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Il Papa: no alla medicina solo a pagamento, a rischio l’universalità su cui si fonda la sanità italiana

Il Papa: no alla medicina solo a pagamento, a rischio l’universalità su cui si fonda la sanità italianaMilano, 18 nov. (askanews) – “A distanza di tre anni (dalla pandemia, ndr), la situazione della sanità in Italia si trova ad attraversare una nuova fase di criticità che sembra diventare strutturale. Si registra una costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie. La perdurante crisi economica incide sulla qualità della vita dei pazienti e dei medici: quante diagnosi precoci non vengono fatte? Quante persone rinunciano a curarsi? Quanti medici e infermieri, sfiduciati e stanchi, abbandonano o preferiscono andare a lavorare all’estero? Sono questi alcuni dei fattori che ledono l’esercizio di quel diritto alla salute che fa parte del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa e che è sancito dalla Costituzione italiana quale diritto dell’individuo, cioè di tutti, nessuno escluso, specialmente dei più deboli, e quale interesse della collettività, perché la salute è un bene comune. La sanità pubblica italiana è fondata sui principi di universalità, equità, e solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati. Per favore, conservate questo sistema, che è un sistema popolare nel senso di servizio al popolo, e non cadete nell’idea forse troppo efficientista (alcuni dicono (‘moderna’): soltanto la medicina pre-pagata o quella a pagamento e poi nient’altro. No. Questo sistema va curato, va fatto crescere, perché è un sistema di servizio al popolo”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’Udienza ai membri dell’Associazione otorinolaringologi ospedalieri italiani (Aooi) e della Federazione italiana medici pediatrici (Fimp).

“In questi ultimi anni, la resistenza dei medici, degli infermieri, dei professionisti sanitari è stata messa a dura prova” ha ricordato il Pontefice, sottolineando che “sono necessari interventi che diano dignità al vostro lavoro e favoriscano le migliori condizioni perché possa essere svolto nel modo più efficace”.

Schlein e il no ad Atreju: non sono nel mood per una festa di partito. Coraggio? Confronto in Parlamento

Schlein e il no ad Atreju: non sono nel mood per una festa di partito. Coraggio? Confronto in ParlamentoRoma, 18 nov. (askanews) – “Ho scelto di non andare alla festa del partito di Meloni perché l’aspetto in Parlamento, per il salario minimo. E’ quello il luogo dove confrontarci, siamo sempre aperti al confronto”. Lo ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein, a Radio 24. “Non sono nel mood per una festa di partito”, ha aggiunto insistendo sulla necessità di discutere dei temi nel luogo più adatto e a chi le chiedeva se avesse timore del confronto la segretaria del Pd ha rilanciato: “Io sto aspettando che portino in Parlamento l’accordo con l’Albania. Dove lo facciamo il confronto? Li aspettiamo in Parlamento”.

Coraggio? “Sono io che aspetto che lei porti in aula l’accordo con l’Albania perchè gli accordi internazionali secondo Costituzione vanno portati in Parlamento. E’ al governo che manca il coraggio affrontare le priorità del paese: li aspettiamo sul salario minimo, sul Mes, siccome sta esautorando la sede opportuna è lì che li aspettiamo!”, ha sottolineato Elly Schlein a Radio24 torna sulla polemica legata alla sua decisione di non partecipare alla festa di Fdi, Atreju, e replica a chi la ha accusata di non avere coraggio. “Mercoledì presenteremo la manovra alternativa” e tra le proposte ci saranno il “salario minimo e il congedo paritario. Questa manovra colpisce le donne. Anche sulla sanità pubblica stiamo preparando proposte con le altre opposizioni” ha poi annunciato Schlein. E infine ha ribadito perché non condivide e considera pericolosa la riforma costituzionale sul premierato presentata dal governo: “Giorgia Meloni vuole comandare non vuole governare perciò vuole indebolire il Presidente della Repubblica perchè vuole l’uomo solo al comando ma è un’esperienza che in Italia abbiamo già fatto e non è andata bene…”.

Meloni avvisa Ue: per Italia folle accettare Patto insostenibile

Meloni avvisa Ue: per Italia folle accettare Patto insostenibileZagabria, 17 nov. (askanews) – Il ritorno alle vecchie regole del Patto di stabilità sarebbe “esiziale” per l’economia, ma d’altro canto per l’Italia sarebbe “folle” accettare una “soluzione non sostenibile”. La scadenza del termine per approvare la nuova governance dell’Ue (il 31 dicembre) si avvicina, le distanze tra i partner sono ancora molto ampie e Giorgia Meloni torna a lanciare l’allarme sul rischio di uno stallo del negoziato. La premier parla a Zagabria, al termine di una visita di due giorni che l’ha vista ieri sera alla cena sull’Agenda strategica organizzata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel (con cui poi ha avuto un lungo colloquio) e oggi a un incontro bilaterale con il primo ministro croato Andrej Plenkovic.

Sul nuovo Patto di stabilità, dice Meloni in dichiarazioni alla stampa nel Palazzo del Governo, “mi pare che si stiano facendo passi in avanti perchè si è compreso che il ritorno ai vecchi parametri sarebbe esiziale per l’economia, ma sono passi per l’Italia ancora insufficienti bisogna lavorare ancora e di più”. Per la premier la richiesta è sempre quella dello scorporo degli investimenti nelle transizioni energetica e digitale e nella difesa. Non farlo, per lei, sarebbe “miope”. Sul punto Meloni torna poco dopo, incontrando la stampa italiana. A chi le chiede se l’Italia sia pronta a mettere il ‘veto’ su una proposta non ritenuta adeguata, la presidente del Consiglio risponde che l’Italia cerca una “soluzione sostenibile” perchè sarebbe “folle” e “controproducente” accettare una “soluzione non sostenibile”. Dunque “se io devo impegnarmi a rispettare un Patto che so di non poter rispettare il problema me lo dovrò porre perchè preferisco non essere nella condizione di rispettare un patto che non ho votato”. Però, smorza, “non credo che arriveremo lì. Le posizioni che sta portando avanti l’Italia sono più che sensate per molti Paesi”. Intanto in attesa del giudizio di Moody’s sul rating dell’Italia (“Vediamo, vediamo…”, si limita a dire) c’è da fare i conti con la protesta nelle piazze contro la manovra e i sindacati che accusano il governo di “bullismo istituzionale” per la precettazione dello sciopero. Accusa che Meloni torna a respingere, sostenendo che “c’è stato il pronunciamento di una autorità indipendente” e che il governo ha avuto “un ruolo marginale”. Meloni non sconfessa la ‘linea dura’ di Matteo Salvini, definisce un “atto dovuto” la precettazione, per garantire il diritto di sciopero ma anche quello degli utenti, e pur assicurando di avere “grande rispetto per i diritti dei lavoratori e gli scioperi” cerca di smontare le motivazioni della protesta: “Nel merito lo sciopero contro la manovra è stato lanciato in estate quando non avevo ancora cominciato a pensarla”. Per lei dunque quello di oggi è stato – nella sostanza – uno sciopero ‘politico’ contro il governo.

Alla politica interna la premier è richiamata dai giornalisti che le chiedono un commento sul ‘no’ della segretaria del Pd Elly Schlein all’invito a partecipare ad Atreju, la festa di Fdi in programma a metà dicembre. Da un lato Meloni dice che “non mi sento di giudicare” la scelta della leader Dem, ma dall’altro la attacca, evocando la decisione contraria di altre figure di primo piano della sinistra italiana. “Atreju – sottolinea – è una festa aperta per antonomasia, la prima festa ad immaginare confronti tra leader molto diversi. Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, prendo atto che le cose sono cambiate”. Dunque, le viene chiesto, Schlein ha timore? “Non so le sue motivazioni” ma in passato “sono venuti quasi tutti, Gentiloni, Letta… E’ una delle primissime volte in cui qualcuno dice di no”. Sul tavolo degli incontri di Zagabria, naturalmente, Meloni ha posto anche la questione dei migranti. Con Plenkovic ha parlato della rotta balcanica e della sospensione di Schengen (una “scelta transitoria che siamo pronti a riconsiderare in ogni momento”) ma a far discutere è soprattutto l’accordo con l’Albania per la realizzazione di due centri per migranti, di cui ha parlato anche con Michel. Un accordo “innovativo e intelligente”, lo definisce, che se funziona può essere un “esempio da replicare”. Certo mettere nero su bianco, con norme concrete, l’intesa ‘politica’ non sarà facile, per vari problemi come quello della definizione del “giudice naturale”. Meloni dice di “non comprendere il nervosismo” sul tema ma per la prima volta apre a un passaggio parlamentare: “Sono norme che definiamo, che definiremo con il Parlamento” ma comunque “la giurisdizione che rimane italiana offre tutte le garanzie”.

Meloni: il no di Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timore. La replica di Schlein

Meloni: il no di Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timore. La replica di SchleinZagabria, 17 nov. (askanews) – Il no di Elly Schlein all’invito ad Atreju “l’ho appreso da voi, non mi occupo del programma di Atreju, festa aperta per antonomasia, la prima festa ad immaginare confronti tra leader molto diversi. Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, prendo atto che le cose sono cambiate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Zagabria.

“Non so – ha aggiunto – come interpretare la decisione, io mi sono sempre presentata quando invitata e sono stata io ad aprire gli inviti alla sinistra. Sono venuti quasi tutti, Gentiloni, Letta… E’ una delle primissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla”. “Non mi sento di giudicarla, non entro nel merito, la manifestazione si svolge lo stesso, la supereremo”, ha ironizzato. La replica non si è fatta troppo attendere: “Dopo mesi di rinvii Giorgia Meloni vuole sfilare definitivamente al Parlamento la discussione sul salario minimo, voltando le spalle a 3.5 milioni di lavoratori e lavoratrici. È lì che vi aspettiamo per confrontarci e votarlo, se ne avete il coraggio”, afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.

Sud, De Luca: Zes unica è una follia totale, cosa irresponsabile

Sud, De Luca: Zes unica è una follia totale, cosa irresponsabileNapoli, 17 nov. (askanews) – “Prendere la Zes della Campania e toglierla da mezzo per fare una struttura centralizzata a Roma, che dovrebbe gestire conferenze dei servizi per tutte le aziende che si vogliono insediare nel Sud, è una follia totale, davvero qualcosa di irresponsabile”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, durante la diretta Facebook del venerdì. “Siamo la Regione che ha realizzato la prima Zes, quella più efficiente – ha proseguito – estendere la Zes in tutto il Sud non significa avere una gestione centralizzata a Roma. Dobbiamo mantenere la gestione regionale, altrimenti affonderemo in una palude burocratica”.

“C’è stato uno studio dell’Ambrosetti che ha certificato il fatto che la Zes della Campania ha avuto risultati straordinari nell’indotto per gli investimenti fatti, con la Zes della Campania arriveremo a 20mila posti di lavoro in più creati, 3mila diretti e il resto di indotto, e si attivano 23 miliardi in termini di valore aggiunto per il Pil regionale. Un risultato eccezionale. Immaginare di prendere la Zes della Campania e fare una struttura centralizzata a Roma è una follia totale – ha concluso il governatore -. Stiamo combattendo per difendere la Zes della Campania ed evitare un’ulteriore scelta di burocratizzazione, cioè di clientela politica nazionale a danno dell’efficienza e dei tempi di decisione”.

Meloni: sciopero deciso prima della manovra. Bullismo? A decidere è stata un’Autorità indipendente

Meloni: sciopero deciso prima della manovra. Bullismo? A decidere è stata un’Autorità indipendenteZagabria, 17 nov. (askanews) – “Ho grande rispetto per i diritti dei lavoratori e gli scioperi. Nel merito lo sciopero contro la manovra è stato lanciato in estate quando non avevo ancora cominciato a pensarla” e dunque “nel merito” non riguarda “nostri oggettivi errori”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Zagabria.

E “non so cosa intenda” chi parla di “toni di sfida” di Matteo Salvini sullo sciopero ma “sono d’accordo, perché era dovuto, sul tema della precettazione, cioè sul tentativo di mettere insieme diritto di sciopero e diritto di poter usufruire dei servizi essenziali”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Non so cosa si intenda – aggiunge, replicando ai sindacati – per bullismo istituzionale. C’è stato il pronunciamento di una autorità indipendente che segnalava al sindacato che non c’erano i requisiti per lo sciopero generale. Non è una decisione che ho preso io, lo ha detto una autorità indipendente, c’è stata una decisione del sindacato di farlo rientrare nelle prescrizioni dell’autorità indipendente. Il governo ha un ruolo marginale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando ai sindacati sullo sciopero di oggi.

Balneari, Meloni: nuova contrattazione con Ue, passi avanti

Balneari, Meloni: nuova contrattazione con Ue, passi avantiZagabria, 17 nov. (askanews) – Sulla questione dei balneari “ereditiamo una situazione che si trascina da qualche anno. Io ho trovato corretto e positivo il fatto che la Commissione dicesse che il fatto che stia andando avanti con la lettera di richiamo non preclude le negoziazioni con l’Italia. Perchè c’è una novità interessante che è la chiusura del tavolo tecnico che doveva fare una cosa che curiosamente non era stata fatta e cioè la mappatura per capire se c’è la scarsità di risorsa. Il tavolo dice che non c’è scarsità della risorsa, oggi bisogna portare questa novità e iniziare una nuova contrattazione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Zagabria.

“La Commissione – ha aggiunto – dice che il lavoro che sta facendo non preclude questa contrattazione, è un elemento positivo poi ovviamente faremo le nostre proposte perchè abbiamo il problema di dare certezza del diritto ed evitare che ci sia un caos. Stiamo facendo dei passi in avanti”.

Patto stabilità, Meloni:sarebbe folle firmare proposta non sostenibile

Patto stabilità, Meloni:sarebbe folle firmare proposta non sostenibileZagabria, 17 nov. (askanews) – Sul nuovo Patto di stabilità “noi cerchiamo una soluzione sostenibile perchè sarebbe folle accettare una soluzione non sostenibile, sarebbe controproducente per la nazione che rappresentiamo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando con i giornalisti a Zagabria.

A chi le chiedeva se l’Italia potrebbe usare il veto, Meloni ha risposto che “non c’è un’attuale proposta ma ce ne sono diverse. Se io devo impegnarmi a rispettare un Patto che so di non poter rispettare il problema me lo dovrò porre perchè preferisco non essere nella condizione di rispettare un patto che non ho votato. Non credo che arriveremo lì. Le posizioni che sta portando avanti l’Italia sono più che sensate per molti Paesi, abbiamo cercato varie ipotesi di soluzioni che per noi fossero ragionevoli con gli impegni che abbiamo. Il tema delle transizioni vuol dire Pnrr. Noi sappiamo che il Pnrr una volta che lo mettiamo a terra avrà un moltiplicatore positivo ma oggi è soprattutto un impegno e una spesa quindi quegli investimenti che stiamo facendo, condivisi con l’Europa, devono essere tenuti in considerazione. Molti Paesi la vedono come noi”.

Fdi, Meloni: no Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timore

Fdi, Meloni: no Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timoreZagabria, 17 nov. (askanews) – Il no di Elly Schlein all’invito ad Atreju “l’ho appreso da voi, non mi occupo del programma di Atreju, festa aperta per antonomasia, la prima festa ad immaginare confronti tra leader molto diversi. Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, prendo atto che le cose sono cambiate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Zagabria.

“Non so – ha aggiunto – come interpretare la decisione, io mi sono sempre presetata quando invitata e sono stata io ad aprire gli inviti alla sinistra. Sono venuti quasi tutti, Gentiloni, Letta… E’ una delle primissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla”.

Meloni da Zagabria: l’Ue deve ripensarsi. E difende l’accordo “intelligente” sui migranti con l’Albania)

Meloni da Zagabria: l’Ue deve ripensarsi. E difende l’accordo “intelligente” sui migranti con l’Albania)Zagabria, 17 nov. (askanews) – “L’Europa deve ripensarsi per affrontare le grandi sfide” ma anche per cogliere “le opportunità” che questioni come “l’allargamento ci pone di fronte”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte con il premier croato Andrej Plenkovic a Zagabria.

E da Zagabria la premier torna a difendere l’accordo sui migranti con l’Albania: “Penso che l’accordo con l’Albania sia molto innovativo, intelligente e mi pare sia stato colto con molto interesse dai partner. Dipenderà dalla nostra capacità di farlo funzionare nel miglior modi” ma “penso che possa essere un esempio da replicare se funziona. L’Italia ha scelto di essere pioniera. Penso sia un accordo intelligente e innovativo nel momento in cui abbiamo bisogno di immaginare strade nuove per un problema che non abbiamo gestito nel migliore dei modi”.