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Premierato, Schlein: la nostra opposizione sarà dura

Premierato, Schlein: la nostra opposizione sarà duraRoma, 1 feb. (askanews) – “La maggioranza non si disturbi per noi, abbiamo chiarito dal primo giorno che possono cambiare quello che ritengono per i loro scambi interni, ma se rimane l’elezione diretta del presidente del Consiglio avranno dal Partito democratico l’opposizione più ferma e dura che possiamo mettere in campo”. Lo afferma la segretaria Pd Elly Schlein.

“Tanto più – aggiunge – che il premierato, come La Russa stesso ha ammesso, indebolisce la figura del presidente della Repubblica, oltre che il Parlamento”.

Premierato, (quasi) accordo in maggioranza. Alta tensione Fdi-Lega

Premierato, (quasi) accordo in maggioranza. Alta tensione Fdi-LegaRoma, 1 feb. (askanews) – C’è stato un momento, raccontano, in cui c’è mancato davvero poco che il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, lasciasse la riunione sbattendo la porta. Segno che sul premierato, e le modifiche da presentare in Senato, il livello di tensione tra Fratelli d’Italia e il Carroccio resta altissimo. Formalmente il terzo vertice di maggioranza in tre giorni si conclude con un’intesa. Tocca al presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, dare l’annuncio. “E’ stato raggiunto un accordo all’unanimità fra tutte le forze politiche sulle modifiche da apportare”, dice. Questo però non vuole ancora dire che la partita sia chiusa. “La proposta unitaria che abbiamo elaborato verrà sottoposta ai leader per la loro approvazione definitiva”, aggiunge.

E’ la soluzione che consente a tutti di salvare la faccia in vista della scadenza del termine per la presentazione fissato per lunedì prossimo, di mostrare un’armonia che in circa un’ora e mezza di riunione non ha certo regnato sovrana. Il testo che esce dalla riunione, e che arriverà sul tavolo dei capi dei partiti, resta identico a come era entrato. Prevede la possibilità di un secondo premier (come voleva la Lega) ma solo in casi eccezionali e lascia all’eletto il potere di chiedere lo scioglimento, e dunque di mettere fine alla legislatura, che nel testo iniziale era soltanto nelle mani del successore. Un punto, questo, imprescindibile per Fratelli d’Italia. E, tuttavia, proprio perché – come dicono tutti – quando si tocca la Costituzione anche una virgola può cambiare le carte in tavola, durante l’incontro è emerso un altro punto che ha alimentato il dibattito. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha infatti sollevato la questione che la possibilità di chiedere lo scioglimento da parte del premier eletto, in base al testo, si possa verificare solo in caso di “revoca della fiducia mediante mozione motivata da parte di una delle due Camere”. Non è contemplato, dunque, il caso in cui la fiducia venga a mancare, ove richiesta, su un provvedimento.

Ciriani avrebbe ribadito durante l’incontro che il punto da cui è partito Fratelli d’Italia nella ricerca di una mediazione con gli alleati è pur sempre quello del presidenzialismo. L’assunto – sarebbe stato il suo ragionamento – è che il primo premier deve avere più poteri del secondo perché è quello eletto. Durante la riunione proprio il responsabile dei Rapporti con il Parlamento sarebbe stato protagonista con Romeo di un botta e risposta molto animato. A un certo punto, la tensione sarebbe salita al punto da spingere il capogruppo leghista a sostenere che tanto valeva tornare al testo originario (by Calderoli). Saranno dunque i leader a decidere quali saranno le modifiche: non è scontato che vi sia un incontro a tre, potrebbero esserci invece contatti telefonici. Anche perché la questione, non è soltanto tecnico legislativa. Il sospetto dentro Fratelli d’Italia è che quella della Lega sia una precisa strategia per non rendere troppo facile la strada di quella riforma su cui Giorgia Meloni ha puntato tantissimo e di cui vuole il primo ok entro le Europee.

Allo stesso tempo, il Carroccio è convinto che il partito della premier non gli consentirà di incassare il via libera definitivo all’Autonomia prima dell’appuntamento elettorale di giugno. Di mezzo, ci sono almeno un altro paio di questioni che creano tensione tra Lega e Fdi e che si intrecciano inevitabilmente con queste due riforme: la possibile candidatura di Meloni alle Europee (che Salvini vorrebbe scongiurare) e la richiesta del leader leghista di prevedere un terzo mandato per i governatori per consentire a Zaia di restare alla guida del Veneto.

Protesta trattori,Zaia: da sostenere ma nel rispetto legalità

Protesta trattori,Zaia: da sostenere ma nel rispetto legalitàRoma, 1 feb. (askanews) – “Le Proteste contro l’Unione europea, soprattutto contro l’agricoltura, sono da sostenere” perché “l’unione europea difende le multinazionali e si dimentica di quanto vale il comparto del food italiano. Non vogliamo l’Europa del nutriscore, dei cibi sintetici: gli agricoltori fanno bene a protestare ma bisogna anche guardare ai fatti e al gran lavoro fatto da parte di Coldiretti. Spero non diventi una guerra tra agricoltori”. Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) parlando a margine della presentazione del suo libro a Roma.

“La protesta è il sale della democrazia ma deve avvenire nel rispetto della legalità e delle regole civili di convivenza: quando si oltrepassano questi limiti la protesta diventa un boomerang”, ha aggiunto.

Fonti Ue: Meloni essenziale per indurre Orban a togliere veto

Fonti Ue: Meloni essenziale per indurre Orban a togliere vetoBruxelles, 1 feb. (askanews) – Giorgia Meloni ha svolto un ruolo importante, se non addirittura determinante, su due punti della discussione del Consiglio europeo svoltosi oggi a Bruxelles, secondo quanto hanno riferito nel pomeriggio fonti europee presenti alle discussioni.

La prima volta è stato questa mattina prima dell’inzio del vertice, quando la premier italiana è stata chiamata dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla riunione preliminare con il primo ministro ungherese Viktor Orbßn, a cui hanno parteciato anche il presidente francese Emmanuel Macron, il cancellier tedesco Olaf Scholz, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e la segretaria generale del Consiglio Ue Thérèse Blanchet. Il ruolo di Meloni, hanno sottolineato le fonti, “è stato molto importante” per convincere il premier ungherese ad accettare il compromesso che gli ha permesso di togliere il veto all’aiuto macrofinanziario per l’Ucraina da 50 miliardi di euro. D’altra parte, “Michel aveva convocato i leader in grado di avere un’influenza (‘leverage’, ndr) su Orbßn”.

“Meloni è sempre molto costruttiva e concreta, funziona da europea, è tra coloro che cercano sempre di far avanzare le cose, che cercano soluzioni” nel Consiglio europeo. “E capisce che anche gli altri leader hanno problemi interni, che considera con rispetto”, hanno osservato le fonti. Nel caso di Orbßn, d’altra parte, è stato importante anche un altro elemento che nell’ultimo Consiglio europeo, a dicembre, non era così forte come oggi: il livello molto alto di generale irritazione degli altri 26 leader nei confronti dell’ostinazione a bloccare l’accordo da parte di Orbßn, che non può più contare né sulla Polonia (ché anzi, con il nuovo premier Donald Tusk, ha assunto forse le posizioni più dure di tutti contro il tentativo ungherese di bloccare gli aiuti all’Ucraina), né sull’altro governo oggi forse più vicino al sovranismo ungherese, quello slovacco di Robert Fico, che in realtà non ha mai messo in discussione l’accordo a 26.

L’altro punto della discussione dei leader su cui Meloni ha lasciato il segno è stato quello, non previsto dall’agenda del Consiglio europeo, della fortissima protesta in atto da parte degli agricoltori. La premier italiana è stata la leader che ha insistito di più sulla necessità di ascoltare la voce degli agricoltori, nella mezz’ora circa in cui si è parlato di questo tema (oltre a lei sono intervenuti Macron e i primi ministri belga e olandese). Ieri la Commissione ha annunciato la sospensione per un anno dell’entrata in vigore delle nuove norme ambientali che impongono alle imprese agricole di lasciare a riposo una parte dei loro terreni, se vogliono accedere alle sovvenzioni Ue, e un meccanismo di salvaguardia per tutelare la produzione europea dalle importazioni agricole (soprattutto di miele, pollame e zucchero) da Ucraina e Moldova, importazioni che resteranno senza dazi per un altro anno, fino a giugno 2025.

“Meloni – hanno riferito le fonti – ha detto a von der Leyen che queste sono delle prime misure di breve termine, e ha insistito che sono solo l’inizio e che bisogna andare oltre. E la presidente della Commissione ha risposto confermando che bisognerà continuare a lavorare”, in particolare per ridurre gli oneri amministrativi a cui sono sottoposti gli agricoltori per poter usufruire dei fondi Ue. E durante la conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, la stessa von der Leyen ha annunciato che la Commissione lavorerà con la presidenza di turno belga del Consiglio Ue “a delle proposte per ridurre gli oneri amministrativi, da presentare entro il prossimo Consiglio Agricoltura”, previsto per il 26 febbraio.

Mattarella a Sinner: tutti si aspetteranno che vinca ovunque, ma l’importante è l’impegno

Mattarella a Sinner: tutti si aspetteranno che vinca ovunque, ma l’importante è l’impegnoRoma, 1 feb. (askanews) – Dopo il trionfo italiano in coppa Davis “il tennis non si è fermato, alla prima scadenza importante in Australia l’entusiasmo si è rinnovato in maniera particolarmente intensa”: lo ha detto, ricordando il trionfo di Yannik Sinner e la finale di doppio raggiunta da Simone Bolelli ew Andrea Vavassori a Melbourne, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nel suo saluto al Quirinale agli atleti della nazionale di tennis, il capo dello Stato ha quindi aggiunto i “complimenti a Sinner per il grande risultato. Anche se ero impegnato – ha raccontato – ho potuto guardare la finale, ma solo dall’inizio del quarto set: questo ha giovato al mio buonumore, non ho visto i primi set ma sono stato subito tranquillo che lei avrebbe vinto”. “Non vorrei esagerare con le parole – ha proseguito Mattarella – apprezzo la semplicità con cui si esprime. Tutti si attenderanno che lei vinca ovunque, certo giocherà al meglio ma è giusto non fare nessuna pressione. L’importante è l’impegno con cui ci si cimenta, con la lealtà, il senso sportivo, i sacrifici prima di ogni partita, questo è quello che conta”.

“Complimenti anche a Bolelli e Vavassori per l’arrivo in finale del doppio. Certo chiudere al tie break 7-5 all’ultimo set significa non avere perso ma aver espresso il livello massimo”, ha concluso il presidente della Repubblica.

Tennis, Mattarella elogia “la coesione” dei vincitori della Davis

Tennis, Mattarella elogia “la coesione” dei vincitori della DavisRoma, 1 feb. (askanews) – La squadra italiana di tennis che ha vinto la coppa Davis ha dimostrato “uno straordinario e ammirevole spirito di squadra, che si è visto in quei giorni in ogni momento”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ringraziando uno per uno gli atleti protagonisti dell’impresa oggi presenti al Quirinale, e in particolare il capitano non giocatore Fabio Volandri, del quale ha riconosciuto i meriti nella “preparazione, nelle scelte, nella capacità di trasmettere la concentrazione anche nei momenti difficili”. Yannik Sinner, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Simone Bolelli, Lorenzo Musetti e Andrea Vavassori e anche Matteo Berrettini, presente anche se impossibilitato a giocare in occasione delle fasi finali della competizione.

Il capo dello Stato non ha nascosto la sua passione per lo sport della racchetta, ha rivendicato di aver seguito molti match di coppa Davis e “per intero” quelli con Olanda, Serbia e Australia. “47 anni (dall’ultimo successo dell’Italia in Davi, quello contro il Cile, ndr) sono stati un lungo periodo ma non è soltanto questo motivo per il quale vi ringrazio a nome dei nostri concittadini; ma per quello che avete manifestato costantemente: spirito di squadra, coesione, e una normalità e semplicità nel comportamento che ha affiancato al successo sportivo il valore umano”. “47 anni – ha proseguito Mattarella – è stata una attesa lunga, non per voi, nessuno di voi era nato quando c’è stata la vittoria sul Cile, ma io ricordo bene la vittoria di Panatta, Barazzutti, Bertoluccci, Zugarelli e Pietrangeli capitano. Per la verità ricordo un altro incontro, la mitica semifinale del 1960 in Australia in cui Pietrangeli e Sirola sconfissero gli Stati Uniti. Sono convinto che non sarà un lungo intervallo per la prossima scadenza di vittoria”, ha agginto.

“L’entusiasmo suscitato ha comportato altro vantaggio, un altro beneficio: avete sospinto molti giovani a dedicarsi al tennis, questo arricchisce la platea e la nostra capacità di esprimere talenti”, ha detto ancora Mattarella, che, dopo aver ricordato anche i recenti risultati di Sinner e di Bolelli-Vavassori nel doppio agli Open d’Australia, ha ricordato la prossima scadenza sportiva delle Olimpiadi: “Nessuna pressione, però, ragazzi siamo certi che farete il meglio”.

Mattarella a Sinner: tutti si aspetteranno che vinca ovunque

Mattarella a Sinner: tutti si aspetteranno che vinca ovunqueRoma, 1 feb. (askanews) – Dopo il trionfo italiano in coppa Davis “il tennis non si è fermato, alla prima scadenza importante in Australia l’entusiasmo si è rinnovato in maniera particolarmente intensa”: lo ha detto, ricordando il trionfo di Yannik Sinner e la finale di doppio raggiunta da Simone Bolelli ew Andrea Vavassori a Melbourne, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nel suo saluto al Quirinale agli atleti della nazionale di tennis, il capo dello Stato ha quindi aggiunto i “complimenti a Sinner per il grande risultato. Anche se ero impegnato – ha raccontato – ho potuto guardare la finale, ma solo dall’inizio del quarto set: questo ha giovato al mio buonumore, non ho visto i primi set ma sono stato subito tranquillo che lei avrebbe vinto”. “Non vorrei esagerare con le parole – ha proseguito Mattarella – apprezzo la semplicità con cui si esprime. Tutti si attenderanno che lei vinca ovunque, certo giocherà al meglio ma è giusto non fare nessuna pressione. L’importante è l’impegno con cui ci si cimenta, con la lealtà, il senso sportivo, i sacrifici prima di ogni partita, questo è quello che conta”.

“Complimenti anche a Bolelli e Vavassori per l’arrivo in finale del doppio. Certo chiudere al tie break 7-5 all’ultimo set significa non avere perso ma aver espresso il livello massimo”, ha concluso il presidente della Repubblica.

Protesta dei trattori, Meloni: i temi degli agricoltori sono giusti, la politica Ue deve cambiare

Protesta dei trattori, Meloni: i temi degli agricoltori sono giusti, la politica Ue deve cambiareBruxelles, 1 feb. (askanews) – Sulle richieste degli agricoltori, “ieri la Commissione ha fatto aperture importanti, ho chiesto di fare sforzi maggiori ma credo che un cambio di linea possa arrivare solo dopo le elezioni europee, sperando che ci sia un approccio vincente diverso da quello ideologico che abbiamo visto in questi anni, che ha finito per impattare sui più deboli, cioè sui lavoratori”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio europeo straordinario, a proposito delle proteste degli agricoltori.

“Io – ha ricordato – sono leader di un partito politico che in Europa ha votato contro la gran parte delle questioni che oggi giustamente gli agricoltori pongono, penso si sia sbagliato molto da questo punto di vista. Abbiamo detto che la transizione ecologica non doveva essere una transizione ideologica, che non si doveva scambiare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, oggi cominciamo a vedere risultati. E’ un problema che l’Italia ha già affrontato, abbiamo fatto in un anno un lavoro molto importante sul settore agricolo: ricordo solamente che abbiamo portato da 5 a 8 mld le risorse del Pnrr destinate al settore agricolo, abbiamo istituito un fondo da 300 mln per aiutare le aziende a combattere l’emergenza climatica, che abbiamo lavorato sull’agrisolare e i contratti di filiera, in altre nazioni europee gli agricoltori protestano perchè non sono stati prorogati gli aiuti al gasolio, noi li abbiamo prorogati. In Italia abbiamo fatto del nostro meglio, rimane il tema di una politica europea che va cambiata, l’ho detto anche oggi”.

Protesta trattori, Meloni: i temi degli agricoltori sono giusti

Protesta trattori, Meloni: i temi degli agricoltori sono giustiBruxelles, 1 feb. (askanews) – Sulle richieste degli agricoltori, “ieri la Commissione ha fatto aperture importanti, ho chiesto di fare sforzi maggiori ma credo che un cambio di linea possa arrivare solo dopo le elezioni europee, sperando che ci sia un approccio vincente diverso da quello ideologico che abbiamo visto in questi anni, che ha finito per impattare sui più deboli, cioè sui lavoratori”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti al termine del Consiglio europeo straordinario, a proposito delle proteste degli agricoltori.

“Io – ha ricordato – sono leader di un partito politico che in Europa ha votato contro la gran parte delle questioni che oggi giustamente gli agricoltori pongono, penso si sia sbagliato molto da questo punto di vista. Abbiamo detto che la transizione ecologica non doveva essere una transizione ideologica, che non si doveva scambiare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, oggi cominciamo a vedere risultati. E’ un problema che l’Italia ha già affrontato, abbiamo fatto in un anno un lavoro molto importante sul settore agricolo: ricordo solamente che abbiamo portato da 5 a 8 mld le risorse del Pnrr destinate al settore agricolo, abbiamo istituito un fondo da 300 mln per aiutare le aziende a combattere l’emergenza climatica, che abbiamo lavorato sull’agrisolare e i contratti di filiera, in altre nazioni europee gli agricoltori protestano perchè non sono stati prorogati gli aiuti al gasolio, noi li abbiamo prorogati. In Italia abbiamo fatto del nostro meglio, rimane il tema di una politica europea che va cambiata, l’ho detto anche oggi”.

Premierato, via indicazione 55%. Ecco proposta modifica sul premio

Premierato, via indicazione 55%. Ecco proposta modifica sul premioRoma, 1 feb. (askanews) – Niente più soglia del 55% scritta in Costituzione per il premio di maggioranza. La proposta di modifica al ddl sul premierato che, a quanto si apprende, è arrivata sul tavolo della riunione del centrodestra che si è tenuta questa mattina in Senato prevede infatti una formulazione più generica. Si stabilisce che “la legge disciplina il sistema per l’elezione delle Camere e del presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività”.