Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

L’addio a Berlusconi a Milano, in piazza più Milan che Fi

L’addio a Berlusconi a Milano, in piazza più Milan che FiMilano, 14 giu. (askanews) – Cori da stadio e bandiere, tante magliette e sciarpe. A guardare il sagrato di piazza del Duomo, il popolo che è venuto a dire addio a Silvio Berlusconi è quello con i colori rossoneri del Milan, più che quello con il tricolore di Forza Italia. Con la Curva Sud, il settore di San Siro che ospita i tifosi rossoneri più accesi, che è protagonista in piazza.

Le grandi bandiere del Milan che solitamente sventolano allo stadio, stavolta segnano ogni momento saliente della cerimonia funebre, accompagnando le immagini trasmesse dai maxischermi in piazza. Il coro più frequente è “Un presidente, c’è solo un presidente”. Che nel caso di Berlusconi potrebbe valere per le tante cariche ricoperte ma che regolarmente si alza dal cuore della piazza occupato dai tifosi. Insieme al coro “Berlusconi uno di noi”, scandito più volte. Hanno meno successo il coro “C’è solo un Cavaliere” e l’inno nazionale che alcuni cittadini intonano. I tanti in piazza per la politica, lo sono però in modo meno organizzato e quindi meno visibile: qualche bandiera, tante spillette di Forza Italia, cartelli e striscioni fatti in casa. Come quello che è nella prima fila dello spazio riservato ai cittadini comuni: “L’Italia è il Paese che amo”, riprendendo l’incipit più famoso della politica, quello della discesa in campo del 1994. Affianco, lo striscione del Milan Club di Sassuolo.

L’omaggio di Meloni a Berlusconi, e in Cdm tributo-giustizia

L’omaggio di Meloni a Berlusconi, e in Cdm tributo-giustiziaRoma, 14 giu. (askanews) – “Grazie Silvio, ti renderemo orgoglioso”. E’ questa la ‘promessa’ che Giorgia Meloni fa a Berlusconi, nel giorno dei funerali di Stato dell’ex presidente del Consiglio e leader di Fi.

La premier, in prima fila nella navata di sinistra riservata alle autorità, assiste alla cerimonia funebre. Al termine, sul sagrato del Duomo, saluta e abbraccia i figli – Marina, Piersilvio, Eleonora, Barbara, Luigi – e la compagna Marta Fascina, proprio mentre sui suoi social viene pubblicato un video celebrativo del Cav. Le immagini ripercorrono i successi di Silvio Berlusconi, ma anche la loro comune esperienza politica: da quando la nominò ministro per la Gioventù, fino alla ‘separazione’ e alla nascita di Fdi e poi al ritorno nel centrodestra unito. “Abbiamo iniziato questo cammino – si legge nel testo a corredo del video – molti anni fa. Abbiamo percorso strade diverse, ma l’obiettivo era e rimarrà comune: rendere l’Italia fiera e capace di stupire il mondo. Grazie Silvio, ti renderemo orgoglioso”. Una promessa che il governo inizierà a mantenere già domani pomeriggio, con il Consiglio dei ministri che avrà all’ordine del giorno il primo pacchetto di norme di riforma della giustizia. Nel testo, su cui ha lavorato il ministro Carlo Nordio, molti dei temi che sono stati al centro delle battaglie di Berlusconi. Si tratta di un ddl in 8 articoli che contiene, tra le altre cose, limiti (a tutela di terzi non sottoposti a indagini) alla diffusione delle intercettazioni; norme sulla carcerazione preventiva e sull’informazione di garanzia; la revisione di alcuni reati contro la pubblica amministrazione, a partire dall’abuso d’ufficio. Proprio su questa fattispecie di reato, nei giorni scorsi, erano emersi i dubbi della Lega, ma Nordio ha assicurato di avere in tasca “l’accordo politico”. Per quanto riguarda le intercettazioni, si tratta di un primo passo, a cui seguirà una riforma complessiva.

L’arrivo della riforma in Cdm il giorno dopo i funerali di Berlusconi è una coincidenza temporale (in realtà il Consiglio era già programmato e si sarebbe dovuto tenere oggi) ma certo il provvedimento viene visto anche come un tributo all’ex premier – che sarà probabilmente ricordato a inizio seduta con un minuto di silenzio – e al suo partito. Del resto, come ha ricordato il Guardasigilli, Berlusconi ha sempre inteso “orientare in senso garantista e liberale” la giustizia. A proposito di Forza Italia, le esequie hanno per ora ‘congelato’ ogni dissidio all’interno del partito e anche sulle nomine varate ieri nel comitato di presidenza sono emersi ‘mal di pancia’ ma niente di più. Ma certo da domani si dovrà vedere se e come la scomparsa del leader avrà un impatto sugli azzurri e, di conseguenza, sul centrodestra. “Non esiste un altro gigante come Berlusconi”, ammette Maurizio Gasparri, che però assicura: “Noi andremo avanti perché noi siamo il centrodestra, fondato da Berlusconi”. Questo è anche l’auspicio di Meloni: Forza Italia è fondamentale non tanto, o non solo, per i numeri ma perchè incarna l’ala moderata, quel centro del centrodestra senza il quale il profilo del governo sarebbe visto come puramente sovranista. Con conseguenti problemi in Italia ma soprattutto in Europa, in particolare con quel Ppe – che fa riferimento ad Antonio Tajani – con cui la presidente del Consiglio e dei Conservatori europei vuole stringere un’alleanza in vista del voto del 2024. Per questo da Fdi non ci sarà nessuna ‘campagna acquisti’ nei confronti degli azzurri. Anzi, casomai, qualche ‘aiuto’ di Meloni, che oggi con il suo messaggio sembra fare un altro passo per raccogliere il testimone della leadership del centrodestra.

Oltre diecimila persone per l’ultimo saluto al Duomo

Oltre diecimila persone per l’ultimo saluto al DuomoRoma, 14 giu. (askanews) – C’erano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier, Giorgia Meloni, il governo interno e le più alte cariche istituzionli, a dare l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, nel Duomo di Milano, assieme alla famiglia allargata dell’ex presidente del Consiglio: il fratello Paolo, i figli Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, l’ex seconda moglie, Veronica Lario, l’attuale compagna, Martina Fascina, tutti visibilmente commossi. A Fascina ai cinque figli e al fratello Paolo è sempre stata riservata la prima fila.

Sulla piazza oltre diecimila persone, con bandiere del Milan e del Monza e con numerosi striscioni, che hanno intonato a più riprese cori da stadio, uno tra tutti “C’è solo un presidente”. I funerali di Stato del Cavaliere, celebrati da monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, si sono svolti seguendo il rito liturgico ufficiale adottato dalla Chiesa latina, quello ambrosiano. Un lungo applauso ha accompagnato l’arrivo del feretro nel Duomo di Milano e si è protratto per tutto il passaggio lungo la navata centrale.

Nel corso dell’omelia, monsignor Delpini, ha ricordato Berlusconi, come “uomo d’affari” ma anche “uomo politico”. Ma prima di tutto “è stato un uomo” con “un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia”. Al termine della funzione, quando il feretro è stato riportato in piazza del Duomo, prima della chiusura del portellone del carro funebre sia la compagna Marta Fascina, in lacrime, che i figli si sono avvicinati per una “carezza” e un ultimo bacio.

Oltre 10mila persone per l’ultimo saluto a Berlusconi al Duomo

Oltre 10mila persone per l’ultimo saluto a Berlusconi al DuomoRoma, 14 giu. (askanews) – C’erano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier, Giorgia Meloni, il governo interno e le più alte cariche istituzionli, a dare l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, nel Duomo di Milano, assieme alla famiglia allargata dell’ex presidente del Consiglio: il fratello Paolo, i figli Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, l’ex seconda moglie, Veronica Lario, l’attuale compagna, Martina Fascina, tutti visibilmente commossi.

Sulla piazza oltre diecimila persone, con bandiere del Milan e del Monza e con numerosi striscioni, che hanno intonato a più riprese cori da stadio, uno tra tutti “C’è solo un presidente”. I funerali di Stato del Cavaliere, celebrati da monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, si sono svolti seguendo il rito liturgico ufficiale adottato dalla Chiesa latina, quello ambrosiano. Un lungo applauso ha accompagnato l’arrivo del feretro nel Duomo di Milano e si è protratto per tutto il passaggio lungo la navata centrale. Nel corso dell’omelia, monsignor Delpini, ha ricordato Berlusconi, come “uomo d’affari” ma anche “uomo politico”. Ma prima di tutto “è stato un uomo” con “un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia”. Al termine della funzione, quando il feretro è stato riportato in piazza del Duomo, prima della chiusura del portellone del carro funebre sia la compagna Marta Fascina, in lacrime, che i figli si sono avvicinati per una “carezza” e un ultimo bacio.

L’addio di Meloni a Berlusconi: obiettivi comuni, ti renderemo orgoglioso

L’addio di Meloni a Berlusconi: obiettivi comuni, ti renderemo orgogliosoRoma, 14 giu. (askanews) – “Abbiamo iniziato questo cammino molti anni fa. Abbiamo percorso strade diverse, ma l’obiettivo era e rimarrà comune: rendere l’Italia fiera e capace di stupire il mondo. Grazie Silvio, ti renderemo orgoglioso”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video postato su Facebook dopo i funerali che ripercorre i successi di Silvio Berlusconi, ma anche la loro esperienza politica: da quando la nominò ministro per la Gioventù, fino alla ‘separazione’ e poi al ritorno al centrodestra unito.

“Combattente, coraggioso, determinato. Uno dei più grandi imprenditori che l’Italia abbia avuto – si legge nel testo in sovraimpressione -. Capace di innovare e costruire nuove strade. Sempre pronto a difendere l’interesse nazionale. Ha governato con l’orgoglio, la visione e l’autorevolezza che una nazione come la nostra merita e richiede. Ha reso l’Italia centrale nello scenario internazionale e ha scritto pagine significative della nostra storia”.

Berlusconi, Meloni: obiettivi comuni, ti renderemo orgoglioso

Berlusconi, Meloni: obiettivi comuni, ti renderemo orgogliosoRoma, 14 giu. (askanews) – “Abbiamo iniziato questo cammino molti anni fa. Abbiamo percorso strade diverse, ma l’obiettivo era e rimarrà comune: rendere l’Italia fiera e capace di stupire il mondo. Grazie Silvio, ti renderemo orgoglioso”. E’ quanto scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video postato su Facebook dopo i funerali che ripercorre i successi di Silvio Berlusconi, ma anche la loro esperienza politica: da quando la nominò ministro per la Gioventù, fino alla ‘separazione’ e poi al ritorno al centrodestra unito.

“Combattente, coraggioso, determinato. Uno dei più grandi imprenditori che l’Italia abbia avuto – si legge nel testo in sovraimpressione -. Capace di innovare e costruire nuove strade. Sempre pronto a difendere l’interesse nazionale. Ha governato con l’orgoglio, la visione e l’autorevolezza che una nazione come la nostra merita e richiede. Ha reso l’Italia centrale nello scenario internazionale e ha scritto pagine significative della nostra storia”.

Alcuni passaggi dell’omelia dell’arcivescovo Delpini alle esequie per Silvio Berlusconi

Alcuni passaggi dell’omelia dell’arcivescovo Delpini alle esequie per Silvio BerlusconiRoma, 14 giu. (askanews) – Si concentra su tre parole l’omelia che monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, pronuncia in occasione delle solenni esequie di Silvio Berlusconi: vita, amore e felicità. Un’omelia che assomiglia più a una poesia, dedicata all’uomo. “Ecco l’uomo: un desiderio di vita, di amore, di felicità”, esordisce Delpini. “Vivere. Vivere e amare la vita – sottolinea l’arcivescovo -. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita – prosegue mons. Delpini – che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti”.

“Vivere e sentire le forze esaurirsi – ribadisce – vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora. Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento”.La seconda parola che mons. Delpini utilizza nell’omelia dei funerali di Stato per Silvio Berlusconi è “amare ed essere amato”. “Amare e desiderare di essere amato”, dice l’arcivescovo. “Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere sempre e solo una concessione, una accondiscendenza. Amare e desiderare di essere amato per sempre – sottolinea – e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande”.

“Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento”, così Delpini.“Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini”. Ecco la terza parola che monsignor Mario Delpini utilizza nella sua omelia.

“Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione – sottolinea Delpini -. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti. Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento”, spiega Delpini.Silvio Berlusconi, “uomo d’affari” ma anche “uomo politico”. Ma prima di tutto “è stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia”. E’ questo il passaggio chiave dell’omelia. “Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti – sottolinea l’arcivescovo -. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri, forse si dimentica dei criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari”, aggiunge mons. Delpini.

“Quando un uomo è un uomo politico – prosegue – allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico, nei nostri tempi, è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta”.“Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”, conclude mons. Delpini. 

Berlusconi, Delpini: politico e imprenditore, prima di tutto uomo

Berlusconi, Delpini: politico e imprenditore, prima di tutto uomoRoma, 14 giu. (askanews) – Silvio Berlusconi, “uomo d’affari” ma anche “uomo politico”. Ma prima di tutto “è stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia”. E’ questo il passaggio chiave dell’omelia che mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha voluto pronunciare durante le solenni esequie di Silvio Berlusconi, al Duomo di Milano.

“Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti – sottolinea l’arcivescovo -. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri, forse si dimentica dei criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari”, aggiunge mons. Delpini. “Quando un uomo è un uomo politico – prosegue – allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico, nei nostri tempi, è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta”.

“Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”, conclude mons. Delpini.

Berlusconi, mons. Delpini: “Viveva e amava la vita”

Berlusconi, mons. Delpini: “Viveva e amava la vita”Roma, 14 giu. (askanews) – Si concentra su tre parole l’omelia che monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, pronuncia in occasione delle solenni esequie di Silvio Berlusconi: vita, amore e felicità. Un’omelia che assomiglia più a una poesia, dedicata all’uomo. “Ecco l’uomo: un desiderio di vita, di amore, di felicità”, esordisce mons. Delpini.

“Vivere. Vivere e amare la vita – sottolinea l’arcivescovo -. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita – prosegue mons. Delpini – che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti”. “Vivere e sentire le forze esaurirsi – ribadisce – vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora. Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento”.

Il feretro di Silvio Berlusconi in Duomo per le esequie

Il feretro di Silvio Berlusconi in Duomo per le esequieRoma, 14 giu. (askanews) – Il feretro di Silvio Berlusconi è al Duomo di Milano, dopo aver lasciato villa San Martino ad Arcore. Il feretro è stato salutato da un lunghissimo applauso della folla presente. Ad attendere l’auto, come previsto dal protocollo dei funerali di Stato, sei carabinieri in alta uniforme. Dalla piazza si è anche alzato il coro: “Un presidente, c’è solo un presidente”.

Il corteo funebre ha percorso una trentina di chilometri, scortato dalle forze dell’ordine e seguito da due minivan con a bordo i familiari più stretti. Assiepate ai lati della strada, dietro le transenne, molte persone che hanno tributato un lungo applauso all’ex premier al passaggio del corteo. Tanta gente si è fermata lungo la strada che da Arcore conduce a Milano per salutare il feretro di Silvio Berlusconi diretto nel Duomo di Milano per i funerali. Fuori dalla villa dell’ex premier diverse persone erano dietro le transenne ad attendere che passasse l’auto, una ragazzino mostrava un cartello con su scritto “Mi consenta, grazie Silvio”. Anche lungo il tragitto per alcuni chilometri i passanti si sono fermati a salutare il corteo di macchine. Un lungo applauso è partito anche da piazza del Duomo quando le immagini, in diretta sui maxi schermi, hanno mostrato la partenza del carro funebre con a bordo la salma di Silvio Berlusconi da villa San Martino ad Arcore. Intanto, sono arrivati in piazza Duomo per partecipare alle esequie l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, e anche altri ex premier: oltre a Paolo Gentiloni, in rappresentanza delle istituzioni europee, ci sono anche Matteo Renzi e Mario Monti. Quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Duomo di Milano è stata accolta da un breve applauso della piazza. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è nel Duomo di Milano per il funerale di Stato di Silvio Berlusconi. Ad accoglierlo sul sagrato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sindaco di Milano, Beppe Sala. Al suo ingresso nella cattedrale tutti i presenti si sono alzati in piedi e, solo dopo che il capo dello Stato ha preso posto, si sono seduti. Al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella anche l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, il presidente iracheno, Abdul Latif Rashid e i capitani reggenti della Repubblica di San Marino. In prima fila nel Duomo c’è un settore dedicato alle autorità: qui siedono, uno di fianco all’altro, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, il presidente dell’Iraq Abdul Latif Rashid, i presidenti delle Camere, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente della Consulta Silvana Sciarra. Alle loro spalle, ministri e vicepresidenti delle Camere, a fianco di Giancarlo Giorgetti c’è Paolo Gentiloni in rappresentanza della Ue e poi Matteo Renzi. Tra i presenti c’è anche una delegazione del Pd guidata dalla segretaria Elly Schlein. Tra le personalità straniere, è presente con la moglie, il premier ungherese Viktor Orban, salutato al suo arrivo dal leader della Lega Matteo Salvini. Tra i volti dello spettacolo Iva Zanicchi, Alba Parietti e Gerry Scotti. In Duomo sono arrivati insieme anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il presidente della Lazio Claudio Lotito. Tra i presenti l’allenatore del grande Milan, Arrigo Sacchi e le bandiere Demetrio Albertini, Franco Baresi, Zvonimir Boban.

I solenni funerali di Stato di Silvio Berlusconi iniziano con il canto del Requiem aeternam. Poi la “monizione iniziale” dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che presiede le esequie. La liturgia prosegue con l’aspersione e l’incensazione del feretro. Segue l’orazione all’inizio dell’assemblea liturgica. La prima Lettura scelta dalla Diocesi di Milano per i funerali di Stato di Silvio Berlusconi, è del profeta Daniele (“sarà un tempo di angoscia”), la seconda Lettura è dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (“Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male”. Infine il Vangelo, (“Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.