Salvini: prossime europee sono un referendum, o di qua o di làRoma, 28 ott. (askanews) – “Le prossime elezioni europee non sono elezioni politiche: sono un referendum, o di qua o di là e non ci sono mezze vie, mezze scelte, mezze misure. Perché è chiaro che c’è una parte del mondo con valori, storia e obiettivi diversi dai nostri che ha fatto un’Opa, un’operazione di acquisizione del nostro modo di vivere, di ragionare, di studiare, di amare, di scegliere il programma televisivo preferito…”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, segretario della Lega, parlando in videocollegamento con un seminario di formazione dei giovani organizzato dal gruppo Identità e Democrazia del Parlamento europeo.
“Nel prossimo giugno – ha ribadito – non ci sono mezze misure, l’importante è arrivarci preparati e non per slogan”.
L’Italia è pronta a portare aiuti umanitari a GazaAcqualagna (Pesaro), 28 ott. (askanews) – “Sono in contatto costante con il ministro Crosetto e gli alleati. Noi abbiamo un pattugliatore che è pronto a raggiungere le acque di fronte a Gaza per portare aiuti umanitari. E abbiamo altre due fregate e una nave anfibia se servissero anche ospedali da campo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando con i giornalisti ad Acqualagna. “L’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente. Il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel della Marina Militare, precauzionalmente rischierato a Cipro nei giorni scorsi, per poter rapidamente raggiungere le acque antistanti Israele/Gaza, è pronto a imbarcare materiale umanitario in afflusso dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi in afflusso a Cipro con vettori aerei dell’Aeronautica Militare e altro materiale reso disponibile dalla CRI. Inoltre, due Fregate Multimissione della Marina Militare sono già in zona e una nave anfibia sta raggiungendo l’area per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale nonché per il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità. Le predette attività sono seguite direttamente dal Ministro della Difesa e coordinate dal Comando Operativo di vertice Interforze”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. “Siamo concentrati sulla crisi umanitaria che c’è a Gaza e sul tema della liberazione degli ostaggi” e su questi fronti “siamo in contatto costante con tutti gli attori interessati. Speriamo ci possano essere novità” ha detto ancora la premier Giorgia Meloni parlando con i giornalisti ad Acqualagna.
Meloni: l’Italia che finora non ha brillato sui fondi di coesione diventi un esempioAcqualagna (Pesaro), 28 ott. (askanews) – “Siamo in una situazione complessa che ci ha fatto capire quanto ci fosse la necessità per l’Italia e l’Europa di ricostruire la propria capacità di approvvigionamento, dalle crisi può nascere una occasione”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando della crisi energetica ad Acqualagna. Poi, parlando dei fondi Ue la premier ha detto che “vogliamo trasformare l’Italia da nazione non brillantissima nella gestione di questi fondi di coesione ad esempio per le altre regioni”. “Ci concentriamo su 16 priorità strategiche, le Marche hanno scelto di destinare queste risorse al completamento delle strade e alla piena utilizzabilità dei porti” ha osservato. “Negli ultimi anni in questa nazione è mancata la visione”, “servono scelte strategiche… le Marche sono la seconda regione d’Italia a firmare questo accordo con il governo” ha detto presentando il patto di coesione tra il governo e la regione Marche. “A volte i soldi ci sono e quello che manca è metterli a terra sulle priorità strategiche”, “abbiamo fatto un lavoro certosino di verifica dello Stato dei fondi di attuazione” ha spiegato la premier.
Meloni con Fitto ad Acqualagna per la firma del patto di coesione con la Regione MarcheAcqualagna (Pesaro), 28 ott. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata ad Acqualagna per inaugurare la 58esima Fiera nazionale del tartufo dove firmerà, insieme al ministro per le Politiche di coesione Raffaele Fitto, l’accordo per la coesione tra la Presidenza del Consiglio e la Regione Marche.
La premier, accolta dalla folla che le ha chiesto selfie e l’ha applaudita, sta ora visitando il mercato del tartufo insieme al presidente della Regione Francesco Acquaroli.
Schlein: l’Italia ha sbagliato a non sostenere la risoluzione dell’Onu sulla tregua umanitaria a GazaRoma, 28 ott. (askanews) – “Penso sia stato un errore per l’Italia non sostenere la risoluzione dell’Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia Spagna e Portogallo a votare a favore, chiamatela tregua, o cessate il fuoco umanitario, basta che si fermi questa strage di civili”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein sulla astensione ieri del nostro paese alla risoluzione Onu sulla crisi in Medio Oriente.
“La preoccupazione è enorme: non possiamo assistere a questo massacro di civili”, ha aggiunto parlando a margine del congresso di Azione.
M.O., Schlein: errore Italia all’Onu, si fermi strage di civiliRoma, 28 ott. (askanews) – “Penso sia stato un errore per l’Italia non sostenere la risoluzione dell’Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia Spagna e Pportogallo a votare a favore, chiamatela tregua, o cessate il fuoco umanitario, basta che si fermi questa strage di civili”. COsì la segretaria del Pd, Elly Schlein sulla astensione ieri del nostro paese alla risoluzione Onu sulla crisi in Medio Oriente.
“La preoccupazione è enorme: non possiamo assistere a questo massacro di civili”, ha aggiunto parlando a margine del congresso di Azione.
Mantovano: sforzarsi per spegnere la miccia a Gaza prima possibileRoma, 28 ott. (askanews) – “Se fosse possibile riassumere in un disegno la situazione attuale del mondo sarebbe quello di una bomba con una miccia installata a Gaza e lo sforzo di tutti deve essere quello di spegnerla il prima possibile e poi a disinnescare la bomba”. Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, intervenendo all’assemblea nazionale di Azione.
“Lo sforzo di tutti, e dell’Italia, sono perchè la miccia venga spenta il prima possibile e la presenza di Meloni al Cairo, unico leader del G7, testimonia lo sforzo dell’Italia in questa direzione. Uno sforzo che non deve trascurare nessuno dei paesi di quell’area del mondo”, ha sottolineato. “La reazione in corso è una reazione prevista, annunciata e giustificata da quello che è accaduto il 7 ottobre. Il popolo palestinese è una delle vittime di quell’attacco terroristico. Dalle modalità della reazione di Israele dipende molto da quello che accadrà non solo nella striscia di Gaza ma negli altri confini di Israele, dal Libano al Golan, alla Cisgiordania”, ha concluso.
M.O, Tajani: Italia astenuta a Onu perchè mancava condanna HamasRoma, 28 ott. (askanews) – “L’Italia si è astenuta sulla risoluzione Onu perchè non conteneva la condanna di Hamas e non era chiara sul diritto di Israele all’autodifesa, alcuni punti non coincidevano con la posizione italiana”. Lo ha spiegato questa mattina ad Agorà su RaiTre il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Ci siamo astenuti perchè vogliamo ci sia una sospensione e una pausa umanitaria per permettere di far uscire i civili e far entrare gli aiuti umanitari ma non possiamo non tutelare il diritto di Israele ad esistere”, ha aggiunto.
Meloni da Bruxelles: manovra pronta, ora ok veloce per prova compattezzaBruxelles, 27 ott. (askanews) – La legge di bilancio è “in dirittura d’arrivo” e ora serve una approvazione rapida per dare una prova di “compattezza” della maggioranza. Giorgia Meloni lascia il Consiglio europeo di Bruxelles dopo due giorni in cui nonostante una fitta agenda europea – Medio Oriente, Ucraina, migranti, revisione del Patto di stabilità e del Quadro finanziario pluriennale – non ha potuto distrarsi dai fatti al centro della politica italiana, a partire dalla manovra.
Giovedì sera era dovuta intervenire per ‘stoppare’ la misura che avrebbe consentito all’Agenzia delle Entrate l’accesso diretto ai conti correnti dei contribuenti in debito con l’erario, contro cui si era subito mossa la Lega. Ma pure Forza Italia aveva fatto filtrare il suo malcontento, chiedendo anche di rivedere la cedolare secca al 26% sugli affitti brevi. Meloni ostenta tranquillità, ma da Roma, anche questa mattina, sono arrivati segnali di fibrillazioni. A testimoniarlo gli interventi, a breve distanza, dei due vice premier: abbiamo “chiuso” la manovra, aveva detto Matteo Salvini poco prima delle 13; “la manovra non è chiusa”, aveva invece twittato Antonio Tajani appena un’ora dopo. Ancora un’ora e il Mef annunciava l’invio del disegno di legge a Palazzo Chigi. “Nelle prossime ore la manovra sarà inviata in Parlamento, siamo in dirittura d’arrivo”, conferma da Bruxelles Meloni, che smentisce categoricamente di avere “problemi” con Tajani e Salvini. Proprio a proposito dei rapporti con il leader della Lega, Meloni apostrofa – nel doorstep alla sala della Lanterna – un cronista: “Posso approfittare per dire ai colleghi che l’articolo che lei ha scritto questa mattina era un tantino inventato? Non ho fatto nessuna sfuriata contro Salvini ieri”. Comunque sia, dopo una gestione delle bozze che ha creato più di qualche confusione e (sua) arrabbiatura, la premier sente di dover inviare un nuovo richiamo alla sua maggioranza. L’obiettivo – scandisce – è dare un “segnale di compattezza”, approvando la manovra “compatibilmente con il dibattito parlamentare, in tempi rapidi”. Dunque rilancia quanto aveva già concordato, ovvero la richiesta al centrodestra di non presentare emendamenti, una “buona idea” per dare “un segnale che lavoriamo velocemente, compatti”.
Ancor prima della manovra però, a fine novembre, la maggioranza dovrà superare uno scoglio non semplice, quando in Parlamento arriverà il Mes, che solo l’Italia non ha ratificato. Del Meccanismo salva Stati si è parlato questa mattina all’Eurosummit, ma senza entrare – secondo quanto si apprende da fonti europee – nel “caso” italiano. A margine, però, dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe è arrivato l’ennesimo richiamo a Roma perchè “è nell’interesse di tutti che il Mes venga ratificato”. A lui Meloni replica affermando, ancora una volta, di ritenere il via libera al Mes “secondario rispetto alla prima trattativa che è quella sul Patto di stabilità”. Dall’Italia arrivano anche gli strascichi del “caso” Giambruno: secondo rumor e analisi, dopo la diffusione dei fuori onda di ‘Striscia la notizia’ i rapporti di Meloni con Mediaset (dunque con Marina e Pier Silvio Berlusconi) sarebbero ai minimi termini. Quello tra governo e Mediaset, garantisce però la premier, “è un rapporto tra il governo e una grande azienda italiana. Ho letto moltissime ricostruzioni, compreso il fatto che io non sarei soddisfatta di quello che Marina Berlusconi ha detto su di me. Io penso che una cosa sia raccontare i problemi un’altra cosa è crearli: non ci sono problemi con Mediaset”.
Al ritorno a Roma la presidente del Consiglio dovrà prendere in mano anche il caso del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, al centro delle polemiche per un presunto debito con il fisco e per i cachet ottenuti per suoi interventi. A chi le chiede se le deleghe a Sgarbi saranno ritirate, la premier risponde ammettendo di non aver avuto il tempo di esaminare la questione, ma “il ministro Sangiuliano ha scritto all’Antitrust, aspettiamo le risposte dell’Antitrust e poi valuteremo nel merito”. Per quanto riguarda il summit, Meloni si dice “soddisfatta” perchè nelle conclusioni “c’è una forte presenza degli interessi italiani”. Tra le altre cose, nella trattativa sul nuovo Patto di stabilità pur partendo da posizioni “divergenti” sono stati fatti “passi avanti”. Anche sui migranti, definisce “impensabile” un anno fa il risultato raggiunto di dare “attuazione pratica di una strategia fortemente promossa dall’Italia”. Sul Medio Oriente, ieri, il Consiglio aveva raggiunto non senza qualche difficoltà un’intesa. “L’Ue – sottolinea la premier – ha le stesse priorità dell’Italia: fare del nostro meglio per evitare un’escalation, lavorare sul fronte umanitario e su una soluzione strutturale di lungo periodo” sulla base del principio “due popoli due Stati”. La guerra tra Israele e Hamas, però, non deve far dimenticare l’aggressione all’Ucraina, a cui “abbiamo confermato il pieno sostegno”.
M.O., Schlein: fare ogni sforzo per far riprendere processo paceVenezia, 27 ott. (askanews) – “Bisogna fare ogni sforzo diplomatico e politico per far riprendere il processo di pace in Medio Oriente verso la soluzione due popoli e due nazioni”. E alle manifestazioni per il pace “il Partito Democratico c’è, ci sarà con molti dirigenti e molti militanti come abbiamo annunciato già ieri”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, questo pomeriggio a Mestre per un convegno sulla casa.
“L’ho fatto io due giorni fa in Parlamento, ma anche ieri al prevertice socialista, la nostra posizione è molto chiara sulle preoccupazioni su questo conflitto in Medio Oriente – ha detto Schlein – sul dover evitare in ogni modo l’allargamento di questo conflitto, sulla necessità di fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Sono manifestazioni che sono a tutela di tutti i civili, anche noi come Partito Democratico stiamo insistendo sulla tutela di tutti i civili, il numero di vittime è già altissimo e bisogna evitare che continuano a morire civili innocenti”.