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Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegno

Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegnoRoma, 13 mag. (askanews) – Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. E’ questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano.

Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”. A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto. Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.

Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”. Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”. Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.

Meloni: l’Ucraina vincerà, non c’è alternativa a pace e libertà

Meloni: l’Ucraina vincerà, non c’è alternativa a pace e libertàRoma, 13 mag. (askanews) – “Il futuro dell’Ucraina è un futuro di pace e libertà, un futuro europeo, e non ci sono altre soluzioni possibili”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“L’Ucraina – ha aggiunto – vincerà è ne uscirà più forte, orgogliosa e prospera di prima”.L’Italia, ha detto ancora, è “una nazione che tanti anni fa è uscita dalla guerra e fatto un miracolo” e l’Ucraina può “ambire a fare la stessa cosa e faremo tutto il possibile per riuscire in questo oniettivo”.

“Il popolo ucraino combatte per il suo futuro e noi insieme a loro guardiamo oltre il conflitto, l’invasione e l’ingiustizia e modo migliore è pensare a un’Ucraina libera e ricostruita perchè ogni scuola, ogni ospedale ricostruito sarà un pezzo d’Europa”.“Italia c’è viva, l’Ucraina e viva l’Italia”, ha concluso.

 

Ucraina, Meloni: Governo Italia apprezza e sostiene iniziativa Papa

Ucraina, Meloni: Governo Italia apprezza e sostiene iniziativa PapaRoma, 13 mag. (askanews) – “Voglio esprimere apprezzamento e sostegno del Governo italiano per l’impegno di papa Francesco e della Santa Sede. Il presidente Zelensky oggi si recherà dal papa, siamo molto contenti di questa iniziativa. Conosciamo la vicinanza, la solidarietà e l’affetto del Santo Padre per l’Ucraina, è una giornata importante per tutti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky a palazzo Chigi.

Meloni-Zelensky faccia a faccia in inglese, assenti anche interpreti

Meloni-Zelensky faccia a faccia in inglese, assenti anche interpretiRoma, 13 mag. (askanews) – L’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si svolge senza altre persone presenti. Non ci sono, secondo quanto si apprende, neppure gli interpreti: i due parlano faccia a faccia in inglese.

Nel frattempo, nella Sala Verde, sono in corso colloqui tra le delegazioni. Di quella italiana fanno parte il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario alla presidenza Giovambattista Fazzolari, il consigliere diplomatico Francesco Maria Talò. Al termine del colloquio (in corso da circa 40 minuti) è previsto il pranzo di lavoro, seguito dalle dichiarazioni alla stampa.

Meloni rinnova a Zelensky “fermo sostegno Italia a 360 gradi”

Meloni rinnova a Zelensky “fermo sostegno Italia a 360 gradi”Roma, 13 mag. (askanews) – L’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è occasione per ribadire il “fermo sostegno dell’Italia all’Ucraina a 360 gradi, alla sua integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza di Kiev e la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino impegnato a difendere i valori condivisi di libertà e di democrazia messi a repentaglio dalla guerra di invasione russa”.

La visita, secondo quanto si apprende a Palazzo Chigi, rappresenta un segnale dall’elevato valore simbolico per l’importanza che Kiev assegna ai rapporti bilaterali rispetto alla guerra di aggressione russa.

Mattarella a Zelensky: Italia conferma pieno sostegno a Ucraina

Mattarella a Zelensky: Italia conferma pieno sostegno a UcrainaRoma, 13 mag. (askanews) – Nel corso del colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato “pieno sostegno” dell’Italia all’ Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziario, umanitario e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. E’ quanto si apprende da fonti del Quirinale.

Sono in gioco – ha detto il presidente – non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale. 

Zelensky, Salvini: mai previsto un incontro fra noi a Roma

Zelensky, Salvini: mai previsto un incontro fra noi a RomaRoma, 13 mag. (askanews) – “Il presidente del Consiglio incontra un presidente del Consiglio: leggo ricostruzioni surreali secondo le quali io non sarei andato: non è mai stato previsto”.Lo ha detto il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini, a margine della partecipazione a Milano ad un evento della Lega.

Salvini ha sottolineato come quelli di Zelensky oggi a Roma e in Vaticano “sono incontri molto importanti” con premier e capo dello Stato itaiano e Pontefice. “Io spero – ha aggiunto- che a tutti i tavoli si parli anche del dopo guerra e non solo di guerra”. E ha assicurato che, ove richiesto, non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad incontrare anche lui Zelensky. “Ci mancherebbe altro: dieci giorni fa sono stato anche io alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina”.

Domani e lunedì al voto per 595 Sindaci,4,5 mln italiani alle urne

Domani e lunedì al voto per 595 Sindaci,4,5 mln italiani alle urneRoma, 13 mag. (askanews) – Sono 595 i Comuni che domani e lunedì sono chiamati alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il Consiglio comunale, con oltre quattro milioni e mezzo (4.587.877, di cui 402.967 all’estero, distribuiti su 5.426 sezioni) di aventi diritto al voto. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede. L’eventuale ballottaggio è in programma il 28 e il 29 maggio. Il sindaco e il Consiglio comunale sono eletti per cinque anni.

Nei Comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti (91, ndr), l’elezione dei consiglieri comunali è contestuale all’elezione del sindaco e vige il sistema maggioritario. È eletto sindaco il candidato che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi. Alla lista o alle liste che hanno appoggiato il candidato sindaco eletto sono attribuiti i 2/3 dei seggi. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. In caso di parità di voti validi tra due candidati, si andrà al ballottaggio (28 – 29 maggio prossimi), e risulterà eletto sindaco chi tra i due candidati avrà ottenuto più voti validi. In caso di ulteriore parità, la scelta cadrà sul candidato più anziano di età. Nei Comuni con popolazione oltre i 15 mila abitanti (504, ndr) per eleggere il primo cittadino è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi (50% + un voto). Nel caso in cui nessun candidato a sindaco ottenga questo risultato, si procederà ad un secondo turno di votazione, in programma sempre il 28 – 29 maggio prossimi, tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti validi nel primo turno. Al ballottaggio è eletto sindaco il candidato che ottiene il maggiore numero di voti validi.

Non sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che non abbiano superato al primo turno la soglia del 3% dei voti validi. E’ previsto un “premio di maggioranza” alla lista o gruppo di liste che abbiano ottenuto almeno il 40% dei voti, che consiste nel 60% dei seggi, nel caso in cui nessuna altra lista o gruppo di liste collegate abbiano superato il 50% dei voti. Nei Comuni con popolazione sopra i 15 mila abitanti è permesso il voto disgiunto: l’elettore può esprimere due voti sulla stessa scheda, uno per una lista (al quale può aggiungere un voto di preferenza) e uno per un candidato presidente o sindaco, anche in una lista diversa. L’attenzione di questa tornata elettorale sarà catalizzata dal voto in tredici città: Ancona, unica città capoluogo di regione, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza, tutti capoluoghi di provincia. Il turno primaverile delle elezioni comunali si completerà il 21 maggio con il voto previsto in Valle d’Aosta (1 Comune) e Trentino- Alto Adige (3 Comuni), e il 28 e 29 maggio con le elezioni in Sicilia (128 Comuni) e Sardegna (39 Comuni).

In totale a maggio saranno eletti 766 sindaci e 10.150 consiglieri.

Sfide per i Sindaci in 13 Capoluochi: da Ancona a Siena, da Brescia a Terni

Sfide per i Sindaci in 13 Capoluochi: da Ancona a Siena, da Brescia a TerniRoma, 13 mag. (askanews) – Occhi puntati sulle sfide nelle 13 città più popolose tra i 595 Comuni che domani e lunedì sono chiamati alle urne per rinnovare sindaci e Consigli comunali: si va da Ancona, unico capoluogo di regione al voto, a Brescia, da Brindisi ad Imperia, da Latina a Massa, da Pisa a Siena, da Sondrio a Teramo, da Terni a Treviso fino a Vicenza. Sette sono attualmente amministrate dal centrodestra, sei dal centrosinistra.

Sull’esito delle urne aleggia l’incognita astensionismo, in continua crescita nelle ultime consultazioni: alle amministrative del giugno 2022 ha votato il 54% degli aventi diritto, il 5,4% in meno rispetto alla precedente tornata. Vediamo nel dettaglio le 13 città che vanno al voto. Ancona: il primo cittadino uscente è Valeria Mancinelli (Pd), premiata qualche anno fa come migliore sindaco d’Europa. In corsa per toglierle la fascia tricolore ci sono Ida Simonella (centrosinistra), sostenuta da sei liste, tra cui il Pd e i Riformisti Azione-Iv-Calenda. Simonella, attuale assessore comunale al Piano Strategico e al Porto, se la dovrà vedere, tra gli altri, con Enrico Sparapani, candidato del M5s, e Daniele Silvetti, espressione del centrodestra (FdI, FI, Lega e altre quattro liste civiche). Nelle liste elettorali di Ancona ci sono almeno 72 centenari, il più anziano ha 109 anni.

Brescia: il sindaco uscente è Enrico Del Bono, del centrosinistra, che ha guidato per 10 anni la città Capitale della Cultura 2023, assieme a Bergamo. Tra i candidati a primo cittadino ci sono Laura Castelletti, attuale vicesindaco, sostenuta dal centrosinistra e dal Terzo Polo; Fabio Rolfi per il centrodestra, ex vicesindaco ai tempi della giunta Paroli; Alessandro Lucà, sostenuto da una coalizione formata da M5s, Unione Popolare e Partito Comunista Italiano; Alessandro Maccabelli, sostenuto dalla lista civica Maddalena. Brindisi: l’attuale primo cittadino Riccardo Rossi cerca la riconferma, sostenuto dalla lista Brindisi Bene Comune – Alleanza Verdi Sinistra. Il Partito democratico assieme al M5s punta su Roberto Fusco, mentre il centrodestra schiera Giuseppe Marchionna, ex sindaco di Brindisi dal 1990 al 1992. Le liste Movimento Regione Salento e Uguaglianza cittadina appoggiano Pasquale Luperti.

Imperia: sono quattro i candidati sindaci che sfideranno Claudio Scajola, nella corsa per la carica di primo cittadino dell’unico capoluogo di provincia al voto in Liguria. L’ex ministro dell’Interno, già sindaco nel 1980, si troverà di fronte Ivan Bracco – il vicecommissario di polizia, che ha indagato su Scajola in sei inchieste – sostenuto dal centrosinistra; Enrico Lauretti, candidato della lista Società Aperta; Stefano Semeria per il Movimento 5 Stelle; Luciano Zarbano, appoggiato dalla lista Imperia Senza Padroni. Latina: nella cittadina del sud del Lazio, commissariata dal settembre 2022 dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, guidato da Damiano Coletta, si torna alle urne per la quarta volta in sei anni. Sarà un duello tra lo stesso Coletta, candidato da Pd e 5Stelle e Matilde Celentano sostenuta da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Udc-Dc, lista Matilde Celentano sindaco.

Massa: il centrodestra si presenta al voto diviso. Da una parte Forza Italia, Lega e alcune liste civiche sostengono l’attuale sindaco Francesco Persiani, dall’altro Fratelli d’Italia assieme a Noi Moderati, Nuovo Psi, punta sull’assessore Marco Guidi. Enzo Ricci, segretario comunale del Pd, è il candidato Dem, Alleanza Verdi e Sinistra. MoVimento 5 stelle e Unione Popolare si affidano a Daniela Bennati, attiva nel terzo settore, alla sua prima esperienza politica. Pisa: c’è una larga coalizione di centrodestra, composta da Fdi, FI, Lega, Udc, Pli e altre cinque liste, che supporta l’attuale sindaco, Michele Conti. Pd e M5s sono uniti nel sostenere Paolo Martinelli, che può contare anche sull’appoggio di altre tre liste civiche. Tra i candidati sindaci ci sono anche Alexandra Dei, Francesco Auletta, Edoardo Polacco e Rita Mariotti, espressioni di movimenti e liste civiche.

Siena: sono otto i candidati che ambiscono allo scranno più alto di Palazzo Pubblico, con affaccio su piazza del Campo, occupato dall’attuale sindaco, Luigi De Mossi (Cdx). Il centrodestra unito appoggia Nicoletta Fabio. Discorso diverso nel centro sinistra con il Pd che sostiene Anna Ferretti e M5s che punta su Elena Boldrini. Ci sono poi Azione che vota per Roberto Bozzi e Italia viva che ha scelto invece Massimo Castagnini. La lista si chiude con Alessandro Bisogni, Emanuele Montomoli e Fabio Pacciani candidati da diverse liste civiche.

Sondrio: il sindaco uscente, Marco Scaramellini, tenta il bis, sostenuto da un’ampia coalizione di centrodestra a partire da FdI, FI e Lega. Il candidato per il centrosinistra è Simone Del Curto appoggiato anche dalla lista Futuro insieme. C’è anche Luca Zambon ‘front runner’ della lista “Letizia Moratti presidente”. Sono nelle elezioni del 2013 Sondrio ha scelto il sindaco al primo turno. Teramo: nella cittadina abruzzese, Pd e M5s hanno trovato un accordo nel sostenere il sindaco uscente, Gianguido D’Alberto, che potrà contare su altre sette liste civiche per ottenere la riconferma. A contendere la fascia tricolore ci sono anche Carlo Antonetti per il centrodestra e Maria Cristina Marroni, coordinatrice provinciale di Italia Viva.

Terni: c’è tutto il centrodestra compatto, più alcune liste civiche, dietro la candidatura a sindaco di Orlando Masselli, assessore al Bilancio nella giunta di Leonardo Latini. Il Partito Democratico, con i verdi e alcune liste civiche, sostiene Josè Maria Kenny, ingegnere e professore universitario di origini argentine, mentre M5s punta sul medico Claudio Fiorelli. C’è poi Stefano Bandecchi, patron di UniCusano, presidente della Ternana Calcio e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, che proverà ad inserirsi nella corsa a Palazzo Spada. In lizza anche Paolo Cianfoni, sostenuto dalla lista Alleanza degli Innovatori, Emanuele Fiorini, con la lista Fiorini per Terni e Silvia Tobia, candidata della lista Potere al Popolo.

Treviso: Mario Conte, attuale primo cittadino ed esponente del centrodestra, punta alla conferma sulla poltrona di sindaco al Salone di Palazzo dei Trecento, grazie al sostegno di FdI, FI e Lega. Il centrosinistra, con Pd, Europa Verde e diverse liste civiche, propone Giorgio De Nardi. Inedita alleanza tra Azione e Italia Viva che con il Terzo Polo si compatta dietro a Nicolò Rocco. M5s assieme all’Unione popolare schiera Maurizio Mestriner. La lista civica Il Popolo della famiglia candida Luigino Rancan.

Vicenza: sono sette i candidati alla corsa di sindaco a Vicenza, a cominciare dall’inquilino di Palazzo Trissino, il sindaco uscente Francesco Rucco, espressione dal centrodestra. In lizza c’è anche Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche. Per il MoVimento 5 stelle corre Edoardo Bortolotto, mentre Claudio Cicero, Stefano Crescioli e Lucio Zoppello sono i candidati di tre liste civiche. Ad appoggiare Annarita Simone, unica donna candidata sindaca, ci sono Unione Popolare, Pci e Partito del Sud raccolti nella lista civica “La Comune”.

Dopo i sondaggi positivi Schlein alla prima prova del voto

Dopo i sondaggi positivi Schlein alla prima prova del votoRoma, 13 mag. (askanews) – E’ il battesimo del fuoco, elettoralmente parlando, per Elly Schlein. Il voto per i Comuni di domenica e lunedì sarà un “primo test”, come dicono anche nel Pd, anche se è ben chiaro a tutti che la vera prova della verità saranno le Europee del prossimo anno. Ma il rinnovo di 791 Comuni, tra i quali 17 capoluoghi di provincia, coinvolgerà oltre sei milioni di elettori, circa il 12% dell’intero corpo elettorale e sarà il momento per cercare una prima conferma di quella crescita registrata nei sondaggi da quando è stata eletta la nuova segretaria.

E’ un voto amministrativo, ovviamente, le dinamiche delle elezioni per i Comuni sono spesso diverse da quelle che dominano il voto nazionale e non è nemmeno possibile trarre indicazioni significative sulle alleanze – che come sempre in questi casi sono ‘a macchia di leopardo’ – ma non è certo un caso che Schlein abbia condotto una campagna elettorale intensa, in prima persona, con un tour che ha toccato la maggior parte delle città che saranno chiamate al voto. La segretaria non si è tirata indietro, non ha giocato la carta del basso profilo per un voto che ha potuto preparare solo molto in fretta, visto che la sua squadra si è insediata di fatto appena un mese fa. Schlein è andata a fare comizi in tutta Italia e ha chiuso in Toscana, a Pisa e a Siena. Due città che significano molto perché erano state conquistate per la prima volta dal centrodestra nel 2018. Davide Baruffi, responsabile enti locali del partito, lo spiega chiaramente: “Questo è un primo test per misurare la capacità espansiva nel voto reale. I sondaggi hanno fatto registrare una ripresa, adesso c’è il test vero… Dopo le sconfitte alle politiche e alle regionali di Lazio e Lombardia potrebbe il primo segnale di un’inversione di tendenza”.

Il primo obiettivo è la conferma dei comuni di Brescia e Ancona, città nelle quali il Pd e il centrosinistra già governano. Nella città lombarda c’è da proseguire il lavoro del sindaco Emilio Del Bono, che termina il suo secondo mandato e lascia il testimone alla sua vice Laura Castelletti, cresciuta nel Partito socialista e poi promotrice di una lista civica che porta il suo nome. Ad Ancona toccherà ad Ida Simonella – che ha vinto le primarie – il compito di far restare il Pd alla guida del Comune, in questi anni guidato da Valeria Mancinelli. Ma, appunto, i democratici contano di poter riprendere anche i capoluoghi toscani espugnati dalla destra – Massa, Pisa e Siena – e sono ottimisti anche su Vicenza, dove è candidato Giacomo Possamai, 33 anni, che come Schlein ha nel curriculum un’esperienza nel comitato elettorale di Barack Obama. Continua Baruffi: “Confermare le città dove amministriamo noi, tornare a vincere in Toscana e riuscire a strappare qualcosa di importante al nord come Vicenza darebbe un segnale forte, daremmo l’idea di un Pd espansivo”.

Il lavoro sulle alleanze c’è stato anche questa volta, “la nostra indicazione come segreteria è stata provare a costruire fronti larghi, partendo dai programmi, dalle cose da fare. Certo, non c’era un modello precostituito, e non sarebbe stato possibile un tavolo nazionale con M5s e Azione-Iv”. Il risultato è uno schema molto variabile, in quasi tutte le città-chiave citate sopra Pd e M5s correranno separati: niente accordo a Brescia e Ancona, e nemmeno a Vicenza, Massa e Siena. Solo a Pisa Pd e 5 stelle sono alleati, e in questo caso Calenda e Renzi corrono per conto proprio. Ma i centristi vanno da soli anche a Siena, addirittura divisi tra loro: Azione e Iv sostengono due candidati diversi nella città del palio. Calenda e Renzi sono divisi anche a Massa, con l’ex premier che sostiene il candidato Pd Enzo Ricci e il leader di Azione che appoggia il sindaco di centrodestra uscente Francesco Persiani.

Di fatto, sui capoluoghi al voto Pd e M5s saranno insieme a Pisa, Latina, Teramo, Brindisi, più Siracusa e Catania, dove però si voterà a fine mese. Con i centristi l’accordo, nelle principali città, è a Latina, oltre che – come detto – a Brescia, Vicenza e Ancona. Per la definizione delle alleanze c’è tempo, proprio le Europee del prossimo anno saranno decisive per definire i rapporti di forza tra Pd, M5s e centristi. E nel frattempo sarà importante il risultato delle elezioni in Molise, in programma a fine giugno, dove i democratici sosterranno il candidato 5 stelle Roberto Gravina, attuale sindaco di Campobasso. Ma è chiaro che fino al voto per il Parlamento europeo sarà soprattutto la competizione a dominare i rapporti tra le opposizioni. E per Schlein, appunto, è fondamentale ora dimostrare che il consenso nei sondaggi si traduce anche in voti nelle urne.