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Centrodestra ritova unità (a parole) per Truzzu. Ma tensione resta

Centrodestra ritova unità (a parole) per Truzzu. Ma tensione restaCagliari, 21 feb. (askanews) – Ci sono le parole. E ad ascoltare quelle pronunciate dal palco del comizio a sostegno del candidato presidente della Sardegna Paolo Truzzu si direbbe che nel centrodestra si vada davvero d’amore e d’accordo. E poi ci sono i fatti, come l’insistenza della Lega sull’emendamento che prevede il terzo mandato per i governatori che giovedì (salvo sorprese) sarà sottoposto al voto della commissione Affari costituzionali del Senato e su cui gli alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia si esprimeranno in modo contrario.


Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani sbarcano alla Fiera di Cagliari e cercano di allontanare quell’immagine di famiglia litigiosa che fin troppi dossier nelle ultime settimane hanno mostrato. Come se non ci fossero stati i pubblici distinguo rispetto alle proteste degli agricoltori o di fronte alle responsabilità di Putin per la morte di Aleksei Navalny – solo per citare gli ultimi casi – la premier e i suoi vice provano a identificare in certi giornali e nell’opposizione il colpevole perfetto. Il più netto di tutti è proprio Matteo Salvini. Dentro Fratelli d’Italia continuano a tenere il conto dei fronti che il leader leghista, o esponenti del suo partito, aprono di giorno in giorno, lui pronuncia una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della presidente del Consiglio. Più provano ad allontanarci, dice, “più io e Giorgia andiamo avanti insieme, compatti, come una sola persona”, in lei “non solo ho trovato un’alleata e un ottimo presidente del Consiglio ma sto trovando un’amica e in politica questo fa la differenza”. Parole nel segno dell’unità anche da Tajani e dalla stessa premier. “Possono dire quello che vogliono. Noi non stiamo insieme per costrizione, stiamo insieme da trent’anni per scelta”, rassicura Meloni. Peccato che poche ore prima la Lega, per bocca del suo capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, abbia confermato l’intenzione di tenere il punto sull’emendamento per il terzo mandato, nonostante espliciti inviti al ritiro, come quello formulato dal ministro Luca Ciriani. Sul punto, raccontano, la presidente del Consiglio, non ha cambiato idea: se non fanno marcia indietro si va al voto con il serio rischio che venga bocciato e che la questione venga seppellita. Il tentativo delle ultime ore è quello di minimizzare la portata di un voto che porterebbe a spaccatura certa del centrodestra: la decisione del governo di rimettersi alla commissione – è il ragionamento – allontana il problema per l’esecutivo collocandolo in una dimensione di dinamica parlamentare. E, tuttavia, sarebbe la prima volta. Per questo c’è chi si aspetta una ritirata last minute ma anche chi insinua che l’insistenza del Carroccio sia solo un modo per ‘tenere buono’ Luca Zaia.


Di certo, nella giornata non sono mancate le occasioni per Giorgia Meloni e Matteo Salvini di chiarirsi, tra il Cdm di questa mattina, il volo preso assieme (sebbene non seduti vicini) e le chiacchiere nel retropalco del comizio. Ma c’è un altro punto, viene spiegato, che alla premier sta molto più a cuore della questione del terzo mandato ed è la sua credibilità in politica estera. E proprio su questo ci sarebbe stato un confronto tra la presidente del Consiglio e il suo vice. In particolare, Meloni avrebbe chiesto di evitare di prestare il fianco ad ambiguità sul caso Navalny e sulle responsabilità della Russia. Anche perché se c’è una cosa su cui è concentrata in questo momento, questo è il primo appuntamento del G7 a guida italiana che la premier presiederà da Kiev sabato.

Sardegna, Schlein: Meloni sa che per 5 anni hanno fatto disastri

Sardegna, Schlein: Meloni sa che per 5 anni hanno fatto disastriRoma, 21 feb. (askanews) – Giorgia Meloni in Sardegna ha “attaccato le opposizioni, i governi precedenti, Alessandra Todde, ma non è riuscita a rivendicare un solo risultato del governo della destra in questi cinque anni”. Lo dice la segretaria Pd Elly Schlein, commentando il comizio della presidente del Consiglio di questo pomeriggio a Cagliari.


“Mi ha colpito – ha aggiunto – che andasse lì fare il solito comizio contro le opposizioni e non avesse da rivendicare mezzo risultato. Ma lo sanno anche loro di avere fatto un disastro, lo sanno talmente bene che hanno cambiato all’ultimo il candidato provando a nascondersi – gli stessi partiti – dietro a Truzzu. Che hanno sfilato da Cagliari perché anche a Cagliari ha combinato disastri”. Ma, assicura la segretaria Pd, anche nel centrodestra “lo sanno, tanto che hanno cambiato Solinas. E i partiti cercano di nascondersi dietro a Truzzu. Siamo colpiti, ma non particolarmente stupiti dal fatto che non abbia da dire nulla su quello che hanno fatto in questi 5 anni in Sardegna. Ma credo che i sardi non dimenticano e non si faranno prendere in giro. E domenica votando Alessandra Todde potranno dare la migliore risposta a questa destra e riprendere in mano il proprio futuro”.

Si accelera sul terzo mandato, maggioranza minimizza spaccatura

Si accelera sul terzo mandato, maggioranza minimizza spaccaturaRoma, 21 feb. (askanews) – Sul braccio di ferro in maggioranza la parola fine la metterà il Parlamento: la commissione Affari Costituzionali del Senato voterà giovedì mattina sull’emendamento della Lega che chiede il terzo mandato per i governatori delle regioni e che divide il centrodestra con Fdi, Fi e Noi Moderati contrari. L’epilogo è scontato, già scritto: sarà bocciato perché anche tra i partiti dell’opposizione prevale il no ad andare oltre l’attuale tetto delle due legislature.


Non ci sarà dunque il rinvio alla prossima settimana che si era profilato martedì, un rinvio a dopo il voto in Sardegna dove nel pomeriggio i leader del centrodestra Meloni, Tajani, Salvini e Lupi si sono riuniti sul palco di Cagliari per sostenere il loro candidato Paolo Truzzu. Il mantra è che la spaccatura che si registrerà in Commissione non avrà ripercussioni sul governo né sull’alleanza. Lo dice la Lega: “Domani mattina (giovedì, ndr) – sono le parole di Massimiliano Romeo – si inizia a votare in commissione, c’è stata una accelerazione. Sarà il Parlamento a decidere e comunque non ci saranno frizioni nel Governo”. Stessa analisi da Stefano Locatelli, responsabile enti locali della Lega: “Non ci sarà alcuna ripercussione né sul governo né sulla maggioranza. E’ un tema sul quale ci battiamo da anni e che riteniamo giusto, ma la bocciatura, eventuale, del nostro emendamento non mette certo in discussione nulla”. Anche il presidente della Commissione Alberto Balboni (Fdi) assicura: “Non ci saranno problemi per l’esecutivo e la maggioranza”. Gli fa eco Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Fi: “Non ci saranno né lacerazioni, né sorprese. Le cose andranno come ho sempre detto e il testo del decreto su quel punto resterà invariato”. Il governo, per evitare di andare palesemente contro alla richiesta leghista, come emerso già martedì dopo la riunione di maggioranza con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, si rimetterà al voto della Commissione. Ma a fotografare la divisione nella maggioranza è il parere contrario del relatore Balboni.


Nel frattempo l’opposizione prova a studiare qualche contromossa. Il Pd, che l’altro giorno ha avviato una discussione in Direzione su un tema che scalda diversi sindaci dem, dopo aver riunito il tavolo interno sulla riforma degli enti locali, ribadisce che “il decreto elezioni non è lo strumento corretto per affrontare il tema e che quindi non si presterà al braccio di ferro tra Fdi e Lega” valutando il non voto domani. M5s con Giuseppe Conte ribadisce il no, Avs è contraria. Mentre Italia Viva, col capogruppo al Senato Enrico Borghi, lancia una proposta: “Ho scritto a tutti i capigruppo di opposizione per proporre un incontro congiunto delle minoranze al fine di stabilire una unità di azione, fare emergere tutte le contraddizioni della maggioranza e, in linea di principio, anche mettere il governo in minoranza. Noi, in vista dell’interesse politico superiore costituito dal mettere il governo in minoranza, siamo pronti ad una iniziativa. Auspichiamo possa essere un tema condiviso”.

Governo, Meloni: centrodestra insieme per scelta non costrizione

Governo, Meloni: centrodestra insieme per scelta non costrizioneCagliari, 21 feb. (askanews) – “L’opposizione e certi grandi giornaloni dicono che noi litighiamo, che adesso il governo cade, sta per cadere, poi si svegliano”, “lo sanno anche loro che questo governo durerà 5 anni, anche dieci sì ma giorno per giorno”, “possono dire quello che vogliono noi non stiamo insieme per costrizione, stiamo insieme da trent’anni per scelta”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al comizio a sostegno di Paolo Truzzu come candidato del centrodestra alla presidenza della regione Sardegna.

Governo, Salvini: Giorgia alleata e amica, avanti insieme 5 anni

Governo, Salvini: Giorgia alleata e amica, avanti insieme 5 anniRoma, 21 feb. (askanews) – “Più su qualche giornalone, sul Corriere della Sera e Repubblica provano ad allontanare me e Giorgia, più io e Giorgia andiamo avanti insieme, compatti, come una sola persona per cinque anni, non un minuto di meno. Più provano a farci litigare, più cementano quella che non è solo un’alleanza politica. In Giorgia non solo ho un’alleata e un ottimo presidente del Consiglio ma sto trovando un’amica e in politica questo fa la differenza”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, a Cagliari per sostenere il candidato del centrodestra Paolo Truzzu.

Meloni a Cgil Sardegna: norme su sicurezza lavoro lunedì in Cdm

Meloni a Cgil Sardegna: norme su sicurezza lavoro lunedì in CdmCagliari, 21 feb. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo alla Fiera di Cagliari per partecipare al comizio a sostegno di Paolo Truzzu ha incontrato una rappresentanza della Cgil che protestava contro le morti sul lavoro. “Conosco i numeri. Come lei sa abbiamo già assunto lo scorso anno 800 nuovi ispettori del lavoro. Evidentemente non basta, ne abbiamo parlato stamattina in Consiglio dei ministri per preparare le norme che arriveranno lunedì. Ci sono anche alcune proposte che arrivano dal sindacato che secondo me sono interessanti, sulle quali stiamo lavorando. Convocheremo prima il tavolo nazionale dei sindacati più rappresentativi. Ascoltiamo e lavoriamo insieme sulle proposte. E’ un tema su cui abbiamo cercato fin dall’inizio di dare dei segnali”.


Il governo ha convocato a Palazzo Chigi lunedì prossimo, 26 febbraio, le rappresentanze sindacali e datoriali per un incontro sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Alle 8.30 il primo incontro con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal. A seguire, alle 10, è previsto un secondo incontro con i rappresentanti di Alleanza Cooperative, Ance, Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato e Confindustria.

Meloni dice alla Cgil Sardegna: lavorariamo insieme per la sicurezza sul lavoro, le norme lunedì in Cdm

Meloni dice alla Cgil Sardegna: lavorariamo insieme per la sicurezza sul lavoro, le norme lunedì in CdmCagliari, 21 feb. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo alla Fiera di Cagliari per partecipare al comizio a sostegno di Paolo Truzzu ha incontrato una rappresentanza della Cgil che protestava contro le morti sul lavoro. “Conosco i numeri. Come lei sa abbiamo già assunto lo scorso anno 800 nuovi ispettori del lavoro. Evidentemente non basta, ne abbiamo parlato stamattina in Consiglio dei ministri per preparare le norme che arriveranno lunedì. Ci sono anche alcune proposte che arrivano dal sindacato che secondo me sono interessanti, sulle quali stiamo lavorando. Convocheremo prima di lunedì il tavolo nazionale dei sindacati più rappresentativi. Ascoltiamo e lavoriamo insieme sulle proposte. E’ un tema su cui abbiamo cercato fin dall’inizio di dare dei segnali”.


“C’è una proposta di iniziativa di Fdi – ha aggiunto – per portare il tema della sicurezza sul lavoro nelle scuole, per aggiungere un’ora, per insegnarla, che dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni. Se ci sono altre proposte su questo tema sono assolutamente a disposizione. Penso non sia un tema su cui dividerci, ma su cui lavorare insieme”. 

Nordio: il reato di omicidio sul lavoro non è un deterrente sufficiente, sono contrario

Nordio: il reato di omicidio sul lavoro non è un deterrente sufficiente, sono contrarioMilano, 21 feb. (askanews) – Nel consiglio dei Ministri di questa mattina “non è stato trattato il principio del reato di omicidio sul lavoro, di cui perlatro sarei abbastanza contrario”. Lo ha assicurato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera.


Il Guardasigilli si è soffermato sul reato di omicidio stradale: “E’ stata aumentata la pena ma gli incidenti stradali non sono affatto diminuiti, anzi sono aumentati. Quindi l’effetto deterrente non è sufficiente”, ha sottolineato. L’istituzione di procura nazionale titolare delle indagini sulle morti sul lavoro “non risolverebbe il problema” delle morti bianche in Italia, ha detto Nordio.


“Esiste una circolare del Csm che dice che è sufficiente la creazione di gruppi di lavoro specializzati all’interno delle singole procure e non credo che la creazione di una procura nazionale possa essere più efficace – ha osservato il Guardasigilli -. Ammetto però che la frammentazione soprattutto nelle procure più piccole dove non esistono questi gruppi specializzatui possa sembrare insufficiente. Il nostro orientamento è quello di devolvere questa competenza alle procure distrettuali in modo da dare un indirizzo omogeneo quanto meno nell’ambito dello stesso distretto”. Il problema, secondo Nordio, è che “la frammentazione di competenze nelle procure più piccole può confliggere con il principio di speciliazzazione che invece dovrebbe essere tipico di ogni ufficio inquirente proprio perchè si tratta di materie che presuppongono una particolare preparazione da parte dei singoli magistrati”.

Mattarella: la lingua italiana è un elemento di coesione e identità

Mattarella: la lingua italiana è un elemento di coesione e identitàRoma, 21 feb. (askanews) – “La lingua italiana racchiude valori identitari in cui si riflettono tradizioni, costumi e le culture che uniscono la nostra comunità. È un intenso elemento di coesione, generatore di quel senso di appartenenza che accomuna anche i tanti connazionali all’estero e quanti riconoscono nella lingua e nella cultura italiane un valore universale”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato in occasione della seconda edizione del Festival “LaLinguaMadre – La Lingua che conviene”.


“Un patrimonio culturale vivente e dinamico, che si rinnova a fronte delle trasformazioni globali, custodendo, al contempo, la memoria del passato – sottolinea il capo dello Stato -. Nell’esprimere apprezzamento al Festival ‘LaLinguaMadre – La Lingua che conviene’ per il proposito di divulgare l’idea della lingua italiana oltre il ruolo di mero strumento di comunicazione, rivolgo a tutti i presenti il mio saluto”.

Il governo impreparato in Aula sulle mozioni sulla libertà di stampa. Fontana: rispetto per le Camere

Il governo impreparato in Aula sulle mozioni sulla libertà di stampa. Fontana: rispetto per le CamereRoma, 21 feb. (askanews) – Il Governo arriva impreparato sui pareri sulle mozioni sulla libertà di stampa e sulla professione giornalistica. E le opposizioni partono all’attacco nell’aula della Camera stigmatizzando la “mortificazione del Parlamento”. Alla fine, il presidente Lorenzo Fontana decide un’inversione dell’ordine del giorno: “serve da parte del governo maggiore attenzione e rispetto per l’Aula. Un errore ci può stare” ma “se siamo tutti d’accordo, sospendo la seduta per poi riprendere con l’esame sulla pdl sulla mototerapia”. Il voto sulla libertà di stampa è stato poi rinviato a martedì prossimo.


I fatti. La seduta di questa mattina è stata sospesa più volte in attesa di ulteriori approfondimenti da parte dell’esecutivo sui sei testi presentati sulla libertà di stampa (uno della maggioranza e 5 dei gruppi di minoranza). Quando il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari esprime il parere sulla mozione M5S, l’assemblea comincia a rumoreggiare rendendosi conto che il testo è sbagliato. Alla richiesta di un’ulteriore sospensione, i gruppi di minoranza hanno protestato pretendendo dal governo maggiore “serietà”. “Se il governo non fa il suo lavoro non è rispettoso nei confronti di tutte le forze politiche – ha detto la Cinque Stelle Annalaura Orrico – siamo pronti per le dichiarazioni di voto e il governo ci rinvia di 10 minuti in 10 minuti. Se oggi non è in grado di esprimere un parere, ce lo dica e si rinvia. E’ una mortificazione continua che questo governo e questa maggioranza perpetuano nei confronti delle opposizioni”.


Netto anche il giudizio di Valentina Grippo (Azione): “senza nulla togliere al sottosegretario Ostellari, si lavora tutti e ci stanno errori materiali ma oggi in quest’aula non parliamo di un argomento a caso ma del diritto di informazione della Republica, della governance del sistema radio televisivo e c’è il rischio che vengano dati pareri a caso. Parliamo di cose estremamente serie, mi sarei aspettata la presidente del Consiglio in quest’aula”. Poi la parola ad Elisabetta Piccolotti (Avs): “Siamo in una situazione imbarazzante”. Piccolotti ha dato atto al sottosegretario di aver chiesto “scusa, ma il governo dopo tanto tempo” dal deposito dei testi “non riesce a darci i pareri su un tema complesso, sentito e importante come la libertà di informazione nel nostro paese che dalle statistiche non brilla”. E torna su un tema già sollevato durante il dibattito sul Pdl sulle rievocazioni storiche: “faccio notare che quest’aula è chiamata continuamente a discutere su provvedimenti con contenuti marginali, a volte pretestuosi” e su “temi importanti i pareri non si capiscono e ci sono continui rinvii”; mentre il governo vara i provvedimenti “importanti e li fa” approvare ponendo la “fiducia”.


“Conosciamo Ostellari come collega serio e lo ha dimostrato chiedendo scusa, ma il problema non è lui. Questo – ha aggiunto il Dem Federico Fornaro – è un evidente esempio di come il Parlamento sia trattato dall’esecutivo e riguarda tutti. Su una questione e su mozioni importanti, come sulla libertà di stampa, non si può avere da parte degli uffici dei ministeri questa sciatteria, questa mancanza di rispetto del Parlamento, le chiedo di rinviare alla prossima settimana. Deve essere un segnale per tutti i legislativi dei ministeri”. In difesa del governo è intervenuto Stefano Candiani (Lega) rilevando la troppa “enfasi” da parte delle opposizioni ree di “eccessivamente pedante polemica”. Intervento che ha suscitato diversi mormorii.


Dopo circa un’ora e mezza, mentre l’Aula era ormai impegnata con il voto sulla mototerapia, è arrivata una precisazione del ministero della Giustizia. “C’è stato solo un mero errore materiale nella griglia dei pareri fatta arrivare al sottosegretario di turno in aula, poco prima dell’inizio della discussione sulle mozioni oggi all’ordine del giorno della Camera”, hanno riferito fonti di via Arenula.