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Mattarella: c’è tendenza a sostituire potere delle armi al dialogo

Mattarella: c’è tendenza a sostituire potere delle armi al dialogoRoma, 16 feb. (askanews) – “Rivolgo un saluto cordiale agli organizzatori e ai partecipanti alla conferenza che il Soft Power ha significativamente scelto di tenere quest’anno in India. Le riflessioni delle espressioni migliori della società civile contribuiscono in maniera rilevante a inquadrare i processi della geopolitica del presente, soprattutto in un mondo dilaniato da conflitti, indicativi di una tendenza a sostituire il potere delle armi – l’hard power – alla persuasione e al dialogo”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato alla India Soft Power Conference in corso nel Kerala, organizzata dal presidente del Soft Power Club Francesco Rutelli su invito di Amitabh Kant, Sherpa del G20 per il Presidente indiano Narendra Modi.


“In questo contesto, segnato in molte parti del mondo da indicibili lutti, la conferenza – prosegue – contribuisce alla tenace attività di chi a tutte le latitudini si impegna per promuovere la cooperazione internazionale ed il multilateralismo. Si tratta peraltro, di valori che condividiamo con l’India. Il Soft Power Club ha il merito di promuovere questo approccio da tempo con apprezzabile originalità, concentrando la sua attività sulle grandi sfide dell’epoca contemporanea: dalla sostenibilità, al progresso tecnologico ad un dialogo interculturale che sappia essere efficace strumento per la costruzione di soluzioni condivise. In questo percorso può contare sul tessuto di esperienze e tradizioni culturali ed economiche di cui l’Italia è così ricca e sull’apporto fattivo delle tante personalità italiane ed internazionali unite dalla riflessione sul Soft Power”.

Crollo in cantiere Firenze, Schlein: sicurezza lavoro è vera emergenza

Crollo in cantiere Firenze, Schlein: sicurezza lavoro è vera emergenzaRoma, 16 feb. (askanews) – La notizia che arriva da Firenze del crollo al cantiere di Esselunga è “drammatica” e ricorda che “la sicurezza sul lavoro è una vera emergenza” in Italia. Cosí la segretaria del Pd Elly Schlein, all’incontro con gli agricoltori al Nazareno, chiedendo un “minuto di silenzio per le vittime”.


“Non puó l’Italia continuare ad essere un Paese in chi si muore di lavoro, si muore di stage. Credo che anche questa tragedia di oggi ci ricordi quanto le istituzioni non possano accettarlo e debbano fare ogni sforzo per aumentare la sicurezza sul lavoro, responsabilizzare le aziende, incrementare i controlli e assumere ispettori, e lavorare sulla formazione”, ha sottolineato la leader dem. “Ancora non è certo il numero delle vittime – ha proseguito Schlein – ci sono soccorritori al lavoro per provare a estrarre gli operai” che sono “sotto le macerie” e il minuto di silenzio è “per esprimere la vicinanza alle familiari e tutto il nostro sostegno a chi si sta occupando dei soccorsi”.

Migranti, Meloni: immagino modello ‘Caivano’ per Tunisia e Libia

Migranti, Meloni: immagino modello ‘Caivano’ per Tunisia e LibiaRoma, 15 feb. (askanews) – Sulla questione migratoria “dobbiamo tenere alta l’attenzione” e “insistere con le Nazioni della regione del Mediterraneo allargato e dell’Africa Sub-Sahariana, per un metodo di lavoro condiviso che faccia contrastare insieme gli sbarchi sulle nostre coste, cooperando per colpire la rete dei trafficanti e aiutando le economie più fragili per rimuovere le cause che spingono a migrare”. Lo ha detto – secondo quanto si apprende – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso dell’informativa sulle politiche migratorie in Consiglio dei ministri.


Su questo fronte, ha sottolineato la premier, “ho bisogno di tutto il governo poiché quello che immagino operativamente, e mediaticamente, è un modello ‘Caivano’ da proporre per il nord del continente africano, in modo particolare per la Tunisia e la Libia, ben consapevoli delle differenze sussistenti tra Tripolitania e Cirenaica”. “Dobbiamo sforzarci – ha esortato Meloni – di far sentire ad entrambe le Nazioni la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà. Pensiamo innanzitutto a impostare tavoli ministeriali che rafforzino la collaborazione”.


Entrando più nel dettaglio sul modello ‘Caivano’ da lei immaginato, la premier avrebbe affermato – sempre secondo quanto si apprende -: “Andiamo tutti in Libia e Tunisia, sviluppiamo progetti, controlliamone l’esecuzione, coordinando, come per Caivano, le presenze, in modo che siano cadenzate e diano il senso della continuità”.

De Luca chiama in piazza a Roma domani Sindaci Sud: Governo nemico Mezzogiorno

De Luca chiama in piazza a Roma domani Sindaci Sud: Governo nemico MezzogiornoRoma, 15 feb. (askanews) – Contro l’autonomia differenziata e per chiedere lo sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione. Sono questi i due obiettivi della manifestazione convocata per domani a Roma dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha chiamato all’appello tutti i sindaci del Sud Italia, tutte le forze politiche, e tutti i rappresentanti parlamentari. “Questa non è una battaglia di partito, quindi, abbiamo invitato tutti i parlamentari campani, e meridionali, ad essere presenti e dare un contributo”, ha detto nei giorni scorsi il governatore campano.


“Stiamo difendendo i nostri territori, le nostre imprese, le nostre famiglie, i nostri figli, non le bandiere di partito. Noi facciamo una battaglia per il nostro territorio, per difendere la dignità del del Sud, che questo governo ha danneggiato enormemente”, ha aggiunto De Luca. Intanto ieri, il ministro per le Politiche di coesione, Raffaele Fitto, per cercare di ‘disinnescare’ la manifestazione di domani, ha incontrato una delegazione di Anci Campania guidata dal presidente Carlo Marino, con la partecipazione dei vicepresidenti – Antonio Del Giudice, Massimo Pelliccia e Luigi Carbone – del segretario generale Nello D’Auria, del coordinatore Piccoli Comuni, Stefano Pisani e del sindaco di Benevento, Clemente Mastella. I primi cittadini campani hanno chiesto al ministro “la riapertura del tavolo tecnico con la Regione Campania per arrivare, in tempi rapidi e certi, all’Accordo di Coesione”. Da parte sua Fitto ha ricordato che “il tavolo tecnico resta comunque aperto e finalizzato all’accordo”.


Mastella, che domani sarà presente alla manifestazione nella Capitale, ha detto di augurarsi “già sabato un incontro di pacificazione istituzionale tra il ministro Fitto e il governatore della Campania, anche perché se non si arriva a questo tutto andrà a discapito dei Comuni con il rischio davvero di una sorta di insurrezione dei Comuni stessi”.

Al via riunione Cdm, Meloni relaziona su migranti e Lollobrigida su agricoltura

Al via riunione Cdm, Meloni relaziona su migranti e Lollobrigida su agricolturaRoma, 15 feb. (askanews) – E’ iniziata a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno, tra l’altro, un’informativa della premier Giorgia Meloni sulle politiche migratorie e una del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sugli obiettivi strategici per il settore agricolo.


A largo Chigi, pochi metri di distanza dalla sede del Governo, staziona un presidio di trattori che ha raggiunto la cittadella della politica dalla manifestazione di protesta in corso al Circo Massimo.

Protesta trattori, presidio agricoltori crotonese a Largo Chigi

Protesta trattori, presidio agricoltori crotonese a Largo ChigiRoma, 15 feb. (askanews) – Una trentina di agricoltori del Crotonese, con cappellino bianco, un piccolo striscione e alcune bandiere italiane, hanno improvvisato un presidio a Largo Chigi, a pochi passi dalla sede del governo.


Gli agricoltori sono guardati a vista da un nutrito cordone di polizia e carabinieri, tutti equipaggiati con tenuta antisommossa, e una almeno una decina di veicoli a supporto. Gli agricoltori del Crotonese sono arrivati a pochi passi da Palazzo Chigi direttamente dalla Calabria, raccontano, “siamo sotto il Maf, Movimento agricoltori federati e non siamo andati al Circo Massimo perché non stiamo con il Cra, che ci ha tradito”, e “nemmeno con Riscatto agricolo, alcuni dei quali, ci dicono non sono nemmeno agricoltori, i veri agricoltori stanno continuando a manifestare”, aggiungono.


Per quanto riguarda le misure annunciate dal governo in favore del settore, “assolutamente” non soddisfano gli agricoltori in presidio a Largo Chigi: “L’Irpef – sostengono – va tolto totalmente perché l’agricoltura non fa distinzione tra grandi e piccole aziende”. Le forze di sicurezza hanno intanto chiuso al traffico il tratto di via del Corso che dà sul Palazzo Chigi e Piazza Colonna.

Medio Oriente, Meloni: il governo sta lavorando secondo le indicazioni del Parlamento

Medio Oriente, Meloni: il governo sta lavorando secondo le indicazioni del ParlamentoRoma, 15 feb. (askanews) – Sul Medio Oriente Giorgia Meloni conferma la nuova linea – che punta al cessate il fuoco – concordata nei giorni scorsi con la segretaria del Pd Elly Schlein. Dopo le indiscrezioni, l’occasione è stata data dalle dichiarazioni alla stampa nell’ambito del Vertice intergovernativo Italia-Romania. “Siamo sempre più preoccupati dai recenti sviluppi in particolare
per l’incolumità degli ostaggi, la salvaguardia dei civili nella zona di Rafah, per il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto. Il governo italiano recepisce la chiara indicazione emersa dal Parlamento, lavoreremo in questo senso in ambito internazionale e in particolare nell’ambito della Presidenza italiana del G7”, ha assicurato, riferendosi alle mozioni approvate martedì alla Camera, compresa quella Dem, passata con l’astensione della maggioranza dopo i contatti telefonici tra
Meloni e Schlein. La mozione Pd conteneva, tra le altre cose, l’impegno a “sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario”.


Sul tema del Medio Oriente questa mattina è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rigettando l’accusa di “genocidio” da parte di Israele, che però sta conducendo un “attacco militare che sta provocando troppe vittime civili”. Questo non vuol dire negare le responsabilità di Hamas, che – per il titolare della Farnesina – “è un’organizzazione terroristica che ha organizzato una caccia all’ebreo il 7 ottobre compiendo degli atti che nessuno al mondo ha mai compiuto. Questi sono peggio della Gestapo e delle SS: è tutto dire”.Sul tema della sicurezza internazionale, però, non c’è solo la questione medio-orientale, ma anche l’Ucraina, una guerra “nel cuore dell’Europa” su cui non sono possibili cedimenti. Per questo, nel suo intervento, la premier sembra rispondere – pur senza fare riferimenti diretti – al candidato repubblicano Usa Donald Trump, che nei giorni scorsi aveva detto che incoraggerebbe la Russia a “fare quello che diavolo vuole” contro i Paesi Nato che non danno il loro contributo economico all’Alleanza atlantica. “Siamo convinti – è invece la linea di Meloni – che la Nato debba continuare a mostrare coesione e unità, in linea con un approccio a 360 gradi alla sicurezza euro-atlantica e rilanciando anche l’azione sul fianco Sud”.


 

L’accordo Italia-Albania è legge, due centri per i migranti oltre-Adriatico

L’accordo Italia-Albania è legge, due centri per i migranti oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.