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Meloni: stupiscono le polemiche sulla mostra di Talkien, è finito il monopolio culturale di una parte

Meloni: stupiscono le polemiche sulla mostra di Talkien, è finito il monopolio culturale di una parteRoma, 20 nov. (askanews) – “La bellissima mostra su Tolkien promossa dal ministero della Cultura è un omaggio alla ricchezza delle idee, alla fantasia e alla capacità di ispirare generazioni. E stupiscono le polemiche dei soliti noti sull’organizzazione della più grande mostra mai dedicata in Italia all’autore di uno dei libri più venduti e amati della storia della letteratura. Dimostra il nervosismo di chi ha pensato che la cultura gli appartenesse, che potesse essere appannaggio di una parte politica e non di tutti. Quel tempo è finito”. Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che la settimana scorsa ha visitato la mostra su Tolkien, allestita alla Galleria nazionale d’arte moderna.

Talkien, Meloni: polemiche stupiscono, finito monopolio culturale di una parte

Talkien, Meloni: polemiche stupiscono, finito monopolio culturale di una parteRoma, 20 nov. (askanews) – “La bellissima mostra su Tolkien promossa dal ministero della Cultura è un omaggio alla ricchezza delle idee, alla fantasia e alla capacità di ispirare generazioni. E stupiscono le polemiche dei soliti noti sull’organizzazione della più grande mostra mai dedicata in Italia all’autore di uno dei libri più venduti e amati della storia della letteratura. Dimostra il nervosismo di chi ha pensato che la cultura gli appartenesse, che potesse essere appannaggio di una parte politica e non di tutti. Quel tempo è finito”. Lo scrive su Instagram la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che la settimana scorsa ha visitato la mostra su Tolkien, allestita alla Galleria nazionale d’arte moderna.

Mattarella: i bambini e le bambine hanno diritto alla pace

Mattarella: i bambini e le bambine hanno diritto alla paceMilano, 20 nov. (askanews) – “Ogni giorno, in ogni angolo del Pianeta, bambini continuano a morire sotto le bombe, sono brutalizzati e sfruttati, nel fisico e nella mente, vengono rapiti, discriminati. Le tragedie di cui sono vittime innocenti segneranno per sempre la loro vita. Il mondo sottrae a se stesso il proprio futuro”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

“Guerre, crisi climatiche, povertà, fanno aumentare – di anno in anno – il numero di bambini e adolescenti in fuga dalla propria condizione, dalla propria terra, alla ricerca della salvezza e della emancipazione da un destino disumano” ha ricordato il Capo dello Stato. “I dati fotografano, anche in Italia, una situazione inaccettabile di minori che versano in condizioni di povertà”.

“L’impegno profuso, stimolato anche dalla sottoscrizione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, non è stato sin qui sufficiente: troppo alto il divario esistente tra esigenze e risultati. L’impegno richiesto per una tutela effettiva dei diritti dei fanciulli è ben lungi dall’essersi esaurito” ha osservato il Capo dello Stato. “Le bambine e i bambini hanno diritto a pari opportunità nella vita, hanno diritto di essere ascoltati, accettati e di vivere la loro età. Hanno diritto alla pace. Riconoscere in concreto e promuovere questi diritti, fornendo gli strumenti per diventare adulti consapevoli, vuol dire offrire a tutti noi la speranza di un futuro migliore” ha aggiunto Mattarella.

Tennis, Djokovic trionfa a Torino, si ferma il sogno di Sinner

Tennis, Djokovic trionfa a Torino, si ferma il sogno di SinnerRoma, 19 nov. (askanews) – Non c’è storia a Torino. Il PalaAlpitour rende una giusta ovazione a Jannik Sinner. Ma la partita è tutta di Novak Djokovic vincitore con un doppio 6-3, sempre padrone del gioco, quasi mai in difficoltà, a parte qualche sbavatura nel finale di secondo parziale, come accaduto nel match di cinque giorni fa vinto dall’altoatesino. Nole è partito a tutta e Sinner non è quasi mai riuscito a tenere il suo ritmo. E per il serbo è il settimo sigillo alle Finals (su nove finali), record assoluto in solitaria. In generale è la finale numero 138 in carriera (98 vinte, 40 perse, quarto di ogni tempo), è già sicuro di chiudere l’anno al numero uno del mondo per l’ottava volta e lunedì raggiungerà le 400 settimane in testa alla classifica, mai nessun uomo o donna come lui.

Partita a senso unico: Primo set fenomenale di Djokovic che archivia dopo appena 38 minuti con lo score di 6-3. Ingiocabile e inscalfibile il serbo che perde appena due punti nei turni di battuta. Tante sbavature per Sinner che non riesce mai a mettere in difficoltà l’avversario e paga a caro prezzo il break subito nel quarto game. Inizio durissimo per Sinner che subisce il break a zero in apertura di secondo set. Djokovic comanda, Jannik è spesso costretto a forzare i colpi per insidiarlo ma la strategia non paga. Break consolidato da Djokovic con un altro game formidabile. Quattro prime in campo e quattro punti vinti dal serbo con altri due ace. Il box di Sinner prova a caricare l’azzurro, chiamato alla rimonta. Al quarto gioco continua lo straordinario rendimento al servizio di Djokovic. Ancora un game a zero: finora 100% di prime in campo nel secondo set (3-1). Sinner tiene il servizio e va 3-2. Come nella sfida di ieri con Alcaraz, il sesto game del secondo set è il più delicato per Djokovic. Il serbo accusa il primo passaggio a vuoto e si ritrova sotto 15-40. Poi, però, rimedia con due prime vincenti ingiocabili e chiude ai vantaggi. Il settimo game è una maratona. Sinner archivia il turno di battuta dopo 16 minuti e 22 punti giocati. L’azzurro dà tutto, salvando due palle break e archiviando con un ace. Sasle con i colpi e Djokovic comincia a sbagliare (4-3 Djokovic). L’ottavo gioco è il game dei rimpianti per Jannik. Sullo 0-30 l’azzurro sbaglia una risposta non impossibile sulla seconda di Nole. Sul 40-40, invece, commette un gratuito di dritto. Djokovic si garantisce la possibilità di servire per il match. Non serve. Il nono gioco si chiude con il doppio fallo di Sinner.

Giulia Cecchettin, Meloni: tristezza infinita e rabbia. Mi spinge a proseguire la lotta contro questa barbarie

Giulia Cecchettin, Meloni: tristezza infinita e rabbia. Mi spinge a proseguire la lotta contro questa barbarieMilano, 19 nov. (askanews) – Il ddl che rafforza le misure di prevenzione contro la violenza sulle donne “è già stato approvato dalla Camera e mercoledì sarà in Aula al Senato”, “abbiamo aumentato considerevolmente” i fondi per il piano anti-violenza e la tutela delle donne, ed “è già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole così come la campagna di diffusione del numero verde anti-violenza 1522”. In un post su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivendica il lavoro già fatto dal governo, prima dell’omicidio di Giulia Cecchettin, sulla violenza di genere, “una scia di violenza contro le donne che continua da anni con numeri addirittura più drammatici in passato”.

Scrive la presidente del Consiglio: “Avevamo tutti sperato in questi giorni che Giulia fosse viva. Purtroppo le nostre più grandi paure si sono avverate. Uccisa. Provo una tristezza infinita nel vedere le fotografie sorridenti di questa giovane ragazza e, insieme alla tristezza, una grande rabbia. Ringrazio le Forze dell’Ordine italiane e tedesche per il lavoro congiunto che ha assicurato alla giustizia il presunto assassino”. Giulia, sottolinea Meloni, “è la 102esima donna uccisa in Italia nel 2023 e la 53esima vittima per mano del proprio partner o ex. Una scia di violenza contro le donne che continua da anni con numeri addirittura più drammatici di questi in passato. Ogni singola donna uccisa perché ‘colpevole’ di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie”.

Elenca dunque la premier: “È già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì prossimo sarà in aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo grazie a una maggiore prevenzione – ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento – l’arresto anche in ‘flagranza differita’ e soprattutto attraverso tempi stringenti – 20 giorni – per valutazione da parte della magistratura del rischio e applicazione delle misure cautelari. Abbiamo aumentato considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole con i ministri delle Pari Opportunità e della Famiglia, della Cultura e dell’Istruzione così come la campagna di diffusione del numero verde anti-violenza 1522, anche attraverso il coinvolgimento del mondo dello sport”. E conclude: “Eppure nulla di tutto questo sarà utile se non saremo in grado di affermare la grande verità che in questo momento straziante ha ricordato il papà della giovane Giulia Cecchettin: ‘L’amore vero non uccide’. L’amore vero non fa mai del male, solo una concezione malata del rapporto tra uomo e donna può farlo”.

Bernini: Giulia Cecchettin ha diritto alla laurea, è sua

Bernini: Giulia Cecchettin ha diritto alla laurea, è suaRoma, 19 nov. (askanews) – “Innanzitutto, bisogna rispettare il dolore della famiglia. In questo momento la famiglia viene prima di tutto. Poi, quando vorranno e se vorranno, Giulia ha diritto ad avere quello che si è ampiamente guadagnata, cioè la sua laurea in ingegneria. Giulia è già dottore in ingegneria, è solo una formalità”, lo ha detto al meeting di Forza Italia a Taormina, il ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, rispondendo a una domanda sulla morte di Giulia Cecchettin.

“Non è che Giulia riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi. E’ già dottore, manca solo la formalità”, ha aggiunto, concludendo: “Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di amare”.

Mattarella: la ricerca è il futuro del nostro Paese. Ed è uno strumento di pace

Mattarella: la ricerca è il futuro del nostro Paese. Ed è uno strumento di paceRoma, 18 nov. (askanews) – “La ricerca è il futuro del nostro Paese perciò voglio esprimere un ringraziamento molto forte ai nostri ricercatori che recano davvero il futuro nel nostro ambito, dentro di noi e tra di noi”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al centenario del Cnr a Roma.

E “in questa stagione internazionale è particolarmente preziosa perché la ricerca è strumento di pace: questo reticolo di collaborazioni che sempre di più si realizza, si intreccia, si sviluppa, al di sopra dei confini, incompatibili con la ricerca scientifica, è un messaggio alternativo, concreto, praticato, alle tensioni internazionali che nella loro loro frequente insensatezza creano drammatici problemi e sofferenze”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica intervenendo al centenario del Consiglio nazionale delle Ricerche e alla Giornata mondiale delle Biodiversità. “E’ indispensabile che le ricerche scientifiche non vengano condizionate, pregiudicate, ostacolate interrotte dalle tensioni internazionali”, è l’auspicio di Mattarella.

Le ricerche, ha ribadito il capo dello Stato “danno un contributo alla vita del mondo. La ricerca di conoscenza è quello che unisce il genere umano e le sue migliori espressioni, per questo va espressa la riconoscenza della Repubblica italiana ai ricercatori che si impegnano in questo campo”.

Mattarella: ricerca strumento di pace, messaggio alternativo a tensioni

Mattarella: ricerca strumento di pace, messaggio alternativo a tensioniRoma, 18 nov. (askanews) – “In questa stagione internazionale è particolarmente preziosa perchè la ricerca è strumento di pace: questo reticolo di collaborazioni che sempre di più si realizza, si intreccia, si sviluppa, al di sopra dei confini, incompatibili con la ricerca scientifica, è un messagio alternativo, concreto, praticato, alle tensioni internazionali che nella loro loro frequente insensatezza creano drammatici problemi e sofferenze”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al centenario del Consiglio nazionale delle Ricerche e alla Giornata mondiale delle Biodiversità.

Il Papa: no alla medicina solo a pagamento, a rischio l’universalità su cui si fonda la sanità italiana

Il Papa: no alla medicina solo a pagamento, a rischio l’universalità su cui si fonda la sanità italianaMilano, 18 nov. (askanews) – “A distanza di tre anni (dalla pandemia, ndr), la situazione della sanità in Italia si trova ad attraversare una nuova fase di criticità che sembra diventare strutturale. Si registra una costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie. La perdurante crisi economica incide sulla qualità della vita dei pazienti e dei medici: quante diagnosi precoci non vengono fatte? Quante persone rinunciano a curarsi? Quanti medici e infermieri, sfiduciati e stanchi, abbandonano o preferiscono andare a lavorare all’estero? Sono questi alcuni dei fattori che ledono l’esercizio di quel diritto alla salute che fa parte del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa e che è sancito dalla Costituzione italiana quale diritto dell’individuo, cioè di tutti, nessuno escluso, specialmente dei più deboli, e quale interesse della collettività, perché la salute è un bene comune. La sanità pubblica italiana è fondata sui principi di universalità, equità, e solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati. Per favore, conservate questo sistema, che è un sistema popolare nel senso di servizio al popolo, e non cadete nell’idea forse troppo efficientista (alcuni dicono (‘moderna’): soltanto la medicina pre-pagata o quella a pagamento e poi nient’altro. No. Questo sistema va curato, va fatto crescere, perché è un sistema di servizio al popolo”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’Udienza ai membri dell’Associazione otorinolaringologi ospedalieri italiani (Aooi) e della Federazione italiana medici pediatrici (Fimp).

“In questi ultimi anni, la resistenza dei medici, degli infermieri, dei professionisti sanitari è stata messa a dura prova” ha ricordato il Pontefice, sottolineando che “sono necessari interventi che diano dignità al vostro lavoro e favoriscano le migliori condizioni perché possa essere svolto nel modo più efficace”.

Schlein e il no ad Atreju: non sono nel mood per una festa di partito. Coraggio? Confronto in Parlamento

Schlein e il no ad Atreju: non sono nel mood per una festa di partito. Coraggio? Confronto in ParlamentoRoma, 18 nov. (askanews) – “Ho scelto di non andare alla festa del partito di Meloni perché l’aspetto in Parlamento, per il salario minimo. E’ quello il luogo dove confrontarci, siamo sempre aperti al confronto”. Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, a Radio 24. “Non sono nel mood per una festa di partito”, ha aggiunto insistendo sulla necessità di discutere dei temi nel luogo più adatto e a chi le chiedeva se avesse timore del confronto la segretaria del Pd ha rilanciato: “Io sto aspettando che portino in Parlamento l’accordo con l’Albania. Dove lo facciamo il confronto? Li aspettiamo in Parlamento”.

Coraggio? “Sono io che aspetto che lei porti in aula l’accordo con l’Albania perchè gli accordi internazionali secondo Costituzione vanno portati in Parlamento. E’ al governo che manca il coraggio affrontare le priorità del paese: li aspettiamo sul salario minimo, sul Mes, siccome sta esautorando la sede opportuna è lì che li aspettiamo!”, ha sottolineato Elly Schlein a Radio24 torna sulla polemica legata alla sua decisione di non partecipare alla festa di Fdi, Atreju, e replica a chi la ha accusata di non avere coraggio. “Mercoledì presenteremo la manovra alternativa” e tra le proposte ci saranno il “salario minimo e il congedo paritario. Questa manovra colpisce le donne. Anche sulla sanità pubblica stiamo preparando proposte con le altre opposizioni” ha poi annunciato Schlein. E infine ha ribadito perché non condivide e considera pericolosa la riforma costituzionale sul premierato presentata dal governo: “Giorgia Meloni vuole comandare non vuole governare perciò vuole indebolire il Presidente della Repubblica perchè vuole l’uomo solo al comando ma è un’esperienza che in Italia abbiamo già fatto e non è andata bene…”.