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Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezza

Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezzaMilano, 31 mag. (askanews) – “In gioco c’è la tenuta democratica di un Paese, il nostro”. A dirlo è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a La Repubblica a proposito dei politici e dei giornalisti che, secondo il libro “I potenti al tempo di Giorgia” di Paolo Madron e da Luigi Bisignani(Chiarelettere), sarebbero stati spiati dai servizi segreti italiani. “In quel libro c’è scritta una cosa molto chiara che mette il Governo e l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, davanti a due sole strade possibili: dire che è stata scritta una bugia, smentendo ufficialmente. Oppure venendo immediatamente a spiegare al Copasir cosa è accaduto, da quanto tempo e cosa sta accadendo ora” ha aggiunto l’ex premier.

“Parlano di intercettazioni preventive. Quel lavoro, cioè, che l’intelligence può fare in assenza di un’inchiesta giudiziaria, ma quando si ritiene che sia in qualche modo in pericolo la sicurezza nazionale”, afferma Renzi. È uno strumento previsto dal nostro Codice che però le consente soltanto in presenza di un’autorizzazione preventiva da parte del procuratore generale della Corte di Appello. “Io parlo di qualcosa che conosco, essendo stato a Palazzo Chigi. Non posso evidentemente svelare particolari coperti da segreto, di ufficio e di Stato, ma posso dire qual era stata sempre la mia linea: ero stato irremovibile nel dire che esiste un confine di etica della democrazia che impedisce ai Servizi di intercettare giornalisti e parlamentari in questo sistema di intercettazioni preventive a strascico. Di più: non ho mai visto una sola riga che riportava intercettazioni preventive. Di quelle si occupava l’Autorità delegata. Ora chiedo: la premier Meloni e il sottosegretario Mantovano la pensano come me o diversamente” si è chiesto. “Sia chiaro: il mio problema non è il governo Meloni perché se questa abitudine esiste, sono certo che bisogna andare indietro nel tempo. Io non voglio fare polemica con loro, non è un problema di gestione dell’intelligence. Stimo Mantovano e sono certo che faccia bene il suo lavoro. E non metto in discussione il diritto del governo di fare le nomine che preferisce scegliendo persone degnissime come Vittorio Pisani e Andrea de Gennaro, dal curriculum impeccabile. Ripeto: se però davvero sono stati intercettati preventivamente giornalisti e politici, sono state minate le basi della democrazia. Il Governo ha il dovere della verità. Non vedo l’ora che arrivi una smentita ufficiale” ha concluso.

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismo

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismoMilano, 31 mag. (askanews) – “In questi giorni sono emersi due segnali nuovi che non si debbono sottovalutare. Nessuno ha ragionato su un sistema informativo che dopo decenni di duopolio si sta trasformando in un monopolio della destra. E al tempo stesso sta emergendo la tentazione di escludere il presidente Stefano Bonaccini dalla ricostruzione in Emilia-Romagna. Ma così siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C’è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese”. Lo ha detto il fondatore dell’Ulivo e ex premier Romano Prodi in un’intervista a La Stampa.

Quanto al quadro economico dell’Italia per il professore “certo che se la cava, ma stiamo attenti a non esagerare. Abbiamo un rimbalzo un po’ più forte da una caduta molto più violenta e la palla è rimbalzata un po’ più in alto. Tuttavia gli ultimissimi dati, riferiti all’export, non sono consolanti. Nei riguardi dell’analisi della nostra economia c’è infatti una certa fragilità da parte dei commentatori italiani, professori e politici compresi, che esaltano sempre il presente senza guardare al lungo periodo”. “Il governo ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l’Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative. Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes. D’altra parte quando non si vuole un provvedimento, che nel peggiore dei casi è a danno zero, significa che lo si vuol tenere come un’arma contrattuale. In questo caso non mi sembra un’arma efficace, ma un corpo urticante, capace solo di irritare. Quanto al Pnrr era nato per aumentare la pigra produttività del Paese, grazie a un mix di grandi riforme e grandi investimenti. Le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività” ha continuato.

Per l’ex premier la vicenda del commissario alla ricostru- zione in Emilia è una “vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia? Che ha rapporti diretti con i sindaci, con i prefetti, che conosce tutti i tecnici e a cui risponde la catena burocratica regionale. Bonaccini ha inoltre già dato prova di saper gestire la ricostruzione dopo il terremoto: uno dei pochi casi nei quali nessuno ha avuto nulla da ridire”. Quanto alla lottizzazione della tv pubblica per Prodi “oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva”. A proposito della vittoria della destra alle Comunali secondo il professore bolognese “c’è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti. Una paura che finisce per coinvolgere anche temi più condivisi, come l’ambiente”. Per Prodi “il cattivo risultato” del Pd, “in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltre tutto spingerà la destra ad au- mentare la ‘presa’ sul Paese”.

A proposito delle contestazioni al Salone del libro contro la ministra Roccella per Prodi la mancata presa di distanza da parte di Elly Schlein “è stato un autogol. Istintivamente si può pensare che quelli erano dei ‘ragazzotti’, ma questo non giustifica nulla. Si doveva dire che una contestazione di quel tipo è inammissibile. Poi, semmai, ti occupi dei ragazzi” ha conluso.

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-Europee

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-EuropeeRoma, 30 mag. (askanews) – È un Pd spaesato quello che esce dalla sconfitta delle comunali, un partito che per settimane aveva coltivato la speranza di una rapida ripartenza dopo le primarie e che invece si trova a dover gestire un passaggio assai delicato. Elly Schlein ieri in segreteria si è trovata di fronte un gruppo dirigente inquieto, preoccupato, e ha capito quanto sia precario l’equilibrio che le ha consentito una navigazione tranquilla in questi primi tre mesi. La minoranza brontola, lamentando una linea troppo “radicale”, ma anche diversi esponenti della maggioranza pensano che ci siano diverse cose da correggere. Tutti, comunque, spingono per una linea più “interventista”, per una marcatura più “a uomo” nei confronti del governo e che batta soprattutto sui temi principali dell’agenda politica. “Giusto essere radicali – commenta un esponente della maggioranza – ma non su temi minoritari nel paese…”.

La Schlein ha voluto dare subito un segnale per rassicurare gli animi, ha annullato il viaggio a Bruxelles per restare al lavoro a Roma. La segretaria ha incontrato in videoconferenza gli eurodeputati, per gestire il difficile voto di giovedì sulla relazione “Asap’ che apre all’uso del Pnrr anche per costruire armi. Per la prossima settimana, poi, potrebbe essere convocata la direzione per un’analisi del voto e, soprattutto, per provare a serrare le file in vista della vera sfida, quella delle Europee del prossimo anno. La Schlein lo ha detto anche ai parlamentari europei: le Comunali hanno avuto un “risultato non positivo”, ma “ora guardiamo alle Europee come banco di prova importante”. È lì che si tirerà un primo bilancio della sua leadership, sarà quello il momento in cui verranno definiti i rapporti di forza anche con i possibili alleati del Movimento 5 stelle e dei partiti di centro. E fino ad allora nessuno farà sconti, come dimostrano anche oggi le dichiarazioni di Giuseppe Conte. Ieri la segretaria Pd aveva lanciato un appello agli altri partiti di opposizione spiegando “da soli non si va da nessuna parte” e aggiungendo che non può toccare solo ai democratici l’onere di costruire una coalizione. Il leader M5s oggi ribatte così: “Non ci sottraiamo affatto al dialogo, l’ho sempre auspicato. Ma certo dialogo non può significare un incontro di vertice che risolve il problema dell’offerta politica, che va invece costruita con progettualità, va spiegata per bene, e sicuramente occorre anche del tempo per spiegarla”.

Da qui al 2024, insomma, sarà competizione e il Pd deve attrezzarsi per la partita. “Dobbiamo imporre la nostra agenda – dice un esponente della segreteria – dobbiamo dire la nostra sul lavoro, il fisco, il Pnrr”. Appunto, non solo le battaglie “minoritarie”, ma i temi principali dell’agenda. Prioritario, però, sarà tenere unito il partito. Già ieri alcuni esponenti della minoranza come Simona Malpezzi e Elisabetta Gualmini fanno capire che la sconfitta ha messo già a dura prova la “pax democratica” imposta dal risultato delle primarie. “Serve una riflessione”, ha detto l’ex capogruppo al Senato. “Il Pd dice no a tutto”, si è lamentata invece l’europarlamentare. “No al taglio del cuneo fiscale, no al premierato (che avevamo lanciato noi), no a tutto. Aggiungendo che al governo abbiamo i fascisti. E le nostre proposte non si capisce quali siano. Come si fa a convincere gli elettori?”. E Pierluigi Castagnetti invita la segretaria a “leggere i risultati spagnoli(prevedibilissimi) assieme a quelli dei ballottaggi italiani (prevedibilissimi). E tutti insieme decidere come ripartire”.

Di sicuro non basta la lettura che dà Francesco Boccia. Il capogruppo al Senato risponde alle critiche dicendo che la segretaria è in carica solo da tre mesi: “Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”. Una sottolineatura che non piace a Monica Nardi, portavoce di Enrico Letta durante la segreteria: “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito”.

Meloni a sindacati: risorse scarse, scegliamo insieme priorità

Meloni a sindacati: risorse scarse, scegliamo insieme prioritàMilano, 30 mag. (askanews) – Le risorse non sono sufficienti per tutte gli interventi necessari, quindi bisogna scegliere le priorità. E Giorgia Meloni ai sindacati dice: “Vogliamo provare a fare insieme queste scelte?”. A quanto si apprende, la presidente del Consiglio avrebbe chiuso così l’incontro con i sindacati a palazzo Chigi, primo di una serie di tavoli con le parti sociali sulle riforme che il governo ha in cantiere.

“In chiusura confermo quanto detto in apertura, voglio provare ad andare ancora di più nel profondo, anche l’approccio pregiudiziale non mi stupisce ma non mi preoccupa. Mi interessa entrare nel merito delle cose, che significa il richiamo alla responsabilità. Quando ci si mette al tavolo bisogna scegliere le priorità con le risorse di cui si dispone. Mi interessano tutti i temi che sollevate – ha detto Meloni – e se avessi le risorse avrei già fatto tutto, ma mettendo insieme tutte le richieste si arriva a decine di miliardi. Occorre fare delle scelte che puntano sul moltiplicatore più alto. Le scelte vanno fatte, quindi il punto è: vogliamo provare a fare insieme queste scelte?”. Auspica Meloni: “Mi piacerebbe avere un coinvolgimento che non fosse di pregiudizio, nell’interesse non del singolo ma della Nazione. Se c’è una volontà reale di fare qualcosa si possono trovare le soluzioni giuste. Voglio provare a capire se nel merito vogliamo avere un approccio costruttivo pur nel rispetto delle differenze. Possiamo ragionare sulle grandi strategie assumendoci tutti le responsabilità. La volontà del governo c’è ed è visibile”.

Alluvione, Meloni: da Pnrr risorse importanti per messa in sicurezza

Alluvione, Meloni: da Pnrr risorse importanti per messa in sicurezzaMilano, 30 mag. (askanews) – Il tema della ricostruzione nelle zone dell’Emilia Romagna colpite all’alluvione “è collegato al Pnrr e alla messa in sicurezza dei territori, perché il Pnrr offre importanti risorse per la messa in sicurezza dei territori ed è un tema che va affrontato con molto pragmatismo e lucidità, sul quale dobbiamo mettere la testa in maniera assolutamente responsabile”. Lo ha detto – a quanto si apprende – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando al tavolo con i sindacati in corso a palazzo Chigi.

“Mi ha colpito molto il fatto che prima di partire per il G7 in Giappone avevamo appena nominato un Commissario per la siccità; siamo tornati e dobbiamo nominare quello per l’alluvione”, ha aggiunto Meloni, a giudizio della quale “bisogna rafforzare gli strumenti, soprattutto quelli che consentono di essere pronti qualora l’imprevisto dovesse manifestarsi”. Meloni ha concluso sul punto: “Con i primi due Consigli dei ministri abbiamo dato un segnale molto chiaro, immediatamente. Adesso si apre il tema della ricostruzione e delle risorse che saranno necessarie all’esito della ricognizione che il Governo e la Protezione civile stanno facendo con Regioni e Comuni interessati”.

Alluvione, Mattarella: farò in modo che non si spengano i riflettori

Alluvione, Mattarella: farò in modo che non si spengano i riflettoriRoma, 30 mag. (askanews) – “Ravenna e la Romagna non saranno sole, ci sarà una costante e non momentanea attenzione ininterrotta da parte delle pubbliche istituzioni nazionali. Anche io parteciperò a questa attenzione piena, costante che a fari spenti, a riflettori appannati, dopo l’emergenza che ha occupato le pagine di giornali e tv, continui con medesima attenzione”. E’ la rassicurazione che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto dare parlando in Consiglio comunale a Ravenna nel corso della sua visita delle zone alluvionate dell’Emilia Romagna.

Centrosinistra, Conte: dialogo con Pd, non basta condividere palchi

Centrosinistra, Conte: dialogo con Pd, non basta condividere palchiMilano, 30 mag. (askanews) – Per offrire un’alternativa al centrodestra “non è decisiva la presenza insieme su un palco per qualche ora, serve la presenza nelle città tutti i giorni nelle città”. Lo ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte, in una conferenza stampa alla Camera. Oltre al radicamento sul territorio, ha aggiunto, serve la costruzione “di un progetto politico nel confronto con le altre forze politiche, tra le quali anche il Pd di Schlein. Non ci sottraiamo affatto al dialogo, l’ho sempre auspicato”.

“Certo dialogo non può significare un incontro di vertice che risolve il problema dell’offerta politica, che va invece costruita con progettualità, va spiegata per bene, e sicuramente occorre anche del tempo per spiegarla” ha osservato l’ex premier.

Mattarella rassicura i romagnoli: non sarete soli nella ricostruzione

Mattarella rassicura i romagnoli: non sarete soli nella ricostruzioneRoma, 30 mag. (askanews) – “Tutta l’Italia vi è vicino, non sarete soli in questa opera importante della ricostruzione, che deve essere veloce”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Forlì per portare la solidarietà di tutto il paese alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna. “E’ un momento impegnativo e difficile. Ho visto tante ferite nel territorio e so bene quanto  ci sia da riprendere in molte abitazioni, aziende e strade, con coraggio e decisione per rilanciare la vita comune” ha detto.  “So che ce la farete con l’aiuto dello Stato e del governo. Ce la farete perché c’è la volontà determinata di ripresa e di rilancio” ha aggiunto Mattarella.

 

Meloni: definirsi patrioti non è più dispregiativo, grande vittoria

Meloni: definirsi patrioti non è più dispregiativo, grande vittoriaRoma, 30 mag. (askanews) – “Non è un fatto irrilevante che definirsi patrioti non sia più oggi considerato un appellativo dispregiativo o comunque obsoleto ma un elemento condiviso e rivendicato praticamente da tutte le forze politiche, incluse quelle che in passato lo ritenevano quasi un’infamia. È una grande vittoria e sono orgogliosa del contributo che anche noi abbiamo dato in questa direzione”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio al convegno “Nazione e Patria. Idee ritrovate” che si svolge al Senato presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva.

Il convegno è organizzato da Marcello Pera e secondo Meloni “non è un fatto scontato che oggi, nella sede della Biblioteca del Senato, si discuta di Nazione e Patria. Non è irrilevante che oggi queste idee siano diventate centrali nel dibattito politico, in quello storico, filosofico, giuridico e siano uscite da una marginalità nella quale per decenni erano state relegate. Perché ovviamente considerate, a torto, idee retrograde, reazionarie, obsolete, se non addirittura pericolose a tratti. Io invece ho sempre pensato che tanto la Nazione quanto la Patria fossero società naturali, cioè qualcosa che è naturalmente nel cuore degli uomini e dei popoli e prescinde da ogni convenzione. Esattamente com’è una società naturale la famiglia, che non a caso uno dei padri del Risorgimento come Mazzini ha definito la ‘Patria del cuore’”.

Comunali, Tajani: c’è stata una rivoluzione culturale, trionfo oltre le attese

Comunali, Tajani: c’è stata una rivoluzione culturale, trionfo oltre le atteseRoma, 30 mag. (askanews) – I risultati delle elezioni amministrative “sono la conferma che in politica si vince al centro, con candidati moderati e competenti”: si è dimostrato “il contributo decisivo di Forza Italia, in particolare ad Ancona, un risultato storico, davvero clamoroso, e a Brindisi. C’è stata una rivoluzione culturale, una reazione al rischio di uno spostamento eccessivo a sinistra”. Lo dice in un’intervista a La Stampa il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Schlein? un Pd spostato sempre più a sinistra, a mio avviso, allontana molti elettori. Poi la coalizione di centrodestra – spiega il coordinatore di Forza Italia – si è mostrata compatta e seria, al contrario del campo avversario”, ad eccezione di Vicenza dove “qualcosa non ha funzionato” e “sono stati commessi errori”, anche se quella di Possamai è stata “una vittoria sporadica”. I risultati del voto, conclude Tajani, danno un’ulteriore spinta verso l’alleanza tra popolari e conservatori in Europa: “Sono convinto che la direzione debba essere quella, dobbiamo trovare la giusta strada, il dibattito è aperto. Con Giorgia Meloni, in qualità di presidente dei conservatori europei, e con tutti gli altri, per arrivare a un’alternanza e a un cambio di maggioranza anche a livello europeo”.