonia inaugurale dei Giochi ma a quanto pare ci sbagliavamo”. Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia, Maria Grazia Frijia. “Domani l’atleta Angela Carini, una delle pugili più brave del panorama italiano, si troverà ad affrontare sul ring un uomo. Il pugile in questione, escluso dai mondiali femminili per non aver superato i test ormonali, combatterà con le ragazze a Parigi. Un episodio inaccettabile che non può passare in sordina”. Lo afferma la senatrice Ester Mieli, responsabile dipartimento Pari Opportunità di Fratelli d’Italia

Regionali, Liguria al voto il 27 e 28 ottobre per il dopo-Toti

Regionali, Liguria al voto il 27 e 28 ottobre per il dopo-TotiMilano, 31 lug. (askanews) – Le prossime elezioni regionali in Liguria si terranno domenica 27 ottobre (dalle 7 alle 23) e lunedì 28 ottobre (dalle 7 alle 15). È quanto deciso – dopo le dimissioni del governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari – sulla base dell’intesa, formalizzata oggi, tra il presidente facente funzione della Regione Liguria Alessandro Piana e la presidente della Corte d’Appello di Genova Elisabetta Vidali. Lo ha comunicato in una nota la Regione Liguria, spiegando che la data è stata individuata tenendo conto delle esigenze tecniche organizzative rappresentate dagli uffici regionali e da quelli della Corte d’Appello affinché le procedure elettorali si svolgano secondo la normativa e nel migliore dei modi.


“Ringrazio la presidente Vidali – ha detto il presidente facente funzione della Regione Liguria Alessandro Piana – perché la data sulla quale abbiamo trovato l’intesa permette di conciliare l’organizzazione di un appuntamento così importante per l’intera comunità, con l’obiettivo di consentire alla nuova amministrazione regionale di partire quanto prima, salvo eventuale decreto del governo per accorpare l’appuntamento alle urne con le altre Regioni al voto”.

Rai, Fi-Fdi contro autore Affari Tuoi: inaccettabile post su Meloni

Rai, Fi-Fdi contro autore Affari Tuoi: inaccettabile post su MeloniRoma, 30 lug. (askanews) – E’ polemica sul post dell’autore Rai Riccardo Cassini sulla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. A finire nel mirino di Forza Italia e Fratelli d’Italia la sua frase scritta a corredo della foto della premier in visita a Pechino in compagnia della figlia Ginevra: “La mamma dei fascisti è sempre in Cina”. Il primo a intervenire è il presidente dei senatori Fi Maurizio Gasparri, componente della commissione Vigilanza Rai: “Trascinare anche i bambini in quella che, venendo da sinistra, evidentemente sarà definita legittima ironia, ci pare una pessima caduta di stile. Pertanto se sei di sinistra puoi prendertela con la mamma, con i bambini e dire quello che ti pare. Se a ruoli invertiti fosse stata fatta la stessa cosa nei confronti di una donna della sinistra saremmo già allo sciopero generale e alla ‘insurrezione’ contro la televisione occupata dal centrodestra. Che pena. Che squallore questi pagatissimi autori Rai, sempre intenti a denigrare, seminare odio e ad aggredire anche i bambini. Non conosco né questo Riccardo Cassini, né tale Stefano De Martino. Ma so cosa penso di loro”.


Ma è dal partito della premier che arriva l’attacco più pesante a uno degli autori della trasmissione Affari tuoi, affidata dalla prossima stagione a Stefano De Martino: “Gli insulti al Presidente Meloni da parte dell’autore Rai sono vergognosi. Auspichiamo che l’azienda prenda provvedimenti contro questo inaccettabile attacco personale a madre, donna e carica dello Stato. Aspettiamo una condanna netta dalle opposizioni”, afferma Federico Mollicone (Fdi), presidente della commissione Cultura alla Camera. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (Fdi) si chiede se “qualcuno ancora oserà parlare di Telemeloni, quando ‘professionisti’ del servizio pubblico si lasciano andare a tali disonorevoli propalazioni frutto di odio e livore”. Per la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti (Fdi) si tratta di un post “vergognoso. Non è accettabile questo linguaggio d’odio e tutta la classe politica dovrebbe condannare queste affermazioni livorose che non possono appartenere a nessun dibattito politico. La prima donna Premier della storia della Repubblica ed anche mamma non è solo un primato politico ma è anche un simbolo di piena parità e umanità che tutti dovrebbero apprezzare o almeno rispettare”.


“La Rai – riflette il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi) – è talmente blindata dalla destra che l’autore di lungo corso Riccardo Cassini, pagato da tutti i cittadini, ha la facoltà di insultare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la figlia dalla sua bacheca Facebook con la didascalia: ‘La mamma dei fascisti è sempre in Cina’. Ora, fermo restando che ognuno è libero di pensare come vuole, se sei un autore della tv di Stato e conosci le regole del servizio pubblico, dovresti evitare certe espressioni. Altrimenti viene meno la obbligatoria garanzia della neutralità. Forse uno svecchiamento autoriale sarebbe più che mai utile, anzi indispensabile, visto che cambiano governi, maggioranze e governance della Rai, ma la musica resta sempre la stessa. Pessimo stile animato da pedestre pregiudizio ideologico!”. Il senatore di Fdi Marco Lisei, componente della commissione Vigilanza Rai, chiede l’intervento della presidente Barbara Floridia: “E’ sempre molto loquace quando si tratta di utilizzare la sua carica istituzionale per fare polemica politica, ma è troppo latitante quando invece si tratta di essere figura di garanzia. Un doppio standard tipico della sinistra. Floridia condanni e stigmatizzi senza se e senza ma il post dell’autore Rai Cassini contro la premier Meloni, è un post vergognoso e carico di livore ideologico che davvero non merita alcuna scusante”.

Il Centrodestra verso il vertice dei leader (venerdì o lunedì)

Il Centrodestra verso il vertice dei leader (venerdì o lunedì)Roma, 30 lug. (askanews) – Si va verso un vertice dei leader di maggioranza tra venerdì e lunedì, una volta che la presidente del Consiglio sarà tornata dalla visita ufficiale in Cina e dalla tappa a Parigi per sostenere gli atleti italiani impegnati nelle Olimpiadi.


Il vicepremier Antonio Tajani conversando con i giornalisti in Transatlantico, ha infatti risposto così a chi gli chiedeva se ci sarebbe stato un incontro per sciogliere il nodo delle nomine Rai: “Meloni mi ha detto che rientra venerdì dalla Cina e dalla tappa a Parigi e ci sentiamo. Non so se ci vedremo già venerdì o lunedì, vediamo. Mi ha detto che quando torna parliamo di tutto”.

Liguria, Orlando chiama Ermini: valuta di rinuncia alla presidenza Spininvest

Liguria, Orlando chiama Ermini: valuta di rinuncia alla presidenza SpininvestMilano, 30 lug. (askanews) – Andrea Orlando, possibile candidato del centrosinistra alle prossime regionali in Liguria, ha chiamato David Ermini per chiedergli di “valutare con attenzione” l’opportunità di una rinuncia all’incarico di presidente della holding di Aldo Spinelli, coinvolto nell’inchiesta per corruzione che vede indagato anche l’ex governatore Giovanni Toti, ritenendo che questa scelta potesse esporre “a equivoci e strumentalizzazioni come peraltro sta già avvenendo in queste ore”. È quanto si apprende dallo staff di Andrea Orlando, che fa sapere che l’ex vice presidente del Csm “ha ribadito che si tratta di un incarico esclusivamente di natura professionale, senza alcuna implicazione politica, e ha assicurato che si chiarirà con azioni concrete nelle prossime ore la natura della sua funzione, che non vuole incidere nella vicenda processuale”.


Orlando, fa sapere ancora lo staff del’ex ministro Pd, “ha insistito, nonostante queste rassicurazioni, perché Ermini valutasse con la dovuta attenzione l’opportunità di una rinuncia”.

Mantovano: frodi nel decreto flussi, cambieremo la legge sull’immigrazione

Mantovano: frodi nel decreto flussi, cambieremo la legge sull’immigrazioneMilano, 30 lug. (askanews) – Il governo si impegna a modificare il Testo Unico sull’immigrazione, “puntando a modificare sul piano amministrativo e normativo” i tratti che hanno portato alle “storture descritte” nel meccanismo dei decreti flussi, “sempre nel rispetto del principio della legge del 1998 di consentire l’ingresso in Italia solo a chi ha la certificata prospettiva di lavorare, che deve però tradursi in un lavoro concreto”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, in audizione in commissione Antimafia sull’esposto in materia presentato da Giorgia Meloni al procuratore nazionale Antimafia.


“Le soluzioni spettano al governo, con modifiche normative condivise col Parlamento”, perchè “ci si trova di fronte ad un meccanismo di frode con la pesante interferenza del crimine organizzato che abbiamo il dovere di fermare come abbiamo fatto per altre fonti di frodi consistenti, dal superbonus edilizio al reddito di Cittadinanza”. Gli strumenti verso cui ci si sta muovendo sono la “verifica reale e non fittizia delle richieste dei nulla osta, il meccanismo dei clik, le quote, e la collaborazione con le categorie per definire meglio i fabbisogni di manodopera”.

Mantovano: frodi in decreto flussi, cambieremo legge immigrazione

Mantovano: frodi in decreto flussi, cambieremo legge immigrazioneMilano, 30 lug. (askanews) – Il governo si impegna a modificare il Testo Unico sull’immigrazione, “puntando a modificare sul piano amministrativo e normativo” i tratti che hanno portato alle “storture descritte” nel meccanismo dei decreti flussi, “sempre nel rispetto del principio della legge del 1998 di consentire l’ingresso in Italia solo a chi ha la certificata prospettiva di lavorare, che deve però tradursi in un lavoro concreto”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, in audizione in commissione Antimafia sull’esposto in materia presentato da Giorgia Meloni al procuratore nazionale Antimafia.


“Le soluzioni spettano al governo, con modifiche normative condivise col Parlamento”, perchè “ci si trova di fronte ad un meccanismo di frode con la pesante interferenza del crimine organizzato che abbiamo il dovere di fermare come abbiamo fatto per altre fonti di frodi consistenti, dal superbonus edilizio al reddito di Cittadinanza”. Gli strumenti verso cui ci si sta muovendo sono la “verifica reale e non fittizia delle richieste dei nulla osta, il meccanismo dei clik, le quote, e la collaborazione con le categorie per definire meglio i fabbisogni di manodopera”.

Migranti, Mantovano: grazie a governo arrivi irregolari -63% su 2023

Migranti, Mantovano: grazie a governo arrivi irregolari -63% su 2023Milano, 30 lug. (askanews) – “Per i traffici irregolari, l’azione del governo italiano, nonostante i mille ostacoli anche interni, ha permesso fino a questo momento di abbattere di circa il 63% gli arrivi illegali rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, di circa il 20% rispetto al medesimo periodo del 2022, quando non erano ancora esplose le crisi di Gaza, della Siria, del Sudan, per citarne alcune. E questo è stato possibile nonostante la fortissima pressione migratoria dal sud del Mediterraneo, grazie ai rapporti di collaborazione sempre più stretti con alcuni degli Stati d’origine e di transito in particolare Tunisia e Libia”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, nel corso dell’audizione in Commissione Antimafia.

Meloni: con Xi confronto franco, chiesto lo stop al sostegno alla Russia

Meloni: con Xi confronto franco, chiesto lo stop al sostegno alla RussiaPechino, 30 lug. (askanews) – Un colloquio “franco” e “trasparente”. Giorgia Meloni usa il vecchio gergo del partito comunista per definire il colloquio di ieri con Xi Jinping, durato un’ora e mezza. Colloquio che, soprattutto sui temi internazionali, vede distanti l’Italia (e l’Occidente) e la Cina, in particolare per il sostegno industriale alla Russia nella guerra contro l’Ucraina.


Meloni, in un punto stampa con i giornalisti a Pechino, non rivela quel che le ha detto Xi sul conflitto, ma assicura di essere stata “abbastanza chiara” nel porre la questione dell’aiuto a Mosca. “Penso – ha spiegato – che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa. Anche se come sappiamo non interviene direttamente è evidente che questo crea una frizione”. L’auspicio della premier è che “ci si renda conto che questa nazione può giocare veramente un ruolo dirimente. Il presidente Xi diceva ieri che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli: ecco, mi piacerebbe che si facessero dei passi in questo senso”. Sull’Ucraina, ma anche sul Medio Oriente, la Cina è per Meloni un “interlocutore molto importante”. Si è detta “molto preoccupata” per “quello che sta accadendo in Libano” e “per il rischio di una escalation regionale” a cui puntano “diversi soggetti”. Una “trappola” in cui Israele non deve “cadere”. In questo scenario, Pechino può contribuire alla “normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele” grazie ai suoi “rapporti solidi” con Teheran e Riad.


Al centro del colloquio, le relazioni bilaterali, con una ‘ricucitura’ del rapporto dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta. Il Piano triennale d’azione siglato a Pechino, rivendica, è “un approccio alternativo alla Via della Seta”, che non ha “mai condiviso”. Dunque “nessuna giravolta”, come accusa Giuseppe Conte, che è “in difficoltà”. Al contrario, per lei l’intesa è un “risultato concreto” su “materie per noi molto importanti che vanno dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, la sicurezza alimentare, le materie ambientali”. Adesso l’obiettivo è “rafforzare la nostra cooperazione ma farlo in un’ottica di riequilibrio: riequilibrio della bilancia commerciale” su cui “c’è un importante disavanzo per l’Italia che è andato crescendo negli anni” e sugli “investimenti esteri diretti” perché “oggi gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte quelli cinesi in Italia”. E poi “vogliamo lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e chiaramente garantire parità di trattamento per le nostre imprese”. Sul tavolo c’è il tema molto importante dell’auto elettrica, con eventuali investimenti in Italia. Di “stabilimenti” con Xi non hanno parlato: “Ci siamo limitati a definire accordi di cornice, poi non sta a noi entrare nel merito delle singole intese che si possono sviluppare, dei singoli investimenti” ma “saranno i tavoli tecnici e i ministri competenti a lavorare nello specifico sulla realizzazione di questa intesa”. Nessun accenno, negli incontri di questi giorni, al tema dell’esercizio del Golden Power, che “l’Italia ha utilizzato quando ha ritenuto che fosse necessario utilizzarlo”.


Rispondendo ai giornalisti, Meloni parla anche di Unione europea. Sulle deleghe da affidare al commissario italiano, spiega, “sto parlando con Ursula von der Leyen, ci sono contatti in divenire” ma ancora non ha inviato i due nomi (un uomo e una donna) alla presidente della Commissione: “C’è tempo fino al 30 agosto, me ne occupo al rientro, bisogna fare una valutazione con i partiti di maggioranza”. Comunque, assicura, i rapporti con l’esecutivo di Bruxelles “non stanno peggiorando” dopo la lettera inviata in risposta alle critiche contenute nel rapporto sullo Stato di diritto, in particolare per quel che riguarda la libertà di stampa. “Non ritengo – assicura – che ci siano ripercussioni negative”, anche perché la missiva “non è una risposta alla Commissione europea o a un momento di frizione con la Commissione europea” ma una “riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico”, anche da una sinistra italiana che vorrebbe usare la Rai “come fosse una sezione di partito”. A proposito di Rai, il governo procederà alle nomine “nelle prossime settimane”. Quanto a una eventuale riforma della governance, si dice “laica”: “Se quelli che l’hanno scritta oggi dicono che è pessima, possiamo parlarne”. “Niente da dire” invece sulle indiscrezioni su un eventuale piano di privatizzazione dell’azienda: “Posso solamente confermare rispetto a quello che ho letto, che mi è stato attribuito, di non avere bisogno di una Telemeloni: non ne ho bisogno, non mi interessa, non la voglio”.


Infine una nota di colore. A chi le chiede quale sia stato il piatto preferito nelle cene ufficiali di questi giorni in Cina, la premier cita il salmone e “lo spaghetto, quello con il brodo”, mimando il gesto della forchetta.