Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Meloni: patto per lavoro a misura di mamma, è sfida di libertà

Meloni: patto per lavoro a misura di mamma, è sfida di libertàRoma, 7 nov. (askanews) – “Il Governo vi propone di sottoscrivere un patto, perché la sfida demografica coinvolge tutti e ha bisogno di tutti. È una sfida per il futuro dell’Italia, è una sfida per la libertà, in particolare delle donne. Perché purtroppo, sono ancora troppe le donne costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme; sono ancora troppe le mamme lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno; sono ancora troppe le donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché vivono questa scelta come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. E noi non possiamo permettere tutto questo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’iniziativa “La maternità (non) è un’impresa” in corso a Roma.

“Allora – ha aggiunto – dobbiamo perseguire tutti insieme con forza e determinazione l’obiettivo di costruire una cultura e un’organizzazione del lavoro che non consideri la genitorialità come una penalità, ma che anzi accompagni e valorizzi l’esperienza di diventare padre o di diventare madre. Anche su questo il Governo ha iniziato a muovere i suoi passi, dal potenziamento del congedo parentale fino alla decontribuzione delle mamme lavoratrici, però io sono convinta che insieme, tutti noi, possiamo fare la differenza molto di più. Dobbiamo promuovere una nuova consapevolezza, anche culturale, mettere in rete quelle tante buone pratiche che dove ci sono aumentano la produttività delle realtà nelle quali si realizzano, migliorano il benessere delle persone e fanno crescere la natalità. La denatalità e la mancanza di libertà sono in fondo due facce della decrescita. E la decrescita, checché ne dica qualcuno, non è mai felice. Noi vogliamo che l’Italia cresca, che cresca la libertà dei suoi cittadini, il benessere dei suoi lavoratori, il suo tessuto produttivo. Un’impresa a misura di mamma e di bambino può essere una chiave di volta per affrontare tutti insieme questa sfida”, ha concluso.

Meloni: infranto tabù, natalità e famiglia a centro agenda

Meloni: infranto tabù, natalità e famiglia a centro agendaRoma, 7 nov. (askanews) – “Noi abbiamo davanti una sfida importante e, ovviamente, ne siamo consapevoli. La denatalità affligge tutta l’Europa e non solo e in Italia un certo clima culturale ha contribuito a spingere giù la curva demografica. Per decenni c’è stata molta disattenzione nei confronti della famiglia e, mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Ecco, noi abbiamo infranto quel tabù, abbiamo messo la famiglia e la natalità al centro della agenda di Governo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’iniziativa “La maternità (non) è un’impresa” in corso a Roma.

“Lo abbiamo fatto – ha aggiunto – nonostante le poche risorse che avevamo a disposizione: con questa legge di bilancio, con quella precedente abbiamo messo in campo un pacchetto di provvedimenti che vale complessivamente oltre due miliardi e mezzo di euro. Chiaramente non è sufficiente, lo sappiamo bene, però la direzione tracciata, è chiara e disegna una visione”.

Palazzo Grazioli diventa sede stampa estera a Roma, Fi:”bella notizia”

Palazzo Grazioli diventa sede stampa estera a Roma, Fi:”bella notizia”Roma, 7 nov. (askanews) – “Palazzo Grazioli è stato il simbolo di un’epoca. Lì abbiamo trascorso gli anni migliori della nostra avventura politica. Certamente i libri di storia dovranno parlare di Palazzo Grazioli. Il fatto che diventi la sede della stampa estera è una bella notizia, così finalmente riconosceranno l’importante ruolo svolto dal presidente Berlusconi in politica estera.Oggi più che mai ci sarebbe bisogno di un leader come lui”. Lo ha dichiarato in un’intervista al Tg1 Sestino Giacomoni, storico collaboratore di Silvio Berlusconi che per oltre vent’anni ha fatto di palazzo Grazioli a Roma la sua casa-ufficio, sede distaccata dei suoi governi negli anni di permanenza a palazzo Chigi.

“Palazzo Grazioli – dice ancora Giacomoni- ne ha visti tanti di leader. L’incontro con Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi per me rappresentò simbolicamente il passaggio tra due leader politici che rappresentavano, uno la prima e l’altro la seconda Repubblica.Oggi c’è Via della Scrofa e con Giorgia Meloni la storia del centrodestra di governo continua puntando dritta verso la terza Repubblica, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei Ministri”. “La cosa che più mi manca degli anni a Palazzo Grazioli – prosegue – sono le colazioni di lavoro ristrette, con il presidente Berlusconi, il dottor Letta, Niccolò Ghedini, Paolo Bonaiuti ed i collaboratori più stretti. A Palazzo Grazioli abbiamo passato anni irripetibili, fatti di lavoro ed impegno nell’interesse del Paese. Facendo il trasloco solo dalla mia stanza in cui sono stato interrottamente per quasi 20 anni ho raccolto più di 10 scatoloni di appunti, documenti, riflessioni, spunti scritti di suo pugno dal presidente. Prima o poi quando avrò tempo mi dedicherò, come più volte mi è stato chiesto, a scrivere un libro ‘Berlusconi visto da vicino’ o ancora meglio ‘Berlusconi visto da dentro Palazzo Grazioli’”.

Palazzo Grazioli diventa la sede della stampa estera a Roma

Palazzo Grazioli diventa la sede della stampa estera a RomaRoma, 7 nov. (askanews) – “Palazzo Grazioli è stato il simbolo di un’epoca. Lì abbiamo trascorso gli anni migliori della nostra avventura politica. Certamente i libri di storia dovranno parlare di Palazzo Grazioli. Il fatto che diventi la sede della stampa estera è una bella notizia, così finalmente riconosceranno l’importante ruolo svolto dal presidente Berlusconi in politica estera.Oggi più che mai ci sarebbe bisogno di un leader come lui”. Lo ha dichiarato in un’intervista al Tg1 Sestino Giacomoni, storico collaboratore di Silvio Berlusconi che per oltre vent’anni ha fatto di palazzo Grazioli a Roma la sua casa-ufficio, sede distaccata dei suoi governi negli anni di permanenza a palazzo Chigi.

“Palazzo Grazioli – dice ancora Giacomoni- ne ha visti tanti di leader. L’incontro con Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi per me rappresentò simbolicamente il passaggio tra due leader politici che rappresentavano, uno la prima e l’altro la seconda Repubblica.Oggi c’è Via della Scrofa e con Giorgia Meloni la storia del centrodestra di governo continua puntando dritta verso la terza Repubblica, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei Ministri”. “La cosa che più mi manca degli anni a Palazzo Grazioli – prosegue – sono le colazioni di lavoro ristrette, con il presidente Berlusconi, il dottor Letta, Niccolò Ghedini, Paolo Bonaiuti ed i collaboratori più stretti. A Palazzo Grazioli abbiamo passato anni irripetibili, fatti di lavoro ed impegno nell’interesse del Paese. Facendo il trasloco solo dalla mia stanza in cui sono stato interrottamente per quasi 20 anni ho raccolto più di 10 scatoloni di appunti, documenti, riflessioni, spunti scritti di suo pugno dal presidente. Prima o poi quando avrò tempo mi dedicherò, come più volte mi è stato chiesto, a scrivere un libro ‘Berlusconi visto da vicino’ o ancora meglio ‘Berlusconi visto da dentro Palazzo Grazioli’”.

Meloni: l’accordo sui migranti con l’Albania può diventare un modello per l’Ue

Meloni: l’accordo sui migranti con l’Albania può diventare un modello per l’UeRoma, 7 nov. (askanews) – “Abbiamo informato la commissione europea senza che questo comportasse criticità. Anzi, io credo che possa diventare un modello di collaborazione tra Paesi UE e Paesi extra-UE sul fronte della gestione dei flussi migratori”. Così la Premier Giorgia Meloni, in un’intervista su ‘Il Messaggero’, in merito all’accordo tra Italia e Albania sui migranti.

“Aggiungo – ha detto la Premier – che considero quest’intesa un accordo dal grande spirito europeo, con il quale l’Albania si conferma non solo una Nazione amica dell’Italia ma anche una Nazione amica dell’Unione Europea. Ed è significativo sottolineare come nonostante non faccia ancora parte della UE Tirana si stia comportando di fatto come se già lo fosse, facendo scelte perfettamente in linea con quei principi di soli- darietà e cooperazione alla base della famiglia europea”. L’intesa, ha ribadito Meloni, ha “tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”.

Fazzolari: con l’Albania accordo storico sui migranti, non è Guantanamo

Fazzolari: con l’Albania accordo storico sui migranti, non è GuantanamoRoma, 7 nov. (askanews) – L’accordo sui migranti con l’Albania è “un successo storico. Per la prima volta un Paese terzo rispetto all’Ue aiuterà uno Stato europeo nella gestione dell’immigrazione illegale, accogliendo migranti che arrivano via mare. Risultato ottenuto solo grazie alla credibilità in- ternazionale di Meloni”. Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari, su ‘Il Corriere della Sera’, che respinge le accuse di voler creare con le due strutture di trattenimento una “Guantanamo”.

Per Fazzolari non si tratterà di un respongimento perché, sostiene, “i migranti soccorsi non arriveranno in Italia, sa- ranno portati direttamente in quelle strutture” che “saranno sotto la giurisdizione italiana. Avranno uno status di extra- territorialità. Lì dentro varranno le nostre regole e le no- stre garanzie”. Fuori varranno “le leggi albanesi”. Ci saranno 3mila posti iniziali, ma si arriverà a “trentaseimila posti l’anno. Ma è un modello che intendiamo replicare con qualunque Paese terzo che dia le garanzie necessarie”.

Infine Fazzolari puntualizza: con l’Ue “c’è stata interlocuzione” e l’Italia procede da sola “ma senza obiezioni da parte della Commissione”.

Il presidente della Repubblica Mattarella è arrivato a Seoul

Il presidente della Repubblica Mattarella è arrivato a SeoulSeoul, 7 nov. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Seoul per la visita di Stato in Corea del Sud. Il capo dello Stato, accompagnato in questo viaggio dalla figlia Laura e dal sottosegretario Edmondo Cirielli, si recherà nel pomeriggio , ora locale, al cimitero nazionale per la deposizione di una corona di fiori.

Più tardi visiterà il museo nazionale della Corea. L’incontro con il presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk- yeol è previsto per domani pomeriggio alle 16 (le 8 italiane).

Camera,Montecitorio: stage offerti in linea con quelli altre Istituzioni

Camera,Montecitorio: stage offerti in linea con quelli altre IstituzioniRoma, 6 nov. (askanews) -“La Camera dei deputati non può che rammaricarsi che un’iniziativa di formazione, perfettamente in linea con i criteri stabiliti dalla legge per i tirocini curriculari, sia rappresentata in modo distorto rispetto alla sua finalità. Non si tratta affatto di lavoro non retribuito. È un’iniziativa di formazione, già in corso da diversi anni sulla base di una convenzione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane – analogamente a quanto avviene per altre Istituzioni pubbliche -, nata dalla volontà di corrispondere a richieste provenienti dalle stesse Università”. LO precisa l’ufficio stampa della Camera.

“Si offre agli studenti meritevoli – afferma Montecitorio- la possibilità di affinare il processo formativo e di apprendimento, di svolgere un’esperienza di conoscenza delle dinamiche istituzionali estremamente qualificante anche ai fini delle future scelte professionali, favorendo la conoscenza di procedure e funzioni degli organi parlamentari e delle strutture amministrative a supporto di quest’ultimi.Al termine di tale periodo, durante il quale è previsto l’accesso gratuito ai servizi di ristorazione della Camera, si richiede agli studenti di elaborare un documento che sintetizzi le esperienze maturate durante il tirocinio.L’iniziativa non discende, quindi, certo dall’esigenza della Camera di reperire forza-lavoro. Per lavorare alla Camera, come noto, occorre superare un concorso e, a questo scopo, l’Istituzione delibera appositi bandi pubblici. Si tratta invece di un percorso curriculare che negli anni ha raccolto consolidati riscontri positivi da parte degli studenti, in linea con le norme di legge e che fa parte di un più ampio programma dell’Istituzione parlamentare di apertura all’esterno e di supporto a progetti che hanno come finalità la più ampia informazione dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni”.

Meloni firma intesa, centri italiani per clandestini in Albania

Meloni firma intesa, centri italiani per clandestini in AlbaniaRoma, 6 nov. (askanews) – L’Italia realizzerà due centri per migranti in Albania per poter gestire, a regime, fino a 39 mila casi all’anno. E’ quanto prevede un protocollo di intesa siglato oggi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L’intesa, secondo quanto fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, era stata di fatto chiusa a Ferragosto, quando la premier aveva passato un paio di giorni ospite di Rama nel Paese delle Aquile (dunque non era né “vacanza” né “aperitivi” come era stato scritto, rivendicano dall’entourage di Meloni).

L’intesa “politica” sarà adesso tradotta in atti normativi e ratificata e i due centri, realizzati a spese dell’Italia, saranno “operativi” entro la primavera del 2024. Nel porto di Shengjin, ha spiegato Meloni, le autorità italiane si occuperanno di sbarco e identificazione con un centro di “prima accoglienza” e per lo “screening”. Un secondo centro, a Gjader, sarà più simile a un Cpr per le successive procedure. La “giurisdizione” nei centri sarà italiana mentre l’Albania (per cui non sono previste compensazioni) collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna. I due centri non accoglieranno gli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma solo quelli salvati in mare da navi “ufficiali” dell’Italia (dunque non delle Ong). Inoltre non potranno ospitare minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. I migranti – ha spiegato Meloni – resteranno nei centri “il tempo necessario per espletare rapidamente le procedure per le domande di asilo”. Potranno accogliere “3 mila persone contestualmente” ma “con le procedure accelerate che grazie a questo governo consentono di processare le richieste in 28 giorni” tale cifra potrà essere mensile. L’obiettivo di Palazzo Chigi è duplice: di “dissuasione” delle partenze e di “deterrenza” rispetto al traffico di esseri umani. “Sono molto soddisfatta del lavoro fatto. Considero questo un accordo di respiro europeo, dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi. L’immigrazione illegale di massa è un un fenomeno che l’Ue e gli Stati membri non possono affrontare da soli e la cooperazione con i Paesi, per ora, non dell’Ue può essere decisiva. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello e un esempio da seguire”, ha detto Meloni, confermando il “sostegno” italiano all’ingresso nell’Ue dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali. “L’Albania – ha sottolineato – si conferma nazione amica dell’Italia e dell’Ue perchè anche se non fa formalmente parte dell’Ue si comporta come se fosse già un Paese membro di fatto dell’Unione”.

“Questo protocollo di intesa è frutto di una lunga discussione per fare le cose bene, non è una scappatoia, lo facciamo perchè ci crediamo”, ha detto Rama, rimarcando che “l’Albania ha una storia di ospitalità”. Della firma dell’accordo è stata informata l’Unione europea.

Meloni: l’Albania ospiterà due centri italiani per i migranti, firmato un accordo “innovativo”

Meloni: l’Albania ospiterà due centri italiani per i migranti, firmato un accordo “innovativo”Roma, 6 nov. (askanews) – Con l’Albania “firmiamo un importantissimo protocollo di intesa nella gestione del flussi migratori. L’accordo si pone tre obiettivi: contrastare il traffico illegale; prevenire i flussi irregolari e accogliere chi ha diritto davvero alla protezione. L’Albania darà la possibilità di utilizzare alcune aree in cui l’Italia potrà realizzare a proprie spese e sotto la propria giurisdizione due centri per la gestione dei migranti illegali. Inizialmente potranno accogliere fino a tremila persone”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa con il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi, spiegando poi che nei due centri per la gestione dei migranti che l’Italia potrà realizzare in Albania, “a regime” ci potrà essere un “flusso annuale di 36mila”. Le due strutture comunque non accoglieranno “i minori, le donne in gravidanza e i soggetti vulnerabili”.

“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto. Considero questo un accordo di respiro europeo, dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi e in particolare con quelle nazioni che europee sono. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello ed un esempio da seguire”, ha sottolineato Meloni. “L’Albania – ha aggiunto Meloni – si conferma nazione amica dell’Italia e dell’Ue perché anche se non fa formalmente parte dell’Ue si comporta come se fosse già un Paese membro di fatto dell’Unione. Questa è una delle ragioni, non la sola, per le quali l’Italia da sempre è stata uno dei grandi sostenitori dell’ingresso dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali nell’Ue. I Balcani occidentali e l’Albania sono a tutti gli effetti Paesi europei e per questo abbiamo sostenuto il processo di riunificazione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa con il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi. “Noi non avremmo fatto questo accordo con nessun altro Stato Ue”: è quanto ha detto dal canto suo il premier albanese, Edi Rama, commentando l’accordo sui migranti sottoscritto oggi a Roma con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Con tutto il rispetto, ma c’è una differenza importante, di natura storica, culturale, ma anche emozionale che lega l’Albania all’Italia e gli albanesi agli italiani”, ha spiegato Rama, parlando in italiano. “Noi non credo che saremo in grado di pagare il debito verso l’Italia, verso il popolo italiano per quello che hanno fatto per noi dal primo giorno in cui siamo arrivati su questa sponda del mare per cercare rifugio, scappare dall’inferno e poter immaginare una vita migliore. Questo debito non si paga. Ma, come già detto in altre occasioni, se l’Italia chiama l’Albania c’è”.