Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisolto

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisoltoRoma, 3 nov. (askanews) – “Un’altra tragedia è in atto in Medio Oriente. I vili attacchi terroristici portati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro inermi cittadini dello Stato di Israele – dai bambini agli anziani – hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti, pagando un prezzo elevato per un contrasto che da oltre settant’anni dilania la regione senza che si sia pervenuti, responsabilmente, a una soluzione condivisa”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia al Quirinale per la consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia.

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionale

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionaleRoma, 3 nov. (askanews) – Approvato oggi dal Consiglio dei ministri il testo del disegno di legge costituzionale che mira a istituire il “premierato”. Nelle intenzioni del Governo, una volta concluso l’iter della riforma l’Italia avrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio e legherà la sua figura, la sua maggioranza alla durata in carica degli eletti nelle due Camere.

Il testo è intitolato “Introduzione dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. Rispetta in sostanza previsioni e anticipazioni circolate nelle scorse settimane e si compone di cinque articoli: sul potere di nomina dei senatori a vita, sui poteri di scioglimento delle Camere, sull’elezione diretta del premier e il premio di maggioranza conferito in Parlamento alla coalizione vincente, sull’obbligo per il presidente della Repubblica di sciogliere le Camere in caso di mancata fiducia all’insediamento del Governo, sui limiti entro i quali il presidente eletto può essere sostituito in caso di cessazione dalla carica, infine sull’entrata in vigore della nuova veste della Carta costituzionale. L’articolo 1 abroga il secondo comma dell’articolo 59, quello che recita “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”. Potere cancellato dal ddl costituzionale in questa norma apparentemente simbolica: negli anni la presenza dei senatori a vita è stata spesso oggetto di polemiche sulla loro possibilità di influenzare gli equilibri parlamentari, pur non essendo eletti dal popolo; il problema sarebbe tuttavia superato da un premio di maggioranza introdotto in Costituzione, come da testo appena licenziato a palazzo Chigi. Resta invece in vigore, nelle intenzioni dei promotori del ddl, il primo comma dell’attuale articolo 59: “E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”.

L’articolo 2 cancella il potere del capo dello Stato di sciogliere una sola delle Camere, ed è di fatto una premessa del seguente articolo 3: legando il destino dei parlamentari alla maggioranza risultata vincente alle elezioni e alla carica del premier, l’ipotesi dello scioglimento di un solo ramo del Parlamento è superata. I precedenti storici dicono che questo potere è stato utilizzato tre volte nella storia repubblicana: nel 1953, nel 1958 e nel 1963, ma solo per scelta “tecnica”, ovvero per far coincidere il rinnovo con quello dell’altro ramo del Parlamento. Esigenza tecnica superata quando fu portata a cinque anni la durata della legislatura anche per il Senato, che originariamente restava in carica per sei anni. Il cuore della riforma è negli articoli 3 e 4 del disegno di legge. L’articolo 3 riscrive l’articolo 92 della Costituzione e introduce il “premierato” e costituzionalizza il premio di maggioranza che dovrà essere indicato nella legge elettorale. “Il Presidente del Consiglio – recita la proposta di riforma – è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura”. Nuova formulazione anche per il rapporto con il presidente della Repubblica, che nella vecchia formulazione “nomina” il presidente del Consiglio, qui, essendo il capo del Governo “nominato” attraverso il procedimento elettorale, l’ultimo comma recita: “Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”.

L’articolo 4 è quello che, modificando radicalmente le previsioni dell’attuale articolo 94 della Carta, completa il disegno che lega il destino della legislatura a quello della maggioranza e del premier, introducendo, al verificarsi di determinate condizioni, l’obbligo di scioglimento delle Camere in capo al presidente della Repubblica, che finora ne aveva invece la facoltà, il potere (art. 88). Nel nuovo terzo comma dell’articolo 94 si legge fra l’altro: “Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Sempre l’articolo 4 del ddl statuisce il caso di scuola della sostituzione del premier eletto dal popolo, con un comma aggiuntivo all’articolo 94 della Carta, che ribadisce comunque un “dovere di scioglimento” del quale il capo dello Stato diventa esecutore: “In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio eletto, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia. Qualora il Governo così nominato non ottenga la fiducia e negli altri casi di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio subentrante, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Infine, l’articolo 5 del testo di riforma contiene due norme transitorie: la prima per precisare che i senatori a vita di vecchia nomina restano in carica anche dopo l’abrogazione del potere di nomina. La seconda per indicare che la legge costituzionale “si applica a decorrere dalla data del primo scioglimento delle Camere, successivo alla data di entrata in vigore della disciplina per l’elezione del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle Camere”. Per completarsi tecnicamente, quindi, necessiterà oltre che delle doppie letture nei due rami del Parlamento, la seconda delle quali a maggioranza assoluta dei componenti, come stabilisce l’articolo 138 della Costituzione, anche della nuova legge elettorale che segua le indicazioni della riforma.

Meloni: consigliere diplomatico si è dimesso, vicenda gestita male

Meloni: consigliere diplomatico si è dimesso, vicenda gestita maleRoma, 3 nov. (askanews) – “Verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio… Ho segnalato al mio ufficio diplomatico che c’era qualcosa che non tornava, credo ci sia stata una superficialità nell’ufficio diplomatico nel procedere a una verifica seria ed è il motivo per cui il mio consigliere diplomatico Francesco Maria Talò stamani ha rassegnato le dimissioni, lo ringrazio per questo gesto di responsabilità che dà conto di una persona che è al servizio dello Stato da anni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda a proposito dello scherzo telefonico, al termine del Cdm.

“Abbiamo fatto quasi ottanta telefonate di questo genere, chi più fa più sbaglia… siamo tutti dispiaciuti, la vicenda non è stata gestita bene, tenedenzialmente la devo dare per buona se mi arriva una telefonata passata dall’ufficio di Palazzo Chigi, credo si sia confermata la coerenza del governo sulla politica estera” ha concluso Meloni.

Premierato, Casellati: modifiche minimali, capo Stato resta chiave

Premierato, Casellati: modifiche minimali, capo Stato resta chiaveRoma, 3 nov. (askanews) – La riforma costituzionale presentata dal governo è ispirata a un “criterio minimale di modifica” per “operare in continuità”, nella convinzione che “gli interventi di revisione debbano limitarsi a quelli strettamente necessari”. Lo ha detto la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati in conferenza stampa dopo il Cdm che ha approvato il ddl.

La riforma intende “preservare le prerogative del presidente della Repubblica, che è figura chiave della forma di governo italiana e dell’unità nazionale”, ha assicurato.

Stato di emergenza per la Toscana, il governo stanzia i primi 5 milioni

Stato di emergenza per la Toscana, il governo stanzia i primi 5 milioniRoma, 3 nov. (askanews) – “Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per le province di Firenze, Pisa, Livorno, Pistoia e Prato per gli eventi eccezionali della scorsa notte. Esprimo la solidarietà del Consiglio dei ministri e dell’Italia intera ai familiari delle vittime. Ho sentito il capo della Protezione civile, il ministro Musumeci e il presidente Giani e abbiamo deliberato lo stato di emergenza con un primo stanziamento di 5 milioni per gli interventi più urgenti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Cdm.

Meloni: con l’ok al premierato si mette fine alla stagione dei ribaltoni

Meloni: con l’ok al premierato si mette fine alla stagione dei ribaltoniRoma, 3 nov. (askanews) – Il ddl costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio, approvato dal Consiglio dei ministri, “garantisce due grandi obiettivi: mette fine alla stagione dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno e dei governi tecnici, dei governi passati sulla testa dei cittadini per fare cose che i cittadini non avevano deciso e, due, garantisce un orizzonte di legislatura” in grado di “garantire quella stabilità” di governo perché questo possa avere “una strategia e una crediiblità a livelle internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei ministri.

“È prevista una norma anti ribaltone: il presidente del Consiglio eletto può essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza. Fine dei governi tecnici e dei ribaltoni, premier eletto solo per realizzare un programma di governo. Insomma non c’è la possibilità di costruire maggioranze arcobaleno per realizzare programmi che nessuno ha votato”. “Vengono aboliti i senatori a vita, salvo gli ex presidenti della Repubblica”, una riforma “necessaria in particolare dopo il taglio dei parlamentari” perchè “l’incidenza dei senatori a vita è molto aumentata” ha detto Meloni. “Sono molto fiera di questa riforma, confido in un consenso ampio del Parlamento. Se non dovesse esserci, chiederemo agli italiani cosa pensano con il referendum. Abbiamo fatto quel che dovevamo”.

Premierato, Meloni: non vengono toccate competenze capo Stato

Premierato, Meloni: non vengono toccate competenze capo StatoRoma, 3 nov. (askanews) – “Abbiamo deciso di non toccare le competenze del presidente della Repubblica, vengono modificati quattro articoli della Costituzione: il premier viene eletto a suffragio universale diretto, con un’unica scheda, viene rinviata alla legge elettorale la responsabilità di garantire una maggioranza al premier eletto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’approvazione in Cdm del ddl di riforma costituzionale.

Meloni: ok premierato, riforma mette fine a stagione dei ribaltoni

Meloni: ok premierato, riforma mette fine a stagione dei ribaltoniRoma, 3 nov. (askanews) – Il ddl costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consilgio, approvato dal Consiglio dei ministri, “garantisce due grandi obiettivi: mette fine alla stagione dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno e dei governi tecnici, dei governi passati sulla testa dei cittadini per fare cose che i cittadini non avevano deciso e, due, garantisce un orizzonte di legislatura” in grado di “garantire quella stabilità” di governo perché questo possa avere “una strategia e una crediiblità a livelle internazionale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei ministri.

Meloni: da Schlein accuse sconsiderate al governo

Meloni: da Schlein accuse sconsiderate al governoRoma, 3 nov. (askanews) – “In queste ore drammatiche per la Toscana e l’Italia tutta, leggo da parte di Elly Schlein assurde accuse nei confronti del Governo in tema di cambiamenti climatici ed energie rinnovabili. L’opposizione ha tutto il diritto di criticare l’operato dell’Esecutivo, ma adoperare calamità e tragedie per fare attacchi politici strumentali e infondati è un comportamento che reputo sconsiderato”. Lo scrive su facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Rinnovo il mio pensiero alle popolazioni colpite e a tutti gli operatori impegnati nei soccorsi. Il Governo è al vostro fianco”, conclude Meloni. Stamane la segretaria del Pd aveva detto a Radio 24 che “c’è chi al governo ancora nega l’emergenza climatica e blocca le rinnovabili e non si investe ancora a sufficienza sul dissesto”.

Schlein: nel governo c’è chi ancora nega l’emergenza climatica

Schlein: nel governo c’è chi ancora nega l’emergenza climaticaRoma, 3 nov. (askanews) – Il Pd tornerà in piazza per manifestare pure “per il pianeta” perché lo vediamo ora che purtroppo un grande evento climatico estremo si abbatte sulla Toscana e in particolare sul Veneto”. Così su Radio 24 la segretaria del Pd Elly Schlein, la quale ha espresso “grande vicinanza alle popolazioni colpite e anche alle famiglie dei morti” mentre, ha sottolineato, “c’è chi al governo ancora nega l’emergenza climatica e blocca le rinnovabili e non si investe ancora a sufficienza sul dissesto”.