Meloni: accolgo le dimissioni di Sgarbi, scelta correttaTokyo, 5 feb. (askanews) – “Dopo il pronunciamento dell’Antitrust, la decisione di Sgarbi di dimettersi è corretta. Aspetto di incontrarlo a Roma per accogliere quelle dimissioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Tokyo del caso del sottosegretario alla Cultura.
Quanto alla richiesta di Sgarbi di una verifica sulle incompatibilità degli altri membri del governo, Meloni ha risposto: “Ho atteso per avere degli elementi oggettivi, mi aspetto che Sgarbi, che ha potuto contare su un governo che attendeva degli elementi oggettivi, non si aspetti che quel governo decida per altri con elementi che non sono oggettivi perchè sarebbe un po’ eccessivo. Mi pare che Sgarbi si sia reso conto che la scelta corretta era quella delle dimissioni e quindi accolgo le dimissioni”, ha concluso.
Schlein a Conte: non litigo, mio avversario è la destraMilano, 5 feb. (askanews) – “Il Pd è testardamente unitario, perchè ci rendiamo conto che nessuno da solo è sufficiente per costruire un’alternativa a questo governo e ai suoi errori”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, collegata da Strasburgo con La7. Criticando le politiche del governo, Schlein ha sottolineato: “Ce ne è abbastanza per sentire la responsabilità di costruire convergenze sulle battaglie che condividiamo”. Certo, con il M5s “le differenze ci sono, ma il mio avversario è la destra che è al governo, io sono impegnata a costruire un’alternativa”.
Premierato, nuova formulazione anti ribaltone: c’è l’ok dei leader. Il relatore: 4 emendamenti del governoRoma, 5 feb. (askanews) – Via libera dei leader del centrodestra alla nuova riformulazione dell’emendamento all’articolo 4 del ddl sul premierato, quello che contiene la discussa norma anti ribaltone. Nel precedente testo messo a punto dalla maggioranza nell’ultimo vertice si ipotizzava il potere di chiedere lo scioglimento da parte del premier eletto in caso di “mozione motivata” di sfiducia da parte di una delle Camere, non contemplando dunque l’ipotesi che venisse a mancare la fiducia, ove richiesta, su un provvedimento.
Nella nuova versione, a quanto si apprende, si prevede che “in caso di revoca della fiducia del presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”. Ma c’è anche la possibilità che il premier presenti dimissioni volontarie “previa informativa parlamentare”. In questo caso, “questi può proporre entro sette giorni lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica che lo dispone. Qualora non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il presidente della Repubblica può conferire per una sola volta nel corso della legislatura l’incarico di formare il governo al presidente dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio”. Va ricordato che l’informativa, a differenza della risoluzione, non prevede un voto del Parlamento. In pratica, rimane la previsione di un secondo premier (per una sola volta) ma si rafforza la possibilità dell’eletto di chiedere lo scioglimento delle Camere. Il presidente della commissione Affari costituzionali, e relatore del provvedimento, Alberto Balboni ha spiegato ad Askanews che gli emendamenti al ddl sul premierato “li presenta il governo” e saranno 4. “Uno riscrive l’articolo 3, uno riscrive l’articolo 4 e – aggiunge – un paio sono su questioni tecniche”. “Li presenta il governo e non più la maggioranza perché – fa sapere Balboni – essendo una legge di iniziativa governativa e su cui i leader hanno impegnato direttamente la loro faccia, considerando che una è premier e gli altri due vice premier, si è pensato che sia più giusto così per blindare l’intesa al massimo livello”. “La vera novità è che il pallino con questa riformulazione resta sempre in mano al premier eletto” dice ad Askanews il presidente della commissione Affari costituzionali, e relatore del provvedimento, Alberto Balboni. “Ci sono due procedure diverse. In caso di sfiducia motivata – spiega – si va diritti allo scioglimento delle Camere e ad elezioni. Chiaramente, il premier può sempre bloccare dimettendosi un minuto prima. Invece, in caso ci sia il cosiddetto incidente di percorso, per esempio il governo pone la fiducia e va sotto per mille motivi, si tratta di capire se il motivo è che è venuto meno il rapporto di fiducia tra premier e Parlamento, e allora si segue una strada, se invece è appunto un incidente di percorso se ne sceglie un’altra. Però il pallino resta sempre in mano al premier perché è lui, anche con un percorso che prevede di presentarsi alle Camere con un’informativa, a decidere se dimettersi” e aprire la strada a un secondo premier nell’ambito della stessa maggioranza “oppure entro sette giorni chiedere lo scioglimento”.
Premierato, nuova formulazione anti ribaltone. C’è ok leaderRoma, 5 feb. (askanews) – Via libera dei leader del centrodestra alla nuova riformulazione dell’emendamento all’articolo 4 del ddl sul premierato, quello che contiene la discussa norma anti ribaltone.
Nel precedente testo messo a punto dalla maggioranza nell’ultimo vertice si ipotizzava il potere di chiedere lo scioglimento da parte del premier eletto in caso di “mozione motivata” di sfiducia da parte di una delle Camere, non contemplando dunque l’ipotesi che venisse a mancare la fiducia, ove richiesta, su un provvedimento. Nella nuova versione, a quanto si apprende, si prevede che “in caso di revoca della fiducia del presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”.
Ma c’è anche la possibilità che il premier presenti dimissioni volontarie “previa informativa parlamentare”. In questo caso, “questi può proporre entro sette giorni lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica che lo dispone. Qualora non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il presidente della Repubblica può conferire per una sola volta nel corso della legislatura l’incarico di formare il governo al presidente dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio”. Va ricordato che l’informativa, a differenza della risoluzione, non prevede un voto del Parlamento. In pratica, rimane la previsione di un secondo premier (per una sola volta) ma si rafforza la possibilità dell’eletto di chiedere lo scioglimento delle Camere.
Meloni: l’intelligenza artificiale può spazzare via la classe media, servono regoleTokyo, 5 feb. (askanews) – A causa dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale c’è la “reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando via potenzialmente la classe media”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in visita in Giappone, in un’intervista al “The Yomiuri Shimbun”.
“L’anno scorso la Presidenza giapponese del G7 ha svolto un lavoro straordinario nel richiamare l’attenzione su una tecnologia che può generare grandi opportunità ma può anche nascondere enormi rischi per le nostre società. I sistemi di IA generativa possono avere un impatto decisivo sul mondo del lavoro, sull’informazione, sugli equilibri globali e sulla nostra sicurezza. L’Hiroshima AI Process è di cruciale importanza in questo contesto, poiché afferma la necessità di adottare principi guida e un codice di condotta per le aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale. Da parte nostra, svilupperemo ulteriormente questo lavoro per garantire che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, tenendo conto dei principi etici fondamentali dell’umanità”, sottolinea Meloni nell’intervista al quotidiano giapponese. L’obiettivo sul tema della Presidenza italiana del G7 è “focalizzare l’attenzione dei nostri partner sull’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, coinvolgendo non solo le aziende ma anche la società civile e i sindacati per dare risposte a quello che rappresenta un rischio concreto per i nostri lavoratori”.
IA, Meloni: può spazzare via classe media, servono regoleTokyo, 5 feb. (askanews) – A causa dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale c’è la “reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando via potenzialmente la classe media”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al quotidiano giapponese “The Yomiuri Shimbun”.
“L’anno scorso la Presidenza giapponese del G7 ha svolto un lavoro straordinario nel richiamare l’attenzione su una tecnologia che può generare grandi opportunità ma può anche nascondere enormi rischi per le nostre società. I sistemi di IA generativa possono avere un impatto decisivo sul mondo del lavoro, sull’informazione, sugli equilibri globali e sulla nostra sicurezza. L’Hiroshima AI Process è di cruciale importanza in questo contesto, poiché afferma la necessità di adottare principi guida e un codice di condotta per le aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale. Da parte nostra, svilupperemo ulteriormente questo lavoro per garantire che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, tenendo conto dei principi etici fondamentali dell’umanità”, sottolinea Meloni. L’obiettivo sul tema della Presidenza italiana del G7 è “focalizzare l’attenzione dei nostri partner sull’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, coinvolgendo non solo le aziende ma anche la società civile e i sindacati per dare risposte a quello che rappresenta un rischio concreto per i nostri lavoratori”.
Ucraina, Meloni: sostegno incrollabile, lavoriamo a pace giustaTokyo, 5 feb. (askanews) – “Sin dall’inizio della brutale aggressione della Russia, il sostegno dell’Italia all’Ucraina è stato – e rimarrà – incrollabile. Questo impegno ha molteplici dimensioni e non è un caso che questo sia al centro della Presidenza italiana del G7, in continuità con la grande attenzione riservata anche dalla Presidenza giapponese nel 2023”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al quotidiano giapponese “The Yomiuri Shimbun”.
Per Meloni il sostegno a Kiev è un “dovere morale di aiutare una nazione sovrana che lotta per la sopravvivenza, dovere al quale non possiamo certo sottrarci” ma si tratta anche di “tutelare il nostro interesse nazionale, perché la sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europ”. Per la premier, “l’arma più grande che abbiamo a nostra disposizione è l’unità della nostra azione. Grazie a questa unità, abbiamo adottato misure vitali per mitigare anche le conseguenze globali di questo malvagio conflitto” e “se ci si aspettava che il sostegno a Kiev crollasse, di certo non è stato così”. “Oggi stiamo lavorando per raggiungere una pace giusta e continueremo a sostenere tutti gli sforzi in questo senso. Tuttavia, una pace giusta non può corrispondere a una resa incondizionata da parte di Kiev, poiché ciò negherebbe l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza di uno Stato sovrano, che sono principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Non possiamo accettare un principio in base al quale coloro che hanno maggiore potenza militare possono invadere i loro vicini, annullando decenni di progressi verso la coesistenza pacifica di popoli e nazioni”, conclude Meloni.
Ue, Meloni: lavoro perchè sia colosso politico e non burocraticoTokyo, 5 feb. (askanews) – “Sono convinta, e la mia azione politica si è sempre ispirata a questa convinzione, che i popoli del nostro continente vogliono un’Europa che sappia giocare un ruolo da protagonista sulla scena globale, senza tradire o prevaricare le identità nazionali. Intendo continuare a lavorare per un’Europa che sia un colosso politico e non burocratico, cioè capace di raccogliere le sfide che richiedono l’unità tra le nazioni del continente, lasciando invece ai governi nazionali il compito di affrontare quelle politiche che possono essere attuata al meglio dalle istituzioni più vicine ai cittadini”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al quotidiano giapponese “The Yomiuri Shimbun”.
Al giornalista che le chiede se la crescita dei partiti di destra stia influenzando le politiche europee, Meloni risponde che “ogni nazione europea ha le proprie dinamiche politiche, che solo in parte possono essere attribuite a tendenze generali”.
Pd-M5S, Schlein: Conte ci fa opposizione? Avversario è la destraRoma, 4 feb. (askanews) – “Questo dovreste chiederlo a lui. Noi siamo molto felici di essere qui”, in Abruzzo, “con un’alleanza molto larga, aperta a tutte le forze alternative alla destra. Però questo si può fare quando ci si mette d’accordo su un programma e con una candidatura credibile come quella di Luciano D’Amico”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, rispondendo a Teramo a chi chiedeva se il presidente M5S Giuseppe Conte non faccia opposizione ai Dem quando accusa il partito di essere ‘bellicista’.
“Respiriamo attorno a questo progetto un bel clima. Ovunque andiamo le persone si avvicinano perché hanno la speranza in un futuro migliore per questa terra, per questo Abruzzo. Quindi noi siamo felicissime e continueremo a fare campagna elettorale: il nostro avversario è chiaro, è la destra”, ha concluso.
Sisto: sul caso Salis la Farnesina e il ministero della Giustizia sono sul pezzo, la strada è il dialogoMilano, 4 feb. (askanews) – “Oggi l’obiettivo è portare Ilaria Salis in Italia e per riuscirci la strada è quella del dialogo. Il governo, sia con la Farnesina che con la Giustizia, è sul pezzo. Ma dobbiamo ricordare che non possiamo intervenire sui giudici ungheresi, così come la politica ungherese non potrebbe intervenire sui giudici italiani. Dobbiamo, tenendo alta la sorveglianza sul rispetto delle garanzie, lasciare lavorare serenamente la giustizia ungherese”. Così a Agora’, su Rai Tre, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.