Italia-Tunisia, firmato accordo per sostegno a bilancio Stato tunisinoRoma, 17 apr. (askanews) – Al Palazzo presidenziale di Cartagine, in Tunisia, dove si è tenuto l’incontro della presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il presidente tunisino Saied, si sta svolgendo la cerimonia di firma di diversi accordi: il Memorandum d’Intesa tra il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero dell’Insegnamento Superiore e della Ricerca Scientifica (siglata per l’Italia dal Ministro Bernini); l’Accordo per il sostegno al bilancio generale dello Stato tunisino (Vice Ministro Cirielli); Convenzioni finanziarie all’Accordo per il sostegno generale dello Stato tunisino e all’Emendamento n. 1 al Protocollo d’Accordo relativo alla concessione di una linea di credito in favore delle Pmi (firma del presidente Simest e direttore degli Affari Europei e Internazionali di Cdp, Pasquale Salzano).
Forza Italia frena sull’Autonomia, tensione con la LegaRoma, 16 apr. (askanews) – Sulla carta il patto regge ancora. Allo scadere del termine, sul ddl autonomia in commissione Affari Costituzionali cade una pioggia di emendamenti, oltre 2400, ma tutti dai gruppi di opposizione. Nessuno dalla maggioranza, nessuno da Fi, in particolare. L’ala meridionalista del partito di Antonio Tajani, quella che fa capo al governatore della Calabria Roberto Occhiuto, però, esce allo scoperto e avverte che valuterà in commissione le proposte della minoranza senza escluderne la presentazione di proprie una volta in aula. “C’è un patto e i patti si rispettano”, è la replica a stretto giro del capogruppo del Carroccio in commissione Igor Iezzi.
Il patto – ridimensionato rispetto alla richiesta di approvazione entro le elezioni europee – è che il testo arrivi in aula il 29 aprile per la discussione generale. Poi l’ok definitivo della Camera può anche arrivare dopo il voto dell’8 e 9 giugno, l’importante è che sia quello definitivo. Tradotto: testo blindato, nessuno spazio alle modifiche. È Tajani in persona, tuttavia, a far vacillare ogni certezza: “Noi riteniamo che l’Autonomia debba essere una riforma che favorisce tutta l’Italia, da Bolzano a Pantelleria. Non deve essere una riforma a vantaggio dell’uno a danno l’altro. Vigileremo su questo, lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo nel corso del dibattito parlamentare che ci sarà nelle prossime settimane. Anche se ritengo che il voto ci sarà più in là. Vigileremo perché ci sia grande equilibrio”. Gli risponde dal Vinitaly il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Mi dà un po fastidio sentir dire che bisogna vigilare. Non è che qui qualcuno scappa con la refurtiva. Stiamo parlando di un processo serio di responsabilità e di modernità per l’Italia”. Parole cui rispondono piccati i deputati azzurri Cannizzaro e Patriarca: “Zaia rispetti il Parlamento, giusto approfondire la riforma”. Gli stessi deputati che hanno affondato il colpo nel pomeriggio: “Per quanto riguarda possibili emendamenti di Forza Italia, se non sono stati presentati in Commissione ciò non vuol dire che non possano essere portati in Aula”, hanno avvisato. E soprattutto “avremo modo di valutare i tantissimi emendamenti presentati dall’opposizione”, dicono avvertendo sulla possibilità di maggioranze alternative. Dalla Lega mantengono la calma: “C’è un patto da rispettare. Vediamo cosa succederà in Aula, ma il fatto che alcuni deputati presentino emendamenti non vuol dire che Fi li voti…”. Tace oggi Fratelli d’Italia, ma ieri la premier Giorgia Meloni si era detta “fiduciosa”, sottolineando che non contra “un giorno prima o un giorno dopo”, ma il fatto che la maggioranza stia dimostrando di “andare avanti”. Rimandando all’ostruzionismo dell’opposizione eventuali ritardi. L’obiettivo resta comunque che il 29 si faccia la discussione generale. La data è stata difesa dal Carroccio con le unghie e con i denti anche di fronte alle pressanti richieste delle opposizioni che hanno denunciato una strozzatura dei tempi chiamando in causa a più riprese il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Ma l’esame in commissione non entrerà nel vivo prima di lunedì 22, visto l’ostruzionismo in Aula sul Dl Pnrr per impedire la convocazione, e la pausa per le elezioni in Basilicata.
In ogni caso, “dopo il 29 inizia un’altra partita”, ragiona un parlamentare di Fi. Una partita che non finirà prima dell’esito delle elezioni europee. Se i rapporti di forza all’interno del centrodestra dovessero cambiare non potrebbe non risentirne anche il ddl Calderoli”. Tanto che i timori cominciano a serpeggiare anche nel Carroccio: sabato, alla festa dei 40 anni della Lega Lombarda a Varese, tra i toni trionfalistici dei leghisti c’è stato anche il monito di Giancarlo Giorgetti: “Oggi l’Autonomia sembra vicina, ma è successo anche altre volte e siamo rimasti disillusi”.
Ponte Stretto, MIT: integrazioni progetto entro 30 giorniMilano, 16 apr. (askanews) – “Le integrazioni al progetto del Ponte sullo Stretto, richieste in sede di conferenza di servizi, saranno fornite entro 30 giorni: si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un’opera che sarà unica al mondo”. È quanto si precisa in una nota del Ministero delle Infrastrutture dopo che la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA e VAS del Mase ha inviato alla società Stretto di Messina oltre cento richieste di integrazioni per l’aggiornamento e il completamento delle procedure di Valutazione di impatto ambiantale per il Ponte sullo Stretto di Messina.
Ponte Stretto,Schlein a Salvini:anche Pichetto è nemico Italia?Roma, 16 apr. (askanews) – “Apprendiamo che il ministero dell’Ambiente ha letto i documenti sul progetto definitivo del Ponte di Messina di Salvini e ha fatto più di 200 rilievi denunciando la carenza di documenti essenziali. Quando lo abbiamo denunciato noi, con un esposto e in Parlamento, il ministro Salvini ci ha accusato di essere nemici dell’Italia, ci chiediamo se a questo punto lo sia anche il suo collega ministro Pichetto Fratin”. Lo dichiara la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein
“Evidentemente – aggiunge- anche il ministero dell’Ambiente conferma ciò che da mesi non solo il PD, ma le associazioni, il territorio, dicono: siamo di fronte a un progetto dannoso, inutile, costoso e pieno di incertezze, su cui gli esperti sollevano enormi criticità. È un progetto che toglie 500 case alle famiglie e risorse a tante opere infrastrutturali necessarie e più urgenti. Il Pd – conclude Schlein- continuerà nella sua battaglia contro questo progetto”.
Ue,Meloni denuncia: stop Conferenza Conservatori a Bruxelles sgomentaBruxelles, 16 apr. (askanews) – “Ciò che sta accadendo a Bruxelles ci lascia increduli e sgomenti. Il sindaco di uno dei comuni della capitale belga ha vietato una conferenza, alla quale dovrebbero partecipare capi di governo, parlamentari nazionali ed europei. In seguito all’ordine, la polizia ha impedito fisicamente a ospiti e relatori di poter accedere alla conferenza”. Lo ha afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presidente del gruppo Ecr, dopo la sospensione dei lavori della Conferenza sul conservatorismo nazionale in programma e domani nella capitale belga.
“Ho immediatamente chiesto al primo ministro belga Alexander De Croo – aggiunge – di seguire quanto stava accadendo e lo ringrazio per la sua posizione tempestiva e chiara contro l’odiosa oppressione della libertà di espressione che ha luogo a Bruxelles. A tutte le vittime di questo ingiustificabile abuso, in particolare ai membri dell’ECR presenti, va la mia totale solidarietà”.
Schlein al lavoro su liste ma chiusura entro domenica non è certaRoma, 16 apr. (askanews) – L’obiettivo è chiudere le liste entro la direzione Pd fissata per domenica 21, ma non è ancora certo che il lavoro sarà completato per quella data. Elly Schlein è ancora alle prese con la definizione delle candidature per le europee, la sua stessa collocazione in lista è ancora oggetto di riflessione con il resto del partito e la quadratura del cerchio potrebbe richiedere più tempo. La leader dem, peraltro, domani sarà a Bruxelles, poi giovedì a Potenza per un comizio e solo a ridosso della direzione potrebbe dedicarsi esclusivamente al dossier.
Insomma, tornano in campo le ipotesi più disparate: dal rinvio della direzione alla riunione “in due tempi”: domenica per definire lo ‘schema’ delle candidature, e magari le teste di lista, e poi prima della fine di aprile la riunione finale per mettere il timbro sull’elenco completo dei nomi che correranno per un seggio in Europa. Schlein, allo stato, viene data come probabile capolista nelle isole e al centro, seguita nel primo caso da Antonio Nicita e nel secondo da uno tra Nicola Zingaretti e l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio.
Ma, appunto, sono tante le variabili da tenere in considerazione.Ci sono gli europarlamentari uscenti (quasi tutti della minoranza) che chiedono la ricandidatura, ma bisogna anche trovare posto a quella ‘società civile’ che Schlein in un primo momento avrebbe voluto candidare ovunque come capolista (al momento è certa solo Lucia Annunziata al sud, mentre potrebbe esserci Cecilia Strada nel nord-ovest). Spinge poi il ‘partito dei sindaci’ – da Gori a Nardella, passando per Ricci e Decaro (numero due al sud). E chiedono spazio anche i dirigenti del partito. Temi di cui si parla da settimane, ma a questo punto i giorni che mancano alla direzione sono pochi. Si lavora per chiudere tutto entro domenica, ripetono dal Pd. Ma alla fine potrebbe servire qualche giorno in più.
Meloni vola a Tunisi, focus su Piano Mattei e migrantiBruxelles, 16 apr. (askanews) – Visita lampo a Tunisi domani mattina per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa poi nel pomeriggio a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario. Quella di domani è la quarta missione della premier in Tunisia, la prima nell’ambito del Piano Mattei.
Il governo, sottolineano fonti italiane, è “fortemente impegnato” a sostenere la Tunisia, ritenuta una “tassello fondamentale” della stabilità del Mediterraneo e del Nord Africa con cui Roma intrattiene storiche relazioni. Per questo – viene ricordato – l’Italia è anche attiva nel promuovere relazioni positive tra l’Unione Europea e la Tunisia a sostegno del Memorandum firmato il 16 luglio 2023. La cooperazione tra i due Paesi coinvolge molti ambiti e per questo Meloni sarà accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dal ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. A questa seguiranno nelle prossime settimane ulteriori missioni. Domani Meloni e il presidente tunisino Kais Saied si confronteranno sui principali ambiti di cooperazione bilaterale: attuazione del Piano Mattei per l’Africa, cooperazione in materia migratoria, cooperazione energetica ed economica. Nell’ambito del Piano Mattei, in cui la Tunisia è ritenuto Paese “prioritario”, saranno firmati tre strumenti: un accordo sul sostegno diretto al bilancio dello Stato a sostegno dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili; una linea di credito a favore delle piccole e medie imprese tunisine; un Protocollo d’Intesa tra Ministro dell’Università e della Ricerca italiano e l’omologo Ministero tunisino che fornirà il quadro per la cooperazione in questo ambito tra le due nazioni.
La cooperazione in materia migratoria – sottolineano le fonti – rimane un aspetto “centrale” del rapporto tra Italia e Tunisia ed è “fondamentale che le Autorità tunisine continuino nella loro azione di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani e di contenimento delle partenze irregolari”. Da parte sua l’Italia è impegnata ad assicurare la mobilità legale per motivi di lavoro: il 20 ottobre 2023 è stato firmato un Memorandum tra Italia e Tunisia in questo ambito, il primo della nazione. Il partenariato Italia-Tunisia investe anche l’ambito economico: l’Italia è stabilmente il primo fornitore e il secondo mercato di sbocco e sono circa 900 le aziende italiane attive nel Paese. Un progetto strategico in corso è quello per il cavo elettrico sottomarino ELMED, il primo a connettere le reti elettriche di Africa ed Europa, apripista di futuri ulteriori investimenti nel campo delle energie rinnovabili.
Salvini polemizza con Richard Gere sui migrantiMilano, 16 apr. (askanews) – “Quando si tratta di difendere i confini, nel rispetto della legge, contro i trafficanti di esseri umani, la Lega è sì un movimento ‘estremo’, ma di estremo buonsenso”. Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini replica così all’attore Richard Gere, che in un’intervista a Vanity Fair racconta la sua esperienza a bordo delle navi delle Ong che svolgono attività di salvataggio nel Mediterraneo: “Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: ‘Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane’. Mi sembra abbastanza ridicolo”, ha affermato l’attore.
Intervista cui Salvini reagisce così: “Attenzione! Richard Gere ammonisce gli italiani. Ho l’impressione che questo signore hollywoodiano abbia una visione piuttosto distorta di quanto avviene in Italia, ossessionato dal ‘razzismo’… È disgustoso soltanto credere che qualcuno abbia voluto far annegare delle persone. Un pensiero ignobile smontato dai dati: quando ero ministro dell’Interno, guarda caso, non solo si sono azzerati gli sbarchi ma si sono ridotte le morti nel Mediterraneo”, rivendica Salvini.
Migranti, Salvini polemizza con Richard Gere: da me solo buonsensoMilano, 16 apr. (askanews) – “Quando si tratta di difendere i confini, nel rispetto della legge, contro i trafficanti di esseri umani, la Lega è sì un movimento ‘estremo’, ma di estremo buonsenso”. Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini replica così all’attore Richard Gere, che in un’intervista a Vanity Fair racconta la sua esperienza a bordo delle navi delle Ong che svolgono attività di salvataggio nel Mediterraneo: “Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: ‘Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane’. Mi sembra abbastanza ridicolo”, ha affermato l’attore.
Intervista cui Salvini reagisce così: “Attenzione! Richard Gere ammonisce gli italiani. Ho l’impressione che questo signore hollywoodiano abbia una visione piuttosto distorta di quanto avviene in Italia, ossessionato dal ‘razzismo’… È disgustoso soltanto credere che qualcuno abbia voluto far annegare delle persone. Un pensiero ignobile smontato dai dati: quando ero ministro dell’Interno, guarda caso, non solo si sono azzerati gli sbarchi ma si sono ridotte le morti nel Mediterraneo”, rivendica Salvini.
Voto in condotta, opposizione denuncia: destra cerca svolta autoritariaRoma, 16 apr. (askanews) – Il ddl sulla valutazione del comportamento degli studenti è composto “solo da tre articoli ma che intervengono pesantemente sulla scuola, il primo articolo in particolare rischia di segnare profondamente, in modo autoritario, le relazioni all’interno della scuola, per questo noi ci opporremo fortemente”. Lo ha detto la senatrice del Pd Cecilia D’Elia intervenendo insieme a Beppe De Cristofaro (Avs) e Luca Pirondini (M5s) a una conferenza stampa organizzata dalle opposizioni prima dell’inizio della discussione, oggi in aula al Senato, del disegno di legge sulla valutazione del comportamento degli studenti.
“Pensiamo che sia un disegno importante che interviene su una questione significativa, la discussione è avvenuta in sordina, sono state espresse preoccupazioni sia da parte sindacale che dalle associazioni del mondo della scuola e infine ci sono stati due emendamenti tra cui uno, come un vero e proprio segno di controriforma, che ha introdotto il giudizio sintetico nella scuola primaria – ha spiegato D’Elia -, siamo fortemnte preoccupati, la cosa deve uscire dall’ambito degli addetti ai lavori. Tra l’altro molte associazioni ci chiedono non fateci tornare indietro rispetto a quella riforma del 2020 che introduceva il giudizio descrittivo e per la quale erano stati coinvolti 160 mila insegnanti”. Tra gli emendamenti delle opposizioni ci sono quelli che “ammorbidiscono” il concetto contenuto nel ddl, secondo il quale il voto in condotta rende impossibile il passaggio alla classe successiva. In questo senso si cerca invece di ridare al Consiglio di classe il compito di valutare nel complesso gli studenti. Ci sono poi emendamenti che introducono la figura dello psicologo e altri che puntano ad abrogare la parte della valutazione sintetica nella scuola primaria. Insomma, “il concetto – sottolinea D’Elia – è che un articolo di legge non può entrare così dentro la scuola, fino a dettagliare come si devono comportare i docenti, non c’è rispetto dell’autonomia degli insegnanti”.