Migranti, Tajani:il tema condizionerà ogni nostra attivitàTrieste, 15 set. (askanews) – “La questione migrazione, tema all’ordine del giorno, rischia di condizionare tutte le nostre attività, di distogliere l’attenzione e trasformare l’opportunità in una emergenza, quindi concentrare tutte le forze che abbiamo per contenere dei flussi migratori non ordinari”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Trieste.
“Si diceva, l’Africa è una polveriera ma oramai la polveriera è esplosa”, ha affermato il titolare della Farnesina. “Il mare rappresenta una risorsa, una realtà imprescindibile per il nostro Paese che in questi giorni sta assistendo a una ondata migratoria straordinaria”. Per Tajani “ci sono una serie di coincidenze che rischiano veramente di mettere un intero sistema in difficoltà. L’Italia non basta, serve l’Europa, ma serve anche l’intervento delle Nazioni Unite”, ha aggiunto, informando che il tema dell’immigrazione è stato inserito all’ordine del giorno del vertice dei ministri degli Esteri dell’Unione europea di lunedì a New York, a margine dell’Assemblea generale Onu,
Mattarella: non si cavalchi la paura, le imprese seguano l’utilità socialeRoma, 15 set. (askanews) – E’ un continuo richiamo alla Costituzione e ai principi su cui è nata la Repubblica quello che il capo dello Stato Sergio Mattarella pronuncia davanti all’assemblea di Confindustria, un appello ad una comune assunzione di responsabilità di fronte alle sfide che il Paese ha di fronte. Un intervento che inizia con l’ammonimento a non cedere alla “paura” e con la sferzata alle tentazioni populiste che attraversano la società: il presidente denuncia il “prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura” e mette in guardia da “due possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti secondo i quali, a fronte delle sfide che quotidianamente la vita ci propone, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni”.
Il capo dello Stato cita Luigi Enaudi, che invitava gli italiani a non credere “‘di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi”. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea”. Ricorda anche Franklin Delano Roosevelt che esortava: “La sola cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. Mattarella, quindi, richiama “il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia”, ricorda gli effetti sulle democrazie della crisi economica del primo dopoguerra e aggiunge: “Una economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità”.
Qui il discorso si rivolge più direttamente alla platea che lo ascolta. “La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini”. E’ il “capitale sociale” del paese, un patrimonio da “non impoverire”. E, sottolinea, si tratta di una “responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”. Le imprese, sottolinea Mattarella, sono “al centro di un sistema di valori, non solo economici” e dunque “generare ricchezza è una rilevante funzione sociale” ma “naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive” perché “non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quella della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione”.
Così come bisogna ricordare sempre che “principio fondamentale della democrazia” è “evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti”. Di tutto il potere, sia quello politico-istituzionale che quello economico. Non è in discussione la libertà di impresa, sancita dalla Costituzione – sottolinea il presidente – ma bisogna sempre tenere presente di un punto: “In quali condizioni si attua il precetto costituzionale?”.
La risposta è nel concetto di “utilità sociale” perché “le imprese non sono estranee all’art.3 della Carta che ricorda come sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E, aggiunge, l’economia di mercato non pone in discussione i “valori costituzionalmente rilevanti” come “il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà”. Il punto è, insiste Mattarella, che “l’Italia progredisce e si sviluppa con il dialogo tra le parti sociali”. Non può mancare un richiamo al tema della sicurezza sul lavoro che “interpella la coscienza di ciascuno” al punto che sarebbero “incomprensibili imprese che contro il loro interesse non si curassero della salute dei propri dipendenti”. Insomma, nessuna “egemonia delle istituzioni”, nessuna pretesa di dirigismo, ma vanno rifiutate anche le pretese di “pseudo-assolutismo imprenditoriale”, compreso quello dei “giganti ‘over the top’” che non possono essere “legibus solutis”, al di sopra della legge. Il presidente conclude con un messaggio di ottimismo: “Adesso tante imprese sono state colpite dall’alluvione. Le avversità si manifestano su più fronti. L’interrogativo è: la nostra comunità è adeguatamente resiliente? È sufficientemente desiderosa di futuro, di voler guardare avanti?”. La risposta è positiva: “Abbiamo fiducia nel nostro Paese e nel suo futuro; e sapere di avere il mondo dell’impresa impegnato, con convinzione e con capacità, per il progresso dell’Italia, è motivo di conforto e di grande apprezzamento”.
Mattarella: non cedere alla tentazione di cavalcare le paureRoma, 15 set. (askanews) – “Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura”. E’ l’ammonimento di cui si fa interprete il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea annuale di Confindustria, nel giorno della giornata internazionale della democrazia.
Due sono i “possibili errori” in cui si rischia di incorrere, spiega il capo dello Stato: “Una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti secondo i quali, a fronte delle sfide che quotidianamente la vita ci propone, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni. Quasi che i problemi possano risolversi da sé, senza l’impegno necessario ad affrontarli. Oppure – ancor peggio – cedere alle paure, quando non alla tentazione di cavalcarle, incentivando – anche contro i fatti – l’esasperazione delle percezioni suscitate”. “Sono questioni ben presenti alle persone raccolte qui questa mattina che, giorno dopo giorno, sono chiamate ad assumere decisioni, ad agire con razionalità e concretezza, a guardare e progettare il futuro delle imprese che si trovano a guidare. In una espressione: evitare fatui irenismi e credere, invece, nella forza delle istituzioni, nella solidità delle proprie imprese, nel valore dell’iniziativa e dell’innovazione nel mondo che cambia velocemente”, ha detto Mattarella rivolto alla platea degli industriali.
Mattarella: non cedere alla tentazione di cavalcare paureRoma, 15 set. (askanews) – “Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura”. E’ l’ammonimento di cui si fa interprete il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea annuale di Confindustria, nel giorno della giornata internazionale della democrazia.
Due sono i “possibili errori” in cui si rischia di incorrere, spiega il capo dello Stato: “Una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti secondo i quali, a fronte delle sfide che quotidianamente la vita ci propone, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni. Quasi che i problemi possano risolversi da sé, senza l’impegno necessario ad affrontarli. Oppure – ancor peggio – cedere alle paure, quando non alla tentazione di cavalcarle, incentivando – anche contro i fatti – l’esasperazione delle percezioni suscitate”. “Sono questioni ben presenti alle persone raccolte qui questa mattina che, giorno dopo giorno, sono chiamate ad assumere decisioni, ad agire con razionalità e concretezza, a guardare e progettare il futuro delle imprese che si trovano a guidare. In una espressione: evitare fatui irenismi e credere, invece, nella forza delle istituzioni, nella solidità delle proprie imprese, nel valore dell’iniziativa e dell’innovazione nel mondo che cambia velocemente”, ha detto Mattarella rivolto alla platea degli industriali.
Mattarella: sicurezza sul lavoro interpella tutti, anche impreseRoma, 15 set. (askanews) – Il tema della sicurezza sul lavoro “interpella la coscienza di ciascuno” e sarebbero “incomprensibili imprese che contro il loro interesse non si curassero della salute dei propri dipendenti”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella parlando all’assemblea di Confindustria.
“È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro. Indipendentemente dall’ovvio rispetto delle norme, sarebbero incomprensibili imprese che – contro il loro interesse – non si curassero, nel processo produttivo, della salute dei propri dipendenti. Incomprensibili se non si curassero di eventuali danni provocati all’ambiente, in cui vivono e vivranno. Incomprensibili – e di breve durata – se non sapessero guardare al futuro. Fuor di logica se pensassero di non dover rispondere ad alcuna autorità o all’opinione pubblica, in merito a eventuali conseguenze di proprie azioni”.
Don Puglisi, Mattarella: eroe civile,suoi semi cresciuti in coscienzeRoma, 15 set. (askanews) – “I killer mafiosi uccisero don Pino Puglisi con vigliaccheria e ferocia, tendendogli un agguato mentre la sera tornava nella sua casa, sempre aperta a chi aveva bisogno. Ma ciò che la mafia voleva ottenere con quel brutale assassinio – eliminare un simbolo, spegnere un motore del riscatto sociale del quartiere Brancaccio e di Palermo – non l’ha conseguito. La testimonianza di don Puglisi è divenuta ancor più di esempio, la sua opera di educatore alla libertà si è propagata, i semi da lui gettati sono cresciuti nelle coscienze di tanti cittadini, soprattutto dei giovani a cui ha dedicato il sacrificio della sua vita. Oggi don Puglisi è simbolo di libertà laddove tenta di imporsi l’oppressione criminale, simbolo di uguaglianza e giustizia dove l’emarginazione segna le relazioni sociali, simbolo di amicizia e solidarietà dove talvolta appare difficile contrastare la subcultura della violenza”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Osservatore Romano in occasione del 30° anniversario dell’assassinio di don Pino Puglisi.
“I valori evangelici che animavano la sua azione quotidiana trovano corrispondenza nei valori civili espressi nella Costituzione repubblicana. Questo aspetto sottolinea come don Puglisi sia anche un eroe civile. La Repubblica è riconoscente a don Pino Puglisi e lo ricorda con commozione a 30 anni dalla morte. La memoria del suo appassionato impegno per il diritto di ogni persona a una vita degna costituisce un ancoraggio e un impulso costante alle Istituzioni, alle forze sane della società, ai singoli cittadini per operare nella legalità e nella giustizia”, ha proseguito il presidente della Repubblica.Don Puglisi, ha ricordato Mattarella, “era nato a Brancaccio e vi era tornato per svolgere il suo servizio pastorale. Proprio questo suo radicamento esprimeva un significato e una forza che i capi mafiosi – mandanti dell’esecuzione – non riuscivano a tollerare. Don Puglisi dimostrava con le parole e con i fatti che è giusto resistere e ribellarsi alle logiche criminali, che la mafia può e deve essere sconfitta perché quelli in gioco sono i diritti elementari e la dignità stessa di tutti gli esseri umani. Per tutte queste ragioni l’insegnamento di don Pino Puglisi continuerà a vivere nella Comunità nazionale, generando ancora responsabilità e speranza”.
Schlein: Meloni? Creano mostri, noi difendiamo tutte le famiglieRoma, 14 set. (askanews) – Il governo Meloni dovrebbe spiegare cos’è la famiglia “perché creano dei mostri”, “in realtà quello che oggi minaccia le famiglie è la paura di futuro”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, dagli studi di ‘Otto e mezzo’, su La7, in merito all’intervento della premier Giorgia Meloni a Budapest.
“Noi difendiamo tutte le famiglie anche quelle a cui loro vogliono negare l’esistenza”, famiglie che “loro discriminano. E’ un’ingiustizia”, ha detto Schlein.
Migranti, Salvini: difenderemo i confini con ogni mezzo democratico. Schlein: politiche del governo falliteRoma, 14 set. (askanews) – “Penso che Giorgia abbia fatto un lavoro straordinario a livello internazionale, andando ovunque e raccogliendo consensi. Poi se a Berlino, Parigi e Bruxelles si voltano dall’altra parte, dobbiamo prenderne atto e difendere i nostri uomini e le nostre donne e le nostre frontiere con ogni mezzo necessario che la democrazia permette. Lampedusa e l’intera Sicilia non possono accogliere mezzo continente africano”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, intervenuto a Caltanissetta per la prima festa del partito in Sicilia.
Dall’altro lato, la segretaria del Pd Elly Schlein a Palestrina, alla Festa dell’unità della provincia di Roma attacca: quello che sta accadendo a Lampedusa “è il fallimento delle politiche di esternalizzazione” dei problemi migratori. E rilancia: sui migranti, secondo la segretaria dem, “serve una regia nazionale per l’accoglienza diffusa”, mentre “il governo sta facendo il contrario”. Inoltre, l’esecutivo Meloni “ha reso più difficile i soccorsi in mare… Invece la strada da seguire è una Mare nostrum europea in ricordo di David Sassoli”, ha sottolineato Schlein.
Migranti, Schlein: fallite politiche del governoPalestrina (Roma), 14 set. (askanews) – Quello che sta accadendo a Lampedusa “è il fallimento delle politiche di esternalizzazione” dei problemi migratori. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a Palestrina, alla Festa dell’unità della provincia di Roma.
Sui migranti, secondo la segretaria dem, “serve una regia nazionale per l’accoglienza diffusa”, mentre “il governo sta facendo il contrario”. Inoltre, l’esecutivo Meloni “ha reso più difficile i soccorsi in mare… Invece la strada da seguire è una Mare nostrum europea in ricordo di David Sassoli”, ha sottolineato Schlein.
Migranti, Salvini: difenderemo confini con ogni mezzo democraticoCaltanissetta, 14 set. (askanews) – “Penso che Giorgia abbia fatto un lavoro straordinario a livello internazionale, andando ovunque e raccogliendo consensi. Poi se a Berlino, Parigi e Bruxelles si voltano dall’altra parte, dobbiamo prenderne atto e difendere i nostri uomini e le nostre donne e le nostre frontiere con ogni mezzo necessario che la democrazia permette. Lampedusa e l’intera Sicilia non possono accogliere mezzo continente africano”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, intervenuto a Caltanissetta per la prima festa del partito in Sicilia.