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Su dossier Ita e su nomina presidente Bei Meloni alza la voce con l’Ue

Su dossier Ita e su nomina presidente Bei Meloni alza la voce con l’UeNuova Delhi, 10 set. (askanews) – Sul dossier Ita-Lufthansa e sulla nomina alla guida della Bei si apre un doppio (nuovo) fronte tra Italia ed Europa. E’ stata Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa al termine del G20 di Nuova Delhi, a mettere in chiaro le richieste italiane.

Per quanto riguarda l’accordo raggiunto tra Ita e Lufthansa, secondo quanto sostenuto dal governo italiano non è ancora arrivato il via libera della concorrenza europea all’operazione e per Meloni “è oggettivamente curioso che la Commissione che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta al commissario Gentiloni da Giorgetti”, che stamani ne ha parlato anche con il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Al contrario dall’Ue fanno sapere che è la Commissione a non aver ancora ricevuto una “notifica” dell’intesa. Altro punto è la nomina per la presidenza della Banca europea per gli investimenti. Per la carica l’Italia ha candidato l’ex ministro dell’Economia del governo Draghi Daniele Franco e in corsa ci sono anche due candidate ‘forti’ come la vice premier spagnola Nadia Calvino e la commissaria danese alla concorrenza e vice presidente della Commissione Margrethe Vestager (la stessa responsabile della questione Ita). “Abbiamo candidato alla Bei una figura tecnica riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo nel dibattito in corso scelte che potrebbero essere politiche, ma sarebbe un errore – avverte Meloni -. Se dovessimo sottomettere le massime istituzioni finanziarie europee a scelte di partito mineremmo la terzietà di queste istituzioni, dobbiamo essere molto prudenti”. La partita per la Bei è ancora aperta e l’Italia cerca ‘alleati’. Giorgetti ha chiesto a Lindner l’appoggio della Germania e la stessa Meloni potrebbe aver chiesto sostegno al cancelliere Olaf Scholz, con cui stamani ha parlato a lungo a margine dell’omaggio al mausoleo di Gandhi.

Parlando con i giornalisti, Meloni è tornata anche sull’incontro di ieri con il premier cinese Li Qiang, che ha avuto al centro i rapporti tra i due Paesi, a partire dal Memorandum sulla Via della Seta. La premier ha negato di aver già preso una decisione sull’accordo (che l’Italia dovrebbe non rinnovare), cercando di ridimensionare l’importanza della scelta, che sarà fatta con “una valutazione di merito anche sui risultati”. “Noi – ha ribadito – abbiamo un partenariato strategico con la Cina e quindi c’è il tema della Belt and Road Initiative ma non è l’unico elemento che costruisce il nostro rapporto. Come è dimostrato dalle altre nazioni europee che in questi anni non hanno fatto parte della Via della Seta e tuttavia hanno stretto con la Cina rapporti a volte più vantaggiosi di quelli che stringevamo noi”. Con Li, ha assicurato, c’è stato “un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale” e la decisione che l’Italia prenderà “non compromette nulla nei nostri rapporti”. Meloni (che è stata invitata al forum Belt and Road Initiative a Pechino a ottobre, ma non andrà) ribadisce l’intenzione di recarsi in visita nel Paese, ma la missione potrebbe non avvenire a brevissimo: “Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”. Per il resto, la premier si è complimentata con Modi “per la riuscita di questa non facile edizione” del G20, che resta “un forum multilaterale strategico”. Sull’Ucraina c’è “una dichiarazione di compromesso ma comunque molto importante” perchè il risultato non era “scontato” alla vigilia. Non ci sono stati dunque “passi indietro” e alla fine anche la Russia ha dovuto sottoscrivere la dichiarazione “probabilmente per evitare l’isolamento”. Il “successo” del summit, secondo Meloni, è anche “molto importante” per la presidenza italiana del G7, così come è importante l’attenzione data all’Africa, in primo luogo con l’ingresso nell’Unione africana nel G20. “L’Africa è stata centrale” nei lavori e questo “lo consideriamo anche un nostro successo”, ha detto, ribadendo che “l’Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo al G7 il prossimo anno”. Altra priorità della presidenza italiana sarà l’Intelligenza artificiale, della quale Meloni ha parlato stamani nell’ultima sessione del vertice. Per la presidente del Consiglio serve “una maggiore concentrazione da parte dei leader mondiali” sul tema, che deve vedere un richiamo a “principi etici” che “possano fare da base a una cornice regolatoria. Serve una regolazione a livello globale. E’ una materia su cui rischiamo di arrivare tardi, con impatti disumanizzanti e critici per la nostra società”.

Meloni è ripartita da Nuova Delhi per far rientro a Roma, con una ‘sosta’ lungo il tragitto a Doha in Qatar per incontrare lo sceicco Al-Thani, con cui discuterà di alcuni settori in cui potrebbe essere rafforzata la cooperazione bilaterale: sicurezza, difesa, investimenti.

Fi, Tajani: ci apriremo ma senza mai rinunciare al nostro simbolo

Fi, Tajani: ci apriremo ma senza mai rinunciare al nostro simboloRoma, 10 set. (askanews) – “Sono convinto che anche le prossime elezioni, sia amministrative, sia regionali, sia Europee, segneranno una svolta importante perché dimsotreranno che questa meravigliosa creatura che ha costruito Silvio Berlusconi è una creatura che dura nel tempo, che è in gardo di aggregare persone che possono venire anche da altre forze politiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nelsuo intervento conclusivo alla kermesse dei giovani del partito “Azzurrà Libertà”, in corso a Gaeta.

“Non abbiamo bisogno di persone che cercano poltrone ma di persone che si mettono a lavorare con noi dopo essersi rimboccate le maniche, che credono in ciò che noi proponiamo alla società. E ci prepareremo – ha aggiunto Tajani – per liste competitive anche alle Europee, apriremo le nostre porte ai movimenti civici, agli esterni, faremo anche accordi politici senza però mai rinunciare al nostro simbolo, che porta il nome di Silvio Berlusconi e che porta un riferimento per noi imprescindibile al Partito popolare europeo”, ha sottolineato Tajani.

Meloni al G20: nei rapporti con la Cina prevarrà il pragmatismo. Ita? Vorremmo una risposta da Gentiloni

Meloni al G20: nei rapporti con la Cina prevarrà il pragmatismo. Ita? Vorremmo una risposta da GentiloniNuova Dehli, 10 set. (askanews) – “Io sono abbastanza ottimista” sul fatto che non ci siano contraccolpi negativi dall’eventuale uscita dalla Via della Seta: “Italia e Cina sono consapevoli di quanto sia importante mantenere le relazioni, rafforzarle, cooperare. Il pragmatismo nella maggior parte dei casi ha sempre la meglio, confido che andrà così. Mi pare ci sia volontà di continuare a dialogare”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del G20 di Nuova Delhi. Nei confronti della Cina “non abbiamo nessuna preclusione e chiusura”, quella sulla Via della Seta, “può essere una valutazione di merito anche sui risultati”. Con il primo ministro cinese “abbiamo avuto un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.”Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”, ha spiegato Meloni.

La premier è tornata anche sulla questione Ita-Lufthansa: “E’ oggettivamente curioso che la Commissione Ue che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta a Gentiloni da Giorgetti”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Repubblica, stamattina aveva così chiarito la posizione: “Penso sia legittimo criticare un commissario. Ne ho criticati tanti anche io. Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia. So bene che da commissario europeo non deve guardare solo al suo Paese, ma se l’interesse generale è contro l’Italia allora qualcosa non va. Non esiste il diritto di lesa maestà. Io sono un europeista convinto, ma posso criticare la Bce ad esempio”.

Meloni archivia la Via della Seta ma la collaborazione si consolida: il faro è il Partenariato

Meloni archivia la Via della Seta ma la collaborazione si consolida: il faro è il PartenariatoNuova Delhi, 9 set. (askanews) – Anche senza il Memorandum sulla Via della Seta, che sarà archiviato, i rapporti tra Italia e Cina possono consolidarsi e crescere. E’ questo il senso del bilaterale, oggi a margine del G20 di Nuova Delhi, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier cinese Li Qiang.

Si è trattato del primo incontro di persona tra i due, arrivato a pochi giorni dalla visita in Cina del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Al centro del confronto i rapporti tra Roma e Pechino, proprio alla luce della questione della Via della Seta. La decisione dell’Italia di uscire dall’intesa è sostanzialmente presa ma ci sarà comunque un passaggio parlamentare prima dell’ufficializzazione. Se il percorso è delineato (la disdetta entro dicembre per non far scattare il rinnovo automatico) le diplomazie sono da tempo al lavoro per evitare che ci siano ‘contraccolpi’ nelle relazioni, che vedono un rilevante interscambio. Meloni – che entro la fine dell’anno sarà a Pechino – ha quindi voluto rassicurare Li sul fatto che l’Italia è “pronta a rafforzare e consolidare” le relazioni. Una posizione condivisa, fa sapere Palazzo Chigi, secondo cui dal colloquio è emersa la “comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. E senza la Via della Seta, il Partenariato strategico globale attivo da 19 anni “costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse”. Da parte sua Li Qiang ha auspicato una “relazione sana e stabile”, “necessaria per un migliore sviluppo”. Il primo ministro ha anche delineato un quadro di rapporti bilaterali in cui l’Italia dovrà garantire “un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio” alle aziende cinesi, mentre Pechino “continuerà ad espandere l’accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani”.Nel pomeriggio Meloni ha incontrato anche il ‘padrone di casa’ Narendra Modi, congratulandosi per il “successo” del vertice. A Modi la presidente del Consiglio ha illustrato i temi della prossima presidenza italiana del G7, auspicando un “efficace coordinamento” con il G20. Al centro dell’agenda anche i rapporti bilaterali, in particolare la collaborazione in settori strategici, fra cui la transizione energetica, la digitalizzazione, lo spazio e la difesa.

In mattinata Meloni è intervenuta nella prima sessione dei lavori, dedicata all’ambiente, al clima e all’energia. “Il nesso clima-energia – ha sottolineato – è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca”. Anche a causa di questo nesso, quando si discute di transizione ecologica ed energetica, bisogna tener presente che “approcci troppo radicali o troppo asimmetrici” finirebbero non solo per “non garantire soluzioni efficaci” ma potrebbero anche “provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le nazioni e all’interno delle nazioni stesse”. Serve dunque, per Meloni, un approccio basato sulla cooperazione e sul dialogo: “La risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia. E al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale”. A questo proposito, l’Italia “aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi” e “sostenere la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”. In quest’ottica rientra il Piano Mattei, su cui il governo sta lavorando, ma anche la decisione di destinare all’Africa oltre il 70% del Fondo Italiano per il clima: 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per iniziative di mitigazione e adattamento.La premier oggi ha anche partecipato alla presentazione del progetto di corridoio economico marittimo e ferroviario tra Ue, India e Medio Oriente, in cui l’Italia con le sue imprese “è pronta a giocare un ruolo decisivo”. Domani la presidente del Consiglio interverrà nuovamente nel corso dei lavori e avrà incontri con i presidenti di Indonesia e Corea del Sud Joko Widodo e Yoon Suk-yeol prima della chiusura del summit e il rientro a Roma, con una ‘sosta’ in Qatar.

(dall’inviato Alberto Ferrarese) 

Meloni archivia la Via della Seta: il faro è il Partenariato Italia-Cina

Meloni archivia la Via della Seta: il faro è il Partenariato Italia-CinaNuova Delhi, 9 set. (askanews) – Anche senza il Memorandum sulla Via della Seta, che sarà archiviato, i rapporti tra Italia e Cina possono consolidarsi e crescere. E’ questo il senso del bilaterale, oggi a margine del G20 di Nuova Delhi, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier cinese Li Qiang.

Si è trattato del primo incontro di persona tra i due, arrivato a pochi giorni dalla visita in Cina del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Al centro del confronto i rapporti tra Roma e Pechino, proprio alla luce della questione della Via della Seta. La decisione dell’Italia di uscire dall’intesa è sostanzialmente presa ma ci sarà comunque un passaggio parlamentare prima dell’ufficializzazione. Se il percorso è delineato (la disdetta entro dicembre per non far scattare il rinnovo automatico) le diplomazie sono da tempo al lavoro per evitare che ci siano ‘contraccolpi’ nelle relazioni, che vedono un rilevante interscambio. Meloni – che entro la fine dell’anno sarà a Pechino – ha quindi voluto rassicurare Li sul fatto che l’Italia è “pronta a rafforzare e consolidare” le relazioni. Una posizione condivisa, fa sapere Palazzo Chigi, secondo cui dal colloquio è emersa la “comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. E senza la Via della Seta, il Partenariato strategico globale attivo da 19 anni “costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse”. Da parte sua Li Qiang ha auspicato una “relazione sana e stabile”, “necessaria per un migliore sviluppo”. Il primo ministro ha anche delineato un quadro di rapporti bilaterali in cui l’Italia dovrà garantire “un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio” alle aziende cinesi, mentre Pechino “continuerà ad espandere l’accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani”. Nel pomeriggio Meloni ha incontrato anche il ‘padrone di casa’ Narendra Modi, congratulandosi per il “successo” del vertice. A Modi la presidente del Consiglio ha illustrato i temi della prossima presidenza italiana del G7, auspicando un “efficace coordinamento” con il G20. Al centro dell’agenda anche i rapporti bilaterali, in particolare la collaborazione in settori strategici, fra cui la transizione energetica, la digitalizzazione, lo spazio e la difesa.

In mattinata Meloni è intervenuta nella prima sessione dei lavori, dedicata all’ambiente, al clima e all’energia. “Il nesso clima-energia – ha sottolineato – è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca”. Anche a causa di questo nesso, quando si discute di transizione ecologica ed energetica, bisogna tener presente che “approcci troppo radicali o troppo asimmetrici” finirebbero non solo per “non garantire soluzioni efficaci” ma potrebbero anche “provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le nazioni e all’interno delle nazioni stesse”. Serve dunque, per Meloni, un approccio basato sulla cooperazione e sul dialogo: “La risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia. E al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale”. A questo proposito, l’Italia “aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi” e “sostenere la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”. In quest’ottica rientra il Piano Mattei, su cui il governo sta lavorando, ma anche la decisione di destinare all’Africa oltre il 70% del Fondo Italiano per il clima: 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per iniziative di mitigazione e adattamento. La premier oggi ha anche partecipato alla presentazione del progetto di corridoio economico marittimo e ferroviario tra Ue, India e Medio Oriente, in cui l’Italia con le sue imprese “è pronta a giocare un ruolo decisivo”. Domani la presidente del Consiglio interverrà nuovamente nel corso dei lavori e avrà incontri con i presidenti di Indonesia e Corea del Sud Joko Widodo e Yoon Suk-yeol prima della chiusura del summit e il rientro a Roma, con una ‘sosta’ in Qatar.

Mattarella: nostri valori invocano diritto Ucraina a resistenza

Mattarella: nostri valori invocano diritto Ucraina a resistenzaRoma, 9 set. (askanews) – “Il no alla guerra è risuonato forte dopo il Secondo conflitto mondiale, consentendo di dar vita all’Organizzazione delle Nazioni Unite, al processo di integrazione europea, alla creazione di alleanze, come la Nato, in grado di difendere i valori che ispirano le nostre società, è ciò che ci permette oggi, di fronte all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, di invocare, a voce alta, il diritto del popolo ucraino a resistere e a pretendere di essere arbitro del proprio futuro”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un passaggio del discorso pronunciato a bordo della nave Cavour nel Golfo dell’Asinara (Sassari), per l’80esimo anniversario dell’affondamento della corazzata “Roma” ad opera dei tedeschi, avvenuto il 9 settembre 1943.

Fascismo, Mattarella: la lotta di Liberazione fu un secondo Risorgimento

Fascismo, Mattarella: la lotta di Liberazione fu un secondo RisorgimentoRoma, 9 set. (askanews) – “Siamo qui oggi a rendere onore a tanti patrioti. A dei valorosi che, onorando il giuramento di fedeltà alla bandiera, non intesero mai ammainarla. Marinai, soldati, avieri, carabinieri, finanzieri che, in giornate terribili per la Patria, non smarrirono il senso dell’onore e, con il loro comportamento e il loro sacrificio, resero onore all’Italia”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un passaggio del discorso pronunciato nel Golfo dell’Asinara (Sassari), per l’80esimo anniversario dell’affondamento corazzata “Roma” ad opera dei tedeschi, avvenuto il 9 settembre 1943.

“Oggi – ha proseguito il Capo dello Stato – facciamo memoria dei marinai scomparsi in mare. A quanti, in particolare, nelle giornate dell’armistizio, persero la vita, con l’affondamento della corazzata Roma e dei cacciatorpediniere Da Noli e Vivaldi, colpiti dalla furia tedesca, in queste acque”. “Come ci hanno ricordato il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore della Marina, ottanta anni fa si consumava in queste acque una pagina dolorosa per la Marina e per l’Italia, in un momento di svolta che ha segnato profondamente la memoria collettiva del nostro Paese. Fu un sentimento di sbandamento che accompagnava lo svelamento di un inganno, quello del regime fascista, aggiunto alla acquisita consapevolezza della rottura del patto tra monarchia e popolo”.

“In quei terribili giorni e da lì sino alla fine del conflitto – ha sottolineato Mattarella -, l’Italia ha pianto migliaia di morti, uomini e donne, militari e civili, in patria e all’estero, accomunati dal desiderio di vivere in pace, in un paese libero, lasciandosi alle spalle la dittatura e gli orrori della guerra. Tanti italiani morirono perché la Patria riprendesse il suo autentico e libero percorso nella storia”. “Da quel 9 settembre del 1943 prese inizio il riscatto nazionale, la lotta di Liberazione – ha rimarcato il presidente della Repubblica -. Ad opera dei militari internati nei campi di concentramento in Germania, ai quali venne negato lo status di prigionieri di guerra. Dei martiri di Cefalonia. Dei combattenti nei Balcani e nelle isole mediterranee. Dei reduci dalla Russia e dall’Africa. Da tutti loro si levò la condanna nei confronti di un regime che si era unito al nazismo, tradendo i valori autentici del popolo italiano”.

La “condanna nei confronti di un regime che si era unito al nazismo, tradendo i valori autentici del popolo italiano”, “si levò dai soldati e dai giovani che, rifiutando di servire il governo collaborazionista di Salò, salirono in montagna, costituendo le prime formazioni armate. Umili voci ed eroici comandanti, come il capitano di vascello Adone Del Cima, comandante di nave Roma, medaglia d’argento al valor militare. L’Ammiraglio Carlo Bergamini, comandante delle Forze navali da battaglia, medaglia d’oro. Il capitano di corvetta Alessandro Cavriani e il Capo di terza classe Virgilio Fasan, imbarcati su nave Vivaldi, entrambi medaglia d’oro alla memoria. E del loro esempio siamo qui oggi a rinnovare la memoria, a ottant’anni di distanza”, ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un passaggio del discorso pronunciato a bordo della nave Cavour nel Golfo dell’Asinara (Sassari), per l’80esimo anniversario dell’affondamento della corazzata “Roma” ad opera dei tedeschi, avvenuto il 9 settembre 1943. Mattarella ha proseguito: “Sono loro, come i fucilati, gli impiccati, i torturati, i morti di stenti e maltrattamenti nei campi di concentramento, le vittime di rappresaglia tedesca, da Marzabotto a Boves, alle Fosse Ardeatine, all’isola di Kos e di Lero, dove combatterono personalità come Leonetto Amadei, poi presidente della Corte costituzionale e Virgilio Spigai che sarebbe divenuto Capo di Stato Maggiore della Marina della Repubblica. Sono loro, che con i caduti a Porta San Paolo, a Montelungo, nelle Quattro Giornate di Napoli, hanno dato vita a un secondo Risorgimento, hanno contribuito al sorgere di una nuova Italia, ricostituendo quella unità nazionale che il fascismo aveva spezzato”.

“La loro eredità – ha sottolineato il Capo dello Stato – sono le istituzioni democratiche della Repubblica e la missione di pace iscritta nella nostra Costituzione all’art. 11 ove si afferma solennemente che ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli’”.

Pd, Schlein: dispiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato prima

Pd, Schlein: dispiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato primaMilano, 9 set. (askanews) – Dispiace quando qualcuno va via dal partito, ma se non si condividono le battaglie su lavoro, diritti, salario minimo, allora “forse l’indirizzo era sbagliato prima…”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, intervistata alla festa del Fatto Quotidiano, circa gli addii al partito registrati da quando lei è segretaria, ultimi i circa 30 esponenti liguri che ieri hanno scelto Azione.

“Se il Pd avesse fatto sempre tutto bene io non avrei mai vinto le primarie del Pd. Allora forse – è la premessa di Schlein – c’era una forte spinta dalla base per ritrovare un’identità chiara intorno ad alcuni temi: giustizia sociale, riduzione delle diseguaglianze; conversione ecologica; lavoro di qualità. Su questi temi – prosegue il ragionamento Schlein – si può stare insieme, anche con diverse sensibilità al nostro interno. Credo sia un’agenda che unisce anche le varie sensibilità del Pd”. Alle insistenze degli intervistatori sugli addii al partito, Schlein ribatte: “Credo che è sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, dopodiché se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per salario minimo, ambiente, diritti e lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo era sbagliato prima…”. Del resto “noi abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle elezioni politiche. Molti commentatori ipotizzavano la fine, la morte del Pd. Così non è stato perchè abbiamo fatto un congresso vero, sul futuro. La partecipazione alle primarie è il segno di un partito vitale, tutt’altro che morto” con un elettorato che “esprimeva anche un bisogno di cambiamento, e il cambiamento incontra sempre resistenze”.

Meloni vede premier Cina: partenariato strategico faro rapporto

Meloni vede premier Cina: partenariato strategico faro rapportoNuova Delhi, 9 set. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto oggi, a margine dei lavori del Vertice G20 di New Delhi, un incontro con il primo ministro della Repubblica Popolare Cinese Li Qiang.

Prima occasione di contatto diretto tra i due capi di governo – si legge in una nota – il colloquio ha confermato la “comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. “Forti entrambe di una storia millenaria – prosegue il comunicato – Italia e Cina condividono un Partenariato Strategico Globale di cui il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario e che costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse”.

Pd, Schlein: spiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato prima

Pd, Schlein: spiace per chi va via, ma forse aveva sbagliato primaMilano, 9 set. (askanews) – Dispiace quando qualcuno va via dal partito, ma se non si condividono le battaglie su lavoro, diritti, salario minimo, allora “forse l’indirizzo era sbagliato prima…”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, inrtervistata alla festa del Fatto Quotidiano, circa gli addii al partito registrati da quando lei è segretaria, ultimi i circa 30 esponenti liguri che ieri hanno scelto Azione.

“Se il Pd avesse fatto sempre tutto bene io non avrei mai vinto le primarie del Pd. Allora forse – è la premessa di Schlein -c’era una forte spinta dalla base per ritrovare un’identità chiara intorno ad alcuni temi: giustizia sociale, riduzione delle diseguaglianze; conversione ecologica; lavoro di qualità. Su questi temi – prosegue il ragionamento Schlein – si può stare insieme, anche con diverse sensibilità al nostro interno. Credo sia un’agenda che unisce anche le varie sensibilità del Pd”. Alle insistenze degli intervistatori sugli addii al partito, Schlein ribatte: “Credo che è sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, dopodichè se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per salario minimo, ambiente, diritti e lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo era sbagliato prima…”. Del resto “noi abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle elezioni politiche. Molti commentatori ipotizzavano la fine, la morte del Pd. Così non è stato perchè abbiamo fatto un congresso vero, sul futuro. La partecipazione alle primarie è il segno di un partito vitale, tutt’altro che morto” con un elettorato che “esprimeva anche un bisogno di cambiamento, e il cambiamento incontra sempre resistenze”.