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Europee, Gentiloni : io non sarò candidato all’Europarlamento

Europee, Gentiloni : io non sarò candidato all’EuroparlamentoRoma, 11 gen. (askanews) – “Non mi candiderò per il Parlamento europeo”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, secondo quanto riporta la testata Politico a margine di una audizione al Parlamento europeo.

A una domanda se il suo nome sarà tra quelli possibili per le prossime cariche dell’Unione europea, l’ex premier ha risposto: “no”, perché dopo le elezioni europee di giugno “tornerò nel mio Paese”. Infine, sul sé intenda ritirarsi dalla politica ha replicato: “non andrò mai in pensione”.

Premierato, al via riunione maggioranza-Governo al Senato

Premierato, al via riunione maggioranza-Governo al SenatoRoma, 11 gen. (askanews) – E’ cominciata in Senato la riunione fra maggioranza e Governo per fare il punto sulle riforme istituzionali e, in particolare, per ragionare sugli emendamenti da presentare al ddl che istituisce il premierato. La scadenza del termine per avanzare le proposte è fissato al 29 gennaio.

All’incontro partecipano la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati, e quello per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Oltre al presidente Alberto Balboni e ai componenti di maggioranza della commissione Affari costituzionali, all’incontro partecipano anche il capogruppo di Fdi a palazzo Madama, Lucio Malan, e quello della Lega, Massimiliano Romeo.

Giustizia, Conte: preoccupati su abuso d’ufficio e intercettazioni

Giustizia, Conte: preoccupati su abuso d’ufficio e intercettazioniRoma, 11 gen. (askanews) – “Sull’abuso d’ufficio quel che sta succedendo ci preoccupa. È un segnale di forte restaurazione”. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Movimento.

“E la maggioranza, appoggiata da forze che sono a metà fra maggioranza e opposizione, non riusciamo mai a capire cosa sono, ridimensiona le intercettazioni, unica modalità per perseguire reati legati alla corruzione”, ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio.

Regionali, Salvini ai parlamentari: la Lega resta per la conferma degli uscenti

Regionali, Salvini ai parlamentari: la Lega resta per la conferma degli uscentiRoma, 11 gen. (askanews) – Non sono emerse novità sui candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali durante la riunione dei parlamentari della Lega con Matteo Salvini. Secondo quanto riferisce un partecipante all’incontro che si è svolto questa mattina nell’aula dei gruppi di Montecitorio “non possono esserci novità perché non c’è stato un tavolo dei leader” sulla questione che sta dividendo la maggioranza.

“Salvini ha ribadito che siamo per la conferma degli uscenti” convinto comunque che si troverà a stretto giro una soluzione soprattutto in vista dell’appuntamento più imminente, le elezioni regionali in Sardegna che vedono il Carroccio sostenere Christian Solinas, governatore uscente, e Fdi l’attuale sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Per la presentazione dei candidati alla presidenza dell’isola c’è tempo fino al 25 gennaio. 

Regionali,Salvini ai parlamentari:Lega resta per conferma uscenti

Regionali,Salvini ai parlamentari:Lega resta per conferma uscentiRoma, 11 gen. (askanews) – Non sono emerse novità sui candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali durante la riunione dei parlamentari della Lega con Matteo Salvini. Secondo quanto riferisce un partecipante all’incontro che si è svolto questa mattina nell’aula dei gruppi di Montecitorio “non possono esserci novità perché non c’è stato un tavolo dei leader” sulla questione che sta dividendo la maggioranza.

“Salvini ha ribadito che siamo per la conferma degli uscenti” convinto comunque che si troverà a stretto giro una soluzione soprattutto in vista dell’appuntamento più imminente, le elezioni regionali in Sardegna che vedono il Carroccio sostenere Christian Solinas, governatore uscente, e Fdi l’attuale sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Per la presentazione dei candidati alla presidenza dell’isola c’è tempo fino al 25 gennaio.

Acca Larentia, martedì il dibattito in plenaria al Parlamento europeo

Acca Larentia, martedì il dibattito in plenaria al Parlamento europeoRoma, 11 gen. (askanews) – La Commissione europea e la presidenza di turno semestrale belga del Consiglio Ue interverranno durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, la settimana prossima a Strasburgo, con dichiarazioni su “la lotta contro la rinascita (‘resurgence, ndr) del neofascismo in Europa, anche in riferimento alla manifestazione (‘parade, ndr) che si è svolta a Roma il 7 gennaio”, ovvero alla commemorazione di Acca Larentia. Il punto è stato fissato nell’ordine del giorno di martedì pomeriggio; alle dichiarazioni seguità un dibattito in plenaria ma senza una risoluzione.

L’iniziativa dell’inserimento di questo tema in agenda è stata presa dal gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), di cui fa parte il Pd. Il gruppo dei Conservatori (Ecr), a cui appartiene Fdi, si era opposto durante le procedure di definizione dell’agenda della plenaria, ma durante la Conferenza dei presidenti (composta dai capigruppo politici più la presidenza del Parlamento europeo), che doveva dare il via libera finale, il Ppe si è dichiarato favorevole alla conferma del progetto di ordine del giorno, mentre non si è espresso il gruppo di estrema destra, Id (Identità e Democrazia), in cui milita la Lega. Avendo constatato la mancanza di una maggioranza a favore della richiestaádel gruppo Ecr, la Conferenza dei presidenti ha quindi approvato l’agenda della plenaria senza sottoporla a voto.

Acca Larentia, martedì dibattito in plenaria al Parlamento europeo

Acca Larentia, martedì dibattito in plenaria al Parlamento europeoRoma, 11 gen. (askanews) – La Commissione europea e la presidenza di turno semestrale belga del Consiglio Ue interverranno durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, la settimana prossima a Strasburgo, con dichiarazioni su “la lotta contro la rinascita (‘resurgence’, ndr) del neofascismo in Europa, anche in riferimento alla manifestazione (‘parade’, ndr) che si è svolta a Roma il 7 gennaio”, ovvero alla commemorazione di Acca Larentia.

Il punto è stato fissato nell’ordine del giorno di martedì pomeriggio; alle dichiarazioni seguità un dibattito in plenaria ma senza una risoluzione. L’iniziativa dell’inserimento di questo tema in agenda è stata presa dal gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), di cui fa parte il Pd. Il gruppo dei Conservatori (Ecr), a cui appartiene Fdi, si era opposto durante le procedure di definizione dell’agenda della plenaria, ma durante la Conferenza dei presidenti (composta dai capigruppo politici più la presidenza del Parlamento europeo), che doveva dare il via libera finale, il Ppe si è dichiarato favorevole alla conferma del progetto di ordine del giorno, mentre non si è espresso il gruppo di estrema destra, Id (Identità e Democrazia), in cui milita la Lega. Avendo constatato la mancanza di una maggioranza a favore della richiesta del gruppo Ecr, la Conferenza dei presidenti ha quindi approvato l’agenda della plenaria senza sottoporla a voto.

Salvini: la riforma della giustizia è fondamentale, basta gogne mediatiche

Salvini: la riforma della giustizia è fondamentale, basta gogne mediaticheRoma, 11 gen. (askanews) – Il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, sarà domani a Palermo per intervenire al processo OpenArms programmato nell’aula bunker dell’Ucciardone alle 9,30. Salvini ha ricordato l’appuntamento durante la riunione in corso a Montecitorio con tutti i parlamentari del Carroccio: “Stiamo assistendo a una gogna mediatica che in passato aveva travolto altre persone a me vicine poi uscite totalmente pulite. Ma nel frattempo sono stati infangati”, ha commentato secondo quanto rende noto la Lega. Per questo, ha aggiunto, “la riforma della giustizia è fondamentale”. Durante la riunione, rende noto la Lega, sono stati applauditi Federico Freni, sottosegretario all’Economia, “non indagato ma vittima di gravi insinuazioni mediatiche” e Roberto Calderoli quando Salvini ha citato la riforma dell’Autonomia.

Calenda: i Dem chiedono il permesso al M5S su ogni cosa

Calenda: i Dem chiedono il permesso al M5S su ogni cosaRoma, 11 gen. (askanews) – “Schlein e la dirigenza dem hanno il terrore di allontanarsi politicamente dal M5S. Così cade l’ultimo tabù: il Pd vota l’astensione su un’indegna risoluzione dei Cinque Stelle che chiede di interrompere ogni sostegno all’Ucraina, proprio nel momento in cui non solo gli attacchi russi si intensificano, ma Kiev ha un problema di munizioni gigantesco. Conte li vuole lasciare letteralmente disarmati e la dirigenza del Pd si avvita sulla lineaádeiá5 Stelle”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera, il leader di AZione, Carlo Calenda.

Calenda aveva attaccato il Pd per il suo voto, anzi i suoi voti, sull’Ucraina. “Già, ma c’è una storia dietro le mie affermazioni. Martedì abbiamo lavorato per cercare di arrivare a una risoluzione comune tra Pd, Azione, +Europa e Italia viva. Era cosa fatta. Dopodiché, l’indomani mattina, la dirigenza dem ha sentito il richiamo della foresta dei Cinque Stelle e la mozione unicaáèásaltata”. “Nel giro di questi sei mesi – aggiunge Calenda – ho visto che su tutta una serie di dossier su cui abbiamo cercato di collaborare con il Pd, come è doveroso fare visto che siamo insieme all’opposizione, alla fine è saltato tutto perché, a detta della dirigenza dem, “se non c’è l’accordo dei 5 Stell, e non c’era, “non si fa l’accordo”. Ho provato di nuovo a proporre un progetto comune su competitività e crescita, dove il governo non sta facendo nulla, ma anche qui non si può fare niente se il M5S non è al tavolo, e Cinque Stelle e competitività sono due parole che non posso stare insieme. Morale della favola: l’attuale leadership dem si autoesclude da qualunque collaborazione con l’area liberal-democratica per la semplice ragione che ogni volta deve chiedere il permesso al Movimento”.

Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranza

Pd cerca equilibrio su Ucraina ma dissensi da minoranzaRoma, 10 gen. (askanews) – E’ un lavoro di equilibrio difficile quello che il Pd ha dovuto fare oggi sulle risoluzioni sull’invio di armi all’Ucraina, l’obiettivo di costruire un’alleanza costringe Elly Schlein ad una complicata opera di tessitura per evitare gli smarcamenti dei potenziali alleati. Già la riunione del gruppo di ieri sera alla Camera – raccontano – era stata difficile, per le differenti posizioni ma alla fine la mediazione sulla risoluzione del Pd è stata efficace, tanto che non sono stati registrati voti contrari. Le smagliature appaiono quando si tratta di votare sui testi degli altri partiti, perché da un lato il Pd non vuole marcare troppo le distanze da M5s, che da mesi cerca di intestarsi la battaglia “pacifista” del no alle armi a Kiev, e dall’altra non può sconfessare la linea fin qui sostenuta del sostegno anche militare all’Ucraina.

Ne è uscita una linea da equilibristi, appunto, quella dell’astensione su tutte le altre risoluzioni, che ha provocato qualche distinguo e ha scatenato le polemiche dei centristi. Alla Camera sono stati in tre a dire sì al documento del centrodestra – Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle – a votare comunque a favore dell’invio di armi all’Ucraina, imitati da sei senatori a palazzo Madama, Simona Malpezzi, Dario Parrini, Filippo Sensi, Tatiana Rojc, Valeria Valente e Pier Ferdinando Casini (che è nel gruppo Pd). Non è uno smarcamento in blocco della minoranza – che comunque ci tiene a far sapere di aver riunito il coordinamento di ‘Energia popolare’ con Stefano Bonaccini – molti esponenti dell’area hanno votato secondo le indicazioni di partito, ma comunque un segnale di irrequietezza che già altre volte era arrivato sulle questioni di politica estera.

Inoltre, appunto, l’astensione sulla risoluzione 5 stelle ha portato agli attacchi dei centristi, sia di rito renziano che calendiano, che accusano i democratici di rinnegare la loro stessa linea dicendo sì ad un testo che chiedeva lo stop all’invio delle armi. “Il Partito Democratico si è astenuto sulla vergognosa risoluzione pro-russa del M5s”, attacca Calenda. Giuseppe Provenzano non ci sta, precisa che il Pd si è astenuto sul testo dei 5 stelle perché il passaggio sullo no alle armi era ormai precluso dall’approvazione delle risoluzioni del Pd e della maggioranza: “Dal terzo polo bugie e accuse surreali”, dice. “Ci siamo invece astenuti sulla risoluzione del Governo, perché non credibile sugli impegni diplomatici, su cui Crosetto è stato elusivo, e manchevole della condanna ai veti di Orban. E ci siamo astenuti anche su tutte le altre delle opposizioni, compresa quella del M5S che comunque non conteneva più il punto in cui si chiedeva di interrompere la fornitura delle armi, perché precluso dai voti precedenti”.

Un ragionamento che, comunque, non convinceva tanti nel partito, tanto che al Senato, alla fine, si è deciso di seguire una strada diversa, grazie anche al fatto che il documento M5s non è stato ammesso al voto. Il Pd ha votato anche il testo dei centristi in questo caso, evitando di astenersi come fatto alla Camera. E Alessandro Alfieri, membro della segreteria e esponente della minoranza, ha chiarito in aula: “E’ proprio in questo momento, il momento di massima difficoltà, che dobbiamo far sentire la nostra vicinanza al popolo ucraino”. Quindi, ha sottolineato, “Voteremo il prossimo decreto” per la fornitura di armi a Kiev.