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Salis, Schlein: da Salvini insopportabile paternalismo

Salis, Schlein: da Salvini insopportabile paternalismoRoma, 31 gen. (askanews) – “La Lega anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana si mette a rovistare nel suo passato, ancora prima che sia pronunciata sentenza ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta. In questa nostalgia di Medioevo dove sparisce la presunzione di innocenza Salvini si spinge ad affermazioni di un paternalismo insopportabile, ma se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra allora viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro”. Lo afferma la segretaria del partito democratico Elly Schlein

Foibe,ok Cdm a Museo del Ricordo a Roma, Ciriani: segnale importantissimo

Foibe,ok Cdm a Museo del Ricordo a Roma, Ciriani: segnale importantissimoRoma, 31 gen. (askanews) – “L’approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge per l’istituzione del Museo del Ricordo è un importantissimo segnale. La tragedia che ha colpito tantissimi italiani morti nelle foibe e ne ha costretti tanti altri ad abbandonare la loro casa è una pagina terribile della nostra storia, quanto accaduto merita di essere sempre conservato nella memoria”. Lo dichiara il ministro Fdi friuliano per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

“Sono fiero – sottolinea nel comunicare il disco verde del Cdm,- che il governo di cui mi onoro di far parte abbia deciso di istituire questo museo a Roma e soprattutto che l’approvazione del DDL arrivi a ridosso del 10 febbraio. A Basovizza quest’anno ci inginocchieremo con un elemento in più per ricordare sempre il dolore e la violenza perpetrata sui nostri connazionali”.

Europee, Salvini: con von der Leyen Ue disastrosa, contro lavoro

Europee, Salvini: con von der Leyen Ue disastrosa, contro lavoroBruxelles, 31 gen. (askanews) – Il gruppo politco Id, Identità e Democrazia, il terzo del Parlamento europeo, di cui fa parte la Lega sta crescendo molto, e potrebbe essere “determinante” per i nuovi equilibri politici dopo le elezioni europee, tanto che potrebbe essere possibile una nuova maggioranza senza i socialisti, ma a condizione che il centrodestra sia unito, senza mettere paletti contro i partiti nazionali di estrema destra che si stanno affemrando in Francia, Olanda, Austria, o Germania.

E’ quanto ha affermato, in sostanza, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, parlando con i giornalisti a margine dell’evento “L’Europa e le Alpi”, oggi al Parlamento europeo a Bruxelles. Il gruppo Id, ha ricordato Salvini, “oggi è il terzo, quindi fra i primi tre al Parlamento europeo. Conto che possa crescere ancora, con alcune persone, e anche con nuove delegazioni, nuovi paesi, nuovi movimenti con cui siamo in contatto. Ma siccome le cose mi piace dirle una volta che sono fatte, lo saprete quando gli accordi saranno fatti; però stiamo crescendo, stiamo crescendo tanto, e conto che saremo determinanti”, ha osservato.

A chi chiedeva se possono prospettarsi nuove alleanze dopo le elezioni europee, il leader della Lega ha risposto: “È un’occasione storica, perché per una volta ci potrà essere una maggioranza senza i socialisti, se il centrodestra sceglierà di essere unito. Io sono per il centrodestra unito, in italia e in Europa; se poi qualcuno in Europa preferirà i socialisti alla Lega, o ai francesi, agli olandesi, agli austriaci, ai tedeschi (ovvero alle delegazioni nazionali di estrema destra del gruppo Id, ndr) lo spiegherà”. In riferimento alle manifestazioni di agricoltori in corso in diversi paesi contro le politiche Ue, Salvini ha rilevato che “i trattori che sono in piazza hanno un problema con l’attuale Commissione Europea. La Commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa; disastrosa – ha ripetuto scandendo la parola – sul fronte del lavoro e dei diritti”.

Quindi – ha aggiunto – semmai siamo noi ad avere problemi con chi ha mal gestito questa Europa insieme ai socialisti per troppi anni; però siccome noi guardiamo oltre, io potrei anche superare questi evidenti problemi”, ha precisato, ma, ha insistito, “l’Europa l’hanno disastrata coloro che la stanno governando: quindi, semmai saremmo noi ad avere un problema a sederci di fianco a coloro che hanno devastato il sistema produttivo europeo”. E a un giornalista che chiedeva se lui voterebbe per una nuova presidenza della Commissione di Ursula von der Leyen, Salvini ha risposto: “Io, personalmente no”. Tornando alle proteste riguardo ai problemi economici degli agricoltori e alle nuove norme ambientali e burocratiche europee da rispettare , il leader della Lega ha aggiunto: “Stiamo lavorando in Italia, per quello che è di di competenza dei governi nazionali. Poi, la gran parte delle rivendicazioni sono contro le politiche pseudo-green europee, riguardano e agricoltori, pescatori, camionisti. E’ chiaro che è un’Europa che ha messo l’ideologia davanti al lavoro”.

“A livello di governo italiano – ha riferito Salvini – stiamo cercando di fare di tutto per trovare ulteriroi risorse per porre rimedio ai disastri europei. Ripeto: io penso – ha sottolineato ancora – che L’Europa degli ultimi anni sia stata una sciagura, una iattura: per risparmiatori, per i proprietari di case, per gli automobilisti, per gli agricoltori, per i camionisti, per i lavoratori”, ha conclso..

Salis, Salvini: vanno chiesti giusto processo e detenzione civile

Salis, Salvini: vanno chiesti giusto processo e detenzione civileBruxelles, 31 gen. (askanews) – “E’ fondamentale chiedere condizioni di detenzione civili, umane, rispettose, e un giusto processo” per Ilaria Salis, la cittadina italiana in carcere in Ungheria con l’accusa di aggressione violenta contro dei dimostranti di estrema destra. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, leader della Lega, parlando con i giornalisti a margine dell’evento “L’Europa e le Alpi”, oggi al Parlamento europeo a Bruxelles.

“Spero – ha continuato Salvini – che si dimostri innocente, perché qualora fosse ritenuta colpevole, atti di violenza imputabili a un insegnante elementare che gestisce il presente e il futuro di bimbi di sei-sette-otto anni sarebbero assolutamente gravi”. “Il fatto che poi sia a processo anche in Italia per altri episodi di violenza e altre aggressioni, sicuramente è spiacevole”, ha puntualizzato il ministro.

“Però le catene in un’aula di tribunale non si possono vedere. Quindi – ha osservato – bene fa il governo a chiedere il rispetto dei diritti di colei che è presunta innocente fino a prova contraria”. “Poi – ha aggiunto -, chi da sinistra invoca l’indipendenza della magistratura in Italia, ovviamente immagino abbia lo stesso rispetto per le magistrature degli altri paesi europei”.

“Ripeto, contiamo su un processo giusto e veloce, sperando nella sua innocenza”; ma “se si dimostrasse che è colpevole, ovviamente sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare italiana”, ha concluso Salvini.

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicista

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicistaRoma, 30 gen. (askanews) – Il copione è ormai noto, Elly Schlein che fa appello all’unità delle opposizioni e Giuseppe Conte che svicola, punzecchiando il Pd che secondo lui è “bellicista”. Tra Pd e M5s il rapporto resta difficile, il botta e risposta di ieri sul sit-in organizzato dai democratici non è ancora alle spalle, anche se alla presentazione del libro di Roberto Speranza Elly la segretaria dem e il leader 5 stelle siedono uno accanto all’altra. Davanti ai fotografi va in scena l’abbraccio di rito, Pier Luigi Bersani seduto in prima fila si augura che la ‘photo opportunity’ di oggi sia il preludio di un riavvicinamento, ma quando i due intervengono le distanze appaiono immutate.

Parlando delle regionali la Schlein dice che l’accordo con M5s “the sooner, the better”, prima è, meglio è. In generale, aggiunge, bisogna “lavorare per costruire un’alternativa. Noi questa responsabilità ce l’abbiamo. Nonostante le divisioni del governo meloni, una coalizione loro ce l’hanno. Confidano sul fatto che anche dove si spaccano poi riescono a ricompattarsi”. Lo stesso dovrebbe fare l’opposizione, insiste, “se vogliamo dare il messaggio che un’alternativa c’è dobbiamo costruire pazientemente con metodo – su questo sono d’accordo (con Conte, ndr) delle convergenze sui temi”. La leader Pd risponde così alla freddezza di Conte. Il leader M5s poco prima aveva ribadito: “L’alternativa va costruita in modo serio, passo dopo passo”. E, a proposito della maggioranza di governo, secondo l’ex premier bisogna evitare di dar vita a un “cartello elettorale, come invece farà il centrodestra che litiga su tutto. Se non abbiamo una visione comune in politica estera è meglio che ci provochiamo adesso, va benissimo così. Dico provocare ma vorrei discutere, dobbiamo discutere. Se sulla transizione ecologica dobbiamo affinare alcuni punti fermi è meglio farlo adesso, ne abbiamo tutto il tempo”. Insomma, ci sono “non pregiudizi, ma ostacoli da rimuovere”.

Insomma, Schlein cita il salario minimo, le battaglie sulla sanità, i possibili temi su cui tutti – “anche forze come Avs, Più Europa e Azione” – possono ritrovarsi. Conte replica accusando appunto il Pd di “bellcismo” e ricordando le differenze. Esattamente l’approccio opposto a quello della Schlein, che certo al Pd non apprezzano. Ma, è il mantra ripetuto al Nazareno, “noi non replichiamo, noi citiamo i punti che ci uniscono”. La rissa non la vuole la segretaria Schlein e continuerà così, nonostante le stilettate di Conte. Certo, la leader Pd e i suoi sono consapevoli che questo atteggiamento dei 5 stelle rischia di allontanare gli elettori, senza contare che – sondaggi alla mano – le opposizioni unite sarebbero in grado di giocarsela con il centrodestra. Ma la consegna per tutti è di evitare le polemiche con chi dovrebbe essere alleato. Se poi Conte vuole impostarla così e assumersi la responsabilità di dividere le opposizioni sarà una sua scelta.

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il caso

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il casoRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Salis, colloquio Meloni-Orban

Salis, colloquio Meloni-OrbanRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltone

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltoneRoma, 30 gen. (askanews) – Alla fine tutti si affannano a sminuire, a dire che nella sostanza l’accordo politico c’è e che al massimo si tratta di sistemare qualche virgola qui o modificare qualche parolina lì, perché quando si tocca la Costituzione “va misurato tutto”. “Non è questione che si liquida in mezz’ora”, spiega la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati. Il dato di fatto, però, è che il primo round della riunione di maggioranza convocata per discutere degli emendamenti condivisi da presentare al premierato si è concluso con un nulla di fatto. Si riprende domani alle 13 e chissà se il nuovo summit sarà risolutivo in vista del 5 febbraio, termine fissato per la presentazione delle proposte di modifica in commissione al Senato. Anche perché, a dispetto delle dichiarazioni di circostanza, il nodo politico c’è eccome: la Lega si è infatti presentata agguerrita e pronta a difendere la norma anti ribaltone.

La base di partenza della discussione sono stati i sette emendamenti predisposti dal presidente della commissione, e relatore del provvedimento, il super meloniano Alberto Balboni. Ai partecipanti (oltre ai ministri Casellati e Ciriani, i capiguppo e i componenti di maggioranza della commissione stessa) è stato dunque distribuito un foglio con una griglia: in una colonna il testo originale, nell’altra il testo preparato da Balboni, dunque le proposte emendative studiate dal ministro delle Riforme. Sin da subito, raccontano da Fratelli d’Italia, il presidente dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, si è mostrato meno accomodante rispetto al vertice precedente. Ma è stato quando si è arrivati a discutere del cosiddetto secondo premier (norma scritta da Roberto Calderoli) che il suo tono si è decisamente accalorato.

La proposta su cui si sta ragionando è infatti quella di un ‘simul stabunt-simul cadent’ temperato, in base al quale in caso di sfiducia del Parlamento si torna a votare. A giudizio di Romeo c’è il rischio di ritrovarsi un “potere di ricatto non scritto”. “E se un premier impazzisce? Non ragioniamo sulla nostra premier di adesso – avrebbe argomentato il capogruppo leghista – ragioniamo sul Di Maio di turno”. Argomentazioni di fronte alle quali, viene riferito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha invitato a ribaltare la prospettiva, ossia a riflettere invece sul rischio di ritrovarsi nel paradosso di un Parlamento che resta lì anche dopo aver sfiduciato il premier grazie al quale è stato eletto. Anche Balboni ha replicato ricordando che si sta parlando di una elezione diretta del premier: “Lasciamogli almeno questo potere. Con la norma nella versione attuale ha pure meno poteri di adesso”. Casellati avrebbe invece spiegato che non si mina il parlamentarsimo dal momento che le Camere possono sempre decidere di far passare, o non passare, un provvedimento. Al di là della difesa nel merito della norma anti ribaltone, in Fratelli d’Italia sono convinti che la posizione della Lega sia un modo per tirare la corda in vista del passaggio parlamentare dell’Autonomia alla Camera.

Il Carroccio punta al via libera definitivo prima delle Europee mentre il partito della premier non sembra avere fretta. C’è poi anche la questione del terzo mandato per i governatori, che Salvini vorrebbe per assicurarsi ancora Luca Zaia alla guida del Veneto. Tra le proposte di modifica del premierato c’è infatti anche il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio, cosa che metterebbe una pietra tombale sull’aspirazione leghista. Sul tavolo è stata messa anche l’opzione avanzata dal ministro Casellati, ovvero di prevedere tre mandati se i due precedenti non sono durati più di sette anni e sei mesi.

Salis,Schlein: perché governo Italia non si attiva per suo rientro?

Salis,Schlein: perché governo Italia non si attiva per suo rientro?Roma, 30 gen. (askanews) – “Ilaria Salis deve tornare in Italia. C’è una decisione-quadro del Consiglio europeo che permetterebbe di farla tornare in Italia ai domiciliari e non si capisce perché il governo non si attivi con ogni forza per far rispettare i diritti fondamentali di una cittadina italiana, quando ieri dalle immagini che abbiamo visto, abbiamo avuto conferma che è detenuta in condizioni assolutamente inumane e inaccettabili”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando con i giornalisti alla Camera.

“Vedere una donna legata mani e piedi e trascinata con un guinzaglio meriterebbe lo sdegno di tutti e l’utilizzo di ogni canale, istituzionale ma pure politico visto che Orban è amico loro, per farla rientrare in Italia. Spiace che anche in questa circostanza si levino voci dalla maggioranza che sembrano invece giustificare questo tipo di trattamento “.

Premierato, niente intesa al vertice della maggioranza. La Lega sulle barricate per la norma anti ribaltone

Premierato, niente intesa al vertice della maggioranza. La Lega sulle barricate per la norma anti ribaltoneRoma, 30 gen. (askanews) – Alla fine tutti si affannano a sminuire, a dire che nella sostanza l’accordo politico c’è e che al massimo si tratta di sistemare qualche virgola qui o modificare qualche parolina lì, perché quando si tocca la Costituzione “va misurato tutto”. “Non è questione che si liquida in mezz’ora”, spiega la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati. Il dato di fatto, però, è che il primo round della riunione di maggioranza convocata al Senato per discutere degli emendamenti condivisi da presentare al premierato si è concluso con un nulla di fatto. Si riprende domani alle 13 e chissà se il nuovo summit sarà risolutivo in vista del 5 febbraio, termine fissato per la presentazione delle proposte di modifica in commissione al Senato. Anche perché, a dispetto delle dichiarazioni di circostanza, il nodo politico c’è eccome: la Lega si è infatti presentata agguerrita e pronta a difendere la norma anti ribaltone.

La base di partenza della discussione sono stati i sette emendamenti predisposti dal presidente della commissione, e relatore del provvedimento, il super meloniano Alberto Balboni. Ai partecipanti (oltre ai ministri Casellati e Ciriani, i capiguppo e i componenti di maggioranza della commissione stessa) è stato dunque distribuito un foglio con una griglia: in una colonna il testo originale, nell’altra il testo preparato da Balboni, dunque le proposte emendative studiate dal ministro delle Riforme. Sin da subito, raccontano da Fratelli d’Italia, il presidente dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, si è mostrato meno accomodante rispetto al vertice precedente. Ma è stato quando si è arrivati a discutere del cosiddetto secondo premier (norma scritta da Roberto Calderoli) che il suo tono si è decisamente accalorato.

La proposta su cui si sta ragionando è infatti quella di un ‘simul stabunt-simul cadent’ temperato, in base al quale in caso di sfiducia del Parlamento si torna a votare. A giudizio di Romeo c’è il rischio di ritrovarsi un “potere di ricatto non scritto”. “E se un premier impazzisce? Non ragioniamo sulla nostra premier di adesso – avrebbe argomentato il capogruppo leghista – ragioniamo sul Di Maio di turno”. Argomentazioni di fronte alle quali, viene riferito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha invitato a ribaltare la prospettiva, ossia a riflettere invece sul rischio di ritrovarsi nel paradosso di un Parlamento che resta lì anche dopo aver sfiduciato il premier grazie al quale è stato eletto. Anche Balboni ha replicato ricordando che si sta parlando di una elezione diretta del premier: “Lasciamogli almeno questo potere. Con la norma nella versione attuale ha pure meno poteri di adesso”. Casellati avrebbe invece spiegato che non si mina il parlamentarsimo dal momento che le Camere possono sempre decidere di far passare, o non passare, un provvedimento. Al di là della difesa nel merito della norma anti ribaltone, in Fratelli d’Italia sono convinti che la posizione della Lega sia un modo per tirare la corda in vista del passaggio parlamentare dell’Autonomia alla Camera.

Il Carroccio punta al via libera definitivo prima delle Europee mentre il partito della premier non sembra avere fretta. C’è poi anche la questione del terzo mandato per i governatori, che Salvini vorrebbe per assicurarsi ancora Luca Zaia alla guida del Veneto. Tra le proposte di modifica del premierato c’è infatti anche il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio, cosa che metterebbe una pietra tombale sull’aspirazione leghista. Sul tavolo è stata messa anche l’opzione avanzata dal ministro Casellati, ovvero di prevedere tre mandati se i due precedenti non sono durati più di sette anni e sei mesi.