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Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Terzo mandato, Ciriani: Zaia non è eterno. Il governatore del Veneto: simpatico, ma non ho tempo da perdere

Terzo mandato, Ciriani: Zaia non è eterno. Il governatore del Veneto: simpatico, ma non ho tempo da perdereRoma, 15 feb. (askanews) – “Per Zaia che è stato un ottimo governatore sarebbe il quarto mandato. L’alternanza potrebbe essere possibile, nessuno è eterno, neanche Zaia”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI)parlando a Start su Sky Tg24 del limite del terzo mandato per i governatori.


“L’eternità non è di questo mondo, è vero che nessuno è eterno. Trovo anche simpatico, mi fa un po’ sorridere, pensare che l’unico dibattito di questo paese sia il sottoscritto, ma io c’ho altro da fare, non ho tempo da perdere, se l’unico problema è il mio futuro ne prendo atto… Mi sento un po’ come san Sebastiano con le frecce che arrivano…”, ha ribattuto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia intervistato a Ping Pong su Rai Radio 1 rispondendo a una domanda sul terzo mandato per i governatori e alle affermazioni in merito del ministro Luca Ciriani. “Parlare di terzo mandato sembra quasi una difesa della poltrona ma qui si tratta di fare una scelta di campo, mettendo al centro i cittadini protagonisti delle loro scelte… – ha spiegato il governatore leghista – I cittadini non sono degli idioti e sanno mandare a casa sindaci e governatori dopo la prima legislatura, dire che si creano centri di potere vuol dire che non si stimano i cittadini”. “Quando è scoppiato il covid nel 2020 avevo di lì a tre mesi le elezioni regionali, ma non ho pensato a quelle ho pensato di chiudere tutto per il bene dei veneti e tutti erano contro… Oggi penso al bene dei veneti e non voglio sprecare un istante del mio tempo per la politica, dopo di che scioglierò la riserva qualche giorno prima della scadenza del mio mandato”, ha concluso.

Protesta trattori, Conte: maggioranza è divisa, accordi solo su nuove tasse

Protesta trattori, Conte: maggioranza è divisa, accordi solo su nuove tasseRoma, 15 feb. (askanews) – La protesta dei trattori? “La maggioranza è divisa su tutto, litigano sui trattori e cercano di accusarsi a vicenda per le nuove tasse che hanno introdotto in agricoltura. Litigano sul terzo mandato dei presidenti di Regione, litigano su tutto, si mettono d’accordo solo sulle nuove tasse e sui nuovi tagli”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel corso di un punto stampa a Sassari.


“Come avete visto – ha aggiunto – quando c’è stata la legge di bilancio che ha introdotto tagli sensibili, tagli addirittura sui prodotti per la prima infanzia, tagli al mondo della disabilità, tagli alle pensioni, tagli dappertutto e hanno introdotto ovviamente anche nuove tasse, erano perfettamente d’accordo tutte le forze di maggioranza. C’è un fattore che lega questo governo e queste forze di maggioranza, l’introduzione di nuove tasse, nuovi sacrifici per gli italiani, senza nessuna prospettiva di crescita per il nostro Paese, e di sviluppo”, ha concluso l’ex presidente del Consiglio.

M.O., Conte: Meloni chiami Netanyahu, condanni azione Israele

M.O., Conte: Meloni chiami Netanyahu, condanni azione IsraeleRoma, 15 feb. (askanews) – Vedo che il governo Meloni è ancora fermo sull’astensione, come già in passato quando ci sono state due risoluzioni all’Onu che riguardavano Gaza e la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco. Anche adesso in questo passaggio parlamentare la maggioranza, il governo Meloni si è astenuto”. Lo ha detto nel corso di un punto stampa a Sassari il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.


“Io – ha aggiunto l’ex premier – spero davvero che con immediatezza presidente Giorgia Meloni possa interpretare un ruolo internazionale adeguato per l’Italia e telefoni, possa fare una telefonata a Netanyahu come quella che ha fatto Macron, se il caso litigando al telefono e rappresentando con grande fermezza la condanna da parte dell’Italia intera di una azione militare che ha portato finora a 30mila civili palestinesi morti, 70 per cento donne e bambini”. “E’ una cosa inaccettabile, ma vorrei precisarlo: è inaccettabile – ha concluso Conte – nell’interesse stesso della causa israeliana, che non può essere una causa difesa e tutelata attraverso un’azione militare che si sta rivelando così scellerata e indiscriminata”.

Zaia a Ciriani: non sono eterno? Simpatico, ma non ho tempo da perdere

Zaia a Ciriani: non sono eterno? Simpatico, ma non ho tempo da perdereRoma, 15 feb. (askanews) – “L’eternità non è di questo mondo, è vero che nessuno è eterno. Trovo anche simpatico, mi fa un po’ sorridere, pensare che l’unico dibattito di questo paese sia il sottoscritto, ma io c’ho altro da fare, non ho tempo da perdere, se l’unico problema è il mio futuro ne prendo atto… Mi sento un po’ come san Sebastiano con le frecce che arrivano…”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia intervistato a Ping Pong su Rai Radio 1 rispondendo a una domanda sul terzo mandato per i governatori e alle affermazioni in merito del ministro Luca Ciriani.


“Parlare di terzo mandato sembra quasi una difesa della poltrona ma qui si tratta di fare una scelta di campo, mettendo al centro i cittadini protagonisti delle loro scelte… – ha spiegato – I cittadini non sono degli idioti e sanno mandare a casa sindaci e governatori dopo la prima legislatura, dire che si creano centri di potere vuol dire che non si stimano i cittadini”. “Quando è scoppiato il covid nel 2020 avevo di lì a tre mesi le elezioni regionali, ma non ho pensato a quelle ho pensato di chiudere tutto per il bene dei veneti e tutti erano contro… Oggi penso al bene dei veneti e non voglio sprecare un istante del mio tempo per la politica, dopo di che scioglierò la riserva qualche giorno prima della scadenza del mio mandato”, ha concluso.

Migranti, con voto Senato ok definitivo a intesa con Albania, 93 sì

Migranti, con voto Senato ok definitivo a intesa con Albania, 93 sìRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera del Senato al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania con 93 voti a favore e 61 contrari. Il provvedimento, blindato dall’esecutivo, era in seconda lettura e non è stato modificato nel passaggio a Palazzo Madama. Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti, prevede la creazione di un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder.


Nelle due strutture, con una capienza complessiva di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Il testo è stato duramente contestato dalle opposizioni secondo cui il progetto è frutto della propaganda del governo Meloni, “un’illusione”, che rischia di violare i diritti umani dei migranti e costerà circa 650 milioni di euro.

Fdi vs Lega su terzo mandato. Meloni: ritiro o pronti a scontro

Fdi vs Lega su terzo mandato. Meloni: ritiro o pronti a scontroRoma, 14 feb. (askanews) – Una minaccia, più che una tentazione. Nella speranza che basti a fare da deterrente, a non far deflagrare lo scontro sull’ennesimo fonte aperto dalla Lega. Quando durante la conferenza stampa di fine anno le fu chiesto quale fosse la sua opinione sull’ipotesi di un terzo mandato per i presidenti di Regione, Giorgia Meloni disse di vedere dei “pro e dei contro”, in sostanza di essere “laica su questa materia”. Ma ora che il partito di Matteo Salvini ha presentato al decreto elezioni un emendamento per consentire, tra l’altro, a Luca Zaia di ripresentarsi alle elezioni in Veneto, la presidente del Consiglio viene descritta come “irritata” dall’alleato. Per ragioni di merito, ma non solo. A essere sotto la lente di ingrandimento della premier è la strategia di costante logoramento, su più fronti, messa in atto dal suo vice: le resistenze sulle modifiche al premierato e la strategia sulla protesta degli agricoltori, solo per citare le ultime.


Ed è per questo, viene riferito, che tra palazzo Chigi e via della Scrofa si è deciso che sulla questione del terzo mandato bisogna essere pronti a tutto, persino ad arrivare allo scontro quando e se ci sarà il voto in commissione Affari costituzionali del Senato, probabilmente la settimana prossima. Non è l’auspicio della premier ma l’ipotesi non viene scartata sebbene il vero obiettivo sia quello di convincere la Lega a ritirare la proposta di modifica prima dello show down. Il vice segretario leghista Andrea Crippa insiste: “Per dare una buona amministrazione ai territori dobbiamo consentire a chi è capace di potersi candidare: se noi impediamo a persone capaci di candidarsi potrebbe essere un problema”. Il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, invece, ne fa una questione di rispetto delle procedure legislative ricordando che si sta esaminando un decreto. “Ritengo che, allo stato attuale – spiega – non sia possibile riconoscere i requisiti di necessità e urgenza che dovrebbero portare la politica a pronunciarsi in un senso o nell’altro”.


C’è un altro argomento che tra i meloniani viene messo agli atti: tra gli emendamenti condivisi sul premierato ce n’è anche uno che prevede il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio. Come si può pensare – è il ragionamento – che quello che vale per il capo del governo non valga per un presidente di Regione? Inzialmente, dentro Fratelli d’Italia era circolata la suggestione che la questione potesse essere bypassata con una semplice dichiarazione di inammissibilità dell’emendamento da parte del presidente della commissione, il meloniano di ferro Alberto Balboni. Una ipotesi che viene sostanzialmente smontata nelle ultime ore. Dunque, fanno sapere fonti del partito di maggioranza relativa, se non ci sarà il ritiro si arriverà al voto con il rischio non soltanto che si spacchi la maggioranza ma anche che la proposta di modifica venga bocciata, mettendo una pietra tombale sul terzo mandato.


Si fanno già i calcoli. I meloniani possono contare sulla sponda di Forza Italia che ancora oggi con il segretario Antonio Tajani hanno ribadito di essere totalmente in asse con la premier su questo punto. “I governatori – afferma – hanno un grande potere, superiore al presidente del Consiglio sul territorio. Non è questione che riguarda Lega o Pd” ma un tema di “tutela dell’alternanza e della democrazia nel nostro Paese, anche negli Usa il presidente ha due mandati”. Il Pd, come dimostrano le prese di posizione delle ultime ore, è spaccato e il M5s – ragionano in Fdi – ha già nel suo statuto il limite di due legislature per i deputati. E tuttavia va messo tutto in conto, compreso il rischio che le opposizioni ne approfittino per fare uno sgambetto alla maggioranza. Il nodo del terzo mandato si intreccia con l’iter del premierato, tanto caro alla presidente del Consiglio, e a quello dell’Autonomia, cara alla Lega, che proprio oggi è stata incardinata alla Camera nel suo secondo passaggio parlamentare. Ma anche alle prossime elezioni in Veneto. Fratelli d’Italia rivendica apertamente il prossimo governatore. Lo dice in chiaro il coordinatore del partito in Regione, Luca De Carlo, considerato anche un papabile candidato. “Il dato delle ultime elezioni politiche è stato chiarissimo: il 32,5% dei veneti ha votato Fratelli d’Italia. Un veneto su tre ha scelto il nostro partito”, sottolinea. Ed è proprio su questo punto che, a sua volta, insiste Crippa. “Non ho capito perché non sono d’accordo, perché De Carlo vuol fare il presidente del Veneto?”.

Covid, Speranza: da Fdi in aula squadrismo inaccettabile

Covid, Speranza: da Fdi in aula squadrismo inaccettabileRoma, 14 feb. (askanews) – “Non ho mai ascoltato un gruppo di maggioranza fare un intervento intero su chi ha governato prima. Evoca i momenti peggiori di questo paese, è un intervento squadrista, inaccettabile”. Lo ha detto l’ex ministro Roberto Speranza, Pd, parlando in aula e replicando ad Alice Bonguerrieri, Fdi, relatrice della proposta di legge che istituisce una commissione di inchiesta sul Covid.


Ha spiegato Speranza: “E’ stato accostato il mio cognome e quello del presidente Conte alla parola condanna. Siccome noi siamo stati in tribunale ma c’è stata un’archiviazione con formula piena, accostare le nostre personalità alla parola ‘condannati’ in maniera vaga e confusa come ho percepito nel primo intervento è molto grave e non è accettabile. Ribadisco di avere operato da ministro con disciplina e onore come ribadisce la nostra Carta ostituzionale”. Ha aggiunto Speranza: “Se qualche italiano ha dubbi sugli obiettivi di questa commissione credo che questo intervento li abbia chiariti. E’ emerso in maniera lampante, drammatica, ma forse chiarificatrice che l’obiettivo di questa commissione non è quello che invece un grande paese dovrebbe avere, cioè provare insieme a fare qualcosa per rendere più forte il Ssn”.

Covid, Conte: non temo Commissione inchiesta, maggioranza codarda

Covid, Conte: non temo Commissione inchiesta, maggioranza codardaRoma, 14 feb. (askanews) – “Credo sia legittimo proporre una commissione di inchiesta: non ho nessun timore per quanto riguarda l’indagine che verrà svolta. Ritengo profondamente viziata questa commissione perché, per come è stata impostata per il perimetro che è stato dato, purtroppo si precluderà l’indagine sulla gestione della sanità che è per lo più rimessa alle Regioni e questo è un atto di codardia della maggioranza”. Lo ha detto in aula alla Camera il leader M5s Giuseppe Conte, intervenendo dopo l’approvazione dell’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid.