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Salario minimo, Schlein: raggiunte 300mila firme, dobbiamo insistere

Salario minimo, Schlein: raggiunte 300mila firme, dobbiamo insistereRoma, 20 ago. (askanews) – “Abbiamo già raggiunto le 300mila firme per il salario minimo: ringrazio tutti quelli che le firme le stanno raccogliendo. Dobbiamo andare avanti e insistere perché con la svolta di questi primi mesi abbiamo voluto mettere al centro il lavoro di qualità e il lavoro dignitoso”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, partecipando alla festa dell’Unità di Castiglione del Lago, trasmessa in diretta Facebook.

“E’ ora di fare la guerra ai contratti pirata”, ha aggiunto la leader democratica, secondo la quale su questo tema il Governo “cerca di prendere tempo perché non ha risposte e non ha proposte”.

Lollobrigida pubblica una foto di Meloni: “Oggi mangiamo granchio blu”

Lollobrigida pubblica una foto di Meloni: “Oggi mangiamo granchio blu”Milano, 20 ago. (askanews) – Granchi blu per il pranzo di una domenica di fine agosto della premier, Giorgia Meloni, che insieme al compagno e alla figlia è in vacanza in una masseria di Ceglie Messapica, in Puglia, con la sorella, Arianna, e il marito di lei, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Ed è proprio lui a pubblicare sul suo profilo Instagram lo scatto che immortala la presidente del Consiglio con in mano un vassoio pieno di questi crostacei, considerati un pericolo incombente per i nostri mari, sia dal punto di vista ambientale che economico.

“Oggi mangiamo granchio blu! Eccezionale”, scrive il ministro Lollobrigida a corredo della foto. Un modo per incentivare il consumo a tavola di questa specie aliena, che nei nostri mari non ha molti predatori e si riproduce in modo incontrollato alterandone l’ecosistema. Lungo questa strada si sono già mossi alcuni ristoratori italiani che, di fronte all’”invasione” dei temuti crostacei, puntano a fare di necessità virtù.

Alcune precisazioni di Crosetto sul caso Vannacci

Alcune precisazioni di Crosetto sul caso VannacciMilano, 19 ago. (askanews) – “Scopro, in questi giorni, che in merito al caso che si è aperto sul libro autoprodotto e scritto dal generale Roberto Vannacci, ‘Il mondo al contrario’, troppe persone stanno rilasciando, a destra e a sinistra, commenti a ruota libera, senza conoscere i veri termini della questione”. Così, in un comunicato stampa, il Ministro alla Difesa, Guido Crosetto. “Non cito i diversi, sedicenti autorevoli, commentatori cui rivolgo queste parole perché la loro pochezza morale e intellettuale non merita citazioni ad personam. Mi limito a ricordare che non c’entra nulla tirare in ballo i concetti di ‘politicamente scorretto’ o di ‘politicamente corretto’, perché sono sempre stato, in tutta la mia vita personale, intellettuale e politica, ‘politicamente scorretto’” aggiunge.

“In questa vicenda parliamo di un militare che è soggetto a regole chiare, come mantenere stretto riserbo su ciò che fa in servizio. Altro concetto che mi permetto di definire ‘l’istituzionalmente corretto’ e che nulla ha a che fare con le idee e le convinzioni delle persone, militari o meno. Ciò detto, voglio inoltre ribadire che nessuno, tantomeno il generale Vannacci, è stato ‘punito’ o sacrificato. Come sempre ho fatto, in tutte le fasi della mia vita e, a maggior ragione, nella mia attività di Ministro della Difesa, sono e resto un garantista, ligio alle leggi e alla Costituzione. Ecco perché, proprio in base a questo principio ho chiesto l’avvio, come da prassi, della verifica dei fatti. Il generale Vannacci potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni. Solo alla fine delle opportune verifiche interne, che verranno condotte con serietà e scrupolo, e non sull’onda emotiva del momento e delle polemiche di questi giorni, ove venissero ravvisate delle serie e valide contestazioni, ai sensi del Codice dell’Ordinamento militare, verranno avviati i procedimenti disciplinari previsti in ordinamento. Quindi, come si vede, nessuna ‘punizione’ preventiva e nessun desiderio di ‘giustizialismo’, da parte del Dicastero o del Ministro, ma – come sempre – il rispetto delle regole che comporta anche il rispetto delle garanzie per tutti i militari verso cui sono stati avviati accertamenti disciplinari”. “Per quanto riguarda, infine, l’avvicendamento nell’incarico, alla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, del generale Vannacci con un altro suo pari grado – chiosa Crosetto – si è trattato di una scelta autonoma effettuata dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, come atto a tutela della Forza armata stessa ed anche del Generale di Divisione Vannacci, che è finito fin troppo sovraesposto dalla vicenda. In conclusione, mi permetto di dolermi di quanto trovo davvero drammatico e cioè che, soprattutto chi si definisce ‘di destra’ e si riempie la bocca dei concetti di Patria, Onore, Tradizione e Orgoglio nazionale, dimostri di non conoscere, o conoscere davvero poco, cosa vuol dire avere senso dello Stato, delle Istituzioni, rispetto delle leggi italiane e della Costituzione repubblicana. Da questo punto di vista, l’essere o non essere ‘politicamente scorretti’ nulla c’entra, come pure l’essere o il non essere ‘appiattiti’ sul e/o con il ‘pensiero unico’ dominante. Voglio rassicurare tutti i miei critici, soprattutto quelli ‘di destra’: io riesco a fare bene le due cose insieme, rispettare le leggi e la Costituzione e non essere ‘appiattito’ su alcun ‘pensiero unico’. Ma, almeno per me, lo Stato e le Istituzioni vengono prima di ogni cosa”.

Anello ferroviario di Roma, Mit: rimodulazione risorse ma no rallentamenti

Anello ferroviario di Roma, Mit: rimodulazione risorse ma no rallentamentiMilano, 19 ago. (askanews) – Il ministero delle Infrastrutture assicura in una nota che non ci sarà “nessun rallentamento sull’anello ferroviario di Roma” e che “lo spostamento di fondi è una scelta puramente tecnica, dettata dalla necessità di rispettare i paletti di Bruxelles sul Pnrr, ma nel concreto non causerà rinvii o rallentamenti”.

La nota, nella quale si riferisce della determinazione del ministro Matteo Salvini ad andare in fondo, è l’occasione per il ministero per ribadire, “viste le polemiche strumentali, che nessuna opera è stata definanziata: si tratta solo di rimodulazioni di risorse, una scelta necessaria per lo stato di avanzamento di alcuni interventi”. Nel rimarcare “l’attenzione per tutti i territori da Sud a Nord” il ministero ricorda nel Lazio “la Orte-Civitavecchia andata finalmente a gara dopo decenni di promesse, oppure i fondi per la metro C tanto attesi dalla Capitale, o ancora lo stanziamento decisivo per l’acquedotto del Peschiera”. “Fa piacere che i partiti che hanno gestito il Mit quasi ininterrottamente nell’ultimo decennio ora ripongano grandi aspettative nell’attuale ministro, in carica da circa nove mesi, sollecitandolo per fare quello che loro non sono riusciti a realizzare in diversi anni – conclude – Salvini farà di tutto per sbloccare, concludere e accelerare le tante opere attese dai territori”.

Meloni: ho pagato io il conto degli italiani fuggiti dal ristorante in Albania

Meloni: ho pagato io il conto degli italiani fuggiti dal ristorante in AlbaniaRoma, 19 ago. (askanews) – Giorgia Meloni è tornata sull’episodio del conto di un ristorante albanese saldato dall’ambasciata italiana a Tirana. “Mentre mi trovavo in Albania – ha scritto la presidente del Consiglio su X – il primo ministro Rama mi racconta la storia di 4 italiani che in un ristorante del posto erano scappati senza pagare il conto. Il ristoratore, dopo che le immagini della fuga erano diventate virali, aveva detto che era comunque felice perché i nostri connazionali avevano mangiato bene ed erano rimasti contenti. Mi sono vergognata, perché l’Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all’estero per queste cose, che non rispetta il lavoro altrui, che pensa di essere divertente fregando gli altri. Allora ho deciso di chiedere all’ambasciatore di andare a saldare il conto, che ho pagato personalmente. Niente di che, infatti io non ne ho neanche dato notizia”. “Eppure anche questo – ha aggiunto – in Italia ha creato polemica, da parte di un’opposizione che evidentemente preferisce un’altra immagine dell’Italia. Me ne dispiace perché speravo che almeno su una cosa così banale si potesse essere tutti d’accordo”, ha concluso Meloni.

Albania, Meloni: italiani fuggiti da ristorante, ho pagato io conto

Albania, Meloni: italiani fuggiti da ristorante, ho pagato io contoRoma, 19 ago. (askanews) – Giorgia Meloni è tornata sull’episodio del conto di un ristorante albanese saldato dall’ambasciata italiana a Tirana. “Mentre mi trovavo in Albania – ha scritto la presidente del Consiglio su X – il primo ministro Rama mi racconta la storia di 4 italiani che in un ristorante del posto erano scappati senza pagare il conto. Il ristoratore, dopo che le immagini della fuga erano diventate virali, aveva detto che era comunque felice perché i nostri connazionali avevano mangiato bene ed erano rimasti contenti. Mi sono vergognata, perché l’Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all’estero per queste cose, che non rispetta il lavoro altrui, che pensa di essere divertente fregando gli altri. Allora ho deciso di chiedere all’ambasciatore di andare a saldare il conto, che ho pagato personalmente. Niente di che, infatti io non ne ho neanche dato notizia”.

“Eppure anche questo – ha aggiunto – in Italia ha creato polemica, da parte di un’opposizione che evidentemente preferisce un’altra immagine dell’Italia. Me ne dispiace perché speravo che almeno su una cosa così banale si potesse essere tutti d’accordo”, ha concluso Meloni.

Colaninno, Renzi: imprenditore visionario e illuminato

Colaninno, Renzi: imprenditore visionario e illuminatoRoma, 19 ago. (askanews) – “Matteo Renzi e tutta Italia Viva si stringono con affetto a Matteo Colaninno e alla famiglia nel ricordo del padre Roberto, imprenditore visionario e illuminato”. Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva.

Nella chat del gruppo dirigente di Iv, Renzi ha pubblicato un messaggio personale indirizzato all’ex deputato di Iv: “A nome di tutte e tutti abbraccio forte Matteo. Tuo papà è stato un grandissimo imprenditore ma prima di tutto una figura straordinariamente importante per te e per la tua famiglia. Ti siamo vicini e sappiamo che stai affrontando il dolore di questo momento con la forza della fede e con la tenacia di cui ci hai sempre dato prova in questi anni. Forza Mat!”, ha concluso il leader di Iv.

Migranti, Romeo (Lega): l’Ue fa finta di non capire

Migranti, Romeo (Lega): l’Ue fa finta di non capireRoma, 18 ago. (askanews) – “Da soli non ce la faremo mai”: lo ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ospite del Tg4, rispondendo a una domanda sull’azione coordinata dell’Europa nel gestire i flussi migratori. “Anche perché comunque – ha spiegato – siamo in difficoltà, un po’ perché c’era un ministro dell’Interno tra i più bravi a fermare l’immigrazione clandestina e a difendere i confini che è stato messo sotto processo; quindi diciamo che c’è un’opera di tafazzismo nel nostro paese sempre più forte. Dall’altra parte basta un naufragio per accusare subito l’Italia di essere inadempiente nei soccorsi, operare in questo clima con tutto quello che sta succedendo nel Nordafrica indubbiamente è molto molto complicato”.

“Motivo per cui – ha affermato l’esponente leghista – il Governo si sta muovendo su due fronti: da una parte il coinvolgimento non solo dell’Unione europea che fa finta di non capire, ma dall’altra parte anche della Nato. Perché comunque la difesa dei confini è un problema di sicurezza nazionale, quindi significa anche difendere e rendere sicuri i paesi membri dell’Alleanza atlantica; rafforzando la cooperazione con i paesi da cui partono questi migranti, cercando anche di sostenerli, di stabilizzare quelle aree del Nordafrica. E con l’ulteriore decreto che è un altro pezzetto del decreto sicurezza di Matteo Salvini per cercare di rafforzare i rimpatri e il pattugliamento congiunto con Tunisia e Libia sulle coste del Nordafrica”, ha concluso Romeo.

La Cassazione boccia il ricorso della Lega: chi chiede asilo non è clandestino

La Cassazione boccia il ricorso della Lega: chi chiede asilo non è clandestinoRoma, 18 ago. (askanews) – La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso della Lega contro una sentenza del Tribunale di Milano, confermata in appello, che sanciva il carattere di “molestia discriminatoria” per i cartelli contro i “clandestini” usati in una manifestazione contro dei richiedenti asilo. A darne notizia la nota diffusa da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e Naga, due associazioni milanesi impegnate nella vertenza giudiziaria. A questo link è disponibile anche il documento originale della pronuncia della Suprema Corte: https://www.asgi.it/discriminazioni/respinto-ricorso-della-lega-ch i-chiede-protezione-non-puo-essere-chiamato-clandestino/ “La sentenza della Cassazione depositata il 16 agosto (terza sezione, estensore Cirillo, presidente Travaglino) conclude una vicenda – si legge nel comunicato – iniziata nel 2016, quando, per contrastare l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia di Saronno (MI), la Lega aveva convocato una manifestazione affiggendo cartelli con il seguente testo ‘Saronno non vuole i clandestini. Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo, ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse, Renzi e Alfano complici dell’invasione’. ASGI e NAGA avevano agito in giudizio avanti il Tribunale di Milano contro la Lega (locale e nazionale) affermando che qualificare i richiedenti asilo come clandestini costituisce ‘molestia discriminatoria’ cioè un comportamento idoneo a offendere la dignità della persona e a creare un clima umiliante, degradante e offensivo”.

“I giudici di primo e secondo grado – argomenta la nota di Asgi e Naga – avevano già accolto le ragioni delle associazioni condannando la Lega a pagare, oltre alle spese di lite, un risarcimento del danno in favore delle stesse; la Lega aveva poi proposto il ricorso in Cassazione, respinto ora dalla Corte che ha confermato anche il diritto delle associazioni al risarcimento del danno, condannando la Lega all’ulteriore rimborso delle spese. Secondo la Corte ‘gli stranieri che fanno ingresso nel territorio dello stato italiano perché corrono il rischio effettivo, in caso di rientro nel paese di origine, di subire un ‘grave danno, non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque ‘clandestini”. “La Corte – si legge ancora nel comunicato – ha anche respinto la tesi degli avvocati della Lega che invocavano il diritto del partito politico alla libera manifestazione della sua posizione: infatti ‘il diritto alla libera manifestazione del pensiero, cui si accompagna quello di organizzarsi in partiti politici, non può essere equivalente o addirittura prevalente, sul rispetto della dignità personale degli individui’; specie, aggiunge la Corte, quando si tratta degli individui più fragili, come le persone migranti”.

“La sentenza, benché riferita a una vicenda di anni fa, dice molto anche alla politica di oggi – commenta l’avvocato Alberto Guariso che, con l’avvocato Livio Neri, entrambi di ASGI, ha difeso le associazioni – e in particolare sulla inaccettabile consuetudine di continuare a usare il termine ‘clandestini’ per coloro che arrivano sul nostro territorio, comunque arrivino, per cercare protezione: persone con una dignità da rispettare e non clandestini”.

Cassazione boccia ricorso Lega: chi chiede asilo non è clandestino

Cassazione boccia ricorso Lega: chi chiede asilo non è clandestinoRoma, 18 ago. (askanews) – La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso della Lega contro una sentenza del Tribunale di Milano, confermata in appello, che sanciva il carattere di “molestia discriminatoria” per i cartelli contro i “clandestini” usati in una manifestazione contro dei richiedenti asilo. A darne notizia la nota diffusa da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e Naga, due associazioni milanesi impegnate nella vertenza giudiziaria. A questo link è disponibile anche il documento originale della pronuncia della Suprema Corte: https://www.asgi.it/discriminazioni/respinto-ricorso-della-lega-chi-chiede-protezione-non-puo-essere-chiamato-clandestino/

“La sentenza della Cassazione depositata il 16 agosto (terza sezione, estensore Cirillo, presidente Travaglino) conclude una vicenda – si legge nel comunicato – iniziata nel 2016, quando, per contrastare l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia di Saronno (MI), la Lega aveva convocato una manifestazione affiggendo cartelli con il seguente testo ‘Saronno non vuole i clandestini. Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo, ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse, Renzi e Alfano complici dell’invasione’. ASGI e NAGA avevano agito in giudizio avanti il Tribunale di Milano contro la Lega (locale e nazionale) affermando che qualificare i richiedenti asilo come clandestini costituisce ‘molestia discriminatoria’ cioè un comportamento idoneo a offendere la dignità della persona e a creare un clima umiliante, degradante e offensivo”. “I giudici di primo e secondo grado – argomenta la nota di Asgi e Naga – avevano già accolto le ragioni delle associazioni condannando la Lega a pagare, oltre alle spese di lite, un risarcimento del danno in favore delle stesse; la Lega aveva poi proposto il ricorso in Cassazione, respinto ora dalla Corte che ha confermato anche il diritto delle associazioni al risarcimento del danno, condannando la Lega all’ulteriore rimborso delle spese. Secondo la Corte ‘gli stranieri che fanno ingresso nel territorio dello stato italiano perché corrono il rischio effettivo, in caso di rientro nel paese di origine, di subire un ‘grave danno’, non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque ‘clandestini””.

“La Corte – si legge ancora nel comunicato – ha anche respinto la tesi degli avvocati della Lega che invocavano il diritto del partito politico alla libera manifestazione della sua posizione: infatti ‘il diritto alla libera manifestazione del pensiero, cui si accompagna quello di organizzarsi in partiti politici, non può essere equivalente o addirittura prevalente, sul rispetto della dignità personale degli individui’; specie, aggiunge la Corte, quando si tratta degli individui più fragili, come le persone migranti”. “La sentenza, benché riferita a una vicenda di anni fa, dice molto anche alla politica di oggi – commenta l’avvocato Alberto Guariso che, con l’avvocato Livio Neri, entrambi di ASGI, ha difeso le associazioni – e in particolare sulla inaccettabile consuetudine di continuare a usare il termine ‘clandestini’ per coloro che arrivano sul nostro territorio, comunque arrivino, per cercare protezione: persone con una dignità da rispettare e non clandestini”.