Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Dal Senato via libera unanime al ddl contro violenza donne. E’ legge

Dal Senato via libera unanime al ddl contro violenza donne. E’ leggeRoma, 22 nov. (askanews) – Il Senato ha dato via libera all’unanimità al ddl contro la violenza sulle donne. Il provvedimento ha ottenuto 157 sì, zero contrari e zero astenuti.

L’approvazione è stata salutata con un applauso dall’emiciclo. “Stiamo vivendo giornate terribili e dolorosissime – ha commentato il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani – per la tragica morte di Giulia che ha sconvolto noi e l’Italia intera. Siamo tutti quanti consapevoli che la violenza di genere è un fenomeno radicato a cui servono risposte ferme e decise, serve un lavoro diversificato e stratificato su vari livelli per arrivare a debellarlo, per poter finalmente dire: mai più. Le norme approvate oggi sono un segnale importante, un messaggio forte che Governo e Parlamento hanno voluto dare proprio in questi giorni, a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma anche per Giulia e per tutte le altre donne”.

M.O., Meloni: condanna Hamas, diritto Israele a difendersi

M.O., Meloni: condanna Hamas, diritto Israele a difendersiBerlino, 22 nov. (askanews) – In merito al conflitto tra Israele e Hamas, la premier Giorgia Meloni – nel corso della videoconferenza dei Leader G20, a cui ha partecipato collegata da Berlino – ha sottolineato in particolare tre concetti: La “ferma condanna” di Hamas per l’”ignobile e sanguinario” assalto terroristico contro Israele dello scorso 7 ottobre, il “diritto all’autodifesa” di Israele e la convinzione che in prospettiva la soluzione del conflitto non potrà che passare attraverso la creazione di due Stati. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Ucraina, Meloni a G20: se Russia vuole pace si ritiri

Ucraina, Meloni a G20: se Russia vuole pace si ritiriBerlino, 22 nov. (askanews) – Nel corso della videoconferenza dei Leader G20, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, collegata da Berlino, ha nuovamente “condannato” le azioni di Mosca, anche per le loro conseguenze globali e i danni che hanno provocato alle nazioni più povere, e ha sottolineato che la Russia potrebbe in ogni momento “facilmente” riportare la pace in Ucraina “ritirandosi dai territori illegalmente occupati” e ristabilendo la “sovranità” e la “piena integrità” territoriale dell’Ucraina. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Femminicidi, Schlein: ho sentito ancora Meloni. Bene l’ok ai nostri odg. Per Giulia non basta il dolore

Femminicidi, Schlein: ho sentito ancora Meloni. Bene l’ok ai nostri odg. Per Giulia non basta il doloreRoma, 22 nov. (askanews) – Con Giorgia Meloni “ci siamo sentite anche in queste ore, perché ho voluto chiedere di cercare un terreno comune sulla prevenzione, e apprezzo il segnale dalla maggioranza in Senato, dando parere favorevole a un odg che chiede di mettere risorse sulla formazione, così come l’approvazione di un altro odg in cui chiediamo di calendarizzare in tempi rapidi le pdl in tema di prevenzione”, lo ha detto Elly Schlein, parlando alla Direzione Pd, chiedendo ancora una volta “l’educazione all’affettività obbligatoria in tutti i cicli scolastici, mettendo risorse e formazione per gli operatori”. Perchè “senza un profondo lavoro culturale non fermeremo mai questa mattanza, e non servirà aumentare leggi e punizioni che intervengono dopo le violenze”.

Per la segretaria Dem bisogna “sradicare quell’idea violenta e criminale del controllo e del possesso del corpo delle donne”. E dunque, dice alla maggioranza, “almeno sul contrasto alla mattanza, mettiamo da parte l’aspro scontro politico, proviamo a far fare un passo avanti al Paese: servono risorse per operatori specializzati, perchè non ci sia mai più una che quando va a denunciare non venga presa sul serio, perchè non ci sia mai più una valutazione inadeguata dei rischi, una legge per rendere obbligatoria l’educazione all’affettività”. “L’omicidio di Giulia Cecchettin ci ha scossi tutti nel profondo”, ha sottolineato la segretaria Pd, ma “Giulia Cecchettin non è morta, è stata uccisa dal suo ex che ne dovrà rispondere davanti alla giustizia”. E “non è già più l’ultimo femminicidio di questo paese, Rita Talamelli strangolata dal marito pochi giorni fa. Non bastano condanne, dolore, indignazione. Non possiamo continuare ad assistere a questa strage”.

Il problema è che “la cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione esiste e resiste e passa di generazione in generazione. Tocca anche agli uomini” affrontare il problema. “Sulla repressione stiamo lavorando in parlamento” ma serve anche “una rivoluzione culturale”.

Lollobrigida e lo stop del Frecciarossa. L’opposizione chiede le dimissioni. FdI: polemiche, nessuna criticità al treno

Lollobrigida e lo stop del Frecciarossa. L’opposizione chiede le dimissioni. FdI: polemiche, nessuna criticità al trenoRoma, 22 nov. (askanews) – Il Frecciarossa ieri era in ritardo, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida era a bordo, doveva presenziare, l’inaugurazione di un Parco urbano a Caivano, così ha fatto fermare il treno a Ciampino ed è sceso, trovando mezzi alternativi. In estrema sintesi il fatto è assodato, anche dagli stessi colleghi di partito, FdI, del ministro. Diametralmente opposta ovviamente l’interpretazione: le opposizioni chiedono le dimissioni per un episodio di “prepotenza”, per gli esponenti di FdI sono polemiche pretestuose e sottolineano l’impegno istituzionale mantenuto. “Quanto riportato dai media è allucinante, un episodio degno di una repubblica delle banane. Se fosse confermato, saremmo in presenza di un intollerabile atto di prepotenza. In un qualunque Paese civile, un ministro così si sotterrerebbe dalla vergogna. E se ne andrebbe all’istante”, commenta sui social Antonio Misiani, senatore e responsabile Economia Pd. “Il ministro all’Agricoltura Lollobrigida ha utilizzato un treno come se fosse un mezzo di sua proprietà. Lo ha fatto fermare per poter scendere. In qualsiasi altro paese un ministro che fa una cosa simile verrebbe rimosso seduta stante”, affermano in una nota congiunta i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Trasporti e Agricoltura. “Ci troviamo davanti a un comportamento grave, che denota un’inaccettabile arroganza nel garantirsi un privilegio precluso ai normali cittadini e rappresenta un segnale tremendo nei confronti di tutti quei pendolari che magari si trovano a vivere disagi nei loro spostamenti giornalieri con i treni. Chiediamo un’informativa urgente alla Presidente Meloni e al ministro dei Trasporti Salvini, esigiamo che si faccia chiarezza su questo vergognoso atto di prepotenza. La premier e il suo vice ci mettano la faccia, il caso è di una gravità inaudita”, concludono.

“Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta velocità in una stazione sul percorso Roma-Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina, siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti. I ministri possono usare i mezzi dello Stato ma non possono fermare i treni di tutti i cittadini. Se la notizia sarà confermata, chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida”, scrive su X il leader di Italia viva, Matteo Renzi. In ogni caso, se la notizia fosse confermata per il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte “sarebbe un segnale devastante della politica ai cittadini, in un momento di tagli e di manovre lacrime e sangue. Un esponente autorevolissimo del Governo che lascia a terra le famiglie e i cittadini utilizza un mezzo di trasporto che non è al servizio di un ministro e ne fa un mezzo personale. Segnale devastante, lo definirei un privilegio da prima repubblica, anche se non so se un ministro della prima repubblica si sia mai sognato di chiedere un privilegio del genere. Faremo tutti gli approfondimenti del caso”.

Fratelli d’Italia si compatta: “A sinistra qualche sciacallo attacca il ministro Lollobrigida che ha cercato in tutti i modi di arrivare a Caivano per l”inaugurazione del Parco Urbano. Grazie al Governo Meloni lo Stato è tornato a garantire sicurezza e legalità, infondendo fiducia e speranza nella cittadinanza. Il tema del degrado e della sicurezza nelle periferie è per Fratelli d’Italia un punto centrale che vuole affrontare e risolvere. Il ministro Lollobrigida, scendendo dal treno alta velocità a Ciampino per arrivare puntuale all’evento, ha dimostrato di essere un vero servitore dello Stato che ha cuore la sorte di tutti quei cittadini che a lungo si sono sentiti considerati di ‘serie B’ dalla politica e, in particolare, da quel Partito Democratico che oggi ci viene a fare la morale. La sinistra, dopo che per anni si è voltata dall’altra parte su temi prioritari per i cittadini come quello della sicurezza e dell’ordine pubblico, abbia piuttosto la decenza di tacere”, dichiara Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d’Italia, in una nota. “Gli attacchi che da sinistra giungono al ministro Lollobrigida, che ha preferito scendere dal treno a Ciampino pur di arrivare in orario a Caivano per l’inaugurazione del Parco Urbano, sono inaccettabili e ipocriti. Criticare un ministro come Lollobrigida, che sta rendendo egregiamente onore alla nazione con il suo instancabile e quotidiano lavoro, è veramente un atto misero e da sciacallo. La sua assenza a Caivano avrebbe infatti comportato un enorme danno di immagine per lo Stato. Per il ministro, il governo e tutto il centrodestra guidato da Fratelli d’Italia, è un’assoluta priorità eliminare le troppe zone franche ancora presenti nel nostro Paese. Se con i governi guidati dal Partito democratico la sicurezza era diventata un lusso di cui potevano beneficiare solo i cittadini più benestanti, con noi torna finalmente ad essere un diritto di cui tutti i cittadini, nessuno escluso, devono poter godere”, dichiara Marta Schifone, deputato di Fratelli d’Italia e capo dipartimento Professioni del partito.

Anche il deputato di Fi e vicepresidente della Camera Giorgio Mulè chiude agilmente la vicenda Lollobrigida (e non risparmia una stoccata a Renzi): “Ho letto che peraltro la cosa non ha comportato ritardi, questi sono argomenti usati in modo strumentale. Renzi ha chiesto le dimissioni del ministro? Il problema di Lollobrigida era che non aveva l’Air Force Renzi, sennò avrebbe risolto in quel modo. Indigniamoci per le cose vere, questa non mi sembra sia tale”, difende così Lollobrigida . E Galeazzo Bignami (Fdi) viceministro alle infrastrutture e ai trasporti, dopo aver sentito anche “i vertici dei soggetti coinvolti”, ricostruisce il tutto e rassicura: nessuna criticità. “Stamattina, letta la notizia inerente il ministro Lollobrigida, mi sono premurato di sentire i vertici dei soggetti coinvolti o che potevano essere coinvolti nell’episodio. Più per il risalto dato al fatto che ad altro. Nessuno mi ha evidenziato elementi di criticità: nessun costo, nessun aggravio di ritardo, nessun rischio, nessun disagio per nessun passeggero, nulla di nulla. Si è annunciato a tutti i passeggeri che, visto il ritardo significativo accumulato, vi era la possibilità di scendere a Ciampino e, una volta arrivati, si è data a tutti i passeggeri la possibilità di scendere. Come confermatomi da Trenitalia situazioni simili sono già avvenute in passato e sicuramente riavverranno in futuro”, spiega Bignami, aggiungendo: “In fin dei conti si parla di una figura istituzionale che voleva mantenere l’impegno assunto di essere presente ad un evento istituzionale e a cui, per ragioni da lui indipendenti, rischiava di non esserci, anche con evidenti conseguenze di sicurezza e ordine pubblico. Siamo qua tutti a parlare dell’importanza che lo Stato sia presente in territori come Caivano e quando si fa di tutto per esserci ci si lamenta che lo si faccia. Lo trovo pretestuoso. Se il ministro fosse arrivato in ritardo, qualcuno si lamenterebbe del disagio arrecato a decine di persone, lamentandosi dei costi, del disagio causato, dell’inutile dispendio di risorse pubbliche. Qua parliamo di un fatto che non ha determinato alcun costo, disagio, rischio, ritardo a nessuno. E neppure di un fatto mai avvenuto prima. Mi sembra l’ennesima conferma che per qualcuno si debba contestare a prescindere senza guardare il merito delle cose”, conclude.

Femminicidi, Schlein: ho sentito ancora Meloni, bene ok a odg

Femminicidi, Schlein: ho sentito ancora Meloni, bene ok a odgMilano, 22 nov. (askanews) – Con Giorgia Meloni “ci siamo sentite anche in queste ore, perchè ho voluto chiedere di cercare un terreno comune sulla prevenzione, e apprezzo il segnale dalla maggioranza in Senato, dando parere favorevole a un odg che chiede di mettere risorse sulla formazione, così come l’approvazione di un altro odg in cui chiediamo di calendarizzare in tempi rapidi le pdl in tema di prevenzione”. Lo ha detto Elly Schlein, parlando alla Direzione Pd, chiedendo ancora una volta “l’educazione all’affettività obbligatoria in tutti i cicli scolastici, mettendo risorse e formazione per gli operatori”. Perchè “senza un profondo lavoro culturale non fermeremo mai questa mattanza, e non servirà aumentare leggi e punizioni che intervengono dopo le violenze”.

Per la segretaria Dem bisogna “sradicare quell’idea violenta e criminale del controllo e del possesso del corpo delle donne”. E dunque, dice alla maggioranza, “almeno sul contrasto alla mattanza, mettiamo da parte l’aspro scontro politico, proviamo a far fare un passo avanti al Paese: servono risorse per operatori spcializzati, perchè non ci sia mai più una che quando va a denunciare non venga presa sul serio, perchè non ci sia mai più una valutazione inadeguata dei rischi, una legge per rendere obbligatoria l’educazione all’affettitività”.

Manovra, la Lega ritira i tre emendamenti: “E’ stato un malinteso”

Manovra, la Lega ritira i tre emendamenti: “E’ stato un malinteso”Roma, 22 nov. (askanews) – Hanno avuto vita breve i tre emendamenti (ordinamentali) della Lega al ddl di bilancio presentati in Commissione al Senato, non rispettando l’impegno assunto dai gruppi di maggioranza di non proporre proposte di modifica.

“Sono stati ritirati e trasformati in ordine del giorno”, ha riferito Claudio Borghi, senatore del carroccio, al termine della seduta della Commissione. L’opposizione aveva sottolineato la rottura del patto di maggioranza, leggendo la vicenda come un segnale di prova di forza tra la premier Meloni e il leader leghista Salvini. Ma secondo Claudio Borghi, nulla quaestio, “è stato un malinteso. In conferenza dei capigruppo era stata ventilata la possibilità di presentare alcuni emendamenti, quasi per una questione estetica, per evitare che si potesse dire ‘zero emendamenti’. Poi l’ipotesi non è andata avanti ma probabilmente tra capigruppo non si sono intesi”.

M.O., Meloni: sollievo per rilascio ostaggi, lavoriamo per altri

M.O., Meloni: sollievo per rilascio ostaggi, lavoriamo per altriRoma, 22 nov. (askanews) – “Accolgo con grande sollievo l’accordo per garantire il rilascio degli ostaggi presi da Hamas durante il cruento assalto contro Israele del 7 ottobre. Un accordo che permetterà anche una pausa umanitaria quantomai necessaria a Gaza”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Continueremo a lavorare per il rilascio di tutti gli ostaggi e per una pace duratura in Medio Oriente. Oggi pensiamo alle famiglie che potranno finalmente riabbracciare i propri cari”, conclude.

Salario minimo, Conte: il Governo prende in giro gli italiani

Salario minimo, Conte: il Governo prende in giro gli italianiRoma, 21 nov. (askanews) – “Anche nella nostra proposta c’è la valorizzazione della contrattazione collettiva. Ma attenzione: ci sono tanti contratti collettivi in questo momento che sono al di sotto dei 9 euro lordi. Quindi è chiaro che bisogna introdurre una soglia, una clausola di salvaguardia: ce l’hanno Francia, Germania, Spagna, di che cosa abbiamo paura?”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del M5S, nel corso della registrazione di Cinque minuti, che andrà in onda stasera su Rai1.

“La contrattazione collettiva, benissimo, introduce tutte le tutele però – ha precisato commentando la posizione della maggioranza parlamentare – se la soglia è inferiore ai 9 euro l’ora si chiama sfruttamento della manodopera, dobbiamo adeguarci all’articolo 36 della Costituzione. E’ una norma di civiltà”. A giudizio dell’ex premier “questo governo è completamente scorretto: ha mandato la palla in tribuna al Cnel di Brunetta, adesso ha bucato il pallone. Addirittura siamo in discussione (in commissione alla Camera, ndr) su una proposta che reca la mia prima firma e stanno costruendo, con un emendamento, in modo proditorio, una legge di delega che addirittura rimanda la palla adesso al Governo e non si sa quando ci sarà un decreto legislativo delegato. Il tutto per costruire una campagna elettorale europea sulla presa in giro degli italiani”.

Di fronte all’obiezione che la cifra fissata nella proposta del M5S, di 9 euro l’ora, in Europa viene raggiunta solo da paesi con reddito pro-capite superiore a quello italiano, Conte ha replicato: “Non facciamo paragoni di questo tipo, ne usciremmo umiliati. Addirittura in Gemania fra un po’ veleggeranno sui 15 euro e più. Noi abbiamo una perdita di potere d’acquisto reale. Parliamo di 3 milioni e 600mila lavoratori che prendono buste paga da fame. Lei può accettare che ci siano persone con 4 5 euro lordi l’ora? Non riescono a mangiare. Ma di cosa stiamo parlando? Noi dobbiamo intervenire per far riguadagnare potere salariale anche al ceto medio, che sta scivolando giù in tutte le classifiche europee. Ma non ci compariamo agli altri Paesi perché facciamo figuracce”, ha concluso.

Tavolo Asilo e Immigrazione chiede revoca protocollo Italia-Albania

Tavolo Asilo e Immigrazione chiede revoca protocollo Italia-AlbaniaRoma, 21 nov. (askanews) – Il Tavolo Asilo e Immigrazione chiede che il Protocollo Italia-Albania venga revocato dal Governo e fa fin da ora un appello al Parlamento perché voti contro il disegno di legge di ratifica preannunciato dal ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, durante le odierne comunicazioni alla Camera sull’intesa.

Il tavolo asilo e immigrazione spiega in un comunicato che “l’accordo firmato con il governo albanese si pone, come quello con la Tunisia, l’obiettivo di esternalizzare le frontiere e il diritto d’asilo, violando gli obblighi costituzionali e internazionali del nostro Paese”. L’accordo Italia-Albania così come delineato – si legge nel testo – comporterebbe “il rischio di gravi violazioni dei diritti umani”. Tanto più, spiegano i relatori, che “il testo dell’intesa non chiarisce se i centri da realizzarsi in Albania saranno destinati alle procedure di esame delle domande di protezione internazionale e in particolare alle procedure di frontiera o al rimpatrio, ma alle persone condotte nei centri sarebbe impedito di uscire, subendo di fatto un regime di detenzione automatica e prolungata, senza una chiara base legale”.

Secondo le organizzazionid del Tavolo anche la possibilità di controllo giurisdizionale sembra compromessa, così come il diritto di difesa e a un ricorso effettivo. L’Accordo non chiarisce infatti la competenza a convalidare il trattenimento delle persone, né che cosa accadrà alle persone che hanno chiesto protezione internazionale che non ottengano risposta entro i 28 giorni previsti dalla procedura accelerata. Infine, le organizzazioni si dicono preoccupate per la “mancanza nel Protocollo di qualsiasi riferimento alle persone maggiormente vulnerabili, minori, donne, famiglie, vittime di tortura, e di come queste sarebbero salvaguardate dall’applicazione dell’accordo, così come era stato invece annunciato nei giorni scorsi”.

Per questi motivi le Organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione ne hanno chiesto oggi la revoca da parte del Governo durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il Segretario di +Europa Riccardo Magi, il senatore Graziano Delrio, Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Le associazioni hanno inoltre lanciato un appello al Parlamento perché voti contro il disegno di legge di ratifica preannunciato dal ministro degli Esteri durante le odierne comunicazioni alla Camera.

Al Tavolo Asilo e Immigrazione partecipano: A Buon Diritto, ACAT, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CNCA, Commissione Migranti e GPIC Missionari Comboniani Italia, DRC Italia, Emergency, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, Medici del Mondo, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Oxfam Italia, Refugees Welcome Italia, Save the Children Italia, Senza Confine, Società Italiana Medicina delle Migrazioni, UIL, UNIRE Aderiscono inoltre: AOI, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Rivolti ai Balcani, Sea Watch e Sos Mediterranée Italia.