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Carceri, Schlein: l’Italia non è ancora un Paese civile

Carceri, Schlein: l’Italia non è ancora un Paese civileRoma, 13 ago. (askanews) – “Dostoevskij scriveva che il grado di civiltà di una società si misura dalle sue carceri. Ecco, l’Italia oggi non è un paese moderno. Servono percorsi di risocializzazione. Il carcere sovraffollato produce solo disperazione e recidiva. Il governo ci metta la testa, mentre finora ha solo cassato la nostra proposta sulle madri detenute”. Lo dichiara a Repubblica la segretaria del Pd Elly Schlein, all’indomani del secondo suicidio in pochi giorni di detenute nel carcere di Torino e della situazione di allarme nei penitenziari italiani

Salario minimo, Schlein: Meloni prende solo tempo, Cnel non è terza Camera

Salario minimo, Schlein: Meloni prende solo tempo, Cnel non è terza CameraRoma, 13 ago. (askanews) – “Stanno solo prendendo tempo, perché non hanno né risposte alla nostra proposta di legge, né proposte loro da avanzare. Il Cnel è un’istituzione prestigiosa, ma non può essere la Terza Camera né un Governo ombra. Noi saremo sempre disponibili al confronto nel merito, ma non arretriamo di un centimetro sui pilastri della nostra proposta di legge”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, intervistata da Repubblica.

Secondo Schlein l’incontro a palazzo Chigi voluto dal Governo a metà agosto dopo il rinvio del voto sulla legge imposto dalla maggioranza al Parlamento è stato fatto perchè “volevano solo alleggerirsi la coscienza prima di andare in vacanza, dando l’impressione di avere a cuore il tema del lavoro povero” e dubnque “ora la destra venga in Parlamento con una proposta concreta”. Anche perchè a Palazzo Chigi dalla premier Meloni, la segretaria Pd tornerà una seconda volta “solo se ci sono novità vere: venerdì non avevano mezza proposta”.

Fi,Sallusti annuncia: “Pier Silvio non farà politica, tormentone finito”

Fi,Sallusti annuncia: “Pier Silvio non farà politica, tormentone finito”Roma, 13 ago. (askanews) – “Possiamo dire con certezza che non c’è all’orizzonte nessuna improvvisazione di Pier Silvio Berlusconi che riguardi una sua discesa in politica nè a breve nè a medio termine. Non perchè sia sconsigliabile o pericoloso per lui o per le aziende, non per calcolo. Ma perchè un leader sa in ogni momento che cosa sia giusto fare o non fare, con quel ‘senso del rispetto’ che è nel dna della famiglia Berlusconi. Fine del tormentone”.

Lo assicura con parole assertive su Libero il direttore Alessandro Sallusti in un articolo cui il giornalista da sempre molto vicino ai Berlusconi occupa l’intera terza pagina e a cui è dedicata l’apertura del quotidiano con eloquente titolo a caratteri cubitali “Tormentone finito. Perchè Pier Silvio non farà politica”. Sallusti spiega infatti con la chiave di lettura alternativa del consolidamento definitivo della sua leadership aziendale costruita da anni la ragione dei tre “fatti oggettivi” che hanno visto protagonista Pier Silvio Berlusconi dalla morte del padre in poi che hanno invece fatto pensare al preludio di un suo impegno diretto in politica: il discorso a Cologno monzese ai dipendenti Mediaset all’indomani della morte di Berlusconi senior che ha subito assicurato la volontà della famiglia di mantenere il controllo del gruppo; il discorso in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset che ha annunciato il passaggio ad una nuova stagione di programmazione meno trash dell’intrattenimento informativo sulle reti del gruppo; il discorso sul “senso del rispetto caro a mio padre” come bussola ora per l’attività imprenditoriale della famiglia, fatto a centro campo allo stadio al termine di Milan-Monza nel primo trofeo di calcio dedicato a Silvio Berlusconi.

“Fatti oggettivi accaduti da giugno ad oggi- è l’interpretazione autentica firmata Sallusti- che dimostrano una verità assai più semplice di quella che si sta cercando di narrare: Pier Silvio Berlusconi non si è fatto trovare impreparato a uno di quegli eventi cruciali che la vita riserva ad ogni uomo”.

Europee, Salvini: chiedo patto centodestra: mai più governo Ue con sinistre

Europee, Salvini: chiedo patto centodestra: mai più governo Ue con sinistreRoma, 12 ago. (askanews) – “Io chiedo a tutto il centrodestra di fare un patto: mai più nessuno di noi al governo in Europa alleato con le sinistre. Fra Macron e Le Pen scelgo cento volte Le Pen. Io chiedo nient’altro che realizzare al governo dell’Europa la stessa alleanza di governo che abbiamo per l’Italia, in un momento in cui in tutta Europa – per non dire nel mondo- si stanno affermando elettoralmente alleanze di governo di centrodestra”. Lo ha affermato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, parlando alla Versiliana a Forte dei Marmi.

Bonaccini replica a Meloni: i contributi arrivati sono quelli della Regione e della Protezione civile

Bonaccini replica a Meloni: i contributi arrivati sono quelli della Regione e della Protezione civileRoma, 12 ago. (askanews) – “Abbiamo ricevuto la risposta della presidente Meloni e purtroppo non è positiva. A maggior ragione, ribadisco la richiesta di un incontro per trovare, insieme e con spirito di collaborazione, le risposte più efficaci per persone e imprese colpite dall’alluvione, che chiedono solo una cosa: tornare alla normalità e poter ripartire. Ricevendo il 100% degli indennizzi, come promesso dal Governo”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, di fronte alla risposta ricevuta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla lettera che gli aveva inviato insieme al sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, e ai presidenti delle Province di Ravenna e Forlì-Cesena, Michele De Pascale e Enzo Lattuca, i territori più colpiti. “Avevamo posto una serie di questioni, a partire ovviamente da quella dei risarcimenti a cittadini e imprese, e avanzato alcune proposte costruttive, in spirito di collaborazione nel solo interesse degli emiliano-romagnoli: ribadisco la necessità di un incontro con la presidente del Consiglio- afferma Bonaccini- per chiarire tematiche che restano aperte e confrontarci su richieste che arrivano dalle comunità, dalle persone e dalle aziende colpite – e di cui noi ci facciamo portavoce – nella convinzione che insieme si possono trovare soluzioni efficaci. Nell’ambito di una collaborazione che ogni giorno stiamo portando avanti col Commissario Figliuolo, che ha già dato la propria disponibilità a incontrare nuovamente il Patto per il Lavoro e per il Clima il prossimo 31 agosto proprio per approntare, con l’intero sistema regionale, le soluzioni migliori per la ricostruzione”.

“Confermo poi- prosegue il presidente- che al di là di quanto attivato da me insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite: certo, i due Decreti adottati dal Governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese. Così come nessuno disconosce il valore di quanto fatto per attivare gli ammortizzatori sociali o l’accesso al credito di una parte, sia pur ristrettissima, di aziende, così come per quelle dell’export; ma ribadisco quanto i sindaci, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali stanno dicendo: la stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile”. Bonaccini ricorda come “le risorse stanziate per la ricostruzione privata sono esigue, anzi, pressoché trascurabili”. Quanto alla “ricostruzione pubblica, con spirito positivo e di piena collaborazione stiamo lavorando col Commissario Figliuolo. Devo però sottolineare che anche della cifra citata dalla presidente Meloni – gli oltre 400 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza realizzati – nulla a oggi è arrivato nelle casse dei Comuni, che pertanto continuano ad essere esposti, così come le imprese che hanno realizzato questi lavori e non vengono pagate”.

“Continuiamo a chiedere di vederci, certi che molti di questi problemi possano essere risolti, individuando insieme le soluzioni migliori e più celeri a beneficio degli emiliano-romagnoli. Abbiamo avanzato anche proposte costruttive, che permetterebbero di destinare subito oltre un miliardo di euro agli indennizzi di cittadini e imprese. Nodi che contiamo di poter sciogliere – insieme – confrontandoci di persona, in uno spirito, ripeto, di collaborazione: la ‘fretta’ che Meloni mi imputa, in realtà, è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorchè polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perchè molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz’altro chiedere direttamente a famiglie e imprese. Noi siamo qui per dare una mano- chiude Bonaccini- e, come ho ringraziato il Commissario Figliuolo per aver immediatamente accolto l’invito ad un incontro delle parti sociali, così confido di poter fare con la presidente Meloni non appena deciderà di incontrarci”.

Meloni scrive a Bonaccini: “Mi auguro una leale collaborazione”

Meloni scrive a Bonaccini: “Mi auguro una leale collaborazione”Roma, 12 ago. (askanews) – “Stiamo conducendo e intendiamo condurre un lavoro preciso, serio, concreto, senza inseguire proposte estemporanee che rischiano di generare confusione e disorientamento in un territorio che invece chiede solo di poter lavorare e di essere sostenuto nella ripresa della propria attività. Mi auguro che Lei voglia operare al fianco del Governo su questa strada. Anche per questo Le è stato assegnato il ruolo di sub commissario: per consentirle di operare concretamente al servizio della comunità in questa sfida certamente impegnativa, ma che sono certo sapremmo superare lavorando tutti nella stessa direzione”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una dettagliata lettera inviata al presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in cui elenca puttigliosamente il fatto e il da farsi per la ricostruzione post alluvione in Romagna.

“Condivido con Lei – sottolinea Meloni – l’esigenza di dare risposte rapide e veloci, come d’altronde stiamo facendo, abbattendo anche tutti gli sbarramenti burocratici possibili”. “Anche se in uno spirito di leale collaborazione – sottolinea la premier – è più che ragionevole che il Governo nazionale ponga rimedio agli errori della Regione ritengo necessario evidenziare come sia certamente urgente ricostruire nel migliore dei modi possibile, ma come sia altrettanto necessario non cedere ad una fretta e una frenesia che pare rispondere più al desiderio di qualcuno di avere un po di visibilità alimentando polemiche utili a qualche parte politica”.

Alluvione, Meloni a Bonaccini: “mi auguro leale collaborazione”

Alluvione, Meloni a Bonaccini: “mi auguro leale collaborazione”Roma, 12 ago. (askanews) – “Stiamo conducendo e intendiamo condurre un lavoro preciso, serio, concreto, senza inseguire proposte estemporanee che rischiano di generare confusione e disorientamento in un territorio che invece chiede solo di poter lavorare e di essere sostenuto nella ripresa della propria attività. Mi auguro che Lei voglia operare al fianco del Governo su questa strada. Anche per questo Le è stato assegnato il ruolo di sub commissario: per consentirle di operare concretamente al servizio della comunità in questa sfida certamente impegnativa, ma che sono certo sapremmo superare lavorando tutti nella stessa direzione”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una dettagliata lettera inviata al presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in cui elenca puttigliosamente il fatto e il da farsi per la ricostruzione post alluvione in Romagna.

“Condivido con Lei – sottolinea Meloni – l’esigenza di dare risposte rapide e veloci, come d’altronde stiamo facendo, abbattendo anche tutti gli sbarramenti burocratici possibili”. “Anche se in uno spirito di leale collaborazione – sottolinea la premier – è più che ragionevole che il Governo nazionale ponga rimedio agli errori della Regione ritengo necessario evidenziare come sia certamente urgente ricostruire nel migliore dei modi possibile, ma come sia altrettanto necessario non cedere ad una fretta e una frenesia che pare rispondere più al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità alimentando polemiche utili a qualche parte politica”.

Conte: sul salario minimo niente compromessi al ribasso, ora ci rivolgiamo al Paese

Conte: sul salario minimo niente compromessi al ribasso, ora ci rivolgiamo al PaeseRoma, 12 ago. (askanews) – ” Voglio essere chiaro: su questo tema, il M5S non fa compromessi al ribasso in cui si spacca la platea dei quasi 4 milioni di lavoratori che aspettano il salario minimo legale. Le proposte che abbiamo letto qua e là, penso a quelle di Forza Italia o della Lega, non risolvono il problema del lavoro povero. Anzi, in alcuni casi rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione. Il salario minimo già esiste in 22 Paesi europei su 27, dove la misura ha portato benefici evidenti”.

Dopo il vertice di ieri pomeriggio con il governo sul salario minimo, il leader M5s Giuseppe Conte intervistato da Avvenire mette in guardia sia il governo sia gli altri partiti di opposizione su nuove proposte che potrebbero venire fuori nelle prossime settimane, “Vedo un governo – afferma – in grande difficoltà che rinvia perché non sa cosa fare. Ricordiamoci che poche settimane fa hanno presentato un emendamento soppressivo per cancellare la proposta sul salario minimo. Appena si sono accorti di avere il Paese contro – anche i loro elettori – hanno organizzato questa iniziativa mediatica l’11 agosto per correre ai ripari. Di soluzioni però non ne hanno. Staremo a vedere, ci appelleremo ai cittadini e al Paese”. “A fine incontro da Meloni – sottolinea il presidente M5s- non sono arrivate né proposte, né idee. Ho trovato una Meloni irriconoscibile rispetto a quella dell’opposizione, che aveva soluzioni facili e pronte per tutto. Dai 1.000 euro con un click in pandemia, al blocco navale. Ora che sono al governo buttano la palla in tribuna, al Cnel presieduto da Brunetta. Se buttano la palla in tribuna, noi la riportiamo in campo con il sostegno dei cittadini, rivolgendoci al Paese: faremo una raccolta firme sul salario minimo legale”.

Meloni è soddisfatta del confronto con le opposizioni sul salario minimo, il Cnel ha 60 giorni per la proposta

Meloni è soddisfatta del confronto con le opposizioni sul salario minimo, il Cnel ha 60 giorni per la propostaRoma, 12 ago. (askanews) – “Sono soddisfatta: il confronto con le opposizioni è stato serio e costruttivo. C’è una base comune da cui partire: condividiamo tutti la necessità di chiudere stagione dei salari bassi oggi anche sforbiciati dall’inflazione. Non chiedo il ritiro della loro proposta di salario minimo legale: la loro battaglia politica su questo non si interrompe. Ma possono arricchirla, partecipando a un lavoro comune senza steccati ideologici. Per me il lavoro non è un ‘-ismo’. E’ fatica, talento, reddito e benessere. Il buon lavoro pagato in modo dignitoso è la nostra priorità”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una lettera aperta al direttore del Corriere della Sera, all’indomani dell’incontro a palazzo Chigi con i leader delle forze di opposizione sul salario minimo.

“Ho proposto alle opposizioni – sottolinea la presidente del Consiglio- di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per Costituzione e cioè il Cnel. Un confronto celere, da concludersi in 6o giorni con una proposta concreta sul tema del ‘lavoro povero’, non solo sul salario minimo. Con questo metodo e una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di Bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali, un testo efficace, basato su dati reali, che possa veramente rispondere a chi cerca un lavoro e a chi ce l’ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa. Ho già avuto dal Cnel piena disponibilità a lavorare a questa proposta. Ho chiesto alle opposizioni di dare il loro contributo prezioso”.

Mattarella ricorda la strage di Sant’Anna di Stazzema: il nazifascismo toccò il fondo dell’abisso

Mattarella ricorda la strage di Sant’Anna di Stazzema: il nazifascismo toccò il fondo dell’abissoRoma, 12 ago. (askanews) – “Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana. Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale. E’ un dovere per la nostra comunità ricordare quanto avvenne settantanove anni or sono a Sant’Anna e nelle altre frazioni di Stazzema, quando militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali, misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione dell’anniversario della strage nazifascista.

“Fu un massacro – afferma il capo dello Stato- di vite innocenti. Donne, anziani, bambini – ben oltre cinquecento – vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili. L’Europa toccò il fondo dell’abisso. Neppure l’infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell’annientamento. Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana”.