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Pd-M5s, Bonaccini (Pd): Conte da solo rischia isolarsi, spero in unità

Pd-M5s, Bonaccini (Pd): Conte da solo rischia isolarsi, spero in unitàBologna, 8 apr. (askanews) – “Lo dice la matematica prima ancora che la politica: il Pd da solo non ce la fa, ma senza il Partito democratico è impossibile per chiunque pensare di battere la destra”. Quindi “si ragioni su questo e si provi a trovare ragioni di dialogo” per un campo largo, anche perché “il Movimento 5 stelle se cerca di andare da solo, che è legittimo, rischia però l’isolamento”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Pd, Stefano Bonaccini, a margine dell’assemblea regionale di Confcooperative a Bologna.


“Io spero nelle persone di buona volontà – ha spiegato Bonaccini – che cerchino di unire piuttosto che dividere. Qua in Emilia-Romagna sembra che ce la possiamo fare, vorrei diventasse un messaggio al paese. Io credo che Elly Schlein abbia fatto bene però a porre al centro il fatto che non è che si può continuare ogni giorno a ballare. D’altra parte lo dice la matematica prima ancora che la politica: il Pd da solo non ce la fa, ma senza il Partito democratico è impossibile per chiunque pensare di battere la destra. Si lavori su questo, si ragioni su questo e si provi a trovare ragioni di dialogo se è possibile”. (segue)

Par condicio, Conte: Meloni vuole occupare Rai, non lo consentiremo

Par condicio, Conte: Meloni vuole occupare Rai, non lo consentiremoMilano, 8 apr. (askanews) – “Il principio del pluralismo dell’informazione è uno dei capisaldi della democrazia, per questo i tentativi di Giorgia Meloni e dei suoi sodali di calpestarlo suona allarmante”. Lo scrive il presidente del M5s, Giuseppe Conte, sui social network, ricordando che “domani andrà al voto in commissione di Vigilanza Rai la delibera sull’applicazione della par condicio in vista delle prossime europee e non possiamo permettere l’occupazione degli spazi televisivi della Rai da parte del governo”.


Per Conte “è grave il tentativo della maggioranza di voler modificare la delibera per spianarsi la strada e garantire al governo di poter intervenire sulla TV pubblica camuffando gli spazi come ‘comunicazioni istituzionali’. Allo stesso modo non è accettabile la possibilità di trasformare la Rai in un megafono dei comizi in diretta di Giorgia Meloni, come peraltro già avvenuto in occasione delle elezioni comunali di Catania, senza le limitazioni della par condicio”. (segue)

Alcune cose che ha detto Bonaccini sul campo largo

Alcune cose che ha detto Bonaccini sul campo largoBologna, 8 apr. (askanews) – “Ogni tanto c’è un po di imprevedibilità” nell’atteggiamento del leader Cinquestelle, Giuseppe Conte. “Non vorrei che ogni pretesto fosse utile per dividerci”. In ogni caso “Il Pd deve tenere la schiena dritta e la testa alta”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Pd, Stefano Bonaccini, a margine dell’assemblea regionale di Confcooperative a Bologna.


“Io credo che bisognerebbe rimettere al centro le proposte e i programmi e su questo cercare di fare le alleanze giuste – ha aggiunto Bonaccini -, perché mettersi insieme se non si è d’accordo sull’obiettivo di società e di programma da offrire ai cittadini non conta niente”. Però “penso ci siano tante cose che uniscono, parlo in generale, coloro che oggi sono alternativi a questa destra di Meloni e di Salvini” e “spererei che si potesse di nuovo lavorare insieme”.

Mattarella: la libertà è il bene più prezioso, la conoscenza rende liberi

Mattarella: la libertà è il bene più prezioso, la conoscenza rende liberiRoma, 8 apr. (askanews) – “La libertà è il bene più prezioso ed è la conoscenza che rende autenticamente liberi: i libri ne sono strumento efficace”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento alla edizione di Bologna Children’s Book Fair.


“Ringrazio chi attraverso la promozione dei libri offre l’occasione per farlo sapere ai giovani”, ha aggiunto il capo dello Stato che poi rivolto “alle ragazze e ai ragazzi” ha detto: “il libro è un compagno prezioso nel lungo viaggio della vita, contribuisce a renderla affascinante”.

Par condicio, opposizioni unite: emendamenti Fdi irricevibili

Par condicio, opposizioni unite: emendamenti Fdi irricevibiliMilano, 8 apr. (askanews) – “Il contenuto del pacchetto di modifiche alla delibera sulla par condicio proposto da Palazzo Chigi per mano dei deputati di Fdi è irricevibile perché distorce il senso stesso della par condicio a uso e consumo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza e vuole dare una ‘impunità’ preventiva a chi la viola”. Lo affermano in una nota unitaria dei capigruppo d’opposizione in vigilanza Rai alla vigilia dell’esame degli emendamenti alla disciplina della comunicazione pubblica per le prossime elezioni europee.


“La maggioranza vuole generare una bolla nel sistema dell’informazione dove poter mascherare come istituzionali le posizioni politiche degli esponenti di governo. È una proposta inaccettabile, un modo subdolo per ribaltare le normali regole democratiche e creare un forte sbilanciamento a favore dei partiti di governo. Invece di perdere tempo a cercare modi per dribblare le regole e irreggimentare l’informazione, il governo si attenga alla legge e non faccia proposte illiberali”, si agginge nella nota firmata da Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Mariastella Gelmini (Azione), Angelo Bonelli e Peppe De Cristoforo (Avs).

Renzi: Conte ha un unico obiettivo, distruggere il Partito democratico

Renzi: Conte ha un unico obiettivo, distruggere il Partito democraticoRoma, 8 apr. (askanews) – “Il PD che insegue il Movimento 5 stelle va in debito d’ossigeno. Perché? Perché Conte ha un unico obiettivo: distruggere il PD. E il PD sembra vittima della sindrome di Stoccolma. Da Bari a Torino il glorioso partito riformista di una volta sembra farsi dettare la linea dal grillismo che a sua volta segue la direzione illuminata tracciata dagli statisti de Il Fatto Quotidiano”. Lo scrive il leader di Italia viva, Matteo Renzi sulla Enews settimanale.


“Verrà presto il tempo in cui il ricordo dei nostri anni – coperto per molto tempo dalla lettera scarlatta del marchio di infamia – si tramuterà in nostalgia. La base del PD prima o poi si ricorderà che c’è stato un tempo in cui noi dettavamo la linea e gli altri seguivano e non come oggi quando il Movimento Cinque stelle detta le danze. La vera sconfitta del metodo di Michele Emiliano non è legata a un singolo episodio o a una inchiesta penale: Michele Emiliano è stato il primo a teorizzare che si dovessero copiare i grillini”, aggiunge. “Su Tap, su Ilva, su Buona Scuola, su Xylella: il governatore pugliese ha tracciato una linea e piano piano il resto del PD lo ha seguito. Il triste risveglio pugliese aiuterà a capire che il PD ha un futuro solo se smette di fare la sesta stella e torna a fare il partito riformista. Sarà capace? Bella domanda. Nel frattempo l’unica alternativa alla destra sovranista e alla sinistra populista siamo noi. Non è poco”, sottolinea Renzi.

Conte: Schlein cambi il Pd, prima che il Pd cambi lei

Conte: Schlein cambi il Pd, prima che il Pd cambi leiRoma, 8 apr. (askanews) – “Schlein cambi il Pd come aveva promesso prima che il Pd cambi lei”. Lo dice il presidente di M5s, Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera.


“Accusarci di slealtà” (come ha fatto la segretaria del Pd) “offende il popolo che ha creato il M5s e che, dal 2009, ha fatto del principio della legalità la nostra stella polare. Per noi non sono in gioco delle beghe tra partiti o tra leader, è in gioco la sostanza politica. Si tratta di rinnovare la classe dirigente per costruire qualcosa di diverso dall’Italia che non ci piace. Non possiamo fare spallucce e questo per noi vuol dire essere leali con i cittadini”, ha spiegato Conte aggiungendo che in queste ultime ore non ha sentito Schelein.

La Lega festeggia 40 anni, il partito più longevo del Parlamento

La Lega festeggia 40 anni, il partito più longevo del ParlamentoBusto Arsizio (Va), 7 apr. (askanews) – “Scopo della Lega è il raggiungimento dell’autonomia amministrativa e culturale della Lombardia, ciò realizza le aspirazioni delle popolazioni locali a un’autogoverno che tenga conto della necessità di uno sviluppo sociale legato alle caratteristiche etniche e storiche del popolo lombardo”. È l’articolo 1 dello statuto della Lega Lombarda, letto dalla notaia varesina Franca Bellorini che il 12 aprile 1984 siglò l’atto di fondazione del partito, nel corso di una rievocazione di quel giorno di 40 anni fa che si è tenuta nella sala conferenze del Museo del Tessile di Busto Arsizio.


Un Amarcord al quale non ha partecipato il segretario Matteo Salvini, né l’atteso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, né il fondatore Umberto Bossi, ma che si è incentrato sul racconto di un altro leghista della prima ora, Francesco Speroni, protagonista del libro-intervista di Marco Linari “Il volo padano”. Rispetto alla Lega di allora, ha osservato l’ex tecnico dell’Alitalia diventato all’improvviso un punto di riferimento della Seconda Repubblica, “ci sono differenze enormi, a iniziare dal capo”, “poi la Lega allora era territoriale, oggi ha carattere nazionale”, ma adesso punta dritta verso l’autonomia differenziata dopo essere “nata autonomista” ed essere passata per una fase secessionista. Di certo dalla Lega delle origini di Bossi e Leoni, passando attraverso l’alleanza per il Nord, sino ad arrivare alla versione nazionale della Lega di Salvini, Speroni c’è sempre stato. Tanto che la sua storia rappresenta un punto d’osservazione esclusivo, frutto di vent’anni al Parlamento europeo, sette al Senato e l’esperienza di ministro nel 1994, preceduta dalla battaglie nei Consigli regionali, provinciali e comunali. Una sfida condotta sfoggiando strane cravatte, sfoderando gesti dell’ombrello, ma restando fedele alla sua Lega.


Specializzato nello studio e nella stesura dei regolamenti, Speroni ha lanciato anche un avvertimento: il ddl Calderoli sull’autonomia è sì incardinato alla Camera per l’approvazione definitiva il 29 aprile, dunque “oggi ci sono le condizioni” e “io sono abbastanza fiducioso, ma ho fatto tanti anni in Parlamento e so che le trappole sono sempre pronte”.

Europee, Cng-Piepoli: il 47% dei giovani italiani è propenso a votare

Europee, Cng-Piepoli: il 47% dei giovani italiani è propenso a votareRoma, 7 apr. (askanews) – Il 47% dei giovani italiani sarebbe propenso a votare alle prossime elezioni europee. Un dato positivo, se si tiene conto che l’affluenza complessiva probabile è stimata al 45%, con un dato più basso per gli over 54, stimata al 43%. E’ quanto emerge da una recente indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng), realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli.


Considerando che nel 2019 la partecipazione al voto è stata del 54,5% e che da queste stime l’affluenza complessiva prevista sembrerebbe in flessione, confermando il trend di discesa degli ultimi 15 anni in Italia (opposto a quello generale europeo), il dato di partecipazione giovanile confermerebbe i risultati dell’indagine Eurobarometro sulle ultime elezioni europee che mostrano come nel 2019 l’aumento complessivo dell’affluenza alle urne è stato determinato principalmente dalle giovani generazioni in tutta l’Ue. In particolare, sarebbe sgtato determinato dai giovani cittadini sotto i 25 anni (+14 punti percentuali sul 2014) e dai 25-39enni (+12 punti percentuali sul 2014), con un’affluenza complessiva alle passate elezioni europee del 50,6%, la più alta dal 1994. Dallo studio emerge inoltre come per gli under 35 i temi affrontati nella campagna elettorale non riflettano le proprie preoccupazioni e priorità. Solo l’8% dei giovani, infatti, si ritiene molto soddisfatto dal dibattito politico sulle Europee, mentre 6 giovani su 10 reputano che quest’ultimo non stia affrontando adeguatamente le criticità e le esigenze che vivono.


Secondo la ricerca Consiglio Nazionale dei Giovani-Istituto Piepoli, il dato scende ulteriormente se ad essere presi in considerazione sono solo gli under 25-. Considerando il campione 18-24, infatti, è solo il 33% (molto o abbastanza) ad essere soddisfatto almeno in parte. Salgono così a 7 su 10 i giovani che ritengono che non si stiano affrontando adeguatamente criticità ed esigenze. Dato di molto inferiore a quello della fascia 35-54 dove la percentuale raggiunge il 50%. Per i giovani, i temi su cui il dibattito si deve orientare sono, invece, innanzitutto quelli relativi a lavoro e occupazione (39%), a cui seguono, in ordine di preferenza, scuola e università (18%), formazione post-scuola/università (18%) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e il cambiamento climatico (9%). Questi dati rivelano un urgente bisogno di riorientare il focus del dibattito politico verso questioni che hanno un impatto diretto sul futuro professionale e personale di ragazze e ragazzi.


“I dati che abbiamo rilevato sull’intenzione di voto dimostrano, ancora una volta, che sono soprattutto le giovani generazioni a voler contribuire alle scelte collettive, non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea – ha commentato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani -. È la dimostrazione che sono per lo più i giovani a voler esercitare con responsabilità il loro diritto al voto, anche se solo l’8% dei giovani si ritiene molto soddisfatto dal dibattito di queste settimane sulle europee, ma, nonostante ciò, mostrano, ancora una volta, la volontà di contribuire alle scelte collettive non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea, indicando delle priorità chiare”. “E’ la ragione – secondo Pisani – per cui sarà necessario un sempre maggiore loro coinvolgimento nelle prossime settimane, sia in termini di individuazione di priorità, sia di elettorato attivo che passivo, considerando che anche a livello europeo la media dell’età degli eletti italiani continua ad essere alta, circa 49,2 anni. Un trend che deve essere invertito, considerando l’ampia volontà delle giovani generazioni di essere pienamente incluse nei processi decisionali per affrontare quelle che sono, a loro avviso, le maggiori criticità che vivono e che indicano con particolare chiarezza come urgenze e priorità”.

Europee, il capitano Ultimo si candida con Cateno De Luca e dopo 31 anni mostra il volto

Europee, il capitano Ultimo si candida con Cateno De Luca e dopo 31 anni mostra il voltoRoma, 6 apr. (askanews) – “Dopo 31 anni tolgo la protezione al mio volto, l’ultima mia difesa dalla mafia. Lo faccio perché a viso aperto voglio continuare a servire il popolo italiano”. Così Capitano Ultimo, che arrestò Totò Riina, ha scoperto il volto nel corso di un evento elettorale con Sud Chiama Nord di Cateno De Luca a Roma.


“Lo faccio con la stessa umiltà, con lo stesso coraggio, con lo stesso amore che ho avuto da carabiniere. Lo faccio e lo farò con Cateno De Luca nel fronte della Libertà per costruire l’Europa delle città, l’Europa degli ecosistemi, l’Europa delle comunità energetiche rinnovabili, soprattutto l’Europa dei cittadini e dei loro sindaci che si autodeterminano liberamente”, ha detto Capitano Ultimo che si candida alle elezioni europee nella lista Libertà con Cateno De Luca.