Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autonomia, Musumeci: non pregiudica unità, Sud smetta di piangere

Autonomia, Musumeci: non pregiudica unità, Sud smetta di piangereMilano, 20 giu. (askanews) – “Il Sud deve smettere di continuare a piangere”. Così stamani il ministro per la Protezione civile e ex presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, a Agorà Estate su Rai3, sul tema dell’autonomia differenziata. “Noi abbiamo bisogno di competere con il Nord, sapendo che i nostri obiettivi sono diversi da quelli delle regioni settentrionali. Ma per fare questo dobbiamo liberarci dalla teoria della questione meridionale. Il provvedimento adottato ieri mette le classi dirigenti, tanto al Nord quanto al Sud, di fronte alle proprie responsabilità. Io lo ho votato il provvedimento al Senato e non avrei mai votato un provvedimento che potesse pregiudicare l’unità d’Italia” ha aggiunto.

M5S:record povertà e aumento deprivazioni è totale fallimento Meloni

M5S:record povertà e aumento deprivazioni è totale fallimento MeloniRoma, 20 giu. (askanews) – “Il fallimento del Governo Meloni sul fronte del contrasto alla povertà è totale. Solo la presidente del Consiglio e la ministra Calderone, che ieri alla Camera ha risposto al nostro Question time benedicendo l’Assegno di inclusione, possono continuare a dire il contrario”. Lo afferma il Movimento Cinque Stelle, in un post pubblicato sul sito movimento5stelle.eu.


“Negli ultimi giorni, sull’esecutivo sono piombati prima il report del Ministero del Lavoro, che ha confermato come il Reddito di cittadinanza abbia permesso a quasi 2 milioni di persone di uscire dalla povertà e smentito le bufale di FdI, Lega e Forza Italia su ‘divanisti’ e ‘fannulloni’, e poi quello della Caritas. Leggendolo – affermano i Cinque Stelle- ‘Giorgia’ scoprirà non solo che nel 2023 in Italia è stato raggiunto il record storico di poveri assoluti – 5,7 milioni di persone – ma anche che è aumentata del 4,4% la quota di popolazione in grave deprivazione materiale e che il 58,5% delle famiglie assistite fa fatica ad acquistare i pannolini, sui quali il suo Governo ha aumentato l’Iva. Sempre per la Caritas, ripartire da zero cancellando tout court il Reddito è stato un errore. Insomma: avevamo ragione noi quando dicevamo che si stava andando nella direzione sbagliata. Questi sono i risultati”. “Ma non è finita qui – riprende -. Stamattina, infatti, il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps, Roberto Ghiselli, in un’audizione parlamentare ha confermato il taglio delle risorse per la lotta alla povertà operato dal Governo, stimando addirittura un -50% rispetto a quelle stanziate per il Reddito. In pratica, in un momento in cui aumentano gli indigenti, Meloni&Co. riducono i fondi per aiutarli. Una follia totale. Che questo sia un Governo che odia i poveri non lo scopriamo oggi. Anzi, proprio oggi ne abbiamo la conferma con lo sconvolgente emendamento alla legge sui senza fissa dimora presentato dal meloniano Mollicone, che vorrebbe addirittura militarizzare i centri per i poveri. Non sanno più cosa inventarsi per attaccare gli ultimi, gli emarginati”.


“Con il folle progetto dell’Autonomia differenziata le cose sono destinate a peggiorare. Per questo, il Movimento 5 Stelle raccoglierà le firme per un referendum abrogativo. Non passeranno!” conclude il post.

Caporalato, Schlein: Satnam Singh è stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità

Caporalato, Schlein: Satnam Singh è stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanitàRoma, 20 giu. (askanews) – “Satnam Singh è un nome che non deve essere dimenticato perché non ha avuto un incidente sul lavoro. E’ stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità di chi l’ha mollato davanti a casa con un braccio spezzato da un macchinario. Noi non lo possiamo accettare, parteciperemo alla manifestazione indetta per sabato”. Lo ha detto la segretaria dem Elly Schlein.


Dopo la morte del bracciante indiano Satnam Singh “serve una scossa civile di tutto il Paese. Tutte le istituzioni e la società insieme devono reagire”, ha sottolineato Schlein, parlando al Tg3. “Serve un presidio permanente per bonificare l’agropontino dal caporalato, dallo sfruttamento, dalle paghe da fame e dall’intrusione delle mafie e dalle connivenze politiche che a volte vediamo”, ha aggiunto la segretaria. Contro il caporalato serve uno scatto in avanti per la segretaria. “C’è una legge che è stata approvata ma bisogna attuarla fino in fondo, fare i controlli e mettere le risorse che servono per attuarla”, ha sottolineato.


E “No, purtroppo ancora non abbiamo avuto risposta” malgrado “ci siamo rivolti più volte alla premier Giorgia Meloni per lavorare insieme sulla priorità della sicurezza sul lavoro che vuol dire investire più risorse per avere più controlli, per assumere ispettori del lavoro”, ha detto, al Tg3, la segretaria dem Elly Schlien, commentando la morte del bracciante indiano Satnam Singh nell’agropontino e del ragazzo di 18 anni schiacciato da un macchinario agricolo, in provincia di Lodi.

Autonomia, il M5S lancia un appello a Mattarella: rinvii il ddl alle Camere, dissolve l’unità

Autonomia, il M5S lancia un appello a Mattarella: rinvii il ddl alle Camere, dissolve l’unitàRoma, 20 giu. (askanews) – Il Movimento 5 stelle lancia un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché rinvii in Parlamento il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata approvato in via definitiva mercoledì mattina dalla Camera dei deputati. “Illustre Presidente, la riforma che istituisce l’autonomia regionale differenziata, ormai conosciuta come ‘Spacca-Italia’, dissolve l’unità del Paese e manda in frantumi la solidarietà nazionale”, si legge nell’appello firmato dai due capigruppo stellati Francesco Silvestri (Camera) e Stefano Patuanelli (Senato).


“La riforma – affermano – è figlia di un esasperato regionalismo spinto al limite della secessione, quella dei ricchi, a danno dei cittadini che vivono nelle aree del Paese meno dotate di infrastrutture e servizi. I diritti della persona, quale il diritto alla salute, che l’art. 32 della Costituzione definisce ‘fondamentale’, non saranno più garantiti in condizioni di uguaglianza in qualsiasi parte del territorio nazionale, ma lo saranno in condizioni di variabilità e disuguaglianza, legati in pratica al certificato di residenza. Anche il diritto all’istruzione sarà coinvolto in pari sorte, perdendo lo Stato il potere esclusivo di dettare le regole generali della materia. La differenziazione dell’offerta formativa e l’eterogeneità dei programmi spezzeranno l’identità dei valori sulla quale si fonda l’unità nazionale, riducendosi la fondamentale norma dell’art. 5 della Costituzione, che garantisce l’unità e l’indivisibilità della Repubblica, al rango di una soltanto formale e patetica proclamazione”. “La riforma Spacca-Italia – osservano ancora i presidenti dei due gruppi parlamentari del M5S – ha preso corpo attraverso una legge ordinaria con la quale si pretende di scardinare l’assetto costituzionale facendo violenza alla gerarchia delle leggi com’è reso palese – tra gli altri – dal caso dei Lep, la cui definizione a norma dell’art. 117, 2° comma, lett. m) della Costituzione, deve avere luogo tramite legge del Parlamento che, invece, sarà chiamato ad esprimere un mero parere, vedendo snaturato il suo ruolo, immeschinito in quello di organo meramente consultivo”.


“Illustre Presidente, il rinvio presidenziale di cui all’articolo 74 della Costituzione – scrivono ancora Silvestri e Patuanelli – rappresenta una funzione di controllo preventivo, posta a garanzia della complessiva coerenza del sistema: coerenza del sistema costituzionale e democratico potenzialmente compromessa dal disegno di legge in questione. La preghiamo, pertanto, di voler valutare l’opportunità di esercitare la Sua prerogativa costituzionale, proprio per salvaguardare il complessivo assetto democratico, nell’ambito della coerenza e della conformità normativa del disegno di legge sull’Autonomia con i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale”, conclude l’appello del M5S.

Mattarella: tutela dei rifugiati è obbligo internazionale e dovere morale

Mattarella: tutela dei rifugiati è obbligo internazionale e dovere moraleRoma, 20 giu. (askanews) – “I tragici sviluppi dell’attualità internazionale, con il moltiplicarsi di guerre e di focolai di crisi, nonché le conseguenze dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi ripropongono quotidianamente il dramma dei rifugiati”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.


“La Repubblica Italiana garantisce la loro tutela con un approccio multilaterale ispirato ai principi della responsabilità degli Stati e del rispetto della dignità della persona – sottolinea -. Il nostro Paese resta impegnato nella promozione di strumenti innovativi, quali i corridoi umanitari e lavorativi. Si tratta di un obbligo internazionale e di un dovere morale di solidarietà coerente con i principi della Costituzione”. “In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato desidero sottolineare la necessità per la Comunità internazionale di affrontare le cause profonde delle migrazioni forzate, realizzando così le condizioni affinché nessun individuo sia costretto a fuggire dal proprio paese per salvaguardare la propria vita e i propri diritti fondamentali”, sottolinea Mattarella, aggiungendo: “Tale sfida globale richiede l’attivo coinvolgimento della società civile, oltre che delle Istituzioni e delle agenzie internazionali. Organizzazioni del terzo settore, enti religiosi, il settore privato e spesso anche singoli cittadini svolgono in favore dell’integrazione dei rifugiati un ruolo meritevole del più sincero apprezzamento” ha concluso.

Riforme, presidio Pd con Schlein a Roma contro aggressione a studenti

Riforme, presidio Pd con Schlein a Roma contro aggressione a studentiRoma, 20 giu. (askanews) – “Oggi a piazza Vittorio si terrà il presidio per protestare contro le aggressioni ai ragazzi che tornavano dalla manifestazione contro il premierato e l’autonomia: il Pd ci sarà”. Lo annuncia la segreteria del partito democratico, Elly Schlein. “Quanto tempo – afferma- ancora dobbiamo aspettare perché il ministro Piantedosi faccia il suo dovere e prenda provvedimenti per sciogliere i movimenti di matrice fascista? Le violenze sono ormai quotidiane, i campanelli di allarme stanno suonando forte, l’indifferenza è complice”.

Piano Mattei,Meloni:diverso per concretezza da ogni iniziativa passata

Piano Mattei,Meloni:diverso per concretezza da ogni iniziativa passataRoma, 20 giu. (askanews) – “Ciò che distingue il Piano Mattei da tutte le altre iniziative del passato è proprio la sua concretezza. Noi non abbiamo scritto un elenco di buone intenzioni, di dichiarazioni di principio. Abbiamo scritto un piano di obiettivi fattibili e realizzabili, accompagnato da un cronoprogramma ben delineato”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video messaggio in occasione di un’iniziativa di Confcommercio dedicata al contributo del settore privato italiano al Piano Mattei per l’Africa.


“Non avremmo potuto affrontare da soli questa sfida, chiaramente. Per questo, quando abbiamo costruito la governance del Piano, abbiamo deciso di coinvolgere nella Cabina di Regia una rappresentanza del Sistema Italia molto ampia e articolata – ha aggiunto Meloni ringraziando il presidente Carlo Sangalli -. Confcommercio è ovviamente una delle realtà alle quali abbiamo chiesto di darci una mano, e ringrazio ancora tutti voi per il contributo e le proposte che avete condiviso con noi – a partire dall’attenzione nei confronti della formazione professionale – e per ciò che continuerete a fare nei prossimi mesi”. (Segue)

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppe

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppeRoma, 19 giu. (askanews) – “Ma vedrai che Grillo si farà risentire magari fra un anno, dopo queste battute fatte in teatro su Conte…”: mai profezia fu meno azzeccata di questa. A pronunciarla un “grillino” di antica fede, intercettato ieri in piazza santi Apostoli a Roma (luogo storico per l’Ulivo di Romano Prodi) nella manifestazione che più di ogni altra ha simbolicamente suggellato il legame fra il Movimento 5 stelle e un centrosinistra che con il risultato delle europee è tornato, per la forza dei numeri, a guida Pd.


Invece Beppe Grillo, pur confinato da anni, peraltro per sua stessa volontà, nel ruolo poco più che cerimoniale di “garante” del M5S, mette i piedi nel piatto e fa sapere di avere tutta l’intenzione di svolgere un ruolo nella gestione della crisi apertasi dopo il deludente risultato delle elezioni europee: 9,99 per cento e meno di due milioni e mezzo di voti per una forza politica che era arrivata a sfiorare gli 11 milioni di consensi. Era il 2018, sembra un secolo fa. Il fondatore del Movimento sceglie l’antico sistema: un post sul suo blog, per dire la sua sulla discussione aperta dal presidente M5S Giuseppe Conte riunendo sia il Consiglio nazionale che (per due volte in tre giorni) l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. La forma scelta da Grillo è una surreale auto-intervista che da un lato supera la canzonatura personale di Conte, accusato qualche giorno fa di aver preso meno voti lui da vivo che Berlusconi da morto, dall’altro però avanza una brusca e radicale richiesta di correzione della linea politica e fa segnare un secco altolà alle ipotesi di cambiamenti delle regole interne sulle candidature. “Dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi”, è la scomunica che il fondatore del Movimento indirizza al “campo largo” perseguito, sia pure un po’ a singhiozzo negli ultimi mesi, da Conte e dalla leader del Pd Elly Schlein. L’affondo più pesante è quello a difesa della regola che impedisce a qualunque esponente dei 5 stelle di andare oltre i due mandati elettivi. La richiesta di modificarla è stata fra le proposte più gettonate nelle assemblee dei parlamentari stellati, ma Grillo la liquida in modo sprezzante: “L’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del Movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene”.


“Beppe ha ribadito il codice genetico del M5S. E il codice genetico non può mutare, perché morirebbe il ‘corpo politico’ che lo contiene”, è il commento molto positivo di Danilo Toninelli, ex ministro, oggi componente dei probiviri M5S, evidentemente convinto che la presenza di Grillo e il richiamo all’identità originaria possano aiutare l’organizzazione a ritrovare la bussola. Conte invece rimane silente, Campo Marzio non reagisce neppure con il classico “a quanto si apprende” e non enfatizza l’episodio. Resta quindi valida, per ora, la contro-battuta dell’ex premier che a Grillo aveva replicato in questi giorni ricordandogli le sue responsabilità per l’entusiastico endorsement a favore di Mario Draghi. Gli umori maggioritari nei gruppi parlamentari e negli esponenti più in vista del Movimento non sono entusiasti della sortita del comico genovese. Una presa di posizione che un parlamentare di lungo corso definisce “molto interventista, pare che voglia dire ‘questa è casa mia e qui comando io’, solo che non è più come una volta che bastava un post…”. E a Montecitorio c’è chi fa notare che Grillo fa sponda alla recente intervista al Corsera dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che non era stata molto ben accolta sui social dalla comunità stellata. Malumori vistosi, che del resto si registrano anche sui canali social di Grillo dopo la pubblicazione dell’auto-intervista. Anche scavando fra qualche sostenitore del Movimento della prima ora, in ogni caso, lo scetticismo la fa da padrone: “Beppe non potrà cambiare nulla, passata la buriana – prevede un ex fedelissimo – si andrà avanti senza scossoni, ormai il Movimento è in mano a gente che non sa nemmeno cos’è, per convenienza o per ignoranza resteranno incollati a Conte”. Lettura che fa eco, in qualche modo a quella di Luigi Di Maio, l’ex di maggior peso, tornato in tv a occuparsi di 5 stelle dopo un lungo silenzio: “Non credo allo storytelling che cambino le leadership. Quello è un partito a immagine e somiglianza del leader e Grillo ha tantissime ragioni per continuare a sostenerlo, le ragioni sono così tante che non riesco a elencarle”, commenta ospite di La7.


In chiaro, da leggere la dura la reazione di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, recente protagonista di uno dei rari successi elettorali a 5 stelle: “Il Movimento 5 stelle non è padronale”, avverte, ma “una comunità di persone, una classe dirigente che deciderà liberamente cosa fare del proprio futuro. Adesso qualcuno, in maniera estemporanea, propone ricette, ma sono gli stessi personaggi che non ho visto in campagna elettorale e forse non sono neanche andate a votare. Francamente per me il confronto politico è una cosa diversa”, ha aggiunto, con un riferimento che potrebbe valere non solo per grillo ma anche per l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, tornata anche lei a far sentire la sua voce critica. Più diplomatico ma altrettanto netto il presidente dei senatori del M5S, Stefano Patuanelli: “L’ancoraggio nel campo progressista – commenta al telefono – è nel nostro statuto, non è pensabile disarcionarlo da quello, altrimenti si cambiano lo statuto e la carta dei principi e dei valori che questo dicono. Punto. Quindi la discussione va fatta nei luoghi giusti, nel rispetto di Beppe, che non è certamente uno qualsiasi di noi, ma anche di tutta la comunità del Movimento 5 stelle”. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni”, avverte Grillo, che promette quindi di farsi sentire – e vedere – come ai vecchi tempi. Un tempo c’era chi si interrogava su quante divisioni avesse il Papa, oggi nel M5S ci si interroga su quante truppe possa schierare il fondatore in vista di quella assemblea costituente annunciata da Conte come percorso per uscire dalle secche della crisi di consensi. E c’è chi giura che sono poche, troppo poche per cambiare il corso degli eventi.

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governo

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governoRoma, 19 giu. (askanews) – Se la metafora della partita di poker è quanto mai azzeccata, si può ben dire che la trattativa per i futuri vertici delle istitituzioni europee non è ancora arrivata alla mano decisiva. Il tempo, però, è una variabile non secondaria: il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno è l’unica occasione per formalizzare un accordo sulla presidenza della Commissione prima dell’estate e, dunque, per scongiurare il rischio che tutto slitti a settembre. Ed è per questo che all’indomani della cena informale di lunedì scorso a Bruxelles che si è conclusa con un nulla di fatto, la trattativa è immediatamente ricominciata. I nomi sul campo attualmente restano gli stessi: un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Roberta Metsola al Parlamento europeo, la liberale estone Kaja Kallas al ministero degli Esteri Ue mentre più traballante sembra la nomina, che spetta ai Socialisti, del portoghese Antonio Costa per il Consiglio.


La richiesta di Giorgia Meloni è sempre che all’Italia, in virtù dell’esito elettorale, venga conferito un commissario con una delega di peso oltre che con una vice presidenza operativa. In queste ore, spiegano fonti governative, sembra prendere sempre più piedi l’ipotesi che si possa trattare di un portafoglio economico, a cui potrebbero essere accorpate le competenze su fondi di Coesione e Pnrr. Ed è anche per questo che l’identikit del commissario assume sempre di più le sembianze del ministro Raffaele Fitto. In realtà il suo è un nome da sempre in campo, visto anche il ruolo di cerniera di Meloni con il mondo europeo che svolge da anni. E, tuttavia, un trasloco del suo ministro a Bruxelles apre almeno due problemi non da poco: il primo è appunto la gestione dei fondi del Pnrr per gli anni futuri, la seconda è sostituirlo senza correre il rischio che si apra la casella ‘rimpasto’. Su questi due punti la riflessione è aperta e, in una serie di riunioni che si sono susseguite nella sede del governo, si sarebbe profilata una possibile via d’uscita: ovvero non nominare nessun sostituto, almeno in una fase iniziale, ma portare le deleghe del Pnrr e dei fondi di Coesione direttamente a palazzo Chigi, affidandole a uno dei due sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano o (più probabilmente) Giovanbattista Fazzolari. La premier, dopo aver definito anche oggi “surreale” che si sia tentata una definizione dei top jobs “a tavolino”, giocherà questa mano di poker sapendo di avere contro i veti del socialista Olaf Scholz ma provando anche a fare sponda con quella parte del Ppe che, a differenza del polacco Donald Tusk, chiede di guardare verso i Conservatori, soprattutto se l’obiettivo è quello di blindare Ursula von der Leyen senza rischiare che venga impallinata dal voto segreto nel momento in cui toccherà al Parlamento esprimersi. La convinzione di chi sta seguendo da vicino la trattativa per conto dell’Italia è infatti che la presidente uscente voglia evitare un bis sul filo dei voti.E da oggi, Giorgia Meloni è pronta a mettere sul tavolo un altra carta: il gruppo Ecr, infatti, è diventato ufficialmente il terzo per numero di deputati all’interno del Parlamento europeo, scavalcando dunque i liberali di Renew. Sono stati infatti annunciati 11 nuovi ingressi che portano il gruppo dei Conservatori a 83 eletti.

Autonomia, Castelli (ScN): riforma è disastro, spacca l’Italia

Autonomia, Castelli (ScN): riforma è disastro, spacca l’ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – “Meloni, Salvini e Tajani hanno fatto a gara per far votare in 24 ore le due pseudo riforme su premierato e autonomia differenziata. Al netto dei disastri che produrranno le due riforme, perché questo governo non ha fatto a gara per fronteggiare i problemi che affliggono questo Paese? Oggi gli italiani non chiedono premierato e autonomia, oggi da nord a sud c’è forte bisogno di sanità e acqua. Chiedete ad agricoltori e allevatori, chiedete a tutte quelle famiglie che hanno bisogno di farsi curare. Questo è il problema di un governo che si è rinchiuso dentro il palazzo e non ha la minima idea di ciò che succede nei territori. E nel frattempo i governatori Occhiuto e Schifani sostengono un governo (targato Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) che prima ha scippato i fondi Fsc destinati alla Calabria e alla Sicilia per dirottarli sul Ponte e oggi con questa pseudo Autonomia spacca l’Italia. Con Cateno De Luca e tutta la comunità di Sud chiama Nord andremo avanti mettendoci tutte le forze per cambiare questo sistema folle”. Lo afferma Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord.