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Renzi: Conte è una banderuola, oggi con Landini domani con l’Ugl

Renzi: Conte è una banderuola, oggi con Landini domani con l’UglRoma, 13 feb. (askanews) – “Conte è una banderuola, è stato premier con Salvini poi è diventato il magnifico punto di riferimento del progressismo grazie a Zingaretti e Bettini, poi è tornato indietro, avanti… E’ una persona che non ha idee e le cambia a seconda del momento. Oggi è con Landini domani lo trovi con l’Ugl”. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi intervistato a Sky Tg24.


“Lui fa il suo la questione è cosa vuole fare il Pd da grande… Elly fa bene a candidarsi alle Europee contro Giorgia Meloni o forse Arianna Meloni, lo scopriremo vivendo” ha concluso Renzi. 

Salvini punge Meloni su trattori,fondi per Irpef in arrivo

Salvini punge Meloni su trattori,fondi per Irpef in arrivoRoma, 12 feb. (askanews) – Il vento (leghista) delle europee soffia sul fuoco della protesta dei trattori, segmento rilevante dell’elettorato di centrodestra. Il leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini oggi ha convocato in video conferenza i dirigenti del partito e la dichiarazione che ne è uscita è stato un chiaro messaggio a Giorgia Meloni: sul ripristino dell’esenzione Irpef non basta limitarsi ai redditi sotto i 10 mila euro, il governo deve fare di più.


Sull’esenzione Irpef, ha detto Salvini nel pomeriggio, “vogliamo coinvolgere un numero sempre maggiore di imprenditori agricoli, aggiungendo altre risorse rispetto a quanto già ipotizzato”. La proposta della Lega era quella di estenderla al di sopra della fascia dei 10 mila euro. Tra le altre proposte del Carroccio figurano l’approvazione della proposta sul controllo dei prezzi e costi di produzione e l’accelerazione dei provvedimenti per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica, oltre a un secco “no” all’intesa con i Paesi del Mercosur a cui sta lavorando Bruxelles. Per l’Irpef – la vera partita – il problema sono le risorse. Al lavoro su questo si sono messi ormai da giorni il ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice (Fdi) Maurizio Leo, in stretto contatto con il ministro Francesco Lollobrigida, che ieri aveva incontrato alcuni manifestanti al presidio sulla Nomentana a Roma. E dalle pieghe del bilancio, non senza fatica, in serata sono uscite alcune risorse aggiuntive, alla base di un emendamento governativo che sarà presentato al Milleproroghe. “La norma – spiegano fonti parlamentari – prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro”. Un intervento che, per le fonti, dimostra il “massimo impegno” del governo per il comparto. “In Italia abbiamo investito molto sull’agricoltura, le risorse sono aumentate”, ha assicurato Meloni al Tg5, dicendo di “capire” le proteste degli agricoltori e attaccando le “follie” europee “di quella che dicevano fosse una transizione ecologica ma in realtà era una transizione ideologica”. Da parte sua la Lega esprime “grande soddisfazione” per l’aumento delle risorse per l’Irpef, un esito – rivendica – “richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini”.


Tensione rientrata, dunque, ma anche se per la premier la maggioranza è “compatta” al di là delle “sfumature”, è evidente che quello degli agricoltori è solo uno dei terreni di scontro interni al governo e alla maggioranza (tra gli altri si possono inserire la coppia premierato-autonomia; la giustizia; i balneari, tanto per fare alcuni esempi) su cui da qui al voto di giugno si giocherà la ‘competition’ tra le forze di centrodestra.Per Bruxelles, ma sopratutto per i rapporti di forza in Italia.

Convergenza complicata opposizioni su mozioni M.O,Pd valuta domani

Convergenza complicata opposizioni su mozioni M.O,Pd valuta domaniRoma, 12 feb. (askanews) – Le opposizioni arrivano di nuovo in ordine sparso al voto sulle mozioni sul Medio oriente, ogni partito di opposizione presenta un proprio documento e solo domattina si capirà se sarà possibile almeno arrivare a qualche sostegno incrociato sui rispettivi documenti. Il Pd ha fissato la sua linea già a gennaio, scrivendo una mozione che ha messo d’accordo tutte le anime del partito, ma su questo non c’erano stati problemi nemmeno quando si è votato sull’Ucraina. Anche alIora i problemi nacquero, appunto, quando si trattò di decidere come comportarsi sui documenti degli altri partiti e lì ci furono delle smagliature, un pezzo di Pd votò anche una parte della mozione del governo nonostante la linea del partito fosse l’astensione sulle altre mozioni.


Questa volta i democratici sembrano orientati a orientato a votare solo il proprio documento, ma si valuterà domattina se astenersi o non partecipare proprio al voto sugli altri testi. L’ala più moderata del partito ha già mosso critiche su almeno due passaggi del testo di Verdi e Sinistra, in particolare su due punti: innanzitutto, la parte in cui si impegna il governo a lavorare per “un cessate il fuoco immediato ed incondizionato a Gaza”. Quell’ “incondizionato” non piace alla minoranza Pd, che vorrebbe comunque legare la richiesta del cessate il fuoco alla liberazione degli ostaggi israeliani, come scritto nella mozione dem. Inoltre, viene giudicato inaccettabile che Verdi e Sinistra chiedano al governo di sostenere l’iniziativa del Sud Africa contro Israele – accusata di “genocidio” – presso la Corte internazionale dell’Aja. Sul testo M5s, invece, non c’è ancora un giudizio compiuto nel Pd. I 5 stelle hanno aggiornato la mozione presentata già lo scorso novembre e nel nuovo documento chiederanno a loro volta una cessate il fuoco, un percorso negoziale centrato sulla linea dei ‘Due popoli, due stati, con lo Stato Palestina disegnato secondo i confini 1967. Inoltre, si sollecita una missione di interposizione a Gaza sotto l’egida dell’Onu e si chiede di fare luce su Unrwa e sulle voci che parlano di un coinvolgimento di alcuni dipendenti nell’attacco del 7 ottobre a Isarele, sostenendo però la salvaguardia dei finanziamenti all’Agenzia per supportare i rifugiati palestinesi. Inoltre, vengono chieste sanzioni mirate contro i coloni israeliani estremisti in Cisgiordania e la sospensione delle attività dell’Eni al largo di Gaza.


Inoltre – e questo punto è una novità – M5s impegna il governo ad attivarsi immediatamente, sia in seno all’Unione europea che insieme agli alleati e alle organizzazioni internazionali, al fine di scongiurare l’iniziativa militare israeliana nella zona di Rafah, compresa una nuova incursione di terra. Questo ultimo impegno, sottolineano dai 5 stelle, è stato aggiunto nella mozione per rispondere agli ultimi eventi sul terreno e all’allarme dell’Onu che ha parlato di potenziale “catastrofe” a proposito di Rafah. Il Pd farà il punto domattina, con gli altri alleati ci si sentirà nelle stesse ore. Luana Zanelli, Verdi-Sinistra, si augura almeno un voto per parti separate, in modo da poter condividere almeno i punti sui quali le posizioni collimano: “Le mozioni che coincidono con la nostra le voteremo. Ci sarà reciprocità almeno per tutte le parti che coincidono. Peccato che non si riesca ad avere una convergenza di tutta l’opposizione su unte ma così decisivo, ma man mano ci avviciniamo, spero. Si faranno votazioni per parti separate e cercheremo di convergere il più possibile”. Ma, appunto, il Pd sta valutando l’ipotesi di votare solo il proprio testo. Si vedrà domattina quale soluzione verrà scelta, anche perché i democratici devono anche decidere come comportarsi sul testo della maggioranza. Elly Schlein aveva annunciato ieri una telefonata a Giorgia Meloni per provare a chiedere un’azione unitaria per il cessate il fuoco, ma allo stato non sono arrivate novità su questo punto.

Protesta trattori,Lega: accolte nostre proposte,ora battaglia in Ue

Protesta trattori,Lega: accolte nostre proposte,ora battaglia in UeMilano, 12 feb. (askanews) – “L’emendamento del governo al decreto Milleproroghe sull’Irpef agricola accoglie lo spirito delle proposte che la Lega avanza da giorni a tutela dei lavoratori agricoli. Il dimezzamento delle tasse da pagare per i redditi dominicali e agrari tra 10 mila e 15 mila euro amplia il perimetro dei beneficiari, come da subito ha chiesto la Lega”. Lo rivendicano fonti della Lega. “Ora avanti con le battaglie in Europa, dopo i troppi danni della Commissione Ue”, aggiungono le stesse fonti.

Meloni:Ilva,Stellantis,Ita dossier complessi trascurati per anni

Meloni:Ilva,Stellantis,Ita dossier complessi trascurati per anniRoma, 12 feb. (askanews) – I dossier come Ilva, Ita, Stellantis, sono “tutti complessi” e “stiamo lavorando moltissimo e sono complessi, diciamo la verità, anche perchè sono stati trascinati e trascurati per anni. Però li stiamo affrontando con grande serietà, abbiamo il vantaggio di non avere condizionamenti. Penso che i lavoratori lo vedano e cerchiamo di fare le scelte migliori per il nostro sistema economico”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Tg5.


Per la premier non c’è il rischio che questi dossier si blocchino per le europee “perchè io penso che il modo migliore per fare campagna elettorale sia governare e governare bene. Per cui continuerò a fare il mio lavoro e continueremo a fare il nostro lavoro”.

Polemiche in tv e bufere politiche contro “Telemeloni”: Sanremo continua a far discutere

Polemiche in tv e bufere politiche contro “Telemeloni”: Sanremo continua a far discutereRoma, 12 feb. (askanews) – Sul palco, nei fuorionda, in tv e nell’agone politico Sanremo continua. Due artisti in gara al festival della canzone italiana, Dargen D’Amico e Ghali, toccano – con le loro canzoni e con le loro parole – temi di attualità, il fenomeno dei migranti e la guerra in Medioriente, e scoppia la polemica con le opposizioni che accusano la Rai di aver dato una ulteriore prova di essersi trasformata in “Telemeloni”.


Al centro delle critiche finisce Mara Venier, conduttrice di Domenica In, che è protagonista di un botta e risposta con Dargen, di un fuorionda con i giornalisti ed è, infine, lettrice partecipe – “queste sono parole che ovviamente condividiamo tutti”, chiosa – del comunicato con cui l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio risponde alle critiche dell’ambasciatore israeliano Alon Bar per le parole di Ghali. L’artista aveva detto “stop genocidio”, con riferimento all’operazione israeliana in corso nei territori palestinesi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. “La mia solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica è sentita e convinta” scrive Sergio nella nota letta dalla presentatrice. Poi, a Dargen D’Amico che ricorda come “la bilancia economica dell’immigrazione sia in positivo, cioè quello che gli immigrati mettono nelle nostre casse per pagare le pensioni è più di ciò che spendiamo per l’accoglienza”, Venier ribatte che “qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche, qui parliamo di musica”. E nel fuorionda ai giornalisti sbotta: “Mi mettete in difficoltà”, “non è questo il luogo” per porre determinate domande e ascoltare certe risposte.


Le opposizioni, quindi, attaccano. Per il responsabile informazione del Pd Sandro Ruotolo “quello che è successo ieri in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma, Domenica In su Rai Uno” mentre i componenti Dem della commissione di Vigilanza Rai sottolineano che “la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata. Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’Ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul Palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono”. Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro, parla di “ottusità censoria” e ne fa anche un fatto anagrafico: “Come boomer mi vergogno un po’… Non credo sia un caso che sia stato messo in atto da boomers. Lo scambio Venier-cantanti di ieri è certo l’indice del conformismo burocratico della Rai”. Secondo la pentastellata Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai, “bene ha fatto l’amministratore delegato della Rai a esprimere solidarietà nei confronti di Israele, ma il suo ruolo a differenza di quello di un artista gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto. Chi riveste un ruolo istituzionale ha il dovere dell’equilibrio, mentre il suo intervento è sembrato avere l’intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti”. Avs chiede le dimissioni dell’ad Sergio argomentando che “in TeleMeloni tira una bruttissima aria, di censura. La censura non è servizio pubblico e per fortuna non è ancora stato abolito l’art. 21 dalla nostra bella e robusta Costituzione”. Il centrodestra esprime le sue critiche al festival e difende Venier e Rai. Scende in campo anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, osservando che “è stato un festival con una punta dolorosa, quella dell’essere entrato nella vicenda israelo-palestinese a senso unico, è stato l’elemento peggiore di tutto il festival”. L’appunto è chiaramente all’indirizzo del conduttore Amadeus perchè “è dovere di chi conduce la trasmissione intervenire, bastava ricordare che ci sono gli ostaggi in mano ai terroristi di Hamas”. Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepremier azzurro Antonio Tajani secondo cui, sulla questione mediorientale, “i messaggi devono essere sempre equidistanti” mentre nelle posizioni assunte da Ghali e Dargen D’Amico “è mancato un messaggio a tutela degli ostaggi” e quindi “ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio che ha riequilibrato la situazione”.

Sanremo, opposizioni attaccano Rai: nuova prova di “teleMeloni”

Sanremo, opposizioni attaccano Rai: nuova prova di “teleMeloni”Roma, 12 feb. (askanews) – Sul palco, nei fuorionda, in tv e nell’agone politico Sanremo continua. Due artisti in gara al festival della canzone italiana, Dargen D’Amico e Ghali, toccano – con le loro canzoni e con le loro parole – temi di attualità, il fenomeno dei migranti e la guerra in Medioriente, e scoppia la polemica con le opposizioni che accusano la Rai di aver dato una ulteriore prova di essersi trasformata in “Telemeloni”.


Al centro delle critiche c’è Mara Venier, conduttrice di Domenica In, che è protagonista di un botta e risposta con Dargen, di un fuorionda con i giornalisti ed è, infine, lettrice partecipe – “queste sono parole che ovviamente condividiamo tutti”, chiosa – del comunicato con cui l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio risponde alle critiche dell’ambasciatore israeliano Alon Bar per le parole di Ghali. L’artista aveva detto “stop genocidio”, con riferimento all’operazione israeliana in corso nei territori palestinesi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso. “La mia solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica è sentita e convinta” scrive Sergio nella nota letta dalla presentatrice. Poi, a Dargen D’Amico che ricorda come “la bilancia economica dell’immigrazione sia in positivo, cioè quello che gli immigrati mettono nelle nostre casse per pagare le pensioni è più di ciò che spendiamo per l’accoglienza”, Venier ribatte che “qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche, qui parliamo di musica”. E nel fuorionda ai giornalisti sbotta: “mi mettete in difficoltà”, “non è questo il luogo” per porre determinate domande e ascoltare certe risposte.


Le opposizioni, quindi, attaccano. Per il responsabile informazione del Pd Sandro Ruotolo “quello che è successo ieri in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma, Domenica In su Rai Uno” mentre i componenti Dem della commissione di Vigilanza Rai sottolineano che “la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata. Ieri abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’Ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul Palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono”. Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro, parla di “ottusità censoria” e ne fa anche un fatto anagrafico: “Come boomer mi vergogno un po… Non credo sia un caso che sia stato messo in atto da boomers. Lo scambio Venier-cantanti di ieri è certo l’indice del conformismo burocratico della Rai”. Secondo la pentastellata Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai, “bene ha fatto l’amministratore delegato della Rai a esprimere solidarietà nei confronti di Israele, ma il suo ruolo a differenza di quello di un artista gli avrebbe imposto di esprimersi allo stesso modo anche nei confronti delle vittime civili palestinesi della guerra a Gaza. E questo non è avvenuto. Chi riveste un ruolo istituzionale ha il dovere dell’equilibrio, mentre il suo intervento è sembrato avere l’intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti”. Avs chiede le dimissioni dell’ad Sergio argomentando che “in TeleMeloni tira una bruttissima aria, di censura. La censura non è servizio pubblico e per fortuna non è ancora stato abolito l’art. 21 dalla nostra bella e robusta Costituzione”. Il centrodestra esprime le sue critiche al festival e difende Venier e Rai. Scende in campo anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, osservando che “è stato un festival con una punta dolorosa, quella dell’essere entrato nella vicenda israelo-palestinese a senso unico, è stato l’elemento peggiore di tutto il festival”. L’appunto è chiaramente all’indirizzo del conduttore Amadeus perchè “è dovere di chi conduce la trasmissione intervenire, bastava ricordare che ci sono gli ostaggi in mano ai terroristi di Hamas”. Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepremier azzurro Antonio Tajani secondo cui, sulla questione mediorientale, “i messaggi devono essere sempre equidistanti” mentre nelle posizioni assunte da Ghali e Dargen D’Amico “è mancato un messaggio a tutela degli ostaggi” e quindi “ieri pomeriggio c’è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio che ha riequilibrato la situazione”.

Protesta trattori, Lega: esenzione Irpef sopra i 10 mila euro

Protesta trattori, Lega: esenzione Irpef sopra i 10 mila euroRoma, 12 feb. (askanews) – Incrementare l’esenzione Irpef (sopra i 10mila euro), approvare la proposta della Lega su controllo dei prezzi e costi di produzione, accelerare i provvedimenti per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica. Sono alcune delle proposte della Lega emerse durante il vertice presieduto da Matteo Salvini.


Nell’occasione – spiega il Carroccio – la Lega ha confermato la “netta contrarietà ai negoziati” dell’Europa con il Sudamerica. L’intesa con i Paesi del Mercosur, “a cui sta lavorando ancora Bruxelles senza vere garanzie sul rispetto degli standard simili ai nostri, rappresenterebbe un pericolo per i produttori italiani con l’arrivo sulle nostre tavole di prodotti che non danno le nostre stesse garanzie. E poi manca ancora una valutazione complessiva dell’impatto di queste misure sul nostro mercato”. Per la Lega si tratta “dell’ennesimo tentativo di favorire le multinazionali danneggiando il made in Italy.

Italia-Argentina, Meloni: con Milei discusso di nuovi partenariati

Italia-Argentina, Meloni: con Milei discusso di nuovi partenariatiRoma, 12 feb. (askanews) – “Oggi ho accolto a Palazzo Chigi il presidente della Repubblica Argentina Javier Milei. Un incontro positivo nel quale abbiamo dialogato sullo sviluppo di nuovi partenariati in settori chiave per le nostre economie come l’energia, le infrastrutture e l’agroalimentare”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Italia e Argentina vantano un profondo legame storico e culturale che auspichiamo possa proseguire per una rinnovata cooperazione in diversi ambiti”, aggiunge.

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibile

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibileRoma, 12 feb. (askanews) – “Purtroppo per il ministro la risposta sanzionatoria sembra essere l’unica soluzione ad ogni problema presente nella scuola. Così davvero non si rende un buon servizio alla crescita del sistema di istruzione del nostro Paese”. Lo afferma in una dichiarazione la responsabile nazionale scuola Pd e capogruppo in commissione Istruzione alla Camera Irene Manzi, commentando l’annuncio del ministro Valditara di prossime norme per codificare la responsabilità civile per danni per gli studenti che occupano edifici scolastici ed il suo personale favore a che tale nuova responsabilità per gli studenti sia anche accompagnata dall’obbligo disciplinare di bocciatura nei loro confronti.


“La scuola – contesta Manzi a Valditara- è, prima di ogni altra cosa, una comunità educante dove si formano i cittadini di domani e non si può pensare di risolvere ogni problema che si verifica al suo interno introducendo nuovi reati e punendo indiscriminatamente gli studenti, tenuti addirittura all’onere della prova. Questo non significa essere buonisti o troppo permessivi ma, nel riconoscimento che eventuali responsabilità personali vanno sempre accertate e sanzionate se ci sono, rivendicare il ruolo principale della scuola che è quello di formare i cittadini di domani. E ogni eventuale sanzione all’interno della scuola deve avere questo obiettivo educativo davanti. Per questo si dovrebbe valorizzare sempre di più il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, rendendolo una elaborazione sempre più partecipata e collettiva con l’obiettivo di ricostruire il dialogo necessario tra scuola, studenti, genitori e rifondare la fiducia nella scuola. Si dovrebbe operare per costruire progetti di comunità educante. Non si può pensare che la repressione sia l’unico strumento efficace per il processo di maturazione e crescita degli studenti e per ripristinare un clima di reale e proficuo confronto all’interno della scuola. Chi danneggia già oggi viene punito: ciò che occorre, valorizzando l’autonomia che caratterizza ogni scuola, è lavorare per ripristinare un clima di dialogo e confronto reciproco, per la serenità della comunità scolastica, senza affidarsi a misure propagandistiche che cavalcano le notizie del giorno”. “Il panpenalismo del governo – fa eco la deputata dem Ilenia Malavasi – l’unica risposta che hanno per ogni questione. Ma con la paura e la repressione non si fa crescere un paese e, soprattutto, non si aiutano i ragazzi. Lo dico con forza: la logica esclusivamente punitiva non può far parte della scuola. La proposta di Valditara, che tra l’altro mette sullo stesso piano chi occupa e chi danneggia, è irricevibile e dimostra come l’unica ricetta di questo governo per affrontare i problemi del Paese sia intervenire penalmente”.


“La scuola di Valditara – conclude – non educa ma obbliga a dei comportamenti senza sviluppare percorsi di crescita ed educazione dei ragazzi che ora non hanno più neppure il diritto di protestare.Bisogna investire sulla scuola come luogo di educazione, di formazione, di crescita, di sviluppo della coscienza critica e dei diritti di cittadinanza. Lungi da me giustificare chi compie atti di danneggiamento o violenza, ritengo che una scuola fondata solo sulla punizione e la repressione fallisca nella sua missione educativa”.