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Salis, Meloni: a Orban chiesto dignità e giusto processo

Salis, Meloni: a Orban chiesto dignità e giusto processoBruxelles, 1 feb. (askanews) – “Una eventuale detenzione” di Ilaria Salis “in Italia va discussa quando sapremo come andrà il processo. Anche in Ungheria c’è autonomia dei giudici, questo non è oggetto di quello di cui posso parlare oggi con il primo ministro ungherese. Quello di cui ho parlato con Orban è garantire che venga riservato un trattamento di dignità, di rispetto, un giusto e veloce processo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio europeo straordinario.

Salis, Tajani: non è un caso politico, chiediamo rispetto detenuti

Salis, Tajani: non è un caso politico, chiediamo rispetto detenutiRoma, 1 feb. (askanews) – Sul caso Ilaria Salis “noi dobbiamo impegnarci perché vengano garantiti i diritti del detenuto, non possiamo interferire nelle attività giudiziarie di un paese diverso, non si può chiedere l’estradizione perché” Salis “non ha commesso alcun reato in Italia e l’estradizione si può chiedere quando si commette un reato in Italia ed è stata arrestata altrove, non può stare agli arresti domiciliari in Italia se prima che vengano ottenuti lì e non si può” nemmeno “ottenere il trasferimento direttamente in Italia, non è previsto. Quello che noi chiediamo che ci sia il rispetto del detenuto, evitiamo di trasformare la vicenda, che riguarda il rispetto delle norme comunitarie per il diritto dei detenuti, in un fatto politico”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un convegno alla Camera.

“Questo – ha insistito Tajani – non è un caso politico, io faccio il ministro degli Esteri lo faccio per tutti i cittadini italiani, sono 2.500 cittadini italiani detenuti nel mondo e noi facciamo la stessa cosa per tutti i cittadini italiani, indipendentemente se sono stati arrestati per motivi politici o per altri motivi. Il rispetto del diritto del detenuto non è legato né alla sua innocenza né alla sua colpevolezza – ha proseguito il vicepremier -, ci sono delle norme comunitarie che dicono che se sei detenuto in attesa di giudizio devi avere un trattamento diverso e su questo noi ci impegniamo. Per me Salis poteva anche essere detenuta per un altro motivo, avrei fatto le stesse cose. Il diritto e le le garanzie riguardano le persone, non riguardano i partiti politici o le forze politiche. A me ministro degli Esteri non interessa se” Ilaria Salis “sta dentro per un reato di tipo politico, se stesse dentro per un altro tipo di reato direi e farei le stesse cose”.

Ilaria Salis, La Russa: il problema non sono le catene ma l’esibizione della detenuta

Ilaria Salis, La Russa: il problema non sono le catene ma l’esibizione della detenutaRoma, 1 feb. (askanews) – “La lamentela, la giusta critica all’esibizione della detenuta in Ungheria, sia pure imputata di un reato grave, poi speriamo che venga derubricato, sta nel fatto che è stata esibita”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando con i cronisti del caso di Ilaria Salis, a margine di un convegno a palazzo Giustiniani.

A suo giudizio, “quindi, c’è stata una sottovalutazione di questo aspetto e una sopravvalutazione dell’effetto visivo. Perché la nostra legge italiana impone il rispetto della dignità del detenuto qualunque sia l’imputazione. E ne fa conseguire di fatto un divieto di fatto di riprendere, fotografare, fare video con persone incatenate durante i trasferimenti”. “Questa – ha precisato il presidente del Senato – è una norma del ’92 ma con una legge del ’93 si è chiarito che nei trasferimenti di più persone è obbligatoria la catena e anche quello che – molto impropriamente – è stato definito guinzaglio, che fa pensare a una cosa al collo ma che è un tubo con un’anima di metallo che può essere erroneamente confusa con un guinzaglio”.

“Fermo restando – ha proseguito La Russa – che le catene ai piedi grazie a Dio non sono appannaggio della normativa italiana, ma lo sono di quella ungherese come di quella americana, bisogna dirlo, la differenza deve stare nella colpevole esibizione di un detenuto con le catene che in Italia è di fatto vietata”. “Un altro tema che non è stato trattato e secondo me è importante – ha concluso – è quello delle condizioni dei detenuti nelle carceri, sia ungheresi sia quelle italiane, che io non conosco nei dettagli, ma meritano grande attenzione”.

Premierato, al via vertice maggioranza ristretto sulle riforme

Premierato, al via vertice maggioranza ristretto sulle riformeRoma, 1 feb. (askanews) – E’ cominciata a palazzo Madama la riunione ristretta di maggioranza sugli emendamenti da presentare al premierato. All’incontro partecipano: la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il capogruppo di Fdi, Lucio Malan, della Lega Massimiliano Romeo e di Fi, Maurizio Gasparri oltre al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, e relatore del provvedimento, Alberto Balboni.

La riunione dovrebbe servire a trovare la quadra sulle proposte di modifica condivise da presentare che poi dovranno avere il ‘sigillo’ dei leader.

Palazzo Chigi esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto al Consiglio Ue: “Meloni protagonista”

Palazzo Chigi esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto al Consiglio Ue: “Meloni protagonista”Roma, 1 feb. (askanews) – “Grande soddisfazione” per l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo straordinario, con un voto unanime, sulla revisione del bilancio e il sostegno all’Ucraina. E’ quanto affermano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che il governo italiano “ha avuto un ruolo di primo piano e Giorgia Meloni è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti”.

La presidente del Consiglio – spiegano le fonti – “ha avviato la sua opera diplomatica già mesi fa, con colloqui e incontri che hanno coinvolto anche i Ministri e gli sherpa, e l’ha intensificata a partire dal Consiglio europeo di dicembre, con un impegno che ha avuto il suo picco nell’ultima settimana”.Da martedì a oggi Meloni ha avuto tre colloqui con il Primo Ministro ungherese Viktor Orban sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 dell’Unione Europea, comprensivo del piano di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per l’Ucraina.

“Dopo la telefonata di martedì e l’incontro di ieri sera in albergo, al quale ha fatto seguito un lungo lavoro notturno delle delegazioni, Meloni e Orban si sono visti di nuovo questa mattina, prima dell’inizio del Consiglio europeo straordinario. Un ulteriore incontro importante in vista dell’ok definitivo di Orban all’accordo”, concludono le fonti. 

Ue,Palazzo Chigi:soddisfazione per accordo, Meloni protagonista

Ue,Palazzo Chigi:soddisfazione per accordo, Meloni protagonistaRoma, 1 feb. (askanews) – “Grande soddisfazione” per l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo straordinario, con un voto unanime, sulla revisione del bilancio e il sostegno all’Ucraina. E’ quanto affermano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che il governo italiano “ha avuto un ruolo di primo piano e Giorgia Meloni è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti”.

La presidente del Consiglio – spiegano le fonti – “ha avviato la sua opera diplomatica già mesi fa, con colloqui e incontri che hanno coinvolto anche i Ministri e gli sherpa, e l’ha intensificata a partire dal Consiglio europeo di dicembre, con un impegno che ha avuto il suo picco nell’ultima settimana”. Da martedì a oggi Meloni ha avuto tre colloqui con il Primo Ministro ungherese Viktor Orban sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 dell’Unione Europea, comprensivo del piano di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per l’Ucraina.

“Dopo la telefonata di martedì e l’incontro di ieri sera in albergo, al quale ha fatto seguito un lungo lavoro notturno delle delegazioni, Meloni e Orban si sono visti di nuovo questa mattina, prima dell’inizio del Consiglio europeo straordinario. Un ulteriore incontro importante in vista dell’ok definitivo di Orban all’accordo”, concludono le fonti.

Ilaria Salis, Salvini: capisco il padre, ma se condannata non la vorrei in classe

Ilaria Salis, Salvini: capisco il padre, ma se condannata non la vorrei in classeRoma, 1 feb. (askanews) – “Da genitore capisco l’ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria Salis, Roberto. È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza e ne auspico la completa e rapida assoluzione. Ribadisco, però, che Ilaria Salis è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista: in caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla”. Così il vicepremier e ministro Matteo Salvini.

Mattarella: crescono le vittime civili delle guerre, è inaccettabile

Mattarella: crescono le vittime civili delle guerre, è inaccettabileRoma, 1 feb. (askanews) – “La Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, voluta all’unanimità nel 2017 dal Parlamento, unisce la comunità nel conservarne la memoria, con l’intento di promuovere, secondo i principi sanciti dall’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra. Il flagello della guerra, come affermato dallo Statuto delle Nazioni Unite, porta indicibili afflizioni all’umanità”. E’ quanto afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La guerra “colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione: bambini, famiglie, persone che non prendono parte alle ostilità, tutti coloro che, secondo i principi stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra, devono essere protetti e trattati con umanità in ogni circostanza – sottolinea il Capo dello Stato -. Assistiamo ad un costante incremento delle vittime civili nelle aree che sono teatro di guerra” e questi sono “fatti inaccettabili”.

Oggi il Consiglio sul bilancio Ue, pressing notturno su Orban

Oggi il Consiglio sul bilancio Ue, pressing notturno su OrbanBruxelles, 1 feb. (askanews) – Si apre alle 10 a Bruxelles il Consiglio europeo straordinario, convocato dopo che nella seduta di dicembre il premier ungherese Viktor Orban aveva posto il veto sulla revisione del bilancio comunitario pluriennale che contiene i 50 miliardi di euro (33 in prestiti e 17 in sovvenzioni) destinati all’aiuto macrofinanziario all’Ucraina.

Nella notte Orban ha avuto due incontri separati, all’hotel Amigo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il presidente francese Emmanuel Macron. Sul tavolo proprio la questione del budget e il tentativo di convincere Orban a dare il via libera all’intesa a 26 raggiunta a dicembre. Sui due incontri non sono trapelate indiscrezioni, anche se fonti diplomatiche sottolineano che un’intesa è ancora lontana e il summit prende il via, sostanzialmente, “al buio”. Al termine dei colloqui, rispondendo ai giornalisti, il premier ungherese si è limitato a dire che la situazione “è troppo complicata”. Con Meloni Orban ha parlato anche di Ilaria Salis, la ragazza italiana detenuta in Ungheria, le cui immagini ammanettata mani e piedi in tribunale hanno suscitato forti reazioni in Italia. “Ha potuto fare telefonate e non è stata isolata dal mondo, non è corretto dire così”, ha detto Orban ai cronisti, aggiungendo di aver “illustrato tutta la storia” alla premier. “I magistrati ungheresi – ha aggiunto – non rispondono al governo, la magistratura è indipendente, non posso influenzarli in nessun modo. L’unica cosa su cui posso intervenire è fornire i dettagli sulla detenzione ed esercitare un’influenza perchè abbia un equo trattamento. Tutti i diritti sono garantiti”.

Il Consiglio si tiene in una Bruxelles blindata, con misure di sicurezza particolarmente stringenti nel quartiere europeo, a causa della protesta degli agricoltori: ieri sera i trattori si sono fermati alla sede del Parlamento ma oggi intendono manifestare davanti all’Europa building.

Premierato,maggioranza trova un compromesso. Ma serve ok leader

Premierato,maggioranza trova un compromesso. Ma serve ok leaderRoma, 31 gen. (askanews) – La Lega mantiene la previsione di un secondo premier, Fratelli d’Italia ottiene che comunque il presidente del Consiglio scelto tramite elezione diretta abbia in mano il potere di far finire legislatura. C’è chi parla di mediazione e chi, invece, preferisce definirlo “compromesso”. Nei fatti è il punto di caduta trovato dalla maggioranza sulle modifiche da presentare in maniera condivisa alla riforma costituzionale fortemente voluta da Giorgia Meloni. In realtà, dopo quella di oggi e di ieri in Senato, servirà una ulteriore riunione di centrodestra per dare il via libera al testo definitivo da presentare. Ma soprattutto, dopo, ci sarà il passaggio decisivo: ossia quello in cui saranno i leader di partito a mettere il ‘sigillo’ all’accordo, come ha spiegato il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo.

Non necessariamente questo prelude a un vertice a tre, anche perchè tra il Consiglio europeo di Bruxelles e la partenza per il Giappone, la presidente del Consiglio ha tempi molto ristretti. Quel passaggio ai livelli più alti sarà comunque indispensabile in vista della scadenza del 5 febbraio, termine fissato per la presentazione degli emendamenti in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. Il nodo su cui si era incagliata la discussione ieri era proprio l’articolo 4, quello con la cosiddetta norma anti ribaltone, fortemente voluta dalla Lega ma contestata praticamente da tutti i costituzionalisti sentiti in audizione proprio perché concedeva all’eventuale secondo premier scelto nel perimetro della maggioranza un sostanziale potere di minaccia di chiudere la legislatura che invece era negato al primo. Non è un mistero che Fratelli d’Italia avrebbe preferito invece il meccanismo del ‘simul stabunt-simul cadent’. Una linea su cui si ritrova anche Forza Italia. “Se cade il presidente del Consiglio, si torna a votare. Questa è la mia idea”, spiega Antonio Tajani.

Ecco dunque il compromesso che prevede la possibilità di un secondo premier in caso di “impedimento permanente, morte, decadenza o dimissioni volontarie” dell’eletto, ma allo stesso tempo stabilisce che in caso di sfiducia il presidente del Consiglio ‘numero uno’ possa dimettersi ma anche proporre al presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere.