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Affluenza ballottaggi sotto soglia 50%, in calo di quasi 9 punti

Affluenza ballottaggi sotto soglia 50%, in calo di quasi 9 puntiMilano, 29 mag. (askanews) – Con un’affluenza media definitiva del 49,65% i ballottaggi dei sette capoluoghi e dei 34 Comuni nei quali si è votato per le comunali fino alle 15 di oggi hanno fatto registrare un crollo dei votanti di quasi nove punti percentuali, sotto la soglia psicologica del 50%. Meno di un elettore su due, tra i 1.340.688 aventi diritto, ha infatti deciso di tornare alla urne dopo il primo turno del 14 e 15 maggio. Un ulteriore campanello d’allarme rispetto al calo, meno marcato, di due settimane fa, quando i votanti nelle stesse 1.595 sezioni furono il 58,39%.

Considerando invece tutte le 5.426 sezioni interessate dal voto del primo turno i votanti avevano invece raggiunto complessivamente la soglia del 59,03%, a fronte del 61,22% della tornata precedente. L’unico capoluogo in controtendenza al ballottaggio è Pisa, che ha fatto registrare quasi la stessa affluenza del primo turno, 56,34% contro il 56,43%. Calo meno pronunciato anche a Vicenza e Ancona dove il secondo turno ha portato ai seggi rispettivamente il 52,78% e il 51,75%, contro il 54,2% e il 54,94% del primo turno. La maglia nera dell’afflunza tra i capoluoghi al ballottaggio spetta a Brindisi dove è tornato alle urne solo il 43,79% degli elettori, contro il 57,65% che aveva votato 14 e 15 maggio. Crollo dei votanti anche a Terni, dove il secondo turno ha portato alle urne solo il 43,32% dei cittadini, contro il 56,87% del primo turno. Tiene invece Ancona, con il 51,75% contro il 54,94% del primo turno, mentre a Siena ha votato il 56,95% contro il 63,82%. A Massa infine ha votato il 51,34% a fronte del 60,29% di due settimane fa.

Ballottaggi delle comunali, affluenza in calo

Ballottaggi delle comunali, affluenza in caloMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato è in calo di circa nove punti percentuali, nel momento in cui sono arrivati i dati di circa due terzi delle sezioni. Se infatti al primo turno aveva votato il 59,64% il dato parziale delle 15 di oggi, con 1.038 sezioni su su 1.595, è del 50,56%. In controtendenza Pisa, dove l’affluenza al 56% è analoga a quella del primo turno. E in parte Ancona, dove è calata ma di soli tre punti percentuali.

Mattarella ha ricevuto dal Papa il premio Paolo VI: sono commosso e grato

Mattarella ha ricevuto dal Papa il premio Paolo VI: sono commosso e gratoRoma, 29 mag. (askanews) – “Desidero innanzitutto ringraziare vostra Santità per questa accoglienza, ringrazio don Maffeis per le sue parole e l’istituto Paolo VI per il conferimento del premio e per la motivazione così generosa che lo accompagna”. Così, dopo aver ricevuto il Premio Paolo VI dalle mani di Papa Francesco, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il quale ha chiesto all’Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata al Premio “alla comunità Giovanni XXIII, nata in Romagna” poiché “alcune delle sue case di accoglienza sono state gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi”.

“Quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmi il premio il mio primo pensiero è stato di sorpresa, e un sentimento di profonda gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio, ancor di più ho avvertito un sentimento di riconoscenza al massimo grado nell’apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente”, ha affermato il Presidente della Repubblica. “Non posso nascondere la commozione” per aver ricevuto il Premio “dalle mani del Santo Padre. Grazie Santità”, ha concluso Mattarella accolto da un lungo applauso.

“Signor Presidente, con le sue parole e il suo esempio, avvalorati da quanto ha vissuto, Lei rappresenta un coerente maestro di responsabilità. San Paolo VI sentì l’importanza della responsabilità di ciascuno per il mondo di tutti, per un mondo diventato globale. Lo fece parlando di pace – quanto è urgente oggi! -, lo fece esortando a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle ingiustizie planetarie, perché la questione sociale è questione morale e perché un’azione solidale dopo le guerre mondiali è veramente tale solo se è globale”, ha detto Papa Francesco nel suo discorso pronunciato nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, per il conferimento del “Premio Paolo VI” al Presidente della Repubblica. Proprio Papa Montini, oltre cinquant’anni fa, ha sottolineato Francesco “avvertì l’urgenza di fronteggiare le sfide climatiche, davanti alla minaccia di un ambiente che – scrisse – sarebbe diventato intollerabile all’uomo in conseguenza della distruttiva attività dell’uomo stesso che, spadroneggiando sul creato, si sarebbe trovato a non padroneggiarlo più. E precisò: ‘A queste nuove prospettive il cristiano deve dedicare la sua attenzione, per assumere, insieme con gli altri uomini, la responsabilità di un destino diventato ormai comune’”.

Mattarella riceve premio Paolo VI: commosso e grato a Francesco

Mattarella riceve premio Paolo VI: commosso e grato a FrancescoRoma, 29 mag. (askanews) – “Desidero innanzitutto ringraziare vostra Santità per questa accoglienza, ringrazio don Maffeis per le sue parole e l’istituto Paolo VI per il conferimento del premio e per la motivazione così generosa che lo accompagna”. Così, dopo aver ricevuto il Premio Paolo VI dalle mani di Papa Francesco, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il quale ha chiesto all’Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata al Premio “alla comunità Giovanni XXIII, nata in Romagna” poiché “alcune delle sue case di accoglienza sono state gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi”.

“Quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmi il premio il mio primo pensiero è stato di sorpresa, e un sentimento di profonda gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio, ancor di più ho avvertito un sentimento di riconoscenza al massimo grado nell’apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente”, ha affermato il Presidente della Repubblica. “Quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmi il premio il mio primo pensiero è stato di sorpresa, e un sentimento di profonda gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio, ancor di più ho avvertito un sentimento di riconoscenza al massimo grado nell’apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente”, ha aggiunto.

“Non posso nascondere la commozione” per aver ricevuto il Premio “dalle mani del Santo Padre. Grazie Santità”, ha concluso Mattarella accolto da un lungo applauso.

Elezioni comunali, ballottaggi in 41 comuni. Riflettori puntati sui 7 capoluoghi

Elezioni comunali, ballottaggi in 41 comuni. Riflettori puntati sui 7 capoluoghiRoma, 29 mag. (askanews) – Resteranno aperte fino alle 15 le urne per i ballottaggi nei 41 comuni chiamati a rinnovare sindaci e Consigli comunali. I riflettori sono puntati su sette capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona e Brindisi.

Al primo turno c’è stata la vittoria del centrodestra in quattro città – Sondrio, Treviso, Latina e Imperia – e del centrosinistra in due – Brescia e Teramo. C’è molta Toscana in questa partita che è anche un primo banco di prova per il Pd a guida Elly Schlein, un test per la maggioranza di governo a livello nazionale e, nella regione un tempo “rossa”, una sfida per il centrosinistra che tenterà di riconquistare città un tempo fedelissime alla sinistra (Massa, Pisa e Siena) ma passate al centrodestra già da qualche anno.

A Massa in pista ci sono Francesco Persiani (35,28% al primo turno), sostenuto nella tornata dello scorso 14-15 maggio da Forza Italia e Lega, che ha subito la concorrenza interna del candidato di Fdi Michele Guidi, arrivato terzo, e il chirurgo Enzo Romolo Ricci (30,05%) per il centrosinistra. Pisa, città di un altro ex segretario del Pd, Enrico Letta, è contesa tra Michele Conti, sostenuto dal centrodestra, che ha mancato l’affermazione al primo turno per una manciata di voti (49,96%) e Paolo Martinelli (41,12%), ex presidente delle Acli provinciali, sostenuto da centrosinistra ed anche dai Cinquestelle. Un esperimento politico che al primo turno non ha dato i risultati politici.

A Siena il ballottaggio sarà tra Nicoletta Fabio, sostenuta dal centrodestra (30,51%) e Anna Ferretti, candidata del centrosinistra (28,8%). L’ago della bilancia sarà Fabio Pacciani, sostenuto da sette liste civiche, che ha ottenuto il 22,6% dei voti. A Vicenza la partita è tra Giacomo Possamai (centrosinistra), che ha ottenuto il 46,23% al primo turno e il sindaco uscente Francesco Rucco (centrodestra), che si è fermato al 44,06%. A Terni va in scena un testa a testa tra Orlando Masselli, assessore uscente di Fratelli d’Italia (35,81%) e Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, sostenuto da Alternativa Popolare (28,14%) di cui è il presidente nazionale. Esclusi dal ballottaggio la coalizione con il Pd e quella del Movimento 5 stelle.

Ad Ancona si sfidano Ida Simonella (41,28%) del centrosinistra e Daniele Silvetti (45,11%) del centrodestra. A Brindisi, infine, il ballottaggio sarà tra Roberto Fusco (32,73%) del centrosinistra e Giuseppe Marchionna (44,22%) del centrodestra.

Affluenza in calo ai ballottaggi delle comunali, a mezzogiorno solo il 12% al voto

Affluenza in calo ai ballottaggi delle comunali, a mezzogiorno solo il 12% al votoMilano, 28 mag. (askanews) – Affluenza in calo ai ballottaggi dei comuni al voto in Italia rispetto al primo turno: alle 12 risultano aver votato il 12,00 per cento degli aventi diritto. Alla stessa ora del primo turno l’affluenza era stata del 13,86%.

I ballottaggi riguardano 41 comuni dopo il primo turno di elezioni amministrative che ha visto la vittoria del centrodestra in quattro città – Sondrio, Treviso, Latina e Imperia – e del centrosinistra in due – Brescia e Teramo. Oggi i seggi restano aperti dalle 7 alle 23, domani dalle 7 alle 15. I riflettori sono puntati su sette capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona e Brindisi.

Meloni: la scadenza per le modifiche al Pnrr è ad agosto, siamo nei tempi

Meloni: la scadenza per le modifiche al Pnrr è ad agosto, siamo nei tempiRoma, 28 mag. (askanews) – “Il nostro piano è il più grande d’Europa con 191,5 miliardi di euro e 527 obiettivi. E una sua revisione richiede una verifica attenta per scongiurare il rischio di fare in fretta e male. La scadenza per proporre modifiche è il 31 agosto 2023 e il Ministro Fitto sta lavorando con la Commissione Europea e le singole Amministrazioni per assicurare la piena attuazione degli interventi”. E’ quanto precisato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un’intervista al Messaggero, a proposito del Pnrr. “In questi giorni abbiamo completato la fase di ricognizione con le Amministrazioni centrali per verificare lo stato di attuazione del Piano e nelle prossime settimane, come stabilito con la Ue, si intensificherà il confronto per la formalizzazione delle proposte di modifica. Siamo nei tempi, e lo dimostra il fatto che ad oggi solo 5 Stati hanno presentato la proposta di revisione del Piano con l’integrazione del REPowerEU. Faremo tutto quello che c’è da fare per far arrivare queste risorse a terra, in modo utile ed efficiente”, ha aggiunto Meloni.

Secondo la presidente del Consiglio, “la capacità di spesa è un problema storico”. “A febbraio abbiamo concluso una verifica sullo stato di attuazione delle politiche di coesione 2014-2020 e abbiamo constatato che, dopo 8 anni, risultava effettivamente speso solo il 34% dei 126 miliardi di risorse programmate, tra europee e nazionali”, ha sottolineato. “Accorpare la delega del PNRR a quella delle Politiche di coesione nasce proprio da questa esigenza: assicurare una maggiore sinergia tra le diverse fonti di finanziamento, sia per garantire che i soldi vengano effettivamente spesi ma anche per privilegiare misure di qualità e in grado di rafforzare la competitività e avere effetti sul PIL. Un’impostazione confermata dal Regolamento REPowerEu che ha previsto il concorso delle politiche di coesione agli obiettivi del PNRR, in particolare a quelli connessi alle politiche energetiche per ridurre la dipendenza dal gas russo”, ha commentato ancora Meloni.

Mattarella ricorda la strage di Piazza della Loggia: debito di riconoscenza verso Brescia

Mattarella ricorda la strage di Piazza della Loggia: debito di riconoscenza verso BresciaRoma, 28 mag. (askanews) – “Otto persone uccise. Oltre cento ferite. La città di Brescia sconvolta. La Repubblica ferita. Tanto sangue innocente fu versato la mattina del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia dagli strateghi del terrore e dai loro spietati esecutori per destabilizzare la democrazia, attaccare lo Stato. I piani eversivi del terrorismo neofascista vennero contrastati e sventati. In fedeltà ai principi costituzionali. Protagonisti furono il popolo italiano, le forze politiche e sindacali, le espressioni culturali e sociali, che seppero reagire a mezzo della partecipazione democratica”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata in occasione dell’anniversario della strage di Piazza della Loggia.

“Le sentenze sono riuscite a ricostruire circostanze e responsabilità dell’attentato di Brescia, evidenziandone la matrice e i suoi legami con l’eversione di destra”, ha ricordato il capo dello Stato. “Nel giorno dell’anniversario i sentimenti di vicinanza e solidarietà si rivolgono in primo luogo ai familiari e ai discendenti di coloro che persero la vita, ai loro amici e compagni di lavoro. Alla comunità bresciana”. Mattarella ha spiegato che “il Paese ha un debito di riconoscenza verso la Città di Brescia, colpita per manifestare la sua opposizione irriducibile all’eversione”. “La comunità nazionale è consapevole di quanto stretta sia la connessione tra democrazia e giustizia e per questo sente di esprimere gratitudine verso chi ha riversato nell’impegno civile – come l’Associazione dei familiari delle vittime – l’immenso dolore personale patito”, ha aggiunto. “La memoria è la radice del futuro. Per questo il ricordo di oggi è un messaggio rivolto in special modo alle generazioni più giovani, a cui è trasmesso il testimone della convivenza, della solidarietà, del bene comune da riconoscere e preservare con cura, al di là di ogni legittima differenza di opinioni e interessi”, ha concluso Mattarella.

Comunali, seggi aperti in 128 comuni siciliani e 38 sardi

Comunali, seggi aperti in 128 comuni siciliani e 38 sardiRoma, 28 mag. (askanews) – Seggi aperti in 128 comuni della Sicilia (tra cui Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani) e 39 della Sardegna (Assemini e Iglesias, con oltre 15mila abitanti). In totale sono quasi 1,5 milioni gli aventi diritto al voto chiamati a rinnovare i sindaci e i Consigli comunali nelle due isole più grandi del Paese. L’eventuale ballottaggio è in programma l’11 e il 12 giugno. Oggi si vota dalle 7 alle 23, domani i seggi riapriranno dalle 7 alle 15. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede. Il sindaco e il Consiglio comunale sono eletti per cinque anni. Nei comuni con popolazione oltre i 15 mila abitanti (17 tra Sicilia e Sardegna, ndr) per eleggere il primo cittadino è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi (50% + un voto). Nel caso in cui nessun candidato a sindaco ottenga questo risultato, si procederà ad un secondo turno di votazione, in programma sempre il 28 – 29 maggio prossimi, tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti validi nel primo turno. Al ballottaggio è eletto sindaco il candidato che ottiene il maggiore numero di voti validi.

Non sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che non abbiano superato al primo turno la soglia del 3% dei voti validi. E’ previsto un “premio di maggioranza” alla lista o gruppo di liste che abbiano ottenuto almeno il 40% dei voti, che consiste nel 60% dei seggi, nel caso in cui nessuna altra lista o gruppo di liste collegate abbiano superato il 50% dei voti. Nei comuni con popolazione sopra i 15 mila abitanti è permesso il voto disgiunto: l’elettore può esprimere due voti sulla stessa scheda: uno per una lista (al quale può aggiungere un voto di preferenza) e uno per un candidato presidente o sindaco, anche in una lista diversa. Nei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti (150 in totale nelle due isole, ndr), l’elezione dei consiglieri comunali è contestuale all’elezione del sindaco e vige il sistema maggioritario. È eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi. Alla lista o alle liste che hanno appoggiato il candidato sindaco eletto sono attribuiti i 2/3 dei seggi. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. In caso di parità di voti validi tra due candidati, si andrà al ballottaggio, e risulterà eletto sindaco chi tra i due candidati avrà ottenuto più voti validi. In caso di ulteriore parità, la scelta cadrà sul candidato più anziano di età.

In Sicilia, dove hanno diritto al voto 1.347.614 elettori in 128 comuni, le partite più importanti, i cui risultati avranno dei riflessi anche a livello nazionale, si giocano a Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani, quattro dei 15 comuni con più di 15mila abitanti. A Catania, che vede Piero Mattei, commissario straordinario sulla poltrona più alta di Palazzo degli Elefanti, il centrodestra ha chiuso la campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco Enrico Tarantino con tutti i big della coalizione, la premier Giorgia Meloni, e i due vice premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Per il centrosinistra in lizza c’è Maurizio Caserta (Pd, M5s, Verdi-Sinistra, e tre liste civiche), che ha avuto il sostegno, in presenza, del presidente di M5s, Giuseppe Conte. Tra gli aspiranti sindaci ci sono anche Vincenzo Drago (Socialismo democratico Psdi), Giuseppe Libera (Movimento popolare catanese), Gabriele Savoca (Sud chiama Nord e De Luca per Catania), Giuseppe Giuffrida (Catania risorse) e Lanfranco Zappalà (Lanfranco Zappalà). A Ragusa il sindaco uscente Giuseppe Cassì, sostenuto da cinque liste civiche tenta il bis, ma si deve guardare dal candidato del centrodestra, Giovanni Cultrera, da quello del Partito Democratico, Riccardo Schininà, e da Sergio Firrincieli, espressione del M5s, A Siracusa sul nastro di partenza per la corsa verso Palazzo Vermexio ci sono otto candidati a partire dal sindaco uscente, Francesco Italia, sostenuto da quattro liste civiche. Il centrodestra punta su Ferdinando Messina, mentre Renata Giunta è riuscita a mettere d’accordo Pd, Verdi e sinistra, M5s e una lista civica. A completare l’elenco ci sono l’ex sindaco, Giancarlo Garozzo, Michele Mangiafico, Roberto Trigilio, Abdelaaziz Mouddih, detto ‘Aziz’, Edy Bandiera, tutti sostenuti da diverse liste civiche. Anche a Trapani, il sindaco uscente, Giacomo Tranchida, punta alla conferma, grazie al sostegno di una larga coalizione composta da dieci liste civiche e dal Pd, che però non usa il proprio simbolo. Il centrodestra scommette su Maurizio Miceli, mentre il M5s concentra la sua attenzione su Francesco Brillante, appoggiato anche da altre liste civiche. Chiude il quartetto in lizza, Anna Garuccio, candidata di un’altra lista civica. In Sardegna, sono 139.045 gli elettori che dovranno rinnovare i sindaci e i consigli comunali in 39 città. Solo due di queste superano i 15mila abitanti: Assemini (Cagliari) e Iglesias (Sud Sardegna). Ad Assemini, guidata da poco meno di un anno dal commissario Bruno Canargiu, dopo le dimissioni della sindaca Sabrina Licheri (M5s), FdI, FI e Lega schierano Niside Muscas, mentre Pd, M5s, Verdi, Psi e una lista civica sostengono Diego Corrias. C’è poi Mario Puddu, appoggiato da una coalizione eterogenea composta da Italia Viva, Udc, Riformatori e tre liste civiche. A Iglesias il sindaco uscente, Mauro Usai, è sostenuto dal centrosinistra e da diverse liste civiche, alla ricerca di una conferma per altri cinque anni. Il centrodestra non ha trovato la quadra e così da una parte Fratelli d’Italia propone Luigi Biggio, consigliere comunale uscente, dall’altra FI e Lega, senza i propri simboli, e con quattro liste civiche, appoggiano Giuseppe Pes.

Urne aperte oggi e domani per ballottaggi, sfida in 7 capoluoghi

Urne aperte oggi e domani per ballottaggi, sfida in 7 capoluoghiRoma, 28 mag. (askanews) – Ballottaggi in 41 comuni, oggi e domani, dopo il primo turno di elezioni amministrative che ha visto la vittoria del centrodestra in quattro città – Sondrio, Treviso, Latina e Imperia – e del centrosinistra in due – Brescia e Teramo. Oggi i seggi restano aperti dalle 7 alle 23, domani dalle 7 alle 15. I riflettori sono puntati su sette capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona e Brindisi.

C’è molta Toscana in questa partita che è anche un primo banco di prova per il Pd a guida Elly Schlein, un test per la maggioranza di governo a livello nazionale e, nella regione un tempo “rossa”, una sfida per il centrosinistra che tenterà di riconquistare città un tempo fedelissime alla sinistra (Massa, Pisa e Siena) ma passate al centrodestra già da qualche anno.A Massa in pista ci sono Francesco Persiani (35,28% al primo turno), sostenuto nella tornata dello scorso 14-15 maggio da Forza Italia e Lega, che ha subito la concorrenza interna del candidato di Fdi Michele Guidi, arrivato terzo, e il chirurgo Enzo Romolo Ricci (30,05%) per il centrosinistra.

Pisa, città di un altro ex segretario del Pd, Enrico Letta, è contesa tra Michele Conti, sostenuto dal centrodestra, che ha mancato l’affermazione al primo turno per una manciata di voti (49,96%) e Paolo Martinelli (41,12%), ex presidente delle Acli provinciali, sostenuto da centrosinistra ed anche dai Cinquestelle. Un esperimento politico che al primo turno non ha dato i risultati politici.A Siena il ballottaggio sarà tra Nicoletta Fabio, sostenuta dal centrodestra (30,51%) e Anna Ferretti, candidata del centrosinistra (28,8%). L’ago della bilancia sarà Fabio Pacciani, sostenuto da sette liste civiche, che ha ottenuto il 22,6% dei voti.

A Vicenza la partita è tra Giacomo Possamai (centrosinistra), che ha ottenuto il 46,23% al primo turno e il sindaco uscente Francesco Rucco (centrodestra), che si è fermato al 44,06%.A Terni va in scena un testa a testa tra Orlando Masselli, assessore uscente di Fratelli d’Italia (35,81%) e Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, sostenuto da Alternativa Popolare (28,14%) di cui è il presidente nazionale. Esclusi dal ballottaggio la coalizione con il Pd e quella del Movimento 5 stelle.

Ad Ancona si sfidano Ida Simonella (41,28%) del centrosinistra e Daniele Silvetti (45,11%) del centrodestra.A Brindisi, infine, il ballottaggio sarà tra Roberto Fusco (32,73%) del centrosinistra e Giuseppe Marchionna (44,22%) del centrodestra.