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Migranti, Meloni a Pd: anteponete interessi partito a nazione

Migranti, Meloni a Pd: anteponete interessi partito a nazioneRoma, 13 dic. (askanews) – “Mi ha colpito la reazione del Partito democratico sulla vicenda dell’accordo con l’Albania. Sicuramente non lo si può considerare in violazione del diritto internazionale, questo mi sembra si stato chiarito”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“Ma al di là del fatto che si possa condividere o no, io – ha aggiunto – sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato la richiesta di espulsione del premier albanese Edi Rama dal Partito socialista per aver aiutato l’Italia. Intanto perché mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l’avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista, e in secondo luogo perché ritengo che pensare di cacciare qualcuno per aver aiutato l’Italia che anche voi rappresentate, la dica lunga rispetto ad anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della nazione”.

Superbonus, Meloni: da M5s regalo mai così grande a criminali

Superbonus, Meloni: da M5s regalo mai così grande a criminaliRoma, 13 dic. (askanews) – “Qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza per aver immaginato così male un provvedimento che pure nasceva da un intento condivisibile da trasformarlo nel più grande regalo mai fatto dallo Stato italiano a truffatori e organizzazioni criminali. Lasciando invece migliaia di imprese e famiglie per bene in un mare di guai, questione che ora noi cerchiamo di risolvere”. Così la Premier Giorgia Meloni, in sede di replica in Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Superbonus, Meloni: austerità? Chiamati a riparare danni di altri

Superbonus, Meloni: austerità? Chiamati a riparare danni di altriRoma, 13 dic. (askanews) – Austerity? “Noi siamo chiamati a riparare” ai danni che “alcuni governi precedenti” hanno fatto. “Abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra con misure tipo i bonus, i banchi a rotelle, i superbuffi, i sussidi a pioggia per rimanere seduti a casa sul divano” e “mi stupisce che continuate a difendere il Superbonus che “pesa come un macigno” mentre “più del 30% di queste risorse pubbliche sono finite a banche e intermediari finanziari contribuendo alla realizzazione di profitti record, per non parlare delle frondi per miliardi di euro che ogni giorno vengono scoperte e qualcuno dovrà fare prima o poi i conti con la propria coscienza”. Così, rivolta al M5s, la Premier Giorgia Meloni, nell’aula della Camera in sede di replica sulle comunicazione in vista del Consiglio europeo.

“Non è austerità, si chiama serietà ed è esattamente la ragione per cui gli italiani hanno voluto noi a governare e hanno deciso di chiedere a voi di fare un passo indietro”, ha attaccato Meloni.

Mes, Meloni mostra fax in Senato: dimostra scarsa serietà Conte

Mes, Meloni mostra fax in Senato: dimostra scarsa serietà ConteRoma, 13 dic. (askanews) – Nuova polemica sul Mes tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il M5s. La premier ha infatti mostrato e letto il testo del fax con cui l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, autorizzava l’impegno a ratificare la riforma del meccanismo europeo.

“Questa firma – ha poi aggiunto – è stata fatta un giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, con il favore delle tenebre. Capisco il vostro imbarazzo ma dalla storia non si esce, questo foglio dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”.

Ue, Meloni: su riforma patto serve pragmatismo e non miopia

Ue, Meloni: su riforma patto serve pragmatismo e non miopiaRoma, 13 dic. (askanews) – Sulla riforma del patto di stabilità “ribadisco che la trattativa è molto serrata e le posizioni di partenza sono distanti” ma “credo che qualche spiraglio si veda” e “la posizione italiana si deve decidere alla fine”. Così la Premier Giorgia Meloni, nell’aula del Senato, in sede di replica sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

“Sapete quale posizione il governo italiano ha portato avanti” che “mi sembra trasversalmente condivisa tra le forze politiche, cioè rivendichiamo una riforma che tenga conto di una strategia che l’Europa si è data” e “non avrebbe senso, sono d’accordo anche con Monti, che l’Europa nel momento in cui deve definire la governance non tenesse conto di quello che ha incentivato gli Stati a fare”, ha osservato Meloni. “Noi siamo stati incentivati su una serie materie e riconoscere quegli investimenti non serve solo all’Italia, ma all’Europa interna. Altrimenti si continuano a fare cose totalmente miopi dove da una parte si incentivano gli investimenti e dall’altra si colpiscono le Nazioni che fanno quegli investimenti. E’ una posizione di buon senso e pragmatica” quella italiana su cui “non c’è ancora un accordo definitivo ma non posso non esprimere una punta di soddisfazione per qualche passo avanti fatto”, ha sottolineato.

Ue, Meloni: sul Patto posizione Scholz più distante di quella Orban

Ue, Meloni: sul Patto posizione Scholz più distante di quella OrbanRoma, 13 dic. (askanews) – “Se dovessi seguire il ragionamento della sinistra e in particolare del Pd sui rapporti in Europa, sui compagni di viaggio, se volessi seguire il ragionamento per cui non bisogna parlare con chi ha posizioni distanti da noi non dovrei parlare neanche con la Germania, perchè sul Patto di stabilità la posizione più distante non è quella di Orban ma quella della Germania di Scholz. Ogni Stato cerca di portare a casa quel che è meglio per sé”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella sua replica in Senato.

“E’ un enorme errore in politica estera sovrappoprre il rapporto tra governi alle logiche di partito – ha aggiunto – è una stupidaggine che comporta enormi contraddizioni. La sinistra ha sempre parlato di una Europa di serie A e una di Serie B, come i Paesi Visegrad. Oggi che la Polonia è governata da Tusk la Polonia resta di Serie B o diventa di Serie A? La politica estera non si fa così, si deve parlare con tutti ed è quello che cerco di fare ogni giorno”.

Meloni fa il bis in Senato, pranza da Mattarella e vola a Bruxelles

Meloni fa il bis in Senato, pranza da Mattarella e vola a BruxellesRoma, 13 dic. (askanews) – Secondo giorno di lavoro parlamentare per la premier Giorgia Meloni: al Senato in aula si discutono da stamani le sue comunicazioni rese ieri alla Camera sul Consiglio Ue. Meloni è in aula; la replica è prevista intorno alle 11,30-45. Poi le dichiarazioni di voto, con parola ai senatori vip.

Per le 13 è atteso il via libera anche di palazzo Madama alla sua posizione sui temi del Consiglio Ue: riforma patto stabilità/Mes, l’Europa e la guerra, il patto sui migranti mai decollato. Con antipasto già stasera del vertice Ue-Balcani, tema che sta molto a cuore alla padrona di casa di palazzo Chigi. All’ora di pranzo infatti la premier è attesa a colazione al Quirinale per il tradizionale confronto con il presidente della Repubblica Mattarella sull’agenda europea e le posizioni italiane. Dal Colle poi le autpo blu si dirgeranno a Ciampino per il decollo con il volo di Stato in orario che le consenta di essere a Bruxelles da Ursula von der Leyen per le 18,30 e afrontare il dossier Balcani. Domnani e venerdì, con possibile coda sabato, invece il Consiglio europeo. Corpo e voce della premier ancora in aula parlamentare oggi, dunque. Orecchie e testa però anche a corridoi, aula Camera e commissione Bilancio di palazzo Madama. A Montecitorio nel pomeriggio si vota la fiducia e poi gli odg sulla conversione in legge del dl anticipi che tanto malumore ha suscitato per la blindatura fra i deputati. Mentre in commissione Bilancio è atteso il testo della manovra modificato dal Governo. Su cui la corsa con il tempo deve ancora iniziare.

Depositati nella notte 17 emendamenti dei relatori alla manovra

Depositati nella notte 17 emendamenti dei relatori alla manovraRoma, 13 dic. (askanews) – Sono stati depositati nella notte, in Commissione bilancio al Senato, 17 emendamenti dei relatori alla manovra. Oggi alle 8,30 si terrà una nuova riunione dell’Ufficio di presidenza della Commissione per stabilire i tempi per i subemendamenti e per il prosieguo dell’esame del provvedimento. L’obiettivo è completare il lavoro della Commissione tra sabato e domenica, per consentire l’approdo in Aula lunedì 18 dicembre.

Gli emendamenti dei relatori comprendono agevolazioni per l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa alle famiglie numerose, il chiarimento sulla cedolare secca per gli affitti brevi, misure in favore del Comune di Caivano, interventi per la Sace, proroga al 31 dicembre 2024 dello stato di emergenza per l’Ucraina al fine di asssicurare l’assistenza. Altri interventi di minore entità finanziaria comprendono l’aumento delle risorse del fondo Alzheimer, finanziamenti per la riqualificazione di strutture pubbliche per il riequilibrio sociale dei territori, un fondo per la formazione in sicurezza stradale nelle scuole, misure di tutela delle specie autoctone, un fondo per i proproetari di animali di affezione per visite veterinarie, farmaci e interventi, il recupero di un immobile nel Comune di Poggio Reale per ospitare il museo archeologico, la realizzazione di un asilo nido nel Comune di Montereale Valcellina.

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebre

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebreRoma, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare il Mes è stato preso dal governo Conte “senza che ne avesse il potere” e con “il favore delle tenebre”. Arriva nella replica alla Camera, dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, l’attacco frontale di Giorgia Meloni a Giuseppe Conte.

Meloni parte dalle accuse di Elly Schlein, che chiama “il segretario” del Pd salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati Dem. “Ieri – argomenta – diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato” e “stiamo bloccando semmai il nuovo Mes”, ma “la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato” ma “quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato?” E’ stato fatto, accusa alzando la voce, dal governo di Giuseppe Conte “senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”, “senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre”. Le parole di Meloni scatenano la reazione dei pentastellati, con il presidente della Camera Lorenzo Fontana costretto a richiamare più volte all’ordine, ma la premier non rinuncia ad altre ‘punzecchiature’ contro il Movimento, quando replica a chi la critica per la telefonata dei comici russi ma “ha creduto a un partito fondato da un comico”. Sul Mes Conte, intervenendo in Aula, respinge al mittente le parole di Meloni: “Quando parla di Mes – attacca – diventa paonazza, scomposta, si agita, forse perchè il Mes è stato introdotto in Italia nell’agosto 2011, governo Berlusconi 4, ministro della gioventù Giorgia Meloni. Eravate sempre gli stessi, come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa in modo non trasparente?”. E poi il leader M5s accusa l’esecutivo di “degrado istituzionale” tornando a chiedere di “adottare provvedimenti” nei confronti di Santanchè, Delmastro, Sgarbi. Del resto – ironizza – ora che “è anche Natale potete vedervi in famiglia con sua sorella e suo cognato e decidere”.

In Aula interviene anche Schlein, che inizia con “una frase semplice che rappresenta la precondizione dell’essere qui insieme: viva l’italia antifascista. Sentite come suona bene, la consiglierei anche alla presidente Meloni, che dovrebbe dirla con noi”. La leader Dem incalza poi sugli “alleati sbagliati”, a partire dal leader di Vox Abascal che “sarà ad Atreju: lo apprendiamo da un servizio del Tg1 degno del Minculpop. Dirà anche ad Atreju che Sanchez va appeso per i piedi? Lo chiediamo perché Meloni non ha detto nulla su quelle parole”. Scontro politico a parte, nel giorno in cui la premier deve convocare i capigruppo di maggioranza per sollecitare a “fare presto” nell’iter – al momento rallentato – della manovra (che potrebbe essere approvata con fiducia alla Camera il 29 dicembre), Meloni dedica ampio spazio delle sue comunicazioni alla riforma del Patto di Stabilità. L’Italia, sottolinea, lavora da mesi “in condizioni negoziali non semplici” per “bilanciare l’elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l’imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti”. E il Paese, rivendica, è ancora “in partita” perchè “tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico ‘tiriamo a campare’ ma su una politica di bilancio seria e rigorosa”. Dunque l’Italia “non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni” ma perchè “il contesto in cui ci troviamo è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole adeguate”. La strada però – ammette – è ancora in salita, con posizioni “molto distanti”, e allora il sì di Roma non è scontato. “L’unica cosa che non sono disposta a fare – ribadisce – è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare”, dunque intende “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”.

La replica della premier vede anche uno ‘scivolone’, poi corretto, su Mario Draghi (che Emmanuel Macron vorrebbe alla guida della Commissione Ue). In Aula, Meloni sottolinea che “si è dato grande rilievo al fatto che del mio predecessore c’era una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente”. Parole che l’opposizione stigmatizza, tanto che la presidente del Consiglio è costretta a precisare: “Non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide lei

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide leiRoma, 12 dic. (askanews) – “Il Mes è un argomento che suona comico. La presidente Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita, è scomposta. Forse perché il Mes è stato introdotto nell’agosto 2011, governo Berlusconi, ministro della Gioventù Giorgia Meloni… Eravate sempre gli stessi. Come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa non in modo trasparente”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando in aula dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio alla viglia del Consiglio europeo.

“La ratifica la decide lei. Di cosa ha paura? Ci faccia sapere: l’approva o non l’approva? Non è più tempo di scaricare sugli altri, assumetevi le vostre responsabilità. La credibilità del governo dipende dalla coerenza”.