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Schlein: accordo Ue-Tunisia non tiene conto di rispetto diritti

Schlein: accordo Ue-Tunisia non tiene conto di rispetto dirittiBruxelles, 18 lug. (askanews) – Il memorandum d’intesa firmato domenica a Tunisi per un “partenariato complessivo” tra Ue e Tunisia, che include anche un importante capitolo sulla gestione delle migrazioni irregolari, è una tentativo di esternalizzare la gestione delle frontiere, come è già accaduto con altri casi in passato. Lo ha affermato questa mattina la segretaria del Pd Elly Schlein al termine del pre-vertice dei leader socialisti, a margine del vertice Ue-America latina e Caraibi (Celac) di Bruxelles. “Penso – ha detto – che sia il solito tentativo di esternalizzare le frontiere, senza curarsi del rispetto dei principi di democrazia, e senza curarsi del rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.

Quindi – ha continuato Schlein – non condividiamo un approccio che tende, in un’ottica sicuritaria, a focalizzarsi solo sull’aspetto di frenare i flussi migratori, quando però al contempo sappiamo quali sono gli sconvolgimenti che la Tunisia sta vivendo dal punto di vista del rispetto della democrazia, ma anche” dal punto di vista “economico e sociale”.  Questo, ha concluso la segretaria del Pd, “è un approccio che abbiamo già visto in passato: l’abbiamo visto con altri paesi, l’abbiamo visto con la Turchia, l’abbiamo visto con la Libia. Non posso trovarmi d’accordo con questo approccio”. 

Meloni è a Bruxelles al vertice Ue-Celac

Meloni è a Bruxelles al vertice Ue-CelacRoma, 18 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata al Justus Lipsius Building di Bruxelles per partecipare al vertice Ue-Celac.

Ieri sera, all’arrivo nella capitale belga, la premier ha avuto un incontro di due ore con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. “È stato bello incontrare di nuovo il primo ministro Giorgia Meloni dopo il Summit Nato della scorsa settimana. L’ho ringraziata per i contributi chiave dell’Italia alla Nato e per il sostegno incrollabile all’Ucraina. Abbiamo discusso della risposta della Nato alle sfide provenienti da tutte le direzioni, compreso il terrorismo e l’instabilità nel sud”. Lo ha scritto su Twitter il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dopo l’incontro a Bruxelles con Meloni.

Tajani: “In Europa non si può governare con Le Pen”

Tajani: “In Europa non si può governare con Le Pen”Roma, 18 lug. (askanews) – “Vorrei essere chiaro su questo punto. L’Europa non è l’Italia. Avere in Europa, dopo le prossime elezioni, una maggioranza che rispecchi fedelmente gli equilibri che ci sono nel nostro paese è contro i numeri e anche contro la realtà”. Lo dice in un colloquiio con’Il Foglio, il vicepremier e Segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. “Non è reale pensare che ci sia qualcuno in Europa, compreso il centrodestra, che possa governare un giorno con la Le Pen o con l’AfD. E se si vuole evitare che la prossima maggioranza europea sia dominata dai socialisti penso possa essere utile ragionare su uno scenario simile a quello che anni fa mi portò a essere presidente del Parlamento europeo: unire conser conservatori e liberali. Non si tratta di fare polemiche. Si tratta di osservare i fatti”. Poi Tajani dice che “Non vedo un problema in Europa con Salvini, e con la Lega. Anzi. Vedo un problema con l’AfD e con Le Pen”.

Fisco, Conte: governo incita evasione, è messaggio devastante

Fisco, Conte: governo incita evasione, è messaggio devastanteRoma, 17 lug. (askanews) – “Avere un presidente del Consiglio che qualche tempo fa parla di ‘pizzo di Stato’ per quanto riguarda le tasse, Salvini che dice che gli italiani sono ostaggio dell’agenzia delle Entrate e oggi Pichetto Fratin che torna sul condono tombale, significa dare un messaggio sbagliato”. Lo ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte, ai microfoni di Skytg24

“Che i nostri governanti dicano che pagare le tasse è un fatto negativo e incitano all’evasione è gravissimo, perché così rompi la pace sociale, rompi la possibilità della sostenibilità anche del quadro di finanza pubblica e soprattutto dai un segnale devastante per tutti i cittadini onesti”, ha aggiunto.

Meloni: da governo interpretazione reati criminalità organizzata

Meloni: da governo interpretazione reati criminalità organizzataRoma, 17 lug. (askanews) – “Si rende necessaria e urgente l’adozione da parte del governo di una norma di interpretazione autentica, che chiarisca una volta per tutte cosa debba intendersi per ‘reati di criminalità organizzata’ e che eviti che gravi reati vadano impuniti per effetto dell’interpretazione di recente avanzata dalla Corte di Cassazione. L’intenzione, d’intesa col ministro della Giustizia, è di inserire questa norma in un decreto legge di prossima approvazione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, intervenendo in Cdm e sottolineando l’importanza del tema sollevato e della soluzione proposta a 48 ore dalla commemorazione della strage di via D’Amelio a Palermo.

“Il nostro sistema giudiziario penale – ha ricordato – prevede una distinzione tra reati di criminalità organizzata e altri reati. Per i reati di criminalità organizzata è consentito un uso più esteso e incisivo degli strumenti di indagine, considerata la difficoltà di rintracciarne le prove. E’ inoltre previsto un maggior rigore nella concessione dei benefici penitenziari, considerata la loro pericolosità e pervasività sociale. Se fino a poco tempo fa l’interpretazione del concetto di criminalità organizzata era chiaro, una recente sentenza della Corte di Cassazione (la n. 34895 del 2022) lo ha posto seriamente in dubbio. La Cassazione ha infatti affermato – cito testualmente – che possono “farsi rientrare nella nozione di delitti di “criminalità organizzata” solo fattispecie criminose associative, comuni e non”, con la conseguenza che devono escludersi dal regime per essi previsti i reati di per sé non associativi, come un omicidio, “per quanto commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dal suddetto articolo’. In altre parole, un omicidio commesso avvalendosi di modalità mafiose o commesso al fine di agevolare un’associazione criminale non sarebbe un delitto di criminalità organizzata, secondo la Cassazione. La sentenza ha ad oggetto il regime delle intercettazioni ambientali, ma afferma principi di carattere generale. E principi del genere si prestano a provocare ricadute molto pesanti per il nostro sistema e per la pubblica sicurezza. Lasciando da parte ogni considerazione di merito, appare evidente come questa decisione si presti a produrre effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi. Infatti, adottando questo orientamento, per i fatti già commessi verrebbe a cadere tutto il materiale probatorio acquisito sulla base dell’interpretazione precedente, che consentiva l’utilizzo degli strumenti previsti per la lotta alla criminalità organizzata anche in assenza della contestazione del reato associativo. Così, rischiano di andare impuniti per un supposto vizio procedurale delitti della massima gravità. Manifestazioni d’allarme in tal senso iniziano già a pervenire da alcuni tribunali”.

Foti (Fdi): non cambieremo leggi antimafia se non in senso più punitivo

Foti (Fdi): non cambieremo leggi antimafia se non in senso più punitivoRoma, 17 lug. (askanews) – Sul concorso esterno “il ministro Nordio ha dato una risposta legittima a una domanda altrettanto legittima. Come abbiamo detto in tutte le lingue e in tutte le salse, non c’è alcuna previsione di modificare la legislazione antimafia se non in senso più punitivo di quanto oggi già non sia”. Lo ha detto il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, a margine della conferenza stampa di presentazione del convegno ‘Parlate di mafia’ organizzato dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia in collaborazione con l’Ufficio studi del partito, che si terrà venerdì a Palermo.

Le raccomandazioni del ministero della Salute alle regioni sul caldo

Le raccomandazioni del ministero della Salute alle regioni sul caldoRoma, 17 lug. (askanews) – Codice calore nei Pronto Soccorso, attivazione degli ambulatori territoriali 7 giorni su 7 – h12 per accessi relativi agli effetti del caldo, potenziamento del servizio di guardia medica, riattivazione delle USCAR per favorire l’assistenza domiciliare ed evitare l’accesso inappropriato ai Pronto Soccorso.

Sono le raccomandazioni del Ministero della Salute contenute nella circolare diramata oggi alle Regioni per fronteggiare l’emergenza caldo e prevenire gli effetti delle ondate di calore che si stanno susseguendo in queste settimane. Nello specifico, per fronteggiare al meglio gli effetti del caldo sulla salute si invitano le Regioni a valutare la predisposizione di azioni organizzative per rafforzare la risposta ordinaria alle richieste di assistenza sanitaria, in particolare per i soggetti vulnerabili. Tra queste, è fortemente raccomandata l’attivazione del “codice calore” ovvero un percorso assistenziale preferenziale e differenziato nei Pronto Soccorso.

La circolare indica anche di dare massima diffusione alla campagna di comunicazione predisposta dal Ministero della Salute “Proteggiamoci dal caldo” per una capillare informazione ai cittadini sui comportamenti da adottare per affrontare e difendersi dall’ondata di calore. Si ricorda che ogni giorno sul portale del Ministero della Salute sono pubblicati i bollettini caldo attivati dal 15 maggio e che proseguiranno fino al 15 settembre.

Meloni oggi al vertice Ue-Celac, focus su materie prime e Mercosur

Meloni oggi al vertice Ue-Celac, focus su materie prime e MercosurRoma-Bruxelles, 17 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva oggi pomeriggio a Bruxelles per partecipare al vertice tra i leader dell’Ue e quelli della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac).

Il summit, che proseguirà anche domani, sarà copresieduto dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dal primo ministro di Saint Vincent e Grenadine Ralph Gonsalves in qualità di presidente pro tempore della Celac. Al vertice parteciperanno inoltre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell. L’Ue e l’America latina e Caraibi vantano un partenariato di lunga data. Al centro dell’incontro i temi della transizione verde e digitale: in particolare il Sud America può essere un alleato strategico dell’Europa per l’approvvigionamento di materie prime critiche (niobio, tantalio, litio, rame) con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Cina.

Un ‘nodo’ invece complesso da sciogliere è quello dell’accordo di libero scambio con il Mercosur, congelato ormai da quattro anni. Un’intesa creerebbe una delle più grandi aree di libero scambio del mondo (quasi 800 milioni di persone e circa un quarto del Pil mondiale). Da parte italiana sull’accordo ci sono resistenze, nel timore che questo produrrebbe contraccolpi negativi per l’agricoltura e l’allevamento. Dubbi condivisi anche da altri Paesi (come ad esempio il Belgio per i bovini). Anche da parte sudamericana, però, ci sono dubbi, con alcuni Paesi che vedono il rischio di un neocolonialismo. Resterà ai margini un confronto sull’Ucraina: i Paesi sudamericani non hanno voluto invitare Volodymyr Zelensky e anche se l’invasione russa è stata condannata dalla maggior parte degli Stati nessuno ha finora partecipato al sostegno a Kiev. A margine del vertice si terrà anche l’Ee-Celac Business Summit, riservato alle imprese.

La lettera di Marina Berlusconi: mio padre perseguitato anche da morto

La lettera di Marina Berlusconi: mio padre perseguitato anche da mortoMilano, 17 lug. (askanews) – “Siamo incastrati in un gioco assurdo, che ci costringe a un eterno ritorno alla casella di partenza. E’ una sensazione sconfortante, perché sembra che ogni ipotesi di ogni di riforma (della giustizia, ndr) diventi motivo di scontro frontale, a prescindere dai suoi contenuti”. Lo scrive, in una lettera a Il Giornale, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e del Gruppo Mondadori,m nonché ovviamente figlia di Silvio Berlusconi.

“La persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa – ha aggiunto – credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni di cui la nostra giustizia è afflitta”. Marina Berlusconi denuncia quella che considera una persecuzione giudiziaria portata avanti da alcuni pm e, a suo dire, puntualmente rilanciata da alcuni giornalisti a fini strumentali: “La scomparsa di mio padre non ha mutato nulla. Dopo oltre vent’anni di inchieste, dopo una mezza dozzina di indagini chiuse su richiesta degli stessi pubblici ministeri perché non c’era alcun elemento di prova, e subito riaperti in modo da dilatare strumentalmente qualsiasi termine di scadenza, dopo che i conti della Fininvest sono stati passati per anni al setaccio senza risultato, ci sono ancora pm giornalisti che insistono nella tesi, assurda, illogica, molto più che infamante, secondo cui mio padre sarebbe il mandante delle stragi mafiose del 1993-94. È qualcosa di talmente enorme che fatico perfino a scriverlo. La lettera scarlatta giudiziaria che marca l’avversario resta indelebile, gli sopravvive. E il nuovo obiettivo è chiaro: la damnatio memorie”.

“La guerra dei trent’anni non è finita con Silvio Berlusconi. E non riguarda certo soltanto lui perché è un Paese in cui la giustizia non funziona è un Paese che non può funzionare”, ha concluso Marina Berlusconi.

Marina Berlusoconi: mio padre perseguitato anche dopo la morte

Marina Berlusoconi: mio padre perseguitato anche dopo la morteMilano, 17 lug. (askanews) – “Siamo incastrati in un gioco assurdo, che ci costringe a un eterno ritorno alla casella di partenza. E’ una sensazione sconfortante, perché sembra che ogni ipotesi di ogni di riforma (della giustizia, ndr) diventi motivo di scontro frontale, a prescindere dai suoi contenuti”. Lo scrive, in una lettera a Il Giornale, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e del Gruppo Mondadori,m nonché ovviamente figlia di Silvio Berlusconi.

“La persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa – ha aggiunto – credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni di cui la nostra giustizia è afflitta”. Marina Berlusconi denuncia quella che considera una persecuzione giudiziaria portata avanti da alcuni pm e, a suo dire, puntualmente rilanciata da alcuni giornalisti a fini strumentali: “La scomparsa di mio padre non ha mutato nulla. Dopo oltre vent’anni di inchieste, dopo una mezza dozzina di indagini chiuse su richiesta degli stessi pubblici ministeri perché non c’era alcun elemento di prova, e subito riaperti in modo da dilatare strumentalmente qualsiasi termine di scadenza, dopo che i conti della Fininvest sono stati passati per anni al setaccio senza risultato, ci sono ancora pm giornalisti che insistono nella tesi, assurda, illogica, molto più che infamante, secondo cui mio padre sarebbe il mandante delle stragi mafiose del 1993-94. È qualcosa di talmente enorme che fatico perfino a scriverlo. La lettera scarlatta giudiziaria che marca l’avversario resta indelebile, gli sopravvive. E il nuovo obiettivo è chiaro: la damnatio memorie”.

“La guerra dei trent’anni non è finita con Silvio Berlusconi. E non riguarda certo soltanto lui perché è un Paese in cui la giustizia non funziona è un Paese che non può funzionare”, ha concluso Marina Berlusconi.