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Ue, Mattarella: riforme istituzionali necessarie per affrontare le nuove sfide

Ue, Mattarella: riforme istituzionali necessarie per affrontare le nuove sfideRoma, 15 dic. (askanews) – “L’Unione Europea dovrà mettere mano a quel complesso di riforme istituzionali necessarie per renderla in grado di affrontare, con efficacia e tempestività, le sfide del nostro tempo, offrendo l’esempio di una comunità che, attraverso il dialogo e il negoziato, contribuisce in maniera ancora più rilevante alla causa della pace e della collaborazione internazionali”. Ne è convinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso al corpo diplomatico per il tradizionale scambio di auguri al Quirinale ha ribadito anche il valore che nel quadro internazionale rappresenta l’allargamento dell’Unione europea.

Quello dell’allargamento dell’Unione europea è stato “un percorso a volte impervio, ma il cui profondo significato storico e politico riveste grande rilievo. Allargamento significa inclusione, accettazione delle differenze, solidarietà, valori agli antipodi rispetto alle pulsioni neo-imperialiste che provengono, in questo periodo, da Mosca”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso agli ambasciatori in Italia, assenti anche quest’anno come dall’inizio del conflitto in Ucraina i rappresentanti diplomatici di Russia e Bielorussia.

Ue, Meloni: Orban? Italia ha ruolo perchè dialoga con tutti

Ue, Meloni: Orban? Italia ha ruolo perchè dialoga con tuttiBruxelles, 15 dic. (askanews) – “Io ho fatto quello che avevo detto che avrei fatto: si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro. Se non riusciamo a fare questo non riusciamo ad arrivare agli obiettivi, bisogna avere una capacità di dialogo e di mediare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo, a chi le chiedeva del suo colloquio di ieri con Viktor Orban.

“Questo – ha aggiunto – ha consentito all’Italia di avere un ruolo da protagonista per i risultati che abbiamo ottenuto, non siamo riusciti in tutti gli intenti ma dobbiamo continuare a lavorare. Questo è il modo più serio di arrivare a obiettivi utili per tutti e per la credibilità dell’Ue. In particolare in questa fase, con le crisi in corso, dobbiamo cercare di unire e non di divaricare ultertiormente perchè ci indeboliamo ancora di più”.

Mes, Meloni: non c’è nessun ricatto sul Patto di stabilità

Mes, Meloni: non c’è nessun ricatto sul Patto di stabilitàBruxelles, 15 dic. (askanews) – Quello tra Patto di stabilità e ratifica del Mes “è un link che vedo solo nel dibattito italiano. Sicuramente per noi fa la differenza sapere quali sono gli strumenti del Patto, ma non c’è una dimensione di ricatto. Non l’ho vista, nessuno ha mai posto la questione così”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo.

L’Italia potrebbe mettere il veto sul Patto si stabilità? “Non la voglio mettere così. Io dico che non posso dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun governo potrebbe rispettare, sarebbe ingiusto e inutile per noi. Dire ‘mettete il veto’ non è un buon modo per cercare una sintesi”, ha detto Meloni. “Cerco – ha aggiunto – di trovare le condizioni di fare seriamente il mio lavoro, non chiediamo la modifica per gettare soldi dalla finestra ma fare quel che è giusto fare senza essere colpiti. Sarebbe miope non per l’Italia ma per l’Europa. Cerchiamo di coinvolgere più Paesi possibile”.

Ue, Meloni: veto su Patto? Cerco intesa, no ok se non rispettabile

Ue, Meloni: veto su Patto? Cerco intesa, no ok se non rispettabileBruxelles, 15 dic. (askanews) – L’Italia potrebbe mettere il veto sul Patto si stabilità? “Non la voglio mettere così. Io dico che non posso dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun governo potrebbe rispettare, sarebbe ingiusto e inutile per noi. Dire ‘mettete il veto’ non è un buon modo per cercare una sintesi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo.

“Cerco – ha aggiunto – di trovare le condizioni di fare seriamente il mio lavoro, non chiediamo la modifica per gettare soldi dalla finestra ma fare quel che è giusto fare senza essere colpiti. Sarebbe miope non per l’Italia ma per l’Europa. Cerchiamo di coinvolgere più Paesi possibile”.

Rai, Pd e M5s chiedono le dimissioni di Corsini. Lui si scusa e dice: parole estrapolate dal contesto

Rai, Pd e M5s chiedono le dimissioni di Corsini. Lui si scusa e dice: parole estrapolate dal contestoRoma, 15 dic. (askanews) – Pd e Cinque Stelle chiedono le dimissioni del direttore degli Approfondimenti Rai Paolo Corsini che ieri dal palco di Atreju ha ironizzato sulla scelta della segretaria Pd Elly Schlein di non accettare l’invito di Fdi e rivendicato la svolta politica di Fratelli d’Italia anche nelle politiche del servizio pubblico.

‘Non scopriamo nulla di nuovo, ma sentire dalla viva voce del direttore dell’approfondimento Rai Paolo Corsini definirsi ‘militante’ e parlare di ritoccato orgoglio alla Festa di Fratelli d’Italia, sorprende comunque. Non per quello che dice: la sua appartenenza è nota a tutti, ma per la sfrontatezza di esprimerle senza remore in una festa di partito, davanti a tutti, dimenticando totalmente il suo ruolo di primo piano nel Servizio Pubblico. Domanda: ai vertici Rai va bene così o prenderanno provvedimenti?’, chiedono in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto, Dolores Bevilacqua, Anna Laura Orrico e Riccardo Ricciardi. ‘I suoi programmi – scrivono in una dichiarazione congiunta i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai- vanno male e lui, invece di stare a lavorare in Rai per provare a risollevare, che fa? Sta ad Atreju non a fare il semplice conduttore ma ad attaccare Schlein. Non si è mai visto un direttore della Rai che attacca ad un iniziativa di partito la leader di quello avversario come se fosse un militante. Inaccettabile.Si scusi o si dimetta’.

‘Corsini – afferma su X Alessandro Zan, componente della segreteria nazionale del Pd- non può restare un minuto in più in RAI. Ieri sera ad Atreju ha scelto di fare politica, attaccando Elly Schlein come dirigente di Fratelli d’Italia, ruolo incompatibile come dirigente del servizio pubblico. I vertici RAI pretendano le sue dimissioni o la degenerazione dell’Azienda in TeleMeloni sarà certificata.’ ‘Può un dirigente della Rai aprire la festa di partito e dire pubblicamente ‘noi di Fratelli d’Italia’? E ancora, lo stesso dirigente, Paolo Corsini, può attaccare dal palco di Atreju la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein?La Rai non ha mandato in onda un programma sulla mafia di Roberto Saviano perché lo scrittore napoletano aveva criticato il ministro Salvini. Vorremmo lo stesso trattamento per Paolo Corsini: le sue dimissioni da direttore dell’approfondimento giornalistico della Rai’, afferma il responsabile Informazione del Partito Democratico Sandro Ruotolo. ‘Non si era mai visto – denuncia la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani – un alto dirigente Rai intervenire a una festa di partito come militante e attaccare la leader dell’opposizione. È intollerabile che si possa fare un uso del genere del servizio pubblico e i primi a dover sentire l’obbligo di intervenire in difesa della Rai dovrebbero essere proprio i suoi dirigenti. Ci attendiamo provvedimenti conseguenti e immediati’.

‘Il comizio di Paolo Corsini ad Atreju e gli attacchi alla segretaria del Partito Democratico rincara in una dichiarazione la coordinatrice della segreteria del Pd Marta Bonafoni- sono inaccettabili. E’ inaccettabile che un dirigente dell’azienda pubblica che dovrebbe garantire informazione alle italiane e agli italiani, svesta i panni del giornalista per indossare quelli della peggiore propaganda di governo. E’ inaccettabile che la stessa azienda di Stato censuri giornalisti come Saviano, colpevole di aver attaccato il ministro Salvini, e al contempo affidi a figure come quella di Corsini incarichi e ruoli apicali, come quello di direttore dell’approfondimento. Se Corsini vuole far politica – come mostra chiaramente il suo intervento alla kermesse di FdI – faccia l’unica cosa giusta e opportuna: si dimetta dal suo incarico in Rai. ‘In quale altro Paese democratico sarebbe possibile che un alto dirigente del servizio pubblico partecipi ad una festa di partito come militante, attaccando per di più la leader dell’opposizione? I vertici della Rai hanno qualcosa da dire in proposito? Inaudito’, afferma in un comunicato Marina Sereni della segreteria Pd.

‘Un dirigente Rai va a una festa di partito. Parlando, dice testualmente ‘noi del nostro partito’, Fratelli d’Italia. Ma non solo. Lo stesso dirigente trova anche il tempo di attaccare la leader del principale partito di opposizione. Quella di Paolo Corsini non è una semplice gaffe, ma la dimostrazione del livello di arroganza cui sta arrivando questa gente. Si considerano i padroni d’Italia. Vanno fermati, con tutti i mezzi democratici a disposizione. A Corsini chiediamo scuse e dimissioni immediate’, dichiara su X Camilla Laureti, anche lei componente della segreteria del Pd. ‘Non si era mai visto – scrive in una nota Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera- che un dirigente di una azienda pubblica faccia un comizio,peraltro di infimo livello, in una convention di un partito e si permetta di attaccare il PD, principale partito di opposizione e la sua leader Elly Schlein. Paolo Corsini non solo dovrebbe scusarsi, se la sua protervia glielo consente, ma anche dimettersi dal ruolo di dirigente della Rai. L’informazione pubblica deve mantenere un profilo di terzietà e non può svolgere una funzione di supporter verso i governi e i singoli partiti. C’è comunque un attacco alle regole democratiche che sta portando avanti la destra come spesso si riscontra in Parlamento dove, tra decreti e fiducie a ripetizione, deputati e senatori non possono svolgere il loro compito di legislatori e rappresentanti del popolo’. ‘Credo che il direttore dei talk show Rai, Paolo Corsini – afferma Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd- dovrebbe dimettersi. E’ del tutto evidente che non possa rimanere al suo posto un dirigente della tv pubblica che attacca alla festa del maggior partito di maggioranza la leader dell’opposizione.Intanto, dovrebbe scusarsi con Elly Schlein per le parole che ha usato e poi preoccuparsi del crollo degli ascolti dei talk Rai. Comprendo il nervosismo visto l’andamento dei programmi della pricipale azienda culturale del Paese ma ciò non giustifica atteggiamenti da militante politico che non si conciliano in alcun modo con il ruolo ricoperto da Corsini’. Pd e Cinque Stelle chiedono le dimissioni del direttore degli Approfondimenti Rai Paolo Corsini che ieri dal palco di Atreju ha ironizzato sulla scelta della segretaria Pd Elly Schlein di non accettare l’invito di Fdi e rivendicato la svolta politica di Fratelli d’Italia anche nelle politiche del servizio pubblico. ‘Non scopriamo nulla di nuovo, ma sentire dalla viva voce del direttore dell’approfondimento Rai Paolo Corsini definirsi ‘militante’ e parlare di ritoccato orgoglio alla Festa di Fratelli d’Italia, sorprende comunque. Non per quello che dice: la sua appartenenza è nota a tutti, ma per la sfrontatezza di esprimerle senza remore in una festa di partito, davanti a tutti, dimenticando totalmente il suo ruolo di primo piano nel Servizio Pubblico. Domanda: ai vertici Rai va bene così o prenderanno provvedimenti?’, chiedono in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto, Dolores Bevilacqua, Anna Laura Orrico e Riccardo Ricciardi. ‘I suoi programmi – scrivono in una dichiarazione congiunta i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai- vanno male e lui, invece di stare a lavorare in Rai per provare a risollevare, che fa? Sta ad Atreju non a fare il semplice conduttore ma ad attaccare Schlein. Non si è mai visto un direttore della Rai che attacca ad un iniziativa di partito la leader di quello avversario come se fosse un militante. Inaccettabile.Si scusi o si dimetta’. ‘Corsini – afferma su X Alessandro Zan, componente della segreteria nazionale del Pd- non può restare un minuto in più in RAI. Ieri sera ad Atreju ha scelto di fare politica, attaccando Elly Schlein come dirigente di Fratelli d’Italia, ruolo incompatibile come dirigente del servizio pubblico. I vertici RAI pretendano le sue dimissioni o la degenerazione dell’Azienda in TeleMeloni sarà certificata.’ ‘Può un dirigente della Rai aprire la festa di partito e dire pubblicamente ‘noi di Fratelli d’Italia’? E ancora, lo stesso dirigente, Paolo Corsini, può attaccare dal palco di Atreju la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein?La Rai non ha mandato in onda un programma sulla mafia di Roberto Saviano perché lo scrittore napoletano aveva criticato il ministro Salvini. Vorremmo lo stesso trattamento per Paolo Corsini: le sue dimissioni da direttore dell’approfondimento giornalistico della Rai’, afferma il responsabile Informazione del Partito Democratico Sandro Ruotolo. ‘Non si era mai visto – denuncia la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani – un alto dirigente Rai intervenire a una festa di partito come militante e attaccare la leader dell’opposizione. È intollerabile che si possa fare un uso del genere del servizio pubblico e i primi a dover sentire l’obbligo di intervenire in difesa della Rai dovrebbero essere proprio i suoi dirigenti. Ci attendiamo provvedimenti conseguenti e immediati’. ‘Il comizio di Paolo Corsini ad Atreju e gli attacchi alla segretaria del Partito Democratico rincara in una dichiarazione la coordinatrice della segreteria del Pd Marta Bonafoni- sono inaccettabili. E’ inaccettabile che un dirigente dell’azienda pubblica che dovrebbe garantire informazione alle italiane e agli italiani, svesta i panni del giornalista per indossare quelli della peggiore propaganda di governo. E’ inaccettabile che la stessa azienda di Stato censuri giornalisti come Saviano, colpevole di aver attaccato il ministro Salvini, e al contempo affidi a figure come quella di Corsini incarichi e ruoli apicali, come quello di direttore dell’approfondimento. Se Corsini vuole far politica – come mostra chiaramente il suo intervento alla kermesse di FdI – faccia l’unica cosa giusta e opportuna: si dimetta dal suo incarico in Rai. ‘In quale altro Paese democratico sarebbe possibile che un alto dirigente del servizio pubblico partecipi ad una festa di partito come militante, attaccando per di più la leader dell’opposizione? I vertici della Rai hanno qualcosa da dire in proposito? Inaudito’, afferma in un comunicato Marina Sereni della segreteria Pd. ‘Un dirigente Rai va a una festa di partito. Parlando, dice testualmente ‘noi del nostro partito’, Fratelli d’Italia. Ma non solo. Lo stesso dirigente trova anche il tempo di attaccare la leader del principale partito di opposizione. Quella di Paolo Corsini non è una semplice gaffe, ma la dimostrazione del livello di arroganza cui sta arrivando questa gente. Si considerano i padroni d’Italia. Vanno fermati, con tutti i mezzi democratici a disposizione. A Corsini chiediamo scuse e dimissioni immediate’, dichiara su X Camilla Laureti, anche lei componente della segreteria del Pd. ‘Non si era mai visto – scrive in una nota Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera- che un dirigente di una azienda pubblica faccia un comizio,peraltro di infimo livello, in una convention di un partito e si permetta di attaccare il PD, principale partito di opposizione e la sua leader Elly Schlein. Paolo Corsini non solo dovrebbe scusarsi, se la sua protervia glielo consente, ma anche dimettersi dal ruolo di dirigente della Rai. L’informazione pubblica deve mantenere un profilo di terzietà e non può svolgere una funzione di supporter verso i governi e i singoli partiti. C’è comunque un attacco alle regole democratiche che sta portando avanti la destra come spesso si riscontra in Parlamento dove, tra decreti e fiducie a ripetizione, deputati e senatori non possono svolgere il loro compito di legislatori e rappresentanti del popolo’. ‘Credo che il direttore dei talk show Rai, Paolo Corsini – afferma Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd- dovrebbe dimettersi. E’del tutto evidente che non possa rimanere al suo posto un dirigente della tv pubblica che attacca alla festa del maggior partito di maggioranza la leader dell’opposizione.Intanto, dovrebbe scusarsi con Elly Schlein per le parole che ha usato e poi preoccuparsi del crollo degli ascolti dei talk Rai. Comprendo il nervosismo visto l’andamento dei programmi della principale azienda culturale del Paese ma ciò non giustifica atteggiamenti da militante politico che non si conciliano in alcun modo con il ruolo ricoperto da Corsini’. L’Ad della Rai Roberto Sergio – a quanto si apprende – ha chiesto una relazione alla Direzione del personale sull’intervento di ieri ad Atreju del direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini. L’Ad ha chiesto anche di visionare il video per valutare l’adozione di eventuali sanzioni. Intanto arrivano le scuse, e le precisazioni dello stesso Corsini. ‘Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni. Ieri sono stato invitato a moderare il dibattito introduttivo di una manifestazione che, in questi giorni, presenta al pubblico un parterre di ospiti e personalità di altissimo livello. In questo quadro, mi dispiace davvero che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti’, afferma in una nota il direttore dell’approfondimento Rai, Paolo Corsini, in riferimento alle polemiche legate al suo intervento all’inaugurazione di Atreju. ‘Nei miei brevi interventi introduttivi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori, non c’era ovviamente – ha aggiunto – alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso. Sono un giornalista del Servizio Pubblico e il mio impegno quotidiano, come quello di tutti i miei colleghi, è garantire in ogni situazione autonomia, pluralismo e completezza nell’informazione’.

Lega celebra 10 anni di Salvini: ha cambiato il partito e l’ha salvato

Lega celebra 10 anni di Salvini: ha cambiato il partito e l’ha salvatoMilano, 15 dic. (askanews) – Un video di quasi 18 minuti, con immagini di repertorio, interviste ai compagni di partito, i passaggi decisivi: la Lega celebra così i 10 anni della segreteria Salvini, con un filmato sui social dal titolo “M10 Capitano”, richiamando l’appellativo con cui Matteo Salvini si faceva chiamare durante la stagione al Viminale.

Si parte con Giancarlo Giorgetti: è lui che nel 2013 proclamò il risultato del congresso del 2013, e lui fu tra gli artefici dell’elezione: “Era maturo il tempo di trovare qualcuno cui passare il testimone – dice in una intervista in cui ricorda il momento della scelta – ci trovammo tutti e tre, io e Bobo (Maroni, ndr). Dicemmo ‘Matteo tocca a te, bisogna trovare qualcuno che abbia le energie, le idee per rinnovare il movimento’. Non è nato in una capanna ma sotto un tendone, diciamo così…”, dice ironizzando sulla vicinanza del Natale. Una idea, quella di Matteo Salvini segretario, di cui il presidente della Camera Lorenzo Fontana rivendica la primazia: “Ero a La Zanzara, mi chiesero chi sarebbe stato il segretario dopo Bossi e io risposi Salvini: una previsione azzeccata”. Il senatore Andrea Paganella ricorda invece i primi mesi della segreteria: “Sono stati i più difficili, Matteo ha deciso di dare una nuova identità al partito, ha preso il toro per le corna per cambiare tanto, quasi tutto, e così ha salvato la Lega”. Il vicesegretario Andrea Crippa racconta la prima campagna elettorale, quella del 2014, fatta in camper: “Nessuno credeva in noi, Matteo è stato incredibile, e i risultati parlano per lui”. Tocca poi a Roberto Calderoli: “Ha preso in mano una Lega che la vedeva veramente brutta, l’ha portata in alto, in altissimo con il 34% alle Europee del 2019, tanto lavoro e entusiasmo, ci riporterà a quei numeri e a quei valori di cinque anni fa”.

Risultati ottenuti grazie alla trasformazione del partito, che viene spiegata da Massimiliano Romeo e Giuseppe Valditara: “Salvini è riuscito a trasformare la Lega da partito confinato in alcune regioni del Nord in partito nazionale”, dice il capogruppo in Senato ricordando le Politiche del 2018, in cui – aggiunge il ministro dell’Istruzione – “vinceva l’intuizione di trasformare la Lega in forte movimento nazionale ma strettamente legato ai territori”. Il lato umano lo racconta Attilio Fontana: “C’è sempre, nei momenti di difficoltà. Quando ti senti solo, lo chiami e lui ti dà sostegno, consiglio, ti fa capire che insieme a te c’è il partito e ci sono milioni di leghisti”. Gli fa eco Alessandra Locatelli che sottolinea “l’entusiasmo, la forza che ci trasmette anche di fronte alle situazioni più complesse e ai momenti più difficili”.

Poi tocca agli altri governatori di Regione: Donatella Tesei ricorda la vittoria in Umbria, Maurizio Fugatti quella in Trentino, Christian Solinas l’alleanza col Partito Sardo d’Azione che ha portato alla sua elezione. Il governo giallo-verde del 2018 lo racconta per primo Matteo Piantedosi, allora suo capo di gabinetto al Viminale, e poi Massimiliano Fedriga: “L’esperienza col M5s non è stata facile, ma ha portato risultati incredibili nella lotta alla criminalità organizzata e all’immigrazione clandestina”. Un passaggio che viene sottolineato da diverse dichiarazioni di repertorio dello stesso Salvini, tutte sul tema “ruspa” da utilizzare contro criminalità e immigrazione, fino alle parole contro “una zingara, una zingaraccia di Baranzate” che minacciava un proiettile per l’allora ministro dell’Interno.

Tocca al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari affrontare invece il momento della rottura: “Il governo col M5s era complicato ma ha portato risultati importanti: quota 100 sulle pensioni e i decreti immigrazione. Ma eravamo arrivati a un punto in cui le differenze stavano esplodendo, ed era evidente che c’era un dialogo aperto con il Pd come era chiaro dai posizionamenti europei”. E via con le immagini di repertorio sulle “poltrone” abbandonate. E poi c’è il futuro. Luca Zaia parla della battaglia per l’Autonomia regionale: “Matteo ci ha messo faccia e impegno, ora aspettiamo solo il momento in cui sarà legge”. Lorenzo Fontana sottolinea che i risultati ottenuti “sono solo un punto di partenza”. Il video si chiude con oltre due minuti di foto: da Salvini bambino a quelle con i figli piccoli, e poi una carrellata di compagni di partito (tra gli altri Giorgetti, Zaia, Fedriga, Bossi, Calderoli, Rixi, Borghi, Centinaio, Durigon, Crippa, Molinari, Molteni).

M5S, Conte: auguri a Grillo convalescente,ci siamo sentiti

M5S, Conte: auguri a Grillo convalescente,ci siamo sentitiRoma, 15 dic. (askanews) – Giuseppe Conte ha formulato “gli auguri di pronta guarigione” al fondatore e garante del Movimento 5 stelle Beppe Grillo: “come sapete – ha detto nel corso della trasmissione Il rosso e il nero su Rai Radio1 – ha avuto qualche problemc di salute che sta superando. L’ho sentito, è convalescente”.

Rispondendo a una domanda sulla polemica che tempo fa Grillo sollevo contro la parlamentare leghista Giulia Bongiorno, legale impegnata nel procedimento penale nel quale il figlio di Grillo, Ciro, è accusato di violenza sessuale, Conte ha aggiunto: “Mi sono espresso anche a caldo, è una vicenda complessa e delicata. Non auguro a nessuno di ritrovarsi in una situazione come quella, con un figlio con una accusa così rilevante. Sicuramente hanno prevalso le ragioni del padre in quella vicenda”, ha concluso.

Sul bilancio Ue c’è l’intesa a 26 ma il veto di Orban. Oggi focus su migranti e Medio Oriente

Sul bilancio Ue c’è l’intesa a 26 ma il veto di Orban. Oggi focus su migranti e Medio OrienteBruxelles, 15 dic. (askanews) – Prima della chiusura della riunione del Consiglio, nella notte era stato trovato un accordo a 26 sulla revisione del Quadro di finanza pluriennale dell’Ue, ma sulla “negobox” presentata dal presidente Charles Michel (e modificata nelle trattative) il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban ha posto il veto. Dunque anche da parte italiana c’è stato il via libera, spiegano fonti europee.

Per quanto riguarda lo stop alla revisione del bilancio europeo, uno dei motivi di maggior opposizione da parte di Orban è quello delle risorse aggiuntive per il sostegno all’Ucraina. Al momento i fondi sono bloccati ma le fonti assicurano che comunque gli aiuti sono garantiti “fino alla primavera”. Questa mattina la discussione riprende alle 10 e il capitolo principale, su cui deve essere trovata una sintesi su posizioni divergenti, è quello del Medio Oriente. Gli altri temi sono sicurezza e difesa, Agenda strategica e lotta all’antisemitismo. Altro tema – prioritario per Giorgia Meloni – è quello della gestione dei migranti: la discussione dei leader partirà dalla lettera inviata alla vigilia del summit dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Calenda: Renzi primo senatore per redditi? Profondamente sbagliato

Calenda: Renzi primo senatore per redditi? Profondamente sbagliatoRoma, 15 dic. (askanews) – “E’ noto come la penso, io ritengo che chi fa politica ed è pagato dai cittadini non possa essere pagato da nessun altro. A questo mi sono attenuto da sempre, anche quando non ero eletto e ho iniziato a fare politica”. Così Calro Calenda, leader di Azione, ospite di Sky Tg24, ha commentato il primato nei redditi dei senatori toccato dal leader di Italia viva Matteo Renzi, che ha superato i tre milioni di euro, in base alla documentazione reddituale depositata e resa pubblica come prevedono le norme vigenti.

“Penso – ha aggiunto Calenda – che sia profondamente sbagliato, del tutto inaccettabile, che si prendano soldi, in particolare da Stati stranieri. Questo l’ho detto prima, durante e dopo l’alleanza con Matteo Renzi; dopo di che quello che fa è lecito, auguri, se li goda, io penso che questo sistema per cui uno sta in Parlamento può prendere soldi da chiunque è la fine della democrazia. I conflitti d’interesse stanno distruggendo tutte le demorazie. Lo abbiamo visto con l’Expo: il fatto che l’Arabia saudita ritiene di poter comprare ciò che vuole, e questo non va bene. Con l’Arabia saudita bisogna avere rapporti, è un attore importante ma bisogna averli non di subordinazione. Dopo di che auguri a Matteo”, ha concluso il leader di Azione.

Europee, Bonino: siamo a un bivio, ora gli gli Stati Uniti d’Europa

Europee, Bonino: siamo a un bivio, ora gli gli Stati Uniti d’EuropaRoma, 15 dic. (askanews) – A giudizio di Emma Bonino “l’Europa è davvero a un bivio. O assume un ruolo centrale nel panorama politico mondiale, o resterà – spiega la leader di riferimento di Più Europa in un intervento pubblicato sul quotidiano torinese La Stampa – una regione ad alta concentrazione di bellezza, saperi e opportunità, ma marginale e incapace di giocare tra i protagonisti del XXI secolo”.

“Davanti a questo bivio storico e nella prospettiva delle prossime elezioni europee del 2024, noi – prosegue – crediamo che l’Ue debba dotarsi degli strumenti necessari per rispondere in modo efficace alle sfide e alle crisi del nostro tempo, diventando una vera Federazione Europea. Un progetto che doti l’Unione di un governo responsabile del proprio operato di fronte al Parlamento, capace di avere una politica estera unitaria e una difesa comune, una politica economica e fiscale federali, un sistema di welfare universale, politiche migratorie e ambientali che siano davvero comuni e pensate nell’interesse primario dei cittadini di oggi e di domani”. In sintesi, chiosa Bonino, “il progetto degli Stati Uniti d’Europa”.