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Mattarella, Salvini: parole chiare su pace e terrorismo

Mattarella, Salvini: parole chiare su pace e terrorismoRoma, 31 dic. (askanews) – “Il Presidente della Repubblica pronuncia parole chiare su pace e lotta a ogni forma di terrorismo, temi su cui la Lega è e sarà sempre in prima linea. Esattamente come su altri punti toccati dal Presidente, come la lotta istituzionale e culturale contro la violenza sulle donne”. Lo dichiara in una nota Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega.

“Bene – prosegue – che l’aumento dell’occupazione e la crescita dell’Italia vengano riconosciuti, cosa che PD e 5Stelle rifiutano scioccamente di fare. Il nostro impegno nel 2024 sarà inoltre lavorare sulle Riforme come autonomia, premierato e soprattutto Giustizia. Desideriamo evitare che l’Italia rimanga ostaggio di burocrazia, lentezza e minoranze sindacali e giudiziarie di parte. Significativo il passaggio dove il Presidente censura la tendenza a diffondere falsità contro chi viene considerato avversario e addirittura nemico. Un passaggio, questo, particolarmente prezioso per chi, come la Lega, ha subìto e sta subendo aggressioni mediatiche e non solo”, conclude Salvini.

Il discorso di Mattarella: la Costituzione incarnata da tanti concittadini

Il discorso di Mattarella: la Costituzione incarnata da tanti concittadiniRoma, 31 dic. (askanews) – “I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini”. Così Sergio Mattarella conclude il suo nono discorso di fine anno citando i tanti incontri avuti nel corso di questo anno appena trascorso che testimoniano, a suo avviso come “uniti” intorno ai valori costituzionali “siamo più forti”.

“Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’. Li ho letti negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà – dice il capo dello Stato -. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana. Nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione. Li vedo nell’impegno e nella determinazione di donne e uomini in divisa. Che operano per la nostra sicurezza. In Italia, e all’estero. Nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere. O di chi ha lasciato il proprio lavoro – come è avvenuto – per dedicarsi a bambini, ragazzi e mamme in gravi difficoltà”. “A tutti loro esprimo la riconoscenza della Repubblica. Perché le loro storie raccontano già il nostro futuro. Ci dicono che uniti siamo forti” conclude.

Mattarella: forza Repubblica sua unità, no potere che si impone

Mattarella: forza Repubblica sua unità, no potere che si imponeRoma, 31 dic. (askanews) – “La forza della Repubblica è la sua unità. L’unità non come risultato di un potere che si impone. L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno, uno dei punti focali del suo messaggio agli italiani.

L’unità secondo il capo dello Stato è “uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia”.

Il discorso di Mattarella: la rivoluzione tecnologica resti umana

Il discorso di Mattarella: la rivoluzione tecnologica resti umanaRoma, 31 dic. (askanews) – “Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno parlando delle nuove tecnologie e in particolare dell’intelligenza artificiale che porterà a un “progresso inarrestabile”.

Mattarella: voto libero decide, non sondaggio o stare su social

Mattarella: voto libero decide, non sondaggio o stare su socialRoma, 31 dic. (askanews) – “Per definire la strada da percorrere è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli – sono chiamati a garantire”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel discorso di fine anno invitando tutti gli italiani a sentirsi parte attiva di questo esercizio democratico e a dare il proprio contributo: “Viviamo un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto”.

Mattarella: perseguire la pace è respingere logica competizione

Mattarella: perseguire la pace è respingere logica competizioneRoma, 31 dic. (askanews) – “Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone”. Ne è convinto il Presidente della Repubbica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso di fine anno ha parlato a lungo del tema delle guerre e in generale della violenza che pervade le nostre società.

“Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità – avverte il capo dello Stato -. Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti. Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola del prossimo futuro”. “Volere la pace non è neutralità; o, peggio, indifferenza, rispetto a ciò che accade: sarebbe ingiusto, e anche piuttosto spregevole”, insiste Mattarella secondo il quale “per conseguire la pace non è sufficiente far tacere le armi. Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera”.

Mattarella: guerra nasce da animo uomini, serve cultura di pace

Mattarella: guerra nasce da animo uomini, serve cultura di paceRoma, 31 dic. (askanews) – “La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni. Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano. È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace”. E’ l’appello che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivolge in occasione del discorso di fine anno agli italiani ricordando quanto ognuno di noi sia determinante per cambiare la mentalità.

Mattarella ai giovani: amore non è egoismo ma dono

Mattarella ai giovani: amore non è egoismo ma donoRoma, 31 dic. (askanews) – Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno in diretta tv si rivolge ai più giovani per parlare della violenza sulle donne, “quella più odiosa” e dice: “Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità”.

E poi c’è la “la violenza verbale – ha proseguito il capo dello Stato – e le espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete. Penso alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia”.

Il discorso di Mattarella: la guerra genera odio che dura anche dopo

Il discorso di Mattarella: la guerra genera odio che dura anche dopoRoma, 31 dic. (askanews) – “L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità. La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno parla delle guerre che stanno sconvolgendo il mondo e soffermandosi su quella in Medio Oriente non manca di sottolineare le responsabilità di entrambe le parti.

“La guerra – ogni guerra – genera odio. E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti – avverte -. La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza”.

Mattarella: rischiamo di abituarci all’orrore delle guerre

Mattarella: rischiamo di abituarci all’orrore delle guerreRoma, 31 dic. (askanews) – “Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come – sempre più spesso – accade nelle guerre”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno.

Il capo dello Stato mette in guardia dal racconto che spesso viene fatto dai contendenti di una conflitto, come quello tra Russia e Ucraina dove si misura “la tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata menandone vanto. Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta”.