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Il presidente del Pd Bonaccini: se il centrosinistra non è unito Meloni governa 30 anni

Il presidente del Pd Bonaccini: se il centrosinistra non è unito Meloni governa 30 anniBologna, 14 giu. (askanews) – “Non possiamo negare le differenze che ci sono anche nel centrosinistra”, ma “se non sapremo unirci, la destra rimarrà al governo del Paese per i prossimi trent’anni, questo è evidente”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Partito democratico, Stefano Bonaccini, all’inaugurazione di Repubblica delle Idee a Bologna.


“Non possiamo negare le differenze che ci sono anche nel centrosinistra – ha spiegato Bonaccini -. Ma se il centrosinistra continuerà a fare come alle politiche di un anno e mezzo fa dove, mentre la destra metteva da parte le differenze, si univa anche interpretando quella legge elettorale, mentre nel centrosinistra ognuno ha fatto per sé e nessuno per gli altri, se non sapremo unici la destra rimarrà al governo del paese per i prossimi trent’anni, questo è evidente”.

Il discorso integrale di Mattarella al G7: riappaiono antichi fantasmi

Il discorso integrale di Mattarella al G7: riappaiono antichi fantasmiRoma, 14 giu. (askanews) – ‘Rispetto all’incontro del G7 che la Repubblica Italiana ha presieduto sette anni fa, a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato. Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi. Antichi fantasmi sono riapparsi e il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti’. Queste le parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri sera al brindisi in occasione della cena offerto al Vertice dei Leader G7 in Puglia. ‘Il secondo elemento che caratterizza il G7 – evidenzia il capo dello Stato – è costituito dalla adesione convinta a un sistema di regole, che vede nella Carta delle Nazioni Unite la sua manifestazione più alta. La cura di questo sistema di regole – la prima delle quali consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati – è un aspetto, oggi, tristemente sfidato. Si affaccia la convinzione che sia possibile sostituire alla comunità internazionale, alle sue regole, al criterio di pari dignità fra gli Stati, la violenza e la sopraffazione’.


‘Tendenza raffigurata da due date recenti. Il 24 febbraio del 2022, in cui la Federazione Russa si è assunta la responsabilità storica di riportare la guerra in Europa in un pericoloso tentativo di revanche neo-imperiale che contraddice tutti i passi avanti realizzati nel continente sin dalla Conferenza di Helsinki del 1975. Una svolta che non si può fingere di ignorare o sottovalutare come insegna la storia del ‘900. Sostenendo la indipendenza dell’Ucraina, difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia, dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia’, ha detto Mattarella. ‘Il 7 ottobre 2023 – ha ricordato – è un’altra data che ha segnato drammaticamente il nostro presente. Il barbaro attacco di Hamas, con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi, ha riaperto una ferita che continua ad essere alimentata dal macabro conteggio delle migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto. I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati. Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà – come già accaduto in troppe occasioni – con l’inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori’.


‘L’ambizione di nuovi attori di giocare un ruolo più profilato interpella la capacità della comunità internazionale – e in essa del G7 – di promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo. Per taluno si tratta di procedere alla realizzazione comunque – spesso in modo affannoso – di nuovi assetti internazionali, nella presunzione che saranno più vantaggiosi per sè di quelli raggiunti nei decenni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale mentre, spesso, aprono, invece, spazi a insidie di neo-colonialismi se non di neo-imperialismi’, ha detto Mattarella nella cornice del Castello Svevo di Brindisi. ‘E’ utile, allora, interrogarsi su quale sia, in questo contesto, il ruolo del G7 e vorrei prospettare tre considerazioni. Una prima risposta risiede nella constatazione che il G7 è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto da valori. Valori che hanno promosso in modo significativo la dignità delle persone e dei popoli, sulla base delle Carte e delle Dichiarazioni dell’ONU. Valori, obiettivi, regole, che vanno preservati e sviluppati nella nuova condizione della vita internazionale. Il Vertice si è così trasformato, da foro di coordinamento economico, in una piattaforma di rilevante confronto sui grandi temi del presente. Un confronto reso possibile proprio dall’essere basato anzitutto su valori condivisi’, ha osservato Mattarella.


‘Gli Stati rappresentati a questo tavolo si riconoscono nei principi dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto dei diritti della persona, della cooperazione internazionale. Considerazioni tutt’altro che scontate, se si pensa al preoccupante aumento delle pulsioni autoritarie in tante parti del mondo, con le conseguenze che ne derivano: compressione dell’inviolabile sfera della persona a livello interno e condotte aggressive nella sfera internazionale’, ha aggiunto. ‘Il 7 ottobre 2023 – ha ricordato – è un’altra data che ha segnato drammaticamente il nostro presente. Il barbaro attacco di Hamas, con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi, ha riaperto una ferita che continua ad essere alimentata dal macabro conteggio delle migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto. I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati. Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà – come già accaduto in troppe occasioni – con l’inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori’.


‘La terza dimensione del G7 che vorrei richiamare – ha sottolineato Mattarella – è quella di una piattaforma aperta. A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto ‘processo Heiligendamm’ che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell’esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell’innovazione e del cambiamento climatico. Temi ulteriormente ampliati, a L’Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell’energia. Il formato del G7 è, quindi, in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale – e lo conferma questa edizione – nella consapevolezza che non possono essere affrontati in un circuito limitato’. ‘Nuove tematiche – dallo sviluppo sostenibile del continente africano, ai flussi migratori, alla rivoluzione indotta dall’intelligenza artificiale – trovano giusto spazio nel Vertice di Borgo Egnazia e sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale. Le grandi economie libere raccolte nel G7 continuano certamente a esercitare una rilevante forza di attrazione e d’influenza, ma, naturalmente, in un mondo multipolare, questa esperienza si confronta con tentativi di dar vita a schemi alternativi se non contrapposti’, ha osservato. ‘La capacità di costruire partenariati con quella parte del mondo che, nelle fisiologiche differenze, è disponibile al dialogo sulle nostre opzioni, è il naturale orizzonte al quale guardare. Le indicazioni provenienti dai Capi di Stato e di Governo qui riuniti saranno, al riguardo, preziose. I Paesi G7 condividono una responsabilità accentuata nell’affrontare i problemi del presente; consapevoli, tuttavia, di non poterlo fare da soli’, ha concluso. Al Summit prendono parte, oltre ai Leader dei Paesi del G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, anche se il presidente americano Joe Biden era assente al pranzo) il Presidente del Consiglio Europeo e la Presidente della Commissione Europea, in rappresentanza dell’Unione Europea, i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati. È la settima volta che il nostro Paese assume la Presidenza del G7. La prima occasione fu nel 1980 a Venezia. La città lagunare ha ospitato anche il successivo Vertice nel 1987 e poi è stata la volta di Napoli nel 1994, Genova nel 2001, l’Aquila nel 2009 e Taormina nel 2017.

Al G7 scontro frontale tra Meloni e Macron sull’aborto

Al G7 scontro frontale tra Meloni e Macron sull’abortoBari, 13 giu. (askanews) – “Rammarico” per la posizione dell’Italia sull’aborto; Macron fa “campagna elettorale” usando il G7. Tra il presidente francese e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni la freddezza percepita al mattino, in serata diventa scontro frontale.


Motivo della frizione il ‘caso’ dell’aborto, scoppiato ieri e oggi cresciuto fino a esplodere. Questa mattina diverse fonti diplomatiche avevano confermato che nella bozza delle conclusioni, che saranno diffuse domani, era stato cancellato il riferimento (inserito al G7 di Hiroshima) alla necessità di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto”. Un intervento di ‘bianchetto’ che avrebbe suscitato il disappunto, tra gli altri, della Francia, che puntava il dito contro l’Italia. Forse anche per questo motivo stamane, il saluto tra i due era apparso “imbarazzato” agli osservatori: si erano scambiati due baci, poi la foto con Macron che ha stretto il braccio di Meloni, ma mantenendo una distanza. La premier gli ha teso la mano e i due si sono avvicinati per uno scatto. Né era sfuggito qualche sguardo non propriamente benevolo del leader francese nei confronti della collega, catturato dalle immagini della regia ufficiale.


Nel pomeriggio la Presidenza italiana ha provato a chiudere il caso, mostrando però per intero l’irritazione per quella che è stata giudicata come una “scorrettezza”. Secondo quanto spiegavano le fonti italiane, infatti, è vero che nella dichiarazione non c’è la parola aborto ma perchè gli impegni assunti a Hiroshima “vengono tutti riconfermati”. Dunque “non si fa nessun passo indietro”. Evidentemente, per Roma, da qualcuno è stato “montato un caso” con “un po di strumentalizzazione elettorale o post-elettorale”. Chi fosse il ‘qualcuno’ le fonti non lo volevano dire per “etica professionale”, ma il riferimento alle elezioni portava piuttosto chiaramente a Parigi. Tempo due ore, terminati i lavori e prima della cena con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e Macron ha sferrato il suo attacco a viso aperto. “La Francia – ha scandito in una dichiarazione a Borgo Egnazia – ha integrato nella sua Costituzione il diritto delle donne all’aborto, la libertà di disporre del proprio corpo. Queste non sono le stesse sensibilità che esistono oggi nel vostro Paese. Me ne rammarico”.


Parole che, appena battute dalle agenzie, fanno suonare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. E questa volta è Meloni che deve replicare in prima persona: “La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia ‘sicuro e legale’. È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi – è l’accusa all’inquilino dell’Eliseo – fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7”. Il saluto all’arrivo al Castello Svevo di Brindisi, questa sera, fa capire che le prossime ore saranno all’insegna della tensione: Macron, dopo aver salutato con cordialità Mattarella e la figlia Laura, si è girato verso Meloni, a cui ha fatto un baciamano ricambiato da un freddo sorriso. Tra i due anche qualche parola, a denti stretti.

Schlein: Meloni consapevole delle fasciterie in Fdi

Schlein: Meloni consapevole delle fasciterie in FdiRoma, 13 giu. (askanews) – “Certo che è consapevole, se non lo è, è la leader politica più sbadata della storia perché abbiamo un presidente del Senato col busto di Mussolini a casa e che cerca di legittimare il saluto fascista, un sottosegretario che cita Mussolini in aula”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, rispondendo al conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli che le ha chiesto se secondo lei la premier Giorgia Meloni è consapevole delle “fascisterie” che ci sono nel suo partito.


“Certo avrebbe dovuto prendersi il tempo di dichiararsi antifascista come la nostra Costituzione visto che ci ha giurato sopra”, ha aggiunto.

Sanzioni trasversali dopo rissa, scontro su decisione Udp Camera

Sanzioni trasversali dopo rissa, scontro su decisione Udp CameraRoma, 13 giu. (askanews) – Igor Iezzi, il deputato della Lega, che nei video risulta essere chiaramente il più scatenato, riceve la sanzione peggiore all’indomani della rissa in aula alla Camera: 15 giorni di sospensione dai lavori. Dopodiché, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, propone una punizione “trasversale” per censurare quanto accaduto ieri durante l’esame del ddl autonomia. Pugni, cazzotti e spintoni all’indirizzo del deputato M5s Leonardo Donno rimasto a terra, portato fuori dall’aula in sedia a rotelle, e finito al pronto soccorso con una prognosi di tre giorni. La terza carica dello Stato propone di censurare anche lui – 4 giorni di sospensione – che col suo gesto di porgere il tricolore al ministro Roberto Calderoli ha fatto andare su tutte le furie diversi leghisti e deputati di Fdi che gli si sono scagliati contro nonostante fossero già intervenuti gli assistenti parlamentari. E ancora: 7 giorni a Enzo Amich (Fdi), a Gimmi Cangiano (Fdi), a Domenico Furgiuele (Lega), Federico Mollicone (Fdi), a Nico Stumpo (Pd); 3 giorni a Enzo Amendola (Pd) e Stefano Candiani (Lega); due giorni ai dem Arturo Scotto e Claudio Stefanazzi.


La proposta di Fontana, approvata dopo un lungo e più volte interrotto Ufficio di presidenza che si trascina per tutti il pomeriggio, invece di placare le polemiche le riaccende. La deliberazione passa con 10 voti a favore (la maggioranza insieme a Della Vedova di Più Europa e Roberto Giachetti di Iv) e 7 contrari (Pd, M5s e Avs). “L’aggredito trattato alla stregua dell’aggressore. Il nostro Leonardo Donno censurato al pari di chi ha inneggiato alla Decima Mas o addirittura di chi lo ha ha aggredito con furiosa violenza. L’atteggiamento della maggioranza non è solo un oltraggio alla verità e alla giustizia, ma una ferita che infanga l’immagine del Paese e delle nostre istituzioni in tutto il mondo. Vergognatevi”, attacca il leader M5s Giuseppe Conte. “Il voto di Avs non poteva che essere negativo. La deliberazione dell’ufficio di presidenza in merito ai gravissimi fatti di ieri non ha stabilito eque sanzioni, al contrario ha finito per confondere vittime e responsabili e noi non ci stiamo”, osserva Filiberto Zaratti, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra nell’ufficio di presidenza della Camera. Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, parla di “un inaccettabile squilibrio che mette sullo stesso piano chi ha aggredito e chi ha reagito a provocazione. La decisione a maggioranza ci trova in assoluto disaccordo perché da parte degli esponenti del Pd non si è consumato alcun gesto di violenza contro colleghi o assistenti parlamentari. Da parte di esponenti della Lega e di FdI invece abbiamo assistito a esibizioni muscolari nel senso letterale, e a gesti che richiamavano palesemente al fascismo. Un insulto alle persone e alle istituzioni che non potremo mai tollerare”. Uno dei deputati del Pd sanzionati Claudio Stefanazzi parla di “decisione di parte e priva di ogni aderenza con la realtà dei fatti”. Stefanazzi racconta di essere “stato convocato in ufficio di presidenza e ascoltato per poco piu di un minuto. Alla mia richiesta di spiegazioni sul motivo della convocazione ho ricevuto una risposta generica. Come nessuno, men che meno il Presidente Fontana che oggi mi sospende, ha saputo dirmi nel dettaglio quali infrazioni mi venivano contestate. Se i fatti di ieri passeranno alla storia per l’inaudita violenza in un’aula parlamentare ciò che è successo oggi è un precedente gravissimo. Ho il timore che in Ufficio di Presidenza si siano preoccupati, più che di accertare la realtà dei fatti, di creare la sensazione di una responsabilità diffusa nei fatti di ieri”.


Scotto osserva di essere stato sanzionato “solo per aver protestato contro i fascisti che in aula simulavano la XMas. Rispetto la decisione. Mai abbiamo usato violenza. Abbiamo solo condannato gesti gravi”. E Amendola promette: “Mi sono opposto senza violenza agli atti inaccettabili della destra in aula, ai tentativi di spaccare l’Italia con l’Autonomia: aggressioni, squadrismo, simboli fascisti della X MAS. Accetto il provvedimento dell’UdP, ma protesterò ogni volta contro questo spettacolo indecoroso”. Alla ripresa dell’aula dopo l’Ufficio di presidenza Fontana sottolinea che “il confronto politico, anche su questioni divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, nella violenza e quindi nella lesione del decoro dell’istituzione”. Il presidete della Camera richiama “tutti i deputati e i presidenti dei gruppi alla responsabilità di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che oltre ad arrecare offese o violenze verso altri possano minare l’immagine di questa istituzione che tutti siamo chiamati responsabilmente a rappresentare di fronte ai cittadini”. L’esame del ddl autonomia riprenderà martedì pomeriggio. E, viste le reazioni alle sanzioni comminate oggi, è facile prevedere che il clima sarà tutt’altro che rasserenato.

Meloni: polemica pretestuosa su aborto, no campagna elettorale a G7

Meloni: polemica pretestuosa su aborto, no campagna elettorale a G7Borgo Egnazia, 13 giu. (askanews) – “La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia ‘sicuro e legale’”. È quanto ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, interpellata dai giornalisti sul caso aborto a margine dei lavori del G7 a Borgo Egnazia.


“È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici. Non c’è alcuna ragione di polemizzare su temi che già da tempo ci trovano d’accordo. E credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7”, ha concluso.

Meloni soddisfatta per intesa G7 su Ucraina, domani vede Biden

Meloni soddisfatta per intesa G7 su Ucraina, domani vede BidenBari, 13 giu. (askanews) – Giorgia Meloni si dice “molto soddisfatta” per i risultati raggiunti nella prima giornata del vertice G7 a Borgo Egnazia. A fine lavori, prima della cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Castello Svevo di Brindisi, la premier si presenta ai giornalisti sul prato del golf club per una dichiarazione a bilancio dei lavori.


Il primo risultato ottenuto, annuncia confermando quanto già filtrato ieri, è l’accordo “politico” sull’utilizzo dei profitti degli asset russi congelati. Una buona notizia per Volodymyr Zelensky, arrivato oggi nel resort pugliese: per lui ci saranno 50 miliardi di dollari sotto forma di prestiti. Per la restituzione, ha sottolineato la premier, “potranno essere utiizzati gli extraprofitti derivanti dai beni russi immobilizzati nelle nostre giurisdizioni. Non parliamo della confisca di questi beni ma degli interessi che maturano nel corso del tempo”. Per Zelensky anche un accordo con Joe Biden e uno con il premier giapponese Fumio Kishida. Oltre che di Ucraina si è parlato anche di Africa, tema molto caro all’Italia. Meloni ha ribadito i principi del Piano Mattei – su cui dice di aver avuto “ampio sostegno e ampia condivisione” – e annunciato la volontà di agire con un sempre maggiore coordinamento con il piano Pgii degli Usa e il Global Gateway dell’Ue. “Per troppo tempo – ha detto – l’Africa è stata fraintesa, sfruttata, guardata dall’alto. Invece è un continente pieno di sorprese se messo in condizione di sfruttare ciò che ha di straordinario. Tocca a noi collaborare con le nazioni africane per garantire nuove opportunità di sviluppo da pari a pari, per crescere insieme”. Concretamente, tra le altre cose, l’Italia sosterrà “uno dei progetti strategici del Pgii, che è il cosiddetto corridoio di Lobito, l’imponente sistema infrastrutturale che ha come obiettivo quello di collegare l’Angola allo Zambia attraverso la Repubblica democratica del Congo e di connettere così mercati regionali e mercati globali”.


Altro dossier sul tavolo quello del Medio Oriente: dal G7 arriva il “sostegno unanime alla proposta di mediazione degli Stati Uniti per il cessate il fuoco immediato, per il rilascio di tutti gli ostaggi, e per un significativo aumento dell’assistenza umanitaria alla alla popolazione civile di Gaza”. Domani si parlerà di Indopacifico, rapporti con la Cina, migrazioni e Intelligenza artificiale, con l’intervento di papa Francesco. “Ci aspetta domani una giornata importante, con un pizzico di orgoglio direi storica: accoglieremo il santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7 e sono orgogliosa che accada sotto la presidenza italiana”. Previsto anche una spazio per i bilaterali: per la premier sono già fissati quelli con Biden e con il presidente argentino Javier Milei.

G7, leader lasciano Borgo Egnazia per cena con Mattarella a Castello Brindisi

G7, leader lasciano Borgo Egnazia per cena con Mattarella a Castello BrindisiBari, 13 giu. (askanews) – I leader del G7 stanno lasciando Borgo Egnazia per recarsi al Castello Svevo di Brindisi per la cena offerta dalla presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai capi di Stato e di governo.


Il menù prevede fagottini di scorfano ai pomodori secchi ed erbe aromatiche su dadolata di barattieri e pomodori fiaschetto di torre guaceto; tortelli di gallinella con julienne di pesce serra affumicato; filetti di dentice alle mandorle di toritto e salsa di topinambur; crema di burrata con crumble di taralli dolci e ciliegie ferrovia. Per i vini Franciacorta ‘Annamaria Clementi’ – ca’ del bosco ’15; Fiano – Tenuta Bocca di Lupo; Furia di Calafuria – Masseria Maime moscato di Trani ‘estasi’ – Franco Di Filippo. Ad accompagnare la serata le musiche dello Stefano Di Battista Quintet che suonerà “Mission” di Ennio Morricone; “La Dolce Vita” di Nino Rota; “Roma Non fa la stupida stassera” di Armando Travaioli; “Caruso” di Lucio Dalla e “Tu vuò fa l’americano” di Renato Carosone.

Meloni prova a chiudere ‘caso’ aborto: falso, è una scorrettezza

Meloni prova a chiudere ‘caso’ aborto: falso, è una scorrettezzaBari, 13 giu. (askanews) – Giorgia Meloni prova a chiudere il ‘caso’ aborto, scoppiato ieri e che oggi si stava allargando, rischiando di oscurare i lavori della prima giornata del G7. Ma dalla Presidenza italiana non si nasconde l’irritazione per una “scorrettezza” venuta da qualche cancelleria, dopo il voto delle europee.


Questa mattina diverse fonti diplomatiche avevano confermato che nella bozza delle conclusioni, che saranno diffuse domani, era stato cancellato il riferimento (inserito a Hiroshima) alla necessità di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto”. Un intervento di ‘bianchetto’ che avrebbe suscitato il disappunto, tra gli altri, di Francia, Canada e Usa, che puntavano il dito contro l’Italia. Disappunto che in mattinata sembrava confermato dal Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. Il presidente Biden – aveva detto a questo proposito – “parla sempre di diritti umani in tutte le sue interazioni, sia con gli amici sia con gli avversari, e nei prossimi due giorni non ci saranno cambiamenti”. Nel frattempo l’opposizione in Italia continuava ad attaccare la premier. Mentre le parlamentari di Avs chiedevano a Meloni di riferire in Parlamento, arrivava il duro intervento della segretaria del Pd Elly Schlein: “L’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano in un consesso internazionale come il G7, il governo dovrebbe promuovere l’immagine del Paese restituendo a livello internazionale l’autorevolezza e il profilo che ha sempre avuto. E invece – per la leader Dem – il governo Meloni si presenta davanti agli altri capi di Stato e di governo mettendo in discussione un diritto fondamentale delle donne come quello di scegliere sul proprio corpo. Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti di tutte le altre donne di questo Paese. Una vergogna nazionale, chiedano scusa al Paese”.


Per il governo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani cercava di smorzare le polemiche spiegando che “stanno discutendo le diverse delegazioni, è prematuro fare analisi e inutile fare previsioni ora. Si vedrà alla fine quale sarà l’accordo”. Per il ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida però la cancellazione non dovrebbe suscitare sorpresa: “Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa sia opportuno – ha detto a margine di un evento a Milano -. Se hanno scelto di non metterlo ci sarà un perché e una ragione più che condivisibile”. In serata, con un gruppo di giornalisti arrivati a Borgo Egnazia, è giunta la precisazione, senza però nascondere minimamente l’irritazione per quanto accaduto. Secondo fonti italiane, è vero che nella dichiarazione non c’è la parola aborto ma perchè gli impegni assunti a Hiroshima “vengono tutti riconfermati” con “un esplicito riferimento, un paragrafo rilevante”. Dunque “non si fa nessun passo indietro”. Evidentemente è stato “montato un caso” con “un po di strumentalizzazione elettorale o post-elettorale, qualcuno magari ha voluto inserire qualche strumento di disturbo”. Chi sia il ‘qualcuno’ le fonti non lo vogliono dire per “etica professionale” ma “è scorretto dire che l’Italia ha tolto o non ha tolto. La scorrettezza noi l’abbiamo subita ma non la rifacciamo”. Caso chiuso, dunque, a meno di ‘strascichi’ tra i leader.

G7, Meloni: sostegno unanime a proposta mediazione Usa su Medio Oriente

G7, Meloni: sostegno unanime a proposta mediazione Usa su Medio OrienteBorgo Egnazia, 13 giu. (askanews) – Sul Medio Oriente “confermo il sostegno unanime” del G7 “alla proposta di mediazione degli Stati Uniti per il cessate e il fuoco immediato, per il rilascio di tutti gli ostaggi, e per un significativo aumento dell’assistenza umanitaria alla alla popolazione civile di Gaza”. Lo ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni in una dichiarazione rilasciata a borgo Ignazia al termine dei lavori della prima giornata del vertice.


“Il G7 – ha proseguito Meloni – ha ribadito ogni sforzo per scongiurare un’escalation della nella regione, per una soluzione politica duratura della crisi con la prospettiva chiaramente della soluzione dei due popoli in due Stati”.