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Europee, Prodi: candidatura Schlein è ferita alla democrazia

Europee, Prodi: candidatura Schlein è ferita alla democraziaRoma, 21 apr. (askanews) – Sulle candidature alle elezioni europee “a me onestamente per quello che sta succedendo vuol dire proprio che non mi da retta nessuno”. Così Romano Prodi, intervistato a La Repubblica delle Idee, a Napoli, a proposito delle candidature di tanti leader politici, tra cui la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Se ragioniamo un pochino con il buon senso, ma perché dobbiamo dare il voto a una persona che di sicuro se viene eletto non va al Parlamento europeo?”, ha continuato Prodi. “Sono ferite della democrazia che scavano il fosso e per cui la democrazia non è più amata. Riguarda tutti da Meloni a Schlein. In questo modo non si può sostenere che la democrazia sia un sistema al servizio del popolo, perché in quel caso il popolo non c’entra niente: vota per uno e ci va un altro”, ha spiegato.

Europee, liste Pd guidate da Schlein, Bonaccini, Annunziata e Strada

Europee, liste Pd guidate da Schlein, Bonaccini, Annunziata e StradaRoma, 21 apr. (askanews) – Le liste Pd per le europee prendono forma, il responsabile organizzazione Igor Taruffi ha letto in direzione i primi nomi – quelli dei posti più in alto – che andranno poi completati con le cosidette ‘candidature di servizio’. Le caselle più importanti sono comunque definite, con Elly Schlein capolista al centro e nelle isole, Ceciclia Strada nel nord-ovest, Stefano Bonaccini nel nord-est, Lucia Annunziata al sud.


Nel dettaglio, nella cicrcoscrizione nord-ovest, dopo la strada, ci sono Brando Benifei, Irene Tinagli, Alessandro Zan, Antonella Parigi, Giorgio Gori, Eleonora Evi, Piefrancersco Maran, Elena Accossato, Davide Mattiello, Monica Romano, Emanuele Fiano, Lucia Artusi, Fulvio Centoz, Donatella Alfonso, Fabio Pizzul Nel nord-est, dietro a Bonaccini, Annalisa Corrado, Ivan Pedretti, Elisabetta Gualmini, Alessandro Zan, Alessandra Moretti, Giuditta Pini, Silvia Panini, Antonio Mumolo, Sara Vito, Marcello Sartarelli e Andrea Zanoni. Quindi, al centro capolista la Schlein, seguita da Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Marco Tarquinio, Beatrice Covassi, Dario Nardella, Daniela Rondinelli, Matteo Ricci, Umberto Insolera, Alessia Morani, Marco Pacciotti, Antonio Mazzeo.


Confermata Lucia Annunziata al primo posto al sud, con Antonio Decaro al numero due e poi Pina Picierno, Sandro Ruotolo, Jasmine Crisatallo, Shadi Ali Sade,Giuseppina Paterna, Annamaria Beci, Francerco Forte, Luigi Tassone, Lello Topo, Francesco Todisco. Infine, nelle isole capolista di nuovo la Schlein, poi Antonio Nicita, Lidia Tilotta, Pietro Bartolo, Angela Quacquero, Pino Lupo.

Pd discute su nome Schlein nel simbolo. Cuperlo: “Non sei Renzi”

Pd discute su nome Schlein nel simbolo. Cuperlo: “Non sei Renzi”Roma, 21 apr. (askanews) – Il nome di Elly Schlein nel simbolo Pd per le europee fa discutere la direzione. La segretaria ha messo sul tavolo la proposta poco prima dell’inizio della riunione chiama ad approvare le candidature ma, secondo quanto viene riferito, ha trovato parecchia perplessità nel partito.


La leader Pd sarà capolista in centro e nelle isole, anche se ha precisato che lo fa per “dare una mano alla squadra” e che poi resterà in Parlamento a Roma fare la battaglia contro Giorgia Meloni. Ma proprio per trainare il partito la leader democratica avrebbe chiesto – “solo per questa vola”, ha precisato il presidente Pd Stefano Bonaccini – di inserire il nome nel simbolo.Bonaccini si è detto favorevole, ma la proposta è stata accolta con freddezza, per usare un eufemismo, e Gianni Cuperlo -uno dei primi a intervenire in direzione – ha commentato: “”Elly te lo dico per la considerazione e la stima che è cresciuta nei tuoi confronti in questo anno di tua segreteria: tu non sei Giorgia Meloni, non sei Matteo Salvini, non sei Tajani, non sei Renzi, non sei Calenda. Tu sei meglio di tutti questi personaggi che ho appena citato. Tu sei meglio e vieni da una cultura diversa”.


Contro la proposta, tra gli intervenuti finora, si sono espresse anche Silvia Costa e Paola De Micheli. Favorevole invece Pierfrancesco Majorino. Alla fine, dopo il dibattito, la direzione dovrà votare sull’inserimento del nome della Schlein nel simbolo. 

Tajani: la 194 non si tocca, legge che va rispettata

Tajani: la 194 non si tocca, legge che va rispettataMilano, 21 apr. (askanews) – “Nessuno ha mai parlato di cambiare la 194: è una legge che c’è e va rispettata. Io sono sempre per garantire la libertà di tutti, compresa quella di chi è contro l’aborto. La 194 non si tocca”. A dirlo il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine dell’apertura della campagna per le europee di Letizia Moratti a Milano a chi gli chiedeva la sua posizione sull’emendamento al decreto Pnrr che prevederebbe i pro-vita nei consultori.

Meloni posta il monologo di Scurati: sinistra monta un caso, io non censuro

Meloni posta il monologo di Scurati: sinistra monta un caso, io non censuroRoma, 20 apr. (askanews) – “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura”. Così la premier Giorgia Meloni su Facebook dove ha postato il testo del monologo che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere questa sera in vista del 25 aprile su Raitre e che non andrà in onda perché cancellato.

Rai, Meloni posta monologo Scurati: sinistra monta caso, io non censuro

Rai, Meloni posta monologo Scurati: sinistra monta caso, io non censuroRoma, 20 apr. (askanews) – “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura”. Così la premier Giorgia Meloni su Facebook dove ha postato il testo del monologo che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere questa sera in vista del 25 aprile su Raitre e che non andrà in onda perché cancellato.

Rai, cancellato monologo Scurati sul 25 aprile. Opposizioni insorgono

Rai, cancellato monologo Scurati sul 25 aprile. Opposizioni insorgonoRoma, 20 apr. (askanews) – Non andrà in onda il monologo di Antonio Scurati sulla ricorrenza del 25 aprile previsto per sabato sera nel corso del programma ‘Che sarà’ su Raitre. Le opposizioni, la Cgil e l’Anpi gridano alla “censura” e la presidente della commissione Vigilanza chiede all’azienda di chiarire. Viale Mazzini si difende parlando di questioni “di natura economica e contrattuale” da “non confondere con gli aspetti editoriali” perché la possibilità dell’autore del best seller “M Il figlio del secolo”, il romanzo documentario su Benito Mussolini, “non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura”.


A dare notizia del cambio di programma è stata la conduttrice della trasmissione che avrebbe dovuto ospitare il monologo, Serena Bortone, che sul suo profilo Instagram spiega di aver appreso “ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”. Per Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd, “Telemeloni questa volta l’ha fatta veramente grossa. A 5 giorni dalla festa di Liberazione è una decisione che non possiamo accettare. Chiediamo a tutte le antifasciste e antifascisti di far sentire la loro (nostra) voce. Chiediamo ai vertici aziendali di fornire immediatamente il perché di questa che appare essere una censura insopportabile”. Interviene anche la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia che chiede all’azienda di chiarire “tutti gli aspetti di questa vicenda con una risposta convincente per sgomberare il campo da qualunque sospetto di intento censorio”. Insorgono anche Avs e il leader di Azione Carlo Calenda di solito “sempre prudente – per sua stessa ammissione – nella critica al Governo sul tema delle influenze della politica sulla Rai: “Questa roba accade in Russia e non può accadere in un paese europeo. Cara Giorgia Meloni, la Rai non è tua. La paghiamo, purtroppo, tutti. Datti una regolata”.


Intanto il testo del monologo che Scurati non reciterà mai su Raitre è stato diffuso su numerose testate e in pochi minuti è diventato virale sui social network. Contiene un attacco diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022 – osserva lo scrittore – aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola ‘antifascismo’ in occasione del 25 aprile 2023)”. Secondo Scurati “finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”. Per Fratelli d’Italia non si tratta di censura ma di marketing. “Antonio Scurati – attacca il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi – è uno di quegli autori molto intelligenti che, con la destra al governo, sanno di poter fare marketing vendendo libri e incassando soldi dalle apparizioni pubbliche. Se domani cadesse il nostro governo Scurati non venderebbe più una copia e il fascismo sparirebbe salvo ricomparire magari tra qualche anno”.


Per la Rai non c’è “nessuna censura. Credo sia opportuno – afferma Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento – non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti. Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura”.

Europee, Tajani primo big in campo: il leader deve avere coraggio

Europee, Tajani primo big in campo: il leader deve avere coraggioRoma, 20 apr. (askanews) – Ai due alleati, racconta, ha comunicato la sua decisione ieri sera. Con il partito l’ha formalizzata nel corso della riunione della segreteria. A elettori e mezzi di informazione l’ha confermata durante l’intervento al Consiglio nazionale. Nessun effetto sorpresa né particolare pathos, però, si respira all’Hotel Parco dei principi di Roma, perché l’annuncio era nell’aria da settimane: Antonio Tajani è il primo leader di partito a candidarsi alle elezioni Europee. Lo farà da capolista di Forza Italia in quattro circoscrizioni su cinque, lasciando che nelle Isole a guidare la pattuglia sia Caterina Chinnici.


Tajani scende in campo una settimana prima della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia in programma a Pescara, l’occasione scelta da Giorgia Meloni – e anche questo ormai non è più un mistero – per annunciare che sarà il suo il nome in cima alle liste del partito in tutta Italia per la competizione di giugno. A quel punto, dunque, sarà ufficiale che l’unico big del centrodestra a non partecipare direttamente alla sfida sarà Matteo Salvini. E’ stato lui stesso a farlo sapere ormai settimane fa, bruciando i tempi, quando ancora i suoi colleghi ripetevano il mantra che la decisione sarebbe stata presa tutti insieme per il bene della coalizione. La motivazione principale: non sottrarre tempo al lavoro da ministro. Curiosamente, il ragionamento del segretario di Forza Italia è quasi perfettamente “a rovescio”. “Ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni Europee – comunica – e lo farò profondendo tutte le mie forze senza mai far passare in secondo piano il mio ruolo di ministro degli Esteri e di vice premier”, anche perché “se un segretario di partito non ha il coraggio di mettersi al servizio di chi gli ha dato fiducia al congresso non sarebbe un buon segretario di partito”.


Il punto è che i due vice premier arrivano a questa competizione in due condizioni diametralmente opposte. Salvini sa già che le percentuali stellari di cinque anni fa saranno solo un bel ricordo, ha mezza Lega che gli contesta di aver dimenticato il Nord e una parte che mette in discussione il suo ruolo di numero uno. Tajani nemmeno dodici mesi fa ha preso le redini di un partito che, dopo la morte del fondatore Silvio Berlusconi, rischiava di essere sotto la soglia di sopravvivenza e ora, invece, può addirittura pensare di certificare il sorpasso sull’alleato. D’altra parte è già successo in Sardegna e Abruzzo e nelle elezioni di domani in Basilicata Forza Italia può fare affidamento sul fatto che il candidato governatore è un proprio uomo. “Non sto facendo nessuna competizione con gli alleati, noi dobbiamo guardare al grande partito dell’astensione”, continua però a ripetere il segretario azzurro. Che però, nel frattempo, non soltanto ha stretto dei patti elettorali con Noi moderati, Svp e altre realtà locali per raggiungere il suo obiettivo, ma ha anche raccolto qui e lì ex classe dirigente del Carroccio come Roberto Cota o Marco Reguzzoni. Per non dire della frenata che il suo partito sta imponendo all’Autonomia, di quei suoi “vigileremo”, che hanno comportato una frattura del centrodestra in regione Veneto. Il motivo principale della sua decisione di candidarsi, dice però, “è quello di mettere nell’agone elettorale 30 anni di vita nelle istituzioni europee”. Tajani definisce la sua decisione “un atto d’amore” nei confronti degli elettori e del partito, ma dietro la determiminazione c’è anche la consapevolezza di poter andare ufficialmente all’incasso del recupero di consensi. A giugno dell’anno scorso ci si chiedeva se Forza Italia potesse superare lo sbarramento del 4%, oggi non è preregrino ipotizzare che possa centrare l’obiettivo che da tempo Tajani ha fissato, quello del 10%.


Lo slogan scelto, non a caso, è “Una forza rassicurante”, l’impegno è quello di fare liste competitive in cui non ci siano “protetti, protettori, amici o ciucci”, il racconto è quello di un partito che non litiga più. Tutto, insomma, dà una immagine molto diversa da quella della Lega attuale. Il giorno delle elezioni Europee precederà di poco il primo anniversario della morte del fondatore. “Se il buongiorno si vede dal mattino l’8 e il 9 di giugno potremo festeggiare uno straordinario risultato di Forza Italia che sarà il miglior regalo che tutti quanti noi potremo fare a Silvio Berlusconi a un anno dalla scomparsa”, dice Tajani.

Rai, cancellato il monologo di Scurati sul 25 aprile, le opposizioni insorgono

Rai, cancellato il monologo di Scurati sul 25 aprile, le opposizioni insorgonoRoma, 20 apr. (askanews) – Non andrà in onda il monologo di Antonio Scurati sulla ricorrenza del 25 aprile previsto per questa sera nel corso del programma ‘Che sarà’ su Raitre. Le opposizioni, la Cgil e l’Anpi gridano alla “censura” e la presidente della commissione Vigilanza chiede all’azienda di chiarire. Viale Mazzini si difende parlando di questioni “di natura economica e contrattuale” da “non confondere con gli aspetti editoriali” perché la possibilità dell’autore del best seller “M Il figlio del secolo”, il romanzo documentario su Benito Mussolini, “non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura”.


A dare notizia del cambio di programma è stata la conduttrice della trasmissione che avrebbe dovuto ospitare il monologo, Serena Bortone, che sul suo profilo Instagram spiega di aver appreso “ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”. Per Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd, “Telemeloni questa volta l’ha fatta veramente grossa. A 5 giorni dalla festa di Liberazione è una decisione che non possiamo accettare. Chiediamo a tutte le antifasciste e antifascisti di far sentire la loro (nostra) voce. Chiediamo ai vertici aziendali di fornire immediatamente il perché di questa che appare essere una censura insopportabile”. Interviene anche la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia che chiede all’azienda di chiarire “tutti gli aspetti di questa vicenda con una risposta convincente per sgomberare il campo da qualunque sospetto di intento censorio”. Insorgono anche Avs e il leader di Azione Carlo Calenda di solito “sempre prudente – per sua stessa ammissione – nella critica al Governo sul tema delle influenze della politica sulla Rai: “Questa roba accade in Russia e non può accadere in un paese europeo. Cara Giorgia Meloni, la Rai non è tua. La paghiamo, purtroppo, tutti. Datti una regolata”.


Intanto il testo del monologo che Scurati non reciterà mai su Raitre è stato diffuso su numerose testate e in pochi minuti è diventato virale sui social network. Contiene un attacco diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022 – osserva lo scrittore – aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola ‘antifascismo’ in occasione del 25 aprile 2023)”. Secondo Scurati “finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”. Per Fratelli d’Italia non si tratta di censura ma di marketing. “Antonio Scurati – attacca il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi – è uno di quegli autori molto intelligenti che, con la destra al governo, sanno di poter fare marketing vendendo libri e incassando soldi dalle apparizioni pubbliche. Se domani cadesse il nostro governo Scurati non venderebbe più una copia e il fascismo sparirebbe salvo ricomparire magari tra qualche anno”.


Per la Rai non c’è “nessuna censura. Credo sia opportuno – afferma Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento – non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti. Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura”.

Europee, Schlein: Bonaccini guida lista Pd nel nord-est, lo ringrazio

Europee, Schlein: Bonaccini guida lista Pd nel nord-est, lo ringrazioRoma, 20 apr. (askanews) – “Le elezioni dell’8 e il 9 giugno sono una sfida decisiva per il futuro dell’Europa. E dobbiamo schierare tutte le energie migliori di cui disponiamo. Per questa ragione ho chiesto a Stefano Bonaccini di guidare la lista del Nordest: la sua esperienza decennale da presidente dell’Emilia-Romagna e il suo ruolo di presidente del Pd ne fanno una proposta molto forte per la battaglia che dobbiamo condurre e l’Europa che vogliamo costruire. Lo ringrazio per aver accettato.” Lo afferma in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.