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Al Consiglio dei ministri il disegno di legge per rafforzare la lotta alla violenza sulle donne (cosa prevede)

Al Consiglio dei ministri il disegno di legge per rafforzare la lotta alla violenza sulle donne (cosa prevede)Roma, 7 giu. (askanews) – Arriva oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri, convocato alle 18, un disegno di legge per rafforzare il contrasto alla violenza sulle donne. Il ddl, di cui Askanews ha visionato una bozza, prevede che il tribunale imponga “il divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, frequentati abitualmente dalle persone cui occorre prestare protezione, e di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e da tali persone”. Sarà possibile anche “imporre ulteriori limitazioni” quando “la frequentazione dei luoghi” sia “necessaria per motivi di lavoro o per altre comprovate esigenze”.

Se “sussistono motivi di particolare gravità”, il presidente del Tribunale può disporre la sorveglianza con braccialetto elettronico, “previo accertamento della relativa fattibilità tecnica” per il rispetto “del divieto di avvicinarsi alle persone cui occorre prestare protezione o a determinati luoghi da esse abitualmente frequentati e dell’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e da tali persone, fino a quando non sia divenuta esecutiva la misura di prevenzione della sorveglianza speciale”. Chi contravviene al divieto di avvicinamento “è punito con la reclusione da uno a cinque anni ed è consentito l’arresto anche fuori dai casi di flagranza”. Alle persone sospettate di violenze contro le donne potrà anche essere applicato (articolo 9) l’arresto in flagranza differita “sulla base di documentazione video fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto”, sempre che “l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”. Le pene previste dal codice penale “sono aumentate se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito” anche “anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”. Inoltre si procede d’ufficio “quando il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito ai sensi del presente articolo, anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”. La sospensione condizionale della pena (art. 13) è subordinata “alla partecipazione e al superamento con esito favorevole di specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero” e “qualsiasi violazione ingiustificata degli obblighi connessi allo svolgimento del percorso di recupero, ivi compresa una sola assenza, costituisce comunque inadempimento rilevante ai fini della revoca della sospensione”.

Il ddl prevede anche norme per rendere più spediti i procedimenti che avranno “trattazione prioritaria”. Quindi “il pubblico ministero, effettuate le indagini ritenute necessarie, valuta, senza ritardo e comunque entro trenta giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari” e il giudice decide “con ordinanza da adottarsi entro il termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza cautelare presso la cancelleria”. Per monitorare il rispetto dei tempi, “il procuratore generale presso la Corte di Appello ogni tre mesi acquisisce dalle procure della repubblica del distretto i dati sul rispetto dei termini”. Prevista, all’articolo 5, “la specializzazione” dei magistrati “nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica”. Infine, la vittima o, in caso di morte, gli aventi diritto che “in conseguenza dei reati” si trovino “in stato di bisogno, possono chiedere una provvisionale da imputarsi nella liquidazione definitiva dell’indennizzo”.

Mattarella: ripresa si basa su cooperazione tra attori economia

Mattarella: ripresa si basa su cooperazione tra attori economiaRoma, 7 giu. (askanews) – “Sulla cooperazione tra gli attori della nostra economia si basa in misura rilevante la ripresa”. E’ quanto afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli.

“Il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti, sono comparti che contribuiscono significativamente alla realizzazione di uno sviluppo equilibrato, sostenibile e inclusivo a vantaggio di una società più coesa e delle generazioni presenti e future. Sono settori della vita economica che concorrono al progresso della Repubblica”, osserva Mattarella. La cooperazione tra più attori è fondamentale, rilancia il capo dello Stato, osservando che “la sinergia tra imprese, istituzioni nazionali ed europee ha saputo contrastare gli effetti recessivi causati dalla pandemia sanitaria e le conseguenze dell’aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina”.

Giro di vite contro femminicidi, braccialetto elettronico e iter rapidi

Giro di vite contro femminicidi, braccialetto elettronico e iter rapidiRoma, 7 giu. (askanews) – Arriva nel pomeriggio in Consiglio dei ministri, convocato alle 18, un disegno di legge per rafforzare il contrasto alla violenza sulle donne.

Il ddl, di cui Askanews ha visionato una bozza, prevede che il tribunale imponga “il divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, frequentati abitualmente dalle persone cui occorre prestare protezione, e di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e da tali persone”. Sarà possibile anche “imporre ulteriori limitazioni” quando “la frequentazione dei luoghi” sia “necessaria per motivi di lavoro o per altre comprovate esigenze”. Se “sussistono motivi di particolare gravità”, il presidente del Tribunale può disporre la sorveglianza con braccialetto elettronico, “previo accertamento della relativa fattibilità tecnica” per il rispetto “del divieto di avvicinarsi alle persone cui occorre prestare protezione o a determinati luoghi da esse abitualmente frequentati e dell’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e da tali persone, fino a quando non sia divenuta esecutiva la misura di prevenzione della sorveglianza speciale”. Chi contravviene al divieto di avvicinamento “è punito con la reclusione da uno a cinque anni ed è consentito l’arresto anche fuori dai casi di flagranza”.

Alle persone sospettate di violenze contro le donne potrà anche essere applicato (articolo 9) l’arresto in flagranza differita “sulla base di documentazione video fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto”, sempre che “l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”. Le pene previste dal codice penale “sono aumentate se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito” anche “anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”. Inoltre si procede d’ufficio “quando il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito ai sensi del presente articolo, anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.

La sospensione condizionale della pena (art. 13) è subordinata “alla partecipazione e al superamento con esito favorevole di specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero” e “qualsiasi violazione ingiustificata degli obblighi connessi allo svolgimento del percorso di recupero, ivi compresa una sola assenza, costituisce comunque inadempimento rilevante ai fini della revoca della sospensione”. Il ddl prevede anche norme per rendere più spediti i procedimenti che avranno “trattazione prioritaria”. Quindi “il pubblico ministero, effettuate le indagini ritenute necessarie, valuta, senza ritardo e comunque entro trenta giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari” e il giudice decide “con ordinanza da adottarsi entro il termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza cautelare presso la cancelleria”. Per monitorare il rispetto dei tempi, “il procuratore generale presso la Corte di Appello ogni tre mesi acquisisce dalle procure della repubblica del distretto i dati sul rispetto dei termini”.

Prevista, all’articolo 5, “la specializzazione” dei magistrati “nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica”. Infine, la vittima o, in caso di morte, gli aventi diritto che “in conseguenza dei reati” si trovino “in stato di bisogno, possono chiedere una provvisionale da imputarsi nella liquidazione definitiva dell’indennizzo”.

Ue, Mattarella a Parigi: abbiamo molto da recuperare in fiducia e speranza nel futuro

Ue, Mattarella a Parigi: abbiamo molto da recuperare in fiducia e speranza nel futuroParigi, 6 giu. (askanews) – “Abbiamo molto da recuperare in fiducia e in speranza nel futuro”. Ne è convinto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che incontrando i giovani diplomatici italiani e francesi all’ambasciata Italiana a Parigi ha ricordato come i nostri due paesi abbiamo fondato l’Unione europea su valori condivisi grazie a “grandi statisti che, con visione e coraggio, ne avviarono il percorso. A partire dalla Dichiarazione di Robert Schumann del 9 maggio 1950 per mettere insieme, tra i sei paesi fondatori, l’energia di allora: carbone e acciaio. Nei nostri giorni invece – ha osservato il capo dello Stato – abbiamo molto faticato per concordare soltanto un modesto tetto al prezzo del gas”.

Occorre “alimentare costantemente il dialogo e la comprensione reciproca, per contribuire allo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali, lavorando per la risoluzione dei conflitti, la promozione dei diritti umani, la tutela dell’ambiente”: è l’invito che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano insieme nell’ambito del Trattato del Quirinale.

Italia-Francia, Mattarella: alimentare dialogo per risolvere conflitti

Italia-Francia, Mattarella: alimentare dialogo per risolvere conflittiParigi, 6 giu. (askanews) – Occorre “alimentare costantemente il dialogo e la comprensione reciproca, per contribuire allo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali, lavorando per la risoluzione dei conflitti, la promozione dei diritti umani, la tutela dell’ambiente”. E l’invito che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano insieme nell’ambito del Trattato del Quirinale.

Il capo dello Stato li ha incontrati presso l’ambasciata italiana a Parigi. “Insieme, giovani funzionari italiani e francesi, rappresentate il cuore pulsante di questa speranza – ha detto -. La vostra passione, conoscenza e dedizione sono indispensabili per la costruzione europea, per la sua crescita ed evoluzione per affrontare le crisi di oggi e le sfide di domani”.

Mattarella a Parigi:”celebriamo solidità rapporti Italia-Francia”

Mattarella a Parigi:”celebriamo solidità rapporti Italia-Francia”Parigi, 6 giu. (askanews) – “per me è una duplice occasione: conoscervi e celebrare la solidità dei rapporti tra la Francia e l’Italia, sottolineando il ruolo fondamentale dei giovani diplomatici nella promozione di un dialogo costruttivo tra le Nazioni”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano nell’ambito del Trattato del Quirinale, incontrati questa sera.

Il capo dello Stato è arrivato a Parigi e il suo primo incontro è stato quello con i giovani diplomatici presso la sede dell’ambasciata italiana. Sono 25 italiani e 25 francesi che hanno già fatto formazione a Roma e ora affrontano questo secondo periodo a Parigi. Si tratta del primo corso da quando è stato firmato dopo il Trattato. Per Mattarella “favorire oggi l’incontro dei nostri diplomatici significa sviluppare nuovi legami, anche amicizie, come accade in ogni esperienza comune”.

Meloni vola a Tunisi,impegno su fondi Fmi.Tornerò con von der Leyen

Meloni vola a Tunisi,impegno su fondi Fmi.Tornerò con von der LeyenTunisi , 6 giu. (askanews) – Il presidente tunisino, Kais Saied, incassa l’impegno dell’Italia a fare ogni sforzo per “cercare di arrivare a una positiva conclusione dell’accordo con il Fondo monetario”. Ed era quello che voleva. Cosa abbia promesso in cambio, invece, non è dato sapere. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata a Tunisi per cercare di portare avanti una difficile mediazione, quella che dovrebbe consentire al Paese nordafricano di ottenere 1,9 miliardi di fondi preziosi per evitare l’imminente rischio di bancarotta.

La premier dice che l’obiettivo va raggiunto nel “pieno rispetto della sovranità tunisina” ma non spiega in che modo ciò sia possibile, considerando che Saied anche nell’incontro di questa mattina le ha ribadito il suo rifiuto ad applicare le riforme lacrime e sangue richieste come condizione imprescindibile dal Fondo. Né è possibile chiedere delucidazioni visto che l’annunciato punto stampa della presidente del Consiglio viene sostituito, ufficialmente per ragioni di tempo, da una dichiarazione alla quale i giornalisti non sono presenti. Meloni sbarca a Tunisi come capo di un “Paese amico”, ma si tratta anche di una amicizia interessata. “La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza, la crescita della democrazia – dice – è ovviamente indispensabile, per la Tunisia ma anche per l’Italia”. Scongiurare il fallimento del Paese è fondamentale anche per evitare che il numero di migranti che bussano alle nostre porte diventi esponenziale. Ed è vero che la presidente del Consiglio ammette che, grazie alla collaborazione tra i due Paesi, il numero di ingressi irregolari a maggio è fortemente calato rispetto a marzo-aprile, ma non nasconde anche la preoccupazione per i prossimi mesi, quelli più difficili.

Tendere la mano in maniera così convinta a un politico come Saied, responsabile di atti repressivi e autoritaristici, non è una scelta ben vista da tutti i Paesi in Europa, ma è considerato essenziale per l’Italia. E Giorgia Meloni, che non a caso parla di “approccio pragmatico”, ci tiene a dimostrare che in questa partita non è da sola. Non solo ricorda di aver posto la questione anche durante i giorni del G7 di Hiroshima, ma fa sapere che “anche a livello europeo l’Italia si è fatta portavoce di un approccio concreto per aumentare il sostegno alla Tunisia, sia nel contrasto alla tratta degli esseri umani che dell’immigrazione illegale”. La promessa è quella di “un pacchetto di sostegno integrato, un pacchetto di finanziamenti e opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles” a cui Meloni vuole dare una accelerazione. E proprio a questo fine fa sapere di aver dato la sua disponibilità a tornare presto in Tunisia “insieme al presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen”. L’Italia, da parte sua, si sta già muovendo: la cornice resta sempre quella del Piano Mattei per l’Africa. Meloni parla del “sostegno al bilancio tunisino, l’apertura di linee di credito a favore soprattutto dello sviluppo, partendo dalla piccola e media impresa fino al settore agroalimentare”. E’ un ulteriore impegno, spiega, “che si aggiunge ai numerosi progetti di cooperazione italiana nel Paese, che ammontano a 700 milioni di euro nel loro complesso, e focalizzano l’attenzione sui settori prioritari, agricoltura, istruzione, formazione professionale, la sanità, i servizi di base”.

Ma la presidente del Consiglio prende anche un impegno per il futuro, facendo propria una causa perorata dal leader tunisino. “Con il presidente Saied – annuncia – abbiamo discusso dell’ipotesi di una conferenza internazionale a Roma sul tema della migrazione e dello sviluppo, per cercare di mettere insieme tutte le necessità legate a un fenomeno imponente che va affrontato a 360 gradi”.

Passa la fiducia sul decreto Pubblica amministrazione: c’è lo stop al controllo della Corte Conti sul Pnrr

Passa la fiducia sul decreto Pubblica amministrazione: c’è lo stop al controllo della Corte Conti sul PnrrRoma, 6 giu. (askanews) – Eliminazione del controllo cosiddetto ‘concomitante’ della Corte dei Conti sui progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Complementare; proroga di un anno, dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024, dello ‘scudo erariale’ che esclude il danno erariale per i pubblici funzionari o per chi gestisce denaro pubblico che agiscono con colpa grave. Queste le contestate novità inserite nel corso dell’esame della Camera nel decreto legge per il potenziamento delle Pubbliche amministrazioni, su cui oggi il governo ha ottenuto la fiducia con 203 voti favorevoli, 134 voti contrari e 3 astensioni. Norme che sono state criticate anche dall’associazione dei magistrati contabili che ha espresso “netta contrarietà”.

La stretta ai controlli della Corte dei Conti è stata motivata dal governo, che ha proposto l’emendamento, e dalla maggioranza, che l’ha approvato, come un intervento necessario per semplificare procedure, evitare sovrapposizioni e accelerare l’attuazione degli interventi del Pnrr che devono essere completati entro giugno 2026. Per le opposizioni si tratta di una misura accentratrice e sbagliata, che sottrae al controllo della Corte l’utilizzo di importanti risorse pubbliche. Il controllo concomitante, che per il Pnrr non è più previsto, è quello che viene praticato in corso d’opera, mentre è in atto la realizzazione del progetto, ed ha anche valore ‘correttivo’ perché permette di individuare subito eventuali anomalie e di porvi rimedio. Rimane, come sottolinea il governo, il controllo successivo sulla gestione, in base al quale la Corte dei Conti verifica la legittimità e la regolarità delle gestioni, il funzionamento dei controlli interni a ciascuna amministrazione, la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti.

Questa modalità di controllo era già stata prevista nel primo provvedimento della governance del Pnrr approvato dal governo Draghi, in cui si stabilisce anche il coordinamento con la Corte dei Conti europea. L’altra misura oggetto di scontro tra maggioranza e opposizione è la proroga di un anno dello ‘scudo erariale’ che limita la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni causati dalle condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave. La misura, già in vigore fino al 30 giugno 2023, è stata introdotta durante la pandemia dal governo Conte 2 e prorogata dal governo Draghi con l’obiettivo di ridurre il fenomeno della ‘paura di firma’. Con questo decreto la misura viene prorogata fino al 30 giugno 2024.

Le misure del decreto sulla Pubblica amministrazione comprendono, tra l’altro, il rafforzamento degli organici della P.A. nelle sue diverse articolazioni centrali e territoriali, con particolare riguardo alle strutture e agli uffici preposti all’attuazione del Pnrr, la possibilità per le amministrazioni che sono qualificate come ‘soggetti attuatori’ del Pnrr di conferire a personale esterno incarichi dirigenziali oltre i limiti previsti, disposizioni in materia di concorsi per il reclutamento di personale, facoltà alle regioni, senza aggravio di spesa, di applicare la disciplina statale in materia di uffici di diretta collaborazione. Ma anche misure urgenti per l’attuazione del grande progetto Pompei e una riserva di posti pari al 15% nelle assunzioni di personale non dirigenziali ai volontari che hanno concluso il servizio civile universale.

Ricerca, Meloni: l’Italia è capace di grandi imprese

Ricerca, Meloni: l’Italia è capace di grandi impreseRoma, 6 giu. (askanews) – “Il simbolo di questa candidatura è l’Italia che vuole guardare verso l’alto, ma il guardare verso l’alto vuol dire che noi siamo capaci di grandi imprese, perché noi lo abbiamo già fatto molte volte, come testimoniano persone che sono su questo palco, come testimonia questo luogo splendido, come dimostrano anche infrastrutture che pure vengono ospitate in Italia o come quelle che abbiamo contribuito a costruire”. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla conferenza stampa, presso l’osservatorio astronomico di Roma, con cui è stata ufficializzata la candidatura dell’Italia a ospitare la sede dell’Einstein telescope.

“C’è un’Italia – ha sottolineato la premier – che è sempre stata capace di pensare in grande, ma alla fine quello che delle volte ci è mancata è stata la consapevolezza e la volontà, perché la politica è l’arte della scelta e la storia è fatta di scelte, allora io ricordo le scelte che hanno fatto alcuni prima di noi come uno dei ragazzi di via Panisperna, Edoardo Amaldi, che quando gli fu offerto di lavorare negli Stati Uniti lui rifiutò e da quella scelta sono nate alcune delle più grandi istituzioni scientifiche italiane e internazionali”. “Allora noi – ha sottolineato Meloni – dobbiamo essere all’altezza di quei pionieri, noi dobbiamo essere all’altezza di quelle persone che hanno fatto la grandezza l’Italia per quella capacità che avevano di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di guardare più in alto di loro stessi, di capire che all’Italia non manca niente”.

Migranti, Meloni da Tunisi rilancia il “Piano Mattei” (e una Conferenza internazionale a Roma)

Migranti, Meloni da Tunisi rilancia il “Piano Mattei” (e una Conferenza internazionale a Roma)Tunisi, 6 giu. (askanews) – La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, a Tunisi è stata poco più di cinque ore. Una visita dove ha incontrato il presidente della repubblica, Kais Saied e la prima ministra, Najla Bouden Ramadan: focus sull’immigrazione; la premier ha rilanciato il “Piano Mattei per l’Africa”, e c’è anche l’idea di una Conferenza internazionale a Roma.

“Noi abbiamo già contribuito e contribuiamo alle capacità di gestione delle frontiere in Tunisia, siamo pronti a fare di più anche con il coinvolgimento dell’Unione europea, sul quale stiamo lavorando. Ma l’approccio securitario non è sufficiente se poi non si fa un lavoro importante che riguardi gli investimenti, lo sviluppo, la formazione, i flussi di migranti regolari, la possibilità di offrire alle persone condizioni di vita migliori”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il premier tunisino, Kais Saied. “Noi siamo impegnati su questo, particolarmente sulle esigenze delle giovani generazioni, su loro stiamo concentrando i nostri sforzi. Il progetto italiano di un Piano Mattei per l’Africa vuole dire proprio questo: parlare di una cooperazione non paternalistica, non predatoria, ma paritaria, che consenta a ciascuno di difendere il proprio interesse nazionale cooperando in una collaborazione che offre opportunità per tutti”, ha aggiunto. “Nelle nostre relazioni bilaterali il nostro lavoro è molto importante anche in tema di contrasto alla migrazione irregolare. E’ un fenomeno che tocca ugualmente tanto Tunisi quanto Roma” e “abbiamo convenuto con il presidente Saied che è fondamentale rafforzare la cooperazione in questo ambito secondo un approccio al fenomeno che non può essere solo securitario, che deve essere globale, che deve tenere in considerazione il diritto delle persone a non dover emigrare, a non dover scappare dalle loro case, dalle loro terre, dalle loro famiglie solo perché non hanno un’alternativa”, ha spiegato Meloni, sottolineando: “Abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme alla Tunisia, gli sbarchi in Italia sono sensibilmente diminuiti nel mese di maggio rispetto a quanto accaduto a marzo-aprile. Questo dimostra un lavoro che insieme stiamo facendo, chiaramente siamo di fronte alla stagione più difficile da questo punto di vista. Non possiamo che essere preoccupati per i prossimi mesi e per questo riteniamo che si debbano intensificare il nostro lavoro comune, rafforzando la collaborazione con le autorità tunisine nell’attività di prevenzione, soprattutto nella regione di Sfax dal quale parte la gran parte dei migranti irregolari”.

Infine, Meloni ha annunciato un importante progetto: “Con il presidente Saied abbiamo discusso dell’ipotesi di una conferenza internazionale a Roma sul tema della migrazione e dello sviluppo, per cercare di mettere insieme tutte le necessità legate a un fenomeno imponente che va affrontato a 360 gradi”. “La immaginiamo – ha aggiunto – come un’occasione per riunire le nazioni della sponda Sud del Mediterraneo, del Medio Oriente, i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, per ascoltare le diverse esigenze e creare dei progetti su cui attirare finanziamenti, coinvolgendo tanto il settore pubblico quanto il settore privato”. “Noi – ha concluso Meloni – faremo del nostro meglio per immaginare un evento di questo tipo nel minore tempo possibile, per rinnovare l’impegno comune ad affrontare fattori politici, ma anche socio-economici e climatici che determinano la migrazione, per promuovere percorsi di mobilità che siano legali e contrastare in modo efficace la tratta di essere umani e il traffico di migranti”.