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Premierato, Meloni: Costituzione non moloch o esclusiva di una parte

Premierato, Meloni: Costituzione non moloch o esclusiva di una parteRoma, 8 mag. (askanews) – La Costituzione “offre una cornice”, ma “non è un moloch intangibile, non è mai stata pietrificata”, “chi ritiene di essere depositario esclusivo ne mette in crisi la funzione unificante, se la Costituzione deve essere di tutti l’interpretazione non può privilegiare una solo cultura politica e uno solo punto di vista”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al convegno ‘La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato’ in corso alla Sala della Regina di Montecitorio.

Premierato, riforma in aula al Senato. Pd in piazza il 2 giugno

Premierato, riforma in aula al Senato. Pd in piazza il 2 giugnoRoma, 8 mag. (askanews) – Il premierato in marcia. L’aula del Senato ha avviato come previsto l’esame del disegno di legge costituzionale che istituisce il cosiddetto premierato. La maggioranza aveva respinto già ieri critiche e appelli delle opposizioni che avevano chiesto di diluire maggiormente l’iter del provvedimento di iniziativa governativa, che modifica gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione, introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio con l’obiettivo programmatico di rafforzare la stabilità del Governo e abolire il potere di nomina dei senatori a vita da parte del presidente della Repubblica. E oggi il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è tornato a rivendicare con i cronisti a palazzo Madama la correttezza del percorso scelto dalla maggioranza: sui tempi dei lavori parlamentari non c’è “nessuna accelerazione immotivata” e “nessun ritardo strumentale”, ha affermato.


Respinta in mattinata la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalle opposizioni con 104 voti contrari, 54 a favore e due astenuti, la discussione generale sul ddl che reca la firma della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati è ripresa nel primo pomeriggio: gli iscritti a parlare sono poco meno di 80, con una larghissima prevalenza dei senatori di minoranza; hanno a disposizione 10 minuti a testa per un totale di tredici ore di dibattito. Da segnalare, fra gli iscritti a parlare, la senatrice a vita Liliana Segre. La seduta di oggi si concluderà alle 20, la discussione generale riprenderà quindi, in base alle decisioni assunte dalla conferenza dei capigruppo, nella seduta di martedì prossimo, 14 maggio. Scadeva in mattinata anche il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl premierato. Ne sono stati presentati circa tremila: circa 1.300 del Pd, oltre 1.400 di AVS, 183 del Movimento 5 stelle, 12 di Italia viva e una trentina da Azione. Non ci sono proposte di maggioranza ma una depositata dal Governo. Si tratta di una modifica dell’articolo 4 del ddl, che in pratica riscrive il testo approvato durante l’esame in commissione. Dal Governo, in ogni caso, hanno fatto sapere chei contenuti dell’emendamento non cambiano la sostanza della riforma: si tratta di mere limature di “drafting” sulla procedura da seguire per l’esercizio del potere di scioglimento delle Camere.


La maggioranza non sembra in questa fase evidenziare crepe sul cammino della riforma, che va di pari passo, com’è noto, con il ddl ordinario sull’autonomia differenziata attualmente all’esame della Camera per la seconda lettura dopo l’approvazione da parte del Senato. “Le opposizioni fanno il loro mestiere, fanno valanghe di emendamenti su tutto. Ci sta che la sinistra provi a bloccare qualsiasi riforma che porta avanti il governo. Noi andiamo dritti”, ha dichiarato il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini. E la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, ha rivendicato il fatto che “il Governo ha mantenuto la parola data agli italiani. Approveremo la riforma in Parlamento per recuperare il ritardo degli ultimi 40 anni”, ha aggiunto. Il Pd, dal canto suo, ha convocato un’assemblea straordinaria dei suoi senatori con la segretaria del partito, Elly Schlein, annunciando una manifestazione il 2 giugno a Roma “per la Costituzione e per l’Europa federale” e rilanciando l’allarme sui contenuti della riforma: “La democrazia – ha detto la leader democratica – non si risolve nell’acclamazione di un capo ogni 5 anni. Dietro quel ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io’”.

Premierato, la riforma in aula al Senato. Il Pd in piazza il 2 giugno

Premierato, la riforma in aula al Senato. Il Pd in piazza il 2 giugnoRoma, 8 mag. (askanews) – Il premierato in marcia. L’aula del Senato ha avviato come previsto l’esame del disegno di legge costituzionale che istituisce il cosiddetto premierato. La maggioranza aveva respinto già ieri critiche e appelli delle opposizioni che avevano chiesto di diluire maggiormente l’iter del provvedimento di iniziativa governativa, che modifica gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione, introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio con l’obiettivo programmatico di rafforzare la stabilità del Governo e abolire il potere di nomina dei senatori a vita da parte del presidente della Repubblica. E oggi il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è tornato a rivendicare con i cronisti a palazzo Madama la correttezza del percorso scelto dalla maggioranza: sui tempi dei lavori parlamentari non c’è “nessuna accelerazione immotivata” e “nessun ritardo strumentale”, ha affermato.


Respinta in mattinata la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalle opposizioni con 104 voti contrari, 54 a favore e due astenuti, la discussione generale sul ddl che reca la firma della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati è ripresa nel primo pomeriggio: gli iscritti a parlare sono poco meno di 80, con una larghissima prevalenza dei senatori di minoranza; hanno a disposizione 10 minuti a testa per un totale di tredici ore di dibattito. Da segnalare, fra gli iscritti a parlare, la senatrice a vita Liliana Segre. La seduta di oggi si concluderà alle 20, la discussione generale riprenderà quindi, in base alle decisioni assunte dalla conferenza dei capigruppo, nella seduta di martedì prossimo, 14 maggio. Scadeva in mattinata anche il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl premierato. Ne sono stati presentati circa tremila: circa 1.300 del Pd, oltre 1.400 di AVS, 183 del Movimento 5 stelle, 12 di Italia viva e una trentina da Azione. Non ci sono proposte di maggioranza ma una depositata dal Governo. Si tratta di una modifica dell’articolo 4 del ddl, che in pratica riscrive il testo approvato durante l’esame in commissione. Dal Governo, in ogni caso, hanno fatto sapere che i contenuti dell’emendamento non cambiano la sostanza della riforma: si tratta di mere limature di “drafting” sulla procedura da seguire per l’esercizio del potere di scioglimento delle Camere.


La maggioranza non sembra in questa fase evidenziare crepe sul cammino della riforma, che va di pari passo, com’è noto, con il ddl ordinario sull’autonomia differenziata attualmente all’esame della Camera per la seconda lettura dopo l’approvazione da parte del Senato. “Le opposizioni fanno il loro mestiere, fanno valanghe di emendamenti su tutto. Ci sta che la sinistra provi a bloccare qualsiasi riforma che porta avanti il governo. Noi andiamo dritti”, ha dichiarato il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini. E la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, ha rivendicato il fatto che “il Governo ha mantenuto la parola data agli italiani. Approveremo la riforma in Parlamento per recuperare il ritardo degli ultimi 40 anni”, ha aggiunto. Il Pd, dal canto suo, ha convocato un’assemblea straordinaria dei suoi senatori con la segretaria del partito, Elly Schlein, annunciando una manifestazione il 2 giugno a Roma “per la Costituzione e per l’Europa federale” e rilanciando l’allarme sui contenuti della riforma: “La democrazia – ha detto la leader democratica – non si risolve nell’acclamazione di un capo ogni 5 anni. Dietro quel ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io’”.

La Camera proroga al 2024 le missioni internazionali. M5s-Avs-Pd: governo riferisca sui missili a Kiev

La Camera proroga al 2024 le missioni internazionali. M5s-Avs-Pd: governo riferisca sui missili a KievRoma, 8 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che autorizza, per il 2024, la prosecuzione delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione. Su richiesta di Avs, Pd e M5s si sono svolte votazioni per parti separate sulle singole ‘schede’ che hanno consentito ai gruppi di opposizione di distinguersi e votare in ordine sparso su alcune missioni.


In particolare le opposizioni si sono espresse contro il rifinanziamento della missione di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica che è stato approvato con 164 sì, 98 no e un astenuto. Il Movimento 5 stelle ha chiesto invece la votazione separata del rifinanziamento della missione EUMAM Ucraina prorogata con 215 sì, 43 no e un astenuto Il totale complessivo delle spese per le missioni nel 2024 è pertanto di 1.825.440.680 euro. M5s, Pd e Avs, inoltre, hanno chiesto in aula alla Camera che il governo riferisca sull’invio di missili a lunga gittata in Ucraina. “Vi sembra normale che il popolo italiano debba venire a conoscenza del fatto che questo governo sta mandando missili a lunga gittata in Ucraina non dal ministro della Difesa italiano ma dal ministro della Difesa britannico? È normale una cosa del genere? Questo governo deve venire su questo immadiatamente a riferire perché ha mentito al Parlamento”, ha detto il presidente dei deputati pentastellati Francesco Silvestri intervenendo in Assemblea. “E’ indegno che permanga questo segreto che sa tutta Europa. Non veniteci più a dire che è un segreto strategico, ci dovete spiegare perché apprendiamo le cose dagli altri governi”. Alla richiesta di Silvestri si sono associati Nicola Fratoianni (Avs) e Stefano Graziano (Pd).


“Il governo venga a fare una informativa in Aula, è legittimo. Il punto di fondo è che noi stiamo andando verso una direzione completamente diversa per i teatri di guerra intorno all’Italia e alla luce di quello che accade è giusto che si faccia una discussione completa. Spero accada presto, è utile una riflessione approfondita sulla posizione italiana sul piano europeo e internazionale”, ha detto Graziano.

Premierato, Schlein: democrazia non è acclamare un capo ogni 5 anni

Premierato, Schlein: democrazia non è acclamare un capo ogni 5 anniRoma, 8 mag. (askanews) – Il disegno di legge costituzionale, di iniziativa governativa, per l’elezione diretta del presidente del Consiglio, approdato oggi all’esame dell’aula del Senato, “scardina l’equilibrio fra i poteri previsto dalla Costituzione a garanzia dei cittadini”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, all’assemblea straordinaria del gruppo parlamentare dem al Senato.


Si tratta, ha sottolineato, di “una riforma che indebolisce il Parlamento; oggi è il Parlamento che decide della vita di un Governo, domani è il capo del Governo che decide le sorti del Parlamento”. Per Schlein “la democrazia non si risolve nell’acclamazione di un capo ogni 5 anni. Dietro quel ‘decidete voi’ c’è un colossale ‘decido io’. I pesi e contrappesi della nostra Costituzione la destra li ha sempre definiti lacci e lacciuoli”.

Caso Toti, Piana: non prevedo elezioni anticipate. Oggi si riunisce la giunta regionale della Liguria

Caso Toti, Piana: non prevedo elezioni anticipate. Oggi si riunisce la giunta regionale della LiguriaRoma, 8 mag. (askanews) – “Non so quali possano essere li aspetti politici perchè ci sono i partiti che si devono esprimere, ma dal punto di vista della maggioranza in consiglio abbiamo già sentito quasi tutti i capigruppo e i consiglieri e non c’è il sentore che si vada a elezioni anticipate”, lo ha detto, in un’intervista alla Stampa, Alessandro Piana, vice presidente della Regione Liguria ed esponente della Lega, ora alla guida della giunta dopo l’arresto del governatore Giovanni Toti.


Insomma, “show must go on”: “Abbiamo già calendarizzato la prossima giunta, siamo avanti su molti di quelli che sono gli impegni e se devo fare un bilancio di quella che sinora è stata l’amministrazione Toti per quanto riguarda investimenti, infrastrutture e progetti portati avanti credo che nessuno possa metterla in discussione e nessuno lo farà fino a che non verrà chiarita questa vicenda, mi auguro il prima possibile”, osserva Piana. In un’altra intervista al Corriere della Sera Piana conferma “la stima e l’appoggio a Toti, sono certo che abbia agito nell’esclusivo interesse della Regione”. Intanto, la giunta regionale della Liguria si riunirà oggi pomeriggio per fare il punto della situazione dopo l’arresto del governatore Giovanni Toti con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolti anche il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e numerosi imprenditori, tra cui l’ex presidente del Genoa e del Livorno Aldo Spinelli.


Nel pomeriggio è in programma anche una riunione della maggioranza di centrodestra in Regione Liguria. Ieri il parlamentare e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Matteo Rosso non aveva escluso la possibilità di elezioni anticipate, per poi correggere il tiro confermando con un comunicato ufficiale la fiducia al presidente Toti, che ha trascorsa la prima notte agli arresti domiciliari nella propria casa di Ameglia, in provincia della Spezia.

Missioni, ok Camera a proroga 2024. Da M5s-Avs no a Ucraina

Missioni, ok Camera a proroga 2024. Da M5s-Avs no a UcrainaRoma, 8 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che autorizza, per il 2024, la prosecuzione delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione. Su richiesta di Avs, Pd e M5s si sono svolte votazioni per parti separate sulle singole ‘schede’ che hanno consentito ai gruppi di opposizione di distinguersi e votare in ordine sparso su alcune missioni.


In particolare le opposizioni si sono espresse contro il rifinanziamento della missione di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica che è stato approvato con 164 sì, 98 no e un astenuto. Il Movimento 5 stelle ha chiesto invece la votazione separata del rifinanziamento della missione EUMAM Ucraina prorogata con 215 sì, 43 no e un astenuto Il totale complessivo delle spese per le missioni nel 2024 è pertanto di 1.825.440.680 euro.

Salvini: per Toti dimettersi sarebbe una resa

Salvini: per Toti dimettersi sarebbe una resaRho, 8 mag. (askanews) – Per il presidente della Regione Liguria (attualmente sospeso dall’incarico), Giovanni Toti “dimettersi sarebbe una resa perché domani qualunque inchiesta, qualunque avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco”. Lo ha detto il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, a Rho (Milano) per le fiere Traspotec e Nme. “Non sono in condizione di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore”, ha aggiunto.


“In Italia e in tutti i Paesi civili qualcuno è colpevole se condannato in tre gradi di giudizio”, ha aggiunto Salvini parlando dell’indagine genovese che ha coinvolto Toti. “Non basta una inchiesta, lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocità la possibilità di farlo”, ha chiosato il ministro.

Mattarella all’Onu: no all’invasione a Rafah, ora finanziare l’Unrwa

Mattarella all’Onu: no all’invasione a Rafah, ora finanziare l’UnrwaNew York, 7 mag. (askanews) – In questo momento “l’imperativo morale è fornire assistenza per lenire le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza”. Sergio Mattarella, nel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, sposa l’appello del segretario generale Guterres contro l’invasione di terra a Rafah e sottolinea l’importanza di finanziare l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) che svolge una “essenziale funzione”. Una novità confermata dalla dichiarazione del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che accompagna Mattarella nella visita all’Onu: “Ho detto ieri, in presenza del presidente Mattarella, al segretario generale dell’Onu che, sentiti il ministro Tajani e la presidente Meloni, ho deciso di riaprire la linea dei finanziamenti a Unwra ma su progetti specifici”.


Nel suo primo intervento all’assemblea generale dell’Onu, preceduto da un colloquio con il segretario generale Antonio Guterres ieri, il capo dello Stato ha affrontato tutti i temi caldi di questa fase, dalle numerose tensioni internazionali, Ucraina, Medioriente, Africa, Mar Rosso, soffermandosi poi sul ruolo delle Nazioni Unite per ribadire il pieno sostegno dell’Italia al multilateralismo e alla riforma del Consiglio di sicurezza che potrebbe arrivare ad una svolta nel Summit per il futuro che si terrà a settembre. Mattarella ha voluto anche testimoniare il suo sostegno a Guterres e alla sua azione di riforma del sistema. Il discorso, lungo e articolato, si è aperto con il riferimento alla Costituzione italiana che condivide gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite: “L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera”, ha ricordato Mattarella riferendosi alla scelta di adesione di ormai 70 anni fa e ribadendo per oggi “la determinazione dell’Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile, in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti”.


Una scelta che parte dalla condanna per l’aggressione russa all’Ucraina, un atto che “contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”. Per Mattarella infatti la Russia è responsabile di aver riportato la guerra in Europa. L’Italia continua a sostenere l’Ucraina dall’invasione russa e invoca una “pace giusta”, ossia “non qualsiasi soluzione o, tantomeno, una soluzione che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito. Creando un precedente di grande pericolo per tutti”. Quindi il capo dello Stato ha sviluppato la sua analisi sulla crisi in Medioriente sottolineando l’aspetto della crisi umanitaria pur ribadendo la condanna dell’attacco sferrato da Hamas. “Va evitato un ulteriore aggravamento della situazione – ha avvertito Mattarella -. Mi unisco all’appello del Segretario Generale Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticita’ delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”, ha ribadito aggiungendo che “il conflitto più aspro e duro non può consentire di violare le norme del Diritto umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, a tutela delle popolazioni civili”.


Il presidente della Repubblica ha poi posto l’accento sulle altre situazioni di crisi nella regione: Siria e Yemen: “Garantire la libertà e la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è parte degli elementi caratterizzanti le ragioni della convivenza internazionale. La militarizzazione di ambiti come il mare, le regioni dell’Artico e dell’Antartico, lo spazio, va combattuta fermamente – ha ammonito: sono domini che riguardano l’intera umanità”. La preoccupazione di Mattarella è quindi rivolta alle “sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari” ma il patto per il controllo degli arsenali nucleari “è un patrimonio comune a tutti gli Stati, violarlo, anche con semplici minacce, significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l’uso delle armi nucleari”. Di qui l’esigenza di riaffermare il ruolo e l’efficacia delle Nazioni unite, unico luogo in cui si possono trovare forme di collaborazione, anche grazie ad una riforma del Consiglio che dia il giusto peso ai paesi emergenti finora ingiustamente sottovalutati. “Le istituzioni dell’Onu sono state modellate sui rapporti usciti dalla Seconda Guerra mondiale, sulla guerra – ha ricordato il capo dello Stato -. E’ tempo di plasmarle sulla pace, tenendo conto delle positive iniziative di cooperazione continentale cresciute in questi decenni, come l’Unione Africana e l’Unione Europea e di quelle in itinere in altre regioni del mondo”.


In conclusione del suo discorso alle Nazioni Unite Sergio Mattarella ha citato le parole di uno storico segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan: “Oggi ‘più che mai nella storia umana, condividiamo un destino comune. Possiamo dominarlo solo affrontandolo insieme. E questo è il motivo per cui abbiamo le Nazioni Unite’”. Parole che per il presidente della Repubblica sono ancora “di grande saggezza, e dopo due decenni, ci appaiono ancora più cruciali e ci debbono esortare verso un impegno proficuo per consolidare questa Organizzazione, e le sue regole, in grado di promuoverle e renderle effettive”.

Toti, il vice presidente della Liguria: ritorno al voto? Le leggi prevedono la reggenza

Toti, il vice presidente della Liguria: ritorno al voto? Le leggi prevedono la reggenzaMilano, 7 mag. (askanews) – “Non mi sento di condannare le parole della minoranza” che chiede il ritorno al voto in Liguria, “ma ci andrei cauto sul fatto che si debba andare al voto, quando ci sono delle leggi che prevedono la reggenza”. Lo ha dichiarato Alessandro Piana, presidente facente funzione della Regione Liguria dopo che Giovanni Toti è stato posto agli arresti domiciliari, intervenuto oggi a Radio Giornale Radio.


L’inchiesta “è stato un fulmine a ciel sereno, non me lo aspettavo minimamente. Esprimo massima fiducia nell’operato del presidente Toti e piena solidarietà alla persona”, ha aggiunto l’esponente leghista, che ha poi assicurato di essere “completamente estraneo” ai fatti contestatigli in alcune vecchie inchieste: “Mai ricevuto un avviso di garanzia, non sono nemmeno indagato, eppure mi sono ritrovato in una ordinanza. Ho già chiarito la mia posizione alla magistratura, mi auguro che venga fatta luce, perché è un fatto che mi ha fatto girare i coglioni e non poco. Mi auguro che certi giornali la smettano di scrivere minchiate”.