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Premierato, Schlein: proposta pericolosa, stravolge la Costituzione

Premierato, Schlein: proposta pericolosa, stravolge la CostituzioneRoma, 4 nov. (askanews) – “Che coincidenza che abbiano presentato una riforma costituzionale oggi che dovremmo parlare della manovra, una manovra che tradisce le promesse elettorali che la destra ha fatto e che non investe sui servizi pubblici essenziali come sanità pubblica e scuola pubblica. Una manovra senza futuro, che non parla minimamente dell’emergenza climatica che sta sconvolgendo anche il nostro paese e i nostri territori”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, parlando nel corso di un evento alla Cattolica di Milano.

“In questo contesto – ha affermato – loro mettono fuori una proposta che a nostro avviso è pasticciata, è un tentativo di distrarre l’attenzione dalla mancanza di risposte economiche e sociali in questa manovra, ma non per questo è meno pericolosa. Pericolosa perché? Perché è una proposta di riforma costituzionale che indebolisce il Parlamento, e non ne ha bisogno, anzi. Abbiamo visto in questi anni un abuso della decretazione d’urgenza che comprime molto il ruolo del Parlamento. Questo è un male antico, che non nasce con questo governo, bisogna dire che questo governo ce la sta mettendo tutta per battere ogni record. Già 43 sono stati quest’anno i decreti fatti d’urgenza”. “Dall’altra parte – ha osservato la segretaria del Pd – è una riforma che indebolisce le prerogative del presidente della Repubblica. E noi pensiamo che se c’è un’istituzione che in questi ultimi dieci anni di navigazione difficile per l’Italia ha garantito la stabilità e la credibilità internazionale del Paese è il presidente della Repubblica. Quindi per noi non sono da limitare quelle prerogative. E lo fa, checché ne dicano in conferenza stampa, perché è una riforma che in qualche modo toglie una prerogativa importante che è quella della nomina del presidente del Consiglio, si limita a ratificare l’esito elettorale, ma anche della gestione delle eventuali crisi, così come il potere dello scioglimento delle Camere, che è proprio prerogativa essenziale del presidente della Repubblica”.

Il premierato per Elly Schlein indebolisce il capo dello Stato anche perché “se ci sono due figure che oggi sono entrambe espressioni dell’organo di massima rappresentanza, è dal Parlamento che emerge l’elezione del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, ma se uno dei due è eletto direttamente è chiaro che questo indebolisce il ruolo e la figura di garanzia” del Quirinale, “che è sempre stato molto importante nel nostro equilibrio costituzionale”. In conclusione, ha osservato la leader democratica, “si può ben dire che è uno stravolgimento della nostra Costituzione e della Repubblica parlamentare. Ci confronteremo con le altre opposizioni ma naturalmente utilizzeremo ogni strumento possibile nella dialettica parlamentare per ostacolare un disegno che pensiamo pericoloso”.

Premierato, Casellati: capo dello Stato mantiene sue prerogative

Premierato, Casellati: capo dello Stato mantiene sue prerogativeRoma, 4 nov. (askanews) – “È legittimo, come è ovvio, esprimere critiche sulla riforma, ma io pregherei tutti prima di farlo di leggere il testo con molta attenzione”. Lo ha detto la minstra per le Riforme, Elisabetta Casellati, intervistata stamattina a Radio24.

“Come si fa – ha aggiunto, secondo la trascrizione dell’intervista diffusa dal suo ufficio stampa – a dire che vengono sminuite le prerogative del capo dello Stato quando le mantiene tutte, tali e quali come sono oggi? Nessuno ricorda che il presidente della Repubblica, ad esempio, autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa, promulga le leggi, indice il referendum popolare e ha il potere di nomina dei ministri e di scioglimento delle Camere? Con la riforma, il capo dello Stato mantiene tutte le prerogative a Costituzione vigente”. Secondo la ministra “la grande novità della riforma è l’elezione diretta del presidente del Consiglio, che però, a differenza di altri ordinamenti, non procede direttamente alla nomina dei Ministri ma li propone al Capo dello Stato che li nomina. In definitiva sono stati toccati solo 4 articoli”, ha sottolineato ancora Casellati.

Governo, Meloni: leggo di liti inventate fra me e gli alleati

Governo, Meloni: leggo di liti inventate fra me e gli alleatiRoma, 4 nov. (askanews) – “Io non sento affatto la dimensione dell’assedio. È il racconto che si fa di me. So che ci sono nemici disposti a fare qualunque cosa pur di buttarmi giù. Ma non mi spaventano. Come ho detto all’inizio del mio mandato, non sono ricattabile. Ma capisco che per alcuni gruppi di potere che hanno controllato a lungo l’Italia questo sia un problema”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Bruno Vespa per il libro “Il rancore e la speranza” in uscita l’8 novembre per Mondadori/ Rai Libri.

“Quello che mi stupisce – ha aggiunto, secondo la sintesi dell’intervista diffusa alla stampa – è la totale invenzione di liti con i miei alleati di governo. Ho letto miei virgolettati in cui insulto Salvini che non solo non sono stati mai pronunciati, ma nemmeno pensati. Quando leggo pezzi di rassegna stampa con Matteo e con Antonio Tajani, restiamo basiti. Capisco che alcuni giornali vogliono mandarci a casa: legittimo, ci mancherebbe. Quello che non è accettabile ed è estraneo a qualunque deontologia è mettere tra virgolette cose mai dette né pensate”. Niente Meloni nel bunker, dunque?, chiede Vespa. “Ma figuriamoci. Per dimostrare quanto sia profondo il mio nervosismo, dicono: si confida con la sorella Arianna… Ha capito che grande notizia… Sa qual è la verità? Sono degli inguaribili misogini. Tentano di accreditare la tesi che la testa di una donna non può reggere di fronte alla pressione. Come quei legislatori che, fino a qualche decennio fa, ritenevano che le donne non potessero fare il magistrato perché, quando hanno il ciclo, non ragionano bene”, ha detto ancora la premier.

Meloni: mai rimpasto, finire legislatura con lo stesso Governo

Meloni: mai rimpasto, finire legislatura con lo stesso GovernoRoma, 4 nov. (askanews) – Le viene voglia ogni tanto di fare un rimpasto? “Mai. Voglio battere un altro record: finire la legislatura con lo stesso governo con cui l’ho iniziata. Sarebbe la prima volta nella storia repubblicana”. Questo è un frammento dell’intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, realizzata da Bruno Vespa per il libro “Il rancore e la speranza” in uscita l’8 novembre per Mondadori/ Rai Libri.

“Berlusconi – si legge nell’anticipazione diffusa dal giornalista e conduttore Rai – è stato a palazzo Chigi cinque anni, ma con due governi diversi. Realizzare una visione richiede del tempo. E io sono fiera di avere il tempo necessario”, ha aggiunto Meloni.

Premierato, Amato: riduce capo dello Stato a palloncino sgonfiato

Premierato, Amato: riduce capo dello Stato a palloncino sgonfiatoRoma, 4 nov. (askanews) – “Questa riforma costituzionale cambia radicalmente il nostro sistema di governo fondato sul Parlamento. Tecnicamente è un vero sconvolgimento che ha l’effetto di indebolire le Camere e di prosciugare il capo dello Stato nella sua figura di garanzia”. A bocciare l’ipotesi di riforma costituzionale per istituire il premierato, licenziata ieri dal Consiglio dei ministri, è il presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato.

“È uno sconvolgimento – spiega, intervistato da Repubblica – proprio in termini tecnici. Il nostro sistema di governo è fondato sul Parlamento come interprete primo della sovranità popolare e quindi fonte di legittimazione degli altri organi costituzionali, dal governo alla presidenza della Repubblica e in parte alla stessa Corte Costituzionale. Quindi introdurre per uno di questi organi una diretta legittimazione popolare significa squilibrare un’architettura che è fondata tutta sul Parlamento”. A giudizio dell’ex presidente del Consiglio ed ex presidente dela Consulta “chiunque abbia un minimo di cognizione della politica non può ignorare il punto centrale: una istituzione che deriva la sua legittimazione dal Parlamento messa a confronto con un’altra istituzione legittimata dal corpo elettorale è paragonabile a un palloncino sgonfiato. Questa riforma va a minare proprio l’autorevolezza di cui ha finora goduto il presidente della Repubblica in quella funzione di garanzia che esercita attraverso atti formali e atti informali. ‘Un magistrato di persuasione e influenza’, lo definì il costituente Meuccio Ruini: i tre quarti del suo lavoro consistono nei discorsi, nelle lettere, negli interventi pubblici che rientrano nel cosiddetto potere di esternazione. Un ruolo fondamentale per la vita democratica del Paese che nella storia della Repubblica – sottolinea ancora Amato – è andato crescendo man mano che le forze politiche hanno manifestato debolezza e litigiosità”.

4 novembre, Mattarella: la Repubblica è grata alle Forze armate

4 novembre, Mattarella: la Repubblica è grata alle Forze armateRoma, 4 nov. (askanews) – “Nella data odierna celebriamo la Festa dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, espressione del popolo che volle, col plebiscito, l’Italia unita. La storia delle Forze Armate si intreccia indissolubilmente con la volontà del popolo italiano”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione del 4 novembre.

“L’Italia – ha ricordato il capo dello Stato – poté contare, all’inizio della costruzione dello Stato unitario, sull’intervento dei militari dei vari Stati della penisola, opera continuata poi, durante la Prima guerra mondiale, nella lotta per l’integrità del Paese, simboleggiata dalla resistenza sul Piave. Infine, quando, dopo l’8 settembre 1943, la indipendenza del Paese fu a rischio, furono le Forze Armate e il popolo italiano, uniti nella Guerra di Liberazione, a permettere il riscatto della Patria”. “‘Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza – ha proseguito – sorreggono la salvaguardia delle nostre libere istituzioni e la vocazione dell’Italia a vivere in pace, offrendo una risposta di concordia e affidabilità nella difesa dei diritti di ogni cittadino. È un sentimento che si esprime e si moltiplica con il contributo di valore che le Forze Armate forniscono alle missioni delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della Nato, mettendo a disposizione, su mandato del Parlamento e del Governo, la competenza e la dedizione dei militari italiani”.

A giudizio di Mattarella “il contesto internazionale nel quale la Repubblica dispiega la sua azione rende più che mai prezioso il loro apporto. Alla base dell’impegno degli appartenenti alle Forze Armate è il giuramento prestato alla bandiera, alla Repubblica e ai principi della Costituzione, per adempiere con disciplina ed onore alle funzioni pubbliche affidate a ciascuno. Soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e personale civile della Difesa, il vostro lavoro quotidiano è essenziale per l’avvenire sicuro e pacifico della nostra comunità e della più ampia comunità internazionale. La Repubblica vi è grata. A tutti voi e alle vostre famiglie rivolgo un caloroso saluto. Viva le Forze Armate, viva l’Italia!”, ha concluso il presidente della Repubblica.

4 novembre, Meloni: la Nazione torni a credere in se stessa

4 novembre, Meloni: la Nazione torni a credere in se stessaRoma, 4 nov. (askanews) – “In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, rendiamo onore al coraggio di chi ha sacrificato la sua vita per difendere la nostra Patria. A loro la nostra profonda gratitudine e l’impegno affinché la nostra Nazione torni a credere in se stessa e a guardare in alto. Viva l’Italia!”. Così sui suoi canali social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha celebrato il 4 novembre, accompagnando il post con una immagine delle Frecce tricolori in volo.

Salvini: con premierato e autonomia avremo paese più moderno

Salvini: con premierato e autonomia avremo paese più modernoRoma, 3 nov. (askanews) – Il premierato è una scelta giusta perché significa “dare più importanza al voto dei cittadini”. Lo ha detto Matteo Salvini in una intervista al Tg5.

“E’ giusto dare più importanza al voto dei cittadini. Potranno eleggere un presidente del Consiglio, una squadra, un programma, una maggioranza… E se qualcuno cambia idea si torna a votare”. In questo modo “avremo un paese più serio”. Al tempo stesso, ha aggiunto, “se facciamo l’autonomia – governo centrale più forte con più poteri alle regioni – saremo finalmente un paese più moderno”.

Ecr in Irlanda lancia manifesto su agricoltura (e guarda a Europee)

Ecr in Irlanda lancia manifesto su agricoltura (e guarda a Europee)Kilkenny (Irlanda), 3 nov. (askanews) – Il tema al centro del confronto è quello dell’agricoltura. Ma le Europee sono alle porte. E, infatti, il nuovo appuntamento con gli ‘Ecr party culture weekend’ che comincia oggi in Irlanda, sarà anche occasione per guardare al traguardo di giugno e ragionare di alleanze. Dopo gli eventi ospitati, tra l’altro, a Spalato, Sofia, Gerusalemme, Scilla, Washington e Varsavia, ora tocca alla città di Kilkenny, celebre anche per l’omonima birra.

Il programma dei dibattiti è concentrato nella giornata di domani e avrà come momento centrale l’intervista, che si terra alle 11.45 (ora locale) e che vedrà protagonisti il commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski (del Pis) e il ministro italiano Francesco Lollobrigida (che sarà in collegamento). A moderare il confronto il segretario generale del partito Ecr, il deputato Antonio Giordano. L’evento di Kilkenny sarà occasione per lanciare una sorta di manifesto conservatore per l’agricoltura, il cui concetto di fondo è promuovere l’innovazione senza calpestare la tradizione, e quindi anche difendere i prodotti nazionali, ribadendo il proprio no a novità come la carne sintetica.

Alla giornata di dibattiti, oltre a esponenti di Fdi come Ylenia Lucaselli, Marco Osnato e Carlo Fidanza, prende parte anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che partecipa a un panel dall’eloquente titolo ‘Una alternativa conservatrice per il futuro dell’Europa’. Inevitabile che si tocchi il tema degli equilibri del prossimo Parlamento, con Ecr – di cui Giorgia Meloni è presidente – che punta ad accrescere il proprio peso a Bruxelles anche in virtù del risultato ‘traino’ di Fdi in Italia. “L’unico obiettivo a cui dobbiamo guardare – aveva detto la premier in occasione di un summit dei conservatori europei che si è tenuto a Varsavia a luglio – è rafforzare la nostra famiglia, con la forza e la serietà delle nostre idee, dobbiamo essere aperti, collaborare e avvicinare tutti i partiti simili ai nostri. Dobbiamo lavorare per rafforzare la nostra famiglia”. Da allora però due elezioni nazionali, quelle in Spagna e quelle in Polonia, non hanno visto risultati lusinghieri per partiti alleati di Fdi, rispettivamente Vox e Pis, come invece Meloni auspicava.

Tradizionalmente in Irlanda ci sono due partiti di centro-destra: Fine Gael (che fa parte del Ppe) e Fianna Fáil (affiliati al gruppo RE). Nessuna formazione aderisce invece a Ecr, ma a Kilkenny saranno presenti politici irlandesi indipendenti, in rappresentanza delle zone rurali, interessati al progetto conservatore come i deputati Michael Collins e Mattie McGrath e la senatrice Sharon Keogan.

Il Premierato per Meloni è la “madre di tutte le riforme”, ma si scalda il fronte del no

Il Premierato per Meloni è la “madre di tutte le riforme”, ma si scalda il fronte del noRoma, 3 nov. (askanews) – Il ddl costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio “è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia” perché “garantisce la stabilità” dei governi evitando così, com’è successo finora, che esecutivi senza un “orizzonte di legislatura” finiscano per “privilegiare tutto quello che immediatamente torna in termini di consenso”. Giorgia Meloni, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al provvedimento, rivendica la riforma costituzionale che mette “fine ai governi tecnici e alle maggioranze arcobaleno” capaci di attuare “programmi che nessuno ha votato”, si mostra orgogliosa della natura “politica” del suo governo che proprio perchè “forte e coeso” può mettere in cantiere un progetto del genere, ma sottolinea anche che le competenze del capo dello Stato non vengono toccate. Su questo, spiega la premier, il governo ha ascoltato la voce delle opposizioni ma anche il sentire degli italiani che vedono nel Colle un elemento di garanzia.

Comunque il testo, puntualizza lo stesso comunicato di Palazzo Chigi, “si ispira a un criterio ‘minimale’ di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale”. Un messaggio ai tanti critici, sia nel metodo – praticamente tutta l’opposizione sostiene che il tempismo della comparsa sulla scena del ddl costituzionale, nel bel mezzo della sessione di bilancio, è quantomeno sospetto – che nel merito, dove i dubbi attraversano un variegato fronte, costituzionalisti in testa. Uno per tutti Francesco Clementi, docente di diritto pubblico alla Sapienza, che pur non essendo chiuso alla possibilità di un rafforzamento della premiership, in un’intervista ad Avvenire bolla questa soluzione come “confusa, ambigua e rigida” mentre Stefano Ceccanti, ex parlamentare Dem, la definisce un premierato “del tutto anomalo” visto che, peraltro, il secondo premier – ovvero il parlamentare espressione della maggioranza che dovrebbe portare a termine il programma di governo nel caso il premier cadesse – “è più forte del primo perché solo la sua caduta porterebbe al voto anticipato”. In un’intervista al Foglio di oggi, poi, il professor Massimo Villone, presidente del coordinamento per la democrazia costituzionale, ribadisce che “eravamo in campo nel 2016 contro il referendum della riforma di Renzi e penso lo saremo anche oggi”. Per le opposizioni – ad eccezione di Italia Viva di Matteo Renzi che ancora una volta si distingue, esprimendosi a favore dell’elezione diretta del premier – si tratta di “una riforma pasticciata e pericolosa” che “indebolisce nuovamente il Parlamento” (Elly Schlein), è “un Italierato. Non è un cancellierato (che avremmo approvato), non è un Premierato, non è Presidenzialismo o semi-presidenzialismo. È una nostra invenzione mai fino ad ora sperimentata nel mondo” (Carlo Calenda), un ddl che “demolisce la Costituzione e delegittima il Presidente della Repubblica, così Giorgia Meloni sogna di diventare imperatrice d’Italia” (Angelo Bonelli).

Anche nella maggioranza “la madre di tutte le riforme” ha visto le forze della coalizione di centrodestra mediare su più aspetti, come quello della norma anti-ribaltone per cui si sono battuti i due vice premier, Matteo Salvini della Lega e Antonio Tajani di Forza Italia. Al netto del fatto che premierato e autonomia differenziata, cavallo di battaglia della Lega, devono marciare di pari passo (parola, e rassicurazione agli alleati, della premier). Ma Meloni cerca di convincere e sottolinea più volte la necessità di garantire “che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, quindi garantire essenzialmente una stabilità del governo, avere 5 anni per realizzare l proprio progetto” perchè finora, “nei 75 anni di storia repubblicana, noi abbiamo avuto 68 governi con una vita media di un anno e mezzo” e “dal 2002 al 2022, in Italia abbiamo avuto 9 presidenti del Consiglio con 12 governi diversi, in Francia 4 presidenti, in Germania tre cancellieri”. Insomma “questa assenza di stabilità ha anche creato un problema di credibilità internazionale” rispetto alla “continuità dei nostri progetti e delle nostre interlocuzioni”.