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25 Aprile,Mattarella:fu liberazione da nazismo e da dittatura spietata

25 Aprile,Mattarella:fu liberazione da nazismo e da dittatura spietataCivitella, 25 apr. (askanews) – “Liberazione dall’occupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Civitella in Val di Chiana per la ricorrenza de, 25 aprile.


“L’entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione” ha osservato.

Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerra

Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerraCivitella , 25 apr. (askanews) – “Quelli compiuti dai nazifascisti furono “gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità. Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando a Civitella in Val di Chiana la festa della Liberazione dal nazifascismo.


“I nazifascisti ne erano ben consapevoli: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati e giustiziati, dovevano rimanere esposti per giorni, come sinistro monito per la popolazione. Ma le stragi di civili cercavano di tenerle nascoste e occultate, le vittime sepolte o bruciate” ha osservato Mattarella. “Non si sa se per un senso intimo di disonore o per evitare d’incorrere nei rigori di una futura giustizia, o, ancora, per non destare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani. All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni” ha concluso.

25 Aprile, Mattarella:fascismo fu disumano,da Resistenza riscatto morale

25 Aprile, Mattarella:fascismo fu disumano,da Resistenza riscatto moraleCivitella , 25 apr. (askanews) – “Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani come ci ricorda il prossimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura”.


“La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura. Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre fine al dominio nazifascista sul territorio italiano, per instaurare una nuova convivenza, fondata sul diritto e sulla pace” ha ribadito il presidente.

25 Aprile, Mattarella a Civitella: sono qui a fare memoria vittime

25 Aprile, Mattarella a Civitella: sono qui a fare memoria vittimeCivitella, 25 apr. (askanews) – “Sono venuto, oggi, qui a Civitella – uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero”. Lo ha detto il presidente della della Repubblica Sergio Mattarella celebrando la festa della Liberazione nel paese toscano. A Civitella, ha ricordato Mattarella, ottanta anni fa si tenne una “terribile, disumana, strage nazifascista perpetrata, in questo territorio, sulla popolazione inerme”. Qui “la crudeltà dei soldati della famigerata divisione Goring si sfogò in maniera particolarmente brutale, con stupri e uccisioni di bambini” ha aggiunto.


“Non c’è parte del suolo italiano –  con la sola eccezione della Sardegna – che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente uccisi. La Regione che ci ospita – la Toscana – è tra quelle – ha detto il presidente – che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme all’Emilia Romagna e al Piemonte. La magistratura militare e gli storici, dopo un difficile lavoro di ricerca, durato decenni, hanno, finora, documentato sul territorio italiano cinquemila crudeli e infami episodi di eccidi, rappresaglie, esecuzioni sommarie”.

25 Aprile, Mattarella a Civitella: eccidio pianificati a freddo

25 Aprile, Mattarella a Civitella: eccidio pianificati a freddoCivitella, 25 apr. (askanews) – “Come è attestato dai documenti processuali, gli eccidi furono pianificati a freddo, molti giorni prima, e furono portati a termine con l’inganno e con il tradimento della parola. Si attese, cinicamente, la festa dei Santi Pietro e Paolo per essere sicuri di poter effettuare un più numeroso rastrellamento di popolazione civile”. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando a Civitella in Val di Chiana, paese teatro di un eccidio nazifascista, la festa della Liberazione.


“La tragica contabilità del 29 giugno del ’44, in queste terre racconta di circa 250 persone assassinate. Tra queste, donne, anziani, sacerdoti e oltre dieci minorenni. Il più piccolo, Gloriano Polletti, aveva solo un anno. Maria Luisa Lammioni due. Il parroco di Civitella, don Alcide Lazzeri, e quello di San Pancrazio, Don Giuseppe Torelli, provarono a offrire la loro vita, per salvare quella del loro popolo, ma inutilmente. Furono uccisi anch’essi, insieme agli altri” ha osservato Mattarella.  

25 aprile, Meloni: fine fascismo pose basi per ritorno democrazia

25 aprile, Meloni: fine fascismo pose basi per ritorno democraziaRoma, 25 apr. (askanews) – “Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio.”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal suo profilo ufficiale Instagram.


“Continueremo a lavorare – conclude Meloni – per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!”.

25 Aprile,Fontana: Camera al lavoro su dedica seggio a Matteotti

25 Aprile,Fontana: Camera al lavoro su dedica seggio a MatteottiRoma, 25 apr. (askanews) – “Ci stiamo lavorando, è una proposta interessante”. Lo dice il presidente della Camera Lorenzo Fontana a proposito della richiesta delle opposizioni di dedicare a Giacomo Matteotti il seggio dell’aula di Montecitorio da cui pronunciò il sui je accuse al regime fascista instaurato dal capo del governo Benito Mussolini.


“Di sicuro – afferma il presidente leghista del Parlamento- siamo orgogliosi di aver organizzato alla Camera una commemorazione a lui dedicata alla presenza del presidente della Repubblica. Lo faremo giovedì 30 maggio: data non casuale, perché proprio il 30 maggio di 100 anni fa Matteotti pronunciava un celebre discorso nell’Aula di Montecitorio contro il regime fascista: quello che gli costerà la vita”.

Europarlamento approva direttiva Ue contro violenza di genere

Europarlamento approva direttiva Ue contro violenza di genereStrasburgo, 24 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva oggi a Strasburgo, on 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astensioni, la prima direttiva dell’Ue sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica.


La direttiva, che la Commissione aveva proposto simbolicamente nella giornata internazionale delle donne, l’8 marzo 2022, ha l’obiettivo di prevenire e punire la violenza di genere, anche armonizzando con norme minime o misure coordinate le definizioni e le pene irrogabili per determinati reati. Una volta applicata, garantirà in tutti gli Stati membri l’applicazione della “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, dell’11 maggio 2011 (“Convenzione di Istanbul”). La direttiva renderà più severe le leggi nazionali per contrastare la violenza informatica, richiederà una migliore assistenza e protezione delle vittime e misure per prevenire gli stupri, vieterà le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati, e stabilisce linee guida particolari per i reati commessi online, come la divulgazione di informazioni private e il “cyberflashing”.


Viene introdotta una lista di circostanze aggravanti per certi reati, in particolare per i crimini contro personaggi pubblici, giornalisti o difensori dei diritti umani. Le nuove aggravanti colpiranno anche l’intenzione di punire le vittime per il loro genere, l’orientamento sessuale, il colore della pelle, la religione, l’origine sociale o le convinzioni politiche, e il desiderio di mantenere o ristabilire “l’onore”. La direttiva dispone che sia data priorità alla sicurezza e al benessere delle vittime, anche attraverso l’accesso ad alloggi protetti. Sarà obbligatorio rendere loro accessibile l’assistenza sanitaria, compresi i servizi per la salute sessuale e riproduttiva. Inoltre, le autorità nazionali avranno maggiori obblighi di segnalazione e di raccolta delle prove e dovranno sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che il sesso non consensuale è considerato un reato.


Il Parlamento europeo ha chiesto e ottenuto che la Commissione europea riferisca ogni cinque anni sull’opportunità di rivedere la normativa. Il testo era già stato concordato informalmente con il Consiglio Ue il 6 febbraio a Strasburgo, dopo un lungo negoziato (cinque round dal luglio scorso). In quell’occasione, i negoziatori del Parlamento europeo non erano riusciti a convincere un gruppo nutrito di Stati membri (tra cui Francia, Germania, Olanda, Austria e Ungheria) a concordare una definizione comune europea del reato di stupro come atto basato sulla costrizione, non necessariamente violenta, a un atto sessuale non consensuale. La revisione periodica della direttiva da parte della Commissione potrebbe servire, almeno così si spera, a ritornare su questa definizione, quando le circostanze saranno più favorevoli.


Le nuove norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri hanno tre anni per recepire la direttiva.

Autogol Lega su Autonomia, assente manda sotto maggioranza. E’ caos

Autogol Lega su Autonomia, assente manda sotto maggioranza. E’ caosRoma, 24 apr. (askanews) – Autogol della Lega sul ddl autonomia differenziata: in commissione Affari costituzionali alla Camera la maggioranza viene battuta a sorpresa su uno delle centinaia di emendamenti M5s proprio a causa delle assenze del gruppo del Carroccio, sotto gli occhi di un impassibile ministro Roberto Calderoli. Per il centrodestra il voto non è valido e va ripetuto. Scoppia il caos, volano parole grosse e dopo una sospensione e un’accesa discussione, il presidente Nazario Pagano (Fi) decide di rinviare l’esame a venerdì. L’opposizione si appella al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, affinché eviti “una forzatura” che incrinerebbe “il rapporto di fiducia” e farebbe venire meno “la terzietà” che ha sempre contraddistinto il Presidente Pagano.


Nonostante la prudenza di Fi, ribadita anche oggi da Antonio Tajani, l’esame in Commissione non avrebbe dovuto riservare sorprese anche perché il patto è che il ddl arrivi in aula blindato il 29 aprile per la discussione generale anche se il voto finale arriverà solo dopo le Europee. La maggioranza, infatti, non ha presentato emendamenti e l’accordo è per un calendario serrato in modo da chiudere in commissione sabato, sacrificando anche il ponte del 25 aprile pur di tenere fede all’impegno caro alla Lega. Provando una ricostruzione di quanto accaduto, mettendo faticosamente in fila i fatti, tra le accuse incrociate di “ricostruzioni false” e “mistificazioni della realtà” emerge che l’inciampo avviene in apertura di seduta, alle 15, sul primo voto. Il Presidente Pagano inizia puntualissimo e, nessuno chiedendo di intervenire, passa al voto sull’emendamento 1.19 della pentastellata Carmela Auriemma che cancella la parola autonomia dai principi generali del primo articolo del ddl. Il parere di governo e relatore è contrario ma la votazione finisce 10 a favore a 7 contrari. Del centrodestra sono presenti 5 su 8 componenti di Fdi, uno di Fi, e solo un leghista su 5 (ovvero uno dei relatori del ddl Alberto Stefani). I voti li conta l’unico segretario di commissione presente, il pentastellato Pasqualino Penza. L’altra, la leghista Simona Bordonali, non è presente. L’opposizione esulta, uno dei tre relatori Alessandro Urzì (Fdi) chiede la parola, Pagano (Fi) cerca di correre ai ripari e non chiude la votazione. A quel punto è caos. Urla e proteste sono udibili dai corridoi antistanti la commissione, tanto che i commessi, intervenuti vista la situazione incandescente, allontanano i cronisti. Accorre anche il capogruppo Fdi Tommaso Foti ma da subito la posizione della maggioranza è di fare quadrato negando la validità del voto: “L’opposizione ha proclamato il risultato che il presidente non ha proclamato, quindi ha molta fantasia”, dice Foti. “Non è accaduto nulla, l’opposizione sbaglia. Il relatore Urzì aveva chiesto la parola, io sono esattamente entrato in quel momento e quindi il voto era stato sospeso. C’è poco da polemizzare, riprenderemo a votare. Come al solito l’opposizione della sinistra è farlocca, fanno cagnara inutile”, difende la linea il leghista Iezzi. “Siamo stanchi di un’opposizione che ormai si spinge fino alla mistificazione della realtà dichiarando numeri di fantasia e certificando votazioni mai esistite”, dichiara Urzì.


Dopo una sospensione della seduta durante la quale Pagano si informa sui precedenti con la presidenza della Camera, alla ripresa il Presidente annuncia l’intenzione di far ripetere il voto. È di nuovo bagarre. Per l’opposizione il voto è regolare e una eventuale ripetizione andava fatta semmai immediatamente. Spiega il dem Federico Fornaro: “Il Presidente avrebbe dovuto chiudere le porte immediatamente e ripetere per appello nominale la votazione, questo dice il Regolamento”. Alla fine le opposizioni spuntano un rinvio a venerdì. Pagano, di umore nero, intercettato dai cronisti, si limita a dire: “Non si è conclusa la procedura di voto. La Commissione è rinviata a venerdì”. Il paradosso è che il Presidente della Commissione finisce nel mirino delle opposizioni per difendere un ddl che la Lega vuole a tutti i costi e su cui invece il suo partito tiene alta la vigilanza tanto che Tajani oggi ha fatto sapere che pretenderà l’impegno sui Lep attraverso l’approvazione di ordini del giorno in aula.


“Speriamo che questo rinvio porti Pagano a riconsiderare la forzatura in termini di regolamento che vorrebbe fare. Abbiamo chiesto di interloquire con il presidente Fontana. Non vogliamo venga meno il ruolo di terzietà di Pagano. Se viene meno non si può andare avanti su un provvedimento così delicato. Si prenda atto della realtà dei fatti: la maggioranza è stata battuta”, dice Simona Bonafè (Pd). Filiberto Zaratti fa sapere che “Avs non è disposta a riprendere l’esame del ddl fino al pronunciamento della Giunta per il Regolamento e della presidenza della Camera sull’accaduto”.

Autonomia, maggioranza battuta, caos in commissione: “Voto va ripetuto”

Autonomia, maggioranza battuta, caos in commissione: “Voto va ripetuto”Roma, 24 apr. (askanews) – E’ caos in commissione Affari costituzionali della Camera sull’Autonomia.


La maggioranza è infatti stata battuta, 10 a 8, su un emendamento che aveva ricevuto il parere negativo di governo e relatore. Il centrodestra ritiene tuttavia che il voto non sia valido e vada ripetuto. Secondo la loro ricostruzione, infatti, alcuni leghisti erano fuori dalla porta, il voto era iniziato ma la procedura non era finita. Di fronte alle polemiche, il presidente della commissione, Nazario Pagano, ha sospeso la seduta, si è informato sui precedenti con la presidenza della Camera. E alla ripresa ha annunciato l’intenzione di far ripetere il voto.


Protesta l’opposizione secondo cui il voto è regolare. “La ripetizione – ha osservato Alfonso Colucci del M5s – andava fatta immediatamente nelle medesime condizioni. Con i medesimi soggetti, non ora che dopo la sospensione sono arrivati altri deputati”. Colucci ha ribadito che “il risultato del voto non è competenza del presidente ma del segretario. Il segretario presente era Penza del nostro gruppo, era assente Bordonali”, ha aggiunto.