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Emilia Romagna al voto per eleggere il successore di Bonaccini

Emilia Romagna al voto per eleggere il successore di BonacciniBologna, 16 nov. (askanews) – Le infrastrutture: in particolare il nodo autostradale di Bologna, sempre più congestionato. La sanità e l’istruzione: per la sinistra devono essere “pubbliche” e vanno finanziate con maggiori fondi dal governo centrale; a destra, invece, chiedono un coinvolgimento fattivo del privato convenzionato per recuperare le lunghe lista d’attesa in una regione che ogni anno accoglie migliaia di “migranti delle cure”.


Poi la sicurezza, in particolare nelle città più grandi. Ma soprattutto la tutela dell’ambiente e la gestione del territorio messo alla prova delle recenti alluvioni che hanno devastato metà Romagna e messo a dura prova il capoluogo di regione. Sono i temi della campagna elettorale in vista della votazione in Emilia-Romagna, anticipata rispetto ai tempi previsti, dopo le dimissioni di Stefano Bonaccini eletto al Parlamento europeo. Domenica 17 e lunedì 18 novembre i 3,5 milioni di cittadini chiamati alle urne potranno scegliere tra quattro candidati alla presidenza della Regione. Michele de Pascale è a capo di una coalizione che comprendere Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, i riformisti di Emilia-Romagna Futura (con Azione, Psi, +Europa e Repubblicani) e la lista civica de Pascale presidente. Un campo “larghissimo” auspicato a livello nazionale che il dem ha già sperimentato a Ravenna, la città che ha amministrato per due mandati durante una parte dei quali ha ricoperto anche la carica di presidente nazionale dell’Unione delle Province.


Tutti i partiti di centrodestra hanno scelto di appoggiare la candidatura – inizialmente civica – di Elena Ugolini, docente di filosofia, direttrice di un’importante scuola di Bologna, ex sottosegretaria all’Istruzione ai tempi del governo Monti, alla sua prima esperienza politica ed elettorale. Federico Serra, dipendente di una cooperativa sociale, è il candidato di una lista che tiene insieme Potere al Popolo, Rifondazione e Partito comunista. Infine Luca Teodori, commerciante di Ferrara, ex capogruppo della Lega Nord da cui è fuggito ai tempi del Covid per fondare il partito 3V (Verità sui Vaccini Vogliamo). de Pascale, indicato dal Pd all’unanimità come candidato senza bisogno di ricorrere alle primarie, è l’erede designato per raccogliere lo scettro nella Regione rossa per antonomaisa . Al suo fianco, nella gestione della Fabbrica del Programma, Vincenzo Colla, ex dirigente della Cgil, assessore regionale alle Attività produttive, che in caso di vittoria avrà di sicuro un incarico “di peso” dentro la nuova giunta. “Abbiamo fatto una campagna elettorale pacata – sottolinea de Pascale -; i confronti pubblici con la sfidante sono stati pochissimi, io ne avrei fatti molti di più, ma pazienza. Però non sono mai volate offese e non si sono mai alzati i toni”. Ben altra “musica” rispetto alla campagna elettorale di quattro anni fa, trasformata in un”ring” tra Bonaccini in cerca di conferma per il secondo mandato e il leader della Lega Matteo Salvini, trasferitosi di fatto a Bologna per sostenere quotidianamente Lucia Borgorzoni. Uno degli episodi più noti quando il leghista si recò in un quartiere popolare, con le telecamere al seguito, per suonare i campanelli e “stanare gli spacciatori”. Di scene simili non se ne sono viste in questi mesi. La tensione si è alzata durante le giornate più drammatiche dell’alluvione di settembre che ha provocato danni in Appennino ma anche nel centro storico di Bologna, danni che si sommano a quelli provocati dall’alluvione di un anno e mezzo fa in Romagna.


Una campagna molto più “moderata” quella di Ugolini che lunedì scorso ha chiuso con un incontro con i suoi sostenitori in un hotel della periferia di Bologna alla quale avrebbero dovuto partecipare tutti i ‘big’ nazionali. “Impegni istituzionali” hanno costretto la premier Giorgia Meloni a ripiegare su un videomessaggio e lasciare la gestione della serata ai colleghi Antonio Tajani di Forza Italia, Maurizio Lupi di Noi moderati, che ci sono alternati sul palco assieme a Salvini. “Andiamo a governare questa Regione che è in mano alla sinistra da settant’anni” è lo slogan che ha accompagnato la kermesse. Oltre non si è andati. A sinistra l’incognita che fa tremare anche i più ottimisti è l’affluenza. Nel 2014, quando in Emilia-Romagna si andò al voto per le dimissioni di Vasco Errani per un “polverone” sollevato dalla magistratura che ha cominciato a indagare sulle “spese pazze” dei partiti di tutti gli schieramenti, andò a votare poco più del 37% degli aventi diritto. Per il secondo mandato di Bonaccini, quattro anni dopo, l’affluenza sfiorò il 71% grazie anche alla mobilitazione delle Sardine.


Da Piacenza a Rimini si vota anche per i 50 seggi dell’Assemblea legislativa regionale: si potrà scegliere tra 547 candidati consiglieri. In calo rispetto ai 739 del 2020.

Fdi fa quadrato a difesa Delmastro, Donzelli: polemiche surreali sinistra

Fdi fa quadrato a difesa Delmastro, Donzelli: polemiche surreali sinistraRoma, 15 nov. (askanews) – Fratelli d’Italia fa quadrato a difeda del proprio sottosegretario alla giustizia con delega alle carceri Andrea Delmastro del quale le opposizioni chiedono l’allontanamento dal governo per aver dichiarato alla presentazione delle nuove auto della polizia penitenziaria per detenuti al 41 bis di “provare gioia a non lasciare respiro a chi sta sull’auto della penitenziaria”-


“Le parole di Delmastro nel presentare le vetture per il trasferimento di mafiosi e terroristi a regime di carcere duro – difende Delmastro il responsabile organizzativo del partito della premier Giovanni Donzelli- hanno il chiarissimo significato di non dare tregua e fiato ai mafiosi al 41 bis e quindi alla criminalità organizzata nel suo complesso. La sinistra solleva polemiche surreali per cercare ancora una volta di inquinare il dibattito politico per indebolire la difesa del 41 bis da parte del governo Meloni. Siamo invece orgogliosi di non aver lasciato fiato alla criminalità organizzata, di non aver dato tregua ai mafiosi e di continuare a portare avanti una lotta alla mafia determinata e senza tentennamenti”. “Le parole del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro sono state evidentemente strumentalizzate. In lui – afferma Andrea Pellicini, deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Giustizia- vi era solo la volontà di conferire stima e prestigio alla polizia penitenziaria, chiamata ad assolvere una funzione importantissima e delicata nel trasporto di detenuti sottoposti al regime del 41 bis. Il sottosegretario ha voluto rimarcare con le sue parole la determinazione del governo nella lotta alla criminalità organizzata, un’azione costante che non da’ respiro alla mafia. Affermare che Delmastro ha mancato di rispetto alle conduzioni dei detenuti significa stravolgere il suo pensiero per cercare di colpirlo ingiustamente”.


“Dunque per Renzi e compagni – dichiara la capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Giustizia della Camera Carolina Varchi- questo governo dovrebbe dare ‘respiro alla mafia’ e magari anche creargli condizioni piacevoli per scontare la pena, fuori ovviamente dal 41 bis. Ci dispiace informare la squadra di Italia Viva che hanno sbagliato destinatario della richiesta, Fratelli d’Italia non intende indietreggiare e quindi non intende dare respiro alla criminalità organizzata. E di questo noi siamo orgogliosi. Bene ha fatto il sottosegretario Delmastro a ribadire questo concetto a dispetto di una sinistra imbarazzata e ormai senza credibilità. Invece di scrivere mozioni di censura e chiederne dimissioni, Italia Viva dovrebbe consegnare un plauso alle cronache perché finalmente la polizia Penitenziaria oggi è dotata di una macchina di massima sicurezza. Ma questa, ci rendiamo conto, sarebbe troppa grazia”. ” Le parole del Sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro – assicura il presidente Fdi della commissione Trasporti Salvatore Deidda- sono state mal interpretate e in qualche caso strumentalizzate ma non si possono avere dubbi sul suo sincero impegno a favore della lotta contro il crimine organizzato e la Mafia e a favore della Polizia penitenziaria e della legalità. Una tempesta in un bicchier d’acqua”.

Dai fedeli di Grillo parte il tam tam per l’astensione

Dai fedeli di Grillo parte il tam tam per l’astensioneRoma, 15 nov. (askanews) – “Beppe sta aspettando che si schiantino sul quorum della maggioranza degli aventi diritto: se non succede, sarà battaglia legale”: visto dal lato di chi tifa per il fondatore e garante Grillo, è questo l’esito prevedibile della fase conclusiva del “processo costituente” del Movimento 5 stelle. Chi conosce bene il comico genovese giura che non accetterà supinamente il risultato finale della costituente interna e farà ripetere le votazioni sfruttando i suoi poteri e scommettendo sul mancato raggiungimento del quorum sulle modifiche statutarie. Dal 21 al 24 di novembre gli iscritti voteranno sia sulle proposte programmatiche emerse nel corso delle varie fasi della consultazione, sia sulle altre, sulle quali si è consumato in questi mesi lo scontro fra il garante e il presidente Giuseppe Conte: simbolo, ruoli dirigenziali compresi presidente e garante, limite ai mandati per gli eletti, alleanze. Nella tarda serata di giovedì sono stati pubblicati questi quesiti, gli altri, relativi ai contenuti programmatici, “a causa della grande complessità – spiegano le fonti ufficiali – sono già in corso di pubblicazione, man mano che si conclude il lavoro”.


Nel frattempo sono partite, con la diretta YouTube dedicata alla sanità pubblica, le “Agorà” dibattiti on line riservati agli iscritti, che possono prenotarsi per due minuti di intervento ciascuno sui temi che saranno poi sottoposti al voto. Le discussioni sui temi cruciali dello scontro interno sono in programma lunedì (su ruoli e dei poteri di garante e presidente) e mercoledì (candidature e limite dei mandati, alleanze). Ma si tratta, accusano esponenti della fazione vicina a Grillo, di “un tentativo di mettere una pezza su un dibattito che è stato limitato ai 300 (sorteggiati, ndr), e chi c’era racconta che non erano nemmeno tutti presenti, le sessioni al massimo sono state partecipate da 250 persone”. Da Campo Marzio era stata anticipata nelle scorse settimane l’intenzione di aprire altri spazi di dibattito, che del resto, dice un parlamentare da sempre vicino all’ex premier, “fungerà da campagna elettorale interna, visto che alle Agorà partecipano solo gli iscritti e che i quesiti sono già stati resi noti o lo saranno in questi giorni”. Ma nella gestione della costituente, accusa un esponente autorevole dell’area più “grillina”, ci sono “cose che gridano vendetta”. Fra queste, ad esempio, spiega, una qualificazione non corretta del quesito numero 12 sulle alleanze, indicato come non bisognoso di maggioranza qualificata ma in realtà finalizzato a modificare l’articolo 11 dello Statuto; o della proposta di far pagare l’iscrizione, finora un tabù per il “non partito” a suo tempo inventato da Grillo e da Gianroberto Casaleggio. “Una vera e propria vendetta, perché nessuno della base l’aveva chiesto”, dicono ancora negli ambienti che condividono la battaglia di Grillo “è la richiesta di cambiare la composizione di comitato di garanzia e collegio dei probiviri: è chiaro che se passa la modifica i vecchi componenti decadono e guarda caso fra quelli che decadono ci sono Danilo Toninelli e Virginia Raggi (ex ministro ed ex sindaca di Roma, ndr) che non sono ‘contiani’”.


Dito puntato, da parte dei “dissidenti”, anche sulla “mancanza di trasparenza sugli iscritti, dopo che ne sono stati cancellati moltissimi: Beppe aveva chiesto quanti sono ora ma ancora non è possibile avere il dato”. E comunque, radio Grillo calcola che “sono passati da 170mila a 90 mila, se applichiamo a tutta Italia la percentuale di riduzione che si è vista nell’ultima votazione limitata agli iscritti del Sud”. Su questo, però, le fonti vicine a Conte ricordano che la procedura delle cancellazioni è stata super-garantista, sono state inviate email agli iscritti “in sonno” consentendo a tutti gli interessati di manifestare il loro eventuale interesse a partecipare alla vita del Movimento. E considerato che i 5 stelle sono passati attraverso un paio di scissioni (la più rilevante, quella guidata dall’ex ministro e capo politico Luigi Di Maio) un declino del tesseramento, in parallelo peraltro con il calo dei consensi elettorali, è più che giustificato. Al più tardi quando si concluderanno le votazioni, il notaio certificherà il numero degli aventi diritto, ma da Campo Marzio non è escludo del tutto che questa cifra possa essere ufficializzata anche prima. Il dato è rilevante, posto che la linea degli oppositori di Conte è puntare tutto sul flop dei votanti. Linea confermata in una sorta di appello che l’ex deputato Marco Bella ha lanciato sul suo blog personale, ospitato dalla piattaforma del Fatto quotidiano: di fronte alla crisi del Movimento, sostiene, la soluzione che Conte propone è “tutelare la carriera politica di alcune figure del M5S con un ipotetico terzo, quarto, quinto mandato e rimuovere chiunque si possa opporre. Che possono fare gli iscritti M5s per salvare il Movimento? Rifiutarsi di avallare l’ennesima ratifica”, dice, far mancare il quorum e sconfiggere così il tentativo di Conte. E poi? Agli iscritti l’ardua sentenza.

Richiamo Mattarella: le regole della democrazia non vanno violate, io arbitro

Richiamo Mattarella: le regole della democrazia non vanno violate, io arbitroRoma, 15 nov. (askanews) – Un richiamo a 360 gradi alle regole della democrazia, che “non devono mai essere violate”, una puntualizzazione forte del ruolo di “arbitro” ma anche di “meccanico” che interviene “quando il sistema si blocca” e per “ricordare a tutti gli organi dello Stato i loro limiti”. Sergio Mattarella rispondendo alle domande degli studenti al convegno dell’Osservatorio giovani editori esplicita, come raramente gli accade, le ragioni e lo spirito che lo muove dal Quirinale.


Forse non è un caso che il presidente della Repubblica parli con questo tono in giornate delicate e convulse per la vita politica e istituzionale del paese. Lo scontro tra magistrati e governo sui migranti, la pronuncia della Corte Costituzionale sull’autonomia differenziata, le tensioni tra i partiti sulla nuova commissione europea e gli attacchi “esterni” come quello di Elon Musk. Sono tanti i temi oggetto di interesse e preoccupazione al Colle sui quali Mattarella è intervenuto in questi giorni ma sempre nei limiti previsti dalla Costituzione come quando spiega che non comprende i tentativi di tirarlo per la giacca sulla promulgazione delle leggi: “Mi è capitato di promulgare leggi che ritenevo sbagliate, inopportune ma è dovere del Presidente della Repubblica di promulgarle. Solo nel caso di evidente incostituzionalità ho il dovere di non promulgarle”, ha chiarito. Il capo dello Stato spiega di conoscere bene il meccanismo della politica: “Sono stato 25 anni in Parlamento, ho avuto una posizione politica ma il Presidente della Repubblica deve essere al di fuori delle competizioni politiche e quindi accantonare le sue opinioni”, ha spiegato Mattarella secondo il quale essere “arbitro significa sollecitare al rispetto del regole tutti gli altri organi dello Stato, significa anche ricordare a tutti i limiti delle sfere in cui operano, legislativo, esecutivo, giudiziario, ciascun organo deve sapere che ha dei limiti da rispettare” e a farlo per primo è proprio l’inquilino del Colle perchè “per fortuna la nostra non è una monarchia ma una Repubblica: il Capo dello Stato ha i suoi limiti e la democrazia vive di regole che non devono essere violate”. I poteri dello Stato, avverte, “non sono fortilizi contrapposti che cercano di sottrarre territorio l’uno all’altro ma devono collaborare ciascuno nel suo compito, rispettando quello degli altri”.


L’occasione dell’anniversario dell’Osservatorio giovani editori è utile poi a richiamare il tema della libertà di informazione e della necessità che l’informazione sia “libera, indipendente e plurale, in cui la funzione professionale dei giornalisti, è quella di certificatori di verità” sapendo che “non esiste un ministero della Verità”. “C’è una distinzione fondamentale tra utente e cittadino”, puntualizza Mattarella e dobbiamo fare in modo che “la democrazia non venga messa in discussione o ridotta da strumenti tecnologici che non si governano”, e che utilizzano “la manipolazione per diffondere notizie false o artefatte e provenienti da fonti oscure”. “L’informazione non è un prodotto – insiste -, ma un bene essenziale. Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile, così come scongiurare il rischio che, per i nativi digitali, l’informazione coincida con flussi ininterrotti di notizie senza analisi critica”. L’appello alle giovani generazioni protagoniste del futuro è affinchè le nuove tecnologie e l’Intelligenza artificiale siano messe al servizio dell’uomo per migliorarne la vita. “Se saremo in grado di impiegare le straordinarie potenzialità delle innovazioni per affrontare le transizioni necessarie a garantirci un futuro sostenibile e inclusivo, per combattere disuguaglianze e povertà economiche e culturali, per perseguire il benessere individuale e sociale e la pacifica convivenza, allora sì l’AI e tutte le altre applicazioni che deriveranno da nuove scoperte saranno al servizio dell’umanità”.

Schlein: violenza è intollerabile, solidarietà ad agenti feriti

Schlein: violenza è intollerabile, solidarietà ad agenti feritiRoma, 15 nov. (askanews) – “A nome di tutto il Pd esprimo solidarietà e vicinanza agli agenti delle forze dell’ordine feriti dai fumi urticanti di un ordigno artigianale a Torino. Il diritto alla protesta, a manifestare e a scioperare non può e non deve mai essere confuso con l’aggressione violenta nei confronti di nessuno. La violenza è intollerabile, così come la strumentalizzazione politica della violenza che non dovrebbe fare nessuno, in particolare modo chi ha responsabilità di governo.” Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

Trasporti, Schlein(Pd): Italia ferma, Meloni-Salvini si scusino

Trasporti, Schlein(Pd): Italia ferma, Meloni-Salvini si scusinoRoma, 15 nov. (askanews) – “Mentre Salvini straparla di qualsiasi argomento, perfino sui satelliti di Musk e sulla giornata della gentilezza, c’è un Paese che ogni giorno è ostaggio della sua incompetenza. Anche oggi l’Italia è stata paralizzata dagli ennesimi guasti ferroviari”. Lo afferma la segretaria Pd Elly Schlein.


“Da questa mattina tante, troppe persone sono ancora bloccate da ritardi incalcolabili nelle stazioni, ritardi che hanno impedito di viaggiare e lavorare. Ma non una sua parola di scuse, non una sua parola di impegno per cercare di risolvere questi disagi che ormai sono la normalità”. “Solo in ottobre – conclude la Schlein – quasi l’80% dei treni ad alta velocità ha viaggiato in ritardo. Numeri imbarazzanti, di cui dovrebbe solo vergognarsi. Il governo Meloni fa quotidianamente viaggiare, quando lavoratori, studenti o pendolari riescono a farlo, il Paese in ritardo. È una situazione ormai insostenibile, non è più accettabile che le cittadine e i cittadini paghino sulla loro pelle l’incompetenza di questo ministro dei trasporti”.

Mattarella: l’informazione è un bene essenziale, non un prodotto

Mattarella: l’informazione è un bene essenziale, non un prodottoRoma, 15 nov. (askanews) – “L’informazione non è un prodotto, ma un bene essenziale. Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile, così come scongiurare il rischio che, per i nativi digitali, l’informazione coincida con flussi ininterrotti di notizie senza analisi critica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Roma, all’evento “25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori”.


“L’obiettivo principale deve essere sviluppare l’intelligenza delle persone – sottolinea il capo dello Stato -, perché ad essa si accompagnano consapevolezza e coscienza, di cui le macchine sono prive. Vi risiede l’importanza della coscienza dei valori di libertà e democrazia”.

Mattarella: il Presidente è come meccanico che rimette in funzione sistema

Mattarella: il Presidente è come meccanico che rimette in funzione sistemaRoma, 15 nov. (askanews) – “Il Presidente della Repubbica entra particolamrte in attività quando il sistema si blocca per una qualunque causa, le norme costituzionali hanno un tasso elasticità proprio per gli elementi non prevedibili”. Così Sergio Mattarella ha risposto alla domanda di uno studente nel corso dell’evento per i 25 anni dell’Osservatori giovani editori.


“Il Presidente della Repubblica aiuta a rimettere in funzione il sistema, come un meccanico” ha proseguito il capo dello Stato, per questo il suo ruolo “implica imparzialità e richiamo all’unità e alla coesione” del paese “che non è l’antitesi della dialttica politica e delle differenze”.

Mattarella: la tecnologia non metta in discussione la democrazia

Mattarella: la tecnologia non metta in discussione la democraziaRoma, 15 nov. (askanews) – “C’è una distinzione fondamentale tra utente e cittadino” e dobbiamo fare in modo che “la democrazia non venga messa in discussione, ridotta da strumenti tecnologici che non si governano, perciò l’Ue ha introdotto misure per tenere conto di valori e diritti”. Lo ha detto, tra le altre cose, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia per i 25 anni dell’Osservatorio giovani editori.


Tra gli altri temi toccati dal presidente, rispondendo a una domanda: “Mi è capitato di promulgare leggi che ritenevo sbagliate, inopportune ma è dovere del presidente della Repubblica di promulgarle. Solo nel caso di evidente incostituzionalità ho il dovere di non promulgarle”.

Autonomia, Ciriani: la Consulta ha fatto chiarezza, ci adatteremo

Autonomia, Ciriani: la Consulta ha fatto chiarezza, ci adatteremoStresa (Vb), 15 nov. (askanews) – “Bisogna leggere la sentenza” della Corte costituzionale sull’autonomia, ma “credo che la Consulta abbia fatto chiarezza: politicamente e dal punto di vista tecnico-giuridico, ha certificato che l’impianto della norma votata dal parlamento è costituzionale”. Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine dei lavori del forum annuale di Fondazione Iniziativa Europa, in corso a Stresa (Vb). “Ci sono delle osservazioni e dei miglioramenti che la Consulta ci spinge a fare di cui prenderemo visione alle quali replicheremo e ci adatteremo”, ha sottolineato ricordando che c’è “il tempo per correggere gli errori che la Consulta ha rilevato”.


Ciriani si dice “per nulla preoccupato” perché l’autonomia “era nel nostro programma elettorale: il Parlamento avrà tutto il tempo per correggere, integrare e fare il suo lavoro. Se sarà necessario fare dei passaggi parlamentari, come immagino, c’è tutto il tempo: manca ancora un sacco di tempo alla fine della legislatura”, ha concluso.