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Per la strage di Cutro i parenti delle vittime citeranno la Presidenza del Consiglio e due ministeri

Per la strage di Cutro i parenti delle vittime citeranno la Presidenza del Consiglio e due ministeriCrotone, 26 feb. (askanews) – I “tre soggetti” che verranno “citati” nella causa risarcitoria che verrà intentata contro lo Stato per “responsabilità” istituzionale e organizzativa nella tragedia di Cutro saranno “la presidenza del Consiglio, il ministero delle Infrastrutture e il ministero dell’Economia”. Lo ha spiegato l’avvocato Stefano Bertone, dello studio Ambrosio e Commodo che insieme allo studio Bona Oliva, rappresenta oltre 50 tra sopravvissuti e familiari delle vittime della strage avvenuta un anno fa.

Sulle manganellate di Pisa e Firenze Piantedosi incontra i sindacati e riferisce a Meloni

Sulle manganellate di Pisa e Firenze Piantedosi incontra i sindacati e riferisce a MeloniRoma, 26 feb. (askanews) – La presa di posizione finora mancata della premier Giorgia Meloni, rimproverata dalle opposizioni, sulle manganellate agli studenti di venerdì scorso a Pisa e Firenze che hanno suscitato l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul ministro degli Interni Matteo Piantedosi arriverà solo dopo che il Viminale avrà comunicato ufficialmente i primi risultati degli accertamenti su quanto accaduto dopo i cortei studenteschi degenerati in violenze alla Premier – che venerdì era in viaggio per Kiev- e al Governo che torna riunirsi oggi pomeriggio alle 15,30 per la prima volta dopo quei cortei. Una linea, quella di silenzio della Premier fino a primi accertamenti sui fatti, che sarebbe stata condivisa anche con la presidenza della Repubblica nella conversazione sabato fra Roma e Kiev in cui il presidente Mattarella avrebbe informato prima di ogni altro la premier Meloni della sua iniziativa pubblica nei confronti del ministro Piantedosi.


E’ attesa infatti una prima informativa da parte del responsabile del Viminale sui cortei studenteschi di Firenze e soprattutto Pisa nella riunione del Consiglio dei ministri odierno. Informativa al Governo immediatamente successiva non solo agli annunciati incontri stamani a palazzo Chigi del Governo con i sindacati e le imprese per rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro ma anche gli incontri del ministro Piantedosi con gli stessi sindacati sulla gestione di piazze e cortei, nella contemperazione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero anche in dissenso con la necessaria tutela di ordine e sicurezza pubblica altrettanto costituzionalmente da assicurare. Una preoccupazione quella sui cortei, accresciuta anche in considerazione dei tanti eventi G7 in Italia da qui al summit di Giugno in Puglia che concluderà il semestre di presidenza italiano, in occasioni dei quali sono possibili in diverse città italiane cortei e manifestazioni di dissenso anche a carattere internazionale. Anche su questo Piantedosi è atteso confrontarsi con Premier Vicepremier e Ministri per la definizione di una linea chiara di cui Meloni potrà farsi portavoce pubblica, una volta assunti primi elementi di certezza sulle manganellate agli studenti che – assicurano fonti a lei vicine- non la hanno certo lasciata indifferente.

Cortei, Piantedosi incontra sindacati e riferisce a Meloni e Governo

Cortei, Piantedosi incontra sindacati e riferisce a Meloni e GovernoRoma, 26 feb. (askanews) – La presa di posizione finora mancata della premier Giorgia Meloni, rimproverata dalle opposizioni, sulle manganellate agli studenti di venerdì scorso a Pisa e Firenze che hanno suscitato l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul ministro degli Interni Matteo Piantedosi arriverà solo dopo che il Viminale avrà comunicato ufficialmente i primi risultati degli accertamenti su quanto accaduto dopo i cortei studenteschi degenerati in violenze alla Premier – che venerdì era in viaggio per Kiev – e al Governo che torna riunirsi oggi pomeriggio alle 15,30 per la prima volta dopo quei cortei. Una linea, quella di silenzio della Premier fino a primi accertamenti sui fatti, che sarebbe stata condivisa anche con la presidenza della Repubblica nella conversazione sabato fra Roma e Kiev in cui il presidente Mattarella avrebbe informato prima di ogni altro la premier Meloni della sua iniziativa pubblica nei confronti del ministro Piantedosi.


E’ attesa infatti una prima informativa da parte del responsabile del Viminale sui cortei studenteschi di Firenze e soprattutto Pisa nella riunione del Consiglio dei ministri odierno. Informativa al Governo immediatamente successiva non solo agli annunciati incontri stamani a palazzo Chigi del Governo con i sindacati e le imprese per rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro ma anche gli incontri del ministro Piantedosi con gli stessi sindacati sulla gestione di piazze e cortei, nella contemperazione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero anche in dissenso con la necessaria tutela di ordine e sicurezza pubblica altrettanto costituzionalmente da assicurare. Una preoccupazione quella sui cortei, accresciuta anche in considerazione dei tanti eventi G7 in Italia da qui al summit di Giugno in Puglia che concluderà il semestre di presidenza italiano, in occasioni dei quali sono possibili in diverse città italiane cortei e manifestazioni di dissenso anche a carattere internazionale. Anche su questo Piantedosi è atteso confrontarsi con Premier Vicepremier e Ministri per la definizione di una linea chiara di cui Meloni potrà farsi portavoce pubblica, una volta assunti primi elementi di certezza sulle manganellate agli studenti che – assicurano fonti a lei vicine- non la hanno certo lasciata indifferente.

Regionali Sardegna, alle 7 al via lo spoglio. Affluenza al 52,4%

Regionali Sardegna, alle 7 al via lo spoglio. Affluenza al 52,4%Roma, 26 feb. (askanews) – In Sardegna al via alle 7 lo scrutinio dei voti per proclamare oggi il nuovo presidente della Regione, chiamato a succedere a Christian Solinas, non ricandidato dal centrodestra.


I sardi hanno votato nella sola giornata di ieri, dalle 6,30 alle 22. L’affluenza definitiva registrata a chiusura seggi è stata del 52,4% (758.252 votanti su 1.447.753 elettori), in calo dell’1,3% rispetto alle regionali di cinque anni fa (53,7%). Un risultato alla fine a sorpresa, visto che i risultati parziali delle rilevazioni durante la giornata, alle ore 12 e alle 19, davano una affluenza in crescita rispetto agli stessi orari delle elezioni 2019. Oltre a Paolo Truzzu per il centrodestra (sostenuto da nove liste), Alessandra Todde per il centrosinistra (dieci liste) e Renato Soru per la Coalizione Sarda (cinque liste), è in corsa anche l’outsider Lucia Chessa (Sardigna R-Esiste).


Era possibile il voto disgiunto, cioè la scelta di un presidente di Regione diverso da quello collegato alla lista scelta. I simboli stampati sulla scheda elettorale sono stati 25 e circa 1.600 i candidati a uno dei 60 posti di consigliere regionale.

Un anno da Cutro, la marcia per la verità e la giustizia sulla strage

Un anno da Cutro, la marcia per la verità e la giustizia sulla strageCrotone, 25 feb. (askanews) – “26 febbraio, mai più stragi di migranti nel Mediterraneo”. Sono stati i superstiti e i familiari delle vittime del naufragio di Cutro a tenere lo striscione che, sotto la pioggia battente, ha aperto la manifestazione nel centro di Crotone “per non dimenticare”, a un anno dalla tragedia che è costata la vita a 94 migranti, di cui 34 bambini, e che da piazza Nettuno (di fronte al mare, dove oggi è stato inaugurato il giardino del piccolo Alì) si è diretta al Palamilone dove lo scorso anno erano state adagiate le bare.


“Giustizia e verità”, “basta stragi di Stato”, il grido. Al loro fianco la Rete 26 febbraio, che si compone di circa 400 associazioni che in questi mesi li hanno supportati e che ha organizzato i tre giorni che culmineranno stanotte con la veglia sulla spiaggia di Steccato di Cutro di fronte al luogo in cui la Summer Love si è infranta su una secca andando in mille pezzi, all’alba. Nessun rappresentante del governo ha partecipato agli eventi salvo, venerdì, una visita lampo del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, senza preavviso, con le sole autorità e senza alcun incontro. “I 52 familiari e sopravvissuti che sono arrivati da ogni parte d’Europa non hanno incontrato nessuno, non hanno ricevuto niente e non sono stati invitati dalle istituzioni ma portati qui dalle associazioni”, puntualizza la portavoce della Rete Manuelita Scigliano, che ricorda le “promesse non mantenute” dell’esecutivo Meloni.


E il grido si trasformerà in una richiesta sempre più pressante di “verità e giustizia”: i familiari e alcuni sopravvissuti hanno deciso che faranno causa allo Stato italiano. “Abbiamo svolto delle indagini difensive, abbiamo raccolto testimonianze”, spiega l’avvocato Marco Bona, socio fondatore dello studio Bona Oliva e associati che rappresenta i sopravvissuti e circa 50 familiari e che assicura la fondatezza degli “elementi raccolti”. “Il naufragio – è stata la testimonianza di Nigeena Mamozai e della cognata Adiba Ander – poteva essere evitato. Un elicottero ha sorvolato la Summer Love circa sette ore prima che la barca si infrangesse” su una secca a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro. “Non era un aereo”, hanno sottolineato, esauste e provate dal viaggio e dai dolorosi ricordi. La causa, ha proseguito Bona, si affiancherà al procedimento penale, che riguarda le responsabilità individuali e che è in corso dall’indomani dei fatti, “ma in una tragedia di questo tipo è anche molto importante accertare le responsabilità istituzionali e organizzative, al livello ministeriale e di governo e anche al livello dell’agenzia europea Frontex”.


Al corteo a Crotone si è unita la segretaria del Pd Elly Schlein con una piccola delegazione del partito (tra cui Marta Bonafoni, Pierfrancesco Majorino, Pietro Bartolo, Laura Boldrini), dopo aver incontrato sulla spiaggia di Steccato di Cutro alcuni volontari della Protezione Civile e alcuni pescatori che furono tra i primi ad arrivare e “si trovarono davanti quella notte una scena apocalittica”. “Come è stato possibile che queste 94 persone siano annegate nonostante le segnalazioni, come è stato possibile vedere 34 bambini annegare, come è stato possibile che non siano usciti i mezzi piú adeguati per salvarli, nessuna risposta è ancora arrivata dal governo?”, ha poi osservato Schlein, la quale rivolta al rifugiato politico afghano Jamshidi Gulaqa, ha affermato: “Noi non ci fermeremo nel chiedere verità e giustizia per tutte le vittime, per suo cugino, la moglie e le due figlie”. “Lo Stato italiano, le autorità, quella notte, hanno fatto una sola uscita che è stata di polizia e non di soccorso”, ha detto durante una conferenza stampa Lidia Vicchio dell’Asgi la quale ha ricordato che “pende alla Procura della Repubblica di Crotone l’esposto presentato da 40 associazioni nel quale si racconta quello che è successo, e cioè che quelle persone non sono state salvate”.


Di “omissioni, mancato soccorso e indifferenza”, ha parlato il già primo dirigente medico della polizia di Stato, Orlando Amodeo, che ha confermato le accuse lanciate all’indomani della tragedia. “Quando il ministro dell’Interno mi dice che con il mare Forza 4 non si può fare un salvataggio, quel ministro mente”. “La strage di Cutro non sarebbero avvenuta – ha evidenziato Luciano Scalettari di ResQ – se la nostra azione nel suo insieme avesse avuto” la convinzione che “non ci sono essere umani di serie B. I morti di Cutro non meritavano l’impegno per essere salvati”.

Cortei degli studenti, Salvini: chi mette le mani addosso ad un poliziotto è un delinquente

Cortei degli studenti, Salvini: chi mette le mani addosso ad un poliziotto è un delinquenteRoma, 25 feb. (askanews) – “Chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente”. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, torna sugli scontri tra forze dell’ordine e studenti dell’altro giorno a Pisa, spiegando che “se uno va in piazza con tutti i permessi senza insultare, senza aggredire, senza minacciare, senza sputare, senza spintonare, non ha nessun tipo di problema. Detto questo bene ha fatto il ministro Piantedosi a dire che faremo tutti gli approfondimenti del caso, spero che la sinistra non sbatta sul tavolo della politica anche le nostre donne e i nostri uomini in divisa perché sarebbe pericoloso”.


Rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle parole del Capo dello Stato, Salvini ha ribattuto: “Le parole del presidente si leggono e non si commentano”. Salvini ha poi affrontato il tema anche intervenendo alla Scuola di formazione politica della Lega: “È giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva, se poteva essere svolto in maniera diversa, se è mancata comunicazione, se qualcuno ha ecceduto. Per carità di Dio, anche i poliziotti e i Carabinieri sono uomini e donne, non sono robot. Quello che non è accettabile è che le centinaia di migliaia di donne e uomini in divisa, che garantiscono quotidianamente, al rischio della loro vita, la nostra serenità e sicurezza, la democrazia e libertà di questo paese, vengano tirati in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell’ordine, sono un patrimonio sacro del nostro Paese. Non tirate in politica poliziotti e carabinieri”.

Strage di Cutro, corteo a Crotone: “Mai più”. Schlein al governo: chiediamo verità e giustizia

Strage di Cutro, corteo a Crotone: “Mai più”. Schlein al governo: chiediamo verità e giustiziaCrotone, 25 feb. (askanews) – “26 febbraio, mai più stragi di migranti nel Mediterraneo”. Sono i superstiti e i familiari delle vittime della strage di Cutro a tenere lo striscione che apre la manifestazione, a un anno dal naufragio che ha visto la morte di 94 persone di cui 34 bambini. Un corteo diretto al Palamilone dove lo scorso anno erano state adagiate le bare dei morti. “Giustizia e verità”, è il loro grido.


“Come è stato possibile che queste 94 persone siano annegate nonostante le segnalazioni, come è stato possibile vedere 34 bambini annegare, come è stato possibile che non siano usciti i mezzi piú adeguati per salvarli” ed “è molto doloroso dopo un anno dover fare ancora queste domande”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha incontrato i familiari delle vittime e partecipa al corteo, riferendosi agli impegni non mantenuti dall’esecutivo. “Siamo qui – ha detto Schlein – per chiedere verità e giustizia e perché dal governo non sono ancora arrivate risposte” su quanto accaduto quella notte tra il 25 e 26 febbraio dello scorso anno e per chiedere di “mantenere le promesse fatte ai superstiti e ai familiari delle vittime”. Alla domanda se il Pd chiederà le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la segretaria non ha risposto.

Sardegna alle urne fino alle 22, corsa a 4 per nuovo Governatore

Sardegna alle urne fino alle 22, corsa a 4 per nuovo GovernatoreRoma, 25 feb. (askanews) – Urne aperte in Sardegna da stamani 6.30 fino alle 22 di stasera per scegliere uno dei quattro aspiranti presidenti di Regione. Oltre a Paolo Truzzu per il centrodestra (sostenuto da nove liste), Alessandra Todde per il centrodestra (dieci liste) e Renato Soru per la Coalizione Sarda (cinque liste) è in corsa anche l’outsider Lucia Chessa (Sardigna R-Esiste). È possibile il voto disgiunto, cioè la scelta di un presidente di Regione diverso da quello collegato alla lista scelta. L’affluenza sarà rilevata alle 12 alle 19 e a chiusura seggi.


I simboli stampati sulla scheda elettorale sono 25 e circa 1.600 i candidati a uno dei 60 posti di consigliere regionale. Gli elettori possono esprimere al massimo due preferenze, a patto che siano di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. L’esito della scelta dei sardi sul Governatore chiamato a succedere al leghista Christian Solinas che il centrodestra non ha ricandidato saprà domani, quando alle 7 comincerà lo spoglio delle schede, e sarà definitivo. Non è infatti previsto il ballottaggio. Il centrodestra si presenta compatto, ma potrebbe essere indebolito dalla decisione di non avere ricandidato Christian Solinas ed essersi ricompattato solo poche ora prima della chiusura delle liste. Il centrosinistra, in campagna elettorale già dall’inizio di dicembre, potrebbe invece pagare la scelta di Soru di candidarsi, in dissenso con la scelta di Todde imposta dai vertici nazionali di Pd e M5s.

Mattarella chiama Piantedosi: manganelli su studenti è fallimento

Mattarella chiama Piantedosi: manganelli su studenti è fallimentoMilano, 24 feb. (askanews) – “L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. La nota del Quirinale in cui si dà conto di quanto Sergio Mattarella “ha fatto presente” al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non lascia spazio ad interpretazioni. Un richiamo netto, arrivato oltre 24 ore dopo i fatti: un giorno intero in cui – a fronte delle richieste di spiegazioni da parte delle opposizioni – il governo non aveva minimamente messo in discussione la gestione dell’ordine pubblico.


Ma anche dopo le parole del Capo dello Stato, la maggioranza fa quadrato. Una nota di Fratelli d’Italia, partito di cui è tuttora presidente la premier Giorgia Meloni, addossa alla “sinistra” la responsabilità: “Fratelli d’Italia difende le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge. La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito”. Alla “sinistra” si rivolge anche il vice premier Antonio Tajani, spostando l’attenzione su quelli che chiama “processi alle forze dell’ordine”: “La responsabilità è individuale. Non si possono accusare decine di migliaia di carabinieri, poliziotti. Alla sinistra diciamo che non lo permetteremo. Le forze dell’ordine non si toccano”. Stesso canovaccio dal responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli: “Le forze dell’ordine non sono e non resteranno sole. Le donne e gli uomini che con la divisa difendono e rappresentano tutti i giorni gli italiani, al di là della dinamica specifica di singoli casi e di eventuali errori sui quali verrà fatta chiarezza come già assicurato, non resteranno senza il pieno sostegno delle Istituzioni”. Atteggiamento cui reagisce con estrema durezza Elly Schlein: “Le parole di Mattarella hanno detto tutto quello che si doveva dire” sui fatti di Pisa. “Ma colpisce il silenzio del governo e di Piantedosi, Meloni si esprima su quanto accaduto ieri, sulle manganellate agli studenti, sui minori ammanettati a terra, si esprima sulla gestione dell’ordine pubblico e su un clima di repressione che ha superato nettamente il limite”, dice la segretaria Pd. Ma è soprattutto la nota di FdI a non andare giù a Schlein: “Sono dichiarazioni gravi e inaccettabili”, dice dal palco di un convegno a Milano. “Sono degli irresponsabili, e quelle parole denotano la totale assenza di senso istituzionale di chi governa oggi il Paese e non si assume le proprie responsabilità”. Non solo: “Ho l’impressione che davvero ci sia al governo chi strumentalizza le situazioni per alimentare un clima di tensione politica che non fa bene al nostro Paese”.


Il presidente del M5s Giuseppe Conte aveva parlato poco prima della nota del Quirinale, sottolineando il silenzio di Meloni: “Ancora una volta mette la testa sotto la sabbia”, su una questione che riguarda non solo Piantedosi ma “l’intero governo”. Dopo le parole di Mattarella, è Roberto Fico a chiedere che il ministro dell’Interno “valuti le dimissioni”. Anche da Italia Viva ne sottolineano “l’incapacità a gestire il mnistero”. Il verde Bonelli e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni rimarcano anche loro il “mutismo” di Meloni, e l’esponente di SI auspica un intervento della premier anche sul suo partito, che con la nota contro la sinistra dimostra di “aver perso la testa”.

Sicurezza, Donzelli (Fdi): Forze ordine non sono e non resteranno sole

Sicurezza, Donzelli (Fdi): Forze ordine non sono e non resteranno soleRoma, 24 feb. (askanews) – “Le forze dell’ordine non sono e non resteranno sole. Le donne e gli uomini che con la divisa difendono e rappresentano tutti i giorni gli italiani, al di là della dinamica specifica di singoli casi e di eventuali errori sui quali verrà fatta chiarezza come già assicurato, non resteranno senza il pieno sostegno delle Istituzioni”. Lo dichiara il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.


“Sarebbe pericoloso e sbagliato – avverte Donzelli. lasciarli da soli esposti a sputi, spinte, aggressioni e insulti di estremisti vari di collettivi e centri sociali. Dispiace vedere forze politiche che si fregiano di autochiamarsi democratiche essere prontissime a mettere sotto processo polizia e carabinieri e molto lente a condannare le continue violenze fisiche e verbali a cui questi sono sottoposti”.