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Meloni in Libano, pranza e gioca a calcio-balilla con i militari

Meloni in Libano, pranza e gioca a calcio-balilla con i militariRoma, 28 mar. (askanews) – Pranzo in mensa e partita a calciobalilla per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla base “Millevoi” di Shama in Libano.


La premier – a cui è stato donato un mazzo di rose bianche e rosse, che con le foglie compongono il tricolore – oggi ha fatto visita al contingente italiano impegnato nelle missioni Unifil e Mibil, fermandosi a pranzo nella mensa della base. Al termine la foto di gruppo con la bandiera italiana e una foto – in particolare – con le soldatesse del contingente.

Santanchè, Conte: Meloni continua a difendere amichetti di partito

Santanchè, Conte: Meloni continua a difendere amichetti di partitoRoma, 28 mar. (askanews) – “La ministra poi si tutelerà nelle sedi opportune, ma prima viene l’onore delle istituzioni. Basta tutelare gli amichetti di partito, ci vediamo in Parlamento”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un video postato sui suoi canali social dedicato alla ministra del Turismo Daniela Santanchè e alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro di lei.


“Meloni – ha scritto Conte sul suo account Instagram – continua a difendere gli ‘amichetti’ di partito e non fa dimettere Santanchè, indagata per truffa sui fondi Covid per i lavoratori. Allora ci pensiamo noi: la portiamo in aula e si vota”.

Autonomia, no netto Sindacati: escludere scuola, a rischio diritti

Autonomia, no netto Sindacati: escludere scuola, a rischio dirittiRoma, 28 mar. (askanews) – I sindacati ribadiscono il loro ‘no’ all’autonomia differenziata, una contrarietà che si rafforza quando si investe il mondo della scuola che è un “diritto fondamentale” e non solamente un “servizio”. Cgil, Cisl, Uil e Snals Scuola, in audizione in commissione Affari costituzionali della Camera, bocciano la “regionalizzazione” dell’istruzione, pena una crescita dei divari e delle diseguaglienze tra le varie parti del Paese con impatti negativi sui “saperi, gli studenti e i docenti”.


Gli articoli 33 e 34 della Costituzione, ha sottolineato la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi, “introducono le caratteristiche basilari del sistema scolastico”, la “valenza generale unitaria” e “identificano un ambito di competenza esclusivamente statale” per questi temi, rappresentando la “struttura portante del sistema nazionale d’istruzione che richiede di essere applicato in modo unitario e uniforme in tutto il territorio nazionale”. (segue)

Consulta cancella rimozione automatica magistrati condannati penalmente

Consulta cancella rimozione automatica magistrati condannati penalmenteRoma, 28 mar. (askanews) – È costituzionalmente illegittima la previsione dell’automatica rimozione dalla magistratura in caso di condanna del magistrato a una pena detentiva non sospesa. Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza n. 51 depositata oggi, con la quale è stata accolta una questione sollevata dalle Sezioni unite della Corte di cassazione.


Nel caso oggetto del procedimento principale, un magistrato era stato condannato, con sentenza passata in giudicato, alla pena non sospesa della reclusione di due anni e quattro mesi per avere apposto – con il consenso della presidente del collegio di cui era componente – la firma apocrifa della presidente stessa in tre provvedimenti giurisdizionali. In applicazione della norma ora dichiarata incostituzionale, il Consiglio superiore della magistratura aveva quindi applicato al magistrato la sanzione disciplinare della rimozione, e l’interessato aveva promosso ricorso per cassazione contro il provvedimento.


La Corte costituzionale ha rammentato che, secondo la propria costante giurisprudenza, la condanna penale di un funzionario pubblico o di un professionista non può, da sola, determinare la sua automatica espulsione dal servizio o dall’albo professionale. Sanzioni disciplinari fisse, come la rimozione, sono anzi indiziate di illegittimità costituzionale; e in ogni caso deve essere salvaguardata la centralità della valutazione dell’organo disciplinare nell’irrogazione della sanzione che gli compete. La norma oggi dichiarata incostituzionale, invece, ricollegava la sola sanzione della rimozione alla condanna per qualsiasi reato, purché la pena inflitta dal giudice penale superasse una certa soglia quantitativa, finendo così per spogliare il CSM di ogni margine di apprezzamento sulla sanzione da applicare nel caso concreto.


Nel caso che ha dato luogo al giudizio, in effetti, il giudice penale aveva irrogato una severa pena detentiva non sospesa senza poter considerare gli effetti che tale pena avrebbe necessariamente prodotto nel successivo giudizio disciplinare. In conseguenza poi dell’automatismo creato dalla norma, neppure nel giudizio disciplinare era stato possibile vagliare “la proporzionalità di una tale sanzione rispetto al reato da questi commesso, dal peculiare angolo visuale della eventuale inidoneità del magistrato a continuare a svolgere le proprie funzioni”. E ciò pur “a fronte dell’entità delle ripercussioni che l’espulsione definitiva dall’ordine giudiziario è suscettibile di produrre sui diritti fondamentali, e sull’esistenza stessa, della persona interessata” D’altra parte, ha proseguito la Corte, “non può in assoluto escludersi che un fatto di reato per il quale il giudice penale abbia inflitto una pena detentiva non sospesa possa essere ritenuto, sia pure in casi verosimilmente rari, meritevole di sanzioni disciplinari meno drastiche della rimozione. E ciò (…) anche in considerazione del fatto che la mancata concessione della sospensione condizionale non deriva necessariamente da una prognosi circa la possibile commissione di nuovi reati da parte del condannato (…); ma può semplicemente discendere – come nel caso oggetto del giudizio a quo – dal superamento del limite di due anni di reclusione, entro il quale il beneficio può essere concesso. Ipotesi, quest’ultima, nella quale il condannato per cui non sussista pericolo di reiterazione del reato può, in molti casi, essere ammesso ad espiare la propria pena in regime di affidamento in prova al servizio sociale”, continuando così a svolgere la propria ordinaria attività lavorativa.


Infine, la Corte ha precisato che – per effetto di questa sentenza – il CSM potrà ora determinare discrezionalmente la sanzione da applicare al magistrato, potendo naturalmente optare ancora per la rimozione, “laddove ritenga che il delitto per cui è stata pronunciata condanna sia effettivamente indicativo della radicale inidoneità del magistrato incolpato a continuare a svolgere le funzioni medesime”.

Meloni: tanti si riempiono la bocca con la parola pace dal divano casa

Meloni: tanti si riempiono la bocca con la parola pace dal divano casaRoma, 28 mar. (askanews) – “L’Italia deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici. Rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca comodamente seduti dal divano di casa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando ai militari italiani in Libano.


“Perché la pace – ha aggiunto – non si costruisce con i buoni sentimenti e le parole. La pace è soprattutto deterrenza, impegno e sacrificio. E non può esserci pace se non c’è anche rispetto e il rispetto che l’Italia è riuscita a costruire in nazioni come questa, garantito dalla competenza e dall’umanità, è la carta d’identità del nostro ruolo, è la base dell’autorevolezza che l’Italia ha costruito nel mondo e consente a persone come me di far valere gli interessi italiani”.

Meloni: tanti si riempiono bocca con parola pace dal divano casa

Meloni: tanti si riempiono bocca con parola pace dal divano casaRoma, 28 mar. (askanews) – “L’Italia deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici. Rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca comodamente seduti dal divano di casa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando ai militari italiani in Libano.


“Perchè la pace – ha aggiunto – non si costruisce con i buoni sentimenti e le parole. La pace è soprattutto deterrenza, impegno e sacrificio. E non può esserci pace se non c’è anche rispetto e il rispetto che l’Italia è riuscita a costruire in nazioni come questa, garantito dalla competenza e dall’umanità, è la carta d’identità del nostro ruolo, è la base dell’autorevolezza che l’Italia ha costruito nel mondo e consente a persone come me di far valere gli interessi italiani”.

Meloni a militari italiani:mondo è in fiamme,fare tutto per domare incendio

Meloni a militari italiani:mondo è in fiamme,fare tutto per domare incendioRoma, 28 mar. (askanews) – “Sono giorni difficili in Medio Oriente, in Europa, a livello mondiale: molte aree del pianeta di colpo si sono incendiate e quando c’è un incendio il rischio è che le fiamme volino da un albero all’altro e che non si riesca a domare l’incendio. Bisogna fare tutto il possibile per evitare quel rischio. Voi siete la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l’incendio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando ai militari italiani in Libano.

Meloni a base “Millevoi” in Libano, saluta contingente italiano

Meloni a base “Millevoi” in Libano, saluta contingente italianoRoma, 28 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è giunta alla base “Millevoi” di Shama per far visita ai militari italiani dispiegati in Libano.


In particolare in vista della Pasqua, Meloni esprimerà “la riconoscenza e la vicinanza” del Governo e dell’Italia per “l’impegno profuso in un quadro di sicurezza fortemente deteriorato, a tutela della pace e della sicurezza internazionali”, in linea con le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Meloni incontrerà le forze impiegate nell’ambito della Missione Unifil e una rappresentanza di militari della Missione Militare Italiana Bilaterale in Libano (Mibil).

Meloni in Libano incontra il premier Miqati e poi visita i contingenti italiani

Meloni in Libano incontra il premier Miqati e poi visita i contingenti italianiRoma, 27 mar. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato nel Palazzo del governo di Beirut il presidente del Consiglio della Repubblica libanese Najib Miqati.


Domani Meloni si sposterà da Beirut per una visita alla base ‘Millevoi’ a Shama, dove saluterà il contingente italiano. L’Italia intende continuare a contribuire alla “sicurezza e alla stabilità” del Libano, in particolare in questo momento storico, ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel bilaterale con il primo ministro libanese Najib Mikati a Beirut. Nell’incontro si è svolto un approfondito scambio di vedute sulla situazione internazionale, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi in Medio Oriente e alla situazione al confine sud del Libano. A questo proposito Meloni – informa Palazzo Chigi – ha portato “una concreta vicinanza italiana e un messaggio chiaro sulla necessità di evitare ogni rischio di escalation lungo il confine con Israele”.


La premier ha rinnovato l’impegno dell’Italia nei settori della cooperazione allo sviluppo, nei quali l’Italia si conferma anche quest’anno tra i primi donatori a livello globale, e della sicurezza, dove l’Italia è presente in Unifil e con la missione militare bilaterale Mibil. Da parte sua Mikati, riporta Palazzo Chigi, ha espresso “apprezzamento” per il contributo italiano alla missione Unifil e all’attività di formazione delle forze armate libanesi. Sono stati inoltre approfonditi i temi dell’agenda bilaterale, ed è stata ribadita la volontà di aumentare l’interscambio commerciale.


Il dialogo si è concertato anche sul rafforzamento delle politiche migratorie nel Mediterraneo, con l’obiettivo di “coordinare le politiche contro le migrazioni irregolari e il traffico di persone”. Infine, c’è stato uno scambio approfondito di vedute al fine di esplorare soluzioni politiche per l’emergenza rifugiati che continua ad affliggere il Libano.

Salvini: la chiusura della scuola per il Ramadan è un segnale di cedimento

Salvini: la chiusura della scuola per il Ramadan è un segnale di cedimentoMilano, 27 mar. (askanews) – “Bisogna mettere al centro l’interesse dei bambini. È giusto spiegare ai bambini di ogni etnia o religione quanto è bello conoscersi, però siamo in Italia. Occorre la reciprocità, non penso che in nessun Paese islamico chiudano per il Santo Natale o per la Santa Pasqua. Il problema non è con l’Islam, ma quella parte purtroppo massiccia in Italia che interpreta alla lettere il Corano. Per un certo Islam quello che per noi è apertura, è dialogo, è concessione per loro è cedimento. Finché l’Islam non si darà una struttura e non riconoscerà la parità tra uomo e donna chiudere la scuola mi sembra un pessimo segnale. È un segnale di cedimento e di arretramento quello di chiudere per il Ramadan”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti e segretario della Lega Matteo Salvini a “Porta a Porta” su Rai 1 “In Europa ci sono interi quartieri che rispondono alla Sharia, non vorrei che in Italia si arrivasse a questo e il fatto che qualcuno contesti le benedizioni pasquali nelle scuole e chiuda le scuole per il Ramadan qualche dubbio me lo fa venire”, ha aggiunto.