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Rai, sciopero giornalisti il 6 maggio: “controllo asfissiante Governo”

Rai, sciopero giornalisti il 6 maggio: “controllo asfissiante Governo”Roma, 25 apr. (askanews) – Giornalisti Rai in sciopero lunedì 6 maggio. Lo comunica l’Usigrai. “L’incontro di raffreddamento con l’azienda si è risolto con un nulla di fatto, motivo per cui confermiamo il nostro stato d’agitazione. Sentita la commissione garanzia – annuncia il sindacato dei giornalisti Rai- è stato proclamato uno sciopero di 24 ore, con astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7”.


“Nel rispetto delle regole fissate dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali – prosegue la nota Usigrai- non potranno aderire i giornalisti del Giornale Radio Rai che già saranno impegnati in uno sciopero sabato 27 aprile contro l’ipotesi di accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento che svuoterebbe Radio1 della sua vocazione all news senza alcun vantaggio per la testata e l’azienda. Nei giorni precedenti verranno messe in atto una serie di iniziative sindacali come da mandato dell’assemblea dei cdr, dello scorso 17 aprile”. “Il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibilità alla trattativa, la mancata stabilizzazione dei colleghi precari. Sono queste – conclude il sindacato dei giornalisti della Rei- le ragioni della nostra protesta”


Esecutivo Usigrai

25 Aprile, messaggio Ilaria Salis a corteo Roma: Italia resti antifascista

25 Aprile, messaggio Ilaria Salis a corteo Roma: Italia resti antifascistaRoma, 25 apr. (askanews) -“Sono orgogliosa che nel mio Paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta di partigiani e partigiane. Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio paese si mostri tutti i giorni all’altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all’ingiustizia nel mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile”. Queste le parole di Ilaria Salis in un messaggio letto dal padre Roberto, nel corso del suo intervento dal palco dell’Anpi Roma durante la manifestazione per la Festa della Liberazione.

25 Aprile, Sangiuliano a via Tasso con Ester Mieli: Resistenza importante

25 Aprile, Sangiuliano a via Tasso con Ester Mieli: Resistenza importanteRoma, 25 apr. (askanews) – “Il 25 aprile è la festa della Liberazione da una dittatura, la Resistenza fu un momento significativo importante. Vi parteciparono italiani di varie tendenze politiche: le brigate mazziniane dei repubblicani, le brigate Matteotti dei socialisti, i cattolici delle Fiamme Verdi, la Brigata Osoppo, la Brigata ebraica, i monarchici con Edgardo Sogno e i liberali. Poi c’era una minoranza comunista che ha tentato di monopolizzare la resistenza. Ricordiamo quello che successe alla Brigata Osoppo, che solo perché non volle assoggettarsi al comando del maresciallo Tito fu massacrata a Porzus dai partigiani comunisti. In quella occasione morì anche il fratello di Pier Paolo Pasolini e uno zio del grande cantautore Francesco De Gregori”.


Lo ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che stamani s’è recato al Museo storico della Liberazione in via Tasso a Roma insieme, tra gli altri, al Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, alla senatrice Ester Mieli, al Direttore generale Musei del MiC, Massimo Osanna, al Capo di Gabinetto, Francesco Gilioli e al direttore del Museo di via Tasso, Roberto Balzani. “Il Museo della Liberazione è un luogo significativo, che esprime tutta la tragedia e il dolore provato in quel periodo storico, quando qui furono detenuti e torturati i patrioti della libertà quando Roma era occupata dai nazifascisti. Ritengo doveroso essere qui il giorno della Liberazione in questo Museo che, tra l’altro, fa parte di quelli di competenza del Ministero della Cultura”.


“Una democrazia matura – ha continuato il Ministro – deve avere una cornice di valori condivisi da tutti quanti; all’interno di questa cornice, che è la Costituzione repubblicana, ci si divide legittimamente con diversi programmi politici. Voglio ricordare che in Europa la guerra al nazifascismo l’hanno fatta due uomini di destra, Winston Churchill e il generale Charles De Gaulle, che hanno sempre avuto posizioni conservatrici e di destra ma sono stati motori della ribellione dell’Europa. Un’importante mozione del Parlamento europeo ha equiparato il nazifascismo al comunismo, in Italia è giusto dichiararsi antifascisti, e io lo faccio, ma allo stesso modo bisogna dichiararsi anticomunisti. Non è vero quello che si racconta che il Partito comunista ha fatto da solo la lotta di Liberazione, era guidato da Palmiro Togliatti che era appena un gradino sotto a Stalin nell’organizzazione del comunismo mondiale”.

25 Aprile, Mattarella: il fascismo disumano, la Resistenza riscatto morale. Un dovere essere uniti nell’antifascismo

25 Aprile, Mattarella: il fascismo disumano, la Resistenza riscatto morale. Un dovere essere uniti nell’antifascismoCivitella, 25 apr. (askanews) – “Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani come ci ricorda il prossimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura”, Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Civitella in Val di Chiana in occasione della festa della liberazione.


“La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura. Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre fine al dominio nazifascista sul territorio italiano, per instaurare una nuova convivenza, fondata sul diritto e sulla pace” ha ribadito il presidente. Mattarella cita anche un discorso di Aldo Moro del 1975, per dire, da Civitella in Val di Chiana, paese in provincia di Arezzo teatro di una strage nazifascista, che, come sosteneva lo statista democristiano, “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.


“A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia – ha ricordato Mattarella -. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo costantemente e convintamentein quella speranza. E per questo va ribadito: Viva la Liberazione, Viva la libertà, viva la Repubblica”.

25 Aprile, Mattarella cita Moro: doverosa unità su antifascismo

25 Aprile, Mattarella cita Moro: doverosa unità su antifascismoCivitella, 25 apr. (askanews) – Cita un discorso di Aldo Moro del 1975 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per dire, da Civitella in Val di Chiana, paese in provincia di Arezzo teatro di una strage nazifascista, che, come sosteneva lo statista democristiano, “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.


“A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia – ha ricordato Mattarella -. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo costantemente e convintamentein quella speranza. E per questo va ribadito: Viva la Liberazione, Viva la libertà, viva la Repubblica”.

25 Aprile,Mattarella:è ricorrenza fondante Italia, festa della pace

25 Aprile,Mattarella:è ricorrenza fondante Italia, festa della paceCivitella, 25 apr. (askanews) – “Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Civitella in Val di Chiana in occasione della festa della liberazione.


“Quella pace e quella libertà, che – trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista – hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

25 Aprile,Mattarella:fu liberazione da nazismo e da dittatura spietata

25 Aprile,Mattarella:fu liberazione da nazismo e da dittatura spietataCivitella, 25 apr. (askanews) – “Liberazione dall’occupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Civitella in Val di Chiana per la ricorrenza de, 25 aprile.


“L’entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione” ha osservato.

Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerra

Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerraCivitella , 25 apr. (askanews) – “Quelli compiuti dai nazifascisti furono “gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità. Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando a Civitella in Val di Chiana la festa della Liberazione dal nazifascismo.


“I nazifascisti ne erano ben consapevoli: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati e giustiziati, dovevano rimanere esposti per giorni, come sinistro monito per la popolazione. Ma le stragi di civili cercavano di tenerle nascoste e occultate, le vittime sepolte o bruciate” ha osservato Mattarella. “Non si sa se per un senso intimo di disonore o per evitare d’incorrere nei rigori di una futura giustizia, o, ancora, per non destare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani. All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni” ha concluso.

25 Aprile, Mattarella:fascismo fu disumano,da Resistenza riscatto morale

25 Aprile, Mattarella:fascismo fu disumano,da Resistenza riscatto moraleCivitella , 25 apr. (askanews) – “Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani come ci ricorda il prossimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura”.


“La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura. Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre fine al dominio nazifascista sul territorio italiano, per instaurare una nuova convivenza, fondata sul diritto e sulla pace” ha ribadito il presidente.

25 Aprile, Mattarella a Civitella: sono qui a fare memoria vittime

25 Aprile, Mattarella a Civitella: sono qui a fare memoria vittimeCivitella, 25 apr. (askanews) – “Sono venuto, oggi, qui a Civitella – uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero”. Lo ha detto il presidente della della Repubblica Sergio Mattarella celebrando la festa della Liberazione nel paese toscano. A Civitella, ha ricordato Mattarella, ottanta anni fa si tenne una “terribile, disumana, strage nazifascista perpetrata, in questo territorio, sulla popolazione inerme”. Qui “la crudeltà dei soldati della famigerata divisione Goring si sfogò in maniera particolarmente brutale, con stupri e uccisioni di bambini” ha aggiunto.


“Non c’è parte del suolo italiano –  con la sola eccezione della Sardegna – che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente uccisi. La Regione che ci ospita – la Toscana – è tra quelle – ha detto il presidente – che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme all’Emilia Romagna e al Piemonte. La magistratura militare e gli storici, dopo un difficile lavoro di ricerca, durato decenni, hanno, finora, documentato sul territorio italiano cinquemila crudeli e infami episodi di eccidi, rappresaglie, esecuzioni sommarie”.