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L’Anm denuncia attacchi per assoggettare i giudici alla politica

L’Anm denuncia attacchi per assoggettare i giudici alla politicaRoma, 17 nov. (askanews) – Quanto registrato nelle ultime settimane, con le polemiche nei confronti dei magistrati, “si tratta di un attacco alla giurisdizione strumentale a screditare la magistratura per preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità affidato dalla Costituzione alla magistratura”. Lo spiega il Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati in un documento approvato all’unanimità. “E’ prerogativa della giurisdizione l’interpretazione delle leggi, tenendo conto della gerarchia di valori espressa dalla Carta Costituzionale tra i quali i principi di primazia del diritto europeo e di separazione dei poteri”.


Agli “attacchi” – continua l’Anm – “sono seguite operazioni di indebita ricostruzione della vita privata dei magistrati autori di quelle decisioni finalizzate a selezionare e rendere pubbliche scelte personali ritenute correlate ai provvedimenti adottati”. Inoltre “il linciaggio mediatico cui un certo giornalismo si è prestato ha colpito i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l’etica giornalistica”.

Meloni arrivata a Rio per il G20, oggi vede il presidente Lula

Meloni arrivata a Rio per il G20, oggi vede il presidente LulaRoma, 17 nov. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata la notte scorsa alla Base Aérea do Galeão di Rio de Janeiro, in Basile, accolta da un rappresentante del Ministero degli Esteri brasiliano, dall’ambasciatore d’Italia in Brasile Alessandro Cortese e dal console generale d’Italia a Rio de Janeiro Massimiliano Iacchini.


Da domani Meloni prenderà parte al Vertice G20 ma già oggi alle 12:10, le 16:10 in Italia, avrà un bilaterale con il presidente brasiliano Lula.

Urne aperte fino alle 23 per le Regionali in Umbria ed Emilia-Romagna

Urne aperte fino alle 23 per le Regionali in Umbria ed Emilia-RomagnaRoma, 17 nov. (askanews) – Urne aperte dalle 7 in Emilia-Romagna e Umbria per le elezioni regionali: i seggi resteranno aperti oggi fino alle 23 e domani lunedì 18 novembre dalle ore 7 alle 15. Dopo la chiusura delle operazioni di voto inizierà lo scrutinio.


In Emilia-Romagna sono chiamati al voto, secondo la rilevazione del Ministero dell’Interno, complessivamente 3.576.412 elettori di cui 1.829.383 donne e 1.747.029 uomini. Si sfidano quattro candidati presidente e liste: il candidato del centrosinistra Michele de Pascale, la candidata del centrodestra Elena Ugolini, Luca Teodori, candidato della lista “Lealtà, coerenza, verità”, Federico Serra, candidato di Potere al Popolo, Pci e Rifondazione comunista. In Umbria sono chiamati al voto 704.338 elettori. Si sfidano ben nove candidati: la governatrice uscente Donatella Tesei, sostenuta dal centrodestra; Stefania Proietti, candidata del centrosinistra. E poi Martina Leonardi, sostenuta da Insieme per l’Umbria resistente; Marco Rizzo, sostenuto da Democrazia Sovrana Popolare e Alternativa riformista; Moreno Pasquinelli, sostenuto da Fronte del Dissenso; Fabrizio Pignalberi, sostenuto da Più Italia Sovrana e Quinto Polo per l’Italia; Elia Francesco Fiorini, sostenuto da Alternativa per l’Umbria; Giuseppe Paolone, sostenuto da Forza del Popolo; Giuseppe Tritto, candidato dalla lista Umani Insieme Liberi.

Calderoli: Autonomia cambierà ma poi sinistra taccia. È bufera

Calderoli: Autonomia cambierà ma poi sinistra taccia. È buferaRoma, 16 nov. (askanews) – Torna incandescente il clima intorno all’autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha ravvisato l’incostituzionalità di sette profili della legge Calderoli. A infiammare gli animi, proprio le parole del ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie, padre del contestatissimo ddl oggetto di ricorso da parte di quattro regioni e nel mirino di un referendum abrogativo. “Farò tesoro degli indirizzi che usciranno dalla sentenza della Consulta”, promette Calderoli durante un dibattito con il governatore della Lombardia Attilio Fontana a Rovato, in provincia di Brescia. E aggiunge: “Mi auguro poi le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre”. Affermazioni che scatenano la reazione indignata di Pd, M5s e Avs.


La segretaria dem Elly Schlein definisce “estremamente gravi” le parole del ministro leghista: “Dimostrano scarso rispetto della democrazia. Lo chiarisco a questo governo e a tutti i suoi ministri: non è la maggioranza a decidere cosa può o deve dire l’opposizione. Noi continueremo sempre con più forza a farci sentire, questo è il ruolo che spetta all’opposizione in una democrazia. Questo clima di repressione costante del dissenso deve finire, non è accettabile in una democrazia costituzionale”. I capigruppo Pd di Camera e Senato Chiara Braga e Francesco Boccia chiedono che la premier Giorgia Meloni prenda le distanze “dalle farneticanti affermazioni del suo ministro”. “Incredibile quanto non finisca mai di stupire Calderoli”, la senatrice Alessandra Maiorino, vice capogruppo M5S al Senato. “Più passa il tempo e più gli esponenti di governo dimostrano il loro vero volto, fatto di autoritarismo e insofferenza verso qualunque pensiero diverso dal loro. Di una cosa può star certo Calderoli: finché avremo voce non staremo mai zitti e buoni, soprattutto su una riforma così aberrante quale è l’autonomia differenziata che lui stesso ha concepito e che sta facendo acqua da tutte le parti”.


Per la capogruppo di AVS alla Camera, Luana Zanella, “Calderoli e con lui tutta la Lega sono di fronte ad un disastro creato dalle loro mani: l’autonomia differenziata, nota anche come Spacca-Italia si configura come la seconda ‘porcata’ di Calderoli dopo la famigerata legge elettorale. Anziché tacere, riflettere, valutare fanno a gara a chi la spara più grossa”.

Autonomia, Calderoli: legge nel suo impianto regge e reggerà

Autonomia, Calderoli: legge nel suo impianto regge e reggeràRoma, 16 nov. (askanews) – “Sono 11 articoli, 45 commi, 43 sono quelli oggetto di messa in discussione di incostituzionalità con un centinaio di motivazioni. Se sono stati accolti 7 punti rispetto a 45 commi e si dovesse concludere la partita, dico la partita è finita 45 a 7. Al di là del fatto che non credo si debba dire chi ha vinto o chi ha perso. Se il numero di commi prevalenti è sopravvissuto all’esame della Consulta, vuol dire che la legge nel suo impianto regge e reggerà e questa è la cosa più importante”. Lo ha detto il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli (Lega), a un incontro a Rovato.


“Abbiamo sbagliato in alcuni punti? Può darsi, se lo dice la Consulta è inappellabile posto che stiamo discutendo in un comunicato ancora. Perché abbiamo sbagliato? Perché è una terra ignota, abbiamo preso esempi sulla prassi legislativa del passato”, ha aggiunto.

Autonomia, Nordio: la sentenza della Consulta eliminerà il referendum

Autonomia, Nordio: la sentenza della Consulta eliminerà il referendumRoma, 16 nov. (askanews) – “La sentenza della Consulta sull’autonomia differenziata, letta così a spanne, è più che equilibrata, la condivido. Per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere la motivazione che sarà articolata. Sicuramente produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo al Forum di Fondazione Iniziativa Europa a Stresa.


“Per sapere se questa pronuncia impedirà o no il referendum abrogativo – ha aggiunto – bisogna leggere le motivazioni ma a spanne direi di sì: è intervenuta pesantemente su alcuni settori che erano quelli tipici del referendum. Innanzitutto il Parlamento ora dovrà rivederla, poi andrà alla Cassazione, poi non lo so, direi a spanne, con prudenza, sì la sentenza dovrebbe eliminare la possibilità del referendum almeno per ora”.

Autonomia, Nordio: condivido sentenza Consulta, impedirà referendum

Autonomia, Nordio: condivido sentenza Consulta, impedirà referendumRoma, 16 nov. (askanews) – “La sentenza della Consulta sull’autonomia differenziata, letta così a spanne, è più che equilibrata, la condivido. Per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere la motivazione che sarà articolata. Sicuramente produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo al Forum di Fondazione Iniziativa Europa a Stresa.


“Per sapere se questa pronuncia impedirà o no il referendum abrogativo – ha aggiunto – bisogna leggere le motivazioni ma a spanne direi di sì: è intervenuta pesantemente su alcuni settori che erano quelli tipici del referendum. Innanzitutto il Parlamento ora dovrà rivederla, poi andrà alla Cassazione, poi non lo so, direi a spanne, con prudenza, sì la sentenza dovrebbe eliminare la possibilità del referendum almeno per ora”.

Meloni a Rio per il G20, si tratta sulla dichiarazione per Ucraina e M.O.

Meloni a Rio per il G20, si tratta sulla dichiarazione per Ucraina e M.O.Rio de Janeiro, 16 nov. (askanews) – Lotta alla fame e alla povertà, riforma della governance internazionale, sviluppo sostenibile e transizione energetica. Sono questi i temi al centro del G20 in programma a Rio de Janeiro lunedì e martedì. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è attesa già oggi nella città brasiliana, dove in questi giorni, a margine del summit, incontrerà il presidente Lula e avrà ulteriori colloqui bilaterali ancora in via di definizione.


Il Brasile ha assunto la Presidenza del G20 il primo dicembre 2023 con il motto “Building a just world and a sustainable planet” e ha presentato un programma di lavoro, in linea di continuità con le precedenti Presidenze di India e Indonesia, attento alle sensibilità delle economie emergenti. La Presidenza brasiliana ha invitato, nella sessione outreach, i principali Stati lusofoni (Angola, Mozambico e Portogallo), alcuni Paesi sudamericani (Bolivia, Cile, Colombia, Paraguay e Uruguay) e numerose Organizzazioni internazionali e Banche Multilaterali di Sviluppo: le Nazioni Unite, il Fondo Monetario internazionale, la Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo, la CAF, la FAO, la Banca Interamericana di Sviluppo, l’Organizzazione internazionale del lavoro, la Lega Araba, la Nuova Banca di Sviluppo (NDB BRICS), la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, l’UNESCO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Organizzazione Mondiale del Commercio.


Tra le iniziative della Presidenza brasiliana il lancio dell’Alleanza globale contro la Fame e la Povertà, per raccogliere e mettere a disposizione risorse, capacità tecniche e migliori prassi. Secondo i dati della Banca Mondiale, infatti, 700 milioni di persone, la metà delle quali bambini, vivono in condizioni di povertà estrema, cioè con meno di 2,15 dollari al giorno: un livello di reddito che non basta neanche a garantire il cibo necessario per una dieta sufficiente e l’acqua potabile. Gli sherpa sono al lavoro sulla Dichiarazione finale, con l’obiettivo – non semplice, viste le diverse posizioni – di raggiungere un linguaggio condiviso relativo alla guerra in Ucraina e al conflitto in Medio Oriente. Dopo la telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che è tornato a chiedere il ritiro delle truppe di Mosca, proprio oggi, su iniziativa di Meloni, i leader G7 hanno adottato una dichiarazione di sostegno a Kiev in vista del millesimo giorno dall’inizio della guerra. Nella dichiarazione è riaffermato, tra le altre cose, il “fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario. Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sua ricostruzione” e viene sottolineato “l’impatto dell’aggressione della Russia sulle persone vulnerabili in tutto il mondo”.


Tra gli altri punti in agenda figurano sicurezza alimentare, debito e tassazione internazionale, clima ed energia, empowerment femminile e intelligenza artificiale. Ogni leader potrà intervenire in due sessioni su tre. Meloni parlerà, il 18 novembre, nella prima e nella terza sessione di lavoro: la prima dedicata alla lotta alla fame e alla povertà; la terza allo sviluppo sostenibile e transizione energetica. Sarà l’occasione per ricordare, sottolineano fonti italiane, anche “lo storico impegno dell’Italia per garantire la sicurezza alimentare delle nazioni più vulnerabili”. Roma ospita, infatti, le tre Agenzie del Polo agroalimentare delle Nazioni Unite (FAO, PAM e IFAD) e la sicurezza alimentare è, da sempre, una delle direttrici strategiche della politica estera italiana e un’area prioritaria della cooperazione allo sviluppo.


Nel luglio 2023 l’Italia ha ospitato anche il secondo Vertice sui Sistemi Alimentari dell’ONU e la sicurezza alimentare è entrata tra le priorità della Presidenza italiana del G7. Agricoltura e acqua – viene ricordato – sono anche due delle direttrici di intervento del Piano Mattei per l’Africa. Meloni illustrerà anche le iniziative assunte in ambito G7. Tra queste l’Apulia Food System Initiative, lanciata durante il Vertice di Borgo Egnazia e che si pone l’obiettivo di rafforzare la produzione agricola nel Continente africano, sia in termini di quantità che di qualità, e rendere più resilienti i suoi sistemi alimentari. Oltre a queste iniziative lanciate nel corso della Presidenza del G7, l’Italia ha lavorato anche nell’ambito energetico per lanciare iniziative come “Energy for Growth” in Africa, per sostenere la produzione e la distribuzione di energia pulita. Sarà infine ricordato l’impegno dell’Italia nella cornice del Piano Mattei per sostenere progetti strategici per l’Africa come il corridoio di Lobito che nel futuro potranno cambiare la vita di milioni di persone. Nel pomeriggio del 19 Meloni lascerà Rio diretta a Buenos Aires, dove il giorno dopo incontrerà il presidente argentino Javier Milei.

Gestazione per altri, Mattarella firma la legge. In vigore da lunedì

Gestazione per altri, Mattarella firma la legge. In vigore da lunedìRoma, 16 nov. (askanews) – La legge che rende il reato di gestazione per altri perseguibile anche se commesso da cittadini italiani all’estero sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale lunedì. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti, ha firmato la legge sulla cosiddetta maternità surrogata il 4 novembre scorso. Il disegno di legge era stato approvato in via definitiva dal Senato lo scorso 16 ottobre.


In Italia, la gestazione per altri (GPA) è già vietata dalla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Le modifiche approvate aggiungono una nuova disposizione: “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla maternità surrogata, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. Secondo il segretario di PiùEuropa, Riccardo Magi, “il reato universale di gestazione per altri, promulgato oggi e in vigore da lunedì, è l’ennesima legge incostituzionale varata da questo governo che sarà abbattuta dai tribunali, non perché i giudici sono brutti e cattivi, ma perché il nostro esecutivo è incapace, oltre che ideologico e miseramente crudele. Un obbrobrio giuridico palesemente incostituzionale, peraltro, visto che questa norma si scontra con l’articolo 49 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.


Esulta invece il capogruppo Fi al Senato, Maurizio Gasparri: “Il Presidente della Repubblica ha firmato, come era logico e prevedibile, la legge contro la vergogna dell’utero in affitto. Si rassegnino i gazzettieri che oggi avevano scritto che il presidente aveva dei dubbi e che non avrebbe firmato la legge. Capisco che ci sono giornali che trovano la vendita di bambini una pratica normale e la condizione di disperazione delle donne, costrette dalla povertà a questa scelta, qualcosa con cui si possa convivere. Ma si tratta di una pratica turpe e vergognosa. E la legge che abbiamo approvato e che il Presidente della Repubblica ha firmato assume una valenza non solo giuridica, ma anche morale. Gli sconfitti di ogni giorno prendano atto di questa prima sconfitta della giornata odierna”.

Testa a testa Tesei-Proietti, Umbria ago della bilancia nelle Regionali

Testa a testa Tesei-Proietti, Umbria ago della bilancia nelle RegionaliRoma, 16 nov. (askanews) – L’Umbria è quella terra in cui (a volte) i sogni si avverano. Sogni diversissimi, opposti, diventati realtà nel giro di pochi anni per la destra e per la sinistra in un’alternanza che non si è vista in altre regioni ex ‘rosse’. Certo, il centrodestra ha vinto anche nei Comuni toscani e in quelli emiliani e romagnoli, espugnando amministrazioni da sempre di sinistra, ma non è mai arrivato a prendersi la guida di Firenze o – e stavolta la sfida è questa, ma i sondaggi certificano un solido vantaggio per Michele de Pascale – la presidenza della regione Emilia Romagna. In Umbria no, le amministrazioni, anche al livello più alto, sono cambiate, vorticosamente. E, ora, dopo un ciclo di destra durato circa dieci anni c’è la prova del nove: dove batte il cuore degli umbri?


Dopo la rovinosa uscita di scena della giunta di centrosinistra guidata dalla Dem Catiuscia Marini – che si dimise per un’inchiesta sui concorsi pubblici sulla sanità locale – la Lega nel 2019 è arrivata alla guida della Regione con Donatella Tesei, eletta a grande maggioranza con venti punti di vantaggio su Vincenzo Bianconi. Nel frattempo il centrodestra ha espugnato diversi Comuni tra cui Terni – il cui sindaco Stefano Bandecchi ha siglato in extremis un’alleanza con Giorgia Meloni ritirando il suo candidato alla Regione – e anche il capoluogo, Perugia. Ma poi la ruota è girata ancora e a giugno scorso il centrosinistra, con Vittoria Ferdinandi – sostenuta da Pd, M5s, Azione e una parte di Italia Viva – ha riconquistato Perugia, facendo volare le speranze di un ritorno a palazzo Broletto. Ora la sfida tra Donatella Tesei per il centrodestra, governatrice uscente ed ex senatrice della Lega, e Stefania Proietti, sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia dal 2021, confermerà o smentirà le aspirazioni degli uni e degli altri. Alla vigilia del voto, domani e dopodomani, secondo gli ultimi sondaggi si annuncia un altro testa a testa tra le due candidate. Partita sul filo di lana, almeno all’inizio, che inevitabilmente fa pensare a quanto accaduto in Liguria a fine ottobre, quando il centrodestra con Marco Bucci è riuscito a consolidare il vantaggio, inizialmente di pochi punti percentuali, sconfiggendo il Dem Andrea Orlando. Dunque, con i pronostici a favore del centrosinistra in Emilia Romagna, l’Umbria diventa l’ago della bilancia per stabilire chi tra i due schieramenti avrà vinto questa tornata elettorale portando a casa due governatori eletti su tre.


I leader sono scesi in campo a sostegno di Tesei e di Proietti. La ex senatrice è stata sostenuta ampiamente dal Carroccio, anche con una conferenza stampa con Matteo Salvini e con tutti i ministri leghisti del governo e giovedì scorso a Perugia sono accorsi la premier Giorgia Meloni e il vice Antonio Tajani, che hanno ribadito la coesione dello schieramento di centrodestra. Non senza una stoccata agli avversari. “A due giorni dal voto non si sono ancora visti insieme… Si vergognano uno dell’altro”, ha detto Meloni riferendosi alla coalizione progressista. Nell’ultimo giorno di campagna elettorale – dopo varie tappe del viaggio in Umbria a cui ha partecipato, insieme a Proietti, anche la segretaria Dem – il campo largo del centrosinistra si è ritrovato al completo al presidio per la sanità pubblica davanti all’ospedale Santa Maria di Terni. Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli a sostegno della corsa della sindaca di Assisi. Uniti? “Non facciamo polemiche inutili e sciocche, qui siamo con un progetto politico serio. In Umbria, come in Emilia Romagna, siamo uniti e convinti di poter presentare ai cittadini una proposta molto seria”, ha tagliato corto Conte mentre Schlein ha ricordato come l’Umbria sia “l’unica regione da quando sono segretaria nella quale tutte le forze alternative alla destra sono andate insieme da una persona a chiederle di guidare questo progetto collettivo”.


Argomento principe della campagna elettorale è stata la sanità con accuse reciproche tra le due candidate. Tesei ha sostenuto di aver ereditato dal centrosinistra una regione “in ginocchio” dove “c’era un grande lavoro da fare”, “con le macerie della sanità commissariata” e “con le macerie vere”, perché “c’erano le macerie del terremoto del 2016, era tutto lì, non si era per niente iniziata la ricostruzione”. Insomma la sanità pubblica è distrutta? “E’ l’ora di dire che è a causa dei 50 anni passati”, ha attaccato Tesei. Idem per le infrastrutture, perchè “dopo trenta anni stiamo uscendo dall’isolamento di una sinistra che non ha voluto far crescere questa regione: è stata tenuta chiusa da un sistema infrastrutturale inesistente e oggi abbiamo cantieri aperti per strade e ferrovie”. Proietti, invece, ha ricordato che negli ultimi cinque anni “il governo regionale non ha difeso i diritti degli umbri, a cominciare dalla sanità, ma si è fatto eterodirigere non dal governo ma da un partito, la Lega, con un assessore che qui non c’era mai ma che non si poteva toccare”. La Regione “ha bisogno di una svolta” e di una guida che “difenda la sanità pubblica invece di smantellarla”. L’autonomia differenziata? “Porterebbe l’Umbria in un precipizio peggio che nelle regioni del Sud”, ha concluso la candidata del centrosinistra.