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Sgarbi: aspetto il giudizio del Tar, per ora mi autosospendo

Sgarbi: aspetto il giudizio del Tar, per ora mi autosospendoRoma, 6 feb. (askanews) – Vittorio Sgarbi aspetta di consegnare “nelle mani di Giorgia Meloni” le sue dimissioni da sottosegretario alla Cultura. “Però sia ben chiaro una cosa”, dice in un’intervista al Corriere della Sera. “Non mi dimetto per il parere dell’Antitrust che è antinomico e contraddittorio. Per adesso comunque è più preciso dire che mi autosospendo”.


“Aspetto il giudizio del Tar”, precisa Sgarbi. Ma “qualsiasi sia l’esito, le dimissioni non le revoco”, insiste. D’altra parte, ritiene che il pronunciamento dell’Antitrust sia “contraddittorio”. “Perché prima, in un documento del 16 maggio, dice che la mia carica è compatibile con le mie diciannove tra attività e funzioni. Poi cambia idea e le trova incompatibili”, commenta. La premier però ha detto che ha accolto le sue dimissioni perché aveva dati oggettivi. “Ha ragione”, risponde Sgarbi. “Del resto l’Antitrust ha fatto una scelta politica proprio per questo”, “ha voluto sollevare Giorgia Meloni dal dover scegliere sulla mia posizione”.

La Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati diritti

La Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati dirittiBruxelles, 5 feb. (askanews) – Sono possibili gli arresti domiciliari nel paese Ue di provenienza per indagati e imputati in attesa di processo in un altro Stato membro, ed è vietato sottoporli a mezzi di costrizione fisica nelle loro apparizioni in Corte o in pubblico. Inoltre, vanno sempre rispettati la presunzione di inoocenza e tutti i diritti inerenti al giusto processo, oltre che, naturalmente, tutti i diritti fondamentali. E la Commissione non esiterà, se necessario, ad avviare procedure d’infrazione ove questi diritti non siano rispettati.


E’ quanto ha affermato, in sintesi, la commissaria europea ai Servizi finanziari Mairead McGuinness, parlando a nome della Commissione questo pomeriggio a Strasburgo nel dibattito della plenaria del Parlamento europeo sul caso di Ilaria Salis. “Desidero ringraziare il Parlamento – ha esordito McGuinness -per aver messo all’ordine del giorno di questa plenaria la situazione dei detenuti nelle carcere ungheresi, compreso il caso dell’italiana Ilaria Salis. Le questioni relative alla detenzione – ha ricordato – sono principalmente competenza e responsabilità degli Stati membri; tuttavia la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue richiede che nell’ambito del diritto dell’Unione le condizioni di detenzione non violino i diritti fondamentali. Inoltre, tutti gli Stati membri dell’Ue si sono impegnati a rispettare gli standard del Consiglio d’Europa su questa questione, come le regole per i detenuti del 2006”.


“A livello dell’Unione europea, nel dicembre del 2022 – ha ricordato – la Commissione ha adottato una raccomandazione sui diritti procedurali degli indagati e degli imputati in custodia cautelare e in condizioni di detenzione. Le norme minime fissate dalla raccomandazione non sono vincolanti per gli Stati membri, ma servono come riferimento per migliorare la situazione nelle carceri dell’Unione europea”. “La normativa rilevante dell’Unione europea – ha rilevato la commissaria – è la decisione quadro del 2009 (2009/829 Gai) sull’ordine di vigilanza europeo, che consente ai sospettati di essere vigilati nel loro paese di provenienza aspettando il processo in un altro Stato”. Una normativa che “è stata recepita sia dell’Ungheria che dall’Italia. Questa decisione quadro – ha spiegato – mira a prevenire inuguaglianze tra i residenti e non residenti nella fase del processo. Questo perché i non residenti sono messi in detenzione più spesso dei cittadini dello Stato interessato in simili ciscostanze”.


“La Commissione – ha riferito McGuinness – sa che ci sono stati dei contatti bilaterali tra l’Italia e l’Ungheria, in cui sono stati discusse le possibilità di alternative alla detenzione nel caso della signora Salis, compresa la possibilità dei domiciliari in attesa del processo. Questa situazione – ha osservato – sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue su misure alternative alla detenzione approvata durante la presidenza semestrale finlandese nel 2019. Queste conclusioni indicano che sanzioni e misure non detentive devono essere considerate quando le circostanze del caso sono appropriate. Sottolineo che la Commissione è a disposizione per aiutare a trovare una soluzione sostenibile nell’ambito della normativa dell’Ue”, nella vicenda relativa a Ilaria Salis. “La Commissione – ha continuato la commissaria – accorda grande importanza al rispetto dei diritti procedurali per gli indagati e gli imputati nei processi penali. L’Unione europea – ha ricordato ancora – ha adottato sei direttive sui diritti procedurali, per stabilire standard minimi nell’Ue per livelli elevati di norme per il diritto a un giusto processo. Questi diritti – ha spiegato – includono il diritto alla interpretazione e traduzione, il diritto di informazione e il diritto all’accesso alla documentazione del caso, e in particolare a tutta la documentazione essenziale per mettere efficacemente in dubbio la legalità di un arresto o di una detenzione”; tutto questo, naturalmente “insieme alla presunzione di innocenza, da cui deriva – ha sottolineato McGuinness – il divieto di presentare sospetti e accusati in Corte o in pubblico con l’uso di misure di costrizione fisica”.


“La priorità della Commissione è di assicurare che tutti questi diritti siano applicati correttamente ed efficacemnte da parte degli Stati membri, e ove sia necessario – ha avvertito – la Commissione non esiterà ad avviare procedure di infrazione, se ci saranno violazioni del diritto dell’Unione”. “In generale – ha assicurato McGuinness -, la Commissione continuerà a monitorare l’efficienza, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali degli Stati membri, con le sue relazioni annuali sullo stato di diritto e con lo ‘scoreboard’ dell’Ue sulla giustizia”. “La Commissione è impegnata a tutelare i valori fondamentali riguardo alla detenzione e un elevato livello di garanzie processuali nei processi penali dell’Unione europea”, ha aggiunto la commissaria nella replica alla fine del dibattito, “Al Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue di fine gennaio, la Commissione ha ricordato agli Stati membri che devono prendere le necessarie misure a livello nazionale per allineare le loro prassi alle raccomandazioni della Commissione del dicembre 2022 sulla detenzione. Gli Stati membri sono tenuti a informare la Commissione circa il seguito dato a queste raccomandazioni entro 18 mesi dalla loro adozione. Sulla base di queste informazioni – ha concluso McGuinness – la Commissione valuterà le misure adottate dagli Stati membri e presenterà una relazione entro la fine del 2024”.

Salis,Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati diritti

Salis,Ue avverte Orban: procedura d’infrazione se violati dirittiBruxelles, 5 feb. (askanews) – Sono possibili gli arresti domiciliari nel paese Ue di provenienza per indagati e imputati in attesa di processo in un altro Stato membro, ed è vietato sottoporli a mezzi di costrizione fisica nelle loro apparizioni in Corte o in pubblico. Inoltre, vanno sempre rispettati la presunzione di inoocenza e tutti i diritti inerenti al giusto processo, oltre che, naturalmente, tutti i diritti fondamentali. E la Commissione non esiterà, se necessario, ad avviare procedure d’infrazione ove questi diritti non siano rispettati.


E’ quanto ha affermato, in sintesi, la commissaria europea ai Servizi finanziari Mairead McGuinness, parlando a nome della Commissione questo pomeriggio a Strasburgo nel dibattito della plenaria del Parlamento europeo sul caso di Ilaria Salis. “Desidero ringraziare il Parlamento – ha esordito McGuinness -per aver messo all’ordine del giorno di questa plenaria la situazione dei detenuti nelle carcere ungheresi, compreso il caso dell’italiana Ilaria Salis. Le questioni relative alla detenzione – ha ricordato – sono principalmente competenza e responsabilità degli Stati membri; tuttavia la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue richiede che nell’ambito del diritto dell’Unione le condizioni di detenzione non violino i diritti fondamentali. Inoltre, tutti gli Stati membri dell’Ue si sono impegnati a rispettare gli standard del Consiglio d’Europa su questa questione, come le regole per i detenuti del 2006”.


“A livello dell’Unione europea, nel dicembre del 2022 – ha ricordato – la Commissione ha adottato una raccomandazione sui diritti procedurali degli indagati e degli imputati in custodia cautelare e in condizioni di detenzione. Le norme minime fissate dalla raccomandazione non sono vincolanti per gli Stati membri, ma servono come riferimento per migliorare la situazione nelle carceri dell’Unione europea”. “La normativa rilevante dell’Unione europea – ha rilevato la commissaria – è la decisione quadro del 2009 (2009/829 Gai) sull’ordine di vigilanza europeo, che consente ai sospettati di essere vigilati nel loro paese di provenienza aspettando il processo in un altro Stato”. Una normativa che “è stata recepita sia dell’Ungheria che dall’Italia. Questa decisione quadro – ha spiegato – mira a prevenire inuguaglianze tra i residenti e non residenti nella fase del processo. Questo perché i non residenti sono messi in detenzione più spesso dei cittadini dello Stato interessato in simili ciscostanze”.


“La Commissione – ha riferito McGuinness – sa che ci sono stati dei contatti bilaterali tra l’Italia e l’Ungheria, in cui sono stati discusse le possibilità di alternative alla detenzione nel caso della signora Salis, compresa la possibilità dei domiciliari in attesa del processo. Questa situazione – ha osservato – sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue su misure alternative alla detenzione approvata durante la presidenza semestrale finlandese nel 2019. Queste conclusioni indicano che sanzioni e misure non detentive devono essere considerate quando le circostanze del caso sono appropriate. Sottolineo che la Commissione è a disposizione per aiutare a trovare una soluzione sostenibile nell’ambito della normativa dell’Ue”, nella vicenda relativa a Ilaria Salis. “La Commissione – ha continuato la commissaria – accorda grande importanza al rispetto dei diritti procedurali per gli indagati e gli imputati nei processi penali. L’Unione europea – ha ricordato ancora – ha adottato sei direttive sui diritti procedurali, per stabilire standard minimi nell’Ue per livelli elevati di norme per il diritto a un giusto processo. Questi diritti – ha spiegato – includono il diritto alla interpretazione e traduzione, il diritto di informazione e il diritto all’accesso alla documentazione del caso, e in particolare a tutta la documentazione essenziale per mettere efficacemente in dubbio la legalità di un arresto o di una detenzione”; tutto questo, naturalmente “insieme alla presunzione di innocenza, da cui deriva – ha sottolineato McGuinness – il divieto di presentare sospetti e accusati in Corte o in pubblico con l’uso di misure di costrizione fisica”.


“La priorità della Commissione è di assicurare che tutti questi diritti siano applicati correttamente ed efficacemnte da parte degli Stati membri, e ove sia necessario – ha avvertito – la Commissione non esiterà ad avviare procedure di infrazione, se ci saranno violazioni del diritto dell’Unione”. “In generale – ha assicurato McGuinness -, la Commissione continuerà a monitorare l’efficienza, la qualità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali degli Stati membri, con le sue relazioni annuali sullo stato di diritto e con lo ‘scoreboard’ dell’Ue sulla giustizia”. “La Commissione è impegnata a tutelare i valori fondamentali riguardo alla detenzione e un elevato livello di garanzie processuali nei processi penali dell’Unione europea”, ha aggiunto la commissaria nella replica alla fine del dibattito, “Al Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue di fine gennaio, la Commissione ha ricordato agli Stati membri che devono prendere le necessarie misure a livello nazionale per allineare le loro prassi alle raccomandazioni della Commissione del dicembre 2022 sulla detenzione. Gli Stati membri sono tenuti a informare la Commissione circa il seguito dato a queste raccomandazioni entro 18 mesi dalla loro adozione. Sulla base di queste informazioni – ha concluso McGuinness – la Commissione valuterà le misure adottate dagli Stati membri e presenterà una relazione entro la fine del 2024”.

Il Dap blocca la presentazione del libro di Amato a San Vittore, è polemica

Il Dap blocca la presentazione del libro di Amato a San Vittore, è polemicaMilano, 5 feb. (askanews) – Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, organo del ministero della Giustizia, ha bloccato la presentazione nel carcere di San Vittore del libro dell’ex presidente della Consulta Giuliano Amato “Storie di diritti e democrazia. La Corte costituzionale nella società”. L’evento, che era in programma domani alle 11, era organizzato dall’ufficio del Garante delle Persone Private della Libertà Personale del Comune di Milano, Francesco Maisto, insieme alla direzione della casa circondariale. Era previsto il coinvolgimento dei detenuti del Progetto “Costituzione Viva”, in un dialogo con lo stesso Amato e la la coautrice del volume, Donatella Stasio.


“Stamattina alle 11,30 abbiamo appreso con meraviglia e imbarazzo che Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non ha autorizzato la presentazione del libro” ha riferito Maisto in una nota. “Non conosciamo le motivazioni ufficiali di questa inopinata decisione giunta a 24 ore dall’evento, né possiamo ritenere, in mancanza di chiarimenti pur richiesti ripetutamente, che dipenda da fattori organizzativi come i tempi della richiesta di autorizzazione o la natura del libro visto che parla di Costituzione” ha aggiunto il Garante. Tanto più che il libro, ha osservato, “rappresenta la continuazione ideale del ‘Viaggio della Corte nelle carceri’ a seguito del quale è nato a San Vittore il Progetto formativo pei i detenuti denominato ‘Costituzione Viva’, con il quale gli autori del libro hanno mantenuto un legame e con il quale avrebbero dialogato anche in questa occasione”. Fatto sta che la scelta del Dap ha provocato la protesta dell’opposizione, che con il senatore del Pd e vicecapogruppo a Palazzo Madama, Franco Mirabelli, ha annunciato una interrogazione urgente al ministro Nordio per sapere la ragione dello stop. “La scelta del Dap è preoccupante e, soprattutto, sarebbe grave se fosse legata al merito della presentazione o peggio ai relatori” ha commentato il senatore dem.

Sgarbi: confermo dimissioni indipendentemente da Tar,vedrò Meloni

Sgarbi: confermo dimissioni indipendentemente da Tar,vedrò MeloniRoma, 5 feb. (askanews) – Il sottosegretario Vittorio Sgarbi incontrerà nei prossimi giorni il presidente del Consiglio. “Sono felice che il Presidente abbia ritenuto corrette le mie dimissioni che confermo e che attendo di consegnarle personalmente”. E’ quanto afferma in una nota Vittorio Sgarbi.


“Condivido tutto quello che ha detto, ma sottolineo che l’indagine dell’antitrust su di me è partita da lettere anonime, e fatico a credere che questo non possa avvenire per altri membri del Governo, esponendoci a una mattanza di delazioni. Non ho mai pensato di non dimettermi, come ho dichiarato, ma ho posto il problema procedurale del ricorso al Tar previsto nella stessa delibera dell’Agcom. Per questo sono felice d’incontrare al più presto il premier, per valutare la compatibilità fra le mie dimissioni e il mio ricorso, nelle more del quale sarebbe forse più pertinente l’autosospensione. In ogni caso confermo – conclude Sgarbi – le mie dimissioni indipendentemente dall’esito del ricorso al Tar, come scelta volontaria ed esistenziale, ma sottolineo che la delibera dell’Antitrust può essere invalidata dalla sentenza del Tar”.

Meloni: Giappone strategico, l’Italia più presente nell’Indo-Pacifico

Meloni: Giappone strategico, l’Italia più presente nell’Indo-PacificoTokyo, 5 feb. (askanews) – Grande “sintonia” con un Paese, il Giappone, al cuore di un area “strategica” come quella dell’Indo-Pacifico, in cui l’Italia vuole aumentare la sua presenza politica ed economica. Giorgia Meloni arriva al Palazzo Kantei di Tokyo, con la città imbiancata da una forte nevicata, per ribadire la collaborazione con Kishida Fumio, il premier giapponese con cui l’anno scorso ha firmato un Partenariato strategico bilaterale che in dodici mesi ha già prodotto risultati “concreti”.


Quella dell’Indo-Pacifico, sottolinea la premier dopo l’incontro bilaterale e la cena di lavoro, “è un’area inevitabilmente strategica, la cui dimensione strategica è aumentata negli ultimi anni. Credo che sia un quadrante nel quale è fondamentale la stabilità ma anche un quadrante che offre grandi opportunità all’Italia, e che offre grandi opportunità a livello multilaterale e a livello bilaterale”. Proprio il Giappone, spiega, ha chiesto a Roma “di aumentare la nostra presenza nell’area, anche su una cooperazione in ambito di difesa”. Una richiesta accolta come sottolinea l’arrivo nell’agosto prossimo – per esercitazioni congiunte – della porta-aerei “Cavour”, della nave scuola “Vespucci” e degli F35. “C’è secondo me un interesse a una maggiore e migliore presenza italiana, particolarmente nell’anno in cui presiediamo il G7 perché l’Indo-Pacifico è per la dimensione del gruppo dei 7 particolarmente importante”, ha detto Meloni. Proprio il passaggio di consegne del G7, dalla presidenza giapponese a quella italiana, è stato uno dei temi al centro dell’incontro. Una presidenza che si svilupperà in “continuità” con quella nipponica, che ha fatto un “immenso lavoro”, mantenendo “viva” l’attenzione su alcune “grandi sfide”, come l’Ucraina e l’Indo-Pacifico. La presidenza italiana del G7 intende “continuare a dedicare particolare attenzione alla tutela dell’ordine internazionale basato sul diritto. Dalla risoluzione pacifica delle crisi globali, al rapporto con i Paesi del Sud globale, con un focus particolare sull’Africa, sulla sicurezza energetica e alimentare. Il tutto intorno a un concetto semplice, quello della centralità dell’uomo, fondamentale anche nell’approccio rispetto alle nuove tecnologie”. Altro tema che era nell’agenda del summit di Hiroshima e che sarà ripresa è quello dell’Intelligenza artificiale, che per la presidente del Consiglio presenta “grandi opportunità” ma anche “enormi rischi”, con la “reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando via potenzialmente la classe media”. Serve dunque, per Meloni, “adottare principi guida e un codice di condotta per le aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale”.


Meloni e Kishida hanno trattato anche i principali dossier internazionali, su cui c’è “forte convergenza di vedute”: dalla crisi di Gaza, dove “entrambe le nostre nazioni sono impegnate a fornire assistenza umanitaria” alla situazione del Mar Rosso “che ha ripercussioni sulla stabilità e sul commercio mondiale” fino all’Ucraina e all’Indo-Pacifico, “area strategica di rilevanza globale, che deve fare i conti con importanti nodi regionali”. Sul tavolo del confronto anche i rapporti economici bilaterali, con un interscambio che nel 2023 è cresciuto del 10%, raggiungendo oltre 15 miliardi di euro. Con Kishida è stata sottolineata la possibilità di ulteriori partnership, in particolare in settori ‘classici’ come la difesa ma anche innovativi come la microelettronica, l’energia, l’aerospazio, l’intelligenza artificiale, la biomedicina e la robotica. A questo proposito, prima di vedere il premier giapponese Meloni aveva incontrato, nella residenza dell’ambasciatore italiano a Tokyo, i vertici di alcuni dei principali gruppi nipponici con interessi in Italia: Mitsubishi Heavy Industries; Hitachi Ltd; Ntt Corporation; Denso Corporation; Ebara Corporation; Mitsubishi Ufj Financial Group Inc (Mufg); Mitsui & Co. Ltd; Marubeni Corporation. L’Italia, è stato il messaggio della premier, guarda con “grande interesse” all’ulteriore sviluppo di partenariati industriali e tecnologici con il Giappone e in particolare il governo è “dalla parte del sistema produttivo”, è al lavoro per rafforzare il sistema delle imprese e renderlo più solido per attrarre investimenti.

Le parole di Meloni sulla protesta dei trattori

Le parole di Meloni sulla protesta dei trattoriTokyo, 5 feb. (askanews) – “Si può sempre lavorare per fare meglio e più, io sono pronta ad ascoltare le istanze dei lavoratori dell’agricoltura che per noi sono fondamentali. Chiaramente molta della rabbia degli agricoltori deriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori e questo non è la mia visione. Io penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano essere coinvolti nella transizione ecologica se vogliamo che questa funzioni perchè sono persone attente alle dinamiche ambientali”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a proposito della protesta dei trattori.


“Noi – ha aggiunto – abbiamo sempre incontrato gli agricoltori dall’inizio del nostro mandato: il mondo agricolo è uno dei principali mondi a cui abbiamo rivolto la nostra attenzione e lo dimostrano i fatti. Abbiamo aumentato le risorse per gli agricoltori con le leggi di bilancio; quando abbiamo rinegoziato il Pnrr abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 mld; rispetto a proteste rispetto ad altri Paesi europei in cui non sono stati rinnovati gli incentivi sul gasolio noi abbiamo fatto lo sforzo di rinnovarli. Noi abbiamo fatto il massimo possibile, abbiamo fatto un grande lavoro anche nella difesa dei prodotti di eccellenza. Anche la famosa norma sulla carne sintetica, che è stata derisa e vituperata, viene presa a modello in diversi Paesi europei e anche oltre oceano, e quindi abbiamo un focus dall’inizio del governo aperto sugli agricoltori”.

Stellantis, Meloni: bizzarre parole Tavares, rapporto equilibrato

Stellantis, Meloni: bizzarre parole Tavares, rapporto equilibratoRoma, 5 feb. (askanews) – “Ho letto di alcune dichiarazioni dell’ad di Stellantis Carlos Tavares sugli incentivi. Non ho trovato questa intervista e mi sarebbe sembrato un po’ curioso perchè penso che un ad di una grande società sappia che gli incentivi non possono essere rivolti a una azienda nello specifico e penso che si sappia anche che noi abbiamo appena investito un miliardo sugli eco incentivi. Mi è parso quel che ho letto abbastanza bizzarro, poi siamo sempre disponibili e aperti per tutto quello che in Italia può produrre posti di lavoro. Poi se invece si ritiene che produrre in altre nazioni sia meglio non posso dire niente ma poi non mi si dica che ‘auto prodotta è italiana e non si venda come italiana”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Tokyo.


“Noi siamo interessati a ogni forma di investimento che può produrre posti di lavoro, siamo molto attenti all’automotive, ma il rapporto deve essere equilibrato”, ha aggiunto.

Protesta trattori, Meloni: rabbia per visione ideologica transizione

Protesta trattori, Meloni: rabbia per visione ideologica transizioneTokyo, 5 feb. (askanews) – “Si può sempre lavorare per fare meglio e più, io sono pronta ad ascoltare le istanze dei lavoratori dell’agricoltura che per noi sono fondamentali. Chiaramente molta della rabbia degli agricoltori deriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori e questo non è la mia visione. Io penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano essere coinvolti nella transizione ecologica se vogliamo che questa funzioni perchè sono persone attente alle dinamiche ambientali”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a proposito della protesta dei trattori.


“Noi – ha aggiunto – abbiamo sempre incontrato gli agricoltori dall’inizio del nostro mandato: il mondo agricolo è uno dei principali mondi a cui abbiamo rivolto la nostra attenzione e lo dimostrano i fatti. Abbiamo aumentato le risorse per gli agricoltori con le leggi di bilancio; quando abbiamo rinegoziato il Pnrr abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 mld; rispetto a proteste rispetto ad altri Paesi europei in cui non sono stati rinnovati gli incentivi sul gasolio noi abbiamo fatto lo sforzo di rinnovarli. Noi abbiamo fatto il massimo possibile, abbiamo fatto un grande lavoro anche nella difesa dei prodotti di eccellenza. Anche la famosa norma sulla carne sintetica, che è stata derisa e vituperata, viene presa a modello in diversi Paesi europei e anche oltre oceano, e quindi abbiamo un focus dall’inizio del governo aperto sugli agricoltori”.

Premierato, Meloni: bene accordo maggioranza, norma più chiara

Premierato, Meloni: bene accordo maggioranza, norma più chiaraTokyo, 5 feb. (askanews) – “L’opposizione fa il suo lavoro, mi sembra abbastanza normale. Loro non vogliono l’elezione diretta del capo del governo. E’ una posizione legittima ed è normale che cerchino di realizzarla con gli emendamenti. Per quel che riguarda la maggioranza sono molto contenta che lavorando si sia trovata una formulazione della norma che è più chiara rispetto alla precedente e che ribadisce un fatto semplice: sono gli italiani che devono scegliere da chi farsi governare, serve stabilità dei governi, basta con gli inciuci, il trasformismo, i governi tecnici, la democrazia si esercita se risponde alla volontà dei cittadini”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Tokyo.


“E’ quello – ha aggiunto – che stiamo cercando di realizzare, non mi stupisce che altri che in questi anni hanno privilegiato i governi costruiti nel Palazzo siano contrari. Rimane che abbiamo avuto un mandato dagli italiani e intendiamo portare avanti la riforma che considero la madre di tutte le riforme perchè una forza e una stabilità della politica può generare anche tutte le altre riforme necessarie”.