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Schlein: quello di Giorgia Meloni è un governo mani di forbice

Schlein: quello di Giorgia Meloni è un governo mani di forbiceRoma, 27 mag. (askanews) – “Quello di Giorgia Meloni è un governo mani di forbice. Questi tagli di 250 milioni sono gravissimi e il criterio è del tutto insensato perché tagliano in proporzione di più ai Comuni che stanno investendo più risorse del Pnrr. Rischiamo che i Comuni che stanno costruendo nidi e case della comunità con il Pnrr poi a causa dei tagli del governo non abbiamo le risorse per assumere educatrici ed educatori e personale sanitario che ci lavori dentro. Rischiano di diventare cattedrali nel deserto. Peraltro avevano già tagliato ai Comuni 16 miliardi del Pnrr. Meloni si conferma veramente la regina dell’austerità”. Lo afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein, in un’intervista al Corriere della sera.


Per Schlein la premier sui fondi alla sanità “mente e sono gli stessi dati del governo a smentirla. La spesa sanitaria non si calcola in valori assoluti ma sul Pil, e da quando siede a Palazzo Chigi sta scendendo a livelli pre-pandemia. Si prevede che scenda al 6,2% del Prodotto interno lordo nel 2027, che sarebbe il minimo storico degli ultimi vent’anni. Se vogliono fare la cosa giusta basta che votino insieme a noi la proposta di legge che porta la mia prima firma e che maggioranze di destra hanno votato anche a livello regionale. Chiediamo di far arrivare progressivamente la spesa sanitaria alla media europea del 7,5% del Pil. E chiediamo di sbloccare le assunzioni in quel settore, che sono state bloccate nel 2009 da un governo di cui lei faceva parte. Solo così potremo ridurre le liste d’attesa, altre soluzioni favoriscono comunque il privato a danno della sanità pubblica”.

Meloni: no a maggioranze arcobaleno che fanno l’Europa debole

Meloni: no a maggioranze arcobaleno che fanno l’Europa deboleRoma, 26 mag. (askanews) – “Non sono abituata a dare patenti di presentabilità, sarà che a me sono state date per una vita. Penso che queste cose le decidano i cittadini”. Intervistata da Monica Maggioni a ‘In mezz’ora’ su Raitre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rimanda all’esito del voto dell’8 e 9 giugno per il rinnovo dell’Europarlamento la questione della formazione di una maggioranza per il nuovo governo dell’Unione europea, rispondendo, in particolare, alla domanda se una eventuale coalizione tra i gruppi del Partito popolare europeo e dei Conservatori europei (presieduti dalla stessa Meloni) debba spingersi fino a comprendere i nazionalisti euroscettici di Identità e democrazia (di cui fa parte la Lega).


“Tutti sanno – ha spiegato Meloni – che il mio obiettivo principale in Europa è quello di cercare di costruire una maggioranza alternativa a quella che ha governato l’Europa in questi anni. Il mio obiettivo è una maggioranza di centrodestra e quindi mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa”, non solo “perché io penso che le ricette della sinistra siano sbagliate ma penso anche, com’è stato ampiamente dimostrato in Italia, che le maggioranze arcobaleno alla fine producono solo compromessi al ribasso e noi non siamo nella stagione storica nella quale possiamo permetterci un’Europa debole che fa compromessi a ribasso”.“Noi – ha proseguito la premier – abbiamo bisogno di un’Europa che abbia una visione, che si concentri sulle cose importanti, che sappia dirci come difendere i nostri cittadini, come facciamo a difendere le nostre imprese, come facciamo a difendere i nostri confini, come facciamo ad avere un ruolo nelle grandi crisi che si stanno aprendo nel mondo e purtroppo, se si mette insieme un pezzo di centrodestra e un pezzo di centrosinistra, non si riesce ad arrivare a delle soluzioni”.


“Io voglio un’Europa – ha affermato Meloni – che abbia una visione e chi dovesse far parte di quella maggioranza, questo dipenderà dal giudizio dei cittadini perché bisognerà guardare i risultati” del voto “per capire quali sono le maggioranze possibili. Sicuramente io non sono disposta a fare maggioranze con la sinistra questo sicuramente no, tutto il resto si vedrà”.“In passato – ha continuato la premier – abbiamo avuto un’Europa che pretendeva di occuparsi delle minutaglie della vita dei cittadini, cioè delle cose delle quali tranquillamente si possono occupare gli Stati nazionali, e che invece non riusciva a occuparsi delle cose che le competevano, sulle quali gli Stati nazionali non sono in grado di competere da soli. Noi – ha esemplificato la presidente del Consiglio – non abbiamo avuto una politica estera, non abbiamo avuto una politica di difesa, non abbiamo avuto una politica di approvvigionamento energetico seria, non abbiamo avuto una politica di approvvigionamento sulle materie prime, non abbiamo avuto la capacità di stare sugli scenari di crisi. L’approccio di un’Europa che deve accentrare tutto è sbagliato, serve un’Europa che si occupi delle cose che le competono, che sono molte di meno di quelle delle quali si è occupata” finora. “E’ il modello confederale”, quello sostenuto dai Conservatori di Ecr-Fdi, “che è l’esatto contrario di quello federale. E’ un modello – ha concluso Meloni – portato avanti anche da moltissimi dei padri costituenti dell’Europa, che è un modello di Europa molto più efficace”.


 

Meloni: se il referendum sul premierato non passa, non lascio

Meloni: se il referendum sul premierato non passa, non lascioRoma, 26 mag. (askanews) – Sulla riforma istituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio “non mi fa paura l’idea del referendum e non lo considero e non lo considererò mai come un referendum su di me. Questo non è un referendum sul presente dell’Italia ma sul futuro dell’Italia”. Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata a ‘In mezz’ora su Rai Tre.


“‘O la va o la spacca – ha spiegato la premier rispondendo a una domanda di Monica Maggioni su unaffermazione recentemente utilizzata dalla stessa Meloni – era perché mi hanno chiesto se ‘non pensa che possa essere pericoloso’” affermare questo, che “‘può portarle dei problemi se poi la riforma non passa? Ma chi se ne importa! – ha sottolineato Meloni -, se la riforma non passa vorrà dire che gli italiani non l’avranno condivisa ma da da questo a dire che se perdo il referendum mi dimetto forse non ci stiamo capendo: io arrivo alla fine dei miei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata quando avrò finito il mio lavoro, tutto il resto sono speranze della sinistra”.

Premierato, Meloni: se referendum non passa non importa. Non lascio

Premierato, Meloni: se referendum non passa non importa. Non lascioRoma, 26 mag. (askanews) – Sulla riforma istituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio “non mi fa paura l’idea del referendum e non lo considero e non lo considererò mai come un referendum su di me. Questo non è un referendum sul presente dell’Italia ma sul futuro dell’Italia”. Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata a ‘In mezz’ora’ su Rai Tre.


“‘O la va o la spacca’ – ha spiegato la premier rispondendo a una domanda di Monica Maggioni su una”affermazione recentemente utilizzata dalla stessa Meloni – era perché mi hanno chiesto se ‘non pensa che possa essere pericoloso’” affermare questo, che “‘può portarle dei problemi se poi la riforma non passa’? Ma chi se ne importa! – ha sottolineato Meloni -, se la riforma non passa vorrà dire che gli italiani non l’avranno condivisa ma da da questo a dire che se perdo il referendum mi dimetto forse non ci stiamo capendo: io arrivo alla fine dei miei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata quando avrò finito il mio lavoro, tutto il resto sono speranze della sinistra”.

Meloni: chi aiuta Kiev aiuta a fermare la guerra

Meloni: chi aiuta Kiev aiuta a fermare la guerraRoma, 26 mag. (askanews) – “Se noi avessimo consentito la guerra imperialista” della Russia, “come qualcuno ci chiede di fare la guerra sarebbe arrivata molto più vicina a casa nostra”, “quindi chi ha aiutato l’Ucraina sta fermando la guerra perché la realtà è che nell’ultimo anno, con un costo enorme, la Russia è riuscita ad avanzare meno dell’1% del territorio ucraino, quindi” l’unico modo per evitare la guerra “è la deterrenza e l’unico modo per costruire pace, come dicevano i romani, è preparare la guerra cioè se è facile muovere guerra a qualcuno è più facile che quel qualcuno muova guerra, se non è facile muovere guerra a qualcuno” è più difficile che la guerra avvenga. Lo ha detto la premer Giorgia Meloni intervistata a ‘In mezz’ora su Rai Tre.


“Se si comincia a parlare di una via diplomatica è perché noi abbiamo fatto questo lavoro e perché si è creato un equilibrio tra le forze in campo. Se avessimo avuto un’invasione che via diplomatica ci sarebbe stata?”, ha chiesto la premier.

Conte: Meloni spieghi perché ci sta portando in guerra

Conte: Meloni spieghi perché ci sta portando in guerraRoma, 26 mag. (askanews) – “Lo sai cosa scandalizza davvero Presidente Meloni? Hai trovato tempo per giocare sui social a fare ‘Telemeloni’ raccontando diverse fake news e non hai trovato il tempo per una parola sulla posizione dei vertici Nato di ieri, che vogliono portarci alla Terza Guerra Mondiale”. Lo scrive su facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte rivolgendosi alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il video della premier postato ieri sui social.


“Aspettiamo una nuova telefonata dei comici russi, una puntata straordinaria di ‘TeleMeloni’ oppure vieni in Parlamento a spiegare perché ci state portando in guerra e a togliere il segreto sulle armi che inviamo? Dai, Giorgia, facci una edizione straordinaria”, conclude Conte.

Schlein: vogliamo un’Europa femminista per migliorare la società

Schlein: vogliamo un’Europa femminista per migliorare la societàRoma, 26 mag. (askanews) – “Non ce ne facciamo un granché di una donna premier se poi non si batte per i diritti di tutte le altre donne di questo paese e se fa entrare gli antiabortisti nei consultori per fare pressioni violente sulle donne e le ragazze che hanno diritto a scegliere sul proprio corpo. Noi difenderemo i diritti delle donne”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein durante un comizio elettorale a Follonica.


“Vogliamo un’Europa femminista, di questo abbiamo bisogno per migliorare la nostra società, da tutti i punti di vista, anche da quello economico”, perché anche “secondo la Banca d’Italia con una maggiore occupazione femminile si alza anche il Pil del paese”, ha sottolineato Schlein.

Meloni: è quello del popolo l’unico giudizio che ci interessa

Meloni: è quello del popolo l’unico giudizio che ci interessaRoma, 26 mag. (askanews) – “Cari spettatori d La7, è da un po’ che non ci si vede, però spero di trovarvi rincuorati per lo scampato pericolo della deriva autoritaria, del collasso dell’economia, dell’isolamento dell’Italia a livello internazionale. Mentre molti discutevano di questi fantasmi noi lavoravamo senza sosta per migliorare le condizioni dell’Italia”. Lo afferma la presidente del Conisglio Giorgia Meloni in un videomessaggio trasmesso su La7 per la ripartizione degli spazi di comunicazione politica in vista delle elezioni europee.


“Oggi, seppure in una situazione difficile, l’Italia è finalmente tornata a crescere più della media europea, è cresciuto l’export, è sceso lo spread e la borsa italiana nel 2023 è stata la migliore in Europa. Ma soprattutto – sottolinea la premier – abbiamo toccato il tasso di occupazione più alto di sempre, aumentano i contratti stabili, aumenta l’occupazione femminile, diminuisce il rischio di povertà e dopo tre anni i salari sono tornati a crescere più dell’inflazione”. “Ovviamente – prosegue la premier – non ci accontentiamo perché c’è ancora moltissimo lavoro da fare ma intanto voi potete dire se ritenete che questi risultati siano apprezzabili, perché l’8 e il 9 giugno non saranno i salotti radical chic a parlare ma il popolo e quello del popolo da sempre è l’unico giudizio che ci interessa. Aiutateci a cambiare l’Italia e l’Europa, l’8 e il 9 il 9 giugno date forza a Fratelli d’Italia”, conclude Meloni.

Vannacci: grave errore far usare armi Nato per colpire la Russia

Vannacci: grave errore far usare armi Nato per colpire la RussiaRoma, 26 mag. (askanews) – La possibilità che la Nato e gli Stati Uniti tolgano il divieto all’Ucraina di utilizzare le armi occidentali per colpire direttamente il territorio russo “sarebbe un errore perché potrebbe portare alla spiralizzazione del conflitto invece che attenuarlo”. Lo ha detto ad Affaritaliani.it il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente nelle liste della Lega alle elezioni europee dell’8-9 giugno. “Togliere queste restrizioni – ha spiegato Vannacci – sarebbe un grave errore da parte della Nato perché significherebbe che la fornitura di armamenti all’Ucraina non si configurerebbe più come azione di difesa dall’aggressione russa da parte di Kiev sul territorio ucraino ma sarebbe a tutti gli effetti un’attività militare volta a neutralizzare non solo le capacità offensive delle forze armate russe ma anche l’infrastruttura industriale e produttiva coinvolgendo anche direttamente la popolazione civile russa nella guerra. E tutto ciò – ha concluso il candidato della Lega – porterebbe a una spiralizzazione del conflitto che potrebbe condurre al superamento di quella sottile linea rossa che demarca il confine del ‘non ritorno’”.

Meloni inaugura “la vera TeleMeloni” e attacca Schlein

Meloni inaugura “la vera TeleMeloni” e attacca SchleinRoma, 25 mag. (askanews) – “Eccomi qui in una nuova puntata de ‘Gli appunti di Giorgia’ che però ho deciso di ribattezzare ‘TeleMeloni’ perché l’unica TeleMeloni che esiste è questa, tutto il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata ad occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni esordisce attaccando l’opposizione nel nuovo video della serie “Gli appunti di Giorgia”, che periodicamente vengono pubblicati sui suoi canali social (ma in effetti da tempo mancava una nuova puntata) per spiegare direttamente ai cittadini i provvedimenti varati di volta in volta dal governo da lei guidato.


La premier parte dal decreto cosiddetto ‘salva Casa’, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che, afferma, “permetterà di dare risposte a una serie di esigenze abitative e anche di dare un po di respiro al mercato immobiliare. La norma – spiega la premier – consente di porre rimedio a piccole difformità che si trovano nelle case di tantissimi italiani e che impediscono di acquistare o vendere quegli immobili perché sono formalmente considerati irregolari. Non parliamo ovviamente di abusi edilizi che nessuno di noi intende sanare ma sono piccole irregolarità, per lo più formali e burocratiche”, sottolinea Meloni.La presidente del Consiglio affronta poi il tema del “macigno” Superbonus attaccando l’operato del governo Conte II, sostenuto da Pd e M5s. “Questa legislatura si è aperta subito con il fardello del Superbonus e degli altri bonus edilizi introdotti dal governo Conte II. Gli implacabili report di Istat, Bankitalia, Upb, Fmi, confermano che questa misura ha avuto un costo altissimo e un beneficio minimo. Il costo di tutti i bonus edilizi – sottolinea Meloni – è pari a 220 miliardi euro, più dell’importo dell’intero Pnrr e sono soldi che sono serviti a ristrutturare poche case, per lo più per chi stava meglio, e che sono stati tolti a lavoratori, famiglie, scuole e sanità”.


Meloni giustifica inoltre così il dietrofront del governo sul redditometro: “Nel 2015 il governo Renzi ha normato il meccanismo” dell’accertamento sintetico “in modo estremamente vessatorio per il contribuente”. Poi “nel 2018 il governo Conte I ha deciso di abolire quel redditometro dichiarando che avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale, più attento ai diritti del contribuente. Solo che questo decreto non è mai arrivato, col risultato che da 6 anni a questa parte l’amministrazione finanziaria non ha limiti nel suo potere di accertamento”, che senza quella norma è diventato “del tutto arbitrario. Noi – sostiene la premier – abbiamo ereditato questa situazione, abbastanza pericolosa, e per questo il Mef” aveva emesso un “decreto per fissare dei paletti””. Poi il decreto ministeriale è stato sospeso e in accordo col viceministro all’Econnomia Maurizio Leo, continua la premier, “ci siamo presi del tempo per valutare con più calma una norma diversa, sulla quale ci sono due ipotesi: o superare in toto il principio dell’accertamento sintetico oppure lavorare a una norma che circoscriva questo strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili ma senza vessare con norme invasive le persone comuni”.Verso la fine del video arriva l’attacco più duro della premier, diretto alla segretaria del Pd: “Voglio rivolgere una domanda a Elly Schlein, che ha detto che in questo anno e mezzo io starei cancellando la libertà delle persone. Accusa singolare – rimarca Meloni – da chi ha varato provvedimenti per chiudere dentro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali invece noi votammo contro”. “Tra persone serie quando qualcuno muove un’accusa, soprattutto se così pesante, dev’essere in grado di argomentarla, per cui voglio chiedere a Schlein di dire con chiarezza quali siano le libertà che sarebbero state cancellate da questo governo e con quali provvedimenti”. “Queste – conclude Meloni – non sono accuse che si fanno senza essere argomentate, la libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra”.