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Europee, Calenda capolista Azione in tutta Italia: “va sfidata Meloni”

Europee, Calenda capolista Azione in tutta Italia: “va sfidata Meloni”Roma, 28 apr. (askanews) – “Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle europee. Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della Presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di “una piccola Italia in una piccola Europa” di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco. Dopo aver consultato il direttivo del partito, io ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l’obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l’8 e il 9 giugno”. Lo annuncia il segretario di Azione Carlo Calenda.

Salvini va avanti nonostante i malumori leghisti: martedì presenta il suo libro a Roma con Vannacci

Salvini va avanti nonostante i malumori leghisti: martedì presenta il suo libro a Roma con VannacciRoma, 28 apr. (askanews) – Nonostante le critiche di molti e autorevoli esponenti leghisti, il leader Matteo Salvini, va avanti a sostenere a viso aperto la candidatura del generale Roberto Vannacci alle Europee tra le fila della Lega, sebbene da indipendente, precisa l’interessato. E martedì a Roma alla presentazione del libro, questa volta di Salvini, saranno insieme a sottolineare, oltre l’assonanza dei titoli delle reciproche opere, la linea intrapresa.


La Lega infatti fa sapere che il libro di Matteo Salvini “Controvento – l’Italia che non si arrende” (Piemme) è gia andato in seconda ristampa alla luce del numero di prenotazioni delle librerie e su Amazon e il 30 aprile, martedì, sarà presentato a Roma, in occasione dell’esordio ufficiale sugli scaffali, con il leader della Lega e Roberto Vannacci alle ore 15 al Tempio di Adriano. Nel frattempo il generale ha alzato il muro di gomma sulle parole di molti esponenti autorevoli della Lega, come quelle del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – “Vannacci non è un leghista e non condivido le sue idee” – sulla stessa lunghezza d’onda di Centinaio, Fedriga e altri colleghi di partito che negheranno il voto al generale. “Sono diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Io ho un’idea di tradizione, di patria, di cultura e di sovranità molto simile a quella della Lega e che porterò avanti in maniera indipendente”, ha detto Vannacci ad Affaritaliani.it. Ma quelle critiche l’hanno infastidita? “Assolutamente no. Sono discussioni interne che non mi riguardano. Il problema verrà risolto dal voto dei cittadini, se mi voteranno sarò eletto altrimenti farò altro. Ringrazio ancora il ministro Salvini per l’opportunità offertami di candidarmi, e sono convinto che insieme porteremo avanti dure battaglie per cambiare veramente questa Europa e per fare in modo che l’Italia sia più influente, più determinante, più prestigiosa e più ascoltata nell’ambito dell’Unione Europea”.

Meloni si candida: “io sono Giorgia”, anche sulla scheda

Meloni si candida: “io sono Giorgia”, anche sulla schedaPescara, 28 apr. (askanews) – L’annuncio arriva al minuto 65 di un discorso che complessivamente ne dura 73. E’ l’ufficializzazione di una notizia che già non era più un segreto per nessuno. Nessuna suspence, dunque, ma lo sfondo del mare di Pescara – che fa pendant con il tailleur azzurro scelto per l’occasione – contribuisce all’effetto scenico. Giorgia Meloni chiude la tre giorni della conferenza programmatica del partito e dice alla platea di militanti e dirigenti esattamente quello che volevano sentirsi dire. Ovvero che giocherà la partita delle elezioni Europee in prima persona, candidandosi come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Lo faccio, spiega, “perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e del lavoro che stiamo facendo in Europa”.


Il colpo di scena, semmai, sta nella decisione di chiedere agli elettori di indicare la preferenza nei suoi confronti solo con il nome. E’ un’opzione che la legge prevede, purché dichiarata nella scheda. “Io – dice – sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo” e “allora, se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente Giorgia” perché “sarò sempre solo una persona alla quale dare del tu. Senza formalismi, senza distanze”. L’impegno è quello di fare campagna elettorale senza sottrarre “un solo minuto all’attività del governo”. Sarà il mood delle prossime settimane, come a dire che la migliore propaganda che si può fare per queste elezioni è mostrare la dedizione al governo del Paese. Anche per questo non è prevista una sua mobilitazione piazza per piazza ed è anzi probabile che l’unico evento al quale parteciperà sarà la chiusura che si terrà verosimilmente a Roma. C’è anche da fare i conti con il problema con gli otoliti che anche nella giornata di oggi, come ha detto lei stessa dal palco, le hanno provocato delle vertigini. Tanto da aver preferito ripartire subito per Roma senza fermarsi al pranzo già organizzato dal partito in un ristorante sulla spiaggia. “Siccome per fortuna non sono la segretaria del Pd, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito farà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale”, dice la premier. Di certo, potrà contare sul contributo della sorella Arianna che sta già organizzando una serie di tappe in giro per l’Italia.


La presidente del Consiglio sa che raramente un governo in carica da quasi due anni è arrivato in buone condizioni di consenso al giudizio delle Europee: una fotografia che, causa sistema proporzionale su tutto il territorio nazionale, non può essere contraffatta. Candidarsi, dunque, significa andare all’incasso di un sostegno che i sondaggi accreditano come molto vicino al 26% delle Politiche. Non a caso la soglia psicologica a cui ha dichiarato di ambire. Il vero obiettivo, in realtà, è più ambizioso, anche se nessuno lo ammette pubblicamente: sfiorare il 30%. Il sogno: battere il record di oltre 2 milioni e 700 mila voti che Silvio Berlusconi prese alle Europee del 2009.


Un ragionamento simile a quello della premier, con le dovute proporzioni, lo ha fatto anche Antonio Tajani decidendo di candidarsi. Il segretario di Forza Italia un anno fa ha raccolto un partito destinato a scomparire dopo la morte del fondatore e ora ambisce al 10%. L’opposto, invece di quello che è stato costretto a fare Matteo Salvini, lontanissimo dalle percentuali di cinque anni fa. Non a caso unico dei tre leader a non candidarsi e peraltro anche unico non presente in carne e ossa alla convention dei meloniani. “Era l’unica domenica che avevo per stare con i miei figli” dice in videocollegamento con Pescara. “Ci ha preferito il ponte”, ironizza Meloni. Poi, per provare a placare voci di frizioni, da entrambi gli staff si fa sapere che i due si sono sentiti “per fare il punto” e “ironizzare su certe ricostruzioni polemiche”. Perché la parola d’ordine è ripetere che la coalizione è compatta e che non ci sarà nessuna conseguenza dalle Europee sullo stato di salute del governo. Ma la competizione è già aperta, tanto che c’è il rischio che salti il comizio comune per il candidato alla Regione Piemonte proprio per la difficoltà di conciliare una elezione amministrativa, in cui si sta tutti insieme, con una europea in cui si va ognuno per sé. E poi ci sarà da fare i conti con la composizione degli equilibri post voto a Bruxelles, dove i tre partiti appartengono a tre famiglie diverse. “Vogliamo fare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022, mandando finalmente la sinistra all’opposizione anche in Europa”, dice. Ma sa bene che importare il famoso “modello italiano” sarà “impresa difficile”.

La Russa: Vannacci fortunato a non avere figlio disabile. Il generale si corregge ma rilancia: vedremo i voti

La Russa: Vannacci fortunato a non avere figlio disabile. Il generale si corregge ma rilancia: vedremo i votiRoma, 28 apr. (askanews) – “Buon per lui” che Vannacci “non ha un bambino portatore di handicap altrimenti capirebbe di aver detto una sciocchezza”, lo ha affermato il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervistato da Bianca Berlinguer alla Conferenza Programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara. “Non condivido le sue dichiarazioni, ma su questo e criminalizzarlo c’è una differenza. Come fa un militare a contestare i proprio ministro della Difesa? Non appartiene alla logica militare”. Intanto Vannacci se sui disabili (prova a) corregere il tiro, dall’altro liquida i malumori leghisti per la sua candidatura alle Europee, rimandando all’esito della conta dei voti. “Non ho mai affermato che bambini e ragazzi disabili dovrebbero stare in classi separate dagli altri. Ho detto che devono stare insieme con gli altri bambini e ragazzi ma che servirebbero impegni peculiari e anche strutture adeguate e dedicate per momenti di attenzione particolare rivolta alla loro disabilità. Esattamente quello che molti genitori con bambini disabili vorrebbero fare ma purtroppo queste strutture sono pochissime e le liste d’attesa sono lunghissime”. Lo afferma ad Affaritaliani.it il generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle europee.


“Basta rileggere le mie dichiarazioni – aggiunge – per rendersi conto di quanto io abbia voluto esprimere, anche citando la necessità che degli specialisti si occupino specificatamente delle disabilità. Purtroppo c’è il malcostume, da parte di una certa stampa, di fare titoli altisonanti che esulano dalle parole espresse nell’intervista con lo scopo preciso di demonizzare l’interlocutore e di snaturarne i pensieri espressi”. Quanto alle parole di molti esponenti della Lega, primo fra tutti – ma non solo – il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha affermato ‘Vannacci non è un leghista e non condivido le sue idee’, così come hanno fatto Centinaio, Fedriga e altri leghisti, il generale risponde: “Sono diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Io ho un’idea di tradizione, di patria, di cultura e di sovranità molto simile a quella della Lega e che porterò avanti in maniera indipendente”.


Ma quelle critiche l’hanno infastidita? “Assolutamente no. Sono discussioni interne che non mi riguardano. Il problema verrà risolto dal voto dei cittadini, se mi voteranno sarò eletto altrimenti farò altro. Ringrazio ancora il ministro Salvini per l’opportunità offertami di candidarmi, e sono convinto che insieme porteremo avanti dure battaglie per cambiare veramente questa Europa e per fare in modo che l’Italia sia più influente, più determinante, più prestigiosa e più ascoltata nell’ambito dell’Unione Europea”.

Europee, Meloni: guiderò le liste Fdi in tutta Italia. Manderemo la sinistra all’opposizione anche a Bruxelles

Europee, Meloni: guiderò le liste Fdi in tutta Italia. Manderemo la sinistra all’opposizione anche a Bruxelles

Pescara, 28 apr. (askanews) – “Siamo di fronte a un bivio”, “ho sempre fatto la mia parte e la farò anche questa volta”, “ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni….se sopravvivo”. Lo ha detto Giorgia Meloni, alla Conferenza programmatica di Fdi, annunciando la candidatura alle elezioni Europee. “Non toglierò un solo minuto al’attività di governo per fare campagna elettorale: il mio compito è risolvere i problemi della nazione e questo intendo farlo anche in campagna elettorale”, ha detto Giorgia Meloni, dopo aver annunciato la candidatura alle europee. “Siccome – ha ironizzato – non sono la segretaria del Pd confido che il partito farà del suo meglio per darmi una mano”.

L’obiettivo è chiaro: “Vogliamo fare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022, mandando finalmente la sinistra all’opposizione anche in Europa. E’ una impresa difficile ma possibile, dobbiamo tentare. Sarebbe una rivoluzione. Vogliamo portare il modello italiano”.

Meloni: al governo perché ce lo siamo guadagnati, e stiamo insieme per scelta. Poi scherza su Salvini che non c’è

Meloni: al governo perché ce lo siamo guadagnati, e stiamo insieme per scelta. Poi scherza su Salvini che non c’èPescara, 28 apr. (askanews) – “Grazie a tutti i leader di centrodestra di essere qui, grazie ad Antonio e grazie a Matteo, anche se ci ha preferito il ponte… Scherzo ovviamente, so quanto è importante trovare tempo e dedicarsi alla famiglia”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni aprendo il suo intervento alla kermesse di Fdi a Pescara, scherzando sulla non presenza fisica del leader della Lega Matteo Salvini che ha fatto un videocollegamento passeggiando insieme alla figlia.


Siamo “una coalizione che sta insieme non per interesse ma per scelta e si vede dai risultati che stiamo portando a casa”, ha detto Giorgia Meloni. Noi siamo qui “perché ce lo siamo guadagnati, nessuno ci ha telefonato per chiedere di formare un governo”, ma “quello che ci siamo guadagnati non è un dato acquisito per sempre, dobbiamo continuare a conquistarlo”, ha sottolineato Meloni nel suo intervento di chiusura della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara. Il voto alle Europee del 2019 che ci portò sopra la soglia di sbarramento, “fu uno spartiacque per il nostro movimento, sapevamo che da quel momento potevamo essere determinanti”, “ci avevamo messo sei anni ad arrivare al 6%, ci abbiamo messo un anno mezzo ad arrivare al risultato che ci ha portato al governo dell’Italia”, ha aggiunto.

La Russa: Scurati fa soldi con Mussolini. L’avrei mandato in onda senza dargli una lira

La Russa: Scurati fa soldi con Mussolini. L’avrei mandato in onda senza dargli una liraRoma, 28 apr. (askanews) – Scurati “già fa un sacco di soldi parlando di Mussolini, non lo voglio aiutare ancora. Mi aspetto una trilogia su Stalin”. Lo afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervistato da Bianca Berlinguer alla Conferenza Programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara.


Il presidente del Senato è anche tornato espressamente sul caso della mancata messa in onda sulla Rai del monologo per il 25 aprile dello scrittore. Il monologo di Scurati “l’avrei mandato in onda ma non gli avrei dato una lira per dare un’opinione. L’avrei mandato in onda ma con un sottotitolo: per questo minuto e mezzo prende 1800 euro, sta parlando a fattura”. “E’ retribuito chi svolge il lavoro, non chi dà un’opinione. Vogliono avere l’aura dell’opinionista disinteressato poi se non hanno 1.800 euro non parlano”, ha aggiunto.

A Pescara il G-day per Meloni candidata, Salvini solo in video

A Pescara il G-day per Meloni candidata, Salvini solo in videoPescara, 27 apr. (askanews) – C’è una versione ufficiale che parla di decisione nota da tempo, di motivi strettamente personali, di impegni familiari inderogabili. E poi c’è quella ufficiosa, che racconta di un Matteo Salvini che ha scelto di sottrarsi a un duplice imbarazzo. Domani, dopo mesi di suspence vera o presunta, Giorgia Meloni annuncerà la sua candidatura alle elezioni Europee come capolista di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni. L’occasione scelta è la conferenza programmatica del partito che si sta svolgendo a Pescara e che segna di fatto l’inizio della campagna elettorale per un appuntamento che i meloniani considerano più che fondamentale, dirimente.


Tutto è stato studiato da tempo, nei minimi particolari, a cominciare dall’effetto scenico del mare che farà da sfondo all’annuncio. E il coronamento doveva essere l’immagine di compattezza e unità della coalizione rappresentata dalla presenza in platea, nient’affatto scontata per il tipo di appuntamento, degli alleati di governo. Alla fine però Matteo Salvini non ci sarà e si limiterà a un videocollegamento. A differenza di Antonio Tajani. Fonti dell’organizzazione di Fratelli d’Italia – che coincidono sostanzialmente con quelle della Lega – fanno sapere che la decisione del segretario era nota da tempo: a riprova si fa notare che nessuno aveva mai esplicitamente detto che sarebbe stato fisicamente a Pescara. E, tuttavia, è anche vero il contrario. Ovvero che nessuno aveva mai accennato all’ipotesi che la presenza sarebbe stata virtuale, cosa alquanto curiosa di fronte a una determinazione assunta sin dall’inizio.


In effetti – rivelano fonti bene informate – la scelta di optare per un collegamento video sarebbe stata presa nella serata di ieri sera e non è escluso che di mezzo ci sia stata anche una telefonata tra Meloni e Salvini. Il leader del Carroccio – è la lettura che vien data – avrebbe preferito evitare di ritrovarsi nella fotografia di famiglia come unico leader della coalizione ad aver scelto di non mettersi in gioco nella sfida, che per lui rischia di essere impietosa, delle preferenze. E questo, mentre sia la premier che il segretario di Forza Italia hanno invece scelto di fare da traino ai risultati dei propri partiti. A rendere ancora più opportuna la decisione, viene inoltre spiegato, le tensioni sul caso Vannacci sia interne alla Lega che con il ministro Crosetto. Insomma, la necessità di evitare che la sua presenza a Pescara si trasformasse mediaticamente in un assedio sulla candidatura del generale. Domani dunque la scena sarà tutta per la presidente del Consiglio per quello che sarà uno dei pochissimi comizi che si concederà in questa campagna elettorale. E’ probabile, anzi, che Meloni oltre alla apertura di domani parteciperà solo all’evento di chiusura che con ogni probabilità si terrà a Roma. Per il resto, la partita si giocherà soprattutto con interventi sui social o interviste televisive. Difficile, sebbene non ancora escluso definitivamente, che partecipi all’evento organizzato da Vox a Madrid a metà maggio. L’idea del partito è quella di impegnare i ministri, pur non candidati, per replicare sul territorio eventi simili ai panel tematici organizzati a Pescara per raccontare quello che il governo sta facendo. Perché è un po questa, viene spiegato, la cifra del discorso che farà domani Giorgia Meloni e che impronterà tutta la comunicazione delle prossime settimane: ricordare il modo in cui in due anni a palazzo Chigi sono state “ribaltate le previsioni dei profeti di sventura” che pronosticavano spread alle stelle e un fallimento sul Pnrr, fare un elenco dei risultati raggiunti a Bruxelles, in pratica insistere sul modello italiano da portare in Ue. “Stiamo lavorando per gli italiani, dateci la forza di continuare a farlo”, il concetto dello slogan.

Autonomia, Calderoli: altro passo in avanti, ringrazio tutti

Autonomia, Calderoli: altro passo in avanti, ringrazio tuttiRoma, 27 apr. (askanews) – “Con il voto di oggi per il mandato ai relatori di riferire in Aula, i lavori in commissione sull’autonomia si sono ufficialmente conclusi. Ringrazio sentitamente il presidente Pagano, tutti i funzionari della I commissione e tutto il personale alla Camera, operativi anche il sabato pomeriggio per i lavori sulla riforma. Un ringraziamento particolare anche ai tre relatori Alberto Stefani, Alessandro Urzì, Paolo Emilio Russo e a tutti i deputati di maggioranza per l’impegno profuso. Quello di oggi è un altro passo avanti e il 29, come stabilito dal calendario e come ci eravamo impegnati a fare, alle ore 10 inizierà la discussione generale”. Lo dichiara il Ministro leghista per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli

Fdi, interrogazione Bonelli su Frattasi-Pontecorvo: “svolta autoritaria”

Fdi, interrogazione Bonelli su Frattasi-Pontecorvo: “svolta autoritaria”Roma, 27 apr. (askanews) -“Quello che è accaduto a Pescara dove i due manager di Stato, Bruno Frattasi e Stefano Pontecorvo, hanno indossato la maglietta elettorale di Fratelli d’Italia è la dimostrazione di come ormai Giorgia Meloni stia trasformando lo Stato in una succursale di Fratelli d’Italia: sono ormai due facce della stessa medaglia. Lunedí presenteró una mia interrogazione alla Presidente del Consiglio su questi episodi di Pescara”. Lo dichiara il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra.


“Questo – sottolinea Bonelli- è un problema serio dal punto di vista democratico che indica come l’occupazione da parte della Premier di pezzi dello Stato sia ormai capillare. L’abbiamo visto con Corsini alla festa di Atreju, lo vediamo con la censura realizzata dalla Rai per reprimere le voci di dissenso e l’abbiamo visto oggi a Pescara”. “Questa destra – conlcude- è pericolosa per la democrazia, perché non rispetta principi fondamentali della separazione dei ruoli dello Stato da quelli del partito che governa l’Italia. Questa è la conferma della svolta autoritaria nel nostro Paese”.