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Meloni: molto soddisfatta per l’ok Ue alla terza rata del Pnrr

Meloni: molto soddisfatta per l’ok Ue alla terza rata del PnrrWashington, 28 lug. (askanews) – “Sono molto soddisfatta della decisione di oggi della Commissione europea, che ha deliberato il pagamento della terza rata del Pnrr e ha approvato le modifiche proposte dal Governo sulla quarta rata. Un grande risultato che consentirà all’Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023 e che è frutto dell’intenso lavoro portato avanti in questi mesi e dalla forte sinergia del Governo con la Commissione europea”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“E per questo – aggiunge – ringrazio in modo particolare la presidente von der Leyen. Desidero ringraziare anche il Ministro Fitto e tutti i Ministeri che hanno consentito di centrare questo obiettivo. Continueremo a lavorare in questa direzione nell’interesse dei nostri cittadini, delleánostreáfamiglie e delleánostreáimprese”.

Mafia, Salvini: querelo Provenzano. Il dem: Ci vediamo in tribunale

Mafia, Salvini: querelo Provenzano. Il dem: Ci vediamo in tribunaleMilano, 28 lug. (askanews) – Botta e risposta via Twitter tra il vicepremier Matteo Salvini e l’esponente Pd Giuseppe Provenzano sul tema della lotta alla mafia, col leghista che annuncia querela e il dem che ribatte: “Pronto a rispondere anche in Tribunale”. Il segretario della Lega risponde ad alcune dichiarazioni di ieri di Provenzano: “Dopo essermi preso del ‘Ministro della Mala Vita’, da sinistra insistono con dichiarazioni deliranti: ‘Salvini mandante’, ‘da Salvini segnali molto preoccupanti sul fronte della lotta alla mafia’… Ma come si permette questo ‘signore’?! Vergogna. Querela subito, e poi vediamo se ci riprovano”, scrive in un tweet con la foto di Provenzano che lo aveva accusato di essere “il mandante politico del caso Saviano” e di mandare “segnali preoccupanti” sul fronte della lotta alla mafia, citando le frasi contro don Ciotti e la riforma del Codice degli appalti.

Dopo poche ore arriva la risposta di Provenzano, sempre via tweet: “Se avesse non dico il coraggio, ma il senso delle istituzioni di venire in Parlamento a discutere di lotta alla mafia, le potrei elencare ad una ad una tutte le ragioni. Pronto a farlo anche in Tribunale, comunque, Ministro… E si ricordi che governa, non comanda”, ribatte il deputato e componente della segreteria Pd.

Meloni: con Biden ribadita amicizia e discusso interessi strategici

Meloni: con Biden ribadita amicizia e discusso interessi strategiciWashington, 28 lug. (askanews) – Seconda giornata di visita a Washington per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra circa un’ora sarà al cimitero monumentale di Arlington dove presenzierà al cambio della guardia e renderà omaggio alla tomba del milite ignoto.

Intanto su Twitter Meloni torna sull’incontro di ieri alla Casa Bianca con il presidente americano Joe Biden. Il colloquio, scrive, “è stata un’occasione importante per ribadire la profonda amicizia che unisce Italia e Usa e per discutere dei comuni interessi strategici”.

Il segretario generale Onu Guterres ha incontrato Mattarella

Il segretario generale Onu Guterres ha incontrato MattarellaRoma, 28 lug. (askanews) – La decisione della Russia di fermare le esportazioni di grano è “gravissima e sciagurata”. Lo sostiene il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel colloquio al Quirinale con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in visita in Italia. “Ho letto del suo appello alla Russia per tornare sulla sciagurata decisione di non dare più corso all’accordo sul grano, decisione gravissima come conseguenze per una quantità di paesi in cui molte persone avrebbero difficoltà di alimentazione”, ha detto il Capo dello Stato dicendosi “lietissimo di incontrarla nuovamente con la coincidenza di tre grandi eventi: la conferenza sul sistema alimentare che è in corso, a breve la 70esima sessione dell’assemblea generale dell’Onu e poi a settembre il summit sullo sviluppo sostenibile, tre appuntamenti importanti. Mattarella ha infine ringraziato Gutteres per la sua presenza al vertice sulla sicurezza alimentare che “è particolarmente importante in questo momento”.

Consulta: mandato arresto europeo non leda diritti fondamentali

Consulta: mandato arresto europeo non leda diritti fondamentaliRoma, 28 lug. (askanews) – L’esecuzione del mandato d’arresto europeo non può andare a discapito dei diritti fondamentali della persona interessata. Lo ha ribadito la Corte costituzionale con le sentenze n. 177 e 178, depositate oggi (redattore Francesco Viganò), con le quali sono stati decisi due giudizi nei quali la Corte aveva promosso altrettanti rinvii pregiudiziali alla Corte di giustizia dell’Unione (si veda in proposito il comunicato dello scorso 18 novembre 2021).

I giudizi riguardavano profili differenti della disciplina del mandato d’arresto europeo. Il primo caso riguardava un cittadino italiano con gravi disturbi psichici, la cui consegna era stata richiesta da un tribunale croato, che intendeva sottoporlo a processo per detenzione e spaccio di stupefacenti. La Corte d’appello di Milano aveva chiesto che fosse dichiarata incostituzionale – per contrasto con il diritto fondamentale alla salute – la mancata previsione della possibilità di rifiutare la consegna di una persona affetta da patologie croniche di durata indeterminabile, incompatibili con la custodia cautelare in carcere. Con l’ordinanza n. 216 del 2021, la Corte costituzionale aveva a sua volta investito della questione la Corte di giustizia dell’Unione, ritenendo che – in una materia oggetto di completa armonizzazione da parte del diritto europeo – spettasse ai giudici di Lussemburgo stabilire in quali casi l’autorità giudiziaria di uno Stato membro possa rifiutare l’esecuzione di un mandato di arresto europeo, in nome della necessità di tutelare la salute della persona.

La Corte di giustizia ha fornito la propria risposta con la sentenza E. D.L. del 18 aprile 2023 (si veda qui il relativo comunicato). Come ipotizzato dalla Corte costituzionale, i giudici europei hanno stabilito che, in ipotesi eccezionali di grave rischio per la salute della persona, i giudici che ricevono la richiesta devono sollecitare le autorità giudiziarie dello Stato richiedente a trasmettere informazioni sulle condizioni nelle quali la persona verrà detenuta o ospitata, in modo da assicurare adeguata tutela alla sua salute, eventualmente anche collocandola in una struttura non carceraria. Soltanto nell’ipotesi in cui le interlocuzioni non consentano di individuare una simile soluzione, l’esecuzione del mandato d’arresto potrà essere rifiutata. Alla luce di queste indicazioni, la Corte costituzionale ha giudicato non fondata la questione sollevata dalla Corte d’appello, ritenendo che il meccanismo ora configurato dai giudici di Lussemburgo sia idoneo a fornire adeguata tutela al diritto fondamentale alla salute.

Nel secondo caso, l’autorità giudiziaria rumena aveva richiesto all’Italia la consegna di un cittadino moldavo, per sottoporlo alla pena detentiva cui era stato condannato, in Romania, per reati di evasione fiscale. La persona in questione, tuttavia, era da tempo radicata in Italia, dove aveva significativi legami lavorativi, sociali e familiari. La Corte d’appello di Bologna aveva pertanto chiesto che fosse dichiarata incostituzionale la mancata previsione della possibilità di rifiutare la consegna di un cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, ma stabilmente radicato nel territorio italiano, per consentirgli di scontare la sua pena in Italia. I giudici bolognesi osservavano in effetti che questa possibilità è già oggi prevista per i cittadini italiani e per quelli di altri paesi dell’Unione, ma non per i cittadini extracomunitari. Con l’ordinanza n. 217 del 2021, la Corte costituzionale aveva, anche qui, sottoposto il quesito alla Corte di giustizia. Quest’ultima ha risposto con la sentenza O.G. del 6 giugno 2023 (si veda qui il relativo comunicato), con la quale ha stabilito l’incompatibilità con il principio di uguaglianza davanti alla legge, sancito dall’art. 20 della Carta europea dei diritti fondamentali, di una normativa che discrimini il cittadino extracomunitario dal cittadino di un paese dell’Unione, escludendo in modo assoluto e automatico che possa essere rifiutata l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo in situazioni come quella all’esame.

Sulla base di questa sentenza della Corte di giustizia, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 18-bis della legge n. 69 del 2005, che disciplina nell’ordinamento italiano il mandato d’arresto europeo, “nella parte in cui non prevede che la corte d’appello possa rifiutare la consegna di una persona ricercata cittadina di uno Stato terzo, che legittimamente ed effettivamente abbia residenza o dimora nel territorio italiano”, alle condizioni precisate dalla Corte di giustizia, affinché possa scontare la propria pena in Italia, per favorirne il reinserimento sociale. Con riferimento alla nuova normativa in vigore dal 2021, la Corte costituzionale ha limitato questa possibilità ai cittadini extracomunitari che risiedano da almeno cinque anni nel territorio italiano, dal momento che questa stessa condizione è oggi legittimamente prevista dal legislatore italiano per i cittadini di altro Stato dell’Unione.

Meloni da Biden: rapporti indissolubili, fiducia Usa per Italia

Meloni da Biden: rapporti indissolubili, fiducia Usa per ItaliaWashington, 28 lug. (askanews) – I rapporti tra Italia e Stati Uniti sono “forti” e “indissolubili”, al di là dei “colori politici” dei governi. E anche nel rapporto con la Cina, in particolare sul Memorandum sulla Via della Seta, gli Usa “si fidano dell’Italia”. Giorgia Meloni arriva a Washington per la sua prima visita da presidente del Consiglio. Prima, in mattinata, si reca al Congresso, dove ha incontri bipartisan e un colloquio con lo speaker (repubblicano) Kevin McCarthy, poi nel pomeriggio americano varca il cancello della Casa Bianca, per incontrare nello studio ovale il presidente Joe Biden.

Un colloquio di circa un’ora e mezzo (e una dichiarazione congiunta finale insolitamente lunga) con molti dossier sul tavolo, a partire dal rapporto con la Cina. L’Italia è l’unico Paese europeo ad aver firmato il Memorandum sulla Via della Seta, in scadenza a fine anno. Gli americani premono perchè non sia rinnovato, cosa che Meloni intende fare (è sempre stata contraria) anche se ancora non c’è stato l’annuncio ufficiale. Da parte di Biden, assicura la premier in una conferenza stampa all’ambasciata italiana, non ci sono richieste in tal senso: “Abbiamo parlato di via della Seta ma se voi immaginate che l’approccio degli Usa sia chiedere o pretendere qualcosa dall’Italia non è l’approccio, si fidano dell’Italia della nostra postura”. Comunque anche uscendo dal Memorandum l’Italia – e tutto l’Occidente – non possono fare a meno di avere relazioni con Pechino. Per questo, annuncia, “andrò in Cina, il viaggio non è stato ancora calendarizzato, ma credo che debba essere una delle prossime missioni” con l’obiettivo di avere un “dialogo costruttivo”. Piena sintonia sull’Ucraina, con la “postura” italiana che è “rispettata e considerata dagli Usa, sono consapevoli dei sacrifici che gli italiani stanno facendo”. Nella dichiarazione congiunta, entrambi i leader ribadiscono che “continueranno a fornire assistenza politica, militare, finanziaria e umanitaria all’Ucraina per tutto il tempo necessario”. “Ho visto Biden molto determinato, come lo sono io, che non significa non cercare soluzioni negoziali”, assicura.

Altro tema centrale sul tavolo quello dei rapporti economici, sia a livello globale che bilaterale. Il piano Ira di Biden per il sostegno alle imprese ha creato problemi di concorrenza alle aziende europee. Al presidente americano Meloni chiede “che le aziende italiane non siano penalizzate” trovando “consapevolezza” del fatto che “è importante che ci sia piena condivisione non solamente degli obblighi ma anche delle difficoltà”. L’obiettivo, per la presidente del Consiglio, è trovare “il giusto equilibrio tra apertura e protezione delle nostre economie e dei nostri interessi strategici”. A livello bilaterale tra i due Paesi c’è un legame economico molto forte e un impegno “a rafforzare la partnership economica”. All’inquilino della Casa Bianca Meloni espone anche la sua strategia per il Mediterraneo e l’Africa, “con un nuovo approccio tra pari” e nel documento conclusivo le due nazioni “condividono l’intento comune di rafforzare le relazioni con l’Africa”, con una “disponibilità” americana a sostenere il ‘Piano Matti’. Il tema sarà anche tra quelli al centro del G7 2024 a guida italiana, su cui ci sono “grandi aspettativa e sostegno”.

Nessun confronto, invece, garantisce Meloni, sul tema dei diritti civili, a cui la stampa americana – in questi giorni prima dell’incontro – ha dedicato grande attenzione. “Con Biden non abbiamo parlato dei diritti Lgbtq+ né di maternità surrogata, non mi hanno chiesto nulla né il presidente né i leader del congresso”, spiega, ribadendo comunque che “al netto dell’approvazione della maternità surrogata, che è iniziativa parlamentare, il governo sulla registrazione dei figli delle coppie omosessuali non ha preso nessuna iniziativa legislativa, non abbiamo legiferato, le leggi su questa materia sono le stesse di quelle di quando governava la sinistra”. Nella conferenza stampa finale, le domande si soffermano anche sul rapporto ‘personale’ con Biden dell’”underdog” Meloni. Lei ammette di avere una “evidente sintonia con il partito repubblicano” ma questo “non mi impedisce di avere un’ottima relazione con Biden”. Del resto, “le nostre relazioni sono storicamente forti e superano i governi e restano solide, indipendentemente dal colore politico” e nel suo ruolo di presidente del Consiglio “sono abituata a lavorare nell’interesse della mia nazione”. “Sappiamo – è la conclusione – chi sono i nostri amici in tempi difficili e credo che le nostre nazioni abbiano dimostrato che possono contare l’una sull’altra”.

Domani mattina Meloni sarà al cimitero monumentale di Arlington, dove presenzierà al cambio della guardia e renderà omaggio alla tomba del milite ignoto.

Zaki, ecco perchè ho rifiutato volo di Stato. Sono indipendente

Zaki, ecco perchè ho rifiutato volo di Stato. Sono indipendenteRoma, 27 lug. (askanews) – Rifiutare il volo di Stato per tornare in Italia dall’Egitto, pur ringraziando il Governo italiano, non è stato un gesto comodo. Patrick Zaki, ospite della trasmissione In Onda de La7 ha spiegato così i motivi della sua scelta: “L’ho già detto: come difensore dei diritti umani devo essere indipendente. Devo essere trasparente. Non devo essere sicuramente dalla parte di nessuno e non devo prendere le parti di nessun partito. Anche quando sono stato rilasciato e ho sentito la bella notizia ho detto : ok, ma io voglio tenere trasparenza e indipendenza. Ecco perchè ho detto di no. E poi anche i soldi che avrebbero pagato per questo volo sarebbero stati soldi dei cittadini italiani, delle tasse. Grazie per l’aiuto, l’ho sempre detto, ma in fin dei conti sono egiziano non voglio prendere i soldi da altra gente e dalle loro tasse. Non mi sentirei bene in qualità di umano e in qualità di difensore dei diritti umani dicendo una cosa e facendone un’altra”.

Pnrr, Fitto: fuori dal Pnrr misure per 15,9 miliardi (6 miliardi erano destinati ai Comuni)

Pnrr, Fitto: fuori dal Pnrr misure per 15,9 miliardi (6 miliardi erano destinati ai Comuni)Roma, 27 lug. (askanews) – Escono dal Pnrr misure per complessivi 15,9 miliardi di euro, che saranno rifinanziate con altri fonti, come il Piano complementare e le risorse per la coesione territoriale. Questo, ha spiegato il Ministro per gli affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, l’effetto della proposta generale di revisione del Piano che oggi è stata esaminata nella cabina di regia.

Si tratta per lo più di progetti in essere che sono confluiti nel Pnrr e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno mostrato rilevanti criticità. In molti casi i progetti non sono risultati coerenti con le condizioni imposte dal Piano, come il principoio di ‘Non Arrecare Danno Significativo (Do-No-Significant-Harm, DNSH)’ che richiede di impostare i progetti di investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità. Nello specifico, 6 miliardi di definanziamento riguardano gli interventi per la resilienza del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, 3,3 miliardi gli investimenti di rigenerazione urbana volti a ridurre l’emarginazione e il degrado sociale, 2,5 miliardi i piani urbani integrati (è il caso degli stadi di Firenze e Venezia), quasi 1,2 miliardi sono relativi alla gestione del rischio alluvione e dissesto idrogeologico, un miliardo l’utilizzo dell’idrogeno, 725 milioni le aree interne, 675 milioni la promozione di impianti innovativi incluso offshore, 300 milioni la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, 110 milioni la tutela del verde urbano e extraurbano.

Fitto ha spiegato che, nel caso dei Comuni interventi per un miliardo riguardavano le strade, che non rientrano nelle opere ammesse ai finanziamenti del Pnrr.

Meloni: la mafia non ha avuto l’ultima parola, si può sconfiggere

Meloni: la mafia non ha avuto l’ultima parola, si può sconfiggereRoma, 27 lug. (askanews) – “Nella notte tra il 27 e il 28 luglio di trent’anni fa Cosa Nostra sferrò un altro colpo della sua strategia stragista ed eversiva contro lo Stato, la legislazione antimafia e il carcere duro. I mafiosi fecero esplodere tre autobombe, una a Milano in via Palestro e due a Roma davanti San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro. Il bilancio fu pesantissimo: cinque morti, decine di feriti e danni ingenti al patrimonio storico, culturale e religioso. Ci inchiniamo ancora una volta alla memoria delle vittime e rinnoviamo il nostro sentimento di vicinanza e solidarietà ai loro famigliari e ai loro cari”. E’ quanto afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una dichiarazione.

“Nessuno potrà mai dimenticare quegli anni così difficili per la nostra Nazione, caratterizzati da feroci attentati e da una lunga scia di sangue e violenza – aggiunge -. Il male non ha avuto l’ultimo parola. Dal dolore, dalla sofferenza e dal sacrificio di figure straordinarie come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è nata una nuova luce, un movimento sociale e culturale che ha contrapposto il profumo della libertà al tanfo irrespirabile della criminalità organizzata. In questi trent’anni la Nazione ha maturato la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte. Una consapevolezza che lo Stato e le Istituzioni hanno saputo declinare in un corpo di strumenti giuridici, tecnici e operativi che hanno consentito di contrastare il fenomeno mafioso e reso l’Italia un modello a livello internazionale”.

Mafia, Meloni: non ha avuto ultima parola, si può sconfiggere

Mafia, Meloni: non ha avuto ultima parola, si può sconfiggereRoma, 27 lug. (askanews) – “Nella notte tra il 27 e il 28 luglio di trent’anni fa Cosa Nostra sferrò un altro colpo della sua strategia stragista ed eversiva contro lo Stato, la legislazione antimafia e il carcere duro. I mafiosi fecero esplodere tre autobombe, una a Milano in via Palestro e due a Roma davanti San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro. Il bilancio fu pesantissimo: cinque morti, decine di feriti e danni ingenti al patrimonio storico, culturale e religioso. Ci inchiniamo ancora una volta alla memoria delle vittime e rinnoviamo il nostro sentimento di vicinanza e solidarietà ai loro famigliari e ai loro cari”. E’ quanto afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una dichiarazione.

“Nessuno potrà mai dimenticare quegli anni così difficili per la nostra Nazione, caratterizzati da feroci attentati e da una lunga scia di sangue e violenza – aggiunge -. Il male non ha avuto l’ultimo parola. Dal dolore, dalla sofferenza e dal sacrificio di figure straordinarie come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è nata una nuova luce, un movimento sociale e culturale che ha contrapposto il profumo della libertà al tanfo irrespirabile della criminalità organizzata. In questi trent’anni la Nazione ha maturato la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte. Una consapevolezza che lo Stato e le Istituzioni hanno saputo declinare in un corpo di strumenti giuridici, tecnici e operativi che hanno consentito di contrastare il fenomeno mafioso e reso l’Italia un modello a livello internazionale”.