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Schlein: l’Italia ha sbagliato a non sostenere la risoluzione dell’Onu sulla tregua umanitaria a Gaza

Schlein: l’Italia ha sbagliato a non sostenere la risoluzione dell’Onu sulla tregua umanitaria a GazaRoma, 28 ott. (askanews) – “Penso sia stato un errore per l’Italia non sostenere la risoluzione dell’Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia Spagna e Portogallo a votare a favore, chiamatela tregua, o cessate il fuoco umanitario, basta che si fermi questa strage di civili”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein sulla astensione ieri del nostro paese alla risoluzione Onu sulla crisi in Medio Oriente.

“La preoccupazione è enorme: non possiamo assistere a questo massacro di civili”, ha aggiunto parlando a margine del congresso di Azione.

M.O., Schlein: errore Italia all’Onu, si fermi strage di civili

M.O., Schlein: errore Italia all’Onu, si fermi strage di civiliRoma, 28 ott. (askanews) – “Penso sia stato un errore per l’Italia non sostenere la risoluzione dell’Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia Spagna e Pportogallo a votare a favore, chiamatela tregua, o cessate il fuoco umanitario, basta che si fermi questa strage di civili”. COsì la segretaria del Pd, Elly Schlein sulla astensione ieri del nostro paese alla risoluzione Onu sulla crisi in Medio Oriente.

“La preoccupazione è enorme: non possiamo assistere a questo massacro di civili”, ha aggiunto parlando a margine del congresso di Azione.

Mantovano: sforzarsi per spegnere la miccia a Gaza prima possibile

Mantovano: sforzarsi per spegnere la miccia a Gaza prima possibileRoma, 28 ott. (askanews) – “Se fosse possibile riassumere in un disegno la situazione attuale del mondo sarebbe quello di una bomba con una miccia installata a Gaza e lo sforzo di tutti deve essere quello di spegnerla il prima possibile e poi a disinnescare la bomba”. Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, intervenendo all’assemblea nazionale di Azione.

“Lo sforzo di tutti, e dell’Italia, sono perchè la miccia venga spenta il prima possibile e la presenza di Meloni al Cairo, unico leader del G7, testimonia lo sforzo dell’Italia in questa direzione. Uno sforzo che non deve trascurare nessuno dei paesi di quell’area del mondo”, ha sottolineato. “La reazione in corso è una reazione prevista, annunciata e giustificata da quello che è accaduto il 7 ottobre. Il popolo palestinese è una delle vittime di quell’attacco terroristico. Dalle modalità della reazione di Israele dipende molto da quello che accadrà non solo nella striscia di Gaza ma negli altri confini di Israele, dal Libano al Golan, alla Cisgiordania”, ha concluso.

M.O, Tajani: Italia astenuta a Onu perchè mancava condanna Hamas

M.O, Tajani: Italia astenuta a Onu perchè mancava condanna HamasRoma, 28 ott. (askanews) – “L’Italia si è astenuta sulla risoluzione Onu perchè non conteneva la condanna di Hamas e non era chiara sul diritto di Israele all’autodifesa, alcuni punti non coincidevano con la posizione italiana”. Lo ha spiegato questa mattina ad Agorà su RaiTre il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Ci siamo astenuti perchè vogliamo ci sia una sospensione e una pausa umanitaria per permettere di far uscire i civili e far entrare gli aiuti umanitari ma non possiamo non tutelare il diritto di Israele ad esistere”, ha aggiunto.

Meloni da Bruxelles: manovra pronta, ora ok veloce per prova compattezza

Meloni da Bruxelles: manovra pronta, ora ok veloce per prova compattezzaBruxelles, 27 ott. (askanews) – La legge di bilancio è “in dirittura d’arrivo” e ora serve una approvazione rapida per dare una prova di “compattezza” della maggioranza. Giorgia Meloni lascia il Consiglio europeo di Bruxelles dopo due giorni in cui nonostante una fitta agenda europea – Medio Oriente, Ucraina, migranti, revisione del Patto di stabilità e del Quadro finanziario pluriennale – non ha potuto distrarsi dai fatti al centro della politica italiana, a partire dalla manovra.

Giovedì sera era dovuta intervenire per ‘stoppare’ la misura che avrebbe consentito all’Agenzia delle Entrate l’accesso diretto ai conti correnti dei contribuenti in debito con l’erario, contro cui si era subito mossa la Lega. Ma pure Forza Italia aveva fatto filtrare il suo malcontento, chiedendo anche di rivedere la cedolare secca al 26% sugli affitti brevi. Meloni ostenta tranquillità, ma da Roma, anche questa mattina, sono arrivati segnali di fibrillazioni. A testimoniarlo gli interventi, a breve distanza, dei due vice premier: abbiamo “chiuso” la manovra, aveva detto Matteo Salvini poco prima delle 13; “la manovra non è chiusa”, aveva invece twittato Antonio Tajani appena un’ora dopo. Ancora un’ora e il Mef annunciava l’invio del disegno di legge a Palazzo Chigi. “Nelle prossime ore la manovra sarà inviata in Parlamento, siamo in dirittura d’arrivo”, conferma da Bruxelles Meloni, che smentisce categoricamente di avere “problemi” con Tajani e Salvini. Proprio a proposito dei rapporti con il leader della Lega, Meloni apostrofa – nel doorstep alla sala della Lanterna – un cronista: “Posso approfittare per dire ai colleghi che l’articolo che lei ha scritto questa mattina era un tantino inventato? Non ho fatto nessuna sfuriata contro Salvini ieri”. Comunque sia, dopo una gestione delle bozze che ha creato più di qualche confusione e (sua) arrabbiatura, la premier sente di dover inviare un nuovo richiamo alla sua maggioranza. L’obiettivo – scandisce – è dare un “segnale di compattezza”, approvando la manovra “compatibilmente con il dibattito parlamentare, in tempi rapidi”. Dunque rilancia quanto aveva già concordato, ovvero la richiesta al centrodestra di non presentare emendamenti, una “buona idea” per dare “un segnale che lavoriamo velocemente, compatti”.

Ancor prima della manovra però, a fine novembre, la maggioranza dovrà superare uno scoglio non semplice, quando in Parlamento arriverà il Mes, che solo l’Italia non ha ratificato. Del Meccanismo salva Stati si è parlato questa mattina all’Eurosummit, ma senza entrare – secondo quanto si apprende da fonti europee – nel “caso” italiano. A margine, però, dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe è arrivato l’ennesimo richiamo a Roma perchè “è nell’interesse di tutti che il Mes venga ratificato”. A lui Meloni replica affermando, ancora una volta, di ritenere il via libera al Mes “secondario rispetto alla prima trattativa che è quella sul Patto di stabilità”. Dall’Italia arrivano anche gli strascichi del “caso” Giambruno: secondo rumor e analisi, dopo la diffusione dei fuori onda di ‘Striscia la notizia’ i rapporti di Meloni con Mediaset (dunque con Marina e Pier Silvio Berlusconi) sarebbero ai minimi termini. Quello tra governo e Mediaset, garantisce però la premier, “è un rapporto tra il governo e una grande azienda italiana. Ho letto moltissime ricostruzioni, compreso il fatto che io non sarei soddisfatta di quello che Marina Berlusconi ha detto su di me. Io penso che una cosa sia raccontare i problemi un’altra cosa è crearli: non ci sono problemi con Mediaset”.

Al ritorno a Roma la presidente del Consiglio dovrà prendere in mano anche il caso del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, al centro delle polemiche per un presunto debito con il fisco e per i cachet ottenuti per suoi interventi. A chi le chiede se le deleghe a Sgarbi saranno ritirate, la premier risponde ammettendo di non aver avuto il tempo di esaminare la questione, ma “il ministro Sangiuliano ha scritto all’Antitrust, aspettiamo le risposte dell’Antitrust e poi valuteremo nel merito”. Per quanto riguarda il summit, Meloni si dice “soddisfatta” perchè nelle conclusioni “c’è una forte presenza degli interessi italiani”. Tra le altre cose, nella trattativa sul nuovo Patto di stabilità pur partendo da posizioni “divergenti” sono stati fatti “passi avanti”. Anche sui migranti, definisce “impensabile” un anno fa il risultato raggiunto di dare “attuazione pratica di una strategia fortemente promossa dall’Italia”. Sul Medio Oriente, ieri, il Consiglio aveva raggiunto non senza qualche difficoltà un’intesa. “L’Ue – sottolinea la premier – ha le stesse priorità dell’Italia: fare del nostro meglio per evitare un’escalation, lavorare sul fronte umanitario e su una soluzione strutturale di lungo periodo” sulla base del principio “due popoli due Stati”. La guerra tra Israele e Hamas, però, non deve far dimenticare l’aggressione all’Ucraina, a cui “abbiamo confermato il pieno sostegno”.

M.O., Schlein: fare ogni sforzo per far riprendere processo pace

M.O., Schlein: fare ogni sforzo per far riprendere processo paceVenezia, 27 ott. (askanews) – “Bisogna fare ogni sforzo diplomatico e politico per far riprendere il processo di pace in Medio Oriente verso la soluzione due popoli e due nazioni”. E alle manifestazioni per il pace “il Partito Democratico c’è, ci sarà con molti dirigenti e molti militanti come abbiamo annunciato già ieri”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, questo pomeriggio a Mestre per un convegno sulla casa.

“L’ho fatto io due giorni fa in Parlamento, ma anche ieri al prevertice socialista, la nostra posizione è molto chiara sulle preoccupazioni su questo conflitto in Medio Oriente – ha detto Schlein – sul dover evitare in ogni modo l’allargamento di questo conflitto, sulla necessità di fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Sono manifestazioni che sono a tutela di tutti i civili, anche noi come Partito Democratico stiamo insistendo sulla tutela di tutti i civili, il numero di vittime è già altissimo e bisogna evitare che continuano a morire civili innocenti”.

Meloni: non ci sono “problemi” con Salvini e Tajani, né con Mediaset

Meloni: non ci sono “problemi” con Salvini e Tajani, né con MediasetBruxelles, 27 ott. (askanews) – Non ci sono “problemi” tra Giorgia Meloni e i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani. Lo ha detto la stessa premier parlando con i giornalisti a Bruxelles. “Ogni mattina – ha aggiunto – sento Tajani e Salvini e ci divertiamo molto a leggere la rassegna stampa”. “Non ho fatto nessuna sfuriata contro Salvini ieri”, ha aggiunto. In realtà, assicura, “c’è un clima più sereno di quello che leggo e lo dimostreranno i fatti perché quando dobbiamo decidere, decidiamo e andiamo avanti”.

E “nelle prossime ore la manovra sarà inviata in Parlamento, siamo in dirittura d’arrivo”. In particolare, sulla manovra “sconsiglio di rincorrere le bozze perchè sono molte. Noi stiamo lavorando bene, in una situazione molto difficile in termini di risorse disponibili, non si sono problemi particolari da superare. Il nostro obiettivo è cercare di dare un segnale di compattezza, confermare la compattezza, approvandola, compatibilmente con il dibattito parlamentare, in tempi rapidi”. Nessun problema anche con Mediaset: quello tra governo e Mediaset “è un rapporto tra il governo e una grande azienda italiana. Io penso che una cosa sia raccontare i problemi un’altra cosa è crearli: non ci sono problemi, non ci sono problemi nella maggioranza, non ci sono problemi con Mediaset”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. Affrontato anche il caso del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: “Il ministro Sangiuliano ha attivato l’Antitrust, aspettiamo le risposte dell’Antitrust e poi valuteremo nel merito”.

Mes, Meloni: è secondario rispetto al Patto di stabilità

Mes, Meloni: è secondario rispetto al Patto di stabilitàBruxelles, 27 ott. (askanews) – Il Mes “io credo che sia secondario rispetto alla prima trattativa che è quella sul Patto di stabilità”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Bruxelles.

“Noi – ha aggiunto – dobbiamo stare alla posizione che la maggioranza e io abbiamo già espresso: non si può affrontare il tema di uno strumento se non si conosce la sua cornice. Il problema del Mes è che è uno strumento che richiama ai vecchi vincoli del Patto stabilità e stiamo facendo una trattativa sul nuovo Patto. Se approvassimo un trattato che riporta ai vecchi vincoli non faremmo una cosa utile per una trattativa che stiamo conducendo. Non è utile da parte di nessuno, neanche di chi sostiene anche l’accesso, porre questa questione adesso. Perchè non se ne può discutere senza conoscere il quadro. Quando abbiamo chiaro il quadro siamo in grado di fare le valutazioni più pertinenti”. Il Mes – ha concluso – è “uno strumento che, mentre tutti facciamo i salti mortali per trovare 100mila euro, mobilizza miliardi di euro che difficilmente saranno utilizzati perchè c’è un ‘effetto stigma’ che rende difficile utilizzare le risorse. C’è un dibattito su come si possa lavorare meglio su quelle risorse”.

Manovra, nella nuova versione saltano quota 104 e il pignoramento telematico sui conti correnti

Manovra, nella nuova versione saltano quota 104 e il pignoramento telematico sui conti correntiRoma, 27 ott. (askanews) – Saltano le misure per velocizzare il pignoramento telematico sui conti correnti per la riscossione delle cartelle esattoriali non pagate.

In una nuova bozza della legge di bilancio, datata 26 ottobre, le norme per la velocizzazione del pignoramento vengono sostituite dalla possibilità per l’agente della riscossione di “avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute”. Le modalità di accesso a queste informazione, prosegue la misura, “sono definite con uno o più decreti del Ministero dell’economia e delle finanze, nel rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente” sentito anche il Garante per la protezione dei dati personali “ai fini dell’adozione di idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati”. Confermato invece, nella nuova versione della legge di bilancio, l’aumento della cedolare sugli affitti brevi dal 21% al 26%. Inoltre, nell’ultima bozza del ddl di bilancio, salta quota 104 per accedere al pensionamento anticipato. Per il 2024 resta in vigore quota 103, ossia 41 anni di contributi e 62 di età anagrafica, ma con una stretta sul trattamento economico che sarà calcolato esclusivamente con il sistema contributivo fino a quando non si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia e comunque non può superare quattro volte il trattamento minimo, ossia circa 2.240 euro lordi al mese.

Manovra, Conte: approvata in un’ora? Dopo 11 giorni ancora non c’è

Manovra, Conte: approvata in un’ora? Dopo 11 giorni ancora non c’èRoma, 27 ott. (askanews) – “‘La legge di bilancio è stata approvata in poco più di un’ora a dimostrazione dell’unità di vedute della maggioranza che sostiene il Governo’. L’ultima bugia di Giorgia Meloni, il 16 ottobre scorso dopo il Consiglio dei ministri. Poi 1 ora si è trasformata in 11 giorni e il testo della Manovra non c’è ancora, la maggioranza è a pezzi, litiga su ogni misura”. Lo ha scritto sui suoi canali social il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

“Le scelte del Governo – ha aggiunto – prima di arrivare in Parlamento sono finite sui giornali. Sulle pensioni anche Fornero ha ammesso ieri che Meloni e Salvini sono ‘più duri’ di lei con i lavoratori. E poi c’è il giallo della misura per mettere le mani dell’Agenzia delle entrate direttamente dentro i conti correnti degli italiani, riducendo le possibilità dei contribuenti di difendersi su richieste del fisco anche se contestate. Dopo due giorni di silenzi, Meloni ha dovuto fare retromarcia su questa misura per le polemiche interne ed esterne al suo Governo. Perché non ha parlato prima? Diciamocelo: il Governo ci ha provato, ma gli è andata male. Se vogliono fare qualcosa di serio sulle tasse mettano in campo vere misure antievasione, recuperiamo il sommerso e così abbassiamo le tasse a tutti, anziché permettere a pochi di andare in giro con 5mila euro in contanti in una valigia fischiettando mentre gli altri vengono vessati”. A giudizio dell’ex premier “in questo patetico gioco dell’oca sulla manovra, Meloni e soci lanciano i dadi, scherzando con la vita delle persone, portando avanti un indecoroso balletto sulla pelle e sulle ansie dei cittadini. L’unica certezza al momento è che, dopo la benzina, aumenteranno le tasse sui prodotti per donne, bambini, addirittura sulla casa. Senza aggiungere 1 euro nelle buste paga dei lavoratori. Meloni è ormai ‘Lady Tax’, il suo è il Governo delle tasse”, ha concluso Conte.