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Chiara Colosimo (FdI) presidente a maggioranza della Commissione antimafia. L’opposizione lascia l’aula

Chiara Colosimo (FdI) presidente a maggioranza della Commissione antimafia. L’opposizione lascia l’aulaRoma, 23 mag. (askanews) – “Non intendo nascondere l’emozione: questa elezione rappresenta per me un onore indescrivibile. Ringrazio tutti i senatori e deputati che hanno partecipato a questa elezione dell’Ufficio di presidenza. Esprimo l’auspicio che tutti noi, insieme, potremo svolgere un proficuo lavoro, offrendo un contributo fattivo all’attività di contrasto alla criminalità organizzata. Ognuno cercando di far valere, con dignità ed onore, la propria specifica visione delle funzioni di questo collegio parlamentare”. Parole della neo-presidente della commissione Antimafia, la parlamentare di FdI Chiara Colosimo, pronunciate quasi tutte d’un fiato, trattenendo l’emozione. I suoi 29 voti sanciscono una vittoria del centrodestra annunciata, ma non scevra da distinguo e prese di posizione. Colosimo nel discorso di insediamento, nel giorno della strage di Capaci, rende omaggio a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo ed agli uomini della scorta e sottolinea: “Abbiamo il solenne impegno di combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia”.

Gli applausi per la presidente Colosimo sono arrivati quando lo spoglio delle preferenze ha raggiunto quota 26, il quorum di maggioranza. Non si dimentica però la tensione, i distinguo, le prese di posizione che si registrano all’ingresso di Palazzo San Macuto, in mezzo a comitive di turisti e scolaresche in gita che fanno selfie all’ingresso, tra agenti di scorta e commessi in livrea “ancora invernale”. Enza Rando, responsabile legalità del Pd, subito annuncia: “Se il nome non cambia usciamo dall’aula”. E lo stesso spiega Michele Gubitosa, M5S. Anche Alleanza Verdi e Sinistra non partecipa al voto della Colosimo. Le dichiarazioni delle associazioni delle famiglie delle vittime delle mafie e del terrorismo, che una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni per i suoi presunti rapporti con l’ex Nar Luigi Ciavardini, hanno scavato un solco e nessuno vuole dimenticare facilmente. Per questo a cose fatte Walter Verini, Pd, scende nel corridoio davanti alla sala stampa e dice che la scelta della Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo paese non meritavano”. Insomma “è stata dimostrata sordità e chiusura e con questa presidenza la commissione parte azzoppata e poco legittimata”. E adesso? “Le mafie ci sono e sono pericolose, penetrano nei gangli della società e sarà nostro compito fare in modo che questa commissione non sia una occasione persa”. Dopo poco arriva la stessa presidente Colosimo. E dopo una dichiarazione che nella sostanza ripete quanto già affermato in aula e che è stato registrato dal servizio tv a circuito chiuso, risponde ad una domanda non prevista sul tema del giorno. “Nella mia vita – dice un po’ incespicando – hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro. Possono venire quando vogliono, indicare le priorità”. Rispetto al presunto legame con l’estremista di destra Ciavardini, subito lo definisce “presunto” e poi dice: “Soprattutto permettetemi, visto che sinora non ho parlato, io non ho amicizie. Ho espletato nella mia funzione di consigliere regionale quel che mi era concesso e quel che era dovuto. Cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Quindi conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché lui è in una associazione che si occupa del resinserimento dei detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

L’ex procuratore nazionale antimafia, il magistrato di lungo corso Federico Cafiero De Raho, è stato eletto vicepresidente. Con lui anche il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis. Molti però aspettano le parole di Cafiero per capire come andranno le cose di qui in avanti. “Il compito della commissione antimafia è questo – dice subito – capire come le mafie si sono mosse, se ci sono state alleanze, anche nelle istituzioni, anche nei cosiddetti non mafiosi. E’ evidente che il nostro atteggiamento oggi, di allontanarci al momento dell’elezione del presidente, è stato dimostrativo del nostro orientamento. Noi siamo con le associazioni dei familiari delle vittime e come loro riteniamo che chi è alla presidenza deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E poi però aggiunge: “La commissione non è spaccata, opera in maniera unitaria. E’ stato spaccato il voto, dimostrativo di orientamenti diversi. Ma è evidente che bisognerà muoversi unitariamente per perseguire obiettivi che sono necessari al nostro Paese. La commissione non può che muoversi unitariamente”. Rispetto ai compiti da svolgere dice: “Bisognerà fare luce su tutti gli aspetti dell’operatività mafiosa che ancora oggi sono oscuri. Non solo. Noi dobbiamo aiutare il nostro Paese a liberarsi dalle mafie, e per fare questo dobbiamo essere attivi ed attuali. Come si stanno infiltrando negli appalti, nel Pnrr. Con l’esigenza di diradare le nebbie, dove ci sono vanno eliminate. Bisogna fare giustizia e al tempo stessa certezza di quel che è stato”. Sullo sfondo c’è stata anche la scelta di Azione ed Italia Viva di non lasciare l’aula al momento della votazione del presidente. E’ un distingo che divide, anche se i numeri delle schede bianche, sempre inferiori ad una manciata, non sembrano destare timori. L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando entrando nel Palazzo dice di temere che la partenza, con questa mancanza di collaborazione e in ritardo, non sia un buon programma per la commissione. “Diciamo che il tema sino qui non è stato una priorità se non nelle ricorrenze”. Ed in generale “vedo il rischio di una sottovalutazione, nonostante i richiami di chi indaga sul fenomeno. I grandi investimenti pubblici programmati, è stato detto, rischiano di essere preda delle mafie”.

Le condizioni per un voto unitario non ci sono state. E’ restato solo il responso delle urne. Sancito anche dalla scelta dei segretari: Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30).

Alluvione in Emilia-Romagna, la segretaria del Pd Elly Schlein visita alcuni dei comuni più colpiti

Alluvione in Emilia-Romagna, la segretaria del Pd Elly Schlein visita alcuni dei comuni più colpitiRoma, 23 mag. (askanews) – Elly Schlein ha visitato oggi alcuni dei comuni più colpiti dall’alluvione della scorsa settimana. La segretaria Pd, spiegano dal Nazareno, ha voluto vedere la situazione, portare solidarietà alle comunità colpite e raccogliere le esigenze su cui mobilitare il partito.

Schlein si è recata a Casalfiumanese, insieme alla sindaca Beatrice Poli, e a Borgo Tossignano con il sindaco Mauro Ghini. I due comuni, insieme a Fontanelice e Castel del Rio, sono tra i più colpiti da frane e smottamenti nella valle del Santerno, sulle colline imolesi. Comuni di piccole dimensioni che contano oltre 500 sfollati e decine e decine di strade parzialmente o completamente interrotte. Nel pomeriggio, poi, la Schlein si è recata a Lugo, in provincia di Ravenna, insieme al sindaco Davide Ranalli, dove ha visitato il cantiere in cui si sta ricostruendo l’argine rotto dalla piena del Santerno.

Antimafia, Colosimo presidente a maggioranza. Opposizione lascia aula

Antimafia, Colosimo presidente a maggioranza. Opposizione lascia aulaRoma, 23 mag. (askanews) – “Non intendo nascondere l’emozione: questa elezione rappresenta per me un onore indescrivibile. Ringrazio tutti i senatori e deputati che hanno partecipato a questa elezione dell’Ufficio di presidenza. Esprimo l’auspicio che tutti noi, insieme, potremo svolgere un proficuo lavoro, offrendo un contributo fattivo all’attività di contrasto alla criminalità organizzata. Ognuno cercando di far valere, con dignità ed onore, la propria specifica visione delle funzioni di questo collegio parlamentare”. Parole della neo-presidente della commissione Antimafia, la parlamentare di FdI Chiara Colosimo, pronunciate quasi tutte d’un fiato, trattenendo l’emozione. I suoi 29 voti sanciscono una vittoria del centrodestra annunciata, ma non scevra da distinguo e prese di posizione. Colosimo nel discorso di insediamento, nel giorno della strage di Capaci, rende omaggio a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo ed agli uomini della scorta e sottolinea: “Abbiamo il solenne impegno di combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia”.

Gli applausi per la presidente Colosimo sono arrivati quando lo spoglio delle preferenze ha raggiunto quota 26, il quorum di maggioranza. Non si dimentica però la tensione, i distinguo, le prese di posizione che si registrano all’ingresso di Palazzo San Macuto, in mezzo a comitive di turisti e scolaresche in gita che fanno selfie all’ingresso, tra agenti di scorta e commessi in livrea “ancora invernale”. Enza Rando, responsabile legalità del Pd, subito annuncia: “Se il nome non cambia usciamo dall’aula”. E lo stesso spiega Michele Gubitosa, M5S. Anche Alleanza Verdi e Sinistra non partecipa al voto della Colosimo. Le dichiarazioni delle associazioni delle famiglie delle vittime delle mafie e del terrorismo, che una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni per i suoi presunti rapporti con l’ex Nar Luigi Ciavardini, hanno scavato un solco e nessuno vuole dimenticare facilmente. Per questo a cose fatte Walter Verini, Pd, scende nel corridoio davanti alla sala stampa e dice che la scelta della Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo paese non meritavano”. Insomma “è stata dimostrata sordità e chiusura e con questa presidenza la commissione parte azzoppata e poco legittimata”. E adesso? “Le mafie ci sono e sono pericolose, penetrano nei gangli della società e sarà nostro compito fare in modo che questa commissione non sia una occasione persa”. Dopo poco arriva la stessa presidente Colosimo. E dopo una dichiarazione che nella sostanza ripete quanto già affermato in aula e che è stato registrato dal servizio tv a circuito chiuso, risponde ad una domanda non prevista sul tema del giorno. “Nella mia vita – dice – hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro. Possono venire quando vogliono, indicare le priorità”. Rispetto al presunto legame con l’estremista di destra Ciavardini, subito lo definisce “presunto” e poi dice: “Soprattutto permettetemi, visto che sinora non ho parlato, io non ho amicizie. Ho espletato nella mia funzione di consigliere regionale quel che mi era concesso e quel che era dovuto. Cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Quindi conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché lui è in una associazione che si occupa del resinserimento dei detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

L’ex procuratore nazionale antimafia, il magistrato di lungo corso Federico Cafiero De Raho, è stato eletto vicepresidente. Con lui anche il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis. Molti però aspettano le parole di Cafiero per capire come andranno le cose di qui in avanti. “Il compito della commissione antimafia è questo – dice subito – capire come le mafie si sono mosse, se ci sono state alleanze, anche nelle istituzioni, anche nei cosiddetti non mafiosi. E’ evidente che il nostro atteggiamento oggi, di allontanarci al momento dell’elezione del presidente, è stato dimostrativo del nostro orientamento. Noi siamo con le associazioni dei familiari delle vittime e come loro riteniamo che chi è alla presidenza deve essere al di sopra di ogni sospetto”. E poi però aggiunge: “La commissione non è spaccata, opera in maniera unitaria. E’ stato spaccato il voto, dimostrativo di orientamenti diversi. Ma è evidente che bisognerà muoversi unitariamente per perseguire obiettivi che sono necessari al nostro Paese. La commissione non può che muoversi unitariamente”. Rispetto ai compiti da svolgere dice: “Bisognerà fare luce su tutti gli aspetti dell’operatività mafiosa che ancora oggi sono oscuri. Non solo. Noi dobbiamo aiutare il nostro Paese a liberarsi dalle mafie, e per fare questo dobbiamo essere attivi ed attuali. Come si stanno infiltrando negli appalti, nel Pnrr. Con l’esigenza di diradare le nebbie, dove ci sono vanno eliminate. Bisogna fare giustizia e al tempo stessa certezza di quel che è stato”. Sullo sfondo c’è stata anche la scelta di Azione ed Italia Viva di non lasciare l’aula al momento della votazione del presidente. E’ un distingo che divide, anche se i numeri delle schede bianche, sempre inferiori ad una manciata, non sembrano destare timori. L’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando entrando nel Palazzo dice di temere che la partenza, con questa mancanza di collaborazione e in ritardo, non sia un buon programma per la commissione. “Diciamo che il tema sino qui non è stato una priorità se non nelle ricorrenze”. Ed in generale “vedo il rischio di una sottovalutazione, nonostante i richiami di chi indaga sul fenomeno. I grandi investimenti pubblici programmati, è stato detto, rischiano di essere preda delle mafie”.

Le condizioni per un voto unitario non ci sono state. E’ restato solo il responso delle urne. Sancito anche dalla scelta dei segretari: Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30).

Meloni: dl alluvione da 2 mld. Ma stop di Salvini sul commissario

Meloni: dl alluvione da 2 mld. Ma stop di Salvini sul commissarioRoma, 23 mag. (askanews) – L’enfasi è tutta alla fine, quando Giorgia Meloni, dopo aver elencato per dieci minuti le varie misure contenute nel decreto appena varato dal Consiglio dei ministri per fronteggiare i danni causati dall’alluvione in Emilia Romagna, scandisce l’ammontare complessivo degli interventi: 2 miliardi. La presidente del Consiglio punta sull’effetto sorpresa: la cifra è ben più significativa delle generiche centinaia di milioni di euro di cui si era parlato fino a ieri ed è frutto di quell’invito a “fare di tutto” per raccogliere il massimo delle risorse, rivolto nei giorni scorsi ai ministri interessati. Giorgia Meloni infatti li ringrazia senza rinunciare a vantarsi un po dell’obiettivo raggiunto: “In passato interventi di emergenza da due miliardi di euro non so se si erano visti”.

La premier sceglie di spiegare il decreto seduta al tavolo della sala Verde di palazzo Chigi, accanto a Stefano Bonaccini, presidente della regione più danneggiata, avendo davanti i sindaci dei Comuni, i rappresentanti delle parti sociali e imprenditoriali del territorio. Un intervento che viene trasmesso in diretta, formula alternativa scelta da palazzo Chigi rispetto a quella della conferenza stampa. Meloni cerca di dare anche così dimostrazione plastica di quella necessità di rispondere “a tutti i livelli istituzionali al massimo delle loro possibilità” di cui aveva parlato già nelle prime ore dopo l’alluvione. Il governatore dell’Emilia Romagna ringrazia Meloni “per la velocità è lo sforzo” e ammette di aver ottenuto “molto” di quanto era stato richiesto.

Resta però irrisolto il nodo del commissario per la ricostruzione. La premier vorrebbe che a ricoprire quel ruolo fosse proprio il presidente dell’Emilia Romagna. A frenare è però la Lega: a farsi sentire in particolare è stato Matteo Salvini tanto che alla fine si è deciso di differire la nomina ai prossimi giorni, anche per non ‘guastare la festa’ dell’esito di un Consiglio dei ministri su cui Meloni ha puntato molto. Bonaccini stesso al termine dell’incontro spiega che “non è importante il nome” ma “un modo di lavorare” e auspica che la designazione avvenga “entro qualche settimana”. “Se si vuole noi possiamo offrire l’esperienza della ricostruzione post terremoto dell’Emilia”, sottolinea. Meloni d’altra parte ammette che quelle varate sono solo le “prime misure” e sa che il lavoro più duro avverrà proprio per la ricostruzione, per la quale non è ancora possibile “quantificare le necessità e i danni”, ma si dice soddisfatta del “decreto corposo” approvato. Tra le misure previste, oltre all’estensione dello stato di emergenza per i Comuni colpiti da questa nuova ondata di maltempo, c’è la sospensione del versamento dei tributi fino al 31 agosto e il rinvio dei processi per chi risiede nelle zone alluvionate ma anche un fondo da 20 milioni per la “continuità didattica”. Tra le misure più importanti, la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, coperta fino a 580 milioni di euro, e una tantum di 3 mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere la loro attività.

Alluvione, Mattarella: grande sofferenza, solidarietà da tutta Italia

Alluvione, Mattarella: grande sofferenza, solidarietà da tutta ItaliaRoma, 23 mag. (askanews) – “Vi è una grande sofferenza che richiede un grande impegno di solidarietà da tutta l’Italia che si sta manifestando in queste ore e in questi giorni”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – ricevendo al Quirinale i giocatori di Inter e Fiorentina che domani giocheranno la finale di Coppa Italia – ha voluto ricordare le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna.

Per il capo dello Stato serve “un impegno di sostegno e di forte aiuto per questi nostri concittadini in difficoltà. In migliaia hanno dovuto lasciare le proprie case inondate, tanti hanno visto le loro case devastate, hanno perso tutti i ricordi della propria vita, tanti hanno subito la devastazione delle aziende e delle zone indutriali e commerciali, i luoghi dove lavorano”.

Meloni: stanziati oltre 2 mld di euro, esteso lo stato d’emergenza

Meloni: stanziati oltre 2 mld di euro, esteso lo stato d’emergenzaRoma, 23 mag. (askanews) – “Complessivamente questo primo provvedimento prevede uno stanziamento di oltre due miliardi di euro per le zone colpite”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante una diretta al termine del Consiglio dei ministri.

“Abbiamo approvato un’ordinanza di Protezione civile che estende lo stato di emergenza a tutti i comuni colpiti da questa seconda ondata dell’alluvione, con riserva di estenderlo anche ai comuni colpiti nelle Marche e in Toscana”, ha aggiunto la premier, riferendo che il Cdm ha stabilito anche una Cig in deroga fino a 90 giorni per le zone colpite dall’alluvione e un’una tantum di 3 mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere la loro attività. La misura della Cig in deroga ha una copertura fino a 580 milioni, mentre la una tantum per i lavoratori autonomi ha una copertura di 300 milioni. Rafforzato anche il fondo di garanzia per le piccole imprese con garanzie al 100%. “Sappiamo che stiamo parlando dell’emergenza, che ci sarà una fase di ricostruzione sulla quale ancora non siamo ancora in grado di quantificare le necessità e i danni, ma in passato interventi di emergenza da due miliardi di euro non so se si erano visti”, ha sottolineato Meloni.

Alluvione in Emilia-Romagna, approvato il decreto: ci sono due miliardi. Meloni: diamo le prime risposte

Alluvione in Emilia-Romagna, approvato il decreto: ci sono due miliardi. Meloni: diamo le prime risposteRoma, 23 mag. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto per fronteggiare l’emergenza maltempo in Emilia Romagna. Con i due provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri diamo “prime importanti risposte ai territori colpiti dall’alluvione”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commentando quanto deciso dal governo e annunciando che “complessivamente questo primo provvedimento prevede uno stanziamento di oltre due miliardi di euro per le zone colpite”. “Abbiamo approvato un’ordinanza di Protezione civile che estende lo stato di emergenza a tutti i comuni colpiti da questa seconda ondata dell’alluvione, con riserva di estenderlo anche ai comuni colpiti nelle Marche e in Toscana”, ha spiegato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Strage di Capaci, Meloni: impegno instancabile contro la mafia

Strage di Capaci, Meloni: impegno instancabile contro la mafiaPalermo, 23 mag. (askanews) – “Trentuno anni fa ero una quindicenne, sconvolta dall’efferatezza di quella stagione di stragi mafiose. Scelsi di impegnarmi in politica perché lo vidi come lo strumento più utile per fare qualcosa, per non rimanere con le mani in mano. L’ultimo arresto quello di Matteo Messina Denaro è la testimonianza dell’impegno instancabile di tanti uomini e donne delle istituzioni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo messaggio letto durante la cerimonia, in corso a Palermo, per l’anniversario della strage di Capaci.

Strage Capaci, Meloni: impegno instancabile contro la mafia

Strage Capaci, Meloni: impegno instancabile contro la mafiaPalermo, 23 mag. (askanews) – “Trentuno anni fa ero una quindicenne, sconvolta dall’efferatezza di quella stagione di stragi mafiose. Scelsi di impegnarmi in politica perché lo vidi come lo strumento più utile per fare qualcosa, per non rimanere con le mani in mano. L’ultimo arresto quello di Matteo Messina Denaro è la testimonianza dell’impegno instancabile di tanti uomini e donne delle istituzioni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo messaggio letto durante la cerimonia, in corso a Palermo, per l’anniversario della strage di Capaci.

Strage di Capaci, Mattarella: la Repubblica reagì con rigore e giustizia

Strage di Capaci, Mattarella: la Repubblica reagì con rigore e giustiziaRoma, 23 mag. (askanews) – “Il 23 maggio di trentuno anni fa lo stragismo mafioso sferrò contro lo Stato democratico un nuovo attacco feroce e sanguinario. Con Giovanni Falcone persero la vita sua moglie Francesca Morvillo, magistrata di valore, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, che lo tutelavano con impegno”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 31° anniversario della strage di Capaci.

“Una strage, quella di Capaci, che proseguì, poche settimane dopo, con un altro devastante attentato, in via D’Amelio a Palermo, nel quale morì Paolo Borsellino, con Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria”, prosegue Mattarella. “Quegli eventi sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili, dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile, promuovendo una reazione civile che ha consentito alla comunità di ritrovare fiducia. I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia”, sottolinea il Capo dello Stato.

“Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità. La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire”, conclude Mattarella.