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Ue, Meloni a Michel: priorità competitività e migranti, fondi comuni

Ue, Meloni a Michel: priorità competitività e migranti, fondi comuniRoma, 11 apr. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, nel quadro delle consultazioni in corso in vista dell’adozione, il prossimo giugno, dell’Agenda Strategica UE 2024-29.


“Tra le future priorità d’azione dell’Unione Europea – si legge in una nota di Palazzo Chigi – da parte italiana sono stati indicati in particolare il rafforzamento della competitività e della resilienza economica europea, la gestione comune del fenomeno migratorio, la collaborazione in ambito sicurezza e difesa nonché la politica di allargamento. Il presidente Meloni ha inoltre sottolineato, quale precondizione per raggiungere questi obiettivi, la necessità di assicurare risorse comuni adeguate a sostegno dei relativi investimenti”. L’incontro ha fornito anche l’occasione per uno scambio di vedute in vista del Consiglio Europeo straordinario del 17 e 18 aprile. Tra le risorse competitive dell’Unione su cui investire, Meloni “ha indicato il settore agricolo auspicando allo stesso tempo una rapida attuazione della revisione della Politica Agricola Comune e delle misure volte ad alleviare la pressione finanziaria sugli agricoltori concordate al Consiglio Europeo di marzo”.


Sono state inoltre discusse “le ulteriori iniziative che l’Unione Europea potrà intraprendere a sostegno della stabilità del Libano, tema che il Consiglio Europeo della prossima settima affronterà su richiesta italiana”.

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdI

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdIRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalisti

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalistiRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Europarlamento ne chiede riconoscimento come diritto fondamentale Ue

Europarlamento ne chiede riconoscimento come diritto fondamentale UeRoma, 11 apr. (askanews) – Con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni l’Europarlamento ha approvato una risoluzione non vincolante che chiede al Consiglio Ue a inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE, sulla falsariga del diritto all’aborto inserito nella Cosituzione francese nel marzo scorso su iniziativa del presidente Emmanuel Macron. Nella risoluzione viene espressa altresì preoccupazione e “condanna per la regressione” nel campo “dei diritti delle donne” e “in tema di parità di genere a livello globale e anche in diversi Stati membri Ue”.


L’articolo 3 della Carta, secondo i deputati, dovrebbe essere modificato per affermare che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale” è la proposta di riforma dell’articolo 3 della Carta dei dirittio fondamentali della Ue che la risoluzione approvata chiede di stabilire. La risoluzione invita i Paesi Ue a “depenalizzare completamenteú l’aborto in linea con le linee guida dell’OMS del 2022 e “a rimuovere e combattere gli ostacoli all’aborto”, invitando in particolare “Polonia e Malta ad abrogare le loro leggi che lo vietano e lo limitano”. Mentre in Italia, afferma la risoluzione “úl’accesso all’assistenza all’aborto sta subendo erosioni”, con ” un’ampia maggioranza di medici che si dichiara obiettore di coscienza, cosa che rende estremamente difficile de facto l’assistenza all’aborto in alcune Regioni”.

Leoluca Orlando si candida con Avs, “finita la mia adesione al Pd”

Leoluca Orlando si candida con Avs, “finita la mia adesione al Pd”Roma, 11 apr. (askanews) – “Ho inviato proprio oggi una email ad Elly Schlein e a Stefano Bonaccini nella quale comunico che non mi iscriverò nel 2024 nel Pd perché considero finita la mia adesione al partito”. Così l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a margine della conferenza stampa di Avs dove è stata lanciata la sua candidatura alle Europee. “Essendo stato iscritto l’anno passato mi sembrava doveroso informare che non rinnoverò la tessera”, ha puntualizzato.

Ue, Michel: ottimo incontro con Meloni, discusso di competitività e migranti

Ue, Michel: ottimo incontro con Meloni, discusso di competitività e migrantiRoma, 11 apr. (askanews) – “Con Meloni è stato davvero un ottimo incontro, abbiamo discusso del prossimo Consiglio europeo in programma a Bruxelles la prossima settimana. La competitività è una questione centrale in agenda, l’unione del mercato dei capitali ha bisogno di più investimenti per affrontare il cambiamento climatico, l’innovazione digitale e anche per creare opportunità per il rilancio economico”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al termine dell’incontro con la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.


“Naturalmente – ha aggiunto – abbiamo discusso di questioni internazionali. Noi supportiamo ogni sforzo per affrontare la questione migratoria: il Parlamento europeo ha votato poche ore fa il Patto per l’asilo, un rafforzamento degli strumenti che abbiamo a disposizione per gestire la situazione. Insieme all’Italia stiamo lavorando con i Paesi terzi di origine e transito. Non siamo soli, dobbiamo coinvolgere il resto del mondo. Dobbiamo coinvolgere la Tunisia, l’Egitto, il Libano e altri Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo. E’ quello che facciamo insieme con i Paesi membri e insieme alla premier Meloni”.

Puglia,Fratoianni:azzerare o resettare?Serve iniziativa Emiliano

Puglia,Fratoianni:azzerare o resettare?Serve iniziativa EmilianoRoma, 11 apr. (askanews) – Dalla “destra nessuna lezione di moralità” ma “questo non significa che non ci sia una grande questione, anche morale di cui discutere e che si discutesse fino in fondo”. E “credo che sia arrivato il momento che il presidente della Regione” Puglia “produca un’iniziativa di discontinuità”. Così Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, presente nella Giunta del governatore Michele Emiliano.


“Forse – ha detto Fratoianni – perché questa discussione pubblica sia efficace, è arrivato il momento che da parte del presidente ci sia una iniziativa: si azzeri la giunta? Si resetti la situazione? Si liberi il campo perché la discussione possa essere una discussione vera? Io penso che un atto come questo potrebbe aiutare la qualità del dibattito sottraendolo all’uso strumentale della battaglia elettorale”.

Conte: M5S lascia gli incarichi in Puglia. Conte: proporremo a Emiliano un patto per la legalità

Conte: M5S lascia gli incarichi in Puglia. Conte: proporremo a Emiliano un patto per la legalitàRoma, 11 apr. (askanews) – “Rinunciamo ai ruoli di governo, lasciamo tutti posti in Giunta (alla Regione Puglia, ndr), rimettiamo tutte le deleghe, anche la vicepresidenza del Consiglio, crediamo sia l’unico modo per dare una forte scossa, un forte segnale rispetto a un andazzo che non è solo qui,sarebbe sbagliato concentrare l’attenzione solo su Bari”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa a Bari trasmessa in diretta streaming.


Conte ha comunque ricordato la storia professionale (da magistrato) e politica del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e ha rivendicato quindi la giustezza della scelta fatta a suo tempo di collaborare con la sua giunta regionale. “Il M5S – ha affermato, commentando le recenti vicende giudiziarie che hanno interessato anche la Regione Puglia – conserva intatta l’aspirazione a cambiare la politica, non a farsi cambiare dalla politica. Vogliamo dare una scossa, è il momento di fare pulizia, tabula rasa. In Puglia vediamo dilagare le erbacce della cattiva politica, dobbiamo estirparle, ci sono delle zone grigie. Noi siamo per tutte le garanzie costituzionali nei processi ma è evidente dai materiali sin qui acquisiti nella cronaca giudiziaria che in molti territori si sta estendendo l’area della cattiva politica, e quando c’è questo non ci può essere il M5S”, ha aggiunto l’ex premier. “Il M5S ha elaborato un Patto per la legalità, un protocollo molto articolato e pervasivo da sottoporre alla Regione Puglia: offriremo questo patto alle forze politiche e allo stesso presidente Emiliano e ci predisponiamo per lavorare a realizzare questo contesto di regole anche repressive”, ha poi annunciato il presidente del Movimento 5 stelle.


Si tratta, ha sostenuto l’ex presidente del Consiglio, di “una iniziativa non nel segno dell’antipolitica. Noi, adesso che siamo nelle istituzioni, vogliamo la buona politica, non vogliamo che ritorni l’era di Mani pulite in cui la politica non ha dato nessun segnale di pronta reazione, per cui si è discusso per anni di invasione di campo della magistratura. Ma la magistratura ragiona per responsabilità penale, la politica ragiona per responsabilità politica… non ci venissero a parlare di garantismo. Infatti a noi non piace parlare di singole persone ma dobbiamo creare le condizioni perché la buona amministrazione possa dispiegare la sua azione nel segno della legalità”, ha concluso Conte.

Conte: M5S lascia incarichi Giunta e Consiglio Regionale Puglia

Conte: M5S lascia incarichi Giunta e Consiglio Regionale PugliaRoma, 11 apr. (askanews) – “Rinunciamo ai ruoli di governo, lasciamo tutti posti in Giunta (alla Regione Puglia, ndr), rimettiamo tutte le deleghe, anche la vicepresidenza del Consiglio, crediamo sia l’unico modo per dare una forte scossa, un forte segnale rispetto a un andazzo che non è solo qui,sarebbe sbagliato concentrare l’attenzione solo su Bari”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa a Bari trasmessa in diretta streaming.


Conte ha comunque ricordato la storia professionale (da magistrato) e politica del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e ha rivendicato quindi la giustezza della scelta fatta a suo tempo di collaborare con la sua giunta regionale. “Il M5S – ha affermato, commentando le recenti vicende giudiziarie che hanno interessato anche la Regione Puglia – conserva intatta l’aspirazione a cambiare la politica, non a farsi cambiare dalla politica. Vogliamo dare una scossa, è il momento di fare pulizia, tabula rasa. In Puglia vediamo dilagare le erbacce della cattiva politica, dobbiamo estirparle, ci sono delle zone grigie. Noi siamo per tutte le garanzie costituzionali nei processi ma è evidente dai materiali sin qui acquisiti nella cronaca giudiziaria che in molti territori si sta estendendo l’area della cattiva politica, e quando c’è questo non ci può essere il M5S”, ha aggiunto l’ex premier.

Anzio, M5s: si conferma un problema di legalità nelle destre

Anzio, M5s: si conferma un problema di legalità nelle destreRoma, 11 apr. (askanews) – “La notizia apparsa a mezzo stampa, secondo la quale nelle elezioni del Comune di Anzio, già sciolto per mafia, alcuni esponenti delle Destre locali avrebbero usufruito dei favori di alcuni boss criminali, conferma un problema di legalità nei partiti della maggioranza di governo, nonché di credibilità quando si parla di lotta alle mafie e alla corruzione. In un contesto politico di questo tipo, evidentemente permeabile al malaffare, è incredibile che si attacchino quotidianamente tutti gli strumenti dello Stato contro la corruzione e l’utilizzo fondamentale delle intercettazioni. Giorgia Meloni la smetta di lavorare per l’impunità, lavori invece per la trasparenza e per la giustizia”. Lo afferma il presidente dei deputati M5s Francesco Silvestri, in una dichiarazione congiunta con gli ex consiglieri comunali di Anzio Alessio Guain e Rita Pollastrini e Marco Cesarini, Rappresentante del Gruppo Territoriale M5S di Anzio.