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Migranti, Meloni: Germania conosce importanza paesi di frontiera

Migranti, Meloni: Germania conosce importanza paesi di frontieraRoma, 8 giu. (askanews) – “La Germania sa che senza l’Italia e le nazioni di frontiera è molto più difficile avere una politica sulla migrazione europea che funzioni meglio di quella attuale. Nel Consiglio abbiamo lavorato per superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, un cambio di paradigma su cui c’è consenso ampio e di questo ringrazio Scholz. Se non affrontiamo il tema della difesa dei confini esteri, non combattiamo il trafico di esseri umani, distinguendo tra chi ha diritto alla protezione e chi non ce l’ha, sarà molto più difficile affrontare una serie di sfide”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Meloni: fra Italia e Germania rapporti intensi e impegno comune

Meloni: fra Italia e Germania rapporti intensi e impegno comuneRoma, 8 giu. (askanews) – “Sono molto lieta di ricevere il cancelliere Scholz, un incontro che segue di soli quattro mesi la mia visita a Berlino a riprova di una dinamica particolarmente intensa nei rapporti. Una dinamica favorita da molti temi di vicinanza nell’ambito dell’agenda politica ma anche dall’impegno per affrontare sfide comuni complesse e promuovere il ruolo europeo nel contesto nuovo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz. “L’accordo tra Ita e Lufthansa è la testimonianza di quanto i nostri interessi sia convergenti sul piano strategico su dossier economici e strategici”  ha detto poi Meloni.

 

Meloni: fra Italia e Germania rapporti intensi e impegno comune

Meloni: fra Italia e Germania rapporti intensi e impegno comuneRoma, 8 giu. (askanews) – “Sono molto lieta di ricevere il cancelliere Scholz, un incontro che segue di soli quattro mesi la mia visita a Berlino a riprova di una dinamica particolarmente intensa nei rapporti. Una dinamica favorita da molti temi di vicinanza nell’ambito dell’agenda politica ma anche dall’impegno per affrontare sfide comuni complesse e promuovere il ruolo europeo nel contesto nuovo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Piantedosi: sul Patto Ue su immigrazione e asilo ci sono ancora molte cose da fare

Piantedosi: sul Patto Ue su immigrazione e asilo ci sono ancora molte cose da fareLussemburgo, 8 giu. (askanews) – “Non possiamo proporre una riforma che sarebbe destinata nei fatti a fallire, quindi nei termini in cui ci sono state presentate le ultime proposte negoziali” sul Patto Ue su Immigrazione e asilo, riteniamo che “ci siano ancora molte cose da fare. Non voglio esprimere da subito una posizione nettamente contraria, ma su alcuni punti dobbiamo immaginare la possibilità di negoziare ancora su un sistema europeo sostenibile”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante il suo intervento in sessione pubblica a Lussemburgo, al Consiglio Affari interni dell’Ue. “Per l’Italia è cruciale mantenere alta l’attenzione sulla situazione tunisina, come testimonia la missione del Presidente Meloni, lo scorso 6 giugno, e la nostra richiesta di avere un punto specifico anche in occasione del prossimo Consiglio europeo”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo al Consiglio Affari interni dell’Ue in corso a Lussemburgo.

Secondo fonti diplomatiche, il ministro ha anche ricordato la propria missione a Tunisi dove ha avuto modo “di riscontrare gli sforzi compiuti dalle autorità tunisine rispetto a un fenomeno (le partenze dei migranti, ndr) che ha raggiunto livelli mai conosciuti prima”. Piantedosi ha sottolineato che la Tunisia “è sempre più un Paese non solo di partenza, ma anche di transito dei flussi, come dimostrano gli ultimi dati. Sono pertanto prioritari i rimpatri anche verso i paesi di origine”, Sempre a quanto riferiscono fonti diplomatiche il titolare del Viminale ha ribadito “la necessità di una visione di lungo periodo, sollecitando anche una riflessione su una revisione del Quadro Finanziario Pluriennale” dell’Ue “per aggiornarlo alla sfida. È indispensabile – ha aggiunto – unire gli sforzi di tutti gli attori interessati: Stati terzi di origine, Paesi di transito, Unione europea, Organizzazioni come l’Oim l’Unhcr”.

“È chiaro – ha affermato il ministro – che tutto ciò richiede un attento e costante lavoro sul terreno lungo alcune direttrici ben chiare tra cui la protezione delle frontiere sensibili lungo le rotte migratorie; il rafforzamento dei sistemi di asilo e di accoglienza dei Paesi intermedi; il miglioramento della capacità di gestione sul territorio africano delle persone più vulnerabili; il sostegno alle comunità locali per impedire che si trasformino in elementi di facilitazione dell’immigrazione illegale”. C’è poi il tema tutt’altro che secondario della “previsione di idonei canali di ingresso legale nell’Unione europea sul modello dei corridoi umanitari da noi attuati oramai da diversi anni e lo sviluppo di robuste iniziative per attuare i rimpatri e la reintegrazione degli immigrati da Paesi come la Tunisia verso gli Stati di origine.”

Violenza donne, Schlein: bene proposte governo, ma manca educazione

Violenza donne, Schlein: bene proposte governo, ma manca educazioneMilano, 8 giu. (askanews) – Sull’educazione al contrasto della violenza sulle donne “bisogna proseguire negli sforzi ed è una parte che manca nelle proposte che ha portato ieri il governo e che pure sono positive nella misura in cui raccolgono il lavoro fatto e le indicazioni emerse dal lavoro della commissione”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, presentando a Roma le proposte del partito in materia di lotta alla violenza sulle donne.

C’è una parte del problema che è quella “di arrivare finalmente a che le donne vengano credute quando denunciano di essere vittime di violenza. L’altra parte è l’educazione, alle differenze” ha ribadito la segretaria dem. “Se vogliamo veramente sradicare quella cultura patriarcale che colpisce il corpo delle donne quotidianamente bisogna fare un lavoro di prevenzione che è anche culturale, che non può che partire da un grande investimento in educazione alle differenze fin dalle scuole e anche nelle università” ha concluso.

Gender gap, la presidente Rai Soldi: le nomine alle direzioni delle testate tutte al maschile strappo grave

Gender gap, la presidente Rai Soldi: le nomine alle direzioni delle testate tutte al maschile strappo graveRoma, 8 giu. (askanews) – “Per quanto riguarda l’interno azienda, abbiamo ottenuto una significativa riduzione del gender gap, sia in termini di carriere sia di retribuzioni tra il 2021 e il 2022”, lo ha detto la presidente della Rai, Marinella Soldi, in audizione davanti alla commissione di Vigilanza Rai, avvertendo: “Uno sforzo che purtroppo non è stato fatto nell’occasione delle ultime nomine, in particolare per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte al maschile: uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal CdA un anno fa”.

Pd, riunione dell’area Bonaccini: nessuno lavori per escluderci

Pd, riunione dell’area Bonaccini: nessuno lavori per escluderciRoma, 7 giu. (askanews) – Chi c’era racconta di grande “preoccupazione”, di irritazione per una Elly Schlein che “sembra la leader di un movimento studentesco piuttosto che la segretaria del Pd”. La riunione di oggi della minoranza dem con Stefano Bonaccini è stata uno sfogatoio, e più che la sconfitta alle comunali pesa proprio la linea della segretaria, ritenuta troppo “assente” sui temi cruciali, a cominciare dall’economia e dal lavoro e, appunto, troppo “movimentista” quando si parla di Ucraina, per esempio. Così come non è piaciuta la defenestrazione di Piero De Luca, sostituito da quel Paolo Ciani che oggi ha scatenato un putiferio proprio sulle armi a Kiev. Grande scoramento, ma frenato da una consapevolezza condivisa: “Attenzione, se fallisce adesso Schlein finisce il Pd”, avrebbe ammonito per esempio Enzo Amendola, pure descritto molto critico verso la segreteria nel suo intervento. Per questo, alla fine, la parola d’ordine imposta da Bonaccini è: “Dobbiamo aiutare il Pd, dunque dobbiamo aiutare Elly. Dobbiamo aiutarlo rappresentando le nostre idee, le nostre proposte riformiste”. E per farlo l’area che ha sostenuto il presidente Pd alle primarie terrà una “due giorni” a luglio, un appuntamento per far sentire la voce dell’altro Pd, quello che teme di essere via via messo alla porta dalla nuova gestione.

Il malumore è forte e generalizzato. Raccontano appunto di interventi molto “preoccupati” di tanti dirigenti, oltre ad Amendola. Si sono fatti sentire – tra gli altri – Lorenzo Guerini (che già diverse volte in questi giorni ha invitato a non chiudere il Pd in un recinto), Graziano Delrio, appunto Amendola, Piero Fassino, Valeria Valente. Più prudente, secondo quanto viene riferito, Matteo Orfini. “Una valutazione su quello che è successo negli ultimi tre mesi”, spiega uno dei partecipanti. E la “valutazione” è negativa, si parla di “confusione”, di “assenza di linea”. Soprattutto, non piace l’atteggiamento verso la minoranza, additata per esempio come responsabile del voto a Bruxelles a favore del piano Asap che autorizza l’uso del Pnrr per l’approvvigionamento di munizioni. Lascia parecchi strascichi anche l’atteggiamento verso De Luca jr, un deputato che tutti – nell’area Bonaccini – definiscono “serio, lavoratore” e che è stato colpito per “dare un segnale” allo “sceriffo” Vincenzo, che vuole il terzo mandato in Campania.

L’Ucraina preoccupa, Pina Picierno ha fatto un tweet duro per commentare le frasi di Ciani: “Paolo Ciani diventa vicecapogruppo del gruppo del Pd, dichiara di non volersi iscrivere al nostro partito ma di volerne cambiare la linea su Ucraina. Grande confusione sotto il cielo. Una cosa però mi pare importante ribadirla: il sostegno del Pd alla resistenza Ucraina non cambia e non cambierà”. La linea ricorrente della segretaria – che non riconosce le scelte del termovalorizzatore a Roma, che dice di avere una “sua” posizione sulla gestazione per altri, che appunto fa sapere di non avere dato indicazioni di voto al gruppo Pd di Bruxelles – fa sentire quasi ospiti indesiderati i parlamentari della minoranza. Come dice uno di loro: “Elly sembra più preoccupata di preservare la ‘purezza della sua immagine, della linea con la quale ha vinto le primarie, che di fare una sintesi come deve fare chi guida un partito”. Tanto che Debora Serracchiani, raccontano, a un certo punto avrebbe detto: “Nessuno deve lavorare per mettere in difficoltà la segretaria. Ma nessuno deve pensare di lavorare per escludere qualcuno. Tutti dobbiamo lavorare per sentirci una comunità. Non c’è una parte buona e una cattiva”.

Bonaccini ha tenuto una linea simile a quella espressa anche in tv: “La segretaria è qui da tre mesi, lo sport preferito del Pd di criticare il nuovo arrivato andrebbe messo da parte. Certamente è bene evitare una deriva minoritaria che ci metterebbe in un angolo”. Perché appunto, come sottolineato da Amendola e da molti altri, bisogna valutare bene ogni iniziativa, sia per evitare il solito film della minoranza che logora il segretario di turno, sia perché stavolta è in gioco la tenuta stessa del Pd. Si cercherà di trovare un complicato equilibrio: ribadire che l’anima “riformista” ha pieno diritto di cittadinanza nel Pd, senza cannoneggiare una segretaria al lavoro solo da tre mesi. Un compito non semplice che, appunto, si proverà a declinare intanto con la kermesse di luglio.

Violenza sulle donne, arriva il giro di vite del Governo

Violenza sulle donne, arriva il giro di vite del GovernoRoma, 7 giu. (askanews) – ‘Velocizzare le valutazioni preventive sui rischi che corrono le potenziali vittime di femminicidio o di reati di violenza contro le donne o in ambito domestico; rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza’. Sono questi le principali intenzioni del Governo che ha varato oggi un disegno di legge per il contrasto alla violenza sulle donne e contro la violenza domestica. Il provvedimento – si spiega in una nota – è stato deciso su proposta del ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, del ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del ministro della giustizia Carlo Nordio.

Il disegno di legge recepisce – si aggiunge – ‘le istanze più urgenti emerse nell’ambito dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica; le osservazioni contenute nella relazione finale della ‘Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere’; gli orientamenti della procura generale della Corte di Cassazione in materia’. Con il disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri in merito all aviolenza sulle donne si rafforza l”ammonimento’ da parte del questore, una misura di prevenzione oggi prevista per tutelare le vittime di atti di violenza domestica, cyberbullismo o atti persecutori (stalking). ‘Lo scopo è di garantire una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione dei processi penali. Quando le forze di polizia ricevono una segnalazione, si attivano delle rapide procedure di verifica che possono portare al provvedimento di ammonimento. La persona ‘ammonita’ deve astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza e può subire il ritiro di eventuali armi, anche se possedute legalmente. In caso di reiterazione della condotta, la procedibilità per i reati previsti non è più a querela di parte ma d’ufficio’. Con il ddl approvato oggi, si estendono i casi in cui si può applicare l’ammonimento. Si includono adesso i cosiddetti ‘reati-spia’, che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive (attuali e passate): percosse; lesione personale; violenza sessuale; violenza privata; minaccia grave; atti persecutori; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; violazione di domicilio; danneggiamento. Si prevede l’aggravamento di pena quando i reati di violenza domestica o contro le donne sono commessi da un soggetto ammonito, anche se la vittima è diversa da quella che ha effettuato la segnalazione per cui è stato adottato l’ammonimento. Per la richiesta di revoca dei provvedimenti, i soggetti ammoniti dovranno aspettare almeno tre anni e dovranno avere ottenuto valutazioni positive in appositi percorsi di recupero. Inoltre, si amplia la definizione dei reati di ‘violenza domestica’, comprendendo quelli avvenuti in presenza di minorenni. Potenziamento delle misure di prevenzione. Le misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, previste dal Codice antimafia, potranno essere applicate anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (tentato omicidio; lesioni personali gravi e gravissime; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; violenza sessuale). Queste misure si applicano indipendentemente dalla commissione di un precedente reato.

La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza sarà applicata agli indiziati di questi gravi reati con modalità di controllo elettroniche che ne richiedono il consenso. Nel caso in cui tale consenso sia negato, la durata della misura di prevenzione non potrà esser inferiore a due anni e il soggetto dovrà presentarsi periodicamente all’autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, sarà obbligatorio per il Tribunale (attualmente si tratta di una facoltà) imporre agli indiziati di questi reati il divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, frequentati abitualmente dalle vittime, e l’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e dalle vittime, prevedendo particolari modalità nel caso in cui la frequentazione di tali luoghi sia necessaria per motivi di lavoro o altre esigenze. Si prevede poi che in attesa dell’emissione della sorveglianza speciale, il Tribunale, se sussistono motivi di particolare gravità, possa disporre d’urgenza, in via temporanea, il divieto d’avvicinamento. Le violazioni saranno punite con la reclusione da 1 a 5 anni e sarà consentito l’arresto anche fuori dei casi di flagranza. Processi più veloci per i reati di violenza contro le donne, anche nella fase cautelare. ‘Si assicura il rapido svolgimento dei processi in materia di violenza contro le donne, ampliando le fattispecie per le quali è assicurata priorità, includendo: costrizione o induzione al matrimonio; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; stato di incapacità procurato mediante violenza; lesione personale, in alcune ipotesi aggravate )per esempio quando il fatto è commesso contro i genitori, i figli o i coniugi/partner). Sarà assicurata priorità anche alla richiesta e trattazione delle richieste di misura cautelare personale’.

Si prevede l’obbligo (e non più la mera facoltà), per il Procuratore della Repubblica, di individuare uno o più procuratori aggiunti o uno o più magistrati addetti all’ufficio per la cura degli affari in materia di violenza contro le donne e domestica. Termini per la valutazione delle esigenze cautelari Si inserisce, nel Codice di procedura penale, un nuovo articolo (Misure urgenti di protezione della persona offesa), con la previsione che il pubblico ministero abbia un massimo di 30 giorni dall’iscrizione della persona indagata nell’apposito registro per valutare se richiedere l’applicazione delle misure cautelari. Ulteriori 30 giorni al massimo saranno a disposizione del giudice per la decisione sull’istanza. Anche qualora il pubblico ministero non ravvisi i presupposti per la richiesta delle misure cautelari, dovrà proseguire le indagini preliminari. Con il disegno di legge varato oggi dal Consiglio dei ministri in merito alla violenza sulle donne si prevede l’applicazione delle sanzioni penali previste per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa anche alla violazione degli ordini di protezione emessi dal giudice in sede civile. La pena prevista è la reclusione da 6 mesi a 3 anni, con l’arresto obbligatorio in flagranza.

Si prevede quindi l’arresto in ‘flagranza differita’ per chi sarà individuato, in modo inequivocabile, quale autore di una condotta (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; maltrattamenti in famiglia; atti persecutori), sulla base di documentazione video-fotografica o che derivi da applicazioni informatiche o telematiche (chat, condivisione di una posizione geograficaà). L’arresto deve essere compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto. Rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Questo uno degli elementi su cui poggia il ddl varato dal Governo in relazione alla violenza contro le donne. ‘Si prevede l’applicazione della misura cautelare in carcere non solo nel caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari ma anche nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti di controllo disposti con la misura degli arresti domiciliari o con le misure di allontanamento dalla casa familiare o divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Si ampliano al tentato omicidio e alla deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (qualora commessi in danno dei prossimi congiunti o del convivente), le fattispecie per le quali è consentita l’applicazione della misura dell’allontanamento anche al di fuori dei limiti di pena previsti e si prevede il controllo del rispetto degli obblighi tramite il braccialetto elettronico e la prescrizione di mantenere una determinata distanza, comunque non inferiore a 500 metri, dalla casa familiare o da altri luoghi determinati, abitualmente frequentati dalla persona offesa’. Si prevede la possibilità di stabilire la custodia cautelare in carcere anche nei procedimenti per il delitto di lesioni personali, in alcune ipotesi aggravate, e per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Informazioni alla persona offesa dal reato e obblighi di comunicazione. Con il ddl sulla violenza contro le donne si estende la previsione dell’immediata comunicazione alle vittime di violenza domestica o contro le donne, di tutte le notizie inerenti alle misure cautelari disposte nei confronti dell’autore del reato, sia esso imputato in stato di custodia cautelare, comprese l’evasione, la scarcerazione o la volontaria sottrazione dell’internato all’esecuzione della misura di sicurezza detentiva. Al fine di potenziare la ‘circolarità informativa’ e la ‘multi-attorialità’ nel delicato campo della violenza domestica o contro le donne, si prevede anche che l’autorità giudiziaria debba effettuare una comunicazione al questore, in caso di estinzione, inefficacia pronunciata per qualsiasi ragione, revoca o sostituzione in melius di misure cautelari coercitive personali, ai fini delle valutazioni di competenza in materia di misure di prevenzione. Quindi si modificano gli obblighi ai quali il condannato deve soggiacere per accedere alla sospensione condizionale della pena. Si integra la previsione per cui, nei casi di condanna per alcuni specifici delitti, la sospensione condizionale della pena è subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero, stabilendo che non è sufficiente la mera ‘partecipazione’ ma è necessario anche il superamento dei percorsi con esito favorevole, accertato dal giudice. Si introduce una provvisionale a titolo di ristoro ½anticipato», in favore della vittima o, in caso di morte, degli aventi diritto che, in conseguenza dei delitti di omicidio, violenza sessuale o lesione personale gravissima, e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa, vengano a trovarsi in stato di bisogno. Si supera quindi l’attuale limite della necessità dell’acquisizione della sentenza di condanna.

Violenza sulle donne, Roccella: abbiamo rafforzato le misure cautelari

Violenza sulle donne, Roccella: abbiamo rafforzato le misure cautelariRoma, 7 giu. (askanews) – “Abbiamo rafforzato le misure cautelari. Come il braccialetto elettronico e la distanza di 500 metri della persona autore del reato dalla vittima”. Lo ha detto la ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella, dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al disegno di legge con le norme per il contrasto alla violenza sulle donne e contro la violenza domestica. “Nonostante una buona legislazione abbiamo un numero femminicidi che non accenna a calare, a novembre abbiamo illuminato i palazzi delle istituzioni con i 104 nomi delle donne uccise”. In riferimento al provvedimento deciso – ha continuato – “avviene in giorni in cui accaduti femminicidi che hanno colpito, commosso e sconvolto l’opinione pubblica, ma il provvedimento era in cantiere già da tempo. Con i ministri Nordio e Piantedosi avevamo ritenuto necessario, nonostante abbiamo una buona legislazione contro la violenza sulle donne, intervenire su alcune smagliature”.
“Abbiamo previsto anche l’arresto in flagranza differita, così come avviene per altre situazioni”.  “Voglio sottolineare l’importanza anche la provvisionale a titolo di ristoro anticipato in favore della vittima. Un aiuto per le persone che sono in stato di bisogno”, ha continuato. “Tutto questo va accompagnato con un cambiamento culturale. Perché Giulia Tramontano nessuna legge avrebbe potuto salvarla. Dobbiamo mettere in campo misure di accompagnamento. Con ministro Valditara abbiamo pensato di fare una campagna diffondendo le nuove norme che portando nelle scuole le persone che hanno subìto le violenze. Solo attraverso le esperienze dirette si può cercare di far giustizia. Attraverso una consapevolezza crescente che dobbiamo alimentare” 

Il Consiglio dei ministri ha varato nuove norme per i concorsi pubblici

Il Consiglio dei ministri ha varato nuove norme per i concorsi pubbliciRoma, 7 giu. (askanews) – Via libera del Consiglio dei ministri alla nuova disciplina dei concorsi, che si inserisce tra gli interventi del Pnrr per la semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative.

“Con il provvedimento approvato oggi – afferma il ministro Zangrillo – tracciamo la strada per un nuovo modo di selezionare il personale pubblico, imprimendo una decisiva accelerazione ai tempi di conclusione delle procedure e puntando su digitalizzazione e trasparenza. Un intervento che ci permette di affrontare le oltre 170 mila assunzione previste per il 2023 con maggiore forza, fiducia e consapevolezza di aver messo a sistema un meccanismo innovativo e all’avanguardia. La certezza dei tempi è un importante stimolo per i candidati, una garanzia per le amministrazioni”. Lo schema di decreto fissa il limite massimo di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale. La pubblicazione dei bandi avviene attraverso il portale del reclutamento inPA e sul sito istituzionale dell’ente che bandisce il concorso. Particolare attenzione alla rappresentatività di genere, con l’obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione. Previste tutele nei confronti delle donne in gravidanza o allattamento.

“Mettiamo a terra importanti passi sulla digitalizzazione dei nostri processi per una pubblica amministrazione attrattiva ed efficiente”, conclude il ministro Zangrillo.