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Mattarella: mafie zavorra Italia, vincere indifferenza e rassegnazione

Mattarella: mafie zavorra Italia, vincere indifferenza e rassegnazioneRoma, 21 mar. (askanews) – “Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’. “La Giornata – aggiunge – ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro”.


“Nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice, la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’ – dice – è ricorrenza significativa per la comunità nazionale”. “Un giorno – prosegue – che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali”. Mattarella sottolinea poi che “quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie”.


“La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie – osserva il capo dello Stato – è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia”. “Le istituzioni – afferma Mattarella – sono chiamate a fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine e l’azione dei cittadini e delle forze sociali è coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà”.

Meloni: il ricordo delle vittime di mafia sia faro che ci guida

Meloni: il ricordo delle vittime di mafia sia faro che ci guidaRoma, 21 mar. (askanews) – “La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è un’occasione importante per rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano malavitosa, per stringerci attorno ai loro familiari e trasmettere le loro storie ai più giovani, per rinnovare l’impegno quotidiano di ciascuno di noi e delle nostre Istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata”. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni.


“Il ricordo di chi ha pagato un prezzo così alto e l’esempio di chi ha sacrificato la propria vita a difesa della legalità, devono essere il faro che guida le azioni e l’operato di tutti noi. Sempre”, aggiunge.

Mattarella: le mafie sono una zavorra per l’Italia, lottarle è dovere di chi ama la Repubblica

Mattarella: le mafie sono una zavorra per l’Italia, lottarle è dovere di chi ama la RepubblicaRoma, 21 mar. (askanews) – “Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminali”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’.


“La Giornata – aggiunge – ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro”.

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce stesso miracolo

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce stesso miracoloRoma, 20 mar. (askanews) – “Non è sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano, oggi, al cospetto del mondo che ci guarda, non sia chiara in tema di Ucraina”. Perché a parlare sono “le decisioni e i voti”, e “i voti dicono che, a livello italiano, la posizione del governo è chiara”. Giorgia Meloni replica così alle opposizioni che anche oggi in aula alla Camera, in occasione del secondo round delle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, non hanno mancato di sottolineare le divergenze in politica estera tra i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.


Mentre parla, di nuovo, come ieri nell’aula del Senato, la sedia alla sua destra è vuota. Anche se, a differenza di ieri, oggi il leader del Carroccio si è fatto vedere per dieci minuti, all’inizio della seduta di Montecitorio. Si è accomodato accanto alla premier, intenta ad ascoltare gli interventi in discussione generale, il tempo di un abbraccio, prontamente immortalato dai fotografi presenti in tribuna, e anche di un’esortazione di qualche deputato dall’Emiciclo che ha gridato “bacio, bacio”. Poi via per collegarsi al convegno sulla mobilità organizzato a Bologna e ad incontrare il vicepresidente e ministro degli Affari Esteri del Turkmenistan Rashid Meredov. La premier va all’attacco dell’opposizione. Sottolinea le “ambiguità” del Pd che “spiega a noi che cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina” e le divisioni con M5s sulla politica estera: “In alcuni casi, quando io parlo – e in alcuni casi non avevo bisogno di farlo, come nel caso del Ministro Salvini – ma quando io parlo con persone con le quali ho buoni rapporti, riesco a portare a casa dei risultati. Se voi provate a parlare con i vostri alleati del MoVimento 5 Stelle e magari riuscite a fare lo stesso miracolo, l’Ucraina ve ne sarà grata”.


A chi le contesta gli accordi con l’Egitto Meloni replica che c’è “una piccola differenza tra Abdel Fattah al-Sisi e Vladimir Putin e, cioè, che Vladimir Putin ha invaso una nazione vicina”. Proteste, commenti. La presidente del Consiglio sbotta: “Ragazzi, signori vi vedo sempre un po nervosi…”. L’epiteto non va giù: “Onorevoli, non ragazzi, gentilmente”, si sente dai banchi dell’opposizione. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, le ricorda che “non è un dibattito” e la invita a concludere il suo intervento difendendola: “Facciamo concludere! Non mi sembra che sia stato detto qualcosa di sbagliato”. Meloni chiede scusa: “Chiedo scusa, onorevoli, giovani onorevoli, siete giovani onorevoli. Non vi sono particolarmente simpatica, questo mi è evidente. Preferiscono onorevoli: è giusto ed è corretto. Noi romani ogni tanto diciamo ragazzi parlando”. Strappando qualche minuto all’appuntamento fissato al Quirinale per la tradizionale colazione di lavoro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista del Consiglio europeo, Meloni resta in Aula quasi fino alla fine del dibattito per ascoltare le dichiarazioni di voto del leader M5s Giuseppe Conte e della segretaria Pd Elly Schlein. “Si rende conto – attacca Conte – che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba su Macron? Ma cos’è un copione comico? Lei è la presidente del Consiglio e non un capocomico. Ma secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che si è messa in testa? Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale”.


Schlein sottolinea che “il Pd è sempre stato coerente, al di là delle fake news ripetute da Meloni anche oggi in quest’aula. Abbiamo sempre sostenuto ogni assistenza al popolo ucraino”. Chi invece “cambia faccia” è Giorgia Meloni, che “nel 2018” usava per congratularsi con Putin “le stesse parole usate ora da Salvini. Ora ha capito che è un dittatore, ce ne ha messo del tempo, ma lo consideriamo un passo avanti e per questo la ringraziamo”. Un’accusa di incoerenza alla quale replica Giovanni Donzelli (Fdi), prendendo la parola subito dopo: “Sono passati 6 anni e non lo dico rispetto alla premier ma rispetto al presidente della Repubblica che il 19 marzo del 2018 mandava questo messaggio: ‘Auguri a Putin, relazioni eccellenti che cresceranno ancora’. Questo non perché Mattarella è filo russo o filo putiniano ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l’Ucraina, quindi è giusto che le istituzioni italiane condannino con nettezza”. Anche alla Camera, le comunicazioni si concludono con l’approvazione della risoluzione unitaria della maggioranza a sostegno della premier che domani sarà a Bruxelles per uno degli ultimi Consigli della legislatura europea. Il voto dice che il centrodestra è unito anche se Tajani, rimasto a Montecitorio per rispondere al question time, ci tiene a ribadire conversando con i cronisti: “La politica estera è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri”.

Chi ha ricevuto da Mattarella le onorificenze Ordine al merito della Repubblica

Chi ha ricevuto da Mattarella le onorificenze Ordine al merito della RepubblicaRoma, 20 mar. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato, nel pomeriggio al Quirinale, le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferite motu proprio, il 24 febbraio scorso, a cittadine e cittadini che si sono distinti per attività volte a contrastare la violenza di genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l’impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per la scelta di una vita come volontario, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo. Ne dà notizia un comunicato del Quirinale.


Il presidente Mattarella ha individuato, fra i tanti esempi presenti nella società civile, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani. La cerimonia, aperta dall’intervento del Capo dello Stato, è stata condotta da Marco Carrara. Ecco l’elenco e le motivazioni degli insigniti suddiviso secondo i gradi onorifici. Mattia Abbate, 35 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: ‘Per il suo impegno volto ad offrire un aiuto concreto a chi vive situazioni di disabilità’.


Mattia Aguzzi, 37 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per aver salvato una bambina precipitata da un palazzo rischiando per la propria incolumità fisica” Simone Baldini, 42 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per l’immediata disponibilità offerta alle popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna” Nicola Di Lena, 42 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per aver avviato un’attività imprenditoriale etica volta ad includere persone con differenti disabilità” Marta Grelli, 26 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per aver ideato una piattaforma informatica orientata a consigliare e semplificare i viaggi e gli spostamenti delle persone con diversi gradi di abilità” Leonardo Lotto, 25 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per aver con un messaggio raccontato il suo necessario cambio di vita e l’importanza del valore della libertà e di chi ha lottato per garantirla” Michele Mele, 32 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per divulgare con cura e precisione le problematiche delle persone ipovedenti impegnandosi per eliminare le difficoltà e gli ostacoli”. Paola Maria Tricomi, 32 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per la sua determinazione nel voler abbattere gli impedimenti e gli ostacoli in modo che sia garantito il diritto allo studio delle persone disabili” Stefano Ungaretti, 42 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per l’energia profusa nel voler sensibilizzare le persone al mondo del primo soccorso” Marta Delle Piane, 35 anni, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e Gabriele Bona, 64 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per la loro attività di sostegno e di promozione a favore della ricerca scientifica sulle malattie reumatiche infantili e il sostegno offerto ai bambini malati ricoverati e alle loro famiglie” Lucia Bevilacqua, 65 anni e il marito Salvatore Pilato 64 anni, Ufficiali dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per il loro impegno volto ad offrire opportunità di lavoro e di inclusione sociale a persone diversamente abili.” Antonio Bodini, 64 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per aver contributo ad ideare il Baskin, disciplina sportiva ispirata al basket che consente a persone con diverse abilità di giocare insieme” Vincenzo Bordo, 67 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per le azioni di solidarietà intraprese, da più di trenta anni, accanto alle persone più povere di Seul” Marco Caprai, 60 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, “Per offrire lavoro nella sua azienda vitivinicola a persone immigrate” Giuseppina Casarin, 65 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per facilitare, attraverso il canto, i rapporti tra persone appartenenti a diverse culture” Marina Clerici, 68 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per l’aver dato impulso ad un’attività familiare volta all’ accoglienza e all’ospitalità di persone con malattie o con difficoltà di carattere psico – sociale”.


Maria Eleonora Teresa Galia, 53 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per la tenacia e la costanza con la quale, nel ricordo della figlia, aiuta i bambini malati rallegrandoli con giocattoli e finanziando investimenti nelle strutture ospedaliere che li ospitano”. Pietro Literio, 54 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per favorire e promuovere gratuitamente la prevenzione e la cura della salute nel suo territorio coinvolgendo professionisti che dedicano come volontari, il loro tempo e la loro esperienza” Marco Randon, 64 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per essere intervenuto nei paesi colpiti da calamità naturali preparando e distribuendo pane e focacce alle popolazioni” Sarah Sclauzero, 51 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per affrontare con competenza il tema dell’aiuto alle persone vittime di violenza” Gianni Stinziani, 54 anni, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per la sua determinazione nel voler creare una rete nel territorio per aiutare chi vive la gestione quotidiana dei figli con spettro autistico” Licia Baldi, 88 anni, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per il suo costante impegno in attività educative e di assistenza ai detenuti nella Casa di reclusione di Porto Azzurro” Dario Cherici, 80 anni, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per la sua lunga attività di volontario che lo ha portato anche ad operare per le popolazioni colpite da calamità naturali quale è stata l’alluvione nella provincia di Prato” Francesco Giannelli Savastano, 74 anni, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana: “Per l’impegno che pone al servizio dei piccoli malati e delle loro famiglie offrendo loro ospitalità e assistenza per poter effettuare le cure ospedaliere lontano dalla loro casa” Giovanni Neri, 80 anni, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per l’impegno e la professionalità mostrata nell’offrire la sua esperienza di medico a giovani ricercatori che si occupano di malattie oncologiche” Nicolina Parisi, 82 anni, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per rappresentare lo spirito di solidarietà mostrato dalla popolazione calabrese nell’offrire un aiuto dopo il terribile naufragio di Cutro” Antonio Piccolo, 74 anni e Carlo Sagliocco, 71 anni, Commendatori dell’Ordine al merito della Repubblica italiana: “Per aver offerto, attraverso la fondazione di una Scuola Calcio, un posto dove i giovani di Scampia si possano ritrovare e promuovere iniziative sociali”.

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce lo stesso miracolo

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce lo stesso miracoloRoma, 20 mar. (askanews) – “Non è sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano, oggi, al cospetto del mondo che ci guarda, non sia chiara in tema di Ucraina”. Perché a parlare sono “le decisioni e i voti”, e “i voti dicono che, a livello italiano, la posizione del governo è chiara”. Giorgia Meloni replica così alle opposizioni che anche oggi in aula alla Camera, in occasione del secondo round delle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, non hanno mancato di sottolineare le divergenze in politica estera tra i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.


Mentre parla, di nuovo, come già nell’aula del Senato, la sedia alla sua destra è vuota. Anche se, a differenza di martedì, oggi il leader del Carroccio si è fatto vedere per dieci minuti, all’inizio della seduta di Montecitorio. Si è accomodato accanto alla premier, intenta ad ascoltare gli interventi in discussione generale, il tempo di un abbraccio, prontamente immortalato dai fotografi presenti in tribuna, e anche di un’esortazione di qualche deputato dall’Emiciclo che ha gridato “bacio, bacio”. Poi via per collegarsi al convegno sulla mobilità organizzato a Bologna e ad incontrare il vicepresidente e ministro degli Affari Esteri del Turkmenistan Rashid Meredov. La premier va all’attacco dell’opposizione. Sottolinea le “ambiguità” del Pd che “spiega a noi che cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina” e le divisioni con M5s sulla politica estera: “In alcuni casi, quando io parlo – e in alcuni casi non avevo bisogno di farlo, come nel caso del Ministro Salvini – ma quando io parlo con persone con le quali ho buoni rapporti, riesco a portare a casa dei risultati. Se voi provate a parlare con i vostri alleati del MoVimento 5 Stelle e magari riuscite a fare lo stesso miracolo, l’Ucraina ve ne sarà grata”.


A chi le contesta gli accordi con l’Egitto Meloni replica che c’è “una piccola differenza tra Abdel Fattah al-Sisi e Vladimir Putin e, cioè, che Vladimir Putin ha invaso una nazione vicina”. Proteste, commenti. La presidente del Consiglio sbotta: “Ragazzi, signori vi vedo sempre un po nervosi…”. L’epiteto non va giù: “Onorevoli, non ragazzi, gentilmente”, si sente dai banchi dell’opposizione. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, le ricorda che “non è un dibattito” e la invita a concludere il suo intervento difendendola: “Facciamo concludere! Non mi sembra che sia stato detto qualcosa di sbagliato”. Meloni chiede scusa: “Chiedo scusa, onorevoli, giovani onorevoli, siete giovani onorevoli. Non vi sono particolarmente simpatica, questo mi è evidente. Preferiscono onorevoli: è giusto ed è corretto. Noi romani ogni tanto diciamo ragazzi parlando”. Strappando qualche minuto all’appuntamento fissato al Quirinale per la tradizionale colazione di lavoro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista del Consiglio europeo, Meloni resta in Aula quasi fino alla fine del dibattito per ascoltare le dichiarazioni di voto del leader M5s Giuseppe Conte e della segretaria Pd Elly Schlein. “Si rende conto – attacca Conte – che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba su Macron? Ma cos’è un copione comico? Lei è la presidente del Consiglio e non un capocomico. Ma secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che si è messa in testa? Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale”.


Schlein sottolinea che “il Pd è sempre stato coerente, al di là delle fake news ripetute da Meloni anche oggi in quest’aula. Abbiamo sempre sostenuto ogni assistenza al popolo ucraino”. Chi invece “cambia faccia” è Giorgia Meloni, che “nel 2018” usava per congratularsi con Putin “le stesse parole usate ora da Salvini. Ora ha capito che è un dittatore, ce ne ha messo del tempo, ma lo consideriamo un passo avanti e per questo la ringraziamo”. Un’accusa di incoerenza alla quale replica Giovanni Donzelli (Fdi), prendendo la parola subito dopo: “Sono passati 6 anni e non lo dico rispetto alla premier ma rispetto al presidente della Repubblica che il 19 marzo del 2018 mandava questo messaggio: ‘Auguri a Putin, relazioni eccellenti che cresceranno ancora’. Questo non perché Mattarella è filo russo o filo putiniano ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l’Ucraina, quindi è giusto che le istituzioni italiane condannino con nettezza”. Anche alla Camera, le comunicazioni si concludono con l’approvazione della risoluzione unitaria della maggioranza a sostegno della premier che da giovedì sarà a Bruxelles per uno degli ultimi Consigli della legislatura europea. Il voto dice che il centrodestra è unito anche se Tajani, rimasto a Montecitorio per rispondere al question time, ci tiene a ribadire conversando con i cronisti: “La politica estera è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri”.

Tajani: catastrofe Gaza, Italia in prima linea per gli aiuti

Tajani: catastrofe Gaza, Italia in prima linea per gli aiutiRoma, 20 mar. (askanews) – “La situazione a Gaza sta assumendo i contorni di catastrofe umanitaria: l’Italia è sempre in prima linea nel portare aiuti alla popolazione civile”: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del question time alla Camera.


“Abbiamo stanziato 20 milioni di euro per i bisogni umanitari più urgenti e lo sminamento” ha proseguito tajani, sottoleinado come “l’esigenza più immediata è la sicurezza alimentare: ingresso di cibo è gravemente insufficiente, e inoltre vi sono difficoltà di distribuzione”. Tajani ha infine ricordato l’iniziativa “Food for Gaza”, definita “un impegno collettivo di tutto il Paese” non solo per l’emergenza ma “in prospettiva per la ricostruzione della Striscia”.

Donzelli (Fdi): anche Mattarella nel 2018 faceva gli auguri a Putin

Donzelli (Fdi): anche Mattarella nel 2018 faceva gli auguri a PutinRoma, 20 mar. (askanews) – Non solo Giorgia Meloni, ma anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 2018 aveva un altro atteggiamento verso il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha ricordato Giovanni Donzelli, Fdi, parlando in aula alla Camera in dichiarazioni di voto sulle risoluzioni presentate in seguito alle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani.


“Vorrei rispondere – ha detto Donzelli – a chi ha ricordato oggi l’incoerenza della Meloni che mandava auguri a Putin quando veniva eletto. Con tutto il rispetto, vorrei dire che sono passati 6 anni e non lo dico rispetto alla premier ma rispetto al presidente della Repubblica che il 19 marzo del 2018 mandava questo messaggio: ‘Auguri a Putin, relazioni eccellenti che cresceranno ancora’. Questo non perché Mattarella è filo russo o filo putiniano ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l’Ucraina, quindi è giusto che le istituzioni italiane condannino con nettezza”.

Russia, Donzelli: anche Mattarella nel 2018 faceva auguri a Putin

Russia, Donzelli: anche Mattarella nel 2018 faceva auguri a PutinRoma, 20 mar. (askanews) – Non solo Giorgia Meloni, ma anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 2018 aveva un altro atteggiamento verso il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha ricordato Giovanni Donzelli, Fdi, parlando in aula alla Camera in dichiarazioni di voto sulle risoluzioni presentate in seguito alle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani.


“Vorrei rispondere – ha detto Donzelli – a chi ha ricordato oggi l’incoerenza della Meloni che mandava auguri a Putin quando veniva eletto. Con tutto il rispetto, vorrei dire che sono passati 6 anni e non lo dico rispetto alla premier ma rispetto al presidente della Repubblica che il 19 marzo del 2018 mandava questo messaggio: ‘Auguri a Putin, relazioni eccellenti che cresceranno ancora’. Questo non perché Mattarella è filo russo o filo putiniano ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l’Ucraina, quindi è giusto che le istituzioni italiane condannino con nettezza”.

Ucraina, Schlein: con guida Italia G7 prenda iniziativa per pace

Ucraina, Schlein: con guida Italia G7 prenda iniziativa per paceMilano, 20 mar. (askanews) – “Ora che ci sarà la guida italiana del G7, prenda una iniziativa concreta in direzione di una pace giusta”. Lo ha detto la segretaria del Pd, intervenendo in aula alla Camera durante il dibattito seguito alle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue.


“Sia chiaro: sostenere l’Ucraina è giusto ma siamo assolutamente contrari – ha chiarito la leader dem – all’idea francese di mandare militari sul campo, sarebbe un errore fatale. Serve un grande sforzo diplomatico per isolare la Russia, fermare l’aggressione e aprire un negoziato per una pace giusta e duratura. Ma questo sforzo è stato insufficiente da parte vostra e da parte dell’Europa, anche perchè a frenare ci sono Paesi come l’Ungheria di Orban”.